• Non ci sono risultati.

Tra Torino e Genova: l'incarico ministeriale, i viaggi in Savoia e nella Liguria marittima

1. Vita ed opere

1.5. Tra Torino e Genova: l'incarico ministeriale, i viaggi in Savoia e nella Liguria marittima

Nel 1826 Davide Bertolotti, di ritorno a Torino per salutare la famiglia, venne convocato dal ministro dell'Interno del regno sabaudo, Gaspard-Jerôme Roget de Cholex170, che gli propose di redigere una descrizione degli stati di Sua Maestà. Lo scopo dichiarato era quello di mettere tra le mani dei viaggiatori in transito nei territori del Regno una pubblicazione che, descrivendo le bellezze e i motivi di interesse dei luoghi in maniera accattivante, li invogliasse

166 Carmine Cassino, Bertolotti, Davide, in Dicionário de Historiadores Portugueses da Academia Real das Ciências ao final do Estado Novo, <http://dichp.bnportugal.pt/historiadores/historiadores_bertolotti.htm>, 2013, traduzione mia.

167 Ibidem.

168 Luca Clerici (a cura di), Il viaggiatore meravigliato. Italiani in Italia (1714-1996), Milano, il Saggiatore, 2001, p. 65.

169 A. Brofferio, op.cit., p. 238.

170 “Rougé de Chollex” nei Brevi ricordi.

a prolungare il soggiorno. Lo stesso concetto sarebbe apparso nelle prime righe dell'introduzione premessa dall'editore al Compendio dell'Istoria della Real Casa di Savoia, che Bertolotti avrebbe dato alle stampe nel 1830: «L'istoria de' Reali di Savoia non era mai stata scritta in guisa da divenir popolare; si durerebbe anzi fatica a citar un libro ove si potesse studiarla senza indicibile noia»171.

«Il soggiorno in Piemonte a' tempi di Carlo Felice non era troppo piacevole», precisa Bertolotti nel descrivere il momento in cui fu chiamato a decidere se accettare l'incarico. Non è l'unica nota polemica nei confronti dell'amministrazione sabauda alla quale si lascia andare, lui solitamente così poco incline a denunciare le ingerenze del potere. Carlo Felice era il sovrano che, ricevendo la corona da Vittorio Emanuele durante i moti del 1821, aveva guidato la repressione, scavalcando l'ambiguo reggente Carlo Alberto, che sarebbe a sua volta asceso al trono nel 1831, anno in cui per Bertolotti avrebbe avuto inizio il soggiorno genovese. Lo stesso Roget de Cholex all'epoca aveva fatto parte della commissione costituita per giudicare i ribelli, e aveva avocato al proprio ministero le mansioni di polizia, organizzando l'intervento repressivo. Ciò che infastidiva Bertolotti, però, era che ci andassero di mezzo il suo stile di vita e soprattutto le sue opere. A proposito del volume sulla storia di casa Savoia dice:

«Stampato più che scorrettamente a Torino, mentre io n'era lontano, questo Compendio ricomparve con forme migliori nella Biblioteca storica che il Bettoni imprimeva a Milano»172. Lamenta poi un episodio di censura riguardante la pubblicazione della novella storica in versi polimetri Isabella Spinola, componimento il cui oggetto ricorda le tragedie di ambiente medievale che aveva scritto pochi anni prima: l'amore infelice per Ansaldo Doria della protagonista, uccisa tra le braccia dell'amato, creduto morto a causa delle solite false notizie173. Essendo uso mettere a frutto i propri studi utilizzandoli nella stesura di opere di genere diverso, aveva allegato alla novella copiose note sulla storia di Genova, che vennero stampate nella versione milanese ma tagliate in quella di Torino. Dopo aver accettato l'incarico con qualche esitazione, Bertolotti si concesse così una sorta di anno sabbatico:

Ripartii adunque per Firenze, passai la state ai bagni di Lucca, l'autunno, l'inverno e la primavera seguenti, villeggiando, festeggiando, letiziando in Toscana ed in Lombardia, come per dare un ultimo addio alle giovanili dolcezze, e finalmente, non senza mestizia, mi ricondussi a Torino174.

171 Consultata l'ed. milanese, Istoria della R.Casa di Savoia per Davide Bertolotti, Milano, Fontana, 1830.

172 A. Brofferio, op. cit., p. 241.

173 Consultata l'ed. milanese, Isabella Spinola. Racconto in versi di Davide Bertolotti, Milano, Fontana, 1830.

174 A. Brofferio, op. cit., p. 239.

Aveva superato i quarant'anni e si accingeva ad un'impresa particolarmente impegnativa. A differenza di quanto era avvenuto in precedenza, quando aveva scelto in libertà il prezzo da pagare, fosse l'inchino a un potente o la prudenza nell'affrontare alcuni temi, per potersi dedicare alla scrittura secondo la propria inclinazione, i viaggi che lo aspettavano e le opere conseguenti sarebbero stati eterodiretti. Il girovagare senza obblighi fu forse un modo per assaporare un aspetto dello spostarsi che non avrebbe più esplorato in quelle che sarebbero state le sue ultime esperienze di viaggio . Nel tracciare la differenza tra viaggio antico e moderno, scrive Eric J. Leed:

La stessa indeterminatezza del vagabondaggio, tanto difficile da sopportare per Ulisse, è per i romantici la fonte di quella libertà che dà valore al viaggio175.

