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Terreno ed acqua

Nel documento Cronache Economiche. N.358, Ottobre 1972 (pagine 44-51)

Umberto Bordelli

La prima cosa che l'uomo osservò e potè ricordare nella sua mente, destinata a dive-nire il serbatoio più meravi-glioso di cognizioni, fu quasi certamente il terreno, scopren-done le diverse meraviglie: i monti, le pianure, nude o bo-scose, e i vari minerali, diver-samente colorati, come occhi duri e impenetrabili. E l'uomo, in cerca continua dei corpi più duri da legare all'asta per farne arma, si accorse che vi sono diverse relazioni fra quelli. Me-ravigliosa, poi, l'acqua: sia rac-colta nel cavo della mano per dissetarsi sia immobile nel lago, sia irruente nel fiume. Poi, armato, dopo aver a b b a t t u t i alberi e fiere, l'uomo intaccò il terreno, e approfondi lo scavo, e, finalmente, epoca immemo-rabile ma più importante di ogni scoperta successiva anche quello di nuovi continenti, egli vide apparire in fondo allo scavo, l'acqua: umidità prima, poi acqua vera, che vuotata, si riformava, indefinitamente: un nuovo dono. Non più corse rapide e cautissime, fino alla sponda del fiume, dove sempre in agguato vi erano denti, arti-gli ed occhi fosforescenti nel buio della notte, e che di scatto si gettavano su quelli che venivano ad abbeverarsi, uomo od animale che fossero: ma calma passeggiata delle donne, e lunghi discorsi al « poz-zo », perché t u t t o ha un nome: l'opinione pubblica e l'uomo tenuto lontano. Solo i grandi santi hanno avuto accesso ai pozzi, e vi hanno incontrato donne che la storia ricorda.

Lo studio fra acqua e ter-reno era da lungo cominciato,

e l'uomo non ne aveva notato l'importanza. Oggi, dopo mil-lenni, e dopo che valentissimi studiosi hanno diviso lo studio delle varie tecniche che vi si raggruppano, non sappiamo an-cora t u t t o quello che ci occorre. Prova, le nostre Cattedrali, che, come il Duomo (Milano, per antonomasia), dopo circa sette secoli ci dà pensiero: ed ecco i rimedi, e paiono quelli che si prendono per i cari bimbi indisposti, forse nascondendoci le possibilità di malattia, nella continua speranza che staranno meglio fra poco.

Il Duomo, come t u t t e le cattedrali, ha fondazioni: pro-fonde, vaste, vaste soprattutto, e, purtroppo continue. Non ammettono discontinuità pur-troppo; perché se fossero inter-rotte, le acque che salgono dal profondo — e ne vedremo i dettagli e forse una traccia di spiegazione — potrebbero eva-porare; e non addossarsi sotto le fondazioni che vennero f a t t e ottime per sostenere i carichi imponenti che le guglie vi ap-pongono, ma decisamente — dopo tanti secoli, ora, sap-piamo — fondazioni incerte per l'accumulatasi umidità o addirittura acqua sotto forma liquida, ed abbondante. I va-lentissimi studiosi che hanno anatomizzato i vari terreni, dalla piatta argilla, t a n t o te-starda nel trattenere acqua ad-sorbita — ne vedremo alcuni dettagli —, ai ciottoli arroton-dati, non sono arrivati alla fine del loro cammino, anzi, dei loro cammini: perché alcuni nelle relazioni fra terreno ed acqua hanno supposto che questa si trovi in quello sotto tre forme:

l'acqua di gravità, che si accu-mula e poi scende sotto l'attra-zione gravitazionale, l'acqua i-groscopica, che subisce l'ef-fetto superficiale di contatto fra essa stessa e gii elementi di terreno, che la fanno risalire o le impediscono di scendere quando il « carico » non sia sufficiente, e l'acqua adsorbita.

