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Traduzione e commento di "Zeiten in Cornwall" di Wolfgang Hildesheimer

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Academic year: 2021

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DIPARTIMENTO DI

FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

TRADUZIONE LETTERARIA E SAGGISTICA

TESI DI LAUREA

Traduzione e commento di

Zeiten in Cornwall di Wolfgang Hildesheimer

CANDIDATO

RELATORE

Silvia Carrabino

Dott.ssa Serena Grazzini

(2)

Irgendwann verläßt man

auch jene Regionen zum

letzten Mal, in denen man

einmal zuhause gewesen ist,

und dieses irgendwann ist jetzt

fixiert, ihm fahre ich entgegen.

Ich habe mich in viele

verschiedene Orte eingelebt,

oft habe ich den allmählichen

Wandel von Fremdheit zum

Zuhausesein umgekehrt

vollzogen, und jetzt wird es

Zeit für die Bilanzen,

>the summing-up<, sonst

trage alle meine Orte als

unerledigte Sachen mit mir

herum.

(3)

2

INDICE

Introduzione ... 3

Capitolo Primo Zeiten in Cornwall, tra finzione e realtà ... 6

1.1 Caratteristiche generali del racconto autobiografico ... 6

1.1.1 La finzione letteraria nel presente della narrazione ... 8

1.1.2 Elementi autobiografici all'interno di Zeiten in Cornwall ... 15

1.2 La questione dell'appartenenza ... 21

1.2.1 Hildesheimer e l'Inghilterra ... 26

Capitolo secondo Analisi di Zeiten in Cornwall ... 30

2.1 Zeiten in Cornwall e le sue strutture narrative ... 30

2.1.1 Il monologo: paragone con Tynset e Masante ... 36

2.1.2 Il motivo del labirinto e la sua funzione ... 40

2.2 L'arte come tematica caratterizzante ... 43

2.3 La formazione di immagini tramite la lingua ... 48

Capitolo terzo Commento alla traduzione ... 56

3.1 Il titolo del racconto ... 57

3.2 Strutture sintattiche ... 58

3.3 Tempi verbali ... 65

3.4 Scelta del lessico ... 69

Conclusioni ... 77

Appendice ... 80

(4)

3

INTRODUZIONE

Il presente lavoro di tesi è incentrato sul racconto Zeiten in Cornwall (1971) di Wolfgang Hildesheimer (Amburgo, 9 dicembre 1916 - Poschiavo, 21 agosto 1991), di cui viene fatta una proposta di traduzione. L'elaborato si sviluppa su tre capitoli, nei quali sarà svolta un'analisi del racconto e della sua traduzione.

Nel primo capitolo si affronterà la questione dell'autobiografia, genere in cui viene erroneamente collocato Zeiten in Cornwall. A livello superficiale, il racconto avrebbe tutti i requisiti per essere definito tale. Tuttavia, attraverso un attento studio dei fattori caratterizzanti del testo, si può affermare che questa attribuzione di genere non è pienamente esatta. Grazie a un lavoro di ricerca approfondita delle fonti usate dall'autore nella stesura del suo racconto, verranno individuati gli elementi che distinguono il piano narrativo della finzione da quello della realtà. Si faranno in seguito degli accenni alla biografia di Hildesheimer, in considerazione degli episodi della sua vita di cui egli parla in Zeiten in Cornwall, al fine di stabilire il grado di corrispondenza al reale all'interno del racconto. Si parlerà soprattutto di Anthony Froshaug, amico di Hildesheimer a cui è dedicata gran parte del racconto, e dell'importanza che ha avuto il movimento surrealista nella vita dell'autore.

Sempre nel primo capitolo, verranno dedicati due paragrafi all'approfondimento del concetto di appartenenza a un luogo e del rapporto che l'autore aveva con i numerosi luoghi in cui ha vissuto. Un'attenzione particolare verrà posta sull'Inghilterra, luogo in cui si svolge il racconto, e su cosa ha significato questa regione per Hildesheimer. Il racconto fornisce vari spunti per una riflessione sui concetti di Heimat e Heimatlosigkeit, su come questi concetti vengano spiegati secondo il punto di vista dell'autore. Ebreo, tedesco e cittadino del mondo, Hildesheimer ha passato gran parte della sua vita spostandosi e vivendo in diversi luoghi, per periodi più o meno lunghi. Ha trascorso gli anni della seconda guerra mondiale lontano dalla Germania, ma non ha mai avvertito la sua lontananza come un esilio politico forzato. Questi argomenti trapelano dalle pagine di Zeiten in Cornwall, saranno dunque

(5)

4 approfonditi in questo capitolo.

Nel secondo capitolo si passerà a un'analisi strettamente testuale, in cui si individuano le strutture narrative del racconto. Importante è l'elemento surrealista che attraversa tutto il testo e si ritrova nel modo in cui l'Io procede nella sua narrazione per associazioni di idee. Verrà mostrato come l'input di questo processo creativo venga proprio dall'influenza che Hildesheimer ha avuto dal surrealismo, discostandosi però dal totale automatismo psichico proclamato dai padri del movimento. Zeiten in Cornwall si può definire un testo in prosa monologica, elemento che lo colloca in un ciclo narrativo composto da altri due romanzi di Hildesheimer, Tynset (1965) e Masante (1973). Sarà fatto un confronto tra i tre testi, in cui si metterà in rilievo il filo tematico e strutturale comune, che guida il lettore in un viaggio attraverso la mente dell'Io narrante, portandolo in tre tempi e in tre luoghi molto diversi, ma allo stesso tempo collegati tra loro.

Un paragrafo sarà dedicato alla metafora del labirinto e all'importanza che essa assume, non solo come tematica, ma anche nella struttura narrativa di

Zeiten in Cornwall. L'Io si muove in un labirinto, ma il testo lo diventa per il

lettore, che cerca di orientarsi all'interno della rete intricata di ricordi, paesaggi e riflessioni del narratore. È facile sentirsi persi insieme a lui nelle strade della Cornovaglia e nei racconti di tempi passati, ma che assumono una consistenza reale quanto l'immagine del labirinto.

Proprio l'immagine è protagonista di un'analisi condotta alla fine del secondo capitolo. L'arte è una tematica fondamentale del racconto, è il motivo per cui l'autore ha fatto questo viaggio in Cornovaglia nel 1939 ed è l'argomento principale di riflessione e del ricordo in Zeiten in Cornwall. Verranno riportate tutte le citazioni dal mondo dell'arte che si trovano nel racconto, e ne verrà spiegata la funzione narrativa. Particolare attenzione sarà rivolta al linguaggio usato da Hildesheimer e a come l'immagine sia creata proprio dal suo utilizzo. Il modo in cui vengono narrate le vicende è estremamente evocativo: strutture sintattiche e lessico scelto accuratamente servono a creare dei quadri per il lettore. Le descrizioni prendono vita, il lettore fa un'esperienza del testo che lo porta a rivivere insieme al narratore la

(6)

5 Cornovaglia e le esperienze del suo passato.

Infine, l'ultimo capitolo sarà dedicato al commento della traduzione e suddiviso in quattro paragrafi. Nel primo si parlerà della traduzione del titolo del racconto e di qual è stato il processo che ha portato da «Zeiten in Cornwall» a «Frammenti di Cornovaglia».

Poi verrà spostata l'attenzione sulle strutture sintattiche del testo, su come esse siano un ulteriore mezzo di cui si serve l'autore per veicolare significati e sulle strategie traduttive utilizzate per renderle al meglio in italiano.

Il terzo paragrafo si occuperà di una riflessione sui tempi verbali, con particolari considerazioni sulle differenze dell'uso del passato tra tedesco e italiano. Verranno riportati esempi di traduzione che mostrano come si è deciso di intervenire in determinati casi problematici.

Infine si faranno delle riflessioni sul lessico e il suo utilizzo, sulle meticolose ricerche svolte nel processo di traduzione, al fine di trasportare intatto lo spirito del testo dal tedesco all'italiano.

