Rilevante risulta notare che nonostante le intenzioni della “Riforma Brunetta” non esistevano standard di riferimento su cui basare la valutazione della scuola e si poteva solo verificare se il risultato ottenuto era migliore o peggiore rispetto all‟anno precedente, in termini di nuovi iscritti. L‟evoluzione, seppur recentissima, si è avuta con il RAV (Rapporto di AutoValutazione) che per la prima volta ha fornito ai singoli dirigenti non solo un riferimento “docimologico” chiaro ma anche la possibilità di
confronto con altre realtà93.
Il PTOF si collega strettamente con il procedimento di valutazione ex. Art.6
del D.P.R. n.80 del 2013, con il RAV94 e il relativo piano di miglioramento
definito dalle scuole che si concluderà con la rendicontazione sociale e la pubblicazione e diffusione dei dati ottenuti. L‟evidenza della portata innovativa è data anche dal fatto che le azioni di miglioramento organizzativo e gestionale implementate dalle istituzioni scolastiche serviranno anche ai fini della valutazione dei risultati dell‟azione dirigenziale e vanno allegate al Piano. In passato era il Consiglio di Istituto a definire gli indirizzi generali per le attività della scuola e delle scelte generali di gestione e di amministrazione. Ora, è necessario che il dirigente scolastico espliciti gli indirizzi per le attività della scuola e le scelte di gestione e di amministrazione, che non sono più generali come accadeva
93 La libera consultazione del RAV rende agevole, anche per le altre scuole, raccogliere dati sulle scuole che orbitano nell‟area di interesse.
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Punto di partenza è l'autovalutazione del Dirigente, attraverso un modello comune di
riferimento a livello nazionale con dati ed evidenze controllabili, così come è avvenuto per il procedimento di valutazione delle Istituzioni scolastiche (art. 6 DPR 80/2013). Riferimento finale per la valutazione è il riscontro annuale sull'azione dirigenziale
("specificità delle funzioni") e gli obiettivi perseguiti e raggiunti ("contributo del dirigente
al perseguimento dei risultati per il miglioramento del servizio scolastico previsti nel rapporto di autovalutazione "). Per quanto riguarda questi ultimi determinante sarà la
tendenza annuale verso i traguardi previsti a livello triennale. Pertanto il punto di
riferimento generale è il "traguardo" triennale previsto nel RAV, mentre l'oggetto della valutazione annuale è il trend di avvicinamento riscontrabile dai dati a sistema, in sostanza il progressivo conseguimento di traguardi intermedi che permettono di avvicinarsi al traguardo finale.
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prima e lasciate alla esclusiva valutazione del collegio docenti, che a differenza del passato elaborerà il piano nel rispetto delle linee guida impartite dal DS. Preminente risulta il ruolo del dirigente scolastico sulle scelte di gestione che risultano un punto nodale da cui partire per l‟elaborazione del Piano. Solo dopo tali disposizioni si avrà il passaggio deliberante nei due organi collegiali: collegio dei docenti e consiglio di istituto.
Le istituzioni scolastiche decidono sull‟offerta formativa, sulle iniziative di potenziamento e sulle attività progettuali che si propongono di attuare. Benché al consiglio di istituto sia stata ridotta la sua tradizionale natura di organo di indirizzo rimane salvo il comma 6 dell‟art.25 del D.Lgs. n.165 del 2001, il quale espressamente stabilisce che “il dirigente presenta
periodicamente al consiglio di circolo o al consiglio di istituto motivata relazione sulla direzione e il coordinamento dell'attività formativa, organizzativa e amministrativa al fine di garantire la più ampia informazione e un efficace raccordo per l'esercizio delle competenze degli organi della istituzione scolastica”.
La letteratura presa in esame ha evidenziato che l‟approccio precedente all‟autovalutazione era estremamente riduttivo in quanto tendeva a monitorare solo il numero di iscritti rispetto al passato, ma non consentiva di verificare se l‟impostazione complessiva fosse corretta, adeguata e sostenibile e soprattutto non consentiva un puntuale raffronto con i
competitori.
