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Il caso Whaling in the Antarctic

9.3. La necessità che la prassi sia 'motivated by the treaty'

9.9.3. Conferenze degli Stati parte e treaty bodies

9.9.3.1. Il caso Whaling in the Antarctic

A conclusione di tale disamina, pare giusto fare cenno a uno degli approcci più recenti alla materia: la sentenza della CIG Whaling in the Antarctic ha infatti offerto vari spunti di riflessione e soprattutto ha rappresentato occasione di ravvedimento e

279 Comments on Some Procedural Questions issued by the Office of Legal Affairs of the United Nations Secretariat in accordance with General Assembly resolution A/RES/60/286 (2006), disponibili a http://legal.un.org/ola/media/GA_RoP/GA_RoP_EN.pdf (accesso il 15 gennaio 2018). Il paper si spinge, nel corso della disamina dell'istituto del consensus nella prassi generale delle Nazioni Unite, a distinguere tra decisioni adottate per consenso 'without a vote' da un lato e 'by consensus' dall'altro, ritenendo il primo caso una forma di consenso più forte e radicata rispetto al secondo, più debole e fragile. Netta permane tuttavia la linea di demarcazione con l'unanimità. Per un'analisi trasversale dell'istituto si veda WOLFRUM, PICHON, “Consensus”, in Max Planck Encyclopedia of Public International Law, 2010, par. 3 and 24.

280 Legality of the Use by a State of Nuclear Weapons in Armed Conflict cit., a p. 81, para. 27. Legal Consequences of the Construction of a Wall in the Occupied Palestinian Territory, (Advisory Opinion), ICJ Reports, 2004.Certain Expenses of the United Nations cit., a p. 160. Whaling in the Antarctic (Australia v. Japan: New Zealand intervening), ICJ Reports, 2014. Si veda quanto sostenuto nel paragrafo successivo.

spinta all'approfondimento, portando la CDI -come si sottolineava nel paragrafo precedente- a dedicare apposita attenzione, nello studio del tema della prassi successiva, ai 'treaty bodies'281.

Il 31 maggio 2010 l’ Australia citava in giudizio il Giappone, dinanzi alla CIG, lamentando 'Japan’s continued pursuit of a large-scale program of whaling under the Second Phase of its Japanese Whale Research Program under Special Permit in the Antarctic (‘JARPA II’)', in violazione degli obblighi assunti dal Giappone in base alla Convenzione internazionale per la regolamentazione della caccia delle balene (d’ora in poi ICRW)282. La ICRW, firmata nel 1946, include un allegato che, tra l'altro, prevede dei limiti per la caccia alle balene ai fini commerciali e di sussistenza aborigena. Tale Allegato forma parte integrante della Convenzione, ma le sue previsioni, come ad esempio i suddetti limiti fissati, possono essere modificate dall’International Whaling Commission (d’ora in poi IWC o Commissione)283. L’articolo III, paragrafo 1 della Convenzione prevede la costituzione di tale Commissione e le assegna un ruolo significativo. Essa, cosa assai rilevante ai nostri fini, risulta composta da 'one member from each Contracting Government'284. La Commissione, ai sensi dell'articolo VI della ICRW, ha il potere di 'make recommendations to any or all Contracting Governments on any matters which relate to whales or whaling and to the objectives and purposes of this Convention’; infine può formulare modifiche all’Allegato, l'adozione delle quali richiede una maggioranza dei tre quarti dei voti espressi285. Tali eventuali modifiche, votate dalla Commissione, divengono vincolanti per lo Stato parte, a meno che esso presenti obiezione286.

Chiariti tali aspetti salienti per inquadrare la Commissione, quale organo cui è

281 Whaling in the Antarctic (Australia v. Japan: New Zealand intervening), ICJ Reports, 2014. La Corte si è pronunciata in modo definitivo il 31 marzo del 2014.

282 Ibidem, par. 1.

283 Whaling in the Antarctic cit., par 2-3 e si veda anche International Convention for the Regulation of Whaling , Washington, 2 Dicembre 1946, 161 UNTS 72.

284 Articolo III par 1 della Convenzione: “The Contracting Governments agree to establish an International Whaling Commision, hereinafter to be referred to as the Commission, to be composed of one member from each Contracting Government. Each member shall have one vote and may be accompanied by one or more experts and advisers”.

285 L'articolo III par 2 della Convenzione prevede che 'The Commision shall elect from its own members a Chairman and a Vice-Chairman and shall determine its own Rules of Procedures. Decisions of the Commision shall be taken by a simple majority of those members voting except that a three-fourths majority of those members voting shall be required for action in pursuance of Article V. (amendments)[...]'.

affidato il potere di emendare in modo vincolante il trattato, e proseguendo con l'analisi del caso, va ora analizzato l’Articolo VIII paragrafo 1 della ICRW. Esso prevede che i Governi degli Stati membri possano garantire ai propri nazionali permessi speciali che autorizzino la cattura e l’uccisione di balene per scopi di ricerca scientifica287.Vale la pena di ricordare anche che, nel 1950, la Commissione costituì un Comitato scientifico, in accordo con il paragrafo 30 dell’Allegato, che rivide e commentò gli speciali permessi per la ricerca scientifica, previsti dall’articolo VIII, paragrafo 1 della Convenzione, prima che questi venissero in concreto applicati. JARPA II288 è il programma di presunta ricerca scientifica del Giappone, previsto sulla base di un permesso speciale sub articolo VIII, par. 1 della ICRW, per mezzo del quale lo Stato giustificava l’uccisione delle balene su larga scala.

