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Gli ultimi mesi di guerra e l’arrivo degli aiuti argentini.

1.5-Lo svolgimento del congresso di Montevideo e il ruolo di Sforza.

2.6. Gli ultimi mesi di guerra e l’arrivo degli aiuti argentini.

La questione dei soccorsi inviati dall’Argentina alle popolazioni italiane, avrebbe interessato così anche buona parte del 1945. In una comunicazione del ministero degli Affari Esteri inviato alla R. Ambasciata Italiana presso la Santa Sede, Zoppi riferiva un messaggio molto importante proveniente dall’Ambasciata italiana a Buenos Aires che avrebbe sollevato le sorti della popolazione di Roma:

“Autorità Alleata concesso questa Nunziatura autorizzazione invio noti soccorsi popolazione Roma. E’ stata sollecitata Madrid utilizzazione piroscafi spagnoli, già precedentemente offerti

317 M.VERNASSA, La politica del dopoguerra e la diplomazia argentina…, cit, pag. 83.

318 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f.46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n.38/1272, Navigazione argent-Rifornimenti all’Italia, Carandini al MAE, Londra, 24 febbraio 1945.

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da quel Governo”.319

Nella stessa comunicazione si precisava in maniera più dettagliata la notizia riferendosi a quanto un’agenzia di stampa spagnola aveva riferito sulle decisione dei governi di Londra e Washington:

[…] l’Agenzia “E.F.E”, aveva diramato da Buenos Aires la notizia che quel Nunzio avrebbe comunicato all’Ambasciatore spagnolo in detta città che i Governi di Londra e di Washington concederebbero il navicert ad una nave spagnola offerta dal Governo spagnolo per il trasporto in Italia di derrate e medicinali donate dallo Stato argentino alla Santa Sede in favore delle popolazioni italiane più bisognose”.320

Di seguito al telespresso, Zoppi riferiva che l’Ambasciata d’Italia a Madrid, aveva controllato la notizia diramata da questa agenzia spagnola, e aveva confermato che effettivamente le Autorità Alleate avevano concesso il navicert ad un piroscafo spagnolo per il trasporto delle merci raccolte in Argentina (si trattava di quelle merci acquistate nel giugno dell’anno precedente dall’episcopato cattolico argentino) nonché di quelle offerte dal governo argentino al Sommo Pontefice per le popolazioni italiane più provate dalla guerra.321 Nella parte finale della comunicazione si avvertiva: ”La predetta

Ambasciata ha aggiunto però che il nominativo del piroscafo non era stato ancora stabilito. Si prega di voler portare quanto precede a conoscenza della Segreteria di Stato di Sua Santità e si rimane in attesa di conoscere quelle eventuali notizie che codesta Ambasciata fosse in grado di assumere sulla questione”.322

La comunicazione giunta a De Gasperi, all’epoca ministro degli Affari Esteri,

319 ASDMAE, AP. 1931-45, Argentina, b. 42, f. 45, Invio di derrate e medicinali raccolte in Argentina alla S.Sede, Telespresso n. 14/2680, Zoppi (MAE) alla R. Ambasciata presso S.Sede, Prunas, 2 marzo 1945, pag. 1.

320 Ibidem. 321 Ibidem. 322 Ivi, pag. 2.

164 provocò da parte di quest’ultimo l’invio di una risposta di ringraziamento indirizzata all’Incaricato d’Affari dell’Argentina a Roma Oneto Astengo, per l’invio delle derrate e dei medicinali a bordo del piroscafo spagnolo diretto a Napoli:

Desidero pertanto, pregarLa di volersi rendere interprete presso il Suo Governo del vivo apprezzamento italiano per questo gesto che acquista un particolare significato non solo per il suo nobile contenuto, ma anche quale nuova prova dei vincoli di solidarietà e di amicizia che hanno sempre legato il popolo argentino al popolo italiano.323

Lo stesso giorno, il 7 marzo, un altro Telespresso di Zoppi riferiva di un comunicato che era stato inviato il 26 gennaio dall’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires sulla spedizione complessiva dei materiali provenienti dall’Argentina. Il comunicato riferiva.

