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Secondo l’ESMO-ESGO-ESTRO Consensus Conference del Dicembre 2014 nelle pazienti con carcinoma dell’endometrio a rischio intermedio alto:

1. Se è stata eseguita la stadiazione linfonodale chirurgica e i linfonodi sono negativi, è indicata la brachiterapia adiuvante per ridurre il rischio di recidiva vaginale; nessun’altra terapia adiuvante è indicata.140

2. Se non è stata eseguita la stadiazione linfonodale chirurgica, è raccomandata la radioterapia adiuvante a fasci esterni se LVSI è positivo; la brachiterapia adiuvante esclusiva è indicata se LVSI è negativo.140

3. La terapia sistemica ha un beneficio incerto.140

Negli studi PORTEC-1 e GOG99142,143 i sottogruppi di pazienti con malattia a rischio-intermedio alto hanno tratto il maggior beneficio dalla radioterapia adiuvante esterna pelvica.140

In PORTEC-1 il gruppo a rischio intermedio-alto ha incluso pazienti con due o tre fattori di rischio tra età>60 anni, M>50%, G3. In questo sottogruppo il rischio di recidiva a 5 anni è stato del 20% nell’osservazione versus 5% nel gruppo sottoposto a radioterapia adiuvante e solo in questo il rischio di recidiva è stato ritenuto abbastanza alto da considerare il trattamento radioterapico. Il trattamento radioterapico non ha però mostrato nessun vantaggio sulla sopravvivenza globale.140

Lo studio PORTEC-2 ha incluso solo i pazienti definiti a rischio intermedio-alto nello studio PORTEC-1 e ha mostrato che la brachiterapia vaginale offriva un controllo della recidiva vaginale eccellente rispetto alla radioterapia esterna pelvica con un profilo di tossicità migliore.140,146

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Una recente analisi dei dati di PORTEC-1 e PORTEC-2 ha indentificato sia nel LVSI sia nel grado G3 fattori di rischio per la recidiva pelvica regionale e per metastasi a distanza. La radioterapia esterna pelvica ha ridotto il rischio della recidiva linfonodale in questo sottogruppo di pazienti (5% dei pazienti), mente la brachiterapia no.140,147

Lo studio GOG249148 ha incluso sia i pazienti con malattia a rischio intermedio-alto che a rischio alto randomizzati tra trattamento adiuvante radioterapico esterno pelvico esclusivo e trattamento brachiterapico seguito da chemioterapia (3 cicli di carboplatino e paclitaxel). I risultati presentati non hanno mostrato nessun beneficio nella sopravvivenza libera da malattia (PFS) nei due gruppi.140

Trattamento adiuvante nel cancro dell’endometrio ad alto rischio:

Secondo l’ESMO-ESGO-ESTRO Consensus Conference del Dicembre 2014:

➢ Nei pazienti con carcinoma dell’endometrio ad alto rischio, ad istologia

endometrioide, stadio I FIGO, G3, M >50%, indipendentemente dall’invasione linfovascolare:

1. Se è stata eseguita la stadiazione chirurgica linfonodale e i linfonodi sono negativi dovrebbe essere considerata la radioterapia esterna pelvica per ridurre il rischio di recidiva locale; la brachiterapia può essere considerata come alternativa, mentre la terapia adiuvante sistemica è in corso di studi.140

2. Se non è stata effettuata la stadiazione linfonodale è raccomandata la radioterapia esterna pelvica per il controllo della recidiva pelvica. La successiva chemioterapia adiuvante può essere considerata per aumentare la sopravvivenza libera da malattia.140

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3. Ci sono sempre più evidenze per supportare la combinazione di chemioterapia e radioterapia.140

Nello studio PORTEC-1142 non sono state incluse le pazienti con tumore in stadio IB G3, che sono state comunque registrate. Un’analisi di queste 99 pazienti tutte sottoposte a RT pelvica adiuvante, ha dimostrato che il tasso di controllo locale e sopravvivenza a 5 anni è significativamente inferiore a quelli del braccio che hanno subito radioterapia dello studio PORTEC-1 (rispettivamente 86% versus 97% e 58% versus 8%). Questo conferma che le pazienti con carcinoma dell’endometrio in stadio IB G3 sono ad alto rischio di recidiva locale e precoce diffusione a distanza.79 La radioterapia esterna pelvica è la terapia standard per i pazienti con malattia ad alto rischio ed è indicata per ridurre la recidiva locale. L’utilizzo della chemioterapia addizionale o esclusiva è stato studiato in numerosi studi randomizzati.140

Due studi, uno giapponese (JGOG 2033) ed uno italiano, hanno randomizzato pazienti con cancro endometriale ad alto rischio tra trattamento radioterapico a fasci esterni e trattamento chemioterapico adiuvante con ciclofosfamide, doxorubicina e cisplatino (CAP) per 3 o 5 cicli rispettivamente. Entrambi non hanno trovato differenze in termini di sopravvivenza globale o libera da malattia (OS a 5 anni: 85% versus 87% e 69 % versus 66% rispettivamente).140,149,150

In una analisi combinata degli studi randomizzati di NSGO 9501/EORTC 55991 e MaNGO-ILIADE III, l’aggiunta della chemioterapia adiuvante (4 cicli di chemioterapia platinum-based somministrata prima o dopo la radioterapia) alla radioterapia a fasci esterni è stata associata ad un aumento significativo della sopravvivenza libera da malattia a 5 anni (78% versus 69%) ed una tendenza all’aumento della sopravvivenza globale (82% versus 75%).140,151

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L’analisi di un sottogruppo suggerì che il beneficio della chemioterapia adiuvante fu ristretto ai pazienti con istologia endometrioide piuttosto che all’istologia sierosa e a cellule chiare. Comunque non possono essere tratte conclusioni definitive dall’efficacia del trattamento chemioterapico adiuvante per i tumori sierosi o a cellule chiare.140

Risultati promettenti sono stati trovati nello studio in fase II RTOG 9708 di 46 pazienti sottoposti a radioterapia esterna pelvica concomitante a 2 cicli di cisplatino (50 mg/m2 al giorno 1 e 28) seguito da 4 addizionali cicli con un intervallo di 28 giorni di cisplatino (50 mg/m2) e paclitaxel (175 mg/m2) mediante infusione in 24h.

