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3. LA GERMANOFONIA SUDALPINA

3.3. I Tirolesi meridionali

3.3.3. Tedesco standard e dialetti del Südtirol

Oltre alla già ricordata dicotomia fra lingua italiana e tedesca nei centri urbani principali, in Alto Adige si verifica una profonda variazione diatopica anche in quelle zone dove la germanofonia è preponderante. È appurato da numerosi studi in materia che gli stessi germanofoni percepiscono la lingua tedesca standard, l’

Hochdeutsch, come lingua marcatamente ufficiale al pari dell’italiano, e pertanto

connotata da troppa formalità, privilegiando tranne che in rari casi il ricorso alle parlate locali. La conseguente diglossia funzionale che deriva dall’ utilizzo preponderante del dialetto nel vissuto quotidiano sembrerebbe dunque contribuire a creare un ulteriore vuoto nella convivenza fra la componente italofona e quella germanofona. Se con quanto previsto dal Pacchetto il bilinguismo dovrebbe essere paritario fra italiano e tedesco, in realtà ai germanofoni basta apprendere la varietà italiana standard per integrarsi nella comunità italofona, mentre per gli italiani il semplice apprendimento dell’Hochdeutsch non garantisce l’integrazione nel gruppo germanofono, molto chiuso e legato alle sue tradizioni idiomatiche.

Tuttavia i tirolesi meridionali di lingua tedesca non sempre utilizzano il proprio dialetto con lo scopo intenzionale di voler escludere dalla conversazione un interlocutore alloglotto, semplicemente prevalgono nel parlante i meccanismi psicologici di estraniamento rispetto alla lingua tedesca standard.

Paradossalmente, nelle occasioni in cui un parlante tedesco e uno italiano entrano in contatto, il codice linguistico utilizzato è prevalentemente quello italiano: per il germanofono altoatesino è preferibile utilizzare nelle situazioni informali una lingua straniera a tutti gli effetti piuttosto che una lingua che non gli è effettivamente straniera, ma come tale viene percepita.

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Fig.8: Grafico sull’importanza attribuita alla conoscenza del dialetto tedesco. Fonte: ASTAT (Sprachbarometer 2004/06).

Quasi in contraddizione con quanto finora detto a proposito dell’emarginazione sociale dovuta all’uso del vernacolo, dal grafico di cui sopra si evince come, mentre il gruppo tedesco si esprime maggiormente a favore dell’utilità della parlata dialettale, il gruppo linguistico italiano, che è quello che risente maggiormente dell’“esclusione” causata dal dialetto sudtirolese, dichiari di ritenere la conoscenza del sudtirolese come “poco importante” in una percentuale più elevata rispetto a quanti invece la riconoscono come abbastanza importante o addirittura fondamentale per vivere bene in Alto Adige. Il gruppo ladino rappresenta la maggioranza nella dichiarazione di scarsa importanza e la minoranza per chi ritiene la conoscenza della parlata sudtirolese come fondamentale, nonostante nella realtà dei fatti i ladinofoni abbiano spesso ottime competenze dialettali tedesche.

A rigor di logica sarebbe in ogni caso più corretto parlare di “dialetti sudtirolesi” piuttosto che di un unico dialetto sudtirolese, poiché nel complesso sistema dialettale germanico altoatesino si osserva la compresenza di dialetti per la maggior parte di matrice tirolese, ma anche di propaggini linguistiche marcatamente alemanniche (alta Val Venosta) e carinziane (Val Pusteria e Isarco), e nelle aree che

condividono la stessa impronta dialettale si rilevano comunque delle microregioni idiomatiche spesso corrispondenti a singole vallate.

Lanthaler (2001) introduce in merito il concetto di Dialektkontinuum, o continuum dialettale, che collega i Taldialekte, i dialetti delle valli, alle varietà parlate nei centri cittadini che potrebbero assumere il ruolo di standard codificato ma strettamente soggetto alle particolarità sintattiche, morfologiche, fonetiche e lessicali peculiari delle singole zone di origine. Seppure tali differenze non presentino ostacoli comunicativi fra i cittadini germanofoni, proprio in virtù della forte diglossia interna si può asserire che in Südtirol non esiste una

Umgangssprache tedesca intesa in senso assoluto, ma una “varietà composita”.

