4. IL CASO DI BRESCELLO
4.3 TRASFERIMENTO DI VOLUMETRIA RESIDENZIALE IN VIA PIRANDELLO: LA VARIANTE
Fig.3 Il quartiere di Brescello denominato “Cutrello”.
Per fare maggiore chiarezza sulla vicenda, sono state effettuate diverse interviste ad esponenti della lista civica «Insieme per Brescello» di area di centro-sinistra e gruppo di maggioranza in Consiglio comunale al momento del commissariamento. Nello specifico sono stati intervistati un ex vicesindaco, due ex assessori ed un ex consiglier e, insieme a questi, anche tre ex sindaci e uno dei tre commissari prefettizi alla guida del Comune, infine si sono verificate alcune chiacchierate informali con funzionari comunali e cittadini112.
La variante “Cutrello” però sconta il fattore temporale, perché l'adozione di questo strumento urbanistico risale al 24 settembre 2003, mentre l'approvazione al 30 novembre 2004, dunque diversi intervistati non erano ancora presenti all'interno degli organi locali di governo. In secondo luogo, alcuni di essi, hanno rivestito ruoli legati ad altri settori amministrativi rispetto a quello concernente le scelte di pianificazione urbana. Infine, sulla vicenda, pesa la parzialità delle informazioni presenti nella relazione prefettizia, l'unica consultabile, che non permette una lettura approfondita dell'accaduto; viene infatti riportato solo uno stralcio della vicenda con un rimando alla relazione ispettiva completa «[...] (se ne tratta ampiamente nelle premesse e nel corpo della relazione ispettiva) [...]», relazione ispettiva - completa e senza omississ - neanche parzialmente consultabile. Lo stralcio riportato nella sintesi della relazione, essendo parziale, ad una prima lettura potrebbe risultare fuorviante; da questo documento la questione sembrerebbe riguardare la costruzione di un nuovo quartiere:
«[...] si può quindi affermare che a partire dall'adozione della variante “Cutrello” (il nome deriva dalla fusione dei toponimi Cutro e Brescello), che ha di fatto consentito la costruzione di un intero quartiere abitato da immigrati calabresi (se ne tratta ampiamente nelle premesse e nel corpo della relazione ispettiva113) sino ai giorni nostri, la consorteria 'ndranghetista presente sul territorio ha
trovato nel comune non solo una continuità di indirizzo politico favorevole ma anche una struttura disponibile e non impermeabile al suo volere. Ciò sicuramente per “amore del quieto vivere”,
112 Le interviste sono state compiute nei mesi di settembre e ottobre del 2016. 113 Relazione secretata e inaccessibile.
tradottosi nel tempo in un condizionamento inerte e passivo, ma anche, verosimilmente, per il timore di doversi confrontare con personaggi dallo spessore forte ed impositivo appartenenti alla cosca [...]» (Prefettura di Reggio Emilia 2016).
Affermazione questa che, come si vedrà, è stata smentita sia dai documenti analizzati sia dalle interviste effettuate. L'opacità delle informazioni, come accade spesso, ha contribuito alla formulazione di ipotesi infondate; per qualcuno, ad esempio, la questione avrebbe riguardato l'utilizzo di ipotetiche quantità di cubatura, prelevate da altre zone edificabili del Comune e messe a disposizione dei costruttori – tutti di origine calabrese - proprietari dei lotti edificabili del comparto che, così facendo, avrebbero avuto la possibilità di aumentare a piacimento le volumetrie dei propri edifici.
Ad ogni modo sul caso, come già sottolineato, cercando di fare maggiore chiarezza, sono state realizzate diverse interviste, tra le quali ne spiccano due fatte ad un importante soggetto politico locale, Sindaco per molti anni di seguito.