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6

CAPITOLO PRIMO

ZEITEN IN CORNWALL, TRA FINZIONE E REALTÀ

Zeiten in Cornwall è stato pubblicato nel 1971 dalla casa editrice Suhrkamp

di Francoforte, accompagnato da sette disegni fatti dallo stesso Hildesheimer. Il testo si presenta come un resoconto di viaggio, in cui l'Io narrante ripercorre eventi del suo passato mentre guida tra le strade della Cornovaglia, luogo dove l'autore stesso ha vissuto in gioventù. Fermandosi su questo particolare, sembrerebbe dunque che il testo sia un racconto autobiografico.

In questo primo capitolo si analizzerà a fondo l'aspetto autobiografico del testo, facendo una distinzione tra gli eventi narrati che sono realmente accaduti nella vita dell'autore e ciò che invece è pura finzione mascherata da realtà.

Poi si passerà a parlare del concetto di Heimat. Il racconto permette di fare un discorso sul significato di appartenenza a un luogo e su come Hildesheimer lo intendesse. Questa riflessione porta l'attenzione sul particolare rapporto che egli aveva con l'Inghilterra e nello specifico con la Cornovaglia, paese protagonista del racconto.

1.1 Caratteristiche generali del racconto autobiografico

L'autobiografia è il genere letterario in cui l'autore diventa narratore delle proprie vicende e racconta in prima persona fatti o considerazioni relativi, in genere, al suo passato. La scrittura autobiografica si basa su un patto tra lettore e autore, che serve a garantire la veridicità di ciò che viene narrato: il cosiddetto "patto autobiografico". Di tale patto parla Philippe Lejeune nel volume Le pacte autobiographique1, dove traccia delle linee guida per chiarire

e individuare una definizione di autobiografia: egli la definisce un «racconto

(8)

7

retrospettivo in prosa che una persona reale fa della propria esistenza, quando mette l'accento sulla sua vita individuale, in particolare sulla storia della sua personalità.»2. Quindi ne deriva che affinché un testo possa essere considerato autobiografico, il protagonista della narrazione deve essere lo stesso che narra la vicenda, che a sua volta deve coincidere con l'autore. Generalmente l'elemento che caratterizza una narrazione autobiografica è l'utilizzo della prima persona. Ma un romanzo narrato in prima persona non è per forza un'autobiografia; non è dunque la persona usata nella racconto che decreta la natura autobiografica di un testo. È qui che subentra dunque il ruolo del patto autobiografico: l'autore deve trovare un mezzo per assicurare al lettore che ciò che legge è davvero qualcosa di reale, legato alla sua vita. Le possibilità sono diverse, dal dichiarare apertamente all'inizio della narrazione che si tratta di fatti reali, fino al localizzare nel tempo e nello spazio ciò che viene raccontato, fornendo informazioni e dati verificabili. Sempre Lejeune parla di due modi per stabilire la corrispondenza tra il nome dell'autore e il nome del narratore, uno implicito e uno esplicito: il primo a sua volta può essere realizzato secondo due espedienti, ovvero o l'autore rende chiara l'identità tra narratore autore e personaggio tramite titoli o sottotitoli, per esempio un ipotetico titolo come "la storia della mia vita", oppure al principio del testo il narratore garantisce, scrivendolo apertamente, la veridicità di ciò che segue; il secondo modo, quello esplicito, si ha quando viene utilizzato il nome dell'autore durante la narrazione, per identificare il personaggio, così da non lasciare dubbi sull'identità delle tre figure.

Nel caso specifico di Zeiten in Cornwall di Hildesheimer ci si trova davanti a quello che Lejeune chiama «Patto = 0», ovvero «non solo il personaggio non ha nome, ma l'autore non conclude patti, né autobiografico, né romanzesco. È totalmente indeterminato»3. Infatti all'interno del racconto, andando oltre al fatto che la narrazione sia in prima persona, che come si è detto, non è per forza una segno distintivo dell'autobiografia, non si ha alcuna conferma né smentita del fatto che si tratti di una narrazione autobiografica. Si potrebbe

2 Ivi, cit. p. 12. 3 Ivi, cit. p. 30.

(9)

8

tranquillamente trattare di un racconto di finzione con narrazione in prima persona, come per altro viene naturale pensare mettendolo a confronto con

Tynset e Masante. Alla luce di questa premessa sul genere autobiografico,

sorge spontaneo chiedersi quali siano gli elementi che potrebbero collocare

Zeiten in Cornwall al suo interno e quali invece quelli che lo allontanano.

1.1.1 La finzione letteraria nel presente della narrazione

Il racconto ha l'aspetto di un resoconto di viaggio, genere affine a quello autobiografico, e si sviluppa su due piani temporali, quello del presente della narrazione, in cui l'Io narrante guida tra le strade della Cornovaglia, e quello del passato, ovvero i ricordi dell'Io evocati dai luoghi in cui si trova. Tuttavia, approfondendo lo studio del racconto e confrontandolo con le notizie sulla vita dell'autore, sembra che l'elemento autobiografico non sia relativo a entrambi i piani temporali, bensì solo agli eventi del passato; o meglio, l'Io narrante coincide senza dubbio con l'autore, dato che i fatti che racconta sono testimonianza delle sue esperienze e sono verificabili. Invece il viaggio che l'Io compie nel presente ha tutta l'aria di essere solo un viaggio mentale, nonostante gli innumerevoli elementi che nel testo sembrano dare veridicità anche al presente della narrazione. Prendendo in considerazione le varie fonti biografiche4, non ci sono prove che Hildesheimer abbia effettivamente compiuto un nuovo viaggio in Cornovaglia tra gli anni '60 e gli anni '70, quindi l'autore ripercorre le strade attraversate e i luoghi visitati venticinque anni prima solo attraverso uno sforzo mnemonico. Egli dunque crea la storia di un viaggio immaginario e rivisita con la mente tutti quei luoghi collegati al suo passato, l'Io narrante è un personaggio non reale che racconta le reali esperienze vissute dall'autore.

4 Per lo studio biografico sono stati presi in considerazione soprattutto i seguenti testi: S.

Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag; W. Hildesheimer, Ich werde nun schweigen. Gespräch mit Hans Helmut

Hillrichs in der Reihe »Zeugen des Jahrhunderts«, 1993, Göttingen, Lamuv Verlag; M.

(10)

9

Una possibile conferma di questa ipotesi potrebbe trovarsi all'interno dei testi che trattano della vita dell'autore e tracciano una mappa dei suoi innumerevoli spostamenti attraverso l'Europa. Ad esempio in una cronologia della vita che si trova all'interno del volume che raccoglie le lettere dell'autore5, un suo primo soggiorno in Cornovaglia viene collocato tra 1937 e 1939, periodo in cui studiava arte a Londra; maggiori dettagli si trovano nella biografia scritta da Braese6 nella quale si può notare che Hildesheimer è stato in Cornovaglia tre volte, la prima e la seconda nel 1939, in primavera e in estate dello stesso anno, e la terza nel 1946, ma negli anni di stesura e di pubblicazione di Zeiten in Cornwall egli viveva in Italia, vicino Urbino, e pare che in quel periodo non sia partito in direzione della Cornovaglia.

Ciò che si legge nel volume di Hilde Strobl, Wolfgang Hildesheimer

und die bildende Kunst, potrebbe essere un ulteriore indizio del fatto che il

viaggio che l'Io narrante compie nel presente non sia un viaggio fatto realmente da Hildesheimer:

Hildesheimers Auswahl der Orte in "Zeiten in Cornwall" ist ausschließlich von der persönlichen Erinnerung der Erzählerfigur geprägt [...]. Sie spiegelt deren Fahrtroute während eines fiktiven erneuten Besuchs durch das Labyrinth der Straßen von St. Endellion über Port Quin, Port Isaac, Sennen Cove, Mousehole, St. Just und St. Ives nach Devon wider. Die sieben abgebildeten Federzeichnungen des Autors sind eng an den Text gebunden und illustrieren die Schauplätze der Erinnerung.7

Quindi anche i disegni che Hildesheimer inserisce nella prima edizione del testo sarebbero frutto del ricordo e non della sua presenza fisica nei luoghi

5 Cfr. W. Hildesheimer, Briefe, S. Hildesheimer, D. Pleyer (a cura di), 1999, Frankfurt am

Main, Suhrkamp Verlag, p. 384.

