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I test atomici nella storia

Effetti delle esplosioni Causa dell'effetto Conseguenze sull'uomo Radiazione termica Il calore sprigionato

4. I test atomici nella storia

All'inizio del periodo della Guerra Fredda, gli unici due Stati che potevano disporre di strutture tecnologiche adeguate per poter fabbricare numerose e diversificate armi nucleari, erano gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Solo in seguito, sempre in quegli anni, anche Gran Bretagna, Francia, Cina e poi anche il Canada, hanno inserito nei loro programmi militari tale tipo di ricerca. Statunitensi e sovietici però, continuarono comunque a manifestare in questo campo una netta superiorità rispetto alle altre nazioni coinvolte, sia per la quantità di testate prodotte, sia per la potenza degli ordigni escogitati e sperimentati.

Il distacco tra USA, URSS e le restanti potenze minori, riguardo il tema dello sviluppo di armamenti atomici, era impossibile da colmare anche per le enormi risorse disponibili dai due colossi mondiali in rapporto alle esigue possibilità presenti allora negli altri Paesi, ancora segnati dalla guerra e obbligati a dare la priorità ad un percorso di ripresa. Se quindi Stati Uniti ed Unione Sovietica approcciarono il nucleare in maniera intensiva ed aggressiva, gli Stati nucleari cosiddetti “minori” maturarono un percorso più mite rispetto alle due superpotenze, dettato nel loro caso dalle circostanze economiche, sociali e dalle posizioni più marginali tenute sul piano geopolitico.

La prima tra le potenze minori ad affacciarsi alle ricerche sul nucleare fu la Gran Bretagna, che già negli anni '40 era all'avanguardia nelle scoperte sulla fissione. Gli scienziati britannici afferivano al Comitato Maud, istituito proprio nel 1940, che svolgeva studi per la composizione della bomba atomica in stretta collaborazione con gli Stati Uniti. Con l'avvio del Progetto Manhattan però, i rapporti tra le parti si raffreddarono e gli inglesi vennero esclusi temporaneamente da ogni collaborazione.112

La situazione cambiò poi nuovamente nel 1943 quando, per insistente volontà di Churcill, venne firmato l'“accordo di Quebec”, in cui Stati Uniti e Gran Bretagna si promisero che non avrebbero mai usato armi atomiche gli uni contro gli altri, che senza il reciproco consenso non le avrebbero mai utilizzate nemmeno contro Paesi terzi né avrebbero comunicato ad altri informazioni sull'energia nucleare, che avrebbero collaborato per lo sfruttamento dell'energia atomica sia per fini pacifici e sia per arrivare alla costruzione della bomba. Numerosi scienziati inglesi si trasferirono così negli USA, in maniera particolare a Los Alamos, e quando tornarono in patria alla fine della guerra, portarono con loro le più importanti istruzioni necessarie alla messa a punto della bomba.113 112 CeSPI e USPID, Op, cit., p. 38-39. Il Comitato Maud concluse nel 1940 che lo schema per la bomba all'uranio era praticabile e probabilmente sarebbe stato decisivo nella guerra.

113 Ibidem. L'Atomic Energy Act degli Stati Uniti nel 1946, limitava pesantemente la possibile cooperazione tra USA e Gran Bretagna per la costruzione della bomba atomica nel Regno Unito, ma il nuovo governo laburista insediatosi nel 1945 affrettò invece il programma per la produzione della testata approntando prima i laboratori di ricerca ed approvvigionandosi poi del materiale fissile.

La decisione di procedere alla sua costruzione venne presa nel 1947 da un piccolo gruppo di responsabili governativi senza coinvolgere le strutture ordinarie di governo e non permettendo un corretto procedimento democratico. La scelta non era inoltre condizionata dalla presenza di una minaccia esterna particolarmente grave, ma la motivazione fu piuttosto quella di non dover dipendere in futuro dai Paesi dotati di armi nucleari e di poter ottenere orgogliosamente lo status di superpotenza. Questi elementi sono peraltro comuni, senza eccezioni, a tutte le nazioni che oggi sono dotate di armi nucleari per aver emulato la strada percorsa dagli Stati Uniti.114

In Francia, le ricerche nucleari furono nuovamente istituite invece alla fine della guerra, precisamente nel 1945, con la nascita del Commissariat à l'Energie Atomique (CEA) che organizzò il riavvio dei lavori e che nel 1955 stabilì la volontà di costruire l'ordigno atomico.