Nei fatti, la questione “Cutrello” altro non era che una variante parziale al PRG legiferata per permettere un trasferimento di volumetria residenziale di complessivi 2.800 mq; tale operazione avrebbe permesso di completare un comparto - tutto residenziale – ubicato in posizione periferica rispetto al centro storico del paese, per il quale l'amministrazione decise di migliorare le dotazioni di verde e parcheggi. Tutto grazie al trasferimento di due lotti edificabili - previsti inizialmente al centro dell'area - appena al di fuori del perimetro originario dell'intervento.
Fig.4 Le aree rimaste libere dopo il trasferimento delle volumetrie tramite variante urbanistica.
Prima di passare all'analisi della variante in questione, grazie alle interviste effettuate sul campo è stato possibile ricostruire alcuni passaggi della storia urbanistica del territorio di Brescello.
Durante gli anni '70 l'amministrazione comunale formula un primo Programma di Fabbricazione, caratterizzato dalla previsione di un futuro sviluppo urbano molto consistente; una crescita ipotizzata che a conti fatti non avviene. Successivamente, nel 1990, viene redatto il primo PRG, vigente sino al 2002, momento in cui si mette mano ad una variante strutturale del Piano114;
ancora oggi a Brescello vige il Piano del 2002. Il fatto che Brescello in quindici anni non abbia 114 In entrambi i casi, sia nel 1990 che nel 2002 il Sindaco era Ermes Coffrini; primo cittadino dal 1985 al 2004, intervistato due volte nel corso della presente ricerca.
ancora rinnovato il proprio strumento urbanistico, magari attraverso una variante strutturale, secondo alcuni intervistati, è avvenuto soprattutto per due motivi: il primo riguarda lo sviluppo urbano reale di Brescello, un paese rimasto, in sostanza, circoscritto; il secondo è di natura prettamente economica, nei fatti far redigere un nuovo Piano urbanistico avrebbe previsto costi esagerati rispetto alle possibilità effettive dell'ente.
Fig.5 Dati ISTAT (inizio '900 - 2011) sulla produzione di edifici residenziali nei Comuni di Brescello, Boretto, Gualtieri, Poviglio, Sorbolo e Mezzani.
Per aver maggior chiarezza sul tema della crescita edilizia115 di Brescello, vengono riportate tre
tabelle nelle quali sono stati elaborati alcuni dati ISTAT: quelli riguardo alla produzione di edifici residenziali, quelli in merito alla produzione di abitazioni e quelli sulla popolazione residente. Si è deciso di effettuare un confronto, prendendo in considerazioni cinque Comuni, oltre a Brescello, tutti della stessa zona: tre della provincia di Reggio Emilia (Boretto, Gualtieri e Poviglio) e due situati in quella di Parma (Sorbolo e Mezzani).
A Brescello, i dati sulla produzione di edifici residenziali, riflettono una crescita urbana particolarmente contenuta, tranne che per il periodo precedente la seconda guerra mondiale116.
115 Si tenga conto che, nelle regioni del Sud Italia, la letteratura considera l'espansione del comparto delle costruzioni un fattore estremamente rilevante per la mafia (Sciarrone 2014).
116 A Brescello, fino al 2011, in totale saranno realizzati 1.404 edifici di tipo residenziale; a Boretto 1.238; a Gualtieri 1.660; a Poviglio 1.956; a Sorbolo 1.508; a Mezzani 1.008 (ISTAT 2011).
Fig.6 Dati ISTAT (inizio '900 - 2011) sulla produzione di abitazioni nei Comuni di Brescello, Boretto, Gualtieri, Poviglio, Sorbolo e Mezzani.
Ancora più contenuta appare la situazione riguardo le abitazioni costruite, i dati restituiscono un quadro caratterizzato da una bassa produzione abitativa117.
Fig.7 Dati ISTAT (1911 - 2011) sulla popolazione residente nei Comuni di Brescello, Boretto, Gualtieri, Poviglio, Sorbolo e Mezzani.
I dati sulla popolazione residente dimostrano, differentemente, una crescita continua, seppur leggera, dal 1971 al 2011; ad ogni modo la quantità di nuova popolazione rimane sempre molto contenuta118.