Ho l’onore di trasmettere, qui allegata, una prima segnalazione di materiali vari inviati dall’Argentina ai bambini italiani bisognosi. La spedizione dei materiali in parola, è stata effettuata da questo “Comité de Ayuda a Italia” con la collaborazione dell’Unione Internazionale di soccorsi bambini” e del Comitato Internazionale della Croce Rossa.324

Di seguito, Zoppi, allegava lo specchio dei materiali e chiedeva alla Presidenza del Consiglio, dopo aver ricevuto le informazioni necessarie presso il Comitato Internazionale della Croce Rossa a Roma, di far sapere se tutti gli indumenti e i medicinali trasportati in Italia sulle motonavi “Albertia” e “Monte Ayala” fossero stati effettivamente distribuiti ai bambini italiani.325

323 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f.45, Invio di derrate e medicinali raccolte in Argentina alla S. Sede, nr. 14/02843/1 , De Gasperi a Oneto Astengo, Roma, 7 marzo 1945. Vedi anche la risposta di Oneto Astengo a De Gasperi del 9 marzo 1945, inviata poi da Zoppi alla Dir. Gen. Aff. Comm. con Telespresso n.14/03640, Roma, 21 marzo 1945.

324 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f.45, Invio di derrate e medicinali raccolte in Argentina alla S. Sede, Telespresso n. 14/82896, Zoppi al Comitato Internazionale della Croce Rossa e altri, Roma, 7 marzo 1945.

165 Verso la fine del mese, Zoppi rendeva nota la comunicazione all’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires, dove si riferiva che la Nunziatura argentina comunicava che il Governo spagnolo aveva concesso il piroscafo per i trasporti dei soccorsi alla popolazione di Roma.326

In seguito, il 16 aprile un Appunto riportava la comunicazione dell’Incaricato d’Affari di Argentina, con il quale il governo della Repubblica argentina “nell’intento di dimostrare al Regio Governo e al popolo italiano i suoi sentimenti di profonda inalterabile amicizia”, aveva posto a disposizione dell’Italia 100.000 tonnellate di grano che sarebbero state consegnate nel porto di Buenos Aires. Dalla comunicazione fatta dall’incaricato d’Affari argentino era lecito comprendere che si trattava di un vero e proprio donativo, per cui gli oneri italiani si sarebbero limitati al ritiro del grano ed al trasporto marittimo, ed a tale proposito si sottoponeva al Comitato di Ricostruzione l’opportunità di richiedere ai governi alleati, tramite l’Al lied Commission di porre a disposizione dell’Italia, limitatamente al trasporto in questione, una o più navi, traendole dal naviglio italiano allora inserito nel pool alleato. La stessa notizia del donativo di grano era stata comunicata il 12 aprile dal ministro degli Esteri argentino Ameghino a Federico Sensi, convocato per ricevere il testo del decreto che veniva pertanto inviato a Roma. Sensi aggiungeva che il ministro degli Esteri sottolineava:

Con vivissima cordialità desiderio Governo argentino dimostrare R. Governo e popolo italiano suoi sentimenti profonda inalterabile amicizia nonché suo intendimento promuovere sempre più intenso sviluppo tradizionale rapporti due Paesi. Dottor Ameghino richiamato inoltre sua ascendenza italiana manifestando particolare emozione ed orgoglio essere tramite simbolo

questione erano partite, la prima il 26 ottobre 1944 con 8000 paia di scarpe e la seconda il 22 dicembre del 1944 con 1 tonn. e mezzo di medicinali e materiale da medicazione e 5 tonn. di indumenti di lana e coperte nonché 9078 paia di scarpe.

