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Il maggior "problema" che si verifica nell'approccio a un testo da tradurre dal tedesco all'italiano è la grande differenza che esiste tra le costruzioni sintattiche delle due lingue. Il tedesco si può definire una Klammersprache, ovvero una lingua a parentesi: con ciò si indica un tipo di lingua con strutture che comprendono un Mittelfeld tra altri due elementi grammaticali. La parentesi può essere verbale, nel caso in cui in una frase ci siano verbo principale in seconda posizione e verbo secondario in ultima posizione; è nominale invece quando gli elementi che compongono il Mittelfeld si collocano

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tra articolo e nome, ad esempio nel caso in cui ci siano degli aggettivi riferiti al nome; infine si definisce aggiuntiva quando la frase è introdotta da una congiunzione subordinante e termina con il verbo coniugato117. In italiano questo tipo di struttura a parentesi è possibile, ma solo in alcune occasioni, e di certo non è un aspetto caratterizzante della lingua.

Con questa premessa si scenderà adesso nel dettaglio, mostrando alcuni esempi. Il testo di Zeiten in Cornwall è prevalentemente ipotattico, caratterizzato da un gran numero di frasi relative e con delle costruzioni sintattiche abbastanza complesse. Riguardo la lunghezza dei periodi, si è cercato di mantenerla in italiano, per quanto le costruzioni in lingua d'arrivo lo concedessero. Inoltre si è preferito talvolta eliminare i Gedankenstriche, dato che non è un segno d'interpunzione tipico dell'italiano, anche se sempre più in diffusione per influenza del suo uso nelle lingue straniere. Questi elementi nella traduzione non sempre si sono potuti replicare in modo identico, al fine di salvaguardare la comprensione del testo in lingua di arrivo.

Un esempio molto significativo della complessità sintattica si trova all'inizio del testo, quando il narratore è perso tra le strade del suo labirinto e parla del potenziale pericolo che possono rappresentare altri guidatori ignari, persi come lui tra le stradine:

Es kommt mir keiner entgegen, es hat den Anschein, als dürfe ich mit dieser Region allein fertig werden, nur hin und wieder denke ich, vielleicht fährt einer hundert Meter vor mir, verdeckt durch die Windungen unseres gemeinsamen Wegs, die er hinter sich hat, die ich vor mir habe, einer, der ebenfalls denkt, er sei allein, dabei bin ich gefährlich nah auf den Fersen. Vielleicht habe aber auch ich einen hinter mir, der nicht weiß, daß er einen vor sich hat, oder es kommt mir einer entgegen, der mich noch nicht erahnt, vielleicht ist er schon nah.118

117 Cfr. M. Foschi Albert, S. Ballestracci, L'analisi dei campi sintattici del tedesco, con note

di carattere contrastivo (tedesco - italiano), 2011, Pisa, Edizioni Il Campano, Arnus University

Books, pp. 9-14.

118 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

60 La proposta di traduzione è la seguente:

Non mi viene incontro nessuno, sembra che possa sbrigarmela da solo con questa regione, solo ogni tanto penso a qualcuno che forse sta guidando cento metri avanti a me, nascosto tra le spire della nostra comune strada, spire che lui ha dietro di sé, che io invece ho davanti a me, qualcuno che come me pensa di essere solo qui, intanto io gli sto pericolosamente alle costole. Forse però anche io ho qualcuno dietro di me che non sa di avere qualcuno davanti a sé, o mi viene incontro qualcuno che non ha ancora intuito la mia presenza, forse è già vicino.

Questo breve passaggio presenta diversi spunti per un'analisi traduttologica. Per prima cosa si può notare l'abbondanza di frasi subordinate, di cui la maggior parte sono relative. Questo aspetto ha creato non poche difficoltà nella resa in italiano, dato che la congiunzione subordinante «che» ha anche la funzione di pronome relativo119 e, al contrario dei pronomi relativi del tedesco,

non si accorda in genere e numero con il nome a cui si riferisce. Questo provoca una grande ambiguità nel testo, se il riferimento non è chiarito dalla posizione che il nome occupa nella frase. Un confronto esemplificativo può trovarsi tra il tedesco «[...] verdeckt durch die Windungen unseres gemeinsamen Wegs, die er hinter sich hat, die ich vor mir habe [...]» e l'italiano «[...] nascosto tra le spire della nostra comune strada, spire che lui ha dietro di sé, che io invece ho davanti a me [...]». In tedesco, l'uso del pronome «die» rende chiaro il fatto che le due relative sono riferite al sostantivo «Windungen», poiché esso è declinato secondo lo stesso genere e numero del sostantivo, ovvero femminile plurale. Quindi anche se il pronome segue la parola «Weg», non c'è dubbio riguardo a cosa si riferisca. In italiano invece è stata necessaria la ripetizione della parola «spire» subito prima del pronome, altrimenti il grado di ambiguità della frase sarebbe stato altissimo o il lettore avrebbe potuto erroneamente pensare che le due relative fossero riferite a «strada».