Dallo studio è emerso che in passato i DS, sono stati troppo spesso impegnati ad introdurre miglioramenti marginali e non sono stati in grado di attivare miglioramenti organizzativi sostanziali, questo però per difetto di autonomia. Le valutazioni delle istituzioni scolastiche e dei DS avrà cadenza annuale con sintesi triennale; sarà effettuata dal Direttore Regionale che si avvarrà di nuclei di valutazione composti da 1 dirigente tecnico, 1 dirigente scolastico e 1 esperto esterno. L‟esito della valutazione determinerà la retribuzione di risultato suddivisa in 4 fasce: 100% della retribuzione ai risultati eccellenti; 80% ai risultati buoni, 50% a quelli sufficienti e nessuna retribuzione in caso di esito negativo.
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La riforma sostanzialmente riconferma il ruolo dei collaboratori del DS ed attesta, con maggior chiarezza rispetto al passato, la leadership distribuita, considerata dalla letteratura come un dispositivo manageriale di delega focalizzato su aspetti posizionali di struttura, ruoli e procedure, esplicitamente estraneo a questioni di gerarchia.
Il lavoro di gruppo viene ancora più consolidato dal passaggio dal POF (annuale e con mero intento esplicativo- propagandistico) al PTOF
(triennale e strettamente legato al RAV)95, ciò comporta un maggior
coinvolgimento del gruppo dirigente affinché l‟organizzazione tutta pervenga ad un alto livello di condivisione di strategie a medio/lungo periodo (almeno tre anni) e di obiettivi puntuali e coerenti .
Sempre più si affievolisce la tendenza a riferire il termine “dirigenza” al solo DS96.
Appare evidente dalla letteratura che il DS in un contesto di autonomia deve saper gestire risorse finanziarie, umane e strumentali e dare conto dei risultati.
La valutazione del DS non sarà più basata soltanto sui risultati dei test sulle conoscenze dei discenti, come è avvenuto fin ora, ma sulla complessiva capacità della scuola di essere competitiva nel suo contesto di riferimento. Per questo si ribadisce la necessità di approfondire ulteriormente questi aspetti così da avere piena evidenza dei risultati.
95Il Rapporto di Autovalutazione (RAV) e l‟Index per l‟Inclusione: una sinergia possibile
Italian Journal of Special Education for Inclusion anno IV | n. 1 | 2016, pag.87. “Il Rapporto
di Autovalutazione deve essere redatto da tutte scuole di ogni ordine e grado. Si tratta di un documento reperibile on line attraverso l’inserimento di credenziali inviate a tutti i dirigenti scolastici delle scuole statali e a tutti i coordinatori delle scuole paritarie. L’oggetto di autovalutazione del RAV è l’ intero istituto scolastico; il dirigente e i docenti membri del nucleo di valutazione interno devono verificare la situazione dei singoli plessi associati all’istituto e compilare il documento. Nel modello attuale del RAV – articolato nelle tre dimensioni di Contesto, Esiti e Processi – la dimensione dei Processi è stata suddivisa in due sezioni, quella delle Pratiche educative e didattiche e quella delle Pratiche gestionali e organizzative”. (pag.87)
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Più volte abbiamo affermato che la letteratura internazionale auspica che il DS abbia elementi capillari di conoscenza del contesto in cui opera, condivida le informazioni con altre scuole e soprattutto con quelle in rapporto di rete, sappia intercettare le esigenze del mondo del lavoro. In questa occasione però si nota che un DS per poter “rispondere” a tutte queste richieste ha la necessità di consolidare rapporti di collaborazione con docenti interni alla scuola. Osservando ciò si ravvisa la necessità di riconoscere in modo più marcato il ruolo dei collaboratori del DS.
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3.4 I Progetti Valutazione e Sviluppo della scuola (VALES) e