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Le variabili ed i parametri dei modelli in relazione al framework di analis

6 U N TENTATIVO DI MODELLIZZAZIONE DEL NEGOZIATO SULLO ZUCCHERO

6.7 Le variabili ed i parametri dei modelli in relazione al framework di analis

In questo paragrafo vengono discussi i significati delle variabili e di alcuni dei parametri del modello in relazione al contributo interpretativo dei negoziati internazionali proposti da Putnam (1988). Ricordiamo brevemente i punti cardine della logica dei two level games:

1. Putnam (1988) concepisce le interazioni tra negoziati internazionali e politiche interne come un gioco di ratificazione dei trattati internazionali.

2. Definisce il livello internazionale del negoziato Livello 1 “bargaining between the negotiators, leading to a tentative agreement».

3. Definisce il Livello 2 come “the separate discussions within each group of constituents about whether to ratify the agreement” a livello domestico.

4. Putnam definisce il win-set per una determinata configurazione delle componenti del livello come “the set of all possible level I agreements that would win when simply voted up or down».

5. Inoltre ipotizza la relazione tra win-set, potere negoziale e distribuzione dei benefici: «Larger win-sets make level I agreement more likely, ceteris paribus […] The relative size of the respective level II win-sets will affect the distribution of the joint gains from the international bargain» .

A partire da queste considerazioni, e riprendendo quanto sviluppato nel capitolo 3 rispetto agli strumenti per l’analisi, possiamo ricondurre gli elementi del modello nella logica dei two level games.

In primo luogo la scelta della Commissione per ogni argomento negoziale, ovvero gli elementi del vettore v*c,k,t ={xc*, tk, ,…,

* , ,mt c

x }, per la dinamica attraverso la quale viene definita nel modello rappresenta la proposta legislativa finale che viene presenta al Consiglio dei Ministri. Nella logica appena espressa infatti il vettore di scelte della Commissione esprime il lavoro fatto da quest’ultima nel produrre un documento che possa essere ratificato dal Consiglio con modificazioni minime. Le preferenze degli Stati membri e della Commissione rispetto ai singoli argomenti negoziali, contenute rispettivamente nei vettori vNi = { xiN,k ; …;

N m i

x, } e vPc ={xp,c,k; … ; xp,c,m} , definisco

la posizione degli win-set degli attori. Ordinando le preferenze su di una linea ipotetica che va da 0, lo status quo, ad 1, che rappresenta posizioni in favore di una riforma sostanziale dell’argomento negoziale in esame, è possibile definire la posizioni del Paese e della Commissione sui singoli argomenti.

La dimensione dei win-set degli attori è determinata in maniera congiunta dai parametri αi e εi. αi determina quanto un Paese è in grado di seguire le posizioni che emergono in sede comunitaria mentre εi definisce quanto un Paese sia disposto ad accettare le compensazioni offerte dalla Commissione e modificare la sua posizione di conseguenza.

Per quel che riguarda la Commissione, non è semplice definire la larghezza del suo win-set. Per il ruolo assegnatole dai Trattati essa in fatti deve essere potenzialmente disposta ad accettare qualsiasi risultato negoziale e quindi ricomprendere nel suo win-set tutte le posizioni espresse. Un’indicazione sulla dimensione del win-set della Commissione può essere tratta dal parametro αc. Seppur questo parametro definisce il contesto istituzionale i cui prende luogo il negoziato, possiamo attraverso alcune considerazioni legare il suo valore anche alla larghezza del win-set della Commissione. In un contesto istituzionale intergovernativo possiamo ipotizzare che la Commissione abbia un win-set molto esteso che comprende tutte le posizioni negoziali possibili, mentre quando essa svolge un ruolo attivo, in un contesto quindi sovranazionale puro, il suo win-set si restringe a quelle posizioni che meglio tutelano gli interessi comuni. Ecco quindi che αc può fungere da indicazione sulle dimensioni del win-set della Commissione.

Accanto a questi elementi propri dell’analisi dei two level game, è necessario definirne alcuni per riprodurre le condizioni particolari determinate dal contesto Europeo. Come visto nel capitolo 3 infatti Putnam sviluppa le sue congetture per contesti negoziali in cui non esiste un’istituzione che può fungere da guida per il negoziato, e dove le procedure non sono complesse come nel caso dell’Unione Europea. A questo proposito, i parametri ac e εc ed i pesi contrattuali iniziali dei Paesi aiutano a chiarire il quadro. αc infatti, come ampiamente discusso, permette di passare da situazioni in cui emerge il carattere intergovernativo della trattativa carattere intergovernativo a situazioni ll’elemento sovranazionale prevale. Le prime interpretano bene il contesto in cui la logica dei two level game è stata sviluppata, le seconde possono essere assimilate ad alcuni particolari situazioni sperimentate nel corso dell’evoluzione istituzionale dell’Unione Europea, tra cui, come dimostra il caso studio, lo zucchero. Sono queste le situazioni in cui la Commissione non fornisce solamente il tavolo negoziale sul quale gli Stati membri si confrontano, ma entra attivamente nel dibattito e cerca di promuovere particolari soluzioni negoziali12. εc, ed il legame concettuale con ac, espresso nel

12A questo proposito Cavallo et al (2006) fanno riferimento a titolo esplicativo alle differenze che, a livello di contesto

negoziale intercorrono tra le maratone dei prezzi tipiche degli anni ’70 e ’80, ed il ruolo che la Commissione ha giocato in occasione di importanti interventi di riforma della PAC, come nel caso della riforma del Mac Sharry del 1992 o di quella Fischler del 2003. In queste occasioni la Commissione ha portato avanti in maniera strategica la definizione della riforma ed in particolare del proposal. A questo proposito, risulta interessante citare la ricostruzione del processo di definizione delle proposte per la riforma del 2003 fatta de Swinnen in un capitolo del libro “The perfect Storm: the political economy of

paragrafo precedente aiuta a completare il quadro per definire propriamente le peculiarità del contesto istituzionale europeo. I pesi negoziali di partenza, necessari per poter procedere alle simulazioni, permettono in vece di incorporare parte dell’effetto dei meccanismi di voto vigenti in consiglio dei Ministri. La Commissione, come detto, punta ad evitare la costituzione di minoranze di blocco, e quindi è lecito ipotizzare che come punto di partenza per le sue valutazioni tenga maggiormente in considerazione quei Paesi che esprimono, nel meccanismo di voto del consiglio, un numero maggiore di preferenze.

6.8 Applicazione del modello al contesto negoziale dello zucchero