Quest'ultima è forse, scien-tificamente, la più interessante: dalla fig. 1 si nota l'elemento argilloso, sottilissimo, che « ad-sorbe » ossia si circonda di un velo sottilissimo, ma a pres-sione elevatissima (ci assicu-rano gli esperti) t a n t o che non ne viene staccato nemmeno dalle radici delle piante. Se mettiamo in forno fino a poco sopra i 100 °C un blocco di argilla colloidale (adsorbente) che possieda il suo naturale patrimonio di acqua attorno ai suoi granuli, come accennato sopra, e misuriamo il suo peso prima e dopo che l'acqua adsor-bita ne sia eliminata, ci mera-vigliamo del quantitativo di tale acqua: perché vi sono « sabbie sottilissime » che, po-rose, ossia atte a cedere facil-mente l'acqua che contengono

(e non come fa l'argilla « adsor-bente », che cede solo ai 100 °C) che hanno nel loro insieme, meno acqua di quello che l'ar-gilla trattiene, in virtù di forze di attrazione sufficientemente elevate per dare alle molecole d'acqua attorno ai suoi granuli, la disposizione di fig. 1.

Vi sono altri studiosi che non accettano la divisione di vari tipi d'acqua, come ricor-data sopra: gravitazionale, igro-scopica, adsorbita; e fanno in-tervenire un « potenziale al

con-tatto fra acqua e terreno », naturalmente specie nella massa del terreno: si tratta di acque sotterranee, anche se non rac-colte in strati acquiferi. Il po-tenziale idro-terreno, assomi-glia a quello magnetico o elet-trostatico: agisce in ogni dire-zione.

E l'apparecchio di fig. 2 ci dà modo di misurare l'azione capillare che si esercita fra ter-reno (sufficientemente sottile di elementi) e acqua: questa viene immessa nel campione di ter-reno contenuto in apposito va-so, mediante piccola giara po-rosissima. Quando l'equilibrio fra terreno ed acqua tramite l'azione capillare, è stabilito, il manometro a mercurio, che in partenza segnava equilibrio mediante ugual livello nei suoi due rami, viene a configurarsi come è rappresentato in figura.

Dipoli di H20 ( H+0 H ) attorno a ione negativo (argilla) Fig. I A z i o n e d e l l ' e l e m e n t o di a r g i l l a c o l l o i -d a l e , -di f o r m a s f e r i c a , c e n t r a l e (il p i ù s o t t i l e e l e m e n t o d e l t e r r e n o ) . E s s o è c a r i c a t o di e l e t -t r i c i -t à n e g a -t i v a , e p e r -t a n -t o a -t -t i r a l ' e s -t r e m i -t à p o s i t i v a d e l d i p o l o (H4" O H ), o s s i a d e l l a m o l e -c o l a di a -c q u a H20 , i o n i z z a t a , o s s i a d i v i s a in c a r i c h e e l e t t r i c h e , u n a n e g a t i v a ( O H ) e l ' a l t r a p o s i t i v a ( H ) . 1 m i n e r a l i c h e c o s t i t u i s c o n o l ' a r -gilla h a n n o s t r u t t u r a a t o m i c a r e g o l a r e , o s s i a s i m i l e a q u e l l a d e i c r i s t a l l i , t a n t o c h é gli e l e m e n t i o s s i g e n o , i d r o s s i l i (il d i p o l o s u d d e t t o , H+" O H ~ ) , l ' a l l u m i n i o , il s i l i c i o , e c c . s o n o d i s p o s t i q u a s i c o m e in u n c r i s t a l l o , o s s i a o r d i n a t a m e n t e , i n v a -r i a b i l m e n t e . La -r e l a z i o n e f -r a a c q u a e t e -r -r e n o , n e l l a s u a p a r t e a r g i l l o s a è c o m p l i c a t a d a s c a m b i basali f r a i o n i g i à e s i s t e n t i in q u e l d a t o t i p o di a r g i l l a e i o n i v e n u t i in c o n t a t t o c o n e s s a p e r c h é t r a s p o r t a t i v i d a l l e a c q u e p e r c o l a n t i n e l t e r r e n o . La n a t u r a d e l t e r r e n o e le s u e p o s s i b i l i t à s o n o e v i d e n t e m e n t e i n t e r e s s a n t i . La s u a c a p a c i t à p o r t a n t e ( v a r i a b i l e n e i s e c o l i e n e i m i l l e n n i ! ) è o g g i s o t t o il f u o c o d e l l ' o s s e r v a z i o n e : i n f a t t i il t e r r e n o s o t t o s t a n t e ai n o s t r i m o n u m e n t i a n t i c h i ( f o r s e il p a t r i m o n i o m a s s i m o d ' I t a l i a ) p u ò e s s e r e s t a t o m o d i f i c a t o d a f a t t o r i v a r i , a c u i a c c e n n e r e m o p a r z i a l m e n t e in s e g u i t o . La r e l a z i o n e f r a t e r r e n o e d a c q u a si d i m o s t r e r à a v e r e la s t e s s a r i c o n o s c i u t a i m p o r t a n z a a t t u a l e di q u e l l a d e l l e a l l u v i o n i d i s a s t r o s e ( v e d i F i r e n z e ) s e n o n s a p r e m o i n t e r v e n i r e n e l l e f o n d a z i o n i d e i n o s t r i m o n u m e n t i , o g g i s o t t o p o s t i a n c h e a l l e v i b r a z i o n i : a l t r a m a l a t t i a m o d e r n a .

