2. L’innovazione in Europa
3.1 Una prima analisi dello IUS 2015
Innovation Union Scoreboard è il nuovo strumento che è stato costruito allo scopo di monitorare lo sviluppo e la realizzazione degli obiettivi di innovazione e competitività dell’iniziativa Europe 2020 nei ventisette stati membri e identificare i punti di forza e le debolezze del sistema. L’Innovation Union Scoreboard si basa su indicatori studiati per misurare le performance di ricerca e innovazione. Considera i Paesi membri dell’Unione Europea più Croazia, Serbia, Turchia, Islanda, ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Norvegia e Svizzera. Si avvale inoltre di un set ridotto di indicatori finalizzati a sviluppare un’analisi comparativa tra i trend dei Paesi UE-27, Stati Uniti, Giappone e i Paesi BRIC (Brasile, Russia, India and Cina). Lo IUS può quindi essere considerato uno strumento di benchmarking, che permette di osservare le dinamiche innovative, effettuando confronti tra le situazione dei vari Stati membri.36
Il sistema di misurazione utilizzato nell'Unione Innovation Scoreboard distingue tra 3 principali tipi di indicatori e 8 dimensioni dell'innovazione, catturando in totale 25 diversi indicatori.
Figura 9 Misuratori previsti dall'Union Scoreboard 2015
Fonte: Innovation Union Scoreboard 2015
Le tre categorie principali di indicatori sono:
Elementi abilitanti “The Enablers” catturano i principali motori della performance di innovazione esterne all'azienda e comprendono tre dimensioni: Risorse umane, Sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi, nonché delle Finanze e il supporto.
Attività delle imprese “Firms activities” catturano gli sforzi di innovazione a livello di società, raggruppati in tre dimensioni di innovazione: Investimenti, Collaborazioni e attività imprenditoriali, Asset intellettuali;
Output che riguardano gli effetti delle attività di innovazione delle imprese in due dimensioni dell'innovazione: innovatori ed effetti economici.
Sulla base del rendimento medio di innovazione37esposto dall’ultima edizione IUS
2015, gli Stati membri rientrano in quattro gruppi di prestazioni diverse: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia sono "leader dell'innovazione" con capacità di innovazione ben al di sopra della media europea;
• Austria, Belgio, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito sono "seguaci d’innovazione" con rendimento innovativo sopra o vicino a quello della media europea;
• Le prestazioni di Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna è inferiore a quello della media europea. Questi paesi sono "innovatori moderati";
• La Bulgaria, Lettonia e Romania sono "innovatori modesti" con l'innovazione prestazioni ben al di sotto della media europea.
Figura 10 Innovation performance Membri dell'Unione Europea
Fonte: Innovation Union Scoreboard 2015
37 La performance degli Innovation leaders è superiore del 20% o più a quella degli UE-27. La
performance degli Innovation followers è meno del 20% ma più del 10% superiore a quella degli UE- 27. La prestazione dei Moderate innovators è inferiore di più del 10% ma meno del 50% rispetto a quella degli UE-27. Per i Modest innovators la performance è inferiore di oltre il 50% a quella degli UE-27.
L’Innovation Union Scoreboard 2015 ancora una volta classifica l’Italia come “Innovatore Moderato” e complessivamente fotografa una situazione abbastanza stabile se si esclude il declassamento di Estonia e di Cipro dagli Innovator follower. Tale studio permette una valutazione sullo stato dell’innovazione in Europa e dedica nella seconda parte un approfondimento per ogni stato membro.
Un’analisi però sull’efficacia di tali framework e di come vengono utilizzati occorre farla. Abbiamo confrontato i risultati tra i Paesi leader nell’innovazione e i Paesi cosiddetti “follower”. Le principali differenze risultano dall’area Firm activities, mentre per quanto riguarda le dimensioni Outputs e Enablers non ci sono rilevanti dissomiglianze, ad esclusione di quella finanziaria. Detto questo sembra che la dimensione Outputs, che ricordiamo ha lo scopo di cogliere gli effetti della attività innovative che derivano dunque anche dalla dimensione Firm activities, non sia in realtà capace di misurare effettivamente quanto fatto in ricerca e innovazione dai Paesi sotto osservazione.
Relativamente alle PMI in Europa, si osserva il calo di prestazioni di innovazione rispetto allo scorso anno. Questa osservazione è confermata anche dalla tabella 2 che mostra per ciascuno Stato membro i 3 indicatori che hanno avuto un cambiamento più positivo (evidenziato in verde) e i 3 indicatori che hanno avuto l’andamento più negativo (evidenziata in arancione).
La tabella 2 mostra chiaramente quali sono gli indicatori che sono stati i fattori chiave per la variazione negativa in termini di prestazioni di innovazione rispetto allo scorso anno (ossia gli indicatori con il più alto numero di cellule evidenziata in arancione): la quota di piccole e medie imprese innovative in-house38, la quota di
PMI che producono innovazioni con altri partners39, la quota di piccole e medie
imprese che producono innovazioni di prodotto o di processo, di marketing o a livello organizzativo.
38Questo indicatore misura il grado in cui le PMI, che hanno introdotto nuovi oppure migliori prodotti o processi
produttivi, hanno innovato all’interno della propria struttura.
39Questo indicatore misura il grado in cui le PMI sono coinvolte nell’innovazione collaborando con terzi. In
particolare nelle ICT, dipendono spesso dalla capacità di attingere a diverse fonti di informazioni e conoscenze, oppure per collaborare allo sviluppo di una novità. Questo indicatore misura il flusso di conoscenze tra gli organismi di ricerca pubblici e imprese e tra imprese e altre imprese.
Tabella 2 Indicatori utilizzati nella misurazione delle performance innovative IUS 2015
Fonte: Innovation Union Scoreboard 2015
I risultati peggiori per l’Italia arrivano dalle dimensioni Finance & Support e Firm
Investment. Per quanto riguarda il primo sono soprattutto gli investimenti da venture capital nel settore privato a mancare ricoprendo un ruolo troppo marginale, mentre
per la seconda dimensione si tratta della limitata spesa in R&S ad incidere negativamente.
La cosa che stupisce, rispetto anche a quanto detto prima è proprio che nella dimensione Innovators l’Italia ricopra un ruolo di maggior successo. Le ragioni devono essere ricercate negli indicatori che misurano le performance delle PMI innovative (rilevazioni Eurostat) che sono riuscite ad ottenere buoni risultati rispetto alle competitrici europee. Open, excellent and attractive research systems (9.5%) conferma un trend positivo anche per i dottorati extraeuropei e per le pubblicazioni scientifiche operate attraverso collaborazioni internazionali. Per quanto concerne il capitale umano, anche tramite questo studio, l’Italia si conferma un Paese in cui non si crede che l’investimento nelle risorse umane possa aiutare il nostro sistema
economico e sociale a crescere e prosperare. L’indicatore sull’istruzione secondaria ci dice che per una popolazione compresa tra i 30 e i 34 anni ci troviamo nella penultima posizione, davanti solo alla Turchia.