2.9.1. L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni
Premessa
L’analisi dell’andamento turistico si basa sulle elaborazioni dell’Osservatorio turistico Unioncamere Emilia-Romagna-Regione Emilia-Romagna1. A compendio dell’analisi della stagione turistica si è fatto ricorso al contributo dell’indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna.
Il quadro generale.
I primi dati provvisori delineano una stagione turistica in ripresa, che si è valsa della migliorata intonazione dei consumi nazionali e di un clima più favorevole.
Nel periodo gennaio-settembre 2015 è stata registrata una crescita del 6,4 per cento degli arrivi, cui si è associato l’aumento del 4,0 per cento dei pernottamenti. E’ pertanto proseguita la tendenza negativa della durata del periodo medio di soggiorno sceso da 5,74 a 5,61 giorni (-2,2 per cento).
L’aumento dei pernottamenti, che costituiscono la base per il calcolo del reddito del settore turistico, è da attribuire soprattutto alla clientela italiana (+5,0 per cento), a fronte del più contenuto incremento degli stranieri (+1,2 per cento). Le provenienze dalle regioni italiane sono apparse in crescita, sia pure con diversa intensità. I flussi più consistenti provengono dalla Lombardia, le cui presenze hanno inciso per il 25,4 per cento del totale complessivo. Rispetto ai primi nove mesi del 2014 i lombardi hanno aumentato le presenze del 6,3 per cento. La seconda clientela è quella emiliano-romagnola e anche in questo caso i pernottamenti sono cresciuti significativamente (+7,2 per cento). Piemonte e Veneto occupano rispettivamente la terza e quarta posizione e per entrambe le regioni è stato registrato un incremento dei pernottamenti pari rispettivamente al 5,6 e 6,6 per cento.
Per quanto concerne la clientela straniera, i tedeschi si sono confermati la più importante clientela, costituendo il 6,5 per cento delle presenze totali. Rispetto al periodo gennaio-settembre 2014 i pernottamenti germanici sono cresciuti del 2,3 per cento. Seguono Svizzera e Liechtenstein (2,5 per cento del totale presenze), con un aumento dell’1,8 per cento. La terza clientela è quella francese, apparsa tra le più dinamiche (+9,4 per cento). I russi si sono collocati al quarto posto, facendo registrare larghi vuoti nelle presenze (-45,2 per cento). Il riflusso è da attribuire alle sanzioni economiche imposte dalla Ue a causa della crisi ucraina, che hanno contribuito, assieme alla caduta dei prezzi del petrolio, a creare una situazione recessiva2, con conseguente pesante svalutazione del rublo.
Il turismo della riviera
I primi nove mesi del 2015 si sono chiusi con un bilancio positivo. Arrivi e presenze hanno beneficiato di aumenti rispettivamente pari al 7,6 e 4,1 per cento, sui quali ha pesato la buona intonazione della clientela italiana, le cui presenze sono cresciute del 5,4 per cento, a fronte del più contenuto aumento degli stranieri (+0,3 per cento). I lombardi si sono confermati la maggiore clientela, rappresentando il 28,0 per cento dei pernottamenti, seguiti dagli emiliano-romagnoli (16,3 per cento). Le due regioni hanno evidenziato un andamento spiccatamente espansivo delle presenze, con aumenti rispettivamente pari al 6,8 e 10,4 per cento.
In ambito straniero la Germania ha confermato la propria preminenza (7,1 per cento del totale presenze), in virtù della crescita dell’1,8 per cento delle presenze. A seguire Svizzera e Liechtenstein e Francia. Per gli svizzeri i pernottamenti sono cresciuti un po’ più velocemente (+2,1 per cento), mentre
1 La metodologia prevede la rivalutazione periodica delle statistiche ufficiali attraverso le indicazioni fornite da un panel di oltre 1.300 operatori di tutti i comparti dell’offerta turistica regionale e da riscontri indiretti, come le uscite ai caselli autostradali, gli arrivi aeroportuali, i movimenti ferroviari, le vendite di prodotti alimentari e bevande per l’industria dell’ospitalità, i consumi di energia elettrica ed acqua, la raccolta di rifiuti solidi urbani, ed altri.
2 Secondo il Fondo monetario internazionale nel 2015 il Pil della Russia è destinato a diminuire in termini reali del 3,8 per cento.
per i francesi si può parlare di performance (+8,9 per cento). Da segnalare i larghi vuoti dei russi (-45,8 per cento).
