CAPITOLO 3 – LA RICERCA
3.3 Lo strumento
3.3.1 Teoria dei tratti: il modello a 7 fattori di Cloninger
Lo psichiatra e genetista americano C. Robert Cloninger, nato il 4 Aprile del 1944, ha proposto una sua teoria della personalità. Cloninger et al. 1993, definiscono la personalità come: “un complesso sistema gerarchico che può essere naturalmente suddiviso nelle due distinte dimensioni psicobiologiche del temperamento e del carattere”.
Recenti studi hanno indagato gli aspetti genetici, biologici e sociali di questi tratti di temperamento e carattere, fornendo dati a sostegno di questo modello (Nery, Hatch, Nicoletti, Monkul, Najt, Matsuo et al., 2009).Cloninger, inoltre, sostiene che gli odierni approcci alla descrizione e diagnosi dei disturbi di personalità, abbiano serie limitazioni pratiche e concettuali anche alla luce delle attuali conoscenze provenienti dalla genetica e dalla psicobiologia.
Sintetizzando le informazioni provenienti dagli studi familiari, dagli studi longitudinali sullo sviluppo, dagli studi psicometrici sulle strutture di personalità e dagli studi neuroanatomici e neurofarmacologici sull’apprendimento e sul condizionamento del comportamento nell’uomo e negli animali, Cloninger ha proposto la Teoria Biosociale Generale della Personalità. Tale modello, caratterizza quantitativamente lo sviluppo normale della personalità come un sistema adattivo complesso a 7 fattori (quattro dimensioni di temperamento e tre dimensioni di carattere) applicabile ad una teoria generale dello sviluppo personologico.
Si tratta di un modello strutturale della personalità del tutto differente ed innovativo, nonché tra i modelli teorici della personalità più promettenti per almeno quattro aspetti:
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- lo sviluppo della personalità come il risultato dell’interazione tra differenze individuali a base genetica e situazioni ambientali;
- ha un’ottica intrinsecamente evolutiva;
- spiega lo sviluppo delle differenze individuali sia nell’ambito della personalità adattiva, sia nell’ambito della patologia.
La personalità è suddivisa in due domini di base: temperamento e carattere. Secondo la versione più evoluta di questa teoria, il temperamento può essere descritto mediante 4 dimensioni costituite, a loro volta, da dimensioni bipolari di secondo ordine. I tratti temperamentali rappresentano risposte emotive di base che si manifestano nei primi anni di vita, rimangono relativamente stabili nel corso della vita e presentano dei tratti di ereditarietà. I tratti caratteriali, 3 in tutto, delineano la visione del sé rispetto a se stessi, al mondo e alle relazioni con il prossimo e si sviluppano nel corso della vita; cambiano con l’età e con i processi di maturazione, su di essi incidono le pressioni ambientali, socio- culturali e i life-events.
L’insieme di questi tratti, sopra delineati, va così a comporre un modello a 7 fattori in base al quale, circa il 50% della personalità può essere attribuito al temperamento, fortemente influenzato da variabili genetiche, mentre il restante 50% al carattere, ampiamente determinato da variabili ambientali.
Ognuno di questi tratti, viene ereditato indipendentemente dagli altri; data, tuttavia, la loro interazione funzionale e dinamica è possibile qualsiasi combinazione tra le differenti dimensioni della personalità in differenti configurazioni di personalità. Quindi la personalità secondo Cloninger et al. (1993) deriva dall’interazione dinamica tra quattro dimensioni temperamentali e tre tratti caratteriali; lo stile sociale e cognitivo di ciascuna persona è determinato dal grado in cui ciascuna dimensione è presente.
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Il temperamento si riferisce in generale alla nostra predisposizione emozionale o relazionale innata, al modo in cui siamo nati, ovvero alle disposizioni comportamentali presenti fin dalla nascita, le cui caratteristiche definiscono le differenze individuali nella risposta all'ambiente, riflettendo una variabilità biologica (Cloninger, 1987).
All’opposto il carattere è ciò che noi facciamo di noi stessi intenzionalmente; si riferisce alle differenze tra gli individui basate sull'apprendimento per insight di intuizioni e concetti, attraverso la capacità di comprendere le relazioni tra gli eventi mediante la riorganizzazione concettuale delle percezioni e dell'esperienza sul proprio conto, sulle altre persone e sugli altri oggetti. Rappresenta la configurazione individuale, complessivamente stabile, di disposizioni personologiche acquisite dalla vita esperienziale, nel proprio contesto ambientale (affettivo, sociale, culturale, fisico); segue un criterio temporale (tanto più precocemente avviene l’esperienza tanto più l’apprendimento esperienziale è determinante) e, sebbene stabile, è modificabile o modulabile da nuove esperienze interiorizzate.
Inizialmente Cloninger, nel modello originale, aveva proposto solo le prime tre dimensioni del temperamento (NS, HA, RD), per valutare le caratteristiche (normali ed abnormi) di personalità. È stato ipotizzato che ciascuna di queste dimensioni fosse correlata ad uno specifico sistema neurobiologico, (rispettivamente il sistema dopaminergico, il sistema serotoninergico e il sistema noradrenergico).
