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Un caso emblematico: Dispute Regarding Navigational Rights

Prassi successiva e interpretazione evolutiva: i limiti dell'interpretazione

3.1. Un caso emblematico: Dispute Regarding Navigational Rights

A titolo esemplificativo degli aspetti affrontati nel presente capitolo, è possibile analizzare il noto caso Dispute Regarding Navigational Rights78.

Il 29 settembre 2005, la Repubblica della Costa Rica depositò nel registro della Corte Internazionale di Giustizia un ricorso per l’instaurazione di un procedimento contro la Repubblica di Nicaragua. La controversia riguardava il diritto all’utilizzo da parte della Costa Rica del Fiume San Juan. Un trattato bilaterale del 1858 tra i due paesi poneva il fiume San Juan come confine tra i due Stati79. Secondo quanto ivi stabilito, l’intero fiume ricadeva nella sovranità del Nicaragua, mentre la Costa Rica manteneva un diritto di libera navigazione sul fiume con objectos de comercio80. La Costa Rica,

dunque, chiese alla Corte di dichiarare che il Nicaragua, negandole il libero esercizio dei suoi diritti di navigazione (e degli altri diritti collegati) sul fiume, fosse in violazione degli obblighi assunti con il trattato stesso.

L’aspetto rilevante per comprendere e risolvere la questione pertanto ruotava attorno alla definizione del termine comercio. Il Nicaragua proponeva un’interpretazione restrittiva, ritenendo che la definizione di tale termine fosse limitata al commercio di beni81. Il Costarica ribatteva sostenendo un’interpretazione più ampia in grado di ricomprendere '[a]ny activity in pursuit of commercial purposes and includ(ing), inter alia, the transport of passengers, tourists among them, as well as of goods'82.

I giudici dell'Aia adottarono una soluzione di compromesso tra le due posizioni, interpretando l'espressione comercio come comprensiva del commercio di beni e servizi, includendovi quindi il turismo, ma escludendo la navigazione delle imbarcazioni utilizzate per attività governative o pubbliche non perseguite per

78 Dispute Regarding Navigational and Related Rights (Costa Rica v Nicaragua), ICJ Reports 2009.

79 Il Trattato Cañas-Jerez tra Nicaragua e Costa Rica, reso esecutivo il 15 Aprile 1858, mirò ad arrestare la crescente tensione di confine tra i due Paesi. Il testo è riportato in Dispute Regarding Navigational and Related Rights (Costa Rica v Nicaragua), (Application Instituting Proceedings), ICJ Reports 2009, Annex 1 p. 20 e ss.

80 Articolo VI del Trattato Cañas-Jerez tra Nicaragua e Costa Rica, 1858.

81 Dispute Regarding Navigational and Related Rights, (Costa Rica v. Nicaragua), ICJ Reports, 2009, par 58. 82 Ibidem, par. 59.

ottenere un profitto83. La Corte, in altre parole, ritenne in tale occasione che al termine comercio, incorporato nel trattato, dovesse essere attribuito nel 2009 un significato ampio, nonostante la medesima espressione nel 1858 possedesse una portata molto più ristretta: tale termine doveva cioè essere interpretato in modo evolutivo, per poter rimanere efficace ed effettivo di fronte ai mutamenti e ai progressi scientifici tecnici e sociali avvenuti in quasi 150 anni. Come sottolineato da Arato e dalla CDI nell’analisi di tale controversia, '[t]he Court held that the term commercio is inherently evolutive, and must ipso facto be interpreted in light of its contemporary meaning at the time of application'84. La Corte giungeva a tale risultato, ritenendo che l’inclusione nel trattato, ad opera delle parti, di un termine generico e ampio significasse la loro volontà di attribuirgli una significato capace di evolvere nel tempo.

Infine la Corte precisò come tale conclusione potesse essere confermata, in linea con quanto stabilito dalla CDI85, dalla prassi successiva delle parti ex articolo 31 (3) (b) della Convenzione di Vienna.

In altre parole, nel caso di specie, la Corte sceglieva l'interpretazione evolutiva quale strumento in via principale, salvo poi ricorrere alla prassi successiva quale mezzo autentico di interpretazione in senso confirmatorio della volontà delle parti di attribuire al termine (generico) la capacità di evolvere nel tempo.

L’analisi di tale controversia mette quindi in luce un’ipotesi applicativa dell'interpretazione evolutiva, tecnica che meglio si attagliava alle esigenze del caso in oggetto, essendo necessario affrontare l'interpretazione di un termine generico ('comercio'). Tuttavia tale sentenza offre ulteriori spunti che testimoniano la suddetta distinzione tra i due strumenti interpretativi (interpretazione evolutiva e interpretazione sulla base di prassi successiva).

Alcuni giudici dimostrarono di convenire sulla soluzione raggiunta dalla Corte, ma

83 Ibidem, par. 71.

84 ILC, "Report of International Law Commission, Sixty-eighth session on Subsequent Agreement and Subsequent Practice in relation to the Interpretation of Treaties", 2016, in UN Doc. GAOR, Seventy- first session Suppl. No.10 (A/71/10), a p. 182; ARATO, "Subsequent Practice and Evolutive Interpretation: Techniques of Treaty Interpretation over Time and their Diverse Consequences cit.", a p. 448.