L'azione capillare si esercita in tutte le direzioni. Pertanto at-traverso le pareti della giara porosa per opera degli elementi volumetricamente sottili del terreno ehe la circonda, l'azione capillare opera una diminuzione di pressione nell'acqua e agisce sul manometro. Naturalmente, l'acqua, non appena introdotta nella giara viene chiusa a con-tatto con il tappo T ed in tal modo ogni diminuzione di pres-sione operata in lei dall'azione capillare, viene trasmessa subito al manometro a mercurio che la segna.

Gli studi effettuati da diver-si valenti studiodiver-si su tali feno-meni sono numerosi e profondi; ma difficilmente si allontanano di molto dal semplice schema dato sopra.

Quelle piante le cui radici assorbono un solo metallo o un metalloide di preferenza, dan-doci così un comodo modo di conoscere quali minerali vi siano in profondità mediante la loro analisi chimica normale, sono forse raggiunte dalla frangia capillare, che è quella zona in cui l'acqua sale per tale effetto, posta sopra la superficie libera del liquido? È impossibile affer-marlo; anzi, recenti esperienze che spiegheremo e che ci per-metteranno di capire i fenomeni fra terreno ed acqua in modo forse ben più utile del tradizio-nale, ci invitano a credere che alle radici delle piante — sian esse capaci di raccogliere ele-menti metallici analizzabili o meno, ossia semjDlicemente ve-getanti senz'altra finalità pra-tica per noi, — giunge acqua in sufficienza non proveniente da frange capillari. I n f a t t i gli Stati Uniti, in vasta zona desertica, hanno notato che date cactacee contenevano minerali che si accompagnano all'uranio; e fat-te le opportune opere minerarie, molto in profondità trovarono a p p u n t o interessanti giacimenti del prezioso minerale. Dunque, le acque dal profondo sono

risa-lite alla superficie, non solo per far vegetare le piante, ma per accumularvi elementi me-tallici presenti coll'uranio, in profondità. Non si t r a t t a sicu-ramente di frangia capillare,