326 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f. 45, Invio di derrate e medicinali raccolte in Argentina alla S.Sede, Telespresso n. 14/03851, Zoppi alla R. Ambasciata presso la Santa Sede, Roma, 26 marzo 1945.

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odierno gesto fraternità.327

Intanto De Gasperi scriveva di nuovo all’Incaricato d’Affari argentino Oneto Astengo una lettera che si esprimeva in questi termini:

Il Consiglio dei Ministri, facendosi interprete dei vivi sentimenti di gratitudine e di simpatia del popolo italiano per il popolo argentino, ha espresso la sua intima soddisfazione per un atto così generoso di fraternità ed ha formulato il voto che gli Alleati possano rendere possibile entro un breve termine, il trasporto del grano messo gratuitamente a nostra disposizione.

A questo messaggio di ringraziamento e di augurio per il futuro trasporto del prezioso carico, il nostro ministro degli Esteri, aggiungeva:

….il nobilissimo gesto del Suo Governo ci ha profondamente toccati. Ho già dato istruzioni alla R. Ambasciata a Buenos Aires di rendersi direttamente interprete presso il Governo della Repubblica dei nostri sentimenti di gratitudine. Ma sarò molto riconoscente anche a Lei se Ella vorrà anche da parte Sua far sapere al Suo Governo che la fraterna solidarietà che lega il popolo italiano a quello argentino e che nessuna vicenda ha mai smentito, è oggi ancora più salda e più cordiale che mai. Dica, La prego, al suo Governo che il popolo italiano, la cui resurrezione è avviata, non dimenticherà l’amicizia che l’Argentina gli ha dimostrato in quest’ora grave della sua storia328.

In un altro telespresso dello stesso giorno De Gasperi comunicava a Buenos Aires, di aver dato lettura della notizia del decreto con cui il governo argentino aveva disposto la donazione del grano e il comunicato con il quale, il governo italiano esprimeva sentimenti di gratitudine e di rispetto al popolo argentino per questo “atto generoso di fraternità formulando il voto che gli Alleati

327 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n. 2538, Soccorsi all’Italia, Sensi al MAE, Buenos Aires, 12 aprile 1945, pagg. 1- 2.

328 ASDMAE, AP. 1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, De Gasperi a Oneto Astengo, Roma, 19 aprile 1945.

167 possano rendere possibile entro un breve termine il trasporto in Italia del grano messo gratuitamente a nostra disposizione. Si ha notizia che volendo dare al gesto un maggiore significato il Governo Argentino affiderà la distribuzione non alla Croce Rossa Argentina, come prima si era detto, ma allo stesso Governo Italiano”.329 I due messaggi erano rappresentativi di un legame che

trascendeva gli interessi commerciali e avrebbe segnato positivamente i rapporti tra i due paesi anche dopo la fine del conflitto.

Un passo come la donazione delle 100.000 tonnellate di grano, veniva rimarcato, avrebbe permesso la normalizzazione dei rapporti con un continente in cui l’Italia aveva sempre avuto una posizione preminente per ragioni etniche, religiose, culturali e linguistiche; un indubbio vantaggio per le comunità italiane là emigrate, un aumento di prestigi del regio governo, utilizzabile eventualmente anche dalla propaganda degli Alleati per rafforzare il malcontento nei paesi satelliti della Germania; la possibilità sempre per il governo di avere maggiori e diretti contatti con l’estero. Il documento, conteneva la tradizionale valutazione italiana del continente latinoamericano e confermava come i rapporti nazionali con quell’area possedessero una funzione strumentale: l’approccio all’America Latina del nostro ministero degli Affari Esteri, conserverà a lungo tale caratteristica anche nel secondo dopoguerra.

329ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n.38/1999, De Gasperi a R. Ambasciata a Buenos Aires, 19 aprile 1945.