Ognuna di queste dimensioni riflette, quindi, l’attività di tre sistemi cerebrali, presenti nel nostro SNC, che regolano il comportamento di attivazione, di inibizione e di mantenimento e che sono espressione, rispettivamente, di attività dopaminergica, serotoninergica e noradrenergica.
In seguito, Cloninger aggiunse una quarta dimensione temperamentale, la Persistenza (P), ampliando il modello tridimensionale precedentemente
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proposto. Gli studi normativi, infatti, oltre a confermare la struttura del temperamento da lui proposta, sembravano indicare la presenza di una quarta dimensione distinta, indicata appunto come Persistence (P) o Persistenza; tale fattore era inizialmente ritenuto come una componente della RD e veniva valutato in termini di perseveranza nonostante la fatica e la frustrazione. Successivamente, si è dimostrata una dimensione indipendente e non correlata con la Dipendenza dalla ricompensa.
Studi successivi hanno portato ad un ulteriore sviluppo di questo modello biosociale della personalità e ad una sua rielaborazione a opera dello stesso Cloninger. Quest’ultimo portò a sette le dimensioni, con l’aggiunta a quelle originali di altre tre dimensioni (i 3 tratti del carattere), correlate allo sviluppo del concetto di sé: la Self-directedness (SD) o Autodirettività, in rapporto all’identificazione di se stesso come individuo autonomo; la Cooperativeness (C) o Cooperatività, in rapporto all’identificazione di se stesso come parte integrante dell’umanità o della società e la Self-Transcendence (ST) o Trascendenza, in rapporto all’identificazione di se stesso come parte integrante dell’insieme di tutte le cose (ad esempio, l’universo) (Cloninger et al., 1993).
Quindi, le tre dimensioni originali (NS, HA e RD) e la Persistenza (P) sono state considerate tratti temperamentali e tratti caratteriali le tre dimensioni (SD, C ed ST), legate allo sviluppo della personalità.
Ai fini della loro valutazione è stato messo a punto da Cloninger et al. (1994) il Temperament and Character Inventory (TCI). Anche se ci sono molti test di personalità, il TCI si distingue dagli altri perché fornisce un modello biologico in aggiunta a un modello descrittivo, consentendo di effettuare una diagnosi dimensionale della personalità. Ciò consente una valutazione sul suo funzionamento in diverse aree, che permette di effettuarne una descrizione clinica e classificarla secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM)
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Il TCI è stato utilizzato per diversi tipi di applicazioni cliniche ed epidemiologiche, in particolare per applicazioni con pazienti con disturbi di personalità, disturbi alimentari, tabagismo, abuso di droghe e alcol (dipendenze patologiche), ed applicazioni neurobiologiche (Serpelloni, Bricolo & Gomma, 2010).
Veniamo di seguito a una descrizione più dettagliata delle dimensioni del temperamento e del carattere del TCI (vedi Tabella 3.1 e 3.2).
Le 4 dimensioni del temperamento:
- Ricerca della novità (Novelty Seeking, NS): indica la tendenza all'esploratività e all'entusiasmo, con facilità ad annoiarsi ed inclinazione all'impulsività, all'instabilità relazionale, al disordine e alla scarsa resistenza alle frustrazioni. È la tendenza ereditaria a reagire con eccitazione agli stimoli o situazioni che comportano novità, e a evitare attivamente quelle che comportano una punizione. Questa dimensione sarebbe legata all’attività dopaminergica.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
NS1 - Eccitabilità esploratoria/rigidità NS2 - Impulsività/riflessività
NS3 - Stravaganza/riservatezza
NS4 - Sregolatezza/irreggimentazione
- Evitamento del danno (Harm Avoidance, HA): rappresenta la tendenza all’inibizione del comportamento per evitare la punizione (tendenza all’anticipazione pessimistica) e la novità (paura dell’ignoto), ai comportamenti passivi di evitamento e alla scarsa resistenza agli stress fisici; implica preoccupazione per le possibili conseguenze delle proprie azioni, porta ad una frustrante mancanza di gratificazione e rappresenta la polarità opposta all’impulsività. È indice di cautela ed apprensività con insolita sensibilità alle
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critiche e alle punizioni. Si associa a bassi livelli di energia e tendenza ad essere cronicamente stanchi o affaticati. Questa dimensione sarebbe legata all’attività serotoninergica.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
HA1 - Ansia anticipatoria/ottimismo HA2 - Paura dell’incertezza/sicurezza HA3 - Diffidenza/socievolezza
HA4 - Affaticabilità e astenia/energia
- Dipendenza dalla ricompensa (Reward Dependence, RD): implica preoccupazione per la reazione delle altre persone al proprio comportamento ed è caratterizzata da comportamenti abitudinari, tendenza al sentimentalismo, eccessivo attaccamento sociale e dipendenza dall’approvazione. È una tendenza ereditaria a rispondere intensamente alle situazioni che comportano una ricompensa o gratificazione, in modo particolare ai segnali di approvazione sociale, ai segnali affettivi, o alle offerte di aiuto. Questa dimensione sarebbe legata all’attività noradrenergica.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
RD1 - Sentimentalismo/insensibilità RD3 - Attaccamento/distacco
RD4 - Dipendenza/indipendenza
- Persistenza (Persistence, P): indica la tendenza a perseverare in un comportamento e quindi la determinazione e la costanza nel perseguire determinati obiettivi, nonostante la frustrazione e la fatica. È indice di ambizione e di perfezionismo che spingono lavorativamente ben oltre i limiti comuni.
