2. IL MERCATO DEL VINO BIOLOGICO
2.3. Il mercato mondiale del vino biologico
2.3.1. La superficie vitata, la produzione e i consumi di vino biologico nel mondo
Come ha affermato il segretario generale di AssoBio, Roberto Pinton, al Vinitaly 2018, la superficie vitata biologica è quintuplicata negli ultimi 14 anni diventando una vera e propria tendenza. L’Europa costituisce la regione con la maggior superficie vitata biologica nel mondo, con 293 mila ettari nel 2016, pari all’88% della superficie biologica mondiale e al 7,3% del vigneto totale europeo30.
Tuttavia la maggior parte dei vigneti si trova in tre Paesi: la Spagna occupa la prima posizione con 107.000 ettari nel 2016 e una crescita dell’11% rispetto all’anno precedente, l’Italia la seconda con 101.300 ettari (103.500 ettari se si considera anche
29 Federbio, Il vino biologico campione di consumi in Europa e nel Mondo. Analisi Wine Monitor Nomisma
per Ice-Federbio. 11 Aprile 2017.
38
l’uva da tavola) e una crescita del 24% rispetto al 2015, mentre la Francia si trova al terzo posto con 71.000 ettari nel 2016 e una crescita del 3%31.
Figura 2.2: Evoluzione del vigneto biologico in Spagna, Italia e Francia (in ettari)
Fonte: Elaborazione Corriere Vinicolo su dati Sinab-Agea, 2017.
Anche l’incidenza della superficie vitata biologica rispetto al totale della superficie vitata è continuata ad aumentare in molti Paesi negli ultimi anni.
Il primato per incidenza di superficie vitata biologica nell’Unione Europea è detenuto dall’Italia che nel 2016 coltivava con metodo biologico il 16% circa della superficie italiana32 (compresa quella in conversione), rispetto all’11.9% del 2015. L’Austria si trova al secondo posto con l’11,7% (2015), mentre la Spagna ha mantenuto la terza posizione, con il 10,2% di superficie vitata biologica33. La Francia si trova al quarto posto, seguita dalla Germania e dalla Repubblica Ceca.
A livello mondiale, secondo uno studio condotto da Wine Monitor Nomisma sui dati dell’Istituto internazionale di ricerca sull’agricoltura biologica (FIBL), il Messico nel 2014, nonostante gli ettari di superficie vitata biologica non raggiungessero minimamente i numeri dei principali Paesi europei, coltivava con metodo biologico il 15,6% della superficie totale, ma già nel 2015 questa percentuale è diminuita, non
31 Unione Italiana Vini, Vigneto bio italiano oltre i 100.000 ettari. 25 settembre 2017.
32 I Numeri del Vino, I numeri della viticoltura biologica in Italia – aggiornamento 2016. 25 febbraio 2018. 33 Federbio, Il vino biologico campione di consumi in Europa e nel Mondo. 11 Aprile 2017.
39
risultando più ai primi posti della classifica; sempre a livello mondiale, tra i primi paesi nel 2015 spiccavano anche il Canada e la Nuova Zelanda.
Con numeri di gran lunga inferiori l’Europa è seguita dall’Asia, in particolare dalla Cina, che nel 2015 rappresentava il 5% del vigneto biologico mondiale, dal Nord America, che deteneva il 4% e dall’America Latina, con il 2%34.
La Cina si trovava al quarto posto dopo la Spagna, l’Italia e la Francia, con più di 14.000 ettari di superficie biologica, seguita dagli Stati Uniti, che avevano un’area di 11.622 ettari (2015).
Al sesto posto si collocava la Turchia, con 10.645 ettari di superficie biologica vitata nel 2015, seguita dalla Germania, con più di 8.000 ettari e dalla Grecia, con circa 5.400 ettari.
Figura 2.3: Primi 10 Paesi con la superficie vitata biologica più estesa nel 2015 (in ettari)
Fonte: FIBL Survey 2017
In un mercato in cui la domanda di vino biologico cresce in modo costante è normale, come si può notare dai dati descritti sopra, che anche i vigneti biologici siano in aumento. Secondo un rapporto dell’Iwsr, l’International Wines and Spirits Record, oggi il 66% della produzione totale di vino biologico è destinata ai mercati europei della Germania, della Francia, della Gran Bretagna e della Svezia, e il 70% della produzione è rappresentata proprio dall’Europa.
34 Research Institute of Organic Agriculture (FiBL), Organic Viticulture Worldwide 2015. Frick, Switzerland
40
Anche negli Stati Uniti i consumi stanno aumentando in maniera consistente, così come i tassi di crescita del Sudafrica e della Norvegia.
Negli Stati Uniti il 72% del mercato è rappresentato dalla produzione nazionale, il 12% dai vini italiani e il 9% da quelli francesi.
È in aumento anche la quota di consumatori che decidono di bere vino biologico, la maggior parte dei quali si trova in Europa. Nel 2016 la percentuale di consumatori tedeschi che ha provato almeno una volta il vino biologico ha raggiunto una quota del 12%, mentre nel Regno Unito, dove il consumo di vino biologico sta crescendo velocemente, è risultata pari al 9%.
In entrambi i mercati è prevalente il consumo di vini rossi e bianchi fermi.
In Francia il 99% del consumo di vino biologico è legato alla produzione nazionale, mentre la Germania consuma in maniera più consistente vini provenienti da mercati esteri, infatti poco più della metà dei volumi consumati, il 52%, riguarda la produzione nazionale.
Nei Paesi Extra-europei il Giappone risulta un mercato importante per il vino biologico in quanto rappresenta il 10% dei consumi complessivi di vini fermi e per il quale è stato osservato un tasso di crescita medio dell’8% negli ultimi 5 anni35. Oltre al Giappone i consumi stanno aumentando notevolmente in Australia, Cina e India, mercati che presentano dei buoni potenziali di crescita.
In termini di volume in Germania sono state aperte circa 162 milioni di bottiglie di vino biologico nel 2017, contro i 111 milioni della Francia, i 68 milioni del Regno Unito e i 54 milioni degli Stati Uniti.
Seguono la Svezia, con 50 milioni di bottiglie aperte, il Giappone, con 34 milioni, l’Austria, che si avvicina a 30 milioni, l’Italia e la Spagna che, come si può notare, detengono le prime posizioni per ettari di superficie biologica vitata, ma non per consumo di vino biologico, essendo state aperte nel 2017 15,6 milioni di bottiglie in entrambi i Paesi, pari al 2,3% del mercato.
Anche il target di consumatori varia da paese a paese: negli Stati Uniti ad esempio, il consumo di vino biologico è prevalente tra le donne e i Millennials che hanno un reddito elevato; essi vogliono seguire uno stile di vita sano e, come già affermato, sono particolarmente sensibili alle tematiche ecologiche. Anche in Germania tendono a prevalere le donne con un reddito elevato, ma che hanno più di 50 anni.
41