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Capitolo III

Dalla fine della guerra all’elezione di Perón

3.1- La politica estera argentina dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Nell’aprile del 1945, un’importante missione economica, politica e militare nordamericana, guidata dall’ambasciatore Avra Warren, venne a Buenos Aires e raggiunse diversi accordi con le autorità argentine. Giungeva così al culmine il processo di avvicinamento iniziato agli inizi del 1945.

Nel maggio del ’45, tuttavia, un nuovo cambiamento nella politica statunitense ebbe un’incidenza considerevole nella politica interna del paese latinoamericano. Dopo la morte repentina del presidente Roosvelt, il 12 aprile del 1945, e l’arrivo al potere di Harry Truman, fu designato ambasciatore a Buenos Aires, Spruille Braden, che cambiò la politica precedente e tornò alle attitudini “dure” dell’ex segretario Cordell Hull, di cui condivideva le idee.330

Braden considerava che, sebbene la Germania fosse stata sconfitta, il pericolo nazista era ancora serio in America Latina. Paventava, inoltre, la prospettiva della creazione di un “Quarto Reich” in Argentina. Il nuovo ambasciatore americano, nel suo breve soggiorno nel paese sudamericano, si trasformò così nel leader dei settori politici che, organizzati nell’Unión Democrática, si opponevano al regime militare e, in particolare, a Perón. Nell’agosto del 1945,

330 Su questo aspetto si veda il volume di M.RAPOPORT, El laberinto argentino. Política

169 l’ambasciatore, che aveva avuto degli incontri personali con l’influente colonnello, ritornò a Washington dopo aver sostenuto i preparativi di un colpo di stato che si concretizzò il 9 ottobre.

A seguito del colpo di mano. Perón perse tutte le sue cariche. Tuttavia, i fatti del 17 ottobre del 1945 produssero il suo ritorno sullo scenario politico, questa volta come leader di un nuovo movimento ancora in gestazione.331

Dal suo nuovo incarico come successore di Rockfeller nella segreteria degli Affari Latinoamericani, Braden giocò le sue ultime carte contro l’ascesa politica di Perón. Dispose nuove sanzioni economiche e pubblicò un documento, chiamato “Libro Azul”, dove si cercava di provare il legame dei governi argentino, da quello di Castillo fino a quello di Farrel e Perón, con i tedeschi. Il documento suscitò una forte impressione tanto all’interno come all’estero del paese. Pubblicato due giorni prima delle elezioni del 24 febbraio 1946, con il proposito di favorire gli oppositori di Perón causò un effetto contrario a quello sperato. Lo slogan “Braden o Perón”, lanciato da quest’ultimo, dette inoltre un tono antimperialista alla sua campagna elettorale. Così, dagli inizi del 1944 fino al 1946 la problematica della guerra si intrecciò con i conflitti interni e il confronto tra filo-alleati e pro-nazisti giocò un ruolo rilevante nella politica argentina, e nei nuovi equilibri internazionali in cui il paese sudamericano si veniva a trovare nel dopoguerra.332

3.2- Una difficile ricostruzione.

L’Italia non aveva però solo le necessità legate alla ricostruzione “democratica”. Alla fine di aprile, cessava il conflitto con la sconfitta dei nazifascisti e la fine della guerra civile che aveva sconvolto il paese dal 1943. Molte erano le speranze. Le famiglie si ricomponevano, si ristabiliva la normalità. Tutto

