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TABELLA 44 MSNA ACCOLTI IN SECONDA ACCOGLIENZA

E TITOLARI DI PERMESSO DI SOGGIORNO, PER REGIONE, ANNI 2008-2012 (VALORI ASSOLUTI E PERCENTUALI)

Regioni

Minori in seconda accoglienza (v.a.)

Titolari di Permesso

di soggiorno (v.a.) Incidenza (v.p.)

2008 2010 2012 2008 2010 2012 2008 2010 2012 Piemonte 102 81 94 84 76 94 82,4 93,8 100,0 Valle d'Aosta 6 0 0 6 0 0 100,0 - - Lombardia 247 320 433 145 292 416 58,7 91,3 96,1 Trentino-Alto Adige 58 33 91 19 29 90 32,8 87,9 98,9 Veneto 272 137 236 237 126 227 87,1 92,0 96,2 Friuli-Venezia Giulia 568 223 113 458 79 90 80,6 35,4 79,6 Liguria 74 45 71 36 45 50 48,6 100,0 70,4 Emilia Romagna 232 304 475 153 205 475 65,9 67,4 100,0 Toscana 178 208 125 120 190 53 67,4 91,3 42,4 Umbria 4 5 5 3 5 5 75,0 100,0 100,0 Marche 182 102 99 91 85 83 50,0 83,3 83,8 Lazio 471 554 1.031 28 392 131 5,9 70,8 12,7 Abruzzo 12 74 24 1 62 24 8,3 83,8 100,0 Molise 3 1 40 0 1 30 0,0 100,0 75,0 Campania 89 97 184 16 38 184 18,0 39,2 100,0 Puglia 178 156 534 53 136 129 29,8 87,2 24,2 Basilicata 18 0 34 1 0 37 5,6 - - Calabria 25 16 98 0 11 98 0,0 68,8 100,0 Sicilia 1.101 159 490 192 86 297 17,4 54,1 60,6 Sardegna 21 8 4 1 0 2 4,8 0,0 50,0 Italia 3.841 2.523 4.181 1.644 1.858 2.515 42,8 73,6 60,2

Quanto appena evidenziato, risulta ancor più rilevante se rapportato alla questione delicata del passaggio, per i minori inseriti nelle strutture di accoglienza, alla maggiore età. La porzione di minori divenuti maggiorenni nel corso della loro permanenza in strutture di seconda dell’accoglienza, nel 2012, sono stati 1.449 su 4.181, ovvero oltre il 34% del totale.

Raggiungere la maggiore età rappresenta infatti il momento cruciale nel quale si de- termina la possibilità per il giovane di proseguire i percorsi di inclusione sociale avviati o, diversamente, si apre il rischio di caduta in situazioni di esclusione. Divenire maggiorenni e non essere in possesso di un titolo di soggiorno significa cadere nella condizione di irregolare passibile di un provvedimento di espulsione, così come, pur in presenza di un permesso di soggiorno per minore età, non aver maturato, al com- pimento del diciottesimo anno di età le condizioni (temporali e materiali) previste dalla legge per la conversione del permesso rischia di condurre il giovane in eguale situazione di precarietà.

Per i minori stranieri non accompagnati l’attuale formulazione dell’art. 32, co. 1-bis TU d.lgs. 286/98 individua due gruppi di minori stranieri: da un lato coloro che, affidati ai sensi dell’art. 2 legge 184/83 e/o sottoposti a tutela, non abbiano trascorso due anni in un progetto di integrazione sociale e siano in Italia da meno di tre anni al compimento della maggiore età; dall’altra quelli che siano stati ammessi ed abbiano completato il programma biennale di integrazione sociale e dimostrino la presenza in Italia da almeno un triennio (co. 1-ter). Per i primi la conversione del permesso di soggiorno (da minore età o affidamento a lavoro, o studio, o attesa occupazione) è consentita “previo parere positivo del Comitato per i minori stranieri” di cui all’art. 33 del Testo Unico immigrazione; per i secondi tale parere non è richiesto, essendo sufficiente la dimostrazione dell’ammissione e del completamento del progetto sociale biennale prima della maggiore età.