In questa situazione, introno agli anni '90 prende avvio, nella zona di via Pirandello (area “Cutrello”), un Piano particolareggiato di iniziativa privata, presentato da una ditta chiamata “Edil 117 A Brescello, fino al 2011, in totale saranno realizzate 2.362 abitazioni; a Boretto 2.178; a Gualtieri 2.724; a Poviglio 3.032; a Sorbolo 4.354; a Mezzani 1.591 (ISTAT 2011).
118 Gli abitanti residenti a Brescello erano 4.743 nel 1911, 5.138 nel 1931, 4.896 nel 1951, 4.470 nel 1961, 4.344 nel 1971, 4.455 nel 1981, 4.558 nel 1991, 4.817 nel 2001 e 5.546 nel 2011.
2000119”, successivamente fallita. Il Piano avrebbe dovuto permettere la costruzione di diverse
abitazioni ma, soprattutto per via dell'andamento del mercato abitativo, locale e nazionale, in quel momento non troppo florido120, il suddetto strumento non riesce ad essere completato, insieme
ad alcune delle opere di urbanizzazione previste121.
Secondo alcuni intervistati, siamo nello stesso momento in cui cominciano ad insediarsi i primi cittadini di origine calabrese, alcuni dei quali decidono anche di acquisire i lotti edificabili del comparto urbanistico che, proprio per questo motivo, sarebbe finito per essere denominato “Cutrello”. Questi primi cittadini di origine calabrese comprano i lotti disponibili così da poter costruire la propria abitazione visto che molti di questi immigrati, erano muratori e manovali. Dunque, è questo il periodo - fine anni '80 inizio dei '90 – in cui a Brescello confluisce un consistente flusso migratorio proveniente dalla regione Calabria: in particolare dalle zone di Cutro e di Isola Capo Rizzuto122. Migranti calabresi che, sin da subito, accettano di abitare nelle vecchie
case abbandonate - sia in campagna che in paese - o comunque in aree dove i brescellesi non avrebbero voluto risiedere; tra le quali figura anche la zona poi denominata “Cutrello”. Quest'area, dalla popolazione locale, viene considerata non troppo appetibile: i lotti erano vicini l'uno con l'altro e troppo contenuti, tra le varie lottizzazioni non era stata neanche prevista la dotazione di verde e la zona risulta essere un po troppo distante dal centro del paese; sono queste le motivazioni, in sostanza, per cui nella zona di via Pirandello oggi si trovano soprattutto calabresi. A questi elementi di fatto si potrebbe aggiungere la tendenza – riscontrabile in molte comunità migranti - a riunirsi, nei nuovi territori di arrivo, in gruppi di conterranei. Quelle «comunità nelle comunità alimentate dai nuovi ricongiungimenti famigliari tra generazioni, caratterizzate da più forti relazioni di vicinato e micro reti di assistenza, in cui si trasferiscono i modelli natali di relazioni civiche e sociali» (Dalla Chiesa, Panzarasa 2012: 151).
Ad un certo punto, quindi, la società proprietaria dell'area fallisce, lasciando alcuni lotti non edificati e soggetti a deterioramento; questi, una volta messi all'asta, vengono acquistati da un'altra società di Reggio Emilia (secondo un ex-Sindaco intervistato la CCPN cooperativa di Reggio Emilia), la quale, a sua volta, presenta un altro Piano particolareggiato di iniziativa privata123, il
vecchio aveva perso di validità. Nel frattempo emerge, da parte degli stessi abitanti del quartiere, il bisogno di dotazione di verde124; per far fronte a questa legittima richiesta il Comune avrebbe
concordato - con la nuova società proprietaria - di spostare due lotti edificabili (di 2.800 mq), previsti al centro del comparto, in un'area poco al di fuori del perimetro del Piano particolareggiato125: così da guadagnare 494 mq di parcheggi pubblici e 2.106 mq di verde
pubblico126.
