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Una valutazione di insieme del ruolo della Commissione e delle modificazioni introdotte

I gruppo II gruppo III gruppo IV gruppo V gruppo

5.4.1 Una valutazione di insieme del ruolo della Commissione e delle modificazioni introdotte

La presentazione delle configurazioni dei win-set rispetto agli argomenti negoziali ha un valore esplicativo per capire, argomento per argomento, quali iniziative prenda la Commissione per assumere un ruolo guida nel negoziato e come, nel fare questo essa tenga conto delle posizioni degli Stati membri. Per esprimere dei giudizi complessivi è necessario valutare in parallelo la configurazione delle posizioni degli Stati membri e l’operato della Commissione sulle sue proposte.

L’obiettivo è individuare una dinamica generale semplice che permetta di spiegare le scelte della Commissione e la loro relazione con le posizioni degli Stati membri.

Per quel che riguarda lo zucchero, appare chiaro come vi sia un gruppo di Stati membri che si oppone a tutti gli strumenti proposti dalla Commissione per la riforma, segnatamente, i Paesi mediterranei. Le ragioni alla base di questa opposizione sono emerse chiaramente durante l’analisi negoziale. In primo luogo, la perdita di reddito consistente a cui andrebbero incontro i bieticoltori di questi Paesi a seguito della riduzione dei prezzi. Secondariamente, considerando la struttura dell’industria saccarifera in ognuno di essi, gli Stati membri mediterranei temono di subire il contraccolpo maggiore dovuto agli effetti redistributivi sulla della produzione che alcuni degli strumenti proposti dalla Commissione comportano. Il riferimento è all’azione simultanea del taglio della quota, della riduzione dei prezzi e della trasferibilità delle quote.

Il fronte dell’opposizione alle proposte della Commissione appena descritto, si arricchisce di Stati membri diversi in relazione all’argomento negoziale considerato. In linea generale Polonia, Repubblica Ceca e Olanda svolgono un ruolo importante in questo senso, mente il Regno Unito lo fa in maniera minore. La Commissione deve quindi intervenire sulle proposte legislative per renderle accettabili dal più ampio numero di Stati membri. Intorno alle posizioni dei Paesi mediterranei si potrebbe infatti formare delle minoranze di blocco specifica per ogni argomento negoziale, che renderebbe incerto l’esito del processo di definizione del compromesso all’interno del Consiglio. Questo lascerebbe aperta la possibilità che le dinamiche interne degli Stati membri prevalgano sull’interesse Comune portato avanti dalla Commissione.

Rispetto a questa situazione la Commissione esplica il suo ruolo attivo attraverso due momenti, il primo è quello di raccolta delle posizioni degli Stati membri, il secondo è quello di studiare, in base alle posizioni emerse, come compensare quei Paesi che non vengono tutelati a sufficienza dall’accordo. Le compensazioni sono introdotte all’interno del proposal legislativo in maniera tale da incrementare la possibilità che una determinata proposta della Commissione passi inalterata il processo di definizione del compromesso all’interno del Consiglio dei Ministri.

Scendendo nel dettaglio della situazione dello zucchero lo schema suggerito dal caso studio e dalla breve analisi strategica parte dell’individuazione da parte della Commissione dei punti centrali della riforma ovvero: riduzione dei prezzi e introduzione dell’aiuto diretto ai bieticoltori. Rispetto a questi temi infatti la Commissione esprime, durante tutto il negoziato, l’insostenibilità dello status quo e la necessità di una riforma per ragioni ampiamente discusse nei paragrafi precedenti(COM(2004)499).

Al fine di raggiungere i suoi obiettivi rispetto ai due temi centrali indicati poco sopra, la Commissione tiene conto delle posizioni degli Stati membri. Da quest’ultime emerge come uno degli ostacoli maggiori sulla strada dell’accordo è rappresentato dalla proposta della Commissione sulle quote, rispetto alla quale un numero rilevante di Stati membri sono contrari alle modifiche proposte dalla Commissione. In sostanza per quel che riguarda le quote la Commissione, date le posizioni conservatrici di alcuni Stati membri, non riesce ad individuare un gruppo di Paesi con i quali poter instaurare un dialogo che porti alla definizione di un accordo che tuteli gli interessi di entrambi. La Commissione sceglie quindi di rinunciare ad una riforma incisiva delle quote, per eliminare una possibile fonte di contrasto con alcuni Stati membri, includendo le posizioni del maggior numero di Paesi nelle proposte legislative finali

La stessa operazione è compiuta sulle misure previste per la ristrutturazione dell’industria saccarifera. In quel caso il punto maggiormente controverso è la fusione tra quota A e B, sulla quale si registrava l’opposizione di un numero considerevole di Stati membri. In maniera molto semplice, la Commissione rinuncia alla trasferibilità delle quote, ritoccando al contempo alcune parti del meccanismo di funzionamento del fondo in maniera tale da ricomprendere le posizioni degli Stati membri decisivi nella formazione di una minoranza forte che come visto sono Polonia, Olanda e Repubblica Ceca.

Il lavoro svolto dalla Commissione sulle quote e sugli strumenti per la ristrutturazione del settore ha lo scopo di garantire una compensazione a tutti quegli Stati membri che non sono ricompresi a pieno nella prima proposta della Commissione. Una volta fissate le basi per l’accordo, la Commissione passa a rifinire alcuni dettagli rispetto ai prezzi ed agli aiuti diretti per renderli pienamente aderenti alle posizioni degli Stati membri che ancora presentano delle indecisioni rispetto a se abbracciare le linea della Commissione o meno.

Da questo quadro appare chiaro come la Commissione svolga un ruolo attivo nel negoziato, portando avanti una precisa idea di riforma e, altrettanto chiaramente emerge la natura degli strumenti che la Commissione cerca di utilizzare per raggiungere i suoi scopi. Si tratta, nel caso dello zucchero, delle modificazioni che vengono introdotte all’interno del proposal ufficiale, tali modificazioni hanno l’obiettivo di minimizzare la possibilità di formazione di minoranze di blocco su specifici elementi della riforma.

Compariamo ora quanto riportato nel proposal ufficiale e quanto previsto dall’accordo in Consiglio per poter valutare la tenuta del lavoro della Commissione.