5. Tribunale e uffici di sorveglianza
5.2 L’ufficio di sorveglianza di Pescara
Ha competenza su cinque penitenziari (le Case circondariali di Pescara, Teramo, Chieti, Vasto e Lanciano) che, alla data del 30 giugno 2016, annove-ravano un totale di 962 detenuti, di cui 645 definitivi, oltre 105 internati.
Alla stessa data i detenuti ristretti per reati compresi nel novero di cui all’art.
4 bis O.P. erano 331; i collaboratori di giustizia 22; i parenti di collabo-ratori di giustizia 61; il numero è in lieve aumento rispetto allo scorso anno.
Nonostante le aspettative dei recenti interventi legislativi (c.d. liberazione anti-cipata speciale, reclamo giurisdizionale di cui all’art. 35 bis O.P., reclamo c.d. risarcitorio ex art. 35 ter O.P. introdotti recentemente al fine di ottempe-rare alle prescrizioni imposte dalla Corte EDU, sent. Torreggiani), la tendenza attuale è quella di una nuova risalita del numero dei detenuti presenti negli istitu-ti, con conseguente aumento della mole di lavoro. Ad oggi, prescindendo dagli
effetti concreti che potrà comportare sulla posizione dei detenuti e dalle diffi-coltà interpretative di cui è portatore, detto intervento legislativo ha comportato un aumento impressionante dei procedimenti iscritti ed un aggravamento dei ruoli di udienza (già notevolmente appesantiti dalla necessità di fissare i procedimenti di riesame di pericolosità per i soggetti internati presso la Casa Lavoro di Vasto, che, nel periodo di riferimento, sono stati iscritti in numero di 228 complessivi, artt. 207 e 208 c.p.).
Il dato relativo alle pendenze nel periodo 01.07.2015/30.06.2016 descrive da solo lo stato di grave sofferenza in cui versa l’Ufficio in termini di smaltimento dei flussi in entrata, pur se si evidenzia un piccolo significativo miglioramento, che premia finalmente il grande sforzo dei magistrati: nel periodo sono stati iscritti 12.458 procedimenti (+ 1,14% rispetto allo scorso anno), definiti 12.681 (+ 6,62%); la pendenza residua è di 4.972 (- 4,54%).
Nel corso dell’anno in considerazione, il lavoro dell’Ufficio per l’esecuzione penale esterna di Pescara (che si articola nelle sedi di Pescara e Teramo) ha registrato un incremento notevole.
Con particolare riferimento alle misure alternative disposte in via provvisoria dal Magistrato di sorveglianza ovvero accordate in via definitiva dal Tribunale di sorveglianza, l’UEPE di Pescara ha amministrato nel periodo in oggetto n.
1.047 posizioni (a fronte delle 921 dello scorso anno) oltre a 165 in esecuzione di sanzioni sostitutive, mentre i casi in corso al 30.06.2016 erano 549; l’UEPE di Teramo ha amministrato n. 392 posizioni (a fronte delle 389 dello scorso anno) oltre n. 157 in esecuzione di sanzioni sostitutive), mentre i casi in corso al 30.06.2016 erano 204.
Come relazionato dal Direttore Reggente, il personale assegnato all’UEPE di Pescara-Teramo risulta da tempo carente nell’area di servizio sociale anche per i progressivi pensionamenti, il che non ha impedito il rispetto degli standard mi-nimi di intervento, attraverso strategie operative finalizzate ad ottimizzare tempi e risorse; le risorse finanziarie aggiuntive hanno peraltro consentito la presenza, sia pur limitata nel tempo, di esperti ex art. 80 O.P. (una psicologa ed un’esperta in servizio sociale).
Nel periodo in esame, presso l’Ufficio di Sorveglianza di Pescara sono stati iscrit-ti n. 655 procedimenti per misure alternative concesse dai Tribunali di Sorve-glianza (l’anno precedente erano state 726): attualmente si registra una pendenza di n. 1.039 procedimenti.