Nell'uso del verbo «denken» si possono notare due costruzioni

119 Cfr. M. Dardano, P. Trifone, Grammatica italiana, 1995, Bologna, Zanichelli, pp. 430-

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differenti nel testo originale: la prima ha l'aspetto di un discorso diretto libero. Infatti non viene formata una subordinata al verbo nella consueta forma di «ich denke, daß», che comporterebbe lo slittamento del verbo in ultima posizione. Si legge invece: «[...] nur hin und wieder denke ich, vielleicht fährt einer hundert Meter vor mir [...]». Si può notare che la frase dopo la virgola segue le regole sintattiche di una principale, con il Vorfeld occupato dall'avverbio «vielleicht», il verbo principale in seconda posizione e il soggetto a seguire. In traduzione si è scelto di non replicare la forma del discorso diretto libero, poiché avrebbe reso più complessa la lettura e la comprensione del periodo. Quindi si è preferito tradurre la frase nel seguente modo: «[...] solo ogni tanto

penso a qualcuno che forse sta guidando cento metri avanti a me [...]». Il

passaggio tra le frasi in italiano viene fatto tramite la forma «pensare a» e il soggetto della seconda frase diventa l'argomento del verbo. Il fatto che in questo modo si crei un'ulteriore frase relativa non complica il testo più del necessario, anzi si colloca perfettamente all'interno di questo gioco di relative che caratterizza questo frammento. La seconda occasione in cui compare il verbo «denken» si presenta in forma di Textwiedergabe, questa volta con il verbo della seconda frase coniugato al Konjunktiv I: «[...] einer, der ebenfalls denkt, er sei allein [...]». In questo caso, dato che nel testo di partenza viene usata una forma diversa rispetto alla prima, anche nel testo di arrivo si è preferito mantenere questa differenza, utilizzando una subordinata oggettiva implicita, con il verbo all'infinito: «[...] qualcuno che come me pensa di essere solo qui [...]».

Questa costruzione intricata di frasi relative nel testo originale svolge una funzione ben precisa, ovvero ricreare per il lettore il labirinto in cui il narratore si muove. Le tante frasi relative che si intersecano, rappresentano le numerose stradine della Cornovaglia, quindi si è considerato di fondamentale importanza riprodurre questa stessa struttura nel testo di arrivo, per mantenere intatto l'effetto desiderato dall'autore.

Per quanto riguarda la resa del participio presente in funzione di aggettivo, si sono dovute cercare soluzioni plausibili in lingua d'arrivo, poiché in italiano questa forma verbale non è produttiva quanto lo è in tedesco. A tal

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proposito, un esempio abbastanza complesso si può trovare nella seguente frase: «Die Schlafzimmer sind ohnehin meist nur der in Winkeln sich

verlierende Wurmfortsatz der vorderen Gasträume eines Wirtshauses [...]»120

Qui l'aggettivo di «Wurmfortsatz» è composto da una frase, ovvero «in Winkeln sich verlierende». Questo è un esempio di parentesi nominale, aperta dall'articolo «der» e chiusa dal sostantivo. In traduzione risulta impossibile mantenere la stessa costruzione sintattica del tedesco, quindi si è scelto di trasformare il complesso aggettivale in una frase incidentale e, al posto del participio presente, risulta più appropriato il participio passato: «Le camere da letto sono comunque per lo più solo l'appendice delle stanze degli ospiti, persa

in dei cantucci, sul lato anteriore di una locanda [...]». È vero che in italiano il

participio presente viene usato maggiormente in funzione di aggettivo121, ma non tutti i verbi coniugati in questa forma possono svolgere questa funzione. Nel caso del verbo «perdere», infatti, il suo participio presente ha assunto nel tempo un valore di sostantivo, con un suo preciso significato122. In questo

contesto, tradurre letteralmente dal tedesco con «l'appendice perdentesi nei cantucci» perderebbe totalmente di senso. Dunque è necessario adattare il significato veicolato dalla lingua di partenza a una forma appropriata in lingua d'arrivo.

Ancora un esempio interessante su cui riflettere è il passaggio in cui il narratore riflette sul nome inglese «Pilchard»:

Der Name dieses Fisches ist, soweit ich weiß, nicht zu übersetzen, die Unkenntnis des Gegenstandes ─ eine überdimensionale Sardine, bei dem sich dasselbe Quantum an Geschmack auf viermal soviel Fleisch zu verteilen hat ─ kein gastronomisches Versäumnis.123

120 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. p. 27. Corsivo mio.

121 Cfr. M. Dardano, P. Trifone, Grammatica italiana, 1995, Bologna, Zanichelli, p. 358. 122 Cfr. con la voce «perdente»su N. Zingarelli, Lo Zingarelli, vocabolario della lingua

italiana, 2015, Zanichelli, p. 1667.