Per quanto riguarda i piani intrapresi dalla Cina, la decisione ufficiale del Paese orientale relativa alla costruzione della bomba risale al 1956 e le motivazioni, come per Gran Bretagna e Francia, furono anch'esse legate al peso politico che scaturisce dal possedere un arsenale atomico ed al conseguente status di superpotenza che questo permette di raggiungere.

Diversamente, il programma nucleare cinese, dato il contesto culturale, si basò all'inizio su un considerevole aiuto sovietico che durò fino al 1960, fino a quando cioè i tecnici russi vennero richiamati in patria rallentando i progetti cinesi che arrivarono a compimento nel solo 1964.115 Il Canada, infine, fu protagonista di una situazione notevolmente diversa, in quanto a quel tempo costituì esclusivamente una base di ricerca ed un punto d'appoggio degli USA per la custodia di alcuni ordigni, senza effettivamente mai compiere degli esperimenti o aumentare spontaneamente la portata dei propri arsenali atomici.116

Partendo dai diversi contesti politici presenti nei cinque Stati nuclearizzati, prima Stati Uniti ed Unione Sovietica, poi Gran Bretagna, Francia e Cina, avviarono quindi una lunga serie di test nucleari che raggiunsero l'apice durante gli anni '60, per poi calare progressivamente grazie all'intervento portato avanti negli anni dalla comunità internazionale ed agli accordi stipulati dagli Stati in maniera bilaterale e multilaterale per limitare l'utilizzo di armamenti nucleari.

Lo scenario che si venne a delineare nel periodo del dopoguerra, rispetto alla questione relativa all'energia atomica, era caratterizzato comunque dalla volontà dei maggiori Paesi di continuare la sperimentazione in campo bellico con l'acquisizione di ulteriori e più potenti testate, nonostante la politica di controllo internazionale fosse avviata già dalla metà degli anni '50.

114 Ibidem.

115 Ivi, p. 40. Le motivazioni per il programma atomico francese furono dello stesso tipo di quelle del programma britannico, con un'enfasi ancora maggiore sulla necessità di garantire che la Francia non dovesse dipendere nelle proprie scelte militari da Paesi terzi dotati di armi nucleari.

116 Informazioni contenute nel testo di, John Clearwater, Canadian Nuclear Weapons: The Untold Story of Canada's

I test nucleari, termine con cui si intendono le esplosioni atomiche condotte principalmente a scopi militari per verificare la potenza di un ordigno in fase di progettazione o presente in un arsenale, interessarono dunque inizialmente le potenze in possesso della bomba, ma si estesero nel tempo anche a nuovi Paesi che si vollero aggiungere alle sperimentazioni. Gli Stati che fino ad oggi, ed anche recentemente, hanno condotto ufficialmente test nucleari sono USA, URSS-Russia, Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan e Corea del Nord.

I dati sul numero dei test effettuati, seppure non possono essere assolutamente esatti, riportano con certezza il superamento della soglia di oltre duemila esperimenti: secondo Greenpeace, fino all'aprile 1996, sono stati circa 2044 i test condotti, dei quali 511 in atmosfera o in aree marine, per una potenza complessiva di 438 megatoni.117

117 Cfr. Massimo Zucchetti, Op. cit., p. 14-15. Il numero dei test compiuti ad oggi, dovrebbe sicuramente superare le 2050 testate. L'equivalente in potenza dei megatoni totali impiegati nei test può essere stimato in circa 30.000 bombe di Hiroshima. Tra il 1945 ed il 1993 le cinque superpotenze fecero esplodere 2031 testate sperimentali e circa il 25% dei test fu realizzato in atmosfera.

Fig. 7. il grafico mostra l'evoluzione dei test nucleari dal 1945 al 2013. In celeste sono

rappresentati gli Stati Uniti, in rosso l'Unione Sovietica, in giallo il Regno Unito, in verde la Francia, in blu la Cina, in arancione l'India, in marrone il Pakistan ed infine, in rosa, la Corea del Nord

In totale gli americani eseguirono 215 test nell'atmosfera e 812 sottoterra; i russi rispettivamente 207 e 508; la Gran Bretagna 21 e 24; la Francia 45 e 147; la Cina 23 e 16; l'India si unì solo nel 1974, mentre gli altri Stati che si resero protagonisti di test nucleari, ovvero il Pakistan e la Corea del Nord, parteciparono agli esperimenti solo in tempi recenti, a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio del nuovo secolo, quando ormai la situazione geopolitica mondiale era completamente cambiata e l'assetto internazionale si era spostato su nuovi equilibri dopo la fine della competizione fra americani e sovietici: la portata degli esperimenti da parte degli ultimi due Paesi che si unirono agli altri fu notevolmente circoscritta e sostanzialmente esigua, anche per l'avanzamento delle norme giuridiche e degli accordi internazionali che vennero introdotti per vietare l'uso e la sperimentazione militare del nucleare.