L’Australia, cui poi si affiancava nel corso del procedimento la Nuova Zelanda, affermava che JARPA II non fosse in realtà un programma avente scopo di ricerca scientifica, così come previsto e richiesto dall’Articolo VIII, paragrafo 1 testé menzionato. L'Australia in particolare riteneva che il Giappone avesse violato e stesse continuando violare tre obbligazioni sostanziali di cui all’Allegato: 'the obligation to respect the moratorium setting zero catch limits for the killing of whales from all stocks for commercial purposes (para. 10 (e)); the obligation not to undertake commercial whaling of fin whales in the Southern Ocean Sanctuary (para. 7 (b)) and the obligation to observe the moratorium on the taking, killing or treating of whales, except minke whales, by factory ships or whale catchers attached to factory ships (para. 10 (d))'289. Inoltre l’Australia attribuiva al Giappone la violazione dei requisiti procedurali, di cui al par 30 dell’Allegato, previsti per ottenere il permesso speciale per soli scopi di ricerca scientifica, contemplato dall’Articolo VIII, par. 1 della ICRW290. Il Giappone, dal canto suo, contestava ogni accusa.

287 Articolo VIII, paragrafo 1 della ICRW 'Notwithstanding anything contained in this Convention any Contracting Government may grant to any of its nationals a special permit authorizing that national to kill, take and treat whales for purposes of scientific research subject to such restrictions as to number and subject to such other conditions as the Contracting Government thinks fit, and the killing, taking, and treating of whales in accordance with the provisions of this Article shall be exempt from the operation of this Convention. Each Contracting Government shall report at once to the Commission all such authorizations which it has granted. Each Contracting Government may at any time revoke any such special permit which it has granted'.

288 Second Phase of its Japanese Whale Research Program under Special Permit. 289 Whaling in the Antarctic cit., par. 48.

La Corte rivolgeva quindi l’attenzione, per risolvere la controversia e in primis per dimostrare se il JARPA II fosse giustificato alla luce dello scopo della Convenzione, all’interpretazione dell’ Articolo VIII, paragrafo 1, della Convenzione stessa e in particolare all’interpretazione dell’espressione, in esso contenuta, “for

purposes of scientific research”. Anzitutto, la Corte notava come il termine ‘ricerca

scientifica’ non trovasse, nel testo della Convenzione, una definizione291. Per far fronte a tale mancanza, l’Australia, affidandosi principalmente alle teorie di uno degli esperti scientifici (Mr Mangel), riteneva che la ricerca scientifica (nel contesto della Convenzione) possedesse sempre quattro caratteristiche essenziali: “defined and achievable objectives (questions or hypotheses) that aim to contribute to knowledge important to the conservation and management of stocks; “appropriate methods”,

including the use of lethal methods only where the objectives of the research cannot be achieved by any other means; peer review; and the avoidance of adverse effects on stock”292.

A supporto della propria tesi e, nello specifico, di tali criteri enucleati, l’Australia spingeva l’attenzione della Corte su alcune risoluzioni e Guidelines (relative alla revisione dei permessi speciali effettuata dal sopra richiamato Comitato Scientifico), tutte adottate dalla Commisione (IWC). Si tratta della Risoluzione 1986-2293 e del c.d. Annex P294. Entrambi gli strumenti citati erano stati approvati dalla IWC all’unanimità, quindi riflettevano l’accordo di tutti gli Stati membri della Convenzione. L’Australia inoltre adduceva il riferimento anche alla Risoluzione 1995- 9, più calzante dal punto di vista tematico, che prevedeva che l’uccisione delle balene dovesse essere permessa solo in circostanze eccezionali in cui fossero in gioco questioni importanti, non altrimenti risolvibili tramite l’analisi di dati esistenti e/o con l’uso di tecniche non letali di ricerca. Tale Risoluzione tuttavia era stata adottata non all’unanimità e addirittura con il voto contrario proprio del Giappone. Tali risoluzioni e linee guida, secondo l’Australia, avrebbero comunque dovuto informare l’interpretazione dell’Articolo VIII par 1 della Convenzione in quanto “subsequent agreement between the parties regarding the interpretation of the treaty” e

291 Ibidem, par. 70 e ss.

292 (corsivo aggiunto). Ibidem, par. 74.

293 '[W]hich recommends that when considering a proposed special permit, a State party should take into account whether “the objectives of the research are not practically and scientifically feasible through non- lethal research techniques', Whaling cit., par 78.