Il turismo delle città
I flussi verso le città d’arte e d’affari hanno evidenziato un andamento in contro tendenza con quello generale, nel senso che la clientela straniera ha mostrato una migliore intonazione rispetto a quella italiana, sia come arrivi (+3,8 contro +1,1 per cento) che presenze (+4,3 contro +1,7 per cento). I lombardi hanno ribadito il loro orientamento verso l’Emilia-Romagna (8,3 per cento dei pernottamenti totali), evidenziando una leggera crescita dei pernottamenti (+1,7 per cento). Le provenienze dalla stessa Emilia-Romagna sono rimaste sostanzialmente stabili (+0,4 per cento). La terza regione è il Lazio (6,2 per cento dei pernottamenti totali), che ha accusato una diminuzione del 4,8 per cento.
Tra gli stranieri, i più attratti dalle città emiliano-romagnole sono tedeschi, inglesi, francesi e statunitensi. I primi hanno mantenuti sostanzialmente stabili i flussi delle presenze (+0,7 per cento), mentre inglesi e francesi hanno proposto ritmi di crescita dei pernottamenti assai vivaci, rispettivamente pari al 9,4 e 4,9 per cento. Per gli statunitensi la crescita delle presenze è apparsa più blanda (+0,4 per cento).
Il turismo dell’Appennino
I primi nove mesi del 2015 hanno sancito una buona ripresa dei flussi, favorita anche da condizioni climatiche estive che hanno indotto i villeggianti a “rifugiarsi” nelle montagne, a causa delle ondate di gran caldo che hanno ripetutamente investito le zone pianeggianti. Alla forte crescita degli arrivi (+13,4 per cento) ha fatto eco la buona evoluzione dei pernottamenti (+5,7 per cento). Tale aumento ha tratto linfa soprattutto dalla vivacità della clientela italiana (+6,9 per cento), ma anche gli stranieri hanno evidenziato una crescita apprezzabile (+2,8 per cento).
Le provenienze dall’Italia hanno prevalentemente origine dalla stessa Emilia-Romagna (34,2 per cento del totale), seguita da Toscana (14,2 per cento) e Lombardia (8,0 per cento). Tutte e tre le regioni hanno evidenziato per i pernottamenti incrementi compresi tra il 5 e 7 per cento.
Gli olandesi hanno confermato la loro preminenza (5,7 per cento delle presenze totali), nonostante il pronunciato calo (-8,5 per cento). Seguono i tedeschi (2,5 per cento), ma in questo caso è emerso un forte aumento dei pernottamenti (+23,9 per cento). Un andamento analogo, anche se in termini più sfumati, ha riguardato la terza clientela, ovvero gli inglesi, le cui presenze sono aumentate del 5,3 per cento.
Il turismo termale
I primi nove mesi del 2015 hanno registrato una buona ripresa degli arrivi (+6,9 per cento), cui è corrisposto un andamento più sfumato dei pernottamenti (+1,9 per cento).
Dal lato della nazionalità, la moderata crescita delle presenze è stata determinata dalla frenata della clientela italiana (-0,3 per cento), a fronte della forte crescita degli stranieri (+21,3 per cento). Per quanto concerne gli arrivi si ha un andamento simile a quello dei pernottamenti. Al contenuto incremento degli italiani (+1,5 per cento) si è contrapposto l’incremento del 31,0 per cento della clientela di provenienza estera.
L’indagine della Confesercenti regionale sulla stagione estiva.
La crescita dei flussi turistici descritta dai dati dell’Osservatorio turistico Unioncamere Emilia-Romagna-Regione Emilia-Romagna ha trovato eco nella tradizionale indagine campionaria che il Centro Studi Turistici di Firenze esegue per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna. Nel trimestre giugno-agosto 2015 è stata stimata una crescita delle presenze del 2,9 per cento rispetto all’analogo periodo del 2014. Ogni “prodotto” è apparso in aumento, con gli incrementi percentuali più elevati per
”Appennino e Verde” (+4,9 per cento) e “Città d’arte” (+3,8 per cento). La crescita più contenuta, ma comunque significativa, ha riguardato “Terme e Benessere” (+2,4 per cento). Tra i fattori della ripresa, dopo il deludente andamento di un anno prima, c’è la maggiore capacità di spesa degli italiani, assieme al favorevole andamento climatico, che ha invogliato la domanda turistica italiana. I risultati migliori sono stati registrati nel bimestre luglio-agosto, quello peggiore in giugno. Il sostegno della domanda estera si è esplicato in un incremento del 4,4 per cento dei pernottamenti, superiore a quello rilevato per gli italiani (+2,3 per cento). I dati di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna hanno descritto per gli stranieri una tendenza positiva.
