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Teorie dell’apprendimento alla base dell’e-learning

Da un punto di vista storico, le due teorie dell’apprendimento alla base dell’e-learning sono il comportamentismo e il cognitivismo.

Il “comportamentismo” (o behaviorismo o psicologia comportamentale) è un approccio alla psicologia sviluppato dallo psicologo John Watson agli inizi del Novecento. Questo approccio si basa sull’assunto che il comportamento esplicito dell’individuo è l’unica unità di analisi scientificamente studiabile della psicologia, in quanto direttamente osservabile dallo studioso.

Secondo i comportamentisti, la mente è una sorta di scatola nera (black box) di cui non conosciamo il funzionamento. Quello che importa veramente è giungere ad una comprensione approfondita, empirica e sperimentale delle relazioni esistenti tra certi tipi di stimoli (ambientali) e certi tipi di risposte (comportamentali).

L’apprendimento non è altro che l’acquisizione di un nuovo comportamento (o la sua modifica). Questa vision si basa sulla psicologia behaviorista nord- americana secondo la quale il comportamento di un essere vivente è la risposta ad uno stimolo. Se poi a questa risposta segue una ricompensa (rinforzo), che viene data in maniera sistematica e con buone probabilità di essere fornita anche in futuro, allora l’essere vivente ha appreso. Il rinforzo struttura e modella il comportamento, mentre l’apprendimento è l’acquisizione ed il rinforzo di risposte (figura 07).

figura 07 – Apprendimento (visione comportamentista)

Sul piano pedagogico e didattico, i presupposti comportamentistici hanno portato a dare valore soltanto a ciò che è visibile, osservabile e misurabile oggettivamente. Alcuni degli aspetti fondamentali di questa teoria sono:

 la conoscenza è un dato oggettivo (il significato delle cose è incorporato al loro interno ed è proprio questo significato univoco che costituisce l’oggetto dell’apprendimento);

 la conoscenza, i processi ed i risultati dell’apprendimento sono sempre determinabili con precisione;

 il docente “sa” che cosa “deve sapere” lo studente;

 l’apprendimento è un processo additivo (sono le singole parti che, una volta messe assieme, danno forma al tutto);

 il processo d’apprendimento è largamente nelle mani dell’insegnante (da lui e dal suo lavoro dipende il risultato che sarà possibile conseguire);

 esiste una sequenza ottimale di learning object che massimizza l’apprendimento;

 gli studenti ricevono i contenuti e possono riprodurli quando richiesto.

Il “cognitivismo” nasce verso la fine degli anni cinquanta in parziale contrapposizione al comportamentismo. Questo approccio si basa sull’assunto che la mente umana non sia una scatola nera, ma debba essere “aperta” e “compresa”.

Secondo la psicologia cognitiva il cervello è una sorta di centrale per la manipolazione e l’archiviazione delle informazioni. La peculiarità di questo approccio è quella di studiare i meccanismi (processi mentali) attraverso i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, elaborate, memorizzate e recuperate quando è necessario.

I modelli cognitivisti dell’apprendimento nascono dall’esigenza di conoscere e spiegare i meccanismi della mente umana, dichiarandone scientificamente possibile lo studio (tale possibilità era negata dal comportamentismo, che riteneva analizzabile soltanto il comportamento manifesto in quanto direttamente osservabile).

I progressi scientifici in campo informatico e neurofisiologico, influirono sulla formazione dei modelli cognitivisti, causando una crescente attenzione sia per i computer (assimilabili nella loro operatività alla mente umana), sia

per il funzionamento del sistema nervoso e dei processi adattivi. In particolare influirono i primi modelli dell’Information Processing, secondo i quali il sistema cognitivo riceve dall’ambiente informazioni in entrata (input), le elabora e le trasmette sotto forma di risposte (output).

I progressi della psicologia cognitiva influenzarono anche le teorie dell’apprendimento. L’apprendimento deve essere compreso come un processo della mente: essendo la mente è un processore di informazioni (le raccoglie tramite i sensi, le trasforma, le memorizza, le recupera e genera delle risposte), l’apprendimento è in grado di alterare la struttura della memoria.