Sono state concesse n. 59 licenze a semiliberi, per le quali non si segna-lano inconvenienti di particolare gravità nella fruizione dei benefici di cui sopra.
Frequentissime sono state le richieste di autorizzazione da parte di affidati e detenuti domiciliari, per un numero di iscrizioni pari a n. 3.091 e di definizioni pari a n. 3.019.
Notevole l’incremento dei flussi in entrata relativi alle misure di sicurezza a seguito del trasferimento degli internati nell’Istituto di Vasto: nell’anno in corso sono stati iscritti complessivamente n. 43 procedimenti per l’applicazione di mi-sure di sicurezza (art. 679 c.p.), e sono stati iscritti n. 228 procedimenti di riesame della pericolosità sociale (artt. 207-208 c.p.).
Le procedure di conversione pene pecuniarie (art. 660 c.p.p.), esecuzione delle sanzioni sostitutive e di remissione del debito sono state iscritte nel periodo in valutazione in numero sempre crescente: iscritti n. 176 procedimenti di conversione/rateizzazione di pena pecuniaria, definiti n. 305; iscritti n. 90 procedimenti di remissione del debito per spese processuali o di mantenimento in carcere, (32 nell’anno precedente), definiti n. 75.
Particolare cura è stata dedicata alle attività di recupero interne agli Istituti.
Presso la Casa Circondariale di Pescara si segnala la presenza di un labora-torio di calzoleria che vede impiegati 13-15 detenuti per la produzione di scarpe antinfortunistiche destinate agli Istituti penitenziari della Repubblica, secondo commesse fatte dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria. E’ in pre-visione per il primo trimestre del 2017 l’avvio della produzione di scarpe per il personale di Polizia penitenziaria, grazie ad un progetto finanziato dalla Cassa Ammende; è presente inoltre, un laboratorio di mandorle pralinate, gestito dalla Cooperativa Le Tradizioni di Pescara che vede impegnato un detenuto utilizzato all’interno ed all’esterno in art. 21 O.p.; inoltre la ditta Saquella Caffè di Pescara, nel mese di dicembre, ha affidato l’attività di etichettatura del caffè a tre detenuti e si prevede la riattivazione della commessa per il mese di gennaio; nell’ambito di un Protocollo firmato con il Comune di Pescara 8 detenuti sono stati avviati a svolgere attività di pubblica utilità in regime di art. 21 O.p. per la manutenzione del verde pubblico e per attività di digitalizzazione.
Nella Casa Circondariale di Lanciano la D’Orsogna Dolciaria s.r.l. ha assunto quattro detenuti addetti alla lavorazione di semilavorati; la stessa società ha poi assunto anche semiliberi e detenuti in art. 21 O.p. presso il proprio stabilimento esterno. È stato altresì, elaborato un progetto di agricoltura biologica che ha impiegato tre detenuti in regime di art. 21 O.p. alle dipendenze dell’Ammini-strazione penitenziaria e della Cooperativa Valmavone s.r.l. di Pescara, progetto attualmente al vaglio della Cassa Ammende. È stata stipulata una convenzione con il Comune di Lanciano per la implementazione del servizio biblioteca: fine della convenzione è l’ingresso della biblioteca interna nel sistema bibliotecario comunale. Inoltre, è stata organizzata la quarta edizione del concorso nazio-nale Lettere d’Amore dal carcere, per valorizzare l’affettività dei detenuti ed è stata permessa la fruizione di colloqui supplementari nella Stanza Genitorialità dell’Istituto arredata con mobili e giochi, in modo da favorire l’unità familiare in un clima sereno e ed a misura di bambino.