6 La primissima volta in cui Hildesheimer va in Cornovaglia risale alla primavera del 1939,

ed era, tra gli altri, in compagnia dell'amico e collega della Central School of Arts and Crafts, Anthony Froshaug; in seguito torna a Londra per poi partire nuovamente verso la Cornovaglia durante l'estate dello stesso anno. La terza volta è nel 1946, a guerra finita e prima di iniziare la sua attività di traduttore simultaneo durante il processo di Norimberga. Cfr. S. Braese, Jenseits

der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag, pp.

79-87.

7 H. Strobl, Wolfgang Hildesheimer und die bildende Kunst, »und mache mir ein Bild aus

(11)

10

rappresentati; infatti le immagini sono state realizzate tra il 1965 e il 1971 durante la stesura del manoscritto8.

Anche Heinz Puknus si interroga sulla questione della coincidenza tra l'autore e il narratore di Zeiten in Cornwall e anch'egli afferma l'ineluttabilità del fatto che essi coincidano, ma aggiunge

Der in den Jahren 1970/1971 »aufgrund früherer Aufzeichnungen neu geschriebene« Text erzählt in fiktivem Präsens eine Autoreise durch Cornwall, wo der Schreiber sich zuvor schon zweimal des längeren aufgehalten hat.9

Questa sembra essere un'altra conferma del fatto che il testo è autobiografico nei termini in cui vengono riportate alla memoria esperienze di vita del passato affiancate dalle reali sensazioni provate dall'autore-Io nei confronti di ciò che viene narrato, mentre il tutto si muove all'interno di una costruzione letteraria. Eppure l'Io narrante sovrappone a quelle dei suoi ricordi descrizioni nuove di luoghi e locande, si stupisce dei cambiamenti che osserva in un paesaggio di fondo uguale a quello del suo passato. Questo contribuisce a costruire una sorta di ambiguità, fa nascere il dubbio sull'effettiva presenza dell'autore in Cornovaglia ed è spontaneo chiedersi come egli abbia potuto descrivere i cambiamenti di luoghi a lui noti nel passato senza effettivamente averli rivisti.

Gli eventi richiamati alla memoria all'interno del racconto sono riferiti ai due viaggi dell'autore nella penisola inglese fatti nel 1939. Un'ipotesi potrebbe essere che i cambiamenti di cui il narratore parla in determinate parti del testo e le descrizioni dei luoghi dai quali passa nel presente della narrazione siano frutto di appunti presi durante la sua successiva visita in Cornovaglia nel 1946, poi elaborati negli anni a seguire e completati dal ricordo, da sensazioni personali e dal racconto di particolari eventi della contemporaneità, che hanno la funzione di conferma della realtà. In effetti è noto che tra il 1945 e il 1946 Hildesheimer scrive, in lingua inglese, due articoli pubblicati su The Palestine

Post riguardanti la sua esperienza in Cornovaglia, quindi risulta del tutto

8 Ivi, p. 76.

9 H. Puknus, Wolfgang Hildesheimer, 1978, München, C. H. Beck'sche

(12)

11

plausibile che abbia poi usato quelli come base per elaborare in seguito Zeiten

in Cornwall10. Si può ipotizzare inoltre che al di là del ricordo, l'autore si sia servito di una serie di guide turistiche e testi sulla Cornovaglia, dato che tali testi si trovano in gran numero nella sua biblioteca personale. Infatti nel 2016, in occasione del centenario della nascita dell'autore, la biblioteca privata di Hildesheimer è stata donata dalla famiglia alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. I testi sono stati catalogati in collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore e sono consultabili presso la biblioteca di ateneo. Grazie a questo, si è potuto verificare quali testi relativi alla Cornovaglia avesse a disposizione Hildesheimer, e in effetti si sono trovate numerose guide turistiche, oltre che un paio di testi su Re Artù11.

Entrando nel dettaglio del testo, il primo posto in cui l'Io narrante arriva è St. Endellion e subito scrive di non esserci mai stato prima. Quindi in questo caso non ci si trova davanti a un ricordo ma a una descrizione abbastanza dettagliata del luogo, descrizione difficile da fare se non si ha presente visivamente l'oggetto. È pur vero però che l'autore poteva avere a disposizione una guida del luogo, elemento che in effetti nomina nel testo12, grazie alla

quale avrebbe potuto figurarsi il paesaggio in maniera abbastanza dettagliata tramite descrizioni accurate e potenziali foto. Tra i testi conservati nella biblioteca privata dell'autore si trovano infatti numerose guide della Cornovaglia, tra cui Cornwall. A Shell Guide (1964) di John Betjeman, nella quale, leggendo la descrizione di St. Endellion, si possono riscontrare le stesse parole usate dal narratore di Zeiten in Cornwall per descrivere la chiesa del paese: sulla guida infatti si legge «The pinnacles of the granite church tower

10 Il 20 aprile 1945 Hildesheimer pubblica sul Palestine Post un resoconto della sua

esperienza in Cornovaglia, con il titolo Cornwall Interlude, in cui esplicita inoltre il forte legame che sente con quel paese. Il 23 agosto 1946, mentre si trova nuovamente in Cornovaglia, manda un secondo articolo al Palestine Post, con il titolo di Cornish Summer. Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag, pp. 120, 125.

11 Per un elenco dei titoli trovati nel Fondo Hildesheimer, tramite il Catalogo d'Ateneo

dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, si veda l'appendice inserita in fondo a questo lavoro di tesi.

12 Cfr. W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig,

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12

peep like a hare's ears over the hill crest [...]»13. Si può notare che i pinnacoli

della chiesa vengono paragonati a delle orecchie di lepre, esattamente come nel racconto di Hildesheimer: «[...] über ihr erscheinen wie Hasenhoren zwei Zinnen eines normannischen Kirchturms [...]»14. Ma, in questo caso, la guida non viene menzionata, è come se le parole dell'Io fossero originali. Poco più avanti invece il narratore cita una guida, che definisce gli interni della chiesa «wohlproportioniert»15, esattamente la stessa descrizione data da Betjeman: «The east end is wide and satisfyingly proportioned»16. Molto probabilmente quindi l'autore si è servito proprio di questo testo per la descrizione di St. Endellion e dato che non si hanno notizie certe di una sua reale visita del paese, questa ipotesi risulta essere abbastanza plausibile.

Continuando a seguire l'Io narrante attraverso il labirinto di stradine si arriva a Port Quin ed è questa la prima volta nel testo che egli dice apertamente di essere già stato in quel posto:

Portquin: kein Dorf mehr, sondern ein romantisches Relikt [...]; alles Bauwerk von Kraut und Unkraut umzüngelt, da wächst es durch Ritzen in die Häuser, Malve, Fenchel, Baldrian, als solche noch nicht kenntlich, denn es ist März, aber ich weiß es, ich kenne den Ort. Vor fünfundzwanzig Jahren war ich hier, damals war Sommer, und alles von Ranken grüner Kräuter überzogen [...].17

Presumibilmente il narratore si sta riferendo all'estate del '39, seconda volta nello stesso anno in cui è stato in Cornovaglia. Ma di nuovo su Cornwall. A

Shell Guide, si trova pressappoco la stessa descrizione del luogo, con quasi le

stesse parole del testo inglese riutilizzate in tedesco da Hildesheimer: «[...] fennel, valerian and mallow sprout among the ruined cottage walls [...]»18. E

13 J. Betjeman, Cornwall. A Shell Guide, 1964, London, Faber and Faber, cit. p. 39, corsivo

mio.

14 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. p. 13-14, corsivo mio.

15 Ibidem.

16 J. Betjeman, Cornwall. A Shell Guide, 1964, London, Faber and Faber, cit. p. 39.

17 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. pp. 20-22.

