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2. IL MARCHIO BIOLOGICO

2.4 Il settore distributivo del Biologico

2.4.4 I trend in atto nel mercato dei prodotti Biologici

A testimoniare questo spostamento verso i canali di vendita alternativi ci pensa il Rapporto Bio Bank 2015, che analizza i trend in atto nel periodo 2010-2014, segnando crescite a due cifre per quasi tutte le attività monitorate, ad eccezione dei mercatini che invece rimangono invariati.

Secondo tale rapporto è il settore della ristorazione biologica che segna l’incremento maggiore (+65%), il così detto “bio fuori casa”, intendendo con esso i vari ristoranti, bar, gastronomie, gelaterie e locali che utilizzano almeno il 70% di materie prime biologiche. Il settore ha registrato centinaia di nuove aperture, passando dai 246 locali nel 2010 alle 406 attività nel 2014: si tratta principalmente di ristoranti di cucina vegetariana e vegana, seguiti da quelli ci cucina tradizionale. È comunque un settore (quello della ristorazione biologica) non ancora regolamentato a livello comunitario e nazionale, e questo ha spinto molti enti di certificazione a crearsi degli standard personali.

Al secondo posto nel trend dei canali di vendita alternativa, sicuramente tra i più interessanti per il futuro, si piazzano gli e-commerce, con un incremento del 59% nel periodo di analisi 2010-2014, passando da 152 siti a 241. Così come riportato dal Bioreport 2015, di questi siti solo il 12% sono negozi operanti esclusivamente online, il 18% sono di proprietà di negozi specializzati, mentre la fetta più grossa, il 70%, fa riferimento ad aziende di produzione. E infatti, il 2014 viene definito l’anno dell’e-commerce nel Rapporto Bio Bank 2015, poiché nel mercato online hanno fatto l’ingresso anche due marchi noti come EcorNaturaSì e Alce Nero, con l’obiettivo di integrare i canali tradizionali ed espandere così la propria rete distributiva.

73 In termini assoluti invece incremento maggiore è registrato dalla vendita diretta, in linea con il tentativo delle aziende più specializzate di uscire dalla GDO, scavalcando gli intermediari e prediligendo la filiera corta, cercando in questo modo di proporre direttamente i propri prodotti alla clientela. Le aziende agricole hanno compreso i vantaggi derivanti dalla vendita diretta, aprendo le porte al pubblico e permettendo di acquistare quanto prodotto in loco: si tratta per lo più di prodotti ortofrutticoli freschi, insieme a olio, vino, miele, conserve e altri prodotti lavorati. Tale approccio permette di trattenere maggior valore in azienda, e contemporaneamente di far risparmiare gli stessi acquirenti, non dovendo sostenere il sovrapprezzo dovuto a costi di trasporto, di stoccaggio, e promozionali. I dati di Bio Bank confermano questo trend, con una crescita del 20% nei cinque anni analizzati, passando da 2.421 punti vendita aziendali a 2.903: di questi, il 48% si trovano presso agriturismi, mentre il restante 52% presso aziende agricole. Per ampliare l’offerta, vengono inclusi ulteriori prodotti biologici provenienti da altre aziende.

Così come sostenuto da Fiorillo (2015), molte di queste aziende hanno iniziato a differenziare la propria offerta, per creare maggior valore e per diffondere i valori e gli ideali che caratterizzano la propria attività: ed ecco infatti la creazione di fattorie didattiche all’interno delle aziende che effettuano vendita diretta (secondo Bio Bank, vengono effettuate presso 178 delle quasi 1.505 aziende agricole biologiche). Un canale tradizionale di vendita in crescita, esterno alla Grande Distribuzione, è rappresentato dai negozi specializzati, in aumento negli ultimi anni grazie all’ingresso nel mercato di nuovi attori da una parte, e l’ampliamento della propria rete di vendita di marchi già affermati dall’altra. L’aumento è consistente anche per questa categoria, segnando un +16% nel cinquennio di riferimento, con l’apertura di più di cento nuovi negozi, arrivati in Italia a quota 1.348 nel 2014. La maggior parte di questi punti vendita sono collocati nel Nord Italia (circa il 65%), in particolare in Lombardia con i suoi circa 237 negozi. È proprio Milano il punto di partenza e di prova di molti esperimenti commerciali, tra cui il marchio Almaverde Bio, con il suo primo punto vendita specializzato, e Piacere Terra, nato dalla sinergia tra la famiglia Pozzi e la famiglia Scotti, entrambe molto affermate nel settore alimentare (la prima tramite Eurospin, la seconda tramite la Riso Scotti Spa).

74 Un fenomeno distributivo che sta prendendo molto piede negli ultimi anni sono i Gruppi di Acquisto Solidale (GAS), di cui si è già trattato nel capitolo precedente. La loro crescita è sorprendente se si osserva l’evoluzione dai primi anni del 2000, e prendendo in considerazione il decennio di riferimento 2004-2014 questi registrano l’incremento medio annuo più alto, intorno al 19,8%, passando da 146 Gas nel 2004 a 891 nel 2014. Tuttavia dal 2012 c’è stata una forte frenata e un loro consolidamento nel mercato, con il numero rimasto invariato nel periodo 2012 - 2014. È sempre la Lombardia che registra il maggior numero di attività, con circa 227 gruppi, che più in generale si concentrano prevalentemente al Nord (il 63%). Il rafforzamento della loro presenza sul Web gli ha permesso di farsi conoscere sempre di più e di diffondere la pratica, tant’è che oggi più dell’85% degli Gas presenta un proprio sito Internet.

Sebbene siano ancora poco presenti sul territorio, i Gruppi d’offerta rappresentano un altro esempio di rete che permette di unire i produttori con i consumatori, saltando gli intermediari sul mercato, e permettendo la formazione di un prezzo equo per tutti. Gli ordini vengono effettuati principalmente online e riguardano prodotti ortofrutticoli di vario tipo, insieme ad altri prodotti freschi, che vengono consegnati a casa una volta a settimana. I dati presentati da Bioreport 2015 fanno riferimento solo al biennio 2013-2014, in cui si registrano 29 Gruppi, concentrati per il 69% al Nord.

Non si può chiudere questo elenco senza citare quella che forse rappresenta la modalità di spesa più tipica e più adatta alla vendita di prodotti ortofrutticoli freschi e caratterizzati da un’alta deperibilità: i mercatini. Per le loro caratteristiche e per le modalità di acquisto, rappresentano una vera esperienza per gli acquirenti, che possono immergersi in un ambiente ricco di colori, profumi, suoni e persone, all’interno del quale è possibile trovare prodotti di alta qualità a prezzi convenienti. I prodotti venduti direttamente dal produttore sono generalmente molto freschi, privi di additivi e conservanti utilizzati per ritardare la deperibilità, e raccolti ad avvenuta maturazione, con vantaggi sul sapore. Inoltre subiscono ridotti spostamenti, dovendo essere venduti a una distanza di 30-40 km dalla zona di produzione. Questi vengono organizzati da varie tipologie di associazioni, come quelle culturali o dei produttori, ma anche dagli stessi negozi specializzati o dai Comuni. Gli appuntamenti sul territorio italiano sono migliaia, garantendo una forte

75 presenza durante l’anno, con cadenze diverse a seconda del tipo di mercatino. Il loro numero ha tuttavia subito una flessione, mantenendo nel 2014 lo stesso numero di attività del 2010 (con un aumento nel 2012 e una diminuzione nell’anno successivo). Il numero rilevato a fine anno si basa su quei mercatini che confermano e programmano l’attività anche per l’anno successivo.