• Non ci sono risultati.

San Marco

3.5 ELEMENTI MORFO-STRUTTURALI SOTTO COSTA

3.5.1 TERRAZZI DEPOSIZIONALI SOMMERS

In numerosi tratti costieri dell’area studiata si individua la presenza di terrazzi deposizionali sommersi (TDS), che ricoprono in discordanza la piattaforma d’abrasione continentale.

I TDS sono strutture deposizionali affioranti sui fondali marini a profondità relativamente limitate (generalmente entro i -150 m), a geometria cuneiforme e morfologia terrazzata. La struttura interna di questi corpi sedimentari è sempre clinostratificata con accrescimento progradante verso il bacino; la granulometria dei sedimenti è in genere sabbiosa, ma in certi casi anche pelitica o ruditica; le dimensioni dei TDS sono solitamente dell’ordine delle decine di metri di spessore, delle centinaia di metri per l’estensione perpendicolare alla costa e delle migliaia (e a volte decine di migliaia) di metri per quella parallela alla costa (Chiocci et al., 2004). Lo spessore, generalmente compreso tra 10 e 30 m, è condizionato dalla più o meno elevata disponibilità di sedimento; la larghezza è strettamente in relazione all’acclività e all’estensione del margine continentale; la lunghezza, estremamente variabile, è influenzata dalla sinuosità della costa e dalla presenza di lineamenti vulcano-tettonici e canyon sottomarini.

I lineamenti morfologici principali di un TDS, dalla costa verso il largo, sono: apertura, tetto, ciglio, scarpata frontale e chiusura (fig. 3.17). Non sempre è possibile identificare tutti questi elementi, specie se non si hanno a disposizione dati di sismica a riflessione; tuttavia, nella maggior parte dei casi, l’individuazione anche solo del ciglio (rappresentato da una rottura di pendenza convessa) permette di riconoscere un TDS.

Fig.3.17 Lineamenti morfologici principali dei TDS (modificato da Chiocci et al., 2004).

I TDS si ritrovano quasi sempre su tratti di margine continentale caratterizzati da piattaforme ridotte (inferiori a 10 km) e/o ad alta acclività (comprese tra 0,5° e 2°), comuni a coste insulari, vulcaniche o interessate da lineamenti tettonici (come nel caso della costa etnea, dove sono presenti tutti e tre questi requisiti). Secondo l’interpretazione di Chiocci & Romagnoli (2004) i TDS si formerebbero interamente al di sotto del livello di base delle onde per mobilizzazione e ridistribuzione dei sedimenti detritici prodotti dall’erosione litorale, in risposta ad eventi meteo-marini di maggiore energia.

Fig. 3.18 Genesi di un terrazzo deposizionale sommerso (Chiocci e Romagnoli, 2004)

L’origine dei terrazzi deposizionali è, in linea di massima, da attribuirsi a periodi in cui il livello del mare si trovava a quote sensibilmente più basse di quelle attuali, ossia quando un’enorme quantità d’acqua era immagazzinata nelle masse glaciali continentali. Essi si formano in corrispondenza di stazionamenti del livello del mare nel corso della fase di risalita post-glaciale e si impostano generalmente su preesistenti piattaforme di abrasione marina; in questo caso, allora, il ciglio dei TDS può coincidere con quello delle piattaforme stesse. Pertanto, la superficie d’appoggio tra il TDS e la sottostante piattaforma continentale è costituita da una superficie erosiva inclinata (fig. 3.18).

Nel settore etneo i TDS si sono formati successivamente alla fase di basso stazionamento dell’ultimo acme glaciale, risalente a circa 18 ka fa, quando il livello del mare era più basso di circa 120 m rispetto all’attuale. Ampiezza, spessore, profondità e tempo di formazione dei vari TDS presenti nell’area studiata varia in base a diversi parametri, tra cui i più importanti sono il livello del mare e la disponibilità di materiale, che può essere ricavato dallo smantellamento di affioramenti costieri, depositi vulcanoclastici e colate laviche. L’importanza della presenza di queste strutture deposizionali risiede nel fatto che essi possono essere utilizzati, come nel caso dei terrazzi marini costieri emersi, come markers per evidenziare i movimenti verticali recenti e le discontinuità presenti, nonché per datare i corpi vulcanici che su di essi si sono impostati o che da essi sono stati ricoperti.

L’idoneità dei TDS nell’ambito di uno studio di neotettonica è, inoltre, aumentata da diversi fattori, quali la loro estrema facilità identificativa, l’assenza di erosione post-deposizionale e la loro elevata continuità laterale (Chiocci et al., 2004).

Nel settore settentrionale dell’area studiata si riscontra un TDS, morfologicamente ben evidente, che si estende per circa 9 km da Fiumefreddo a Riposto, appoggiandosi su una piattaforma d’abrasione ampia 2,3 km e con il margine posto a circa -150 m. Il ciglio del

TDS si trova ad una profondità media di circa 25 m, mentre la chiusura, non sempre facilmente individuabile, è posta a circa 50-70 m; per cui lo spessore medio è quantificabile in 40 m.