(14)

13

anche la storia della tragica notte in cui muoiono tutti gli uomini di Port Quin che il narratore racconta19 viene accennata sulla stessa guida, nella sezione dedicata a questo paese.

Per quanto riguarda Port Quin però, è certo che l'autore vi ha trascorso del tempo nel '39, come anche a Port Isaac, luogo in cui, secondo il suo racconto, ha vissuto sempre nello stesso anno con un gruppo di quattro colleghe pittrici. Dunque si può immaginare che l'autore abbia aiutato il personale ricordo con del materiale bibliografico.

Proprio mentre l'Io si trova nel presente a Port Isaac, dopo aver rievocato i momenti passati là a dipingere e a discutere di arte con le sue compagne di viaggio, parla del cambiamento subìto dalla città: «Das Haus, in dem wir wohnten, erkenne ich an der Form, nicht an der Farbe, es ist, wie andere Häuser, weiß geworden, nicht vor Alter sondern vor Anstrich.»20. Questo è un particolare che è decisamente difficile conoscere se non si è effettivamente visto con i propri occhi. Ma anche in questo caso un indizio sul nuovo colore dei muri delle case può essere stato individuato sempre nella guida di Betjeman, dove si trova un accenno al fatto che gli edifici del paese siano stati ritinteggiati21. Si vede con quanta cura Hildesheimer inserisce dati di realtà sul piano fittizio della narrazione, con lo scopo di rendere verosimile ciò che racconta.

Quando l'Io narrante illustra in modo estremamente dettagliato i paesaggi dai quali passa muovendosi in auto nel presente della narrazione, la descrizione e il ricordo si fondono: si ha la sensazione di non capire più se in quel momento il narratore sia perso in un ricordo o stia raccontando ciò che vede. In queste parti del testo, si potrebbe trattare perfettamente solo di immagini ricordate, aiutate magari da materiale bibliografico sui temi affrontati, dato che spesso si tratta di descrizioni delle abitudini degli animali

19 Cfr. W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig,

Suhrkamp Insel Verlag, p. 22.

20 Ivi, cit. p. 33.

(15)

14

che abitano il luogo, uccelli soprattutto22, o di paesaggi naturali, di cui gli unici

mutamenti sono quelli ciclici dell'alternarsi delle stagioni, facilmente immaginabili se si conosce bene la zona e si hanno a disposizione testi specifici sul tema.

Più avanti nel testo il narratore arriva a Mousehole, il paese dove il giovane Hildesheimer ha passato più tempo durante il suo primo soggiorno in Cornovaglia. Egli associa un cambiamento di attitudine personale nei confronti del posto con quello che osserva all'interno della locanda dello «Ship Inn», dove aveva alloggiato allora. Fa una riflessione sul target di persone che frequentano il locale, inconsueto rispetto a quello dei suoi ricordi, e anche l'arredamento è diverso rispetto a quello di una volta. Anche in questo caso si tratta di un cambiamento che può aver notato già dopo la guerra, oppure, conoscendo molto bene il posto, può averlo immaginato in un modo abbastanza credibile.

Un dettaglio curioso, probabilmente inserito per storicizzare il momento della narrazione, si ha quando il narratore è sempre nel pub dello «Ship Inn» a Mousehole e arriva la notizia della morte della principessa reale d'Inghilterra. A questo segue una descrizione della reazione dei presenti e un ricordo del narratore che riguarda la regina Mary di Teck23. La principessa reale non viene chiamata per nome, ma viene definita «die Tante der Königin»24, quindi si tratta senza dubbio della principessa reale Mary, che effettivamente è morta alla fine di marzo del 1965, orientativamente il periodo in cui il narratore/autore si sarebbe dovuto trovare in Cornovaglia, secondo il suo racconto. Considerando il metodo di scrittura dell'autore estremamente meticoloso nelle ricerche di materiale documentario per le sue opere, non risulta strano che abbia inserito questo dettaglio per contestualizzare il suo

22 Anche in questo caso nel testo viene citato apertamente un volume di ornitologia,

presente nella biblioteca privata dell'autore. Cfr. W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp Insel Verlag, p. 93.

23 Hildesheimer vede la regina Mary dal balcone di Buckingham Palace il 12 maggio 1937,

in occasione dell'incoronazione di Giorgio VI. Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang

Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag, pp. 72-73.

24 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

(16)

15 racconto, rendendolo verosimile e credibile.

Dettagli del genere si trovano in tutto il testo, con la precisa funzione di fare credere al lettore che sia impossibile che il narratore non si trovi per davvero a vagare per le strade della Cornovaglia. Ma stando ai dati che sono stati analizzati per appurare la realtà, sembrerebbe che si tratti di finzione letteraria aiutata da memoria, appunti precedenti e libri sull'argomento. Inoltre, l'autore stesso, in un'intervista con Manfred Durzak, afferma che il materiale che è stato poi utilizzato per la scrittura di Zeiten in Cornwall faceva parte di una serie di appunti e annotazioni raccolte nel tempo e destinate alla composizione di Masante25, dunque egli stesso in nessun'occasione parla di un

qualche altro viaggio fatto in quegli anni con il fine di scrivere della sua esperienza.

1.1.2 Elementi autobiografici all'interno di Zeiten in Cornwall

Chiarito dunque il fatto che l'Io narrante del presente della narrazione può essere considerato una finzione letteraria, è il caso di vedere invece cosa sia effettivamente autobiografico all'interno del romanzo. Per farlo bisogna confrontare il racconto con i dati biografici su Wolfgang Hildesheimer che si hanno a disposizione.

L'autore nasce ad Amburgo nel 1916 da genitori ebrei, ma non vive lì a lungo, va spostandosi di città in città con la famiglia26. Nella biografia scritta da Stephan Braese si legge che dal 1930 al 1933 Hildesheimer studia presso l'Odenwaldschule, scuola privata situata a Heppenheim nella regione dell'Assia. Qui conosce l'insegnante d'inglese Eduard Taaffe27, Taffy in Zeiten

25 Cfr. M. Durzak, Gespräche über den Roman, 1976, Frankfurt am Main, Suhrkamp

Verlag, p. 282.

26 La famiglia di Hildesheimer si sposta da Amburgo a Kleve am Niederrhein, dove vive

per un brevissimo periodo, per poi trasferirsi a Nijmegen, in Olanda dal 1921 al 1923. Alla fine del '23 lasciano l'Olanda per stabilirsi a Mannheim, dove Hildesheimer vive con i genitori fino al 1930, quando inizia a frequentare l'Odenwaldschule. Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe:

Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag, pp. 31-55.

(17)

16

in Cornwall, uno dei componenti del gruppo che vaga con lui per la

Cornovaglia. Il narratore stesso quando presenta il personaggio di Taffy afferma di averlo conosciuto all'Odenwaldschule: «Den Anführer Taffy kannte ich von der Odenwaldschule her, wo er eine kurze Zeit lang Englisch unterrichtet [...]»28.

Con la salita di Hitler al governo nel 1933, pian piano anche l'ambiente culturale della scuola viene influenzato e manipolato dal pensiero nazista29. I genitori di Hildesheimer, di forte ideologia sionista, avevano intenzione di emigrare in Palestina già tempo, ma lasciano l'Europa solo nel 1934. Infatti, prima di mettere in atto questo progetto, si trasferiscono con tutta la famiglia in Inghilterra, dove Hildesheimer studia per un anno presso la Frensahm Heights

School nel Surrey per apprendere a fondo la lingua inglese: si tratta della sua

prima volta in Inghilterra30.

Mentre vive a Gerusalemme svolge un apprendistato in falegnameria e, come lavoro finale del corso, realizza una sedia, come lui stesso afferma in Ich

werde nun schweigen31. All'interno di Zeiten in Cornwall, il narratore ribadisce

spesso di avere competenze in ambito di falegnameria. In più occasioni l'Io sottolinea che si intende di legno, per esempio pone l'attenzione sul tipo di legno delle assi che compongono il pavimento del pub di St. Just e, in un'altra occasione, parla di due sedie di ottima qualità che compra alla fine del suo viaggio. Naturalmente questi particolari sono elementi della sfera fittizia del suo viaggio, ma senz'altro i continui riferimenti alle capacità di saper riconoscere un buon legno sono legati alle reali competenze dell'autore.

