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Tappe storiche dei trattati Italo-libico

Il trattato tra Italia e Libia

4.1 Tappe storiche dei trattati Italo-libico

Come citato sopra i rapporti fra Italia e Libia sono stati contrassegnati da lunghi e altalenanti periodi di conflittualità e accordi. Ecco una cronologia degli episodi più significativi:

nel 1911 l’Italia acquisisce il controllo delle due regioni libiche, Tripolitania e Cirenaica, dopo una breve guerra con l’Impero ottomano. Nel 1934 Tripolitania e Cirenaica vengono riunite sotto il nome di Libia. Le forze italiane si resero colpevoli anche di gravi crimini. Soprattutto durante il governo fascista i colonizzatori italiani in Libia hanno creato di veri e propri campi di concentramento in cui furono dislocate intere tribù della Cirenaica, con un numero molto elevato di vittime a causa di repressioni, malnutrizione ed

261 cfr, Labanca N., p. 157; Vandewalle D., P. 44 262 Ivi, Vandewalle D., p.45

263 Rastello L., op. cit., p.104 264

epidemie265. Il generale Graziani Comprendendo che i rivoltosi sono in realtà protetti e sostenuti dalla gran parte della popolazione indigena, decide quindi che è su questa che è necessario agire per fare terra bruciata intorno ad Omar al-Mukhtar e i suoi. Tutto ciò si traduce in pratica dopo il mese di maggio del 1930, con l'erezione di quasi seimila tende nelle zone più sicure lungo la costa (la piana di Barce, Tolmeta, Tocra, Cirene e Derna, Apollonia, ) verso cui vengono forzatamente fatte migrare intere tribù dell'interno266. Alla fine nel 1932 i campi vennero chiusi e risultarono morte 40.000 persone. Senza contare i più di 4.000 deportati nei penitenziari italiani, sulle isole come Favignana, Isole Tremiti e Ustica”267. La dominazione italiana finisce con la sconfitta nella seconda guerra mondiale. L’Italia perse il controllo coloniale sull’intera area. Il 24 dicembre 1951 la Libia diventa indipendente. Restano però in Libia molti cittadini italiani, la cui posizione (e i cui beni) diventano oggetto di un contenzioso268.

Le relazioni bilaterali tra Italia e Libia (a partire dall'indipendenza del Regno Unito di Libia nel 1951) hanno attraversato diverse fasi:

 i rapporti tra l'Italia e la Libia sono stati caratterizzati da una parte da lunghe discussioni sulla compensazione per i danni subiti dai Libici durante il colonialismo italiano;

 la richieste di risarcimenti da parte dei rimanenti italiani in Libia (che furono costretti a perdere tutte le loro proprietà ed a esulare come quasi apolidi269.

Il trattato del 1956 era un Trattato bilaterale regola le questioni fra i due Stati. Veniva prevista la garanzia della posizione degli italiani in Libia. In seguito alla crisi che sconvolse il regno di Idris I, Palazzo Chigi sollecitò lo sviluppo dei negoziati con Tripoli: da una parte il fronte libico richiedeva i danni di guerra e una più netta distinzione tra la proprietà pubblica e quella privata, dall'altra, però l’Italia non intendeva in alcun modo sottostare alle richieste della Libia. L'Italia non avrebbe risarcito la nuova monarchia poiché affermava che faceva parte del territorio italiano all'epoca e riguardo al problema della proprietà pubblica, era già stato siglato un accordo nell'anno 1951 con la Gran

265 Vandewalle D., op.cit., pp.36-43 266 Del Boca A., op.cit., 1988 pp 174-5

267 Cfr. Commercio o amicizia? Intervista ad Angelo Del Boca, in «Il Manifesto», 31 Agosto 2008 268 Ivi Vandewalle D., pp 49-49

269 Lauterpacht E., C.J Greenwood, International Law Reports, volume 4, Cambridge University press, 1st January 1970

Bretagna. Dopo grandi sforzi, i rapporti tra l'Italia e la nuova monarchia libica vennero regolarizzati il 2 ottobre 1956 con la sottoscrizione dell'accordo bilaterale italo-libico che è di un accordo di collaborazione economica e di “regolamento delle questioni” legato al passato coloniale, ratificato poco più tardi dall’Italia con la legge n. 843 del 17 agosto 1957 e sarebbe entrato in vigore il 7 dicembre 1957270, data che coincideva con lo scambio delle ratifiche avvenuto a Bengasi nel 2008 .