I modelli dell’apprendimento cognitivista si basano su di un sistema di elaborazione delle informazioni (input, processi di immagazzinamento, output): l’elaborazione cognitiva dipende in modo preponderante dal sistema di conoscenze possedute dall’individuo. L’apprendimento è un processo fondato sull’attività di elaborazione delle informazioni che si svolge in modo sequenziale: dalla stimolazione percettiva alla codifica dei dati, dall’archiviazione in memoria alle modalità di recupero delle informazioni, sino alla pianificazione delle risposte in relazione alle variabili ambientali (figura 08).

figura 08 – Apprendimento (visione cognitivista)

Le principali implicazioni di questi modelli sono:

 le informazioni devono essere presentate in modo ottimale (motivando lo studente ad imparare, ottimizzando l’effetto della memoria, attivando le conoscenze pregresse);

 lo studente è al centro del processo di apprendimento (deve poter scegliere liberamente il proprio percorso didattico, deve poter trovare da solo le informazioni che gli servono, deve poter ricevere un aiuto personalizzato);

Questi due approcci classici, pur essendo ancora influenti nella didattica dell’e-learning, vengono oggi inglobati in paradigmi più complessi come il “costruttivismo”.

Secondo questo approccio, la conoscenza non viene vista come una rappresentazione di una realtà indipendente ma come una costruzione dell’esperienza personale. L’apprendimento è un processo attivo, personale e contestualizzato di costruzione della conoscenza (piuttosto che un processo di acquisizione di una conoscenza esterna). Come sostiene Bodner “... La

conoscenza è costruita nella mente di colui che impara ...” (Bodner, 1986).

Anche se le prime affermazioni costruttiviste vengono fatte risalire al filosofo napoletano Giambattista Vico, il quale diceva “... la verità umana è ciò che

l’uomo conosce costruendolo con le sue azioni, e formandolo attraverso di esse ...”, molti studiosi possono essere considerati come “padri” moderni del

costruttivismo (George Kelly, George Mead, Ernst von Glasersfeld, Paul Watzlawick giusto per citarne alcuni).

Soffermiamoci un attimo sui lavori di Piaget e Vygotskij, che hanno sviluppato il paradigma costruttivista da due prospettive differenti.

Secondo Piaget, il processo di costruzione è essenzialmente soggettivo ed è determinato dalla ristrutturazione delle conoscenze e delle rappresentazioni che ogni singolo individuo possiede. Il compito dell’istruzione è far si che il discente metta in discussione le proprie credenze e riorganizzi la mappa cognitiva esistente.

Secondo Vygotskij la conoscenza si costruisce attraverso le relazioni con l’ambiente, in quanto il significato che ognuno di noi dà ai concetti ed ai fatti con cui viene in contatto è socialmente costruito attraverso il linguaggio. Il compito dell’istruzione è di sostenere l’individuo nei suoi compiti d’apprendimento attraverso una progressiva diminuzione di supporto e controllo, aiutandolo a svolgere quei compiti che da solo non riuscirebbe a portare a termine e abituandolo pian piano ad essere autonomo.

Alcuni degli aspetti fondamentali di questa teoria sono:

 il soggetto che apprende è al centro del processo formativo (learning centered) contrapponendosi alla vision che vede la centralità nell’insegnante (teaching centered);

 la conoscenza è una costruzione attiva del soggetto ed è dipendente dalla situazione in cui avviene l’apprendimento (tutte le situazioni producono conoscenza);

 la costruzione della conoscenza è basata sull’esperienza personale e sull’osservazione dell’ambiente;

 l’apprendimento è un processo personale attivo, costruttivo, intenzionale, autentico e collaborativo;

 l’apprendimento nasce dalla collaborazione e dalla comunicazione interpersonale;

 l’apprendimento è mediato dal pensiero, il quale viene innescato dall’attività del soggetto;

 ogni discente costruisce attivamente la propria rappresentazione soggettiva della realtà oggettiva (basata sulla propria esperienza del mondo);

 il fulcro dell’apprendimento è il soggetto che apprende, non la disciplina che deve essere appresa.

Secondo questa vision il processo di apprendimento è un processo attivo, auto-gestito e costruttivo che necessita di motivazioni e interessi soggettivi da parte del discente. E’ il risultato di una dimensione collettiva d’interpretazione della realtà. La nuova conoscenza si costruisce soprattutto attraverso la condivisione e la negoziazione di significati espressi da una “comunità di interpreti”.