Nel marzo 1937, Hildesheimer si trasferisce a Londra per studiare presso la Central School of Arts and Crafts. In questo periodo si ambienta abbastanza bene nella società inglese, apprende sempre meglio la lingua e

28 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. p. 43.

29 Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016,

Göttingen, Wallstein Verlag, p. 56.

30 Cfr. ivi, pp. 55-60.

31 W. Hildesheimer, Ich werde nun schweigen. Gespräch mit Hans Helmut Hillrichs in der

Reihe »Zeugen des Jahrhunderts«, 1993, Göttingen, Lamuv Verlag; M. Durzak, Gespräche über den Roman, 1976, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, pp. 22-23.

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frequenta l'ambiente culturale della città, visitando spesso gallerie d'arte, musei e teatri. Il suo studio all'accademia, improntato più sulla costruzione di scenografie per il teatro, gli lascia il tempo per dedicarsi anche alla pittura, campo in cui ha sperimentato varie tecniche, tra cui l'acquerello e la pittura a olio. Nel '36 proprio a Londra viene inaugurata da André Breton una grande mostra surrealista, dove vengono esposte opere dei maggiori esponenti del movimento come Dalí, De Chirico, Ernst, Magritte, Miró e molti altri. In

Zeiten in Cornwall il narratore parla di questo periodo permeato dal

surrealismo:

Es war die Zeit der Apotheose des Surrealismus, heute historisch und dubioses Objekt der Erinnerung, damals ein Lebensgefühl, eine Einstellung der Sicht, ein eigentümlicher Zwang, die Gegenstände aller Umgebungen in einer scharfumrissenen Bedrohlichkeit zu erfahren.32

Quindi Hildesheimer vive in un clima culturale già fortemente dominato dall'avanguardia surrealista e conosce sia artisti che attori e scrittori con cui confrontarsi e sperimentare l'arte surrealista33. È alla Central School che stringe amicizia con Anthony Froshaug e Mary Katherine Kennish, conosciuta come "Paddy", entrambi personaggi che compaiono in Zeiten in Cornwall.

Secondo le parole dello stesso Hildesheimer, Zeiten in Cornwall è dedicato proprio al suo amico Anthony, in una lettera mandata a quest'ultimo nell'aprile del 1974, l'autore scrive:

[Poschiavo, April 1974] Dear Anthony,

this is a book about you.

Almost everything is (according to my memory) true. In two episodes you are somebody else.+

We spent the whole of March in England (lecture tour) I tried to ring

32 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. pp. 62-63.

33 Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016,

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you three times (19th and 21st of March).

Wolf

+You begin on page 40 but never end.34

È l'autore stesso dunque in questa lettera a sottolineare l'aspetto autobiografico del suo racconto, confermando che ciò che riguarda il ricordo del tempo strascorso in Cornovaglia con l'amico è vero. Egli non specifica quali siano i due episodi citati nella lettera, anche se probabilmente si tratta di quelli in cui parla dell'estate trascorsa a Port Quin e Port Isaac con le quattro pittrici35.

Invece, determinati particolari della vita di Anthony ricordati dall'Io narrante sono effettivamente reali e verificabili all'interno del libro Anthony

Froshaug: Typography & texts / Documents of a life36. Nel volume si trova la

conferma del fatto che negli anni di studio presso la scuola d'arte a Londra, i due sono effettivamente stati in Cornovaglia insieme e inoltre si ha la conferma che Anthony davvero lascia la scuola di Charterhouse37 due anni prima degli

eventi narrati per darsi alla pittura. Altro particolare reale della vita dell'amico dell'autore è il suo periodo di insegnamento a Ulm, dove Froshaug insegna dal 1957 presso la Hochschule für Gestaltung e sono anche confermate le sue ottime capacità nel ruolo di professore38.

Il narratore, oltre alla loro avventura in Cornovaglia, racconta uno spaccato di vita comune con l'amico a Londra, dove i due hanno vissuto insieme per un periodo. Secondo le testimonianze biografiche, Hildesheimer e Froshaug hanno vissuto in un appartamento a Kensington39, mentre il narratore

34 W. Hildesheimer, Briefe, S. Hildesheimer, D. Pleyer (a cura di), 1999, Frankfurt am

Main, Suhrkamp Verlag, cit. pp. 192-193.

35 Nella biografia di Hildesheimer non sono mai menzionate queste quattro pittrici,

entrambe le volte che nel '39 egli si è recato in Cornovaglia l'ha fatto in compagnia di Anthony Froshaug. Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen, Wallstein Verlag, pp. 82- 83.

36 R. Kinross (a cura di), Anthony Froshaug: Typography & texts / Documents of a life,

2000, London, Hyphen Press.

37 Questa è la prima informazione che viene data su Anthony dall'io narrante. Cfr. W.

Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp Insel Verlag, p. 42.

38 Cfr. R. Kinross (a cura di), Anthony Froshaug: Typography & texts / Documents of a life,

2000, London, Hyphen Press.

39 Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016,

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di Zeiten in Cornwall afferma di aver vissuto a Islington con l'amico, entrambi quartieri molto rinomati della capitale inglese. Probabilmente quindi nel racconto è stata leggermente modificata la realtà, ma si tratta di un dettaglio che ha un fondo di verità.

Anche l'esperienza surrealista dei due narrata nel racconto affonda dunque le sue radici nella realtà. Come si è detto, gli anni passati insieme tra Londra e la Cornovaglia sono quelli di piena attività del surrealismo in Europa. Essendo entrambi giovani artisti pronti a captare ogni possibile direzione dell'arte in generale, sia pittorica che letteraria e teatrale, si gettano a capofitto anche loro nella sperimentazione, creando quadri d'ispirazione surrealista e un libretto di un'opera dal nome Pansuun, di cui Hildesheimer scrive la parte tedesca del testo e Froshaug quella in inglese40. Entrambi vivono quel periodo secondo i principi dettati dai padri del surrealismo, facendo proprie le parole di Breton, Éluard e Aragon e passando il loro tempo «auf der Suche nach "found objects"»41. In Ich werde nun schweigen, Hildesheimer stesso la conferma

l'importanza che ha avuto per lui il surrealismo:

Als Maler oder als Bildender Künstler war ich meinem ganzen Naturell nach Surrealist, und die Zeit, die ich in London auf der Kunstakademie war, war ja auch die Zeit, in der Surrealismus sozusagen ausgreift schon einen Teil des künstlerischen Lebens beherrschte, nicht nur in der Bildenden Kunst, sondern auch in der Literatur [...].42

Anche i riferimenti al surrealismo in Zeiten in Cornwall sono dunque fondati sulla realtà autobiografica dell'autore.

Un altro personaggio che probabilmente corrisponde a una reale conoscenza dell'autore, è l'artista australiano Hal Missingham. Purtroppo non ci

40 Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016,

Göttingen, Wallstein Verlag, pp. 84-85, e H. Strobl, Wolfgang Hildesheimer und die bildende

Kunst, »und mache mir ein Bild aus vergangener Möglichkeit«, 2013, Berlin, Dietrich Reimer

Verlag, pp. 72-73.

41 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. p. 63.

42 W. Hildesheimer, Ich werde nun schweigen. Gespräch mit Hans Helmut Hillrichs in der

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sono a disposizione molti dettagli sulle circostanze in cui potrebbero essersi conosciuti né sul rapporto tra i due, ma dati biografici sull'artista confermano che i suoi spostamenti coincidono in parte con il racconto di Hildesheimer43. Proprio come dice il narratore44, Missingham nasce nel 1906, dieci anni prima di Hildesheimer, e lascia l'Australia nel 1926 per studiare e lavorare in Gran Bretagna, dove dal 1933 al 1939 insegna presso la Central School of Arts and

Crafts a Londra. Non essendoci notizie certe di un viaggio di Missingham in

Cornovaglia che confermi ciò che si legge nel racconto, è comunque probabile che i due si siano conosciuti alla Central School. Nel 1939 egli decide di tornare in Australia, ma posticipa la partenza all'anno dopo. Secondo le notizie biografiche su Missingham, dopo aver lasciato la Gran Bretagna non sembra esserci più tornato. Quindi non si può confermare con assoluta certezza tutto ciò che viene detto su di lui in Zeiten in Cornwall per mancanza di dati affidabili.