Nella Casa Lavoro di Vasto sono da segnalare il corso di manipolazione degli alimenti in accordo con la ASL per detenuti ed internati interessati a lavorare presso la locale cucina, i lavori socialmente utili per la pulizia delle spiagge del-la riserva naturale di Punta Aderci che prosegue ormai da anni; del-la realizzazio-ne di bambole di pezza-pigotte in collaboraziorealizzazio-ne con l’UNICEF, fatte a mano nell’Istituto di pena, secondo l’abilità e la fantasia degli internati, progetto reso possibile grazie alla presenza di alcuni assistenti volontari che frequentano l’Isti-tuto. Inoltre, l’esperienza di formazione di base per apicoltore ha consentito di avviare, anche grazie all’installazione di un apiario, una piccola produzione di miele di buona qualità.
Nella Casa Circondariale di Chieti i detenuti partecipano ai laboratori di ge-nitorialità, teatrale, e di pedagogia introspettiva, condotto in collaborazione con l’Università G. D’Annunzio di Chieti; è stato realizzato altresì, il progetto “la Scuola incontra il carcere” ed i relativi incontri sono stati molto interessanti, poiché hanno visto il confronto attivo tra studenti e detenuti sui valori perso-nali, sul senso dell’etica e la responsabilità personale, con lo scopo di stimolare un processo di riflessione approfondita su di sé. E’ stato realizzato il progetto
“Natale 2016. Vetrine dal Carcere”, in collaborazione con la Confcommercio di Chieti che ha permesso la creazione di un piccolo laboratorio artigianale, con produzione di manufatti artistici che sono stati destinati agli addobbi natalizi di 40 negozi della Città di Chieti. È attivo un Coro formato da detenuti, studenti delle scuole del territorio ed i loro familiari.
Nella Casa di Circondariale di Teramo sono state valorizzate le aree verdi per favorire le relazioni familiari dei reclusi e per promuovere esperienza innovative di orto-terapia intramuraria attraverso il progetto “Il Verde oltre le mura”, col-legato al corso di Istruzione superiore di Agraria. I detenuti sono stati inseriti in iniziative di pubblica utilità e lavori socialmente utili (Progetto “ricominciamo dal verde”, in collaborazione con l’Associazione il Germoglio e con il Comune di Martinsicuro); inoltre, con protocollo d’intesa stipulato con l’Università degli Studi di Teramo, in data 8.7.2014, è stato istituito il Polo Universitario che è stato pubblicizzato a livello nazionale ed ha raccolto le adesioni di numerosi detenuti anche fuori distretto.
7. Riepilogo giustizia penale Corte di appello
Nel distretto è operativa dal 9 maggio 2016 una REMS, Residenza per l’Esecu-zione delle Misure di Sicurezza, dislocata in Barete (AQ), con una dotal’Esecu-zione di 20 posti letto (di cui 3 per donne) destinata ad ospitare i residenti in Abruzzo e Molise; trattasi di una struttura moderna, estremamente ospitale, che mostra sin dall’aspetto l’abisso che la separa dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ormai definitivamente chiusi.
Com’è noto, infatti, la legge n.81/2014 “…disposizioni urgenti in materia di supera-mento degli ospedali psichiatrici giudiziari“, ispirata ai principi solidaristici della nostra costituzione, ha finalmente posto fine ad una situazione ormai intollerabile per il sentire comune, stabilendo che la misura di sicurezza detentiva per i portatori di patologie psichiatriche autori di reato e socialmente pericolosi è l’eccezione e non più la regola, e che la “gestione” dell’imputato/condannato psichiatrico è principalmente di natura sanitaria e in tale ottica deve essere affrontata anche dall’Autorità Giudiziaria, sia in fase di cognizione che in fase di esecuzione. E ciò tanto più perché la pericolosità sociale che legittima il ricovero in REMS deve essere dichiarata, o confermata, solo “sulla base delle qualità soggettive della persona”, e non perché la persona è emarginata, priva di sostegni economici o per mancanza di programmi terapeutici individuali. È stata messa così la parola fine anche ai cosiddetti “ergastoli bianchi”, potendo il giudice, decorsi i termini della misura,