331 M.RAPOPORT, Historia económica, política y social de la Argentina (1880-2003), Emecé, Buenos Aires, 2008 pag. 257.

170 sembrava rientrare nei solchi consueti della vita quotidiana e, nello stesso tempo, tutto appariva, ed era, molto diverso. Le comunicazioni erano ancora difficili e gli approvvigionamenti restavano scarsi: il mercato nazionale era ancora diviso in una serie di mercati locali, al Nord e al Centro Sud.333 Proprio

in riferimento alla questione “alimentare”, che continuava a tenere banco attraverso i canali diplomatici, in un Appunto si richiedeva all’Italia di provvedere al ritiro del grano ed al trasporto di esso dal porto di Buenos Aires. Inoltre veniva richiesto all’Allied Commission “di mettere a disposizione dell’Italia il naviglio necessario per il trasporto, utilizzando le navi italiane attualmente inserite nel pool alleato”334. In risposta ad una lettera di De Gasperi

del 2 maggio, in cui ci si rammaricava per i ritardi nell’invio del grano, la Commissione alleata inviò il 30 maggio, una comunicazione, sulle difficoltà a riguardo dell’invio di grano argentino e la possibilità di usare le navi italiane attualmente inserite nel pool alleato, spiegando come ci fossero delle difficoltà da superare. La questione era al momento discussa tra il quartier generale della Commissione e Washington. Un ulteriore segnale venne inviato il 12 maggio e ci si augurava che potesse essere raggiunta una decisione al riguardo.335

Nonostante i buoni auspici e le rassicurazioni date durante l’estate, permanevano problemi di natura tecnica. Difatti a metà ottobre l’esportazione del grano dall’Argentina, non era ancora realizzabile poiché dal paese sudamericano si fece sapere che il quantitativo del grano non era ancora disponibile per l’imbarco. L’estrema deficienza dei mezzi di trasporti impediva l’esportazione anche ad altri paesi. Gli stessi uffici assicuravano che avrebbero

333 A.LEPRE, Storia della prima Repubblica. L’Italia dal 1943 al 2003, Il Mulino, Bologna, 2004, pag. 41.

334 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 41, f. 23, Personale diplomatico italiano, MAE, n. 41/06239, Appunto per l’Ufficio di Collegamento A.C.(Commissione Alleata), Roma, 28 aprile 1945, pagg.1-2.

335 ASDMAE, AP 1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telespresso n. 41/08459, MAE all’Alto Commissariato Alimentazione, Roma, 30 maggio 1945.

171 posto massimo impegno affinché venisse assegnata all’Italia la quota secondo i piani d’imbarco per novembre e dicembre, anche se precisavano che essa avrebbe dovuto “essere necessariamente ristretta”.336

Federico Sensi esponeva le sue considerazioni a riguardo parlando del fatto che “grave crisi politica locale e relativa paralisi attività amministrativa non consentono per il momento ulteriori pressioni presso ulteriori autorità”337. Il

riferimento era naturalmente a quello che stava accadendo in Argentina, dopo l’arresto di Perón ai primi di ottobre per volere di alcuni militari e la sua liberazione il 17 ottobre del 1945 da parte dei lavoratori, grazie all’attivismo della moglie del colonnello, Evita. Tutto ciò aveva causato molti disordini e un temporaneo disorientamento nel paese sudamericano.

A cominciare dal mese di novembre, da Buenos Aires si fece sapere che, secondo le indicazioni giunte dal ministero degli Esteri argentino, le spedizioni di grano sarebbero potute iniziare nel successivo mese di gennaio 1946 con una quota mensile non superiore alle 20 mila tonnellate. Inoltre Sensi comunicò che allo scopo di evitare che i 4 piroscafi italiani partissero vuoti, c’era la possibilità di vendere al governo italiano 30.000 tonnellate di granoturco al prezzo di 145 pesos per tonnellata. Per altri due piroscafi disponibili a dicembre si sarebbe studiata la possibilità di imbarcare altro grano. Sensi attendeva inoltre indicazioni dal governo italiano su ciò che doveva fare e sull’eventuale richiesta di altra merce.338 Una quindicina di giorni più tardi, Sensi telegrafò un nuovo

messaggio al ministero a Roma, informando delle sollecitazioni che aveva inviato a Washington:

“Poiché Regio Governo autorizzato acquisto trentamila tonnellate granturco e nostre 7 navi (portata netta complessiva circa 50 mila tonnellate) potranno lasciare questo porto

336 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telespresso n.1/10415, Sensi al MAE, Buenos Aire, 18 ottobre 1945, pag.1.