Questi dunque sono gli aspetti del racconto effettivamente autobiografici, soprattutto i rapporti con le persone citate che l'autore ha incrociato durante la sua esperienza inglese, le cui biografie confermano la realtà dei fatti inserita tra le righe di Zeiten in Cornwall.

Infine, ma non per questo meno importante, la conferma di quanto sia autobiografico il racconto arriva direttamente dalle parole del suo autore. Nell'intervista con Manfred Durzak dichiara che il testo è «[...] ein Buch, das ich sehr schätze und das von Anfang bis Ende wahr ist»45. Hildesheimer stesso dunque afferma la natura reale del suo lavoro, certo costellata da episodi verosimili ma di pura invenzione, che però in un certo qual modo parlano della sua esperienza inglese e, più in generale, della sua vita.

In un'altra intervista con Dierk Rodewald, spiega questo concetto, ossia cosa intende lui per «vero»: il suo scopo non era scrivere un'autobiografia, bensì una

43 NSW Government, State Archives & Records, State of New South Wales through the

State Records Authority of NSW, 2016. URL, https://www.records.nsw.gov.au/person/182, consultato il 17/10/2017.

44 «Hal war zehn Jahre älter als ich [...]», cit., W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998,

Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp Insel Verlag, pp. 89-90.

45 M. Durzak, Gespräche über den Roman, 1976, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag,

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sorta di testo meta letterario che parlasse della scrittura stessa, egli definisce

Zeiten in Cornwall «ein Werkstattbericht»46. Hildesheimer spiega il testo con le seguenti parole:

Ich versuche, das reflektierende Ich ins Allgemeine zu ziehen, eine Erfahrung mitzuteilen, an der andere teilhaben und mit der sie sich sogar bis zu einem gewissen Grad identifizieren können. Denn was das Ich da mitteilt, beruht ja eigentlich auf der Erfahrung des Schreibens: das Ich denkt handwerklich im Cornwall-Text. Es ist nicht in bestimmte Sache verwickelt ─ ich hätte autobiographische Details hineinbringen können, aber die habe ich absichtlich nicht hineingebracht, weil ich nicht zwei Ichs habe. Ich wollte das verarbeitende Ich haben, aber nicht das tatsächlich erlebende Ich in seiner Beziehung zu andern Personen.47

Dunque le reali esperienze dell'autore che si trovano all'interno del racconto non sono il soggetto principale della narrazione. Hildesheimer non ha scritto questo testo per parlare di se stesso e di ciò che ha vissuto, bensì per interrogarsi sulla scrittura, prendendo in considerazione il periodo della sua vita in cui la sua arte pittorica era la priorità, quando ancora non si considerava uno scrittore. L'Io narratore delle vicende e l'Io che le ha vissute non vanno scissi in due entità differenti, stando alle parole dell'autore, ma vanno considerati un unico soggetto che ha il ruolo di riflettere sulla scrittura in relazione al vissuto.

1.2 La questione dell'appartenenza

All'interno di Zeiten in Cornwall si trovano degli spunti che possono condurre il lettore attento a una riflessione più profonda sulla parola Heimat, che in tedesco esprime il concetto di appartenenza a un luogo. Prima di

46 D. Rodewald (a cura di), Über Wolfgang Hildesheimer, 1971, Frankfurt am Main,

Suhrkamp Verlag, cit. p. 142.

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approdare alle considerazioni sul testo, è doveroso dare una visione panoramica degli spostamenti che hanno caratterizzato la vita dell'autore.

Hildesheimer è stato un cittadino del mondo. Ha avuto la possibilità di vivere in svariati paesi d'Europa, spingendosi fino alla Palestina, e questo suo continuo spostarsi ha sicuramente contribuito ad ampliare le sue conoscenze e a sviluppare una visione critica sulla sua epoca.

Ha viaggiato dalla Germania al Regno Unito, dalla Palestina alla Francia, passando per l'Italia e l'Austria, stabilendosi infine in Svizzera, e ognuno di questi luoghi è stato un tassello importante della sua formazione, sia come uomo, sia come artista.

Egli lascia la Germania molto presto, già nel '33 comincia a fare la spola tra Regno Unito e Palestina. Sono gli anni della salita la potere del nazismo, di lì a poco tempo sarebbe iniziata la persecuzione degli ebrei, anche se l'autore ha spesso tenuto a sottolineare che l'andare via dalla Germania non è stata una fuga, bensì una scelta. Infatti, proprio in seguito a una recensione di

Zeiten in Cornwall scritta dal critico Marcel Reich-Ranicki nel 1971, nella

quale si faceva notare che nel racconto non fosse presente nemmeno un accenno alla sua condizione di esilio forzato, Hildesheimer manifesta la sua posizione contro queste parole in una lettera al suo editore, Siegfried Unseld:

Wer von euch ist denn auf diese Idee gekommen? [...] Ich war höchst freiwillig in England. Ich habe Deutschland vor den Judenverfolgungen verlassen, war schon in England in der Schule gewesen, meine Eltern waren schon lange in Palästina, wo ich, wenn ich gewollte hätte, in die Firma Unilever hätte eintreten können, wenn ich es nicht vorgezogen hätte, in England Kunst zu studieren. Es passen eben nicht alle ehemals deutschen Juden in Ranickis Klischee von >Vertriebenen<, >Flüchtlingen< und >Emigranten<.48

Con queste parole quindi Hildesheimer mette in chiaro che non si è mai sentito obbligato a scappare, si potrebbe dire che la sua è stata più una condizione di vero e proprio Wanderer, spinto dalla sua voglia di conoscere il mondo e

48 S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen,

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mettersi alla prova in diversi campi, sia di studio che lavorativi.

Dunque negli anni in cui Hildesheimer sta lontano dalla Germania, vive sia in Inghilterra, prevalentemente a Londra, che in Palestina, tra Gerusalemme e Tel Aviv. Proprio in queste due ultime città trascorre il periodo della seconda guerra mondiale, prima a Tel Aviv, con il ruolo di insegnante d'inglese al British Institute, e poi a Gerusalemme, dove lavora presso il Public

Information Office per conto dello stato britannico. Questi due paesi sono di

certo due tappe importanti nella vita dell'autore.

La Palestina in questo contesto rappresenta l'ebraismo, il mito di una patria lontana alla quale ritornare per creare uno stato unitario che potesse accogliere tutti gli ebrei sparsi per il mondo: questo era lo scopo principale del movimento sionista49, di cui facevano parte i genitori di Hildesheimer. I sentimenti dell'autore nei confronti del suo essere ebreo sono contrastanti ed egli stesso li spiega a suo modo:

Wenn ich mich frage, worin mein Judentum besteht, so finde ich keine wirklich befriedigende Antwort. Ich weiß nur, daß es besteht. Ich bin in ihm nicht verwurzelt, von ihm nicht beherrscht, aber ich fühle mich als Jude. Am ehesten noch würde ich es als Zugehörigkeit zu einer Schicksalsgemeinschaft definieren [...]. Zwar bin ich mit meinen Eltern 1933 nach Palästina ausgewandert ─ Israel existierte damals noch nicht einmal als Wunschtraum ─, aber als der Staat gegründet wurde, war ich schon wieder in Europa, wohin ich gehörte und gehöre.50

Quindi è all'Europa che Hildesheimer sente di appartenere, non rinnega le sue origini ebraiche ma con esse non ha un legame tanto radicato al punto da designare la Palestina come sua patria.

È molto più profondo invece il rapporto con l'Inghilterra, e nello specifico con la Cornovaglia: Zeiten in Cornwall ne è prova, ma anche prima

49 Per uno studio sul sionismo si veda M. Brenner, Breve storia del sionismo, 2003, Roma -

Bari, Editori Laterza.