T

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R Ji>OWl*Lj Fig. 2 - S o n o m o l t e le s t r a d e c o n c u i i v a r i s t u d i o s i h a n n o m e s s o in e v i d e n z a l ' a z i o n e r e c i -p r o c a f r a t e r r e n o e d a c q u a . U n a -p -p a r e c c h i o b a s i l a r e e s e m p l i c e è q u e l l o d e l l a fig. 2 c h e r i s p o n d e a m o l t e d e l l e d o m a n d e c h e gli s t u d i o s i si e r a n o p o s t e . G P , g i a r a p o r o s a c o n t e n e n t e a c q u a A c h e p e r m e a a t t r a v e r s o la g i a r a e il t e r r e n o c i r c o s t a n t e c o n t e n u t o n e l r e c i p i e n t e R. U n t a p p o T c h i u d e a c q u a e g i a r a ( a c c u r a t a m e n t e r i e m p i t a ) . Il t u b o t, p u r e s s o r i e m p i t o d ' a c q u a a p p a r t i e n e a u n m a n o m e t r o M, in c u i il m e r -c u r i o h a lo s t e s s o l i v e l l o n e l v a s o V e nel t u b o t p r i m a c h e si f a c c i a s e n t i r e l ' a z i o n e d e l t e r r e n o c o n f o r z e c a p i l l a r i s u l l ' a c q u a c h e f u o r i e s c e p e r -m e a n d o d a l l a g i a r a G P . L ' a c q u a A c a p i l l a r -m e n t e p e n e t r a in t u t t o il t e r r e n o c i r c o s t a n t e alla g i a r a G P e d i m i n u i s c e la p r o p r i a p r e s s i o n e d e l v a l o r e c a p i l l a r e ( q u e l l o di c u i si e l e v a n e i n o t i t u b i c a p i l l a r i , v e r t i c a l i ) . Il m a n o m e t r o M r e g i s t r a m e d i a n t e l ' e l e v a z i o n e d e l l i v e l l o L nel t u b o t , s o p r a il l i v e l l o M, t a l e v a l o r e di p r e s s i o n e .

che ha potere di elevarsi di qualche centimetro sulla super-ficie libera del liquido, se pur questo esiste in tale forma: perché la siccità desertica vi è tale che le rare piogge possono non giungere al fondo, ossia su strato impermeabile, da cui si formi il volume contenuto nella superfìcie libera dell'acqua, da cui parte la breve frangia ca-pillare, che non arriva alle radici delle piante.

E nelle regioni asiatiche lad-dove mai piove, e i fiumi non arrivano colle loro inondazioni, come si possono formare strati acquiferi profondi, utilizzabili per mezzo di normali pozzi che

non accennano ad esaurirsi fa-cilmente?

Gli studiosi sovietici hanno avanzata un'ipotesi probabil-mente utilizzabile. Quando non vi sono infiltrazioni anche lon-tanissime a monte, che pos-sano alimentare lo strato acqui-fero fin nelle distanti pianure, è necessario immaginare che sia l'acqua atmosferica che vie-ne assorbita e trattenuta vie-nella massa del terreno: l'umidità nell'aria.

L'unica azione di moto che possa invitare aria umida — jjerché la sorgente è soltanto questa — nella compagine del terreno, è la combinazione della marea terrestre e di quella susseguente, nella massa di quel quantitativo d'acqua che si è già raccolto nella terra, sullo strato di fondo impermeabile.

Infatti, la terra segue l'at-trazione del sole e della luna quando vi sia sufficiente com-ponente di attrazione gravita-zionale sul meridiano che passa nella località sotto osservazione.

La terra, pertanto, si innalza: l'aria umida — notturna, me-glio —• vi entra, aspirata in massa enorme, anche se l'onda terrestre, cosi sollevata sia di ben poca altezza. 11 freddo relativo che si trova negli strati anche a poca profondità, e a cui l'aria umida arriva, con-densa l'umidità dell'aria, e i fenomeni di adsorbimento e di capillarità trattengono l'acqua, o in velo attorno ai sottilissimi elementi granulometrici argil-losi o simili, o in velo di maggior spessore attorno agli altri ele-menti, sabbiosi, ghiaiosi e simili.