Quell'anno di cui non conosceremo mai i dettagli rientra forse in una particolare categoria, citata da Elvio Guagnini nel considerare le tipologie del viaggio ottocentesco:

Da parte loro, anche i viaggi che Morand considera ironicamente “inutili”, o senza uno scopo pratico, sono – in realtà – utili da un altro punto di vista, per esempio sotto il profilo della conoscenza del viaggiatore, della tipologia di altri generi di viaggio (anche il turismo), di autoconoscenza, di prospettazione di punti di vista di lettura della realtà, diversi rispetto a quelli generati da finalità di ordine pratico176.

La prima meta fu scelta dallo stesso ministro, che indicò personalmente l'itinerario da seguire attraverso la propria terra d'origine: la Savoia. Per svolgere il compito Bertolotti fece affidamento sulle conoscenze pregresse acquisite quando, nel 1820, aveva raggiunto il lago di Ginevra valicando il Sempione. L'anno di uscita del Viaggio in Savoja177, il 1828, fece registrare anche la prematura scomparsa di Roget de Cholex, ma l'incarico a Bertolotti fu rinnovato. Il compito successivo avrebbe avuto come oggetto la descrizione della contea di Nizza e del ducato di Genova: il Viaggio nella Liguria marittima178. Tre anni di lavoro, durante i quali Bertolotti fu ospite a Genova del marchese Luigi Lomellini179, approfittando della sua ricca biblioteca per approfondire studi storici ed economici. Tre tomi, il secondo dei quali interamente dedicato alla città di Genova. Tre sezioni, articolate in modo da assecondare

175 E.J. Leed, op. cit., p. 23.

176 E. Guagnini, op. cit., p. 8

177 Viaggio in Savoia ossia Descrizione degli Stati Oltramontani di S. M. il Re di Sardegna per Davide Bertolotti, Torino, Favale, 2 voll.,1828.

178 Viaggio nella Liguria Marittima di Davide Bertolotti, Torino, Botta, 3 tomi, 1834.

179 “Lomellino” nei Brevi ricordi.

la richiesta governativa di assolvere a un intento divulgativo senza trascurare l'informazione specialistica: Ragionamento preliminare, Viaggio e Appendice. L'opera, che Bertolotti definisce la più notevole tra quelle che scrisse in prosa, vide la luce nell'ultimo anno spartiacque della sua vita: il 1834.

1.6. «Deposi il bastone del viaggiatore»180: le opere divulgative, il poema cristiano, gli ultimi anni a Torino.

A cinquant'anni Davide Bertolotti pose fine alla propria carriera di viaggiatore, gettandosi nel lavoro presso il focolare domestico: «Dieci continue ore al giorno di solitudine studiosa fecondano maravigliosamente il campo della produzione letteraria»181. Si dedicò alla stesura di opere divulgative: per tredici anni si occupò del periodico Teatro Universale e curò la pubblicazione dei sei volumi dell'Italia descritta e dipinta, nei quali si rifece ad opere straniere per descrivere il sud e ad autori italiani, compreso sé stesso, per il nord.

Nel 1840 uscì la Descrizione di Torino182, la sua opera più citata, almeno nella città natale183. La mentalità positivistica si stava a quell'epoca già imponendo anche sulla scena editoriale: la fiducia nell'innovazione tecnologica e nel nuovo modello di progresso aveva portato a inaugurare la tradizione delle descrizioni urbane184. Bertolotti, come sempre, era stato tra i primi ad adeguarsi. L'opera gli fu commissionata in occasione del Secondo Congresso degli Scienziati Italiani, convocato per l'appunto nella capitale sabauda. Tutti gli studiosi che parteciparono furono omaggiati di un'edizione di lusso del libro, redatto in realtà in maniera piuttosto frettolosa a causa della scadenza imminente. Nella Descrizione di Torino gli elementi odeporico-narrativi che avevano caratterizzato le opere di Bertolotti dedicate alla rappresentazione dei luoghi visitati non esistono praticamente più. Il modello è quello della saggistica, il taglio informativo-didascalico185. Manca l'elemento dello spostamento, del viaggio, che in questo lavoro consideriamo centrale nella produzione e nella sensibilità di Davide Bertolotti. Valgano simbolicamente le enunciazioni estese delle testate di cui fu

180 A. Brofferio, op. cit., p. 241.

181 Ivi, p. 242.

182 Davide Bertolotti, Descrizione di Torino, Pomba, 1840.

183 Citazioni dall'opera si trovano nelle home page di diverse sezioni del sito internet dei Musei Reali di Torino:

<https://www.museireali.beniculturali.it/biblioteca-reale/>;

<https://www.museireali.beniculturali.it/palazzo-reale/>.