119 «RILEVATO che in via Alberotto nei decenni scorsi è stato edificato un quartiere residenziale mediante un piano particolareggiato di iniziativa privata attuato dalla ditta Edil 2000» (Comune di Brescello 2003).
120 Intervista ad un e Sindaco e ad alcuni e consiglieri comunali.
121 «DATO ATTO che la ditta di cui sopra è fallita negli scorsi anni lasciando alcune opere di urbanizzazione da terminare» (Comune di Brescello 2003).
122 Secondo l'intervistato, nella sola provincia di Reggio Emilia dovrebbero risiedere circa 5.000 i calabresi, molti dei quali sono stati impiegati nell'edilizia.
123 «DATO ATTO che è stato presentato recentemente un piano particolareggiato di iniziativa privata per il completamento dei lotti non edificati, nel quale è stato concordato con l'Amministrazione Comunale la trasformazione di n.2 lotti edificabili in un parco pubblico e parcheggi, al fine di sopperire alla carenza di tali dotazioni» (Comune di Brescello 2003).
124 «VERIFICATO che in tale quartiere è emersa una forte richiesta da parte degli abitanti insediati di spazi da destinare a parcheggi e di aree verdi» (Comune di Brescello 2004).
125 «DATO ATTO che la superficie all'interno del comparto oggetto di variante (lotto A), è pari a mq. 2.600 per una cubatura edificabile di mc 3.120 che dovrà essere trasferita sull'area attualmente destinata a “Zona di rispetto dell'abitato” di mq. 2.805,16 (lotto B)» (Comune di Brescello 2003).
L'operazione viene portata a termine attraverso una «variante parziale al Piano regolatore generale», come previsto dall'art. 15 della LR n.47 del 1978 che permette127 variazioni, con
approvazione da parte del Consiglio comunale, laddove queste non prevedano «incrementi complessivi della nuova capacità insediativa […] superiori al 6% [...], e garantiscano nel contempo il rispetto delle dotazioni di standard previsti dalla legge regionale»128. Questa variante urbanistica
parziale, dal punto di vista dell'aumento della capacità insediativa, deve essere considerata del tutto neutra visto che, con la sua applicazione, non viene concesso alcun aumento di volumetrie. In altri termini, i valori insediativi originariamente previsti dal PRG vigente non sono stati modificati: semplicemente si permette un trasferimento di volumi per ricavare verde e parcheggi. In questo caso, sembra possibile concludere che siamo davvero molto distanti da quanto sostenuto nella sintesi della relazione scritta dal prefetto: la variante “Cutrello” non ha permesso la «costruzione di un intero quartiere abitato da immigrati calabresi» (Prefettura di Reggio Emilia 2016) bensì, questo strumento ha permesso un trasferimento di volumetrie. Sostenere che proprio a partire da tale vicenda la consorteria mafiosa abbia trovato nel Comune «continuità di indirizzo politico favorevole» e una «struttura disponibile e non impermeabile al suo volere» sembra per lo meno fuorviante di fronte alla documentazione esaminata. Solo da una delle interviste effettuata all'inizio della ricerca è emerso qualche aspetto controverso; elementi però che non hanno trovato alcun riscontro, sia nei documenti analizzati e sia nelle altre interviste: anzi, queste ultime hanno smentito l'indiscrezione.
ripartiti: parcheggi pubblici mq 494, verde pubblico mq 2.106» (Comune di Brescello 2003). 127 Sostituito dall'art.11 della L.R. 23/80 e dall'art. 12 della L.R. 6/95 (Regione Emilia Romagna).
128 Art. 15 della LR n.47 del 1978: «Tutela ed uso del territorio»; sostituito dall'art. 11 della L.R. 23/80 e dall'art. 12 della L.R. 6/95 (Regione Emilia Romagna.
4.4 PIANO DI RECUPERO AREA EX ARKOS: LA VARIANTE URBANISTICA PER LA REALIZZAZIONE DEL