Se la gravità potrà agire in modo da eccedere la capillarità, l'acqua scende, e si raduna nel fondo. In caso contrario, l'ac-qua rimane sospesa. È molto probabile che la marea terrestre agendo in tal modo, sia capace di produrre uno strato acqui-fero al fondo sufficiente per subire a sua volta l'azione di attrazione del sole e della luna, ossia per avere le sue « maree » sotterranee, aggiungendo la sua

i Ì i n \ i i i i / 1 1 111111 i 11 11 i i / r i t r i t i \ 1 l \ \ \ \ \ \ \ \ \ — \ \ \ Fig. 3 - Il f o g l i o di p l a s t i c a ( s u p e r f i c i e , m 6 X 6, f i n o a 2 0 X 2 0 e m a g g i o r i ) , d i s p o s t o s u l t e r r e n o in s t r e t t o c o n t a t t o , d o p o d a t o f o r m a al t e r r e n o a p i r a m i d e r o v e s c i a t a ( v e r t i c e in b a s s o , d o v e , al c e n t r o , si r a c c o g l i e l ' a c q u a c h e p r o v i e n e d a g l i s t r a t i a n c h e p r o f o n d i di t e r r e n o ) . In f i g u r a s o n o r a p p r e s e n t a t e le g o c c e d ' a c q u a e il v a s o al v e r t i c e , p e r la l o r o r a c c o l t a . F f o g l i o , G g o c c e d ' a c q u a .

azione di aspirazione d'aria e di espulsione a quella della marea terrestre; tuttavia dovrà --esistere un opportuno

sfasa-mento fra le due azioni perché quando la terra sotto l'attra-zione si solleva, anche l'acqua 10 fa; e mentre la prima solle-vandosi aspira nella sua massa, la seconda sollevandosi espelle aria, con azione contraria. Forse 11 moto dell'acqua nel profondo produce maggior spostamento e maggior effetto.

Comunque fra aria, acqua e terreno, esiste una interazione capace di accumularvi il liquido elemento in masse utilizzabili.

Ma come si nota evapora-zione sugli specchi d'acque dei laghi, cosi vi è evaporazione dalla frangia capillare, quando questa abbia consistenza e svi-luppo di superficie (sempre in profondità) sufficiente. L'acqua evaporata, viene sottoposta an-ch'essa all'azione di attrazione degli astri.

Il ripetersi di tale azione sulla massa d'acqua evaporata, ne produce dell'altra e soprat-t u soprat-t soprat-t o innalza soprat-tali vapori inde-finitamente, fino a raggiungere la superficie. Nel loro moto si possono condensare, formare ac-qua e sciogliere elementi metal-lici minerali, che vengono come detto assorbiti selettivamente dalle radici delle piante.

11 moto discendente del-l'umidità a formare acqua nel terreno che si raccoglie al fondo, e quello ascendente a formare acqua che sale fino alle radici, dovranno avvenire in tempi o in misure diverse nel tempo stesso. I fenomeni detti non possono venire rifiutati, anche se moltissimi dettagli ci sfug-gono ancora: perché i due ef-fetti massimi, finali, sono notis-simi: formazione di strati acqui-feri nei deserti, il cui bacino imbrifero è separato da zone da cui possa permeare l'acqua, e arrivo di elementi liquidi alle radici contenenti elementi mi-nerari metallici di provenienza

dal profondo: a scoperta fatta del giacimento minerario — quando esista — si notano pro-fondità di provenienza anche di parecchie migliaia di metri. Da li l'umidità ha portato alle radici delle piante « selettive » il minerale assorbito.

Il sottile foglio di materia plastica.

Ormai diffusissimo nelle campagne: serve per difendere il fieno dalle acque di pioggia e conservarne la fragranza, l'e-lasticità, l'appetibilità ai bo-vini, e a raccogliere abbon-danti gocce d'acqua, provenien-ti da sotto, dall'evaporazione del fieno stesso, mai secco tanto da non avere traccia di umidità nella sua massa, umidità pro-veniente dal corpo dei fili d'erba, parzialmente seccati oppure ad-dirittura da umidità che il fieno secco abbia assorbito du-rante la notte quando libero, e non smaltita durante le ore di sole.

