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3 D AGLI OBIETTIVI AGLI STRUMENTI PER

3.3 Limiti di un approccio generale

3.3.1 Un win-set per lo zucchero

Le determinanti delle caratteristiche dei win-set zucchero prese in considerazione nella nostra analisi sono indicate nella figura 3.3. Emerge immediatamente come siano assenti le determinanti della pozione del win-set, questo è dovuto al fatto che le posizioni degli Stati membri sono direttamente derivate dall’analisi documentale condotta sulla riforma dello zucchero. E’ quindi superfluo ai fini dell’interpretazioni dei risultati del caso studio, e per la costruzione del tentativo di formalizzazione, indicare le nostre scelte rispetto ai fattori che determinano la posizione del win-set di uno Stato membro. In maniera inversa si possono invece derivare dal caso studio le giustificazioni addotte da ogni Stato membro rispetto alla scelta di una determinata posizione, in modo da ricostruire il complesso di fattori che la determinano.

Figura 3.3: Determinanti della posizione e dimensione degli win-set e fattori condizionanti il livello 1

Rispetto invece alla dimensione del win-set, i fattori scelti hanno lo scopo di considerare nello specifico come i paesi reagiscono rispetto ad un tentativo di riforma di un determinato strumento dell’OCM zucchero. Per l’attribuzione di questi fattori si parte dalla constatazione che lo zucchero è un settore molto protetto a livello europeo. E’ probabile quindi che questa situazione abbia mantenuto in vita, in alcuni Stati membri, settori saccariferi e bieticoli che, se operanti sul libero mercato, non avrebbero