Stati

Data del primo test

Numero totale di test

Stati Uniti 16 luglio 1945 1054

Unione Sovietica 19 agosto 1949 715

Regno Unito 3 ottobre 1952 45

Francia 13 febbraio 1960 210

Cina 16 ottobre 1964 45

India 18 maggio 1974 6

Pakistan 28 maggio 1998 6

Corea del Nord 9 ottobre 2006 3

118 Inizialmente le esplosioni vennero condotte con poco riguardo per la popolazione e l'ambiente, a causa di una non perfetta conoscenza degli effetti a lungo termine delle radiazioni nucleari, ed i test venivano effettuati principalmente sul terreno aperto, nel sottosuolo o nell'atmosfera, più raramente in mare, per verificare la dinamica delle esplosioni nucleari ed i loro effetti su oggetti e persone. Studiando il successivo fallout radioattivo prodotto nei test, si è scoperto che questo risulta essere molto maggiore se l'esplosione nucleare avviene al suolo o sulla superficie del mare.119

Quando un'arma nucleare esplode al suolo infatti, o in prossimità di esso, la palla di fuoco a contatto con la superficie porta migliaia di tonnellate di terreno ad essere immesse nei vapori bollenti. Le particelle di grandi dimensioni possono in questo caso trasportare in misura rilevante parte della radioattività, giungendo a ricadere al suolo nel giro di qualche ora o minuto e contaminando l'area circostante.

118 La tabella mostra la somma delle testate totali fatte esplodere dagli Stati impegnati in test nucleari. Nella cifra che rappresenta la somma totale degli esperimenti sono considerati i test atmosferici, al suolo ed anche quelli in mare. 119 Ivi, p. 16-17.

Il fallout immediato dà luogo su aree molto estese a dosi di radiazioni altamente letali per la popolazione non protetta: la probabilità di lesioni da radiazioni ritardate nella zona è inoltre molto più elevata di quando non sia nel caso di un'esplosione in aria, dal momento che dopo la deflagrazione in atmosfera le particelle liberate sarebbero più leggere ed impiegherebbero molto più tempo a cadere al suolo, perdendo così parte della loro radioattività. Dal canto loro, le esplosioni in atmosfera devono però la loro pericolosità al fatto che, poiché l'esplosione avviene in altitudine, la ricaduta del fallout ha un raggio di espansione molto maggiore rispetto agli altri tipi di detonazione.120

Gli esperimenti in mare, invece, hanno messo in mostra la natura degli effetti delle esplosioni che avvengono nell'ambiente subacqueo, i cui connotati più importanti sono costituiti dall'enorme contaminazione radioattiva causata dall'esplosione, a causa di un fallout radioattivo immediato e concentrato. Nell'esplosione sottomarina infatti, vengono catturati dall'acqua del mare un numero di neutroni liberi estremamente maggiore di quanto avvenga in atmosfera. Dei quattro principali elementi nell'acqua di mare, cioè idrogeno, ossigeno, sodio e cloro, soltanto il sodio diventa intensamente radioattivo a corto termine, per via della cattura di un singolo neutrone nel suo nucleo: il sodio 23 naturale diventa l'isotopo radioattivo sodio 24, con emivita breve di 15 ore. In pochi giorni la sua intensità diminuisce di mille volte, ma con lo svantaggio di un'elevata radioattività rilasciata in poco tempo. L'unico lato positivo è che il fallout ricade in questo caso in mare e, se il luogo è lontano dalla costa, non dovrebbe recare particolari danni alle persone: i danni alle singole persone sono quindi minori, ma maggiore è il numero delle persone coinvolte.121

Nei test sotterranei, invece, l'esplosione provoca danni ingenti alla struttura e alla stabilità delle zone limitrofe alla detonazione, danni che l'uomo è in grado di accertare solo con l'ausilio di strumenti adatti. Le conseguenze dello scoppio potrebbero addirittura fare in modo che avvenga un sisma anche dopo un considerevole lasso di tempo successivo all'esplosione: tuttavia, non è possibile affermare con certezza questa teoria e stabilire con esattezza tale correlazione, in quanto per il momento non si è ancora in grado di determinare se gli effetti possano effettivamente causare dei cambiamenti nel sottosuolo così profondi da generare terremoti che prima non sarebbero avvenuti, oppure se semplicemente hanno acceso la miccia ad un sisma che era già sul punto di

120 Samuel Glasston e Philip J. Dolan, The effects of nuclear weapons, U.S. Government Printing Office, Washington, 1977, p. 33-38.

