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4. DATI EMERSI I FAMILIARI

4.4. Elementi di aiuto

4.4.3. Umanità degli operatori

All’interno di questa etichetta vengono riportati tutti quei dati che, pur avendo una notevole assonanza con gli aspetti riferiti alle competenze non tecniche prece- dentemente descritte, si caratterizzano in modo più specifico nell’esprimere l’importanza dell’avvertire un senso di umanità negli operatori sanitari. Poter instau- rare un rapporto più umano, meno freddo, si potrebbe dire proprio “familiare”, è sentito come molto facilitante dai parenti. Questo non significa cadere in un approc- cio che esula dai confini professionali, ma ad esempio, come viene espresso nell’estratto 487, considerare l’importanza che l’operatore possa presentarsi, aspetto spesso dato per scontato, ma che di fatto è rilevato come molto significativo. In me- rito al tema della possibilità di presentarsi si riporta uno stralcio tratto dalle annota- zioni riflessive del ricercatore, dove si evidenzia la portata della questione anche in collegamento con gli aspetti precedentemente descritti rispetto allo sguardo e al rico- noscimento.

Annotazione del ricercatore. Solo per oggi per un caso fortuito un nuovo medico fa da referente per individuare i familiari ai quali poter proporre l’intervista. Mi rimane nella mente perché dopo essermi presentata e aver presentato brevemente il progetto, nella fretta tipica del contesto, al momento di presentarmi dei familiari si ferma per un momento e mi chiede nuovamente il mio nome. Io gli richiedo il suo che in effetti nella rapidità dell’incontro non ricordavo già più.

Rimango un po’ sorpresa da questo inaspettato piccolo evento, che sento però anche prezioso: la sensazione è che abbia trovato un luogo e un tempo la possibilità di essere identificata con il mio nome, e di poter identificare quello del mio in- terlocutore. Sono stata riconosciuta. Quando ho concluso le interviste ho cercato il medico per ringraziarlo della disponibi- lità, ma era già dovuto spostarsi presso un altro reparto. Mi è dispiaciuto ed ho un po’ provato nel mio piccolo la fram- mentarietà che caratterizza la relazione e l’incontro tra operatori e familiari in terapia intensiva. È una vignetta che può sembrare banale, una cosa piccola: “mi ripeti qual è il tuo nome?” Ma ho pensato che proprio questo sceglierei come epi- sodio significativo nella mia esperienza di ricerca. Mi ha fatto pensare a quanto è importante in un contesto altamente tecnico, poter sentire, seppur nella precarietà e frammentarietà di un breve scambio, di essere visti e riconosciuti. Tante volte mi ero sentita una presenza quasi invisibile in mezzo ai rumori dei macchinari e al via vai degli operatori… mi sono chiesta se questa sensazione poteva essere simile a quella a volte riportata dai familiari quando hanno riferito l’importanza dello sguardo, di essere considerati, di essere visti.

Nell’estratto 38 si evidenzia in modo molto incisivo come l’umanità avvertita nel medico abbia lasciato un segno profondamente positivo nel parente, nonostante la gravità delle notizie comunicate e della situazione clinica del proprio familiare. Simil- mente è apprezzato, nonostante lo stato di sconforto, sentire una partecipazione da parte del medico che sta comunicando il proprio dispiacere per un peggioramento

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clinico (estratto 208). Percepire che il personale non è solo presente come prestatore di cure tecniche ma come persona nella sua umanità ha inoltre un effetto di aumento della fiducia complessiva nelle cure (estratto 225).

Si è notato infine come si faccia esplicito riferimento al fatto che tali aspetti coin- volgono anche quelle figure non strettamente sanitarie che operano in terapia inten- siva, che come precedentemente descritto tendono a viversi in modo marginale ri- spetto al rapporto con le famiglie. Nell’estratto 41 il familiare riporta invece di aver apprezzato l’umanità che tutto il personale ha dimostrato, anche ad esempio il modo in cui si è approcciato il personale addetto alle pulizie. Questo spunto stimola una ri- flessione su come la concezione di equipe non possa limitarsi, come spesso accade, alle sole figure sanitarie.

487 e quel giorno quell'infermiere si occupa di lei ed è capitato che si venisse a presentare per dirmi oggi ci sono io mi chiamo così e mi occupo della signora X. E io ero quasi insomma, è importante a volte instaurare un rapporto un po' meno freddo anche tra i parenti,

38 (…) se vogliamo pensare a un episodio che comunque m’ha colpito, nel momento in cui tutto sembrava perso, con un dottore in particolare ha avuto quella delicatezza quel modo di parlare quella... quell'umanità che nonostante fosse un momento veramente difficile è riuscito a trasmettermi non dico serenità o calma, comunque è riuscito a dirmi delle cose così dure in una maniera che comunque mi ha lasciato in lui uno dei... un ricordo veramente positivo.

40 (…) mi ha fatto piacere sapere che nonostante al di là dell'aspetto medico che comunque un dottore passi solo per avere il piacere o il desiderio di sapere come sta una delle sue pazienti, che magari in quel momento non ha in carico, per cui nonostante la situazione sia critica lo sia adesso lo sarà ancora e può darsi anche che non ne veniamo fuori, io di 5 settimane devo dire che ho avuto una grande soddisfazione e diciamo è stato piacevole avere a che fare con questo tipo di persone.

49 (…) per me è significato tanto avere a che fare con uno che ha avuto una sensibilità del genere nel dirmi una cosa così dura.

208 Il mi dispiace di ieri mi ha sinceramente... mi ha sconfortato perché quando un medico ti dice mi dispia- ce vuol dire che le cose non stanno prendendo una bella piega, soprattutto un medico di questo reparto,

dove si è sempre un po'in bilico tra la vita e la morte e dall'altro pur essendo nello sconforto mi ha comun- que fatto sentire una partecipazione.

225 Beh se non altro ho sentito che c'era gente che si prendeva cura della mia mamma ecco, che non venivano qui per fare le ore di lavoro e poi andare a casa ecco, questo... anche se credo che poi a un certo punto sia anche umano nel senso che in posti come questo si vedono talmente tante brutte cose che per forza di cose o vai via di testa o comunque devi un atti- mo staccare, però mi ha fatto sentire al sicuro ecco da questo lato, se non altro questo, cioè sono tranquilla perché so che qui stanno facendo di tutto e di più per poterla aiutare.

41 Non so se sia così in qualsiasi reparto, non credo, comunque, perché più secondo me è una situazione è critica più il personale deve essere portato per farlo quel tipo di lavoro lì, e comunque... non mi viene in mente altro ma comunque devo dire che le persone con cui ho avuto a che fare in qualsiasi momento, anche un infermiere che viene a fare due cose finché sei nella stanza, quasi scusandosi ti continua a girare attorno senza chiederti di uscire magari per fare il suo lavoro. Per cui insomma un ricordo bellissimo ce l’ho, parlo sia degli infermieri ma anche con il personale che vie- ne a pulire per terra, hai capito? nel senso... chiunque veniva lì che comunque entrano tutti salutano passo un attimo qua un attimo solo grazie eccetera... Insomma tutti quanti devo es- sere sincero io... È stata una esperienza nel male ma molto positiva come rapporti con le per- sone

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