Se distendiamo un foglio di metri 6 x 6 sul terreno, in assenza di pioggia, un prato per esempio, e lo lasciamo t u t t a la notte seguente, al mattino notiamo due cose fon-damentali: l'una ordinaria, os-sia gocce di rugiada distri-buite sul foglio, e l'altra forse constatata per la prima volta nel quadro che ci proponiamo: l'esplorazione mediante analisi del contenuto chimico dell'ac-qua che ne deriva, della natura mineraria dei metalli contenuti nella colonna di terreno che ha per base il foglio di plastica e per altezza l'incognita altezza che arriva appunto fino alla massa minerale, qualora questa esista. Infatti, se osserviamo « sotto » il foglio di plastica, notiamo la presenza di grosse gocce numerose e regolarmente distribuitevi; sono il resto di quelle raccolte sotto dal foglio e cadute sull'erba sottostante,

(fig. 3). Fig. 4 - U n a s e z i o n e d e l t e r r e n o , n e l l a p a r t e i n f e r i o r e e i fogli F di p l a s t i c a , d i s p o s t i in n u m e r o s u f f i c i e n t e , in q u e l l a s u p e r i o r e . N e l l a s e z i o n e si n o t a la m a s s a M di m i n e r a l e , le f e s s u r e e p o r o s i t à d e l l a s e z i o n e (in fig. S E Z . ) , l u n g o c u i si i n n a l z a il v a p o r e a c q u e o c h e g i u n g e a l l e r a d i c i d e l l e p i a n t e ( n o n r a p p r e s e n t a t e ) c o n t e n e n d o d i s c i o l t i e l e m e n t i m i n e r a l i . S o t t o i f o g l i F-F si r a c c o g l i e t a l e a c q u a di v a p o r e c o n d e n s a t o c h e a n a l i z z a t a ci i n d i c a i m i n e r a l i c o n t e n u t i ( M ) n e l p r o f o n d o , e le z o n e d o v e s o n o m a g g i o r m e n t e c o n c e n t r a t i , o n d e i n i z i a r e le r i c e r c h e .

Da questa semplice espe-rienza si ha la possibilità di fare alcune constatazioni e spe-cialmente parecchie proposte di studio. Innanzitutto notiamo che l'acqua sotto il foglio pro-viene da due diverse fonti: la traspirazione normale delle erbe sotto il foglio; e, è opportuno ricordarlo, l'evaporazione di quell'acqua che è salita da pro-fondità, mediante quel mecca-nismo di attrazione operato dagli astri — luna e sole — che passano esercitando il loro

effetto gravitazionale ordinario. In fig. 4 abbiamo rappre-sentato quanto si può immagi-nare di tale processo, privi come siamo di dati sperimen-tali sulla traslazione del vapore acqueo dal profondo fino alla superfìcie terrestre ed al foglio di plastica distesovi. Ci con-forta il fatto ben chiaro che in Israele si irriga con acqua salata ed acqua marina terreni ciot-tolosi (ma fertili negli elementi granulometrici minori ivi esi-stenti); e l'effetto è pari ad

ù ti m M

Fig. 5 A - U n a v a s t a z o n a s o t t o r i c e r c a m i n e r a l e : f r a i f a b b r i c a t i , i c a m p i , fin s o t t o i m o n t i : i fogli di p l a s t i c a r a c c o l g o n o i v a p o r i c h e p r o v e n g o n o d a l p r o f o n d o s o t t o la l o r o v a s t a s u p e r f i c i e . N o n si a t t e n d e c h e le r a d i c i d e l l e v a r i e p i a n t e a s s o r b a n o i v a r i m i n e r a l i e s i s t e n t i , e s i a n o s o t t o p o s t e a l u n g a a n a l i s i c r o m a t o g r a f i c a : il l i q u i d o r a c c o l t o s o t t o i f o g l i F è p i ù r a p i d a m e n t e a n a l i z z a t o , p e r c h é g i à p r o n t o a l l ' i m -m i s s i o n e d e l l ' e l e -m e n t o c r o -m a t o g r a f i c o . In c e r t i casi n o n o c c o r r e t r a s p o r t a r e i l i q u i d i in l a b o r a t o r i o , p e r c h é l ' a n a l i s i c r o m a t o g r a f i c a si p u ò f a r e s u l p o s t o , s e g n a n d o s u l t e r r e n o i! v a l o r e d e l l e p a r t i p e r m i l i o n e t r o v a t e v i .