121 Cfr. James P. Delgado, Ghost fleet: the sunken ships of Bikini atoll, Honolulu, University of Hawaii Press, 1996, p. 86. Nelle esplosioni in quota, molti di questi neutroni ambientali sono assorbiti dall'aria surriscaldata che sale nella stratosfera, assieme ai prodotti di fissione e al plutonio non fissionato. Altri radioisotopi, inoltre, si producono nell'acqua di mare: idrogeno 3, dai pochi atomi di deuterio in mare, carbonio 14 dall'ossigeno 17, cloro 36 dal cloro 35, ma a causa della loro scarsa abbondanza e/o lieve intensità dell'irraggiamento a breve termine (lunga emivita), i pericoli ad essi associati possono essere trascurati rispetto al sodio 24.

verificarsi, oppure ancora se non hanno nessun effetto di lunga durata ma solamente istantaneo.122 Ad ogni modo, tutti gli effetti prodotti dai test, dei quali i più pericolosi sono rappresentati dal fallout radioattivo, hanno portato nel corso degli anni, a partire dal 1945 fino ai giorni nostri, ad un incremento dei decessi per le conseguenze dovute all'uso sperimentale delle bombe A e H: le vittime degli attacchi su Hiroshima e Nagasaki non furono quindi le uniche causate dall'uso delle armi nucleari, poiché l'enorme quantitativo di test atomici e termonucleari compiuti nella storia ha provocato numerose altre morti sia tra gli inconsapevoli civili che tra i militari impiegati nelle operazioni.

Ripercorrendo in ordine cronologico le varie serie di test nucleari militari suddivise fra i diversi Stati, possiamo datare la prima esplosione nucleare della storia al 16 luglio 1945, poco prima dello sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, legata sempre al progetto Manhattan e nota come Trinity Test: il luogo prescelto fu stabilito in New Mexico e l'ordigno aveva potenza di 21 kiloton, simile a quello utilizzato in seguito su Nagasaki. Il test venne effettuato in condizioni meteorologiche avverse, con un forte vento che faceva temere, come poi avvenne, che il fallout dell'esplosione potesse essere trasportato a grandi distanze.123 La nuvola di polvere radioattiva del Trinity Test infatti, si diffuse in un'area molto estesa della regione ed alcuni studi attribuiscono alle conseguenze dell'esplosione un rilevante incremento della mortalità infantile registrato in New Mexico nei mesi successivi, anche perché non vennero prese cautele di alcun tipo per proteggere la popolazione della zona.124

Dopo il Trinity Test, le successive deflagrazioni statunitensi furono le note bombe Little Boy e Fat Man, sganciate sulle città di Hiroshima e Nagasaki nell'ambito della seconda guerra mondiale, che avevano una potenza rispettivamente di 13 kt e di 21 kt. Anche in quell'occasione, oltre alle vittime dell'esplosione, vi furono ripercussioni a lungo termine: quando i soldati americani qualche 122 Cfr. Bruce A. Bolt, Nuclear Explosions and Earthquakes - The Parted Veil, W.H. Freeman and Company, San Francisco, 1976, pag. 56-61, 231-234. Alcune scosse sono state avvertite in diverse località durante i test nucleari nordcoreani ed accertate dai sismografi, ma il terremoto ha avuto durata di pochi istanti senza causare seri danni. 123 Cfr. Massimo Zucchetti, Op. cit., p. 29. Il test fu voluto dal presidente Truman che, recandosi alla Conferenza di Postdam con Stalin e Churchill, chiese espressamente che il test venisse effettuato in ogni caso prima dell'inizio della Conferenza, in modo da consentirgli di trattare con Stalin a partire da una posizione di forza. Truman infatti riferì al presidente sovietico che gli USA possedevano la bomba atomica.