Sotto l’aspetto della tipologia degli esercizi, la crescita più accentuata è stata percepita dal settore alberghiero (+3,3 per cento), mentre per le strutture extralberghiere l’aumento stimato è stato dell’1,8 per cento.
2.9. Turismo 157
Dal lato della nazionalità, il turismo straniero, come descritto in precedenza, ha evidenziato un maggiore dinamismo rispetto alla clientela italiana. Le relative presenze sono cresciute del 4,4 per cento, frutto del 35,2 per cento degli operatori che ha dichiarato aumenti, a fronte del 26,5 per cento che ha invece accusato cali. I pernottamenti della clientela italiana sono cresciuti meno velocemente (+2,3 per cento). Il 34 ,1 per cento degli operatori ha beneficiato di aumenti a fronte del 30,3 per cento, che ha sofferto diminuzioni. Dal lato della nazionalità della clientela straniera, hanno evidenziato un trend ascendente le presenze di Germania, Svizzera, Regno Unito, Scandinavia, Olanda, Belgio, Stati Uniti d’America e paesi dell’Est. Segno negativo per le provenienze dalla Russia, mentre sono apparse stabili quelle da Austria, Spagna, Giappone e Canada.
Dal lato del prodotto, nelle località della Costa Adriatica all’aumento degli italiani (+2,3%) si è aggiunto il +3,9 per cento di presenze straniere. Nelle “Terme e Benessere” spicca la crescita superiore al 7 per cento delle presenze straniere, cui ha fatto eco l’aumento dell’1,5 per cento di quelle italiane.
Nell’”Appennino e Verde” il buon andamento degli italiani (+3,9 per cento) è stato corroborato dalla vivacità della clientela straniera, i cui pernottamenti sono aumentati dell’8,9 per cento.. Nelle “Città d’Arte”, la sostanziale stabilità degli italiani (+0,4 per cento) è stata compensata dal pronunciato aumento della clientela straniera (+7,6 per cento).
Alla crescita dei pernottamenti si è associata la ripresa, oltre i due punti percentuali, del tasso di occupazione delle strutture ricettive, attestato al 56,5 per cento. Tra i vari prodotti turistici, il valore più elevato ha nuovamente riguardato le località della “Costa Adriatica” (71,3 per cento contro il 66,2 per cento di un anno prima), quello più contenuto l’“Appennino e Verde” (48,0 per cento). Dal lato della tipologia delle strutture, quelle alberghiere si sono attestate al 66,5 per cento, in misura maggiore rispetto alle altre strutture ricettive (50,6 per cento).
Per quanto concerne la redditività delle imprese, l’indagine commissionata da Assoturismo-Confesercenti Emilia-Romagna ha registrato, tra giugno e agosto 2015, una situazione che ha ricalcato quella positiva descritta per le presenze. Il fatturato ha beneficiato di un aumento dell’1,4 per cento rispetto all’analogo periodo del 2014, che è apparso superiore all’evoluzione dei prezzi al consumo, del trimestre giugno-agosto 2015, del settore dei “servizi ricettivi e di ristorazione”: +0,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2014. L’aumento più consistente del volume s’affari è stato dichiarato dagli operatori di ”Appennino e Verde” (+2,6 per cento), davanti a “Città d’Arte” (+1,5 per cento) e “Costa adriatica” (+1,2 per cento), mentre “Terme e Benessere” sono rimaste sostanzialmente stabili (+0,5 per cento). Il Presidente di Assohotel Confesercenti Filippo Donati ha definito deludente l’evoluzione del fatturato, poiché intaccata da una fiscalità giudicata a livelli ormai insopportabili.
2.9.2. La consistenza delle imprese
A fine settembre 2015 le attività più influenzate dal turismo, vale a dire i servizi di alloggio, ristorazione, agenzie di viaggio, tour operator e servizi di prenotazione, si articolavano in Emilia-Romagna su 30.400 imprese attive, vale a dire lo 0,6 per cento in più rispetto all’analogo periodo del 2014 (+1,5 per cento in Italia).