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La dimensione bipolare di secondo ordine per questo fattore è:
RD2 - Ostinazione/indecisione
Tabella 3.1 Dimensioni del temperamento
Punteggio ALTO Punteggio BASSO
Novelty Seeking (Ricerca della novità)
Esplorativo Impulsivo Stravagante Eccitabile/irritabile Riservato Riflessivo Parsimonioso Stoico Harm Avoidance (Evitamento del Danno)
Pessimista e con ansia anticipata Timoroso/apprensivo Timido Stancabile/affaticabile Dotato di ottimismo Disinibito Coraggioso/audace Estroverso Energico Reward Dependence
(Dipendenza dalla ricompensa)
Sentimentale
Aperto e disponibile Affettuoso
Solidale/amichevole
Incline alla critica Distaccato dalle relazioni
Con scarse espressioni emotive Indipendente/autonomo Persistence (Persistenza) Laborioso/diligente Determinato Ambizioso Perfezionista Pigro Incline a cattive abitudini Inconcludente Pragmatico
Le 3 dimensioni del carattere:
- Autodirettività (Self-directedness, SD): è indice di maturità, forza, autosufficienza, responsabilità, affidabilità, presenza di obiettivi, costruttività, buona autostima e fiducia in se stessi. Indica la capacità del soggetto di
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controllare, regolare ed adattare il comportamento nella maniera ottimale per sé e per il raggiungimento degli obiettivi. È considerata la determinante principale della presenza o assenza di disturbi della personalità.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
SD1 - Responsabilità/colpevolizzazione SD2 - Intenzionalità/mancanza di scopo SD3 - Ricchezza di risorse/apatia
SD4 - Autoaccettazione/autorifiuto SD5 - Congruente secondo natura
- Cooperatività (Cooperativeness, C): indica la capacità e il bisogno di mettersi al servizio, di relazionarsi e cooperare con gli altri quanto più possibile e si caratterizza per empatia, tolleranza, compassione, capacità supportiva, lealtà, disponibilità all’aiuto. Si descrive come accettazione degli altri e senso di appartenenza ad una realtà esterna.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
C1 - Accettazione sociale/ intolleranza C2 - Empatia/disinteresse sociale C3 - Disposto/non disposto all’aiuto C4 - Compassione/rivendicazione C5 - Disinteressato/egoista
- Trascendenza (Self-transcendence, ST): è indice di creatività, altruismo e spiritualità. La Trascendenza di sé si riferisce alla capacità e sensazione dell’individuo di sentirsi parte del tutto, alla percezione di una coscienza unitaria,al sentirsi parte integrante della natura e dell’universo. È la capacità di
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godere a pieno della maggior parte delle proprie attività. Questa dimensione risulta più bassa nei pazienti psichiatrici (indipendentemente dalla presenza o meno di disturbi di personalità) rispetto alla popolazione generale.
Le dimensioni bipolari di secondo ordine per questo fattore sono:
ST1 - Oblio di sé/autoconssapevolezza
ST2 - Identificazione/differenziazione transpersonale ST3 - Spiritualità/materialismo
Tabella 3.2 Dimensioni del carattere
Punteggio ALTO Punteggio BASSO
Self-directedness (Autodirettività) Responsabile Propositivo Ricco di risorse Con accettazione di sé Disciplinato
Colpevolizza gli altri Privo di scopi Inetto Vanaglorioso Indisciplinato Cooperativeness (Cooperatività) Di cuore tenero/empatico Utile (di aiuto agli altri)
Compassionevole/comprensivo Dotato di buoni principi
Insofferente/insensibile Ostile Vendicativo Opportunista Self-transcendence (Trascendenza) “Self-forgetfull” (Dimenticanza di sé)
“Transpersonale” (Immedesimato nel mondo) Spirituale e Idealista Libero da pregiudizi Senza fantasia Autoritario e incline al dominio Materialista Possessivo Pratico/realista
In definitiva, le nostre risposte automatiche volte ad iniziare, mantenere o sospendere un comportamento, inizialmente determinate dai fattori temperamentali ereditari, possono essere successivamente modificate dalla
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continua riorganizzazione del sistema cognitivo sia sul piano della conoscenza del mondo, sia sul piano della conoscenza di sé. Temperamento e carattere si influenzano reciprocamente e motivano il comportamento.