3. La sperimentazione animale e il termine «vivisezione»
3.8 Test sulle sostanze d’abuso
In Liberazione Animale Singer riporta dati sconcertanti: ogni anno vengono compiuti centinaia di studi sugli animali per le sostanze stupefacenti. Solo sulla cocaina, per esempio, sono stati compiuti più di 500 studi.90 Ne descriverò alcuni a modi esempio, ma per tutti si tratta di assuefare forzatamente gli animali agli stupefacenti, spesso con quantità che un essere umano non potrebbe mai ricevere.
In un laboratorio del Downstate Medical Center venne insegnato alle scimmie a premere un bottone per somministrarsi nelle vene una quantità di cocaina.
Le scimmie premevano il bottone più e più volte, anche dopo aver avuto delle convulsioni; non dormivano più; pur mangiando cinque o sei volte la quantità di cibo per loro normale, diventavano sempre più emaciate. […] Alla fine cominciarono ad automutilarsi e, da ultimo, morirono di abuso di cocaina.91
Il dottor Gerald Deneau, responsabile del laboratorio, ha riconosciuto che in realtà ben poche persone potrebbero permettersi dosi così elevate, come sono state somministrate alle scimmie.
Presso l’Università del Kentucky vennero utilizzati cani di razza beagle per studiare l’astinenza da Valium e Lorazepam, dei farmaci tranquillanti a cui erano stati forzatamente assuefatti.92
Nell’Università della California, a Los Angeles, Ronald Siegel incatenò due elefanti in un capannone per valutare i dosaggi di LSD. La droga venne somministrata per via orale e per mezzo di frecce sparate da un fucile.
Quando aveva ricevuto dosi elevate dell’allucinogeno, la femmina giaceva per un’ora su un fianco, tremando e respirando appena. Le medesime dosi rendevano invece bellicoso l’elefante maschio,
90 P. Singer, Liberazione animale, cit., pag. 90. 91 Ibidem.
inducendolo a caricare Siegel, il quale descrisse tale reiterato comportamento aggressivo come «inappropriato»93
A partire dal 1975 gran parte degli esperimenti sulle sostanze d’abuso venne dedicata ai barbiturici. A causa del loro abuso, il consumo di barbiturici era già stato sottoposto a restrizioni, con buoni risultati. Eppure gli esperimenti sono proseguiti per altri quattordici anni. Un gruppo di ricercatori della Cornell University hanno utilizzato i gatti come cavie, somministrando loro grandi quantità di barbiturici direttamente nello stomaco, tramite un tubo. Interrompendo improvvisamente la somministrazione si verificarono i classici sintomi da astinenza: crisi epilettiche, difficoltà respiratorie e morte.
La sperimentazione sulle sostanze d’abuso continua ancora oggi e consiste in iniezioni di droghe nell’addome o nel cervello, shock acustici e shock tattili con l’uso di piastre ustionanti; inutile dire che molti animali muoiono a seguito degli esperimenti. Ma gli animali su cui vengono testate le droghe non hanno altra scelta: un topo costretto a vivere in una gabbia senza nessun’altra possibilità che iniettarsi la droga offerta dallo sperimentatore, è un buon modello per l’uomo che invece arriva alla droga con un percorso personale travagliato, per complessi meccanismi psicologici e influenzato da fattori culturali, ambientali e sociali? E ancora, non abbiamo già abbastanza dati provenienti dagli esseri umani? Attualmente in Italia i test sulle sostanze d’abuso rientrano nelle deroghe al divieto imposto dal decreto n. 26 del 24 marzo 2014, e per tanto potranno continuare fino al 2020.
Quando è stato pubblicato il decreto che i ricercatori si sono detti molto preoccupati. Giuliano Grignaschi, segretario di Research4Life, ha affermato “[…] il futuro della ricerca italiana rischia di essere compromesso, a svantaggio dei ricercatori italiani che potrebbero accedere ai finanziamenti con maggiore difficoltà rispetto ai colleghi europei.” La normativa italiana infatti, è più restrittiva rispetto quella emanata dall’UE.94 Possiamo leggere sul portale di
Research4Life:
93 Ivi, pp. 91-92.
Secondo lo European Monitoring Center for Drugs and Drug Addiction, ogni settimana sono immesse sul mercato illegale degli stupefacenti almeno due nuove sostanze d’abuso, pari a circa un centinaio nel 2014. I danni causati dalla salute sono di volta in volta imprevedibili e spesso restano sconosciuti fino a quando un tragico evento di cronaca […] li porta alla ribalta. E davanti questa minaccia i giovani italiani rischiano, tra poco già di un anno, di restare ancora più indifesi.95
Ci si potrebbe domandare, e spero ci si domanderà, se questo tipo di sperimentazione ha una seria ragion d’essere. Oggi conosciamo gli effetti negativi delle droghe, dell’alcol e delle sostanze stupefacenti, così come conosciamo quelli del fumo, e tuttavia continuiamo a sperimentarle. Se una persona decide di far uso di queste sostanze, sa a cosa va incontro. E se non lo sa non è perché mancano informazioni al riguardo, ma perché le ignora o non è stata informata. Una persona può scegliere, nei limiti del possibile, di vivere la propria a proprio modo, ma nel 2019 dovrebbe sembrare assurdo che questo tipo di test continui ad essere finanziato. Faccio parte di quei “giovani italiani che rischiano di restare indifesi” e credo che, se mai dovessi scegliere di assumere una droga, nuova che sia, sarei la sola e unica responsabile delle conseguenze. In condizioni normali, nessuno è obbligato a assumere una droga, perciò mi sembra impensabile che debbano essere costretti degli animali a farlo. Senza contare che, se veramente il mercato delle sostanze stupefacenti è un mercato in espansione, i danni che queste provocano sono direttamente visibili sulle persone che ne fanno uso. La sperimentazione animale non ha alcuna funzione di prevenzione riguardo al problema, perché non basta conoscerne gli effetti per evitare di cadere nel giro. L’alcolista sa che bere fa male, il fumatore sa che il fumo potrebbe ucciderlo, ma le componenti fisiche e psicologiche che portano a cadere in atteggiamenti autodistruttivi non possono essere ricreati in laboratorio. Inoltre, poiché la sperimentazione ha anche un costo elevato e non solo in termini di vite, mi chiedo se è davvero così che i contribuenti vogliono veder spese le loro tasse.
95 https://www.research4life.it/miti-o-fatti/senza-sperimentazione-animale-si-ferma-la-