L’OS a 4 anni è stato dell’85 % per l’intero gruppo e 77% per i pazienti in stadio III.140,152

➢ Pazienti con carcinoma endometriale endometrioide in stadio II FIGO:

1. Se è stata eseguita la stadiazione chirurgica linfonodale e i linfonodi sono negativi:

-Nei tumori di grado 1-2, con invasione linfovascolare negativa è raccomandata la brachiterapia vaginale per ridurre il rischio di recidiva locale.140

-Nei tumori di grado 3 o LVSI positiva, è raccomandata la radioterapia a fasci esterni a campo ridotto con la possibilità di un boost con brachiterapia. La chemioterapia è in corso di studi.140

2. Se non è stata eseguita la stadiazione linfonodale è raccomandata la radioterapia a fasci esterni con possibilità di considerare un boost con brachiterapia. L’aggiunta della chemioterapia può essere considerata nel grado 3 o nel LVSI positivo.140

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Nella classificazione FIGO 2009 lo stadio II include i tumori con invasione dello stroma cervicale117, ed è associato ad un’aumentata frequenza di invasione miometriale profonda e grado 3, rendendo difficile da concludere se la sola invasione cervicale sia la ragione dell’aumentato rischio di recidiva e OS più basso rispetto allo stadio I.140

Esistono controversie riguardo al ruolo della brachiterapia vaginale in combinazione alla radioterapia a fasci esterni153, mentre l’indicazione al boost brachiterapico è chiara nei rari casi in cui il tumore infiltra i margini vaginali.

Studi non hanno trovato differenze in termini di recidiva locale o OS nei pazienti in stadio II trattati con o senza brachiterapia vaginale addizionale, ma un aumento del rischio di effetti avversi.154-156

➢ Nelle pazienti con cancro dell’endometrio stadio III:

-E’raccomandata la radioterapia adiuvante a fasci esterni per diminuire la recidiva locale e aumentare la PFS.

-La chemioterapia è raccomandata per aumentare la PFS e la sopravvivenza specifica da tumore.

-Ci sono sempre più evidenze di somministrare sia la radioterapia che la chemioterapia;140

Nei pazienti in stadio IIIC, la radioterapia esterna pelvica o a campi estesi è associata ad un aumento dell’OS e del controllo locoregionale di recidiva, mentre la percentuale di recidiva pelvica è più elevata dopo il solo trattamento chemioterapico adiuvante.153,157

Considerando i risultati degli studi NSGO/EORTC/Iliace151, l’uso della radioterapia e chemioterapia combinato è raccomandato.

Sono attesi i risultati dello studio GOG258 per valutare se davvero la combinazione della radioterapia e chemioterapia nello stadio III e IV di malattia aumenti la PFS e OS rispetto ai singoli trattamenti.140

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➢ Pazienti con cancro dell’endometrio ad istologia non endometrioide:

Nei pazienti ad istologia non endometrioide (carcinoma sieroso, a cellule chiare, carcinosarcoma, indifferenziato, misto):

1. Per l’istotipo sieroso o a cellule chiare è indicata la chemioterapia; nello stadio IA senza invasione linfovascolare si può considerare il trattamento brachiterapico senza chemioterapia. Dallo stadio IB la radioterapia a fasci esterni associata alla chemioterapia può essere considerata, soprattutto se c’è interessamento linfonodale.140

2. Per il carcinosarcoma e tumori indifferenziati è indicata la chemioterapia e può essere considerata la radioterapia a fasci esterni.140

A causa della bassa frequenza di tumori ad istologia non endometrioide la maggior parte degli studi sono retrospettivi e hanno incluso un numero limitato di pazienti.

Lo studio retrospettivo più ampio suggerì un beneficio nella sopravvivenza nell’utilizzo combinato della chemioterapia e radioterapia nel carcinoma sieroso158, ma un’analisi di un sottogruppo degli studi NSGO9501/EORTC559911 e MaNGO-ILIADE III non hanno mostrato un aumento della sopravvivenza nei pazienti con tumori sierose e a cellule chiare.140,151

Dato l’alto tasso di metastasi a distanza in questi tumori la chemioterapia adiuvante trova un razionale e studi clinici sono incoraggiati.140,159

Uno studio retrospettivo ha indagato il ruolo della brachiterapia vaginale per i tumori sierosi e a cellule chiare in stadio I. La sopravvivenza globale a 5 anni fu dell’84% suggerendo che la sola brachiterapia sia sufficiente in pazienti con malattia in stadio IA.140,160

Nello studio EORTC-55874, 224 pazienti con sarcoma uterino in stadio I- II sono stati randomizzati per ricevere radioterapia adiuvante dopo trattamento chirurgico; di questi, 91 avevano un carcinosarcoma.

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La radioterapia ridusse il rischio di recidiva locale ma non c’erano differenze nella sopravvivenza globale.140

Uno studio del GOG ha confrontato l’irradiazione addominale con 3 cicli chemioterapici di ifosfamide e cisplatino dopo trattamento chirurgico: la chemioterapia fu associata ad un rischio più B basso di ricorrenza e aumento della sopravvivenza ma le differenze non erano statisticamente significative.140,161

Trattamento del carcinoma endometriale metastatico e