Fig 3.19 Terrazzo deposizionale sommerso a largo di Fondachello; in alto a destra un profilo longitudinale Sub bottom Profile, in basso a destra un profilo topografico perpendicolare.

L’estensione perpendicolare a costa assume valori piuttosto variabili che vanno da un minimo di 250 m di fronte a Fiumefreddo ad un massimo di 620 m a nord di Fondachello (fig. 3.19). A largo di Fiumefreddo e di Riposto, inoltre, la larghezza del TDS si riduce notevolmente per la presenza ripetitivamente della testata della Valle di Fiumefreddo e di quella del Canyon di Riposto.

In tutto il suo sviluppo, in corrispondenza del settore a nord di Riposto, il TDS appare indisturbato da lineamenti tettonici.

Nell’offshore compreso tra Riposto e S. Tecla si individua un TDS il cui sviluppo è fortemente influenzato dal deposito vulcanoclastico del Chiancone e dalla presenza di numerosi lineamenti tettonici. A largo Torre Archirafi e di Praiola il ciglio del TDS si colloca ad una profondità di circa 35-40 m ad una distanza dalla costa compresa tra 630 e 900 m. Lo spessore del TDS non è quantificabile poiché non è possibile individuarne la chiusura. Subito a nord di Pozzillo la larghezza del TDS è ridotta a causa della presenza della testata del Canyon di Pozzillo.

Nell’offshore compreso tra Pozzillo e S. Tecla, il tetto del TDS è quasi completamente ricoperto dai fronti sommersi di colate laviche che solo in limitati tratti permettono l’individuazione del ciglio e della chiusura del terrazzo. Nell’offshore compreso tra le località di Pozzillo e Stazzo il ciglio del terrazzo deposizionale sommerso si attesta intorno

ai 30-35 m di profondità, con l’estensione perpendicolare a costa che si riduce notevolmente rispetto al settore posto a nord, raggiungendo il valore minimo di 220 m. In corrispondenza di S. Tecla il ciglio è posto a maggiore profondità (in media a -40 m), a seguito del dislocamento causato da un lineamento tettonico. A sud della stessa località e fino a S. Maria La Scala, il TDS è facilmente individuabile, essendo ricoperto da colate laviche solo in piccoli tratti; la larghezza varia tra 300 e 550 m, mentre il ciglio si attesta tra i -35 e -45 m.

Il fondale antistante la porzione più settentrionale della Timpa di Acireale, precisamente in corrispondenza della località di Pietra Monaca, è caratterizzato dalla presenza di un TDS ben sviluppato; qui il terrazzo presenta una larghezza massima di circa 550 m, con un ciglio posto a 35-40 m di profondità. Esso è parzialmente ricoperto al tetto dal fronte di una colata lavica, dal cui peso sembra essere stato deformato (fig. 5.16). L’estensione parallela a costa invece è molto limitata (meno di 2,5 km), poiché chiude bruscamente a nord di Pietra Monaca e si restringe vistosamente a largo di S. Maria delle Grazie dove risulta ampio circa 100 m.

Nel fondale antistante la porzione meridionale della Timpa si osserva un TDS molto sviluppato e vistosamente dislocato da importanti lineamenti tettonici che ne ribassano ripetutamente il ciglio. In questo settore il TDS è strettamente connesso con l’ampio fronte sommerso di una colata lavica, condividendone estensione e ciglio. L’estensione lungo costa misura circa 2 km, mentre la massima larghezza è di oltre 600 m misurata a largo della Perla Jonica. La profondità del ciglio subisce continue ed improvvise variazioni a causa delle dislocazioni tettoniche (con presenza di horst e graben) oscillando fra 78 m a largo della Perla Jonica e 25 m a largo di Capo Mulini.

Il settore meridionale dell’area studiata, da Capo Mulini a Catania, è caratterizzato dalla presenza di un’ampia piattaforma continentale. Su questa poggia un terrazzo deposizionale sommerso facilmente individuabile solo in alcuni tratti. Nei pressi di Acitrezza esso mostra una larghezza di circa 650-700 m con il ciglio posto a circa 35-40 m; in questo tratto il TDS è fortemente influenzato dalla presenza di numerose faglie e di intrusioni magmatiche sottomarine sia emerse che sommerse.

Ad Acicastello si osserva un TDS con il ciglio posto a 75 m di profondità ed esteso per circa 1,2 km. Spostandosi verso sud il fondale sottocosta è in gran parte ricoperto dai fronti di colate laviche; tuttavia in prossimità di Ognina si rinviene un TDS con ciglio posto a 45-50 m di profondità ed esteso perpendicolarmente a costa per circa 200 m. Questo

terrazzo chiude immediatamente a nord in corrispondenza della testata del Canyon di Catania.