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1. E FFETTO H AWTHORNE

4.1 I L TEAM BUILDING

4 L’Effetto Hawthorne oggi

Pertanto, il teambuilder deve essere ampiamente in grado di favorire la cooperazione tra le persone, per far sì che quest’ultime sappiano utilizzare in modo sinergico le emozioni positive, rinvenendo in sé la forza per fronteggiare e superare le avversità. “Forza che deve essere necessariamente presente ogni volta che è inevitabile dover gestire il cambiamento senza commettere errori”

(Macciocca Massimo, Massimo, 2011, p. 176). Ed è proprio questo l’impegno che ogni giorno si assumono tutti coloro che lavorano in azienda. Si tratta di una sfida che occorre affrontare con la capacità che detengono i leader di guardare la realtà sempre da una prospettiva differente.

Già due secoli fa, il filosofo tedesco George Wilhelm Friederich Hegel (1770-1831), in un mondo che stava vivendo un momento di assoluto cambiamento, anche a causa di fatti come la Rivoluzione Francese, allertava a non farsi cogliere impreparati rispetto alle sfide sempre diverse favorite dal processo di mutamento. Egli rimarcava il bisogno di accettare che le cose cambino, sostenendo privo di senso anche solo il tentativo di frenare l’evoluzione della realtà, dal momento che tutto ciò che esiste ha una sua logica, è sensato e viene rimpiazzato (Macciocca Massimo, Massimo, 2011).

Occorre prepararsi ad affrontare una realtà sottoposta ad incessante cambiamento, così come è fondamentale avere una specie di vision permanente, la quale viene oggi richiesta ai leader. Hegel affermava come fosse insensato porre resistenza al mutamento ma, dall’altra parte, riteneva ragionevole la costruzione di una realtà rinnovata, che nasce dall’evoluzione di quella precedente. È quindi il pensiero a modificare le cose (Hegel, 2008).

Si potrebbe affermare che è compito del leader e dei suoi uomini dar vita ad un team esemplare, dato che fanno fronte ad un mercato in continua progressione. Nel momento in cui i risultati ottenuti non sono più soddisfacenti, la visione logica e strategica sia del leader che del gruppo promuovono il cambiamento delle cose (Macciocca Massimo, Massimo, 2011).

Il mutamento assume quindi le proprietà di un obiettivo in perenne rinnovamenti, che il leader condivide con la propria squadra, della quale egli si avvale delle competenze razionali. È essenziale, pertanto, che il team detenga

un elevato livello d’inclusione e che gli individui appoggino una vision che porti ad una gestione del cambiamento.

“Il team è, quindi, una squadra di specialisti. È comune l’utilizzo di espressioni del tipo: occorre fare un lavoro di squadra! Oppure: occorre che il team sia in grado di trovare una soluzione a questo problema…! Le parole team e squadra rappresentano, infatti, un gruppo in una situazione dinamica, con persone impegnate in un compito che coinvolge tutti, anche emotivamente” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011, p. 177).

Quando un gruppo si mette in mostra con la propria rispettabilità e fierezza nel prender parte alla competizione, possibilmente vincendo, diventa a tutti gli effetti un team. Il livello competitivo, tanto nell’ambito sportivo quanto nei rapporti economici, aumenta sempre di più, e bisogna poter fare affidamento su quelle che sono le proprie risorse psichiche, nella maggior parte dei casi fisiche ed organizzative, soprattutto quando ci si trova di fronte ad un evento molto impegnativo. L’eccellenza può essere delineata come un rimedio alla crisi, di fondamentale importanza per un team nel pieno della competizione.

Il processo che porta un gruppo a diventare team è complesso. Sia la cultura popolare che alcuni celebri studiosi hanno sottolineato come “ci siano enormi vantaggi che derivano dalle buone relazioni fra coloro che condividono uno spazio di vita. Si determina una forza sconosciuta ai singoli presi individualmente” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011, p. 178).

Come visto nel primo capitolo, già durante gli esperimenti presso la Western Electric Company di Chicago si era registrato un aumento della produttività delle lavoratrici oggetto d’esame, dovuto al miglioramento delle relazioni interindividuali. Gli effetti positivi derivanti da un ambiente sereno, tranquillo ed equilibrato sono molteplici, non solo nel mondo del lavoro, bensì in tutti gli ambiti. È normale che, se si fa riferimento ad un’azienda, oltre ai lavoratori, anche il capo dirige al meglio delle proprie potenzialità in un ambiente positivo.

Tra gli esempi più cristallini del lavoro fondato su di un forte senso di squadra, di team, spicca quello dei gruppi di progetto, aventi una concessione formale ed una durata stabilita, così come sono formali le funzioni dei membri del gruppo ed il loro metodo di lavoro.

“Un gruppo di progetto è un gruppo di lavoro che si dedica alla realizzazione di un particolare progetto, come si verifica, ad esempio, nelle imprese che operano su commessa” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011). A differenza degli altri gruppi di lavoro, il gruppo di progetto punta, per prima cosa, ad identificare quelle che sono le competenze e le modalità per portare a termine il progetto nel miglior modo possibile, avvalendosi delle risorse assegnate dal team di specialisti a cui è assegnato l’obiettivo.

Quindi, dentro al gruppo di progetto agisce solitamente un comitato strategico (steering committee), che (Macciocca Massimo, Massimo, 2011):

- monitora l’esecuzione del progetto;

- organizza le attività dei membri del team;

- si confronta con i responsabili aziendali, la cui attenzione è principalmente rivolta ai risultati

“Il gruppo di progetto deve il suo successo alla forte integrazione mentale, oltre che operativa, che viene a crearsi fra specialisti appartenenti a più settori dell’impresa” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011, p. 188). Di fatto, il team di esperti deve saper lavorare velocemente e con elasticità, ed il loro coinvolgimento viene reso possibile dalla posizione assunta dal capoprogetto, conosciuto, nel linguaggio aziendale, come project manager.

Egli, però, può non essere l’unico responsabile di tali professionisti, poiché, nel momento in cui vengono associati solo per un periodo di tempo determinato nell’incarico conferitoli, “essi hanno anche altri supervisori, da quali dipendono per il lavoro di ogni giorno, che si affianca all’impegno nel progetto” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011, p. 188).

Chi fa parte del team deve essere in grado di dialogare con i colleghi in frequenti circostanze di forte stress, con l’obiettivo di conseguire i risultati auspicati nel modo più rapido ed efficace. Quando il team è formato da colleghi del medesimo ambiente lavorativo, l’attività viene semplificata dalla conoscenza dei pregi e dei difetti dei compagni di lavoro. Nei team interfunzionali, all’interno dei quali i membri del gruppo non sono abituati a collaborare, può risultare più arduo individuare la stessa direzione che porta al

raggiungimento degli obiettivi, “ma il risultato può essere più ricco, proprio per la diversità dei punti di vista” (Macciocca Massimo, Massimo, 2011).