337 Ivi, pag. 2.

338 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f.46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n.11532, Sensi al MAE, Buenos Aires, 5 novembre 1945. Grano all’Argentina

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presumibilmente entro dicembre gennaio prossimo. Si conferma fabbisogno 80.000 tonnellate naviglio per trasporto grano periodo […]. Questo rappresentante USA privo fino ad ora istruzioni. Tuttavia comunicato quanto sopra e sollecitato concessione detto tonnellaggio. Appoggi iniziative”.339

La questione sembrò aver trovato una soluzione alla fine di dicembre quando in un ulteriore telegramma si comunicava per il Governo argentino nessun ostacolo impediva ormai l’imbarco a gennaio dei quantitativi di grano e granoturco in questione. Lo stesso ministero degli Esteri assicurava inoltre che secondo le possibilità di trasporto del governo italiano, sarebbe stata esaminata la possibilità di abbreviare il piano di consegna di tutto il grano. Infine Sensi annunciava come probabile la prossima spedizione del grano donato alla Santa Sede. Sensi concludeva dicendo che proprio in riferimento a queste notizie, aveva ripreso i negoziati con la flotta mercantile per una rapida conclusione anche dell’accordo sulle navi.340 Alla fine di dicembre Sensi comunicava che

l’ambasciata d’Inghilterra aveva comunicato in via di massima che i primi piroscafi disponibili avrebbero potuto trasportare le merci che erano a nostra disposizione e concesso il nulla osta per il carico e la partenza del piroscafo

Vittorio Veneto. Appena fosse avvenuta la consegna avrebbe provveduto all’imbarco del granoturco. Sensi concludeva attendendo da Roma l’autorizzazione alle spese di spedizione.341

La questione dell’invio di aiuti dall’Argentina all’Italia avrebbe impegnato la nostra diplomazia per un lungo periodo, fino al ’46. Si trattava del resto di un problema delicato. Degli approvvigionamenti alimentari, l’Italia aveva assoluto

339 ASDMAE, AP. 1931-45, Argentina, b. 42, f.46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n.1\1273, Sensi al MAE, Buenos Aires, 23 novembre 1945.

340 ASDMAE, AP.1931-45, Argentina, b. 42, f. 46, Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n.1417, Grano dall’Argentina con nostre navi, Sensi al MAE, Buenos Aires, 21 dicembre 1945, pagg.1-2..

341 ASDMAE, AP. 1931-45, Argentina, b. 42. f.46. Invio di grano e medicinali dall’Argentina in Italia, Telegramma n. 14496, Nostre navi e cereali dall’Argentina, Sensi al MAE, Buenos Aires, 29 dicembre 1945, pagg.1-2.

173 bisogno all’indomani della liberazione del Nord Italia dopo il 25 aprile e la caduta della Repubblica Sociale Italiana. “Per il Governo e per il popolo italiano” – scriveva Federico Sensi al ministro degli Esteri argentino Cesar Ameghino - “è motivo di particolare soddisfazione il fatto che la marina mercantile italiana sia stata così intimamente legata al sorgere e allo sviluppo della sua consorella argentina ed abbia potuto, in speciali e complesse circostanze, contribuire alla soluzione dei problemi di rifornimento dell’Argentina. Tale contributo costituisce infatti un altro di quei numerosi vincoli che uniscono così solidamente i due Paesi ed è un nuovo elemento di quella reciproca collaborazione che così notevoli vantaggi ha arrecato e non mancherà di arrecare, ancor più nel futuro, ad entrambi i Paesi”.342 La nota si

concludeva con l’augurio di un più prospero e glorioso avvenire alla flotta mercantile argentina, prevedendo che la sua collaborazione con quella italiana