85ILC, "Report of International Law Commission, Sixty-eighth session on Subsequent Agreement and Subsequent Practice in relation to the Interpretation of Treaties", 2016, in UN Doc. GAOR, Seventy- first session Suppl. No.10 (A/71/10), a p. 181 e ss..

espressero disaccordo sulle ragioni che avevano condotto a tali conclusioni86. ll giudice Skotnikov, pur condividendo gli approdi cui era pervenuta la Corte, secondo i quali il significato del termine comercio era evoluto dal 1858, riteneva che le ragioni di tale mutamento non fossero da rintracciarsi nel carattere evolutivo dell’espressione, attribuitole dalle parti attraverso l’impiego di una terminologia generica, bensì nella circostanza per cui il Costarica 'for at least a decade' avesse utilizzato il fiume con scopi turistici, senza obiezioni da parte delle autorità del Nicaragua87. In altre parole, il giudice, negando che l'inclusione di un termine generico possa indicare la volontà delle parti di attribuirgli carattere evolutivo, riteneva che il trattato fosse giunto a includere anche il commercio in servizi e il turismo, non in forza di un’interpretazione evolutiva, bensì sulla scorta di una prassi successiva delle parti ex articolo 31 (3) (b) della Convenzione di Vienna, espressione del comune accordo delle medesime88. Si precisa che, come meglio specificato nei paragrafi precedenti, l'inserimento di un termine generico non è di per sè sufficiente a renderlo capace di evoluzione; tale equiparazione sarà l'esito di un'analisi casistica, fondata sì su di un interpretazione testuale, ma anche su di una valutazione telelologica e sulla natura del trattato.

In ogni caso, il contributo di Skotnikov offre lo spunto per indagare la possibile valenza modificativa della prassi successiva, effetto non riconducibile alla tecnica dell'interpretazione evolutiva e argomento che sarà oggetto di approfondimento nel

86 Eccezione fa invece il giudice Guillaume che, pur riconoscendo l’importanza e la validità dell’interpretazione evolutiva in generale, ritieneva che, nel presente caso, il termine comercio non fosse cambiato nel tempo, poiché esso avrebbe avuto già nel 1858 una concezione ampia comprendente il commercio in beni e in servizi. Dispute Regarding Navigational and Related Rights, (Costa Rica v. Nicaragua), ICJ Reports, 2009, Declaration of Judge Guillaume par. 16.

87 Le autorità del Nicaragua semplicemente richiedevano ai turisti sulle imbarcazioni della Costa Rica di acquisire un visto.

88 Dispute regarding Navigational and Related Rights, (Separate Opinion of Judge Skotnikov). Sul punto si veda quanto descritto da ARATO, “Subsequent Practice and Evolutive Interpretation: Techniques of Treaty Interpretation over Time and their Diverse Consequences”, in The Law and Practice of International Courts and Tribunals, Vol. 9, 2010, pp. 443 e ss., a p. 449. Per massima completezza va detto come il giudice basa la predilezione per l'utilizzo dello strumento della prassi successiva poichè la riteneva più rispettosa dell'antico canne dell' in dubio mitus. Come sottolineato da Arato, Skotnikov riteneva che 'unlike evolutive interpretation, reliance upon subsequent practice would not cut against this venerable doctrine precisely because it is based on evidence of the sovereigns’ current mutual understanding of the treaty derived from their conduct'. Ibidem, p. 485. Si veda anche VENZKE, How Interpretation Makes International Law, Oxford University Press, Oxford, 2012, a pp. 232–233; NOLTE, "Subsequent Practice as a Means of Interpretation in the Jurisprudence of the WTO Appellate Body", in CANNIZZARO (ed.), The Law of Treaties Beyond the Vienna Convention, 2011, pp. 138-144, a p. 143.

capitolo successivo. Skotnikov non fa esplicito riferimento alla possibilità di una modifica ad opera della prassi successiva, bensì ritiene che essa abbia evidenziato il comune accordo delle parti circa l'interpretazione del termine comercio, senza spingersi dunque a ricondurre il processo a un vero e proprio emendamento. Tale affermazione trattenuta si comprende se letta in combinato con quanto ritenuto dalla Corte in merito all'impossibilità di individuare una distinzione tra modifica e interpretazione: secondo la CIG infatti, una linea di demarcazione tra i due concetti sarebbe in pratica 'difficult, if not impossible, to fix'89.

La soluzione e l'argomentazione poste in essere dalla Corte appaiano le più convincenti per pertinenza dello strumento interpretativo scelto in via principale e mostrano, coerentemente con quanto sinora sostenuto, come le due tecniche possano supportarsi, pur rimanendo due approcci distinti.

89 Ergo tanto la Corte, quanto il giudice Skotnikov, utilizzano i due termini in modo intercambiabile, senza specificare se si tratti di un'interpretazione tout court o di un'interpretazione protesa alla modifica.

CAPITOLO III

Il valore modificativo della prassi successiva

SOMMARIO 1. Cenni introduttivi; 2. Prassi sospensiva, modus vivendi e possibili valutazioni dovute