124 Si veda il sito http://www.progettohumus.it/nucleare.php?name=specialtrinity. Fig. 8. Esempio illustrato delle diverse

tipologie di test nucleari: 1. esplosione al suolo; 2. sotterranea; 3. in atmosfera; 4. subacquea.

settimana più tardi si recarono sul luogo dell'esplosione per effettuare operazioni di sgombero, terreno e acque circostanti erano contaminate e si registrarono tassi di mortalità per patologie tumorali molto più alti del normale sia tra la popolazione locale che tra le truppe USA, i cui militari colpiti vennero chiamati “veterani atomici”.125

Se i primi test statunitensi erano orientati a sperimentare l'effettivo funzionamento delle bombe, quelli successivi furono appositamente messi in atto per studiarne gli effetti prodotti: con questo scopo, si susseguirono prima le operazioni denominate Crossroads e Sandstone, poi Greenhouse e Castle, dopo ancora i test Redwing e Hardtack, ed inoltre quelli ubicati nel deserto del Nevada. I test noti come “Operazione Crossroads” si svolsero nel 1946 nell'atollo di Bikini, situato nell'Oceano Pacifico, utilizzando una testata da 20 kt col fine di studiare le conseguenze delle esplosioni atomiche e la diffusione della contaminazione da esse prodotta per via aeriforme ed acquatica; due anni dopo, nel 1948, ulteriori tre test atomici ebbero luogo in un altro atollo delle isole Marshall, chiamato Eniwetok, per l'“Operazione Sandstone”, nella quale vennero migliorate le prestazioni delle bombe arrivando ad un'esplosione di 49 kt.

Fra i test Sandstone e quelli successivi si registrò inoltre il salto evolutivo delle armi nucleari, rappresentato dall'entrata in scena della bomba H progettata dagli americani grazie al lavoro del 125 Sull'argomento si può consultare il testo del National Research Coucil, Institute of medicine, Committee to Study Feasibility of Epidemiologic Studies, Adverse reproductive outcomes in families of atomic veterans: the feasibility of

epidemiologic studies, National Academic Press, Washington, 1995. Le affermazioni ufficiali sui bassi livelli di

radioattività nei luoghi delle due zone dopo qualche settimana dall'evento, vennero smentite definitivamente dalla desegretazione di un rapporto del Naval Medical Research Institute del 1946, all'interno del quale i livelli di radiazione erano invece considerati proibitivi per l'uomo e dieci volte più alti superiori al massimo ammissibile per la popolazione. I “veterani atomici” costituirono anche un Comitato che svolse azioni per ottenere giustizia conducendo battaglie legali negli anni successivi che trovarono eco sulla stampa nazionale statunitense.

Fig. 9. L'esplosione nucleare in mare

durante i test “Crossroads”, con le navi bersaglio utilizzate nei pressi dell'esplosione.

Fig. 10. Uno dei test subacquei condotti dagli Stati

Uniti negli atolli del Pacifico, una delle sedi più utilizzate.

fisico Edward Teller, compiuto in risposta all'Unione Sovietica che nel 1949 era arrivata a costruire la sua prima bomba atomica. Dopo che anche l'URSS iniziò i test nucleari, l'escalation di tensione tra americani e sovietici si acuì notevolmente, ripercuotendosi significativamente pure sul resto del mondo.

La prima esplosione della bomba H avvenne nel maggio 1951 sempre nei pressi dell'atollo Eniwetok, con i test denominati in codice Greenhouse che videro impegnate altre migliaia di tecnici civili e militari americani: nonostante la presenza di contaminazione radioattiva dovuta alle precedenti esplosioni, venne edificato un laboratorio per lo sviluppo dei test sull'isolotto di Eugaleb all'interno del quale fu posto in custodia il combustibile per le bombe all'idrogeno. Nel 1952, tale materiale fu utilizzato per l'esplosione di una testata nucleare di 10 Megatoni, circa mille volte più potente di quella di Hiroshima, che fece letteralmente sparire l'isolotto dalla carta geografica del mondo.126

Nel 1954 le bombe H erano ormai diventate affidabili armi nucleari da guerra e nell'ambito dell'“Operazione Castle”, espletata tra febbraio e maggio di quell'anno, vennero fatte detonare sei varianti di testate termonucleari, ed anche durante quei test numerosi soldati furono esposti al fallout radioattivo.127

Sempre nel corso della stessa operazione, il 26 marzo 1954, venne effettuato il test della più potente bomba H di matrice statunitense, denominato in codice “Bravo” e ubicato ancora tra le isole Marshall, nel quale venne sprigionata l'energia di 15 Megatoni: l'ordigno sviluppò una palla di fuoco di 6 km di diametro e l'onda d'urto fu avvertita fino a 160 km di distanza devastando l'ambiente naturale della zona. Gli abitanti dell'atollo Rongelap, 86 persone che vivevano lì, furono