L’inserimento di numerosi lemmi sudtirolesi nell’Österreichisches Wörterbuch (ed.40) e di oltre 350 vocaboli altoatesini nel Variantenwörterbuch des Deutschen (Ammon e.a., 2004) rappresenta il primo caso di codifica del tedesco sudtirolese come standard, di cui di seguito vengono forniti alcuni campioni linguistici:

“jo wichtig isch an Ferrari fohrn,ober es Geld fir an nuin Targa sporn

welln....(mir kimp zan kotzn) Gott sei Donk geats dem Jugendlichen besser!“30

“Weil mit de Kontrollen ändert sich sekko nix, des hilft wia schun a poor vor mir

kommentiert hoben, magari fir a poor Wochen…“31

“i glab es gib echt ondere probleme als ob der übersetzte namen passt ...daidai

jetzt reichts nor“32

Dagli esempi di cui sopra si evince come nella parlata sudtirolese siano presenti numerosi casi di interferenza derivanti dall‘italiano (in neretto nel testo), mentre se si volesse compiere un’indagine dialettologica in senso inverso, tesa cioè a

30 Commento di “S.A. “ in www.südtirolnews.it/d/artikel/2012/08/06/schwerer-verkehrsunfall-

mit-ferrari-in-bozner-industriezone.html “Certamente è importante guidare una Ferrari, ma i soldi per la targa li risparmiano…(mi viene la nausea) grazie a Dio con i giovani va meglio!”.

31 Parte di un commento di “Olm es gleiche” in

www.südtirolnews.it/d/artikel/2012/09/22/bozen-razzia-am-strassenstrich.html “Perché con i controlli non cambia nulla veramente, come hanno commentato un paio prima di me, forse sarà utile fra un paio di settimane”.

32 Commento di “t.est” in www.südtirolnews.it/d/artikel/2012/09/11/stf-svp-betreibt-bei-

ortsnamen-verwirrungspolitik.html “credo che ci siano altri problemi che vedere se i nomi tradotti sono corretti. Basta, ora basta così.”.

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individuare i casi di interferenza che il dialetto sudtirolese o anche il tedesco standard ha apportato nella lingua italiana dell’Alto Adige, ci si troverebbe a dover analizzare un numero inferiore di occorrenze.

L’analisi di tali prestiti linguistici nella koinè sudtirolese riveste un’ulteriore importanza se si considera che i lemmi italiani (assunti in toto per grafia e fonetica, o parzialmente se si tratta solo di prestiti adattati alla pronuncia tirolese) non sopperiscono alla mancanza di vocaboli assenti nella variante tedesca standard o bavaro-tirolese. Alla luce di queste considerazioni, il lemma “Targa” potrebbe essere sostituito dal tedesco Autokennzeichen, “sekko” da wirklich, “magari” da

vielleicht e “daidai” (spesso anche “ma dai” o “dai dai”) da los!, ma nessun tirolese

meridionale che utilizzi il dialetto farebbe una scelta lessicale simile a favore dell’Hochdeutsch, sia per i motivi psicologici ricordati, sia spinto dal prestigio riconosciuto al suo idioma.

Oltre alla tutela riservata dal Pacchetto alla lingua tedesca standard e al regime di coufficialità del tedesco in rispetto alle norme sul bilinguismo, viene offerta anche al dialetto sudtirolese una notevole visibilità attraverso manifestazioni culturali, gruppi teatrali e musicali, spazi radio-televisivi e nella stampa cartacea. La koinè locale sudtirolese non subisce degrado o rischio di estinzione poiché la sua vitalità è garantita dall’uso costante da parte di ogni fascia anagrafica in cui si suddivide la componente germanofona, a differenza di quanto avviene all’interno delle altre minoranze linguistiche, dove la variante dialettale viene spesso ritenuta inutile e affidata alle generazioni più vecchie della popolazione.

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