irrigazione con acqua dolce. È bene soffermarsi su tale vittoria dell'uomo nella lotta per pro-curarsi il cibo e brevemente spiegare come tale processo si-curamente avviene. L'acqua sa-lata scende nel profondo, avvol-gendo soltanto i ciottoli giori e ghiaie e sabbie di mag-gior diametro granulometrico: gli elementi sottili sono o evi-tati o passati di lato perché

molto meno permeabili. Ma nello scendere l'acqua salata evapora, ed il vapore risale o circola immediatamente; ed in tal modo le radichet.te delle piante lo assorbano diretta-mente, nutrendosene. Questa è all'incirca la spiegazione che si intuisce da quanto gli autori israeliani hanno pubblicato sul-la rivista statunitense « Scien-ti fic American ».

L'esperienza israeliana in tal campo è vastissima, e vera-mente non risulta da altre fonti che vi siano stati fatti tentativi simili, con successo.

Pertanto, come risalgono i metri cubi d'acqua dolce, sotto forma di vapore per « irrigare » i vegetali israeliani, anche la poca acqua che si raccoglie sotto il foglio di plastica può aver seguito le stesse forze che agiscono sotto le coltivazioni di quell'intelligente Paese. Dun-que siamo autorizzati a ritenere che l'acqua raccolta sotto il foglio come detto, sia passata per ampia distanza, e abbia raccolto, colla sua capacità di sciogliere molti corpi, sia pure in piccola dose elementi mine-rali; e cosi prestarsi alle nostre analisi cromatografiche che ci danno in punti per milione, mediante il semplice confronto del campione analizzato con una scala cromatica per ogni metallo, il contenuto di rame, zinco, ferro, cromo, uranio, ecc. Il metodo (possiamo forse già chiamarlo tale) si presta facilmente all'indagine mine-raria. Specialmente dove l'uomo ha difficoltà di vivere per con-dizioni desertiche, sarà possi-bile disporre una serie di fogli (di plastica) e raccogliere auto-maticamente le gocce d'acqua in un vaso disposto central-mente, mentre il foglio viene formato a piramide col vertice in basso.

Sarà necessario passare ogni settimana, o più tardi, nella zona sotto esame, per racco-gliere in bottiglie varie l'acqua dei recipienti: oppure l'acqua potrà essere raccolta sotto il foglio, sempre nella zona cen-trale, mediante un corpo assor-bente.

In fig. 5 A e B si notano lun-ghe serie di fogli disposti in mo-do da esplorare vaste distese di terreno. Ogni foglio è distinto da un numero, e sulla mappa geografica si annota, al centro del foglio, il valore in punti

per milione di metallo trovato coll'analisi. I punti di uguale valore (punti per milione) ven-gono riuniti da una curva, e avremo in tal modo curve equi-concentrative, il cui centro rap-presenta quanto di meglio si possa ausjneare per iniziarvi una ricerca, spesso per mezzo di una semplice perforazione con presa continua di campioni: perché la profondità da cui la mineralizzazione proviene, ci è tuttavia incognita.

L'esploratore che teme di rimanere senz'acqua, in zona desertica, potrà portar con sé un vasto foglio sottilissimo — perché lo spessore non ha im-portanza —, e durante la notte distenderlo all'aria raffreddatasi dal potente calore radiato, che aiuterà forse egregiamente il vaj:>ore che tocca il foglio — sotto e sopra — a divenire acqua, raccolta al centro, se egli vorrà disporre il terreno a piramide rovesciata — pen-denza delle facce 10-15%, pri-ma di sovrapporvi il foglio.