184 Cfr. Luca Clerici (a cura di), Il Viaggiatore meravigliato, op. cit., Introduzione, p. XXIX). Nella Prefazione alla Descrizione di Torino Bertolotti dice della capitale sabauda: «Benchè antichissima d'origine, essa è città tutta moderna d'aspetto» (p. VIII).

185 «[...] mi parve che una descrizione di Torino dovesse essere una specie di Statistica […] (ivi, p. IX).Il metodo è conseguente: nella stessa pagina Bertolotti dichiara di essersi servito delle descrizioni di altri autori (anche in ragione del poco tempo a disposizione per la stesura), citandoli tra virgolette.

responsabile, nelle quali i viaggi e la geografia occupavano sempre i primi posti:

Lo Spettatore ovvero Mescolanze di Viaggi, di Storie, di Statistica, di Politica , di Letteratura e di Filosofia.

Il Raccoglitore ossia Archivj di viaggi, di filosofia, d'istoria, di poesia, di eloquenza, di critica, di archeologia, di novelle, di belle arti, di teatri e feste, di bibliografia e di miscellanee, adorni di rami.

Nel 1842 si cimentò con l'odeporica in versi. Fu anche un ritorno alla poesia d'occasione, perché il componimento era dedicato al matrimonio del futuro re Vittorio Emanuele II, figlio di Carlo Alberto e in quel momento principe ereditario, con Maria Adelaide d'Asburgo-Lorena. Nel poemetto La geografia patria la sposa riceve i doni nuziali da quattro donzelle, che impersonano allegoricamente le quattro parti del regno sabaudo, ossia la Savoia, il Piemonte, il Genovesato e la Sardegna: ciascuna di esse illustra alla festeggiata le migliori caratteristiche del proprio territorio. Per una volta, Bertolotti fu superato nell'encomio: l'omaggio agli sposi più apprezzato fu un componimento di Giulia Molino Colombini186, futura scrittrice d'educazione femminile. La poetessa fu lungimirante nell'intercettare le mire politiche dei Savoia, formulando coi propri versi l'augurio che il dominio della famiglia reale si estendesse ai danni dell'Austria lungo tutta la valle del Po, dalla fonte alla foce. Il poemetto bertolottiano, limitandosi alla sola funzione descrittiva, per ammissione dello stesso autore non riuscì ad accendere gli animi.

Nel frattempo, a partire dal 1838, Bertolotti si stava dedicando alla stesura del suo poema Il Salvatore, edito nel 1844: una vita di Cristo raccontata seguendo i Vangeli, «ma vestita di tutte le adornezze poetiche consentite dall'argomento»187. Due le caratteristiche dell'opera ricordate da Bertolotti nelle sue memorie. La prima è l'escamotage narrativo attraverso il quale la storia viene raccontata dal discepolo Natanaele, espediente che secondo Bertolotti conferisce maggior naturalezza all'evocazione degli episodi della vita di Gesù di Nazaret, del quale nei Brevi ricordi, accanto a miracoli e insegnamenti, si menzionano immancabilmente le “peregrinazioni”. Il problema della voce narrante, del resto, Bertolotti se l'era posto fin da quando si era celato sotto le spoglie «or di Antico Militare, or di Cavalier

186 «La signora Colombino» nei Brevi ricordi: ivi, p. 246. Si veda la Bibliografia del materiale custodito in Biblioteca Reale relativo alle nozze del futuro re Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide consultabile online aul sito dei Musei Reali di Torino: <https://www.museireali.beniculturali.it/events/12-aprile-1842-le-nozze-di-vittorio-emanuele-ii-e-maria-adelaide/>.

187 A. Brofferio, op. cit., p. 249.

Siciliano, ora di Luogotenente in ritiro, per tener più libertà nello scrivere»188, come rivela una nota dell'editore ai volumi delle Peregrinazioni. L'altra caratteristica, almeno nelle intenzioni dell'autore, è la piacevolezza della lettura, che, memore Bertolotti dei precetti oraziani, doveva evitare che l'opera fosse noiosa come «tutte le Cristiadi o Messiadi»189.

Davide Bertolotti morì nella notte tra il 12 e il 13 aprile 1860.

188 D. Bertolotti, L'Editore a chi legge in Peregrinazioni, op. cit., I, pagina non numerata.

189 A. Brofferio, op. cit., p. 250.

2. La letteratura di viaggio di primo Ottocento e l'opera di Bertolotti