123 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

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Si nota una complessità sintattica data dall'inserimento di due proposizioni incidentali, una tra virgole e l'altra tra Gedankenstriche, che interrompono le due frasi principali coordinate tra loro dalla virgola.

Nel processo di traduzione si sono dovute operare alcune modifiche, sia sintattiche che formali, necessarie al fine di mantenere intatto il significato. La proposta di traduzione è la seguente:

Per quanto ne sappia, il nome di questo pesce non è traducibile, la disinformazione sull'argomento non è un demerito gastronomico, si tratta di una sardina sovradimensionale, che ha la stessa dose di gusto da distribuire su una superficie di carne quattro volte più grande.

Come si può osservare, si è scelto di semplificare la struttura del periodo modificando l'ordine sintattico delle frasi. Il Konditionalsatz «soweit ich weiß», viene messa in apertura per evitare di complicare il testo italiano con una frase incidentale, che avrebbe separato i componenti del predicato nominale. Proprio quest'ultimo nel testo di partenza è composto dal verbo «sein» e da un Infinitivsatz. In italiano, si è preferito trasformare l'Infinitivsatz in un aggettivo, per evitare di fare un calco strutturale che avrebbe sconvolto il significato della frase. Infatti, traducendo con «il nome di questo pesce non è da tradurre», si capirebbe che il nome di questo pesce non deve essere tradotto. Invece il significato veicolato dalla frase tedesca è che il nome del pesce non può essere tradotto, dato che si tratta di una specie di sardina esistente solo in quella zona della Cornovaglia, senza quindi un corrispettivo nome né in tedesco, né in italiano. Per questo motivo, la scelta più appropriata per rendere questo significato è sembrata l'uso dell'aggettivo «traducibile».

Nel testo citato si trova un'altra infinitiva, nella proposizione che si trova tra Gedankenstrich: «eine überdimensionale Sardine, bei dem sich dasselbe Quantum an Geschmack auf viermal soviel Fleisch zu verteilen hat». In questo caso, si è deciso di mantenere in italiano la frase infinitiva dato che il significato non sarebbe stato intaccato e la struttura è del tutto familiare al lettore italiano. Ciò che invece si è modificato nel testo d'arrivo rispetto a quello di partenza, è proprio l'uso dei Gedankenstriche. Si è scelto di

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eliminarli, evitando anche questa volta di rendere la frase con un'incidentale. Dato che questa proposizione ha la funzione di spiegare brevemente cosa sia il pesce di cui il narratore parla, è sembrato opportuno aggiungere nel testo italiano «si tratta di», per introdurre la spiegazione.

Ultimo fenomeno in questo estratto su cui è interessante soffermarsi è la mancanza del verbo in una delle frasi principali. Si legge infatti « die Unkenntnis des Gegenstandes kein gastronomisches Versäumnis». Nella frase manca il verbo «sein», probabilmente sottinteso. In italiano, lo stile nominale ha una funzione ben precisa nella lingua letteraria, soprattutto in poesia124, quindi non è sembrato questo il caso di usarlo, aggiungendo il verbo «essere» in traduzione: «la disinformazione sull'argomento non è un demerito gastronomico».

Attraverso questi esempi si vuole fare una riflessione su quanto sia importante porre l'attenzione sulla sintassi durante il processo di traduzione. Questo è un aspetto della lingua che sta alla base della sua comprensione, è il mezzo principale tramite il quale si costruisce il pensiero. Ogni lingua ha un proprio personalissimo sistema di strutture sintattiche e semantiche, e ogni sistema è strettamente legato al modo in cui i parlanti ordinano il pensiero e restituiscono la propria percezione del mondo tramite il linguaggio125. Dunque, per far sì che nell'atto della traduzione si mantenga intatto il significato espresso dall'autore del testo originale, bisogna talvolta accettare dei compromessi, sacrificando le strutture sintattiche della lingua di partenza per adattarsi a quelle della lingua d'arrivo, con l'unico scopo finale di permettere al lettore la migliore esperienza possibile del testo. Poiché nel caso di Zeiten in

Cornwall spesso il messaggio dell'autore passa proprio attraverso le strutture

sintattiche, è stata una sfida ancora più grande riuscire a trovare il giusto punto d'incontro tra il tedesco e l'italiano. Per questo motivo ogni singola scelta

124 Cfr. M. Dardano, P. Trifone, Grammatica italiana, 1995, Bologna, Zanichelli, pp. 360-

361.

125 Cfr. M. Kaiser, Die Sprache der Dichter und Denker: bewegt die Satzklammer den

Geist?, in M. Nied Curcio (a cura di), Ausgewählte Phänomene zur kontrastiven Linguistik Italienisch-Deutsch, 2008, Milano, Franco Angeli Editore, pp. 118-121.

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traduttiva è stata sottoposta ad analisi approfondite, al fine di proporre la soluzione che si avvicinasse il più possibile allo stile del testo originale.

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