50 W. Hildesheimer, Mein Judentum, H. J. Schultz (a cura di), 1991, Stuttgart, Kreuz

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della pubblicazione del racconto ci sono le testimonianze dell'attaccamento dell'autore a questi luoghi. Infatti in Cornwall Interlude, articolo del 1945 pubblicato sul Palestine Post, parla della sua esperienza in Cornovaglia e conclude: «Then something did happen. War broke out. Otherwise I might still be living there»51. Si può dunque azzardare l'ipotesi che effettivamente un posto dove Hildesheimer si sentisse a casa sia stato proprio la Cornovaglia. Nell'intervista con Durzak, egli afferma apertamente che in Inghilterra non si è mai sentito nella condizione di emigrato e non ha mai subìto né il sentimento dell'esilio né il trauma dello sradicamento da una patria52.

Ma non rimane né in Inghilterra né in Palestina. Nel '46 torna in Germania per lavorare come traduttore simultaneo durante il processo di Norimberga e questo è il suo effettivo incontro ravvicinato con la shoah. Tuttavia per lui non si tratta di una vero e proprio ritorno, perché in cuor suo non considera la Germania come la sua Heimat, nonostante sia il suo paese natale e il tedesco la sua lingua madre. In un discorso con Hans Helmut Hillrichs, alla sua domanda su quali sentimenti avesse provato nel rimettere piede nella sua terra natia, Hildesheimer risponde: «[...] gar keinen eigentlich»53. Per lui non si trattava evidentemente di un luogo che rappresentasse qualcosa di importante in quel momento, è da tenere presente che non aveva in effetti vissuto tanto tempo in Germania fino ad allora, dato che aveva passato lontano gli anni più importanti per la sua formazione. In seguito a questa esperienza continua a spostarsi, vivendo in varie parti della Germania fino alla fine degli anni '50, quando si stabilisce definitivamente con la famiglia a Poschiavo, in Svizzera, che diventa la sua patria d'elezione.

Dopo questa panoramica, si passa adesso a vedere quali sono i riferimenti alla Heimat all'interno di Zeiten in Cornwall. Il testo innanzi tutto ha come protagonista una regione che, come si è già visto, è stata sicuramente molto cara all'autore.

51 S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016, Göttingen,

Wallstein Verlag, cit. p. 120.

52 Cfr. M. Durzak, Gespräche über den Roman, 1976, Frankfurt am Main, Suhrkamp

Verlag, p. 272

53 W. Hildesheimer, Ich werde nun schweigen. Gespräch mit Hans Helmut Hillrichs in der

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In un momento della narrazione in cui il protagonista si sofferma a riflettere su se stesso, fa delle considerazioni sui suoi personali cambiamenti dettati dall'età e li mette in relazione con i cambiamenti di un luogo che un tempo gli era stato familiare. Mentre si trova all'interno dello «Ship Inn» a Mousehole, osserva sia le persone che lo circondano che se stesso e in questa sua osservazione dice: «Ich, in vergeblicher Ausschau nach irgendwelchen Zeugen, die mir ein älteres Anrecht auf Heimat bestätigen, in stummer Solidarität mit dem veralteten Gegenständen an den Wänden, selbst veraltet.»54 Il narratore parla proprio di Anrecht auf Heimat, cerca con lo sguardo qualcuno che gli confermi questo diritto fondamentale. Il che vuol dire che ogni uomo ha diritto a essere legato a un luogo che può chiamare "casa", ma il narratore, che probabilmente incarna il punto di vista dell'autore, è smarrito in quel momento, sente di aver bisogno di qualcuno che possa essere testimone del fatto che anche lui ha una patria alla quale appartiene55.

Poco più avanti invece il narratore parla di Heimatlosigkeit, un sentimento che nel passato non lo sfiorava, mentre nel presente, in cui non è più legato ad alcun luogo, lo assale ovunque56.

Alla luce di ciò che si è visto sulla vita e sulle idee dell'autore, questa affermazione sembra essere molto veritiera: l'assenza di Heimatlosigkeit è legata a un tempo in cui un giovane Hildesheimer nel pieno della sua crescita artistica magari non si interrogava su questioni di appartenenza a una patria, era nel pieno degli spostamenti da un paese all'altro, mentre invece un Hildesheimer maturo che analizza a posteriori la sua vita in movimento, ha collezionato innumerevoli "patrie", e continuandosi comunque a spostare sente crescere in lui una effettiva mancanza di una Heimat.

Che cosa vuol dire per Hildesheimer il concetto di Heimat lo chiarisce lui stesso nel saggio Mein Judentum:

54 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. p. 42.

55 Cfr. J. J. Long, Time/Travel: Wolfgang Hildesheimer's Zeiten in Cornwall, in R. Görner e

I. Wagner (a cura di), Wolfgang Hildesheimer und England. Zur Topologie eines literarischen

Transfers, 2012, Bern, Peter Lang AG, pp. 21-22.

56 Cfr. W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig,

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Ich habe also gewissermaßen die Heimat verschmäht auf Kosten jener Heimatlosigkeit, die, von außen betrachtet, ein Merkmal des Juden ist und für mich, also von innen betrachtet, jene Heimatlosigkeit symbolisiert, in der wir ─ Jude oder nicht ─ alle heimisch sind. Sie ist di Quelle all meiner kreativen Aktivität. Ich will auf der Erde keine Heimat haben: Vielleicht offenbart sich nicht zuletzt in dieser Versagung mein Judentum.57

Dunque si può dedurre che Hildesheimer ha deciso di rinunciare a una figura di Heimat in senso tradizionale, trasformando la sua Heimatlosigkeit in linfa vitale per la sua produzione artistica; magari in fondo tutti i luoghi dove ha vissuto hanno contribuito a creare una patria ideale che lo ha seguito lungo tutta la sua vita.

1.2.1 Hildesheimer e l'Inghilterra

Zeiten in Cornwall mostra la profonda conoscenza di Hildesheimer della

cultura inglese, attraverso l'inserimento nel testo di citazioni e riferimenti a opere letterarie e artistiche di vari importanti personaggi del panorama culturale inglese, sia del passato che del suo tempo.

Hildesheimer vive in Inghilterra in tre fasi diverse della sua vita: durante il periodo scolastico, poi da studente d'arte e infine come artista a tutti gli effetti, quindi si può dire che la sua formazione è stata fortemente influenzata dall'ambiente e dalla cultura di questo paese58.

Durante gli anni della guerra, in Palestina egli lavora come ufficiale della pubblica informazione per conto del governo britannico e, in veste di redattore dell'edizione inglese del giornale governativo, scrive articoli di critica artistica

57 W. Hildesheimer, Mein Judentum, H. J. Schultz (a cura di), 1991, Stuttgart, Kreuz

Verlag, cit. p. 265.

58 Cfr. H. Strobl, Wolfgang Hildesheimer und die bildende Kunst, »und mache mir ein Bild

aus vergangener Möglichkeit«, 2013, Berlin, Dietrich Reimer Verlag, pp. 19-21; cfr. M.

Durzak, Gespräche über den Roman, 1976, Frankfurt am Main, Suhrkamp Verlag, pp. 272-273.

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27 e brevi poesie in inglese.

Quando nel '46 torna a Londra per lavorare come artista e scenografo, si dedica anche alla rubrica London Review per conto del giornale di Gerusalemme

Radio Week; dove scrive naturalmente in inglese. Questa è stata l'ultima volta

che Hildesheimer ha vissuto in Inghilterra, ma nella sua vita non sono mancate vacanze o impegni editoriali che lo portassero nuovamente nel Regno Unito, cosicché il rapporto con questo paese lo ha accompagnato per tutta la vita.

