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In tutte e tre gli ambiti lavorativi sopracitati abbiamo visto come l'universo femminile e quello maschile collaborino a stretto contatto per la buona riuscita del lavoro. Le donne quindi, oltre a lavorare in casa cercando di governare la vita domestica, dovevano unirsi al lavoro maschile nell'ultima parte, quando il prodotto del lavoro era pronto e doveva essere smistato e portato in altro luogo. Inoltre le donne ertane, soprattutto nel periodo invernale, quando il lavoro nei campi e l'allevamento rallentavano i loro ritmi, si assentavano per alcuni mesi e cominciavano a girare i vari paesi delle provincie limitrofe e non per cercare di vendere prodotti di vario genere, da articoli di artigianato locale sino a prodotti per la casa.

Del mondo ambulante femminile mi occuperò in seguito, adesso cercherò di tratteggiare quella che era la vita quotidiana di donne ertane e cassane in stretto legame all'universo maschile.

Le donne dei carbonai entrava in gioco attivamente nella parte finale del lavoro, quando cioè il carbone vegetale prodotto andava raccolto in gerle e trasportato nel paese più grande vicino, ove sarebbe poi partito per lidi più lontani. Nella comunità da me analizzata le donne partivano, al segnale degli uomini, da Casso ed andavano nella sede delle carbonaie a ritirare il carbone prodotto. Di qui, attraverso il sentiero del carbone, scendevano ad Erto e quindi a Longarone.

“Partivamo in gruppetto di 4 o 5 con le nostre gerle vuote. Partivamo da sotto casa di Mariner e salivano il paese fino all'incrocio con la strada che conduce poi verso Belluno. Quindi a piedi pian pianino arrivavamo su in val Zemola dai nostri uomini, caricavamo quanto carbone riuscivamo, robe di 40 chili anche, e scendevamo giù fino a Longarone. Facevamo sempre lo stesso tragitto e nel frattempo chiacchieravamo. Ci mettevamo dalle 4 alle 5 ore per compiere tutto il percorso da Casso. In alcune parti questra stradina passa vicinissima allo strapiombo quindi bisognava stare attente a

non scivolare di sotto, con tutto quel peso sulle spalle era anche facile sai! Poi scaricavamo il carbone in un posto che ora non c'è più ma che era vicino all'attuale stazione dei treni e poi da lì lo avrebbero portato a Venezia con delle zattere.

Per fortuna nella maggior parte delle volte dovevamo partire verso i primi di giugno così il tempo era anche piacevole, né troppo caldo né troppo freddo. Poi ci conoscevamo tutte perchè i nostri mariti facevano gruppo stabile di anno in anno.”

Durante la permanenza alla carbonaia, le donne dovevamo occuparsi di tutte le faccende domestiche come sempre. C'è da aggiungere che nella maggior parte dei casi, uomini e donne potevano assentarsi da casa abbastanza agevolmente, in primo luogo grazie al grande numero di figli e figlie che potevano sostituirli nelle faccende domestiche, in secondo luogo per l'assenza di grandi appezzamenti di terra da coltivare. Unico impegno in tale senso era un piccolo orto situato a poca distanza, quando non adiacente, dalla casa.

Vado adesso a riportare quanto mi ha detto la signora Luigia Belli, moglie di Mario Filippin Corona, un boscaiolo di cui ho riportato l'intervista in precedenza, riguardo la giornata tipica di una moglie di boscaiolo cassano:

“Io e mio marito ci svegliavamo molto presto la mattina, all'alba, e facevamo colazione. Tipica colazione era del latte, del formaggio e del pane abbrustolito sul fuoco e dei salumi. Poi gli davo dietro qualcosa da mangiare per su nei boschi e lui andava a lavorare.

Io rimanevo ancora del tempo da sola per preparare la casa alla nuova giornata. Avevamo un asino al quale portavo erba,fieno fresco ed avanzi di frutta e gli cambiavo l'acqua. Poi spazzavo e pulivo la casa prima che i bambini si svegliassero sulle 6.30/7. Preparavo la colazione a loro e poi andavo a scuola.

Occasione per uscire e trovarsi con le altre donne era quando pulivamo i panni tutte assieme a mano o per andare a prendere l'acqua o fare queste piccole spese dal mugnaio.

Poi prima che mio marito tornasse da lavoro preparavo la cena e rinforzavo il fuoco. Ci trovavamo tutti assieme a mangiare e poi rimanevamo a chiacchierare un poco sui pettegolezzi o sulle notizie del giorno.

Poi a letto presto perchè la mattina dopo sarebbe stato uguale”

Come possiamo vedere dalle due descrizioni, le variazioni alla quotidianità erano rare e la vita fluiva su canali prestabiliti e molto rigidi.

Le donne erano completamente assorbite dai lavori domestici e dalla cura degli animali utili ai lavori dell'uomo (in questo caso l'asino, animale preferito ed utilizzato dai boscaiolo per il trasporto del legname in quanto più resistente alla fatica prolungata nel tempo rispetto al cavallo).

Girando per le strade sia di Erto che di Casso, ho notato che tantissime case hanno un piccolo locale annesso all'abitazione adibito a stalla o a rimessa per gli attrezzi.

Momenti di socialità per l'universo femminile sono delimitati dalle uscite per acquistare generi di prima necessità e dal momento di ritrovo attorno al lavatoio pubblico.

Per quanto riguarda invece le donne mogli di allevatori, la questione è più complessa. Le loro mansioni riguardano soprattutto la cura degli animali durante l'inverno e la cura della casa e dei campi durante i mesi estivi, quando il bestiame veniva condotto

in mont e tornava in stalla verso gli inizi di Settembre. Al lavoro di cura degli animali

e della casa si univa il lavoro nei campi per la pulitura e rastrellamento degli stessi. Inoltre era sempre compito femminile,come abbiamo visto, il trasporto del fieno dal campo ai fienili e del letame dalla concimaia ai campi durante la primavera.

Durante l'inverno quindi i ritmi lavorativi della comunità ertana si allentavano e permettevano alle donne ed alle ragazze giovani di famiglia di potersi allontanare per alcuni mesi a spostarsi di paese in paese cercando di vendere prodotti di vario genere.

Bisogna considerare che, nella maggior parte dei casi, le famiglie di contadini/allevatori erano famiglie estese, cioè composte da marito, moglie, figli e zii con relative mogli. La forza lavoro sia maschile che femminile era fortemente necessaria durante tutto l'anno ma in particolar modo durante la primavera e l'estate. In ambito cassano, invece, non vi era la stessa necessità di sovrabbondanza di forza lavoro, qui le famiglie sono meno numerose e di carattere nucleare, quindi composte da un unico nucleo familiare composto da marito,moglie e figli/figlie.

Prima di addentrarci ora nello specifico nel mondo ambulante della Valcellina, trovo doveroso ed utile discutere il significato stesso di ambulante e di marginale in senso esteso.