Certo, nelle zone con vege-tazione per le ricerche minera-rie è meglio, forse, servirsi di quelle note piante capaci di accumulare in misura sensibile il metallo ricercato nelle loro foglie o radici e analizzare cro-matograficamente. Ma se tali piante non esistono, o per qual-siasi ragione tale metodo non ajjpare rilevante e sicuro, quan-to da noi proposquan-to potrà essere p r o v a t o , p r o b a b i l m e n t e con successo.

Un'ultima proposta. È noto come il mare sarà fonte forse migliore di idrocarburi che la terra, d a t a la sua estensione. Esso è di n a t u r a libera, e vi sono acque extraterritoriali im-muni da controlli. Anche se profonde, il f u t u r o ci svelerà altri metodi per percorrerne il fondo, e posarvi il « foglio », di sufficiente superfìcie, e te-n u t o ite-n posto dalla pratica, ancora da farsi. In tal modo il gas metano che da una d a t a

Fig. 6 - Sul f o n d o d e l m a r e , F . M . , u n f o g l i o di p l a s t i c a e s t e s o F, r a c c o g l i e l ' e v e n t u a l e g a s G c h e si s p r i g i o n a , i n d i c a n d o c i p r e s e n z a di i d r o c a r b u r i , g a s s o s i o l i q u i d i . Il f o g l i o s i a d i s p o s t o a p i r a m i d e col v e r t i c e in a l t o P. Il r o b i n e t t o R s e r v e al p a l o m b a r o p e r r a c c o g l i e r e il g a s d a a n a l i z z a r e . Il r o b i n e t t o R p o t r à i n v i a r e , m e d i a n t e a p p o s i t o t u b i c i n o , il v o l u m e di g a s G c o n n a t a n t e o r a c c o g l i t o r e a l l a s u p e r f ì c i e . L . M . , l i v e l l o d e l m a r e . Fig. 5 B - S e s s a n t a f o g l i di p l a s t i c a , a d i a c e n t i , d i s p o s t i su v a s t a a r e a p e d e m o n t a n a , p e r le a n a l i s i di c u i

alla fig. 5 A. Sulla m a p p a — o sul t e r r e n o s t e s s o — si a n n o t a n o i valori d e l l e p a r t i p e r m i l i o n e di m e t a l l o

c o n t e n u t o n e l l ' e l e m e n t o l i q u i d o r a c c o l t o s o t t o il f o g l i o . In t a l m o d o , u n e n d o f r a l o r o i p u n t i ad u g u a l c o n c e n t r a z i o n e , si h a n n o c u r v e a v a l o r e c r e s c e n t e d a l l a p e r i f e r i a v e r s o u n c e n t r o C a v a l o r e di p . p . m . m a s s i m o . Ivi si f a r à la p r i m a p e r f o r a z i o n e a c a r o t a g g i o p e r e s p l o r a r e la m a s s a m i n e r a l e p r o f o n d a .

zona si libera dal fondo marino, verrà raccolto dal foglio, di-sposto a piramide con vertice normale, ossia elevato, il con-trario di quello proposto pre-cedentemente. In tal modo un robinetto (fig. 6) permetterà di raccogliere tale gas in bottiglie sotto vuoto, portate dal palom-baro, che diverrà cosi uno dei

migliori esploratori minerari, e del massimo minerale: petrolio e metano. Che se volessimo applicare anche al fondo marino il procedimento indicato per la' ' superficie terrestre, non incon-treremmo difficoltà insupera-bili.

Cosi accadrà sugli astri che l'uomo visiterà, e sul nostro

satellite che ormai pare ancor più vicino a noi: lo studio del-l'effetto delle varie attrazioni gravitazionali a cui la super-ficie della luna è soggetta, potrà servirsi del foglio di pla-stica. Laddove non vi è atmo-sfera, l'attrazione degli altri corpi celesti ha effetto forse maggiore.

Nel documento Cronache Economiche. N.358, Ottobre 1972 (pagine 44-51)

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