Il trattato del 1956 assicurava la continuità della permanenza della comunità italiana residente in Libia, garantendone i diritti previdenziali ed il libero godimento dei beni. All'opposto l'Italia versava al territorio nordafricano la somma di 2.750.000 lire libiche, pari a 4.812.500.000 lire italiane, trasferiva le proprietà degli enti agricoli di colonizzazione, i quali avevano bonificato e reso produttivi oltre 4.000 ettari di terreno. Questo accordo sembrava chiudere ogni contenzioso tra i due paesi, sembrava assolvere l'Italia da tutti i danni arrecati alla Libia e garantiva alla comunità italiana in Tripolitania, non quella in Cirenaica, la conservazione dell'intero patrimonio271, come enunciava il seguente articolo:

“Il Governo Libico dichiara, anche agli effetti di quanto previsto dall'art.6, par.1, della Risoluzione, in merito al rispetto dei diritti ed interessi dei cittadini italiani in Libia, che nessuna contestazione, anche da parte dei singoli, potrà essere avanzata nei confronti delle proprietà dei cittadini italiani in Libia, per fatti del Governo e della cessata Amministrazione italiana della Libia, intervenuti anteriormente alla costituzione dello Stato Libico. Il Governo Libico garantisce pertanto ai cittadini italiani proprietari di beni in Libia, nel rispetto della legge libica, il libero e diretto esercizio dei loro diritti». L'articolo 7 del trattato favoriva notevolmente l'Italia, «consentendole di trattenere in proprietà un cospicuo complesso di edifici pubblici necessari al funzionamento dei servizi diplomatici e consolari e delle istituzioni scolastiche, che ammontano a ben 69 e per l'esattezza 19 scuole materne, 41 elementari, 4 di avviamento tecnico-professionale, 2 medie, 2 secondarie superiori”272. L’accordo italo-libico si chiude con la dichiarazione che i due governi confermano, con le intese raggiunte, di aver definito tutte le questioni

270 Labanca N., op.cit., p.214

271 Ivi, Del Boca A., Gli italiani in Libia. Pp. 443-4 272

dipendenti dal passaggio di sovranità, quindi non esistono motivi di dissenso tra i due paesi.

Ma nel settembre 1969 ci fu il colpo di Stato in Libia. I nuovi leader libici rappresentarono evidentemente una rottura con il passato273. Il governo del colonnello Muammar Gheddafi non riconosce il Trattato del 1956, perciò nel 1970 con un decreto del governo libico ordina la confisca dei beni degli italiani. Il 7 ottobre viene ordinata l’espulsione degli italiani. L’annuncio della cacciata degli italiani dalla Libia e della confisca globale dei loro beni provoca in Italia più stupore che sdegno, perché la maggior parte degli italiani non era neppure al corrente che in Libia esistesse una comunità italiana così grandi dimensioni e con interessi economici così rilevanti.274

In questa data negli anni a venire la Libia celebrerà la festa della «giornata della vendetta» per il colonialismo. Negli anni successivi la pendenza della questione fra i due Paesi non impedisce il rafforzarsi di legami economici. Se la Roma, con la sua moderazione, ha dimostrato di non voler rompere con la Libia, anche Tripoli ha rivelato di non voler tagliare tutti i ponti con il paese che gli sta di fronte. La prova più evidente è che si salvano dalla confisca le società dell’ENI e della FIAT che operano in Libia, e che le prime finiranno per godere anche di certuni privilegi275.

Il 1978 è stato un anno significativo tra due paesi: il primo grande passo nella ripresa delle relazioni bilaterali è compiuto dal presidente del Consiglio Giulio Andreotti, che si reca a Tripoli nel tentativo di addolcire la resistenza di Gheddafi contro gli accordi di Camp David276.

Il 5 aprile del 1986 gli Usa accusano la Libia di appoggiare il terrorismo internazionale. Il 15 aprile, dopo un attentato in una discoteca di Berlino Ovest, frequentata da militari Usa, scatta un raid aereo Usa contro Tripoli e Bengasi. Muoiono 41 persone, fra cui una giovane figlia adottiva del leader libico. La Libia lancia verso Lampedusa due missili, che cadono in mare a poche centinaia di metri dalla costa. Crax ha avuto parole dure con il governo di Tripoli, ma ciò non vuol dire che sia sull’orlo della guerra 277. La Libia è accusata anche di aver provocato la tragedia di Lockerbie (lo scoppio una bomba su un aereo della Pan AM 103 in volo sulla Scozia , 1988), la quale fu

273 Vandewalle D., Op.cit., p. 95 274

Ivi Del Boca A., Gli Italiani in Libia pp. 468-472 275Ivi, Del Boca A., p. 478

276 Ibidem 277 Ibidem

costretta a consegnare i presunti responsabili. Oltre le sanzioni da parte degli USA anche la Nazione Unite avrebbero imposto un embargo economico, dopo il rifiuto della Libia di consegnare i presunti responsabili dell’attentato terroristico del succitato aereo.

La volontà del regime a fare processare i sospettati di Lockerbie, la sua disponibilità a risolvere la questione di compagnia francese UTA, il tentativo diplomatico di recuperare la propria reputazione internazionale e l'inizio di trattative diplomatiche riservate nel 1999 tra Libia, Gran Bretagna e Stati Uniti erano segnali che il regime di Ghedaffi era disposto ad accontentarsi di una serie di politiche più pragmatiche278.

Il 4 luglio 1998 (durante il governo Prodi- Dini) i due paesi hanno firmato a Roma un