• Non ci sono risultati.

Sviluppo di un “codice deontologico” delle mamme blogger

Capitolo 3. Le Mamme in Rete e l’interesse delle aziende

3.3 Sviluppo di un “codice deontologico” delle mamme blogger

Per molti anni infatti le blogger si sono sentite sempre più target delle aziende e sempre più sfruttate per un marketing low cost (McKenna, Agosto 2012). In particolare, gli errori più comuni che le mamme blogger lamentano da parte delle aziende sono stati quelli di contattarle in modo standard con mail contenenti la dicitura “Dear Mom Blogger” per la sponsorizzazione di prodotti che, nella maggioranza dei casi, non sono in sintonia né con le passioni della blogger né con il contenuto editoriale del blog (Harris, 30 Novembre 2012). Questo dimostra che i marketers non si sono interessati di leggere il blog per capire le passioni, gli interessi ed i gusti delle blogger, ma hanno utilizzato solamente indici quantitativi (come la popularity: ovvero il numero di contatti raggiunti) per reclutare il proprio pubblico. Questa mossa è alquanto ingenua in un mercato che vede cambiati i modelli di comunicazione, e dove il vero valore sta nella conversazione tra blogger e lettrici. Sarah Day, marketing manager e blogger, descrive il rapporto con le aziende inserzioniste molto conflittuale. Ogni mattina, dichiara la Day, di essere bombardata da decine e decine di mail, da parte di inserzionisti che le chiedono di scrivere un post per il loro prodotto, e che, dunque, la fanno sentire sempre più target del marketing (Haymarket Business Publications Ltd, 3 Ottobre 2012) e meno se stessa.

108

L’appropriazione del potere delle blogger e il desiderio di un rapporto diverso con le aziende ha portato alla nascita dunque di community (o portali per mamme) che permettono alle appassionate di scrittura di esprimere la propria passione anche al di fuori del proprio personale blog. Nella fattispecie, le aziende che vogliono collaborare con le blogger, lo fanno attraverso i portali creati da e per le mamme. L’intervento dell’azienda può essere la sponsorizzazione di un magazine online o di un articolo, la sponsorizzazioni di eventi per mamme blogger in carriera. Per sfruttare l’influenza delle blogger, i luoghi virtuali sono il miglior canale di incontro e dialogo con le mamme. La collaborazione azienda blogger avviene retribuendo le blogger nel fare quella che è la loro passione: scrivere. Si tratta in particolare di programmi di digital influence attraverso i quali le aziende che vogliono veicolare un messaggio fanno parlare le blogger del proprio brand, catturando un vasto numero di lettrici. Ancora, in alcune community le aziende inviano i loro prodotti in prova ad un numero definito di iscritte con l’obiettivo di ricavarne informazioni circa la soddisfazione del prodotto. Nei portali in cui partecipano alla stesura degli articoli le mamme blogger più influenti, il numero dei lettori sale esponenzialmente grazie alle serie di link al portale che le blogger immettono nei propri blog. Oltretutto, i portali che si rivolgono alle mamme affrontano innumerevoli temi che permettono di raggiungere anche quella parte di lettrici che non seguono alcun blog. Nei siti rivolti alle mamme dunque le aziende americane stanno incanalando le loro risorse al fine di coccolarsi il maggior numero di clienti.

Interessante notare come l’espansione del fenomeno abbia indotto altri web site ad inserire delle sezioni per i contenuti diretti ai genitori, come per il quotidiano online

Huffington Post57 e la sua sezione Women58 dove tra gli altri vengono presentati post sui temi della genitorialità.

57

The Huffington Post è un quotidiano statunitense online che aggrega le principali notizie grazie al principale contributo dei blogger. Nella classifica di Technorati dei blog più letti è al primo posto. Il sito ha fruttato all’ideatrice un ricavo di 325 milioni di dollari dalla vendita ad AOL del portale di contenuti e quindi di spazi pubblicitari. Innumerevoli sono state le proteste da parte dei blogger che per Huffington scrivevano gratis (Casaleggio G. , 14 Febbraio 2011). La versione italiana è stata lanciata a settembre dello scorso anno.

109

Il numero delle lettrici e l’intensità delle interazioni porta la blogger a costruirsi un’immagine di mamma esperta, e influente. Un meccanismo che induce ad aumentare la qualità e la quantità dei propri post, aumentando la propria reputazione online. Il numero delle interazioni (n° commenti ai post, n° followers, pagine viste ecc) aumenta infatti il loro Score, ovvero quell’indice utilizzato dalle aziende nel ricercare gli influencer nel web. Oltre agli indici puramente quantitativi, è molto più necessaria la lettura approfondita dei post per la comprensione dei gusti e delle opinione della blogger e delle sue lettrici, da parte dell’azienda che desidera entrare in contatto con le mamme blogger59.

Per la mamma blogger la relazione con le proprie lettrici deve rimanere sincera e trasparente anche di fronte alle proposte di collaborazioni con le aziende. Questo significa che, di fronte alle richieste di recensioni e sponsorizzazioni di prodotto, loro decidono di dichiarare esplicitamente che il post deriva da una collaborazione con un azienda o decidono di non recensire alcun prodotto qualora non rientri nella loro “linea editoriale”. Fra coloro che accettano proposte di recensioni vi sono alcune che hanno addirittura iniziato a scrivere un “codice delle buone pratiche del blogger” al fine di rendere trasparente la propria comunicazione e di “rendere virtuosa la relazione azienda blogger”60. Questo dimostra anche il volere delle blogger di relazionarsi con i brand e di vedere riconosciuto il loro lavoro. La consapevolezza delle blogger di produrre contenuti interessanti al pubblico femminile e di essere dunque interessanti per le aziende (sia come target che come collaboratrici) la si evince dalla unanime presenza della sezione “contattami” nei blog più visitati, all’interno delle quali le blogger dettano le modalità con cui sono disposte a collaborare con le aziende lasciano un recapito email agli interessati. Il loro empowerment, e la loro presa di coscienza, la si evince anche dal voler istituire una nuova figura di lavoratore che attualmente non è regolamentata: il blogger di professione. Professione che vedrebbe riconosciuto il lavoro anche di quelle blogger che non vogliono assolutamente parlare

58

Visualizzabile alla pagina http://www.huffingtonpost.com/women/

59Per molte di loro è diventata una vera e propria occasione professionale, tra proposte di collaborazioni e altri introiti, grazie

appunto alla qualità dei contenuti ed all’empatia stimolata con il proprio pubblico.

60

110

di prodotti nel loro blog ma vorrebbero essere riconosciute per la loro passione nello scrivere e collaborare nella produzione di contenuti per siti corporate o magazine online.