294 '[W]hich provides that special permit proposals should assess why non-lethal methods or analyses of existing data “have been considered to be insufficient', Whaling cit., par 78.

“subsequent practice in the application of the treaty which establishes the agreement of the parties regarding its interpretation”, secondo il significato delle lettere a) e b) del paragrafo 3 dell’Articolo 31 della Convenzione di Vienna295.

La Corte, in effetti, indica che quando tali risoluzioni 'are adopted by consensus or by an unanimous vote, they may be relevant for the interpretation of the Convention'296.

In altre parole il ragionamento della Corte porta alla conclusione che le risoluzioni, prodotte dall’Australia e adottate all’unanimità dalla Commissione, non possano essere prese in considerazione come subsequent practice ex Articolo 31 della Convenzione di Vienna, semplicemente perché il tema da esse affrontato non risulta sufficientemente decisivo per poter legittimare l’interpretazione restrittiva dell’espressione 'ricerca scientifica' addotta da Australia e nuova Zelanda297.

La Risoluzione 1995-9 invece, secondo la Corte, è molto calzante per il tema in

questione ma, a causa della sua adozione non all’unanimità, “such instrument(s) cannot be regarded as subsequent agreement to an interpretation of Article VIII, nor as subsequent practice establishing an agreement of the parties regarding the interpretation of the treaty within the meaning of VCLT 31(3)(a) & (b)”298.

Alla luce di quanto affermato dalla Corte, è stato sostenuto che:

'To generalize, while unanimous or consensus resolutions of a supervisory treaty body might be considered subsequent agreements or practice relevant to the interpretation of the underlying convention, resolutions adopted by disputed majority will not count under the general rule of interpretation'299.

295 Ibidem, par. 79.

296 Ibidem, p. 248, par. 46. Si veda anche DEL CASTILLO "Some Comments on the Whaling in the Antarctic Judgement", in DEL CASTILLO (ed.), Law of the Sea, From Grotius to the International Tribunal for the Law of the Sea. Liber Amicorum Judge Hugo Caminos, Brill Nijhoff, Leiden, 2015, pp. 175-191, a pp. 184-185.

297 Cioè fedele ai criteri esposti da Mr Mangel e in linea con quanto sancito dalle risoluzioni e Guidelines addotte dall’Australia.

298 Whaling cit., par. 82-83.

299 ARATO, "Subsequent Practice in the Whaling Case and What the ICJ Implies about Treaty Interpretation in International Organizations", Ejiltalk, 2014.

Arato pone in essere un confronto tra il caso Certain Expenses (1962) e la sentenza

Whaling in the Antarctic, che, paragonata alla prima, sembrerebbe segnare un probabile

cambiamento di rotta300: la CIG, in Certain Expenses301, faceva espressamente ricorso

ad alcune risoluzioni dell’Assemblea Generale come strumento di prassi successiva, e dunque come criterio di interpretazione autentica delle disposizioni del trattato istitutivo dell'organizzazione, la Carta delle Nazioni Unite, nonostante il fatto che tali risoluzioni fossero state adottate non all’unanimità, come invece previsto in Whaling

in the Antarctic , bensì anzi con maggioranze accompagnate da pesanti dissensi302. A parere di chi scrive, parlare di inversione di tendenza sembrerebbe eccessivo. Questo perché l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in quanto organo di un’organizzazione internazionale, non può essere paragonata alla

International Whaling Commission in termini di peso, varietà e numero di componenti.

La Convenzione internazioanale per la regolamentazione della caccia delle balene è un trattato multilaterale ma a sua volta non paragonabile alla Carta delle Nazioni Unite, documento peraltro istitutivo di un'organizzazione internazionale, ovvero mezzo, dotato di un’intrinseca necessità di flessibilità e capacità di adeguamento. Inoltre, alla luce di quanto finora sostenuto e alla luce della scelta di un approccio valutativo case by case sposato nel paragrafo precedente, l'attenzione dell'interprete nel rilevare la prassi successiva dei 'treaty bodies', piuttosto che delle CoP, o degli organi di un'organizzazione internazionale, deve focalizzarsi non sulla maggioranza con cui gli atti siano stati adottati, bensì sulla loro capacità di esprimere l'accordo delle parti del trattato per una determinata interpretazione.

300 Ivi.

301 come analizzato nel paragrafo precedente.

302 'What’s essential is that in Certain Expenses, the ICJ expressly relied on resolutions of the General Assembly as a proxy for the subsequent practice of the membership, and thus as authentic criteria for the interpretation of the U.N. Charter – despite the fact that in both cases several of the key resolutions were taken by majority vote, with heavy and representative dissents';“it takes on a different color in the face of the ICJ’s explicit language in today’s Whaling Judgment – that resolutions adopted without unanimous support “cannot be regarded as subsequent agreement ... nor as subsequent practice", or any other authentic criterion of interpretation”, Ivi.