In questa fase delicata di “transizione”, il ruolo dei servizi sociali e dei soggetti deputati alla gestione del minore non accompagnato è determinante per la conversione del permesso di soggiorno, ma anche per progettare e realizzare gli “interventi di ac- compagnamento all’uscita” dalle comunità di seconda accoglienza. L’attivazione di progetti-ponte per l’inserimento abitativo e lavorativo dei minori non accompagnati a diciotto anni risulta abbastanza diffusa in alcune città dove l’offerta rientra nel sistema complessivo di politiche sociali per i minori non accompagnati; mentre in altre prevalgono sperimentazioni del privato sociale o di altri soggetti pubblici ancora poco consolidate16. È chiaro che molto di quanto potrà realizzarsi in questa fase, come

16 Le azioni di sostegno e di affiancamento vanno dall’inserimento in “servizi di semiautonomia” al consolidamento nel percorso lavorativo, all’orientamento sociale all’aiuto nella ricerca di una collocazione abitativa. Ma non mancano progetti specifici, ad esempio per favorire un percorso di progressiva autonomia, residenze “assistite”, con l’obiettivo di porsi come “struttura intermedia” tra il gruppo appartamento e il domicilio autonomo per favorire un percorso di progressiva autonomia. Così come esistono le “case di autonomia” nate per offrire ai ragazzi divenuti maggiorenni in Comunità un proseguimento del progetto in un luogo tutelato. Nelle case di autonomia i ragazzi hanno la possibilità di usufruire di un “luogo di passaggio” che li accompagni verso un inserimento graduale e guidato nel tessuto sociale locale, passando da un autogestione responsabile dell’alloggio in cui i giovani vivono. Si vedano Bastianoni P., Zullo F. (2012), Neomaggiorenni ed autonomia personale, Carocci; Pandolfi (2011), Varcare

il ponte: tra i contesti protetti e l’autonomia, Working paper, Università di Sassari, in http://eprints.uniss.it/4754/1/Pan-

dolfi_L_Varcare_il_ponte_tra.pdf e soprattutto gli interventi e servizi riportati nel corso della trattazione del Capitolo 2, in questo Volume.

vedremo ben specificato nel corso del capitolo 2 dedicato agli interventi in questa fase dell’accoglienza, dipende da ciò che si è concretizzato nel corso dell’intervento di presa in carico, pertanto occorre sottolineare ancora una volta l’importanza di provvedere alla nomina tempestiva di un tutore che accompagni ed assista il minore in tutte le procedure che lo riguardano, assicurandone la rappresentanza legale. Così com’è importante identificare un sistema integrato giudiziario e amministrativo per il riconoscimento di forme di tutela adeguate alle specificità, esigenze dei minori non accompagnati e promuovere procedure e percorsi volti all’ottenimento del titolo di soggiorno e alla sua conversione al compimento della maggiore età.

3. Gli interventi attivati a livello locale in materia di assistenza

e protezione dei minori stranieri non accompagnati.

I servizi e gli interventi messi in atto dai servizi sociali degli Enti Locali per affrontare le complesse problematiche che pone la presenza dei minori stranieri non accom- pagnati e garantire una maggiore protezione sono vari e articolati. In questo paragrafo sono presentati i dati relativi ai diversi interventi di presa in carico e integrazione, alle risorse investite dagli Enti Locali, nonché sui protocolli d’intesa tra i soggetti che si occupano a vario titolo della protezione e tutela dei minori stranieri non accom- pagnati a livello territoriale.

3.1. Gli interventi e i servizi

Gli interventi più frequenti in materia di assistenza e protezione predisposti a tutela dei minori soli accolti indicati dai Comuni, come possiamo vedere nella tabella se- guente, sono risultati il collocamento in luogo sicuro, il colloquio, la richiesta di aper- tura di tutela, la segnalazione al Comitato per i minori stranieri non accompagnati, la segnalazione del minore alla Questura, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, la richiesta del permesso di soggiorno, e attività volte all’accertamento dell’età, la ri- chiesta di avvio delle indagini familiari, la segnalazione del minore alla Procura presso il Tribunale dei minorenni, la richiesta di indagini familiari ed infine le attività di contatto con la famiglia di origine.

La prassi seguita dai Servizi Sociali privilegia l’immediato “collocamento del minore in luogo sicuro” e l’attivazione degli interventi di tutela, le segnalazioni alle autorità competenti (Giudice tutelare, Comitato per i minori stranieri e Questura) e l’accer- tamento dell’identità del minore. Risulta invece residuale, come negli anni precedenti, la quota di Comuni che dichiarano di attivare come primi interventi la richiesta di rimpatrio del minore.

Per quanto riguarda gli interventi volti più specificatamente all’integrazione sociale

del minore, il più ricorrente indicato dai comuni rispondenti è quello dell’inserimento

scolastico, seguito da altri interventi di utilità primaria, mediazione linguistico cul- turale, alfabetizzazione, formazione professionale e attività a sostegno dell’integrazione.

TABELLA 45 INTERVENTI ATTIVATI A TUTELA DEI MSNA ACCOLTI