La nuova crescita della consistenza delle imprese “turistiche”, che è maturata in un quadro generale di segno contrario (-0,8 per cento), è da attribuire all’afflusso netto delle “variazioni”, che traducono in buona parte l’attribuzione del codice di attività in un secondo tempo rispetto alla data di iscrizione. Il saldo fra iscrizioni e cessazioni, escluso quelle di ufficio che non hanno alcuna valenza congiunturale, è infatti risultato negativo per 97 imprese, in misura tuttavia meno ampia rispetto alla situazione dell’anno precedente (-403). Tra i vari comparti, quello più consistente, rappresentato dai “servizi di ristorazione”
(82,7 per cento del totale “turistico”) è apparso in crescita dello 0,8 per cento. Stesso andamento per le
“attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione” (+2,1 per cento).
Non altrettanto è avvenuto per i “servizi di alloggio” (-0,5 per cento).
Sotto l’aspetto della forma giuridica, ad aumentare sono state nuovamente le società di capitale (+8,8 per cento) assieme alle imprese individuali (+1,8 per cento), trainate quest’ultime dalla crescita del 2,4 per cento delle attività dei servizi di ristorazione. Stessa sorte per il piccolo gruppo delle “altre forme societarie” (+2,2 per cento). Le società di persone sono invece apparse in calo del 3,4 per cento, replicando l’andamento di un anno prima.
Il costante aumento della popolazione straniera si riflette anche sulla struttura imprenditoriale. A fine settembre 2015 le imprese straniere “turistiche” sono risultate 4.031, con un incremento del 7,2 per cento rispetto all’analogo periodo del 2014, che ha replicato l’andamento di un anno prima. Le altre imprese sono invece diminuite dello 0,3 per cento, ampliando la diminuzione riscontrata nell’anno precedente (-0,1 per cento).
Sotto l’aspetto della forma giuridica, le imprese straniere si differenziano dalle altre per la maggiore incidenza d’imprese individuali (60,1 per cento contro 40,8 per cento) e per il minore peso di società di capitali (9,9 per cento contro 16,0 per cento) e di persone (29,6 per cento contro 42,0 per cento). Gli stranieri tendono pertanto più degli italiani a mettersi in proprio. Non esistono consorzi, mentre la cooperazione è limitata ad appena una dozzina di società equivalenti allo 0,3 per cento del totale rispetto alla percentuale dello 0,6 per cento delle altre imprese.
L’imprenditoria “turistica” straniera si articola pertanto su piccole imprese, poco capitalizzate. A fine settembre 2015 la percentuale di imprese straniere prive di capitale sociale aveva inciso per il 49,3 per cento del totale, in termini più ampi rispetto alla quota delle altre imprese (33,6 per cento). Le imprese maggiormente capitalizzate, con capitale sociale superiore ai 500.000 euro, erano appena quattro, equivalenti allo 0,1 per cento del totale, a fronte della percentuale dello 0,9 per cento delle altre imprese.
Gran parte dell’imprenditoria straniera si concentra nei servizi di ristorazione, con una incidenza del 93,5 per cento sul totale, più elevata di quella rilevata nelle altre imprese (81,1 per cento).
L’incidenza delle imprese straniere sul totale del turismo è stata del 13,3 per cento, superiore a quella media del Registro delle imprese (10,8 per cento). Un anno prima era del 12,5 per cento. La percentuale sale al 15,0 per cento nei servizi di ristorazione, mentre appaiono più “impermeabili” i servizi di alloggio (4,3 per cento) e le agenzie di viaggio, tour operator, ecc. (8,5 per cento). E’ interessante osservare la distribuzione delle persone attive dal lato della nazionalità. A fine settembre 2015 la nazione più rappresentata era la Cina, con 1.979 persone attive, equivalenti al 28,5 per cento del totale stranieri e al 3,8 per cento del totale complessivo. I cinesi sono concentrati nel settore della ristorazione con 1.965 persone attive, sulle 1.979 totali, per lo più amministratori (882) o titolari (730). La seconda nazione è la Romania, ma su numeri molto più contenuti rispetto alla Cina. Le 494 persone attive equivalenti al 7,1 per cento del totale straniero sono anch’esse concentrate nella ristorazione e anche in questo caso c’è una predominanza di amministratori (224) rispetto ai titolari (177). Seguono Albania e Pakistan con 421 e 404 persone rispettivamente tutte concentrate nei servizi di ristorazione. Nel lungo periodo, cioè rispetto alla situazione di fine settembre 2009, i cinesi sono più che raddoppiati, a fronte della diminuzione degli italiani (-1,7 per cento). Per i romeni c’è stata una crescita del 69,8,0 per cento. Tra le altre nazioni più rappresentate, vale a dire Albania e Pakistan, gli aumenti sono stati rispettivamente del 74,7 e 70,5 per cento.