Anche nella sua attività di traduttore si trova il suo grande interesse nei confronti della letteratura di lingua inglese. Sua infatti è, tra le altre, la traduzione tedesca nel 1959 di Nightwood dell'autrice americana Djuna Barnes, oltre al fatto che si è dedicato allo studio di Beckett e di James Joyce e alla traduzione e al commento di Anna Livia Plurabelle (1970) del Finnegans

Wake. Si è cimentato anche nella traduzione dal tedesco all'inglese con Elf Söhne di Franz Kafka, pubblicata nel 1946.

Da ciò si evince l'importanza del ruolo del mondo inglese nella vita dell'autore, importanza testimoniata anche da Zeiten in Cornwall.

Questo è un racconto che parla dell'Inghilterra, in particolare del rapporto che l'autore ha con questo paese. Hildesheimer usa spesso citazioni e riferimenti a opere d'arte o letterarie, legate al mondo inglese, per completare le descrizioni di paesaggi e situazioni, caricando così di significato ogni elemento che vede nel suo viaggio.

Il primo esempio nel testo a tal proposito si incontra quando il narratore descrive la tipica brughiera della Cornovaglia: dopo averla "disegnata" al lettore in maniera dettagliata, la trasforma nel palcoscenico del King Lear di William Shakespeare.

[...] Brachland, und hier und dort ein vereinzelter Baum, Gattung unkenntlich, ein blattloses Skelett, versteinert, windgeneigt, die Krone vom ewigen Seewind aufwärts gebürstet, zu einer Windstromlinie gefräst und geschliffen [...]. So stehet er da, der Baum Cornwalls, immer nur einer, nicht einmal in Gesellschaft des eigenen Schattens. Der Wind bewegt seine wenigen beweglichen Teile, ─

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28

Irrgänge, begleitet von dem einzigen Besitz der dem tollen und törichten alten Mann geblieben ist: dem Narren [...].59

L'Io narrante colloca il protagonista della tragedia all'interno del paesaggio da lui descritto, dato che essa è intrinsecamente legata a quelle terre.

La descrizione del re in decadenza accompagnato dal Matto, entrambi vittime della follia, va ad aggiungere alla rappresentazione del paesaggio un senso di desolazione e smarrimento che già le parole del narratore suggerivano da prima. L'Io è perso nel labirinto delle strade di Cornovaglia, e in questo sfondo compare un personaggio a cui non è rimasto nulla e che è perso nella sua follia. In questo modo la descrizione va oltre il semplice scopo di illustrare il visibile e si carica di un significato più profondo che lega indissolubilmente la realtà tangibile con la letteratura.

A proposito di Shakespeare e King Lear, Hildesheimer cita un attore di teatro che conosceva personalmente, Stephen Haggard, poiché ha egli ha scritto un libro intitolato I'll go to Bed at Noon. Questo titolo corrisponde alle parole che segnano l'uscita di scena del Matto in King Lear e che vengono citate in Zeiten

in Cornwall60.

Non a caso Hildesheimer sceglie di citare di nuovo Shakespeare poco più avanti, quando il narratore si trova a descrivere i pendii che conducono alle spiagge rocciose, le tipiche coste inglesi. A quest'immagine viene associata una citazione dal Richard II, «this precious stone set in a silver sea»61, frase pronunciata dal personaggio di John of Gaunt, quando nel dramma si tuffa in un appassionato elogio della sua Inghilterra.

Ancora una volta dunque viene associato il paesaggio con la cultura legata al luogo e, in questo caso, il fatto che venga scelta una frase che elogia l'Inghilterra, sottolinea il profondo legame affettivo tra il narratore, dietro cui si nasconde l'autore, e la regione.

Non mancano inoltre riferimenti a due delle leggende più famose che vengono

59 W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig, Suhrkamp

Insel Verlag, cit. pp. 16-17.

60 Cfr. ivi, p. 17. 61 Ivi, cit. p. 19.

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ricondotte alla Cornovaglia, ovvero la storia di Re Artù, la cui patria viene collocata nel borgo di Tintagel, e il mito di Tristano e Isotta, che ha sempre esercitato grande fascino sull'autore fin da quando lo ha letto e visto a teatro la prima volta, come egli stesso dichiara in un'intervista62.

Tra le citazioni tratte dalla letteratura di lingua inglese, è importante ricordare quella di Waiting for Godot di Beckett, che serve a paragonare gli alberi di Cornovaglia con quello presente nella scena del dramma.

Nel corso del racconto vengono citate altre opere o autori, sempre legati al mondo inglese, ad esempio Peter Grimes, opera in tre atti di Benjamin Britten del 1944, ambientata in Inghilterra; vengono nominate Charlotte Bronte e Daphne du Maurier, entrambe scrittrici inglesi che hanno preso ispirazione dai paesaggi della Cornovaglia per gli scenari delle loro opere; ancora, vengono citati Thomas Stearns Eliot e Aldous Huxley. Il primo quando il narratore parla dei tempi in cui si emozionava sentendo recitare The Waste Land, in riferimento alla sua esperienza surrealista; il secondo, nell'occasione in cui il personaggio di Hal parla degli effetti benefici degli spinelli e perciò il narratore paragona i suoi discorsi a quelli di Huxley a favore della mescalina nel suo saggio Le porte della percezione.

Hildesheimer non attinge solo alla letteratura per arricchire le sue descrizioni, ma coinvolge anche l'arte figurativa. Va giustamente ricordato che egli era in primo luogo un pittore, quindi aveva un'ottima conoscenza anche dell'arte inglese. Per esempio il narratore paragona il paesaggio di Port Isaac a un quadro di John Constable63, pittore romantico inglese che si è dedicato alla paesaggistica. Il panorama viene descritto proprio come se si trattasse di un quadro di Constable, senza tralasciare i colori e ponendo l'attenzione sulle nuvole temporalesche, caratteristica dei suoi dipinti. I riferimenti al mondo dell'arte sono numerosi e si approfondirà la loro funzione nel secondo capitolo.

62 W. Hildesheimer, Ich werde nun schweigen. Gespräch mit Hans Helmut Hillrichs in der

Reihe »Zeugen des Jahrhunderts«, 1993, Göttingen, Lamuv Verlag, p. 23.

63 Cfr. W. Hildesheimer, Zeiten in Cornwall, 1998, Frankfurt am Main und Leipzig,

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30

CAPITOLO SECONDO

ANALISI DI ZEITEN IN CORNWALL

In questo secondo capitolo verranno analizzate le strutture narrative di

Zeiten in Cornwall. A tal proposito, sarà fatto un paragone con altri due

importanti romanzi dell'autore, che presentano strutture e tematiche affini a

Zeiten in Cornwall, ovvero Tynset (1965) e Masante (1973). Un paragrafo

verrà dedicato alla metafora del labirinto, elemento che ricorre in tutto il testo, e verrà analizzato il significato che assume nel racconto.

Inoltre Zeiten in Cornwall può essere interpretato come la sintesi tra l'Hildesheimer artista e l'Hildesheimer scrittore, poiché le descrizioni dei luoghi e degli eventi danno l'impressione al lettore di trovarsi davanti a dei dipinti. Questo effetto si ottiene considerando sia il punto di vista tematico che quello linguistico. Nel paragrafo 2.2 si parlerà dunque del tema della pittura, cioè come l'arte figurativa caratterizza il racconto. Infine verrà posta l'attenzione sull'aspetto linguistico del testo, ovvero su come viene utilizzata la lingua al fine di costituire delle immagini dettagliate tramite le descrizioni.

2.1 Zeiten in Cornwall e le sue strutture narrative

Tralasciando saltuarie pubblicazioni di articoli e poesie in varie testate giornalistiche, Hildesheimer inizia la sua vera e propria attività di scrittura e pubblicazione di prosa nel 1952 con Lieblose Legenden.

Nello stesso anno, prende parte alle prime riunioni del Gruppo 47 anche se in un secondo momento se ne distacca, rimanendo comunque in contatto con molti dei componenti, tra cui Hans Werner Richter, Günter Eich e Heinrich Böll64.

La sua scrittura è fortemente influenzata da quel filone artistico del primo

64 Cfr. S. Braese, Jenseits der Pässe: Wolfgang Hildesheimer, eine Biographie, 2016,

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