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Il proverbiale saluto di Mizzy Collant introduce i ritratti dei dieci, tra presentatori e Drag Queen, che accolgono accompagnano e congedano gli ospiti nelle loro serate al villaggio. Prima però di entrare nello specifico delle singole schede (comprensive di osservazioni, considerazioni e interviste), è interessante descrivere, pur se in breve, Making of Promo e Promo e Sigla - i due filmati Made in PPV che presentano ai villeggianti prossimi venturi il cast animazione quasi al completo66. La mascherina che li presenta (nel sito internet come in coda al programma cartaceo) è invece riportata in apertura di ciascuna scheda-ritratto.

Making of Promo mostra non solo il dietro le quinte del successivo Promo e Sigla, ma anche e soprattutto la trasformazione delle persone in personaggi attraverso brevi inqua- drature delle fasi liminari di trucco e parrucco - durante le quali ego è ancora riconoscibile, mentre alter è ancora solo accennato. Limitatamente alle sei Drag Queen si noti come:

l’arrivo a Cinecittà mostra i sei protagonisti scorrere davanti alla telecamera tanto velocemente che solo chi li conosce già da prima è in grado di riconoscerli;

• il camerino unico mescola chi si trucca, chi è vestito per metà e chi si pettina la par- rucca - ma anche chi è seduto davanti a uno specchio (metafora della pazienza ne- cessaria per trasformare ego in alter) e chi è in piedi di fronte alla telecamera (con la ripresa dal basso in alto a evidenziare la fisicità statuaria che ognuno di loro sta materialmente e simbolicamente per assumere);

le gag durante le riprese puntano a evidenziare lo humour tipico delle Drag Queen - sia esso rivolto verso se stessi (la smorfia di Ape Regina nello scoprirsi ripresa in guepierre) o verso gli altri (Minerva Lowenthal, in versione Principe Azzurro en tra- vesti, che sveglia con un bacio un operatore, Bell’Addormentato in un angolo). • Quello che invece non traspare, né mai deve farlo, è la fatica di una giornata di la-

voro in studio - come di una serata di animazione al Village:

abbiamo registrato la sigla per ultima: quindi, dopo una giornata di registrazio- ni assurde, arrivare alle 5 la sera, mettersi a ballare e sorridere... era, era bel- lissimo perché avevamo, dietro la macchina da presa, quattro persone che ci aizzavano e continuavano a fare: "Dai, ridete! Su, che è finita! Fatelo!" L’ab- biamo ballata venti volte...67

66 Per i link ai filmati pubblicati su YouTube da Padova Pride Village, vedi cap. 1.Il villaggio e il suo doppio 67 Intervista a Giusva, 25.08.2012

Promo e Sigla sceneggia invece il doppio ruolo (soprattutto) delle Resident Drag Queen. Nella prima parte, la scena delle pulizie d’inizio stagione - metafora dell’accoglien- za dei villeggianti cui offrire uno spazio materialmente e simbolicamente ripulito da tutto ciò che può rendere la visita sgradevole. Nella seconda, la coreografia - modello del ballo di gruppo che, sera dopo sera e sempre alla stessa ora, dovrà cementare l’appartenenza dei villeggianti al villaggio stesso. Limitandosi anche qui agli artisti en travesti, il secondo filmato serve però anche a farne emergere personalità e ruolo specifico:

• Mizzy Collant , animatrice e presentatrice degli spettacoli del fine settimana (Village Talent escluso), recita la parte della Desperate Drag Queen con una goccia di se- rietà («Noi saremo una famiglia allargata, è vero: però cen-to-trenta-mila-perso-ne, tutte io?») in un mare di autoironia («Ti sembra? Guardami, mi cola il trucco! Cade!! Cola!!!»). E se nel monologo iniziale è vestita da cameriera fin de siécle, con com- pletino rosa-nero e piumino per la polvere (usato magari per spolverarsi un anello), nella coreografia sfoggia il suo look più tipico: guanti lunghi, gonnellino a tutù e so- prattutto quel trucco che un villeggiante virtuale definirà «la fiera del glitter»68. • Minerva Lowenthal , animatrice e live performer del Sabato sera, mescola la legge-

rezza di una parrucca bionda, la forza di un completo in pelle e l'aggressività di quei piercing che non toglie mai. Nel promo, prima sposta di peso La Bratz scambiando- la per una scopa, poi sfida Ape Regina a mento duro: nella sigla, si trasforma in una Punk-Drag - borchie in metallo, guanti da cycling, catene e, naturalmente, piercing. • La Bratz , pensata per conciliare accoglienza e animazione, appare subito come la

bambola del Village: così alta ed esile da venir presa per una scopa; così perfetta nel trucco da richiamare un lungo primo piano; così angelica da non temere Ape Regina, versione matrigna cattiva. E soprattutto così lontana dalla volgarità da cen- surare il pepato giudizio di Giusva sui due bamboloni assunti per le pulizie - sebbe- ne la sceneggiatura originale prevedesse le stesse battute, ma a parti scambiate69. • Dolores Van Cartier , alter ego mora e terrena della bionda ed eterea Bratz, segna il

promo con un’entrata ancheggiante, una battuta recitata e uno «Shhh» col dito su labbra più rosse che mai. Statuaria e irraggiungibile nel promo, si anima nella co- reografia - grazie ad un completo rosso da Drag Vocalist (artista specializzato nel classico repertorio di imitazioni in playback) completato dagli onnipresenti occhiali da sole neri.

68 Profilo facebook / Padova Pride Village, commento sulla foto 70/107 scattata il 14.08.2012 69 Intervista a Giusva, 25.08.2012

• La Crisandra , alias La Cry, recita se stessa - l’ultima della nidiata, impaurita dall’u- scita non proprio amichevole di Dolores - per poi partecipare alla coreografia in un completo bianco più unico che raro per un personaggio nato in una notte di Hallo- ween e presentato come gotico e dark. Il resto, ovvero la sua ironia caustica da trickster, rimane riservato al palco del Village.

• Ape Regina è infine la matrigna della storia, che un po' strapazza le Drag Ceneren- tole - «Solo il gusto di vedervi pulire (…) e poi, non vorrete mica che mi rovini le un- ghie...» - un po' le consola grazie a un duo di sexy-aiutanti - «Comunque oggi mi sento particolarmente buona, e quindi vi ho portato dei rinforzi!». Centrale, la gag del lancio-sigla - dove, vantando i suoi mille talenti, si lascia sfuggire un «Sono una donna...», stroncato all'unisono (“Donna?!”) e subito corretto («Sono una Drag Queen dalle mille risorse»), pur con autoironica sufficienza: “Fiscali!...”

Ultimo ma non meno importante70, il filmato (anche questo prodotto da PPV) con la

proclamazione ufficiale d'inizio kermesse - nel quale le parole di rito del fondatore71 sfuma- no nelle note iniziali della sigla, nella prima delle sue tante esecuzioni dal vivo. Un'inaugu- razione con le Drag Queen in grande spolvero: tinta unita in rosso (Dolores), bianco (e nero, Minerva) e verde (La Cry); vestito a palloncino arcobaleno per La Bratz, quanto mai in tono con l’apertura di un evento LGBT; mini-abito con strascico per Mizzy, altrettanto fi- lologicamente corretta72. Il pubblico, mai inquadrato, applaude (e si sente); salta (e lo si in- tuisce dall'incitamento di Mizzy); e impara: che stare al villaggio, senza conoscere la dan- za del villaggio, si può - ma non è proprio la stessa cosa.

Post Scriptum - i ritratti dello staff animazione seguirà il seguente criterio:

per le Drag Queen - annotazioni caratteriali e relazionali dettagliate; osservazioni diret- te e indirette; interviste (trascrizione puntuale); album fotografico con una selezione di 9 immagini colte durante le 12 notti da me trascorse sul campo di ricerca (salvo quelle tratte dal profilo facebook del PPV - debitamente segnalate nell'uno come nell'altro caso);

per gli altri animatori - annotazioni caratteriali e relazionali; osservazioni dirette e indi- rette; interviste (trascrizione parziale), limitatamente all'interazione con le Drag Queen.

70 Link: http://youtu.be/IMVAweBn4oo, Pubblicato in data 07/lug/2012 da padova pridevillage

71 Alessandro Zan: Assessore all'Ambiente del Comune di Padova; esponente storico dell'Arcigay locale e nazionale; ispiratore del Padova Pride Village; e, nell'economia di questa ricerca, gate-keeper tra me e il

Village, nella figura di Francesca (onnipresente Direttrice di Palco della manifestazione)

In basso, in una fotografia tratta dal profilo facebook del PPV, uno dei momenti clou della serata iniziale. In primo piano e di spalle, Alessandro Zan (patron della kermesse) osserva il palco del PalaVillage subito dopo la proclamazione di apertura dell'edizione 2012. Sullo sfondo, lo staff esegue per la prima volta la sigla73.

Per la prima ed unica volta, lo spazio del fronte-palco è stato occupato da una pedana rialzata e da un divanetto - mentre, durante le successive 8 settimane, l'unica barriera tra il palco e la platea è stata un'esile fila di transenne. Quanto alla platea, è stata invece parzialmente arredata da alcune file di sedie solo nel caso dei concerti indoor (quali quelli di Alice e Ornella Vanoni) per i quali era previsto un pubblico meno giovane o informale - e quindi meno incline o disponibile a sedersi per terra o a rimanere in piedi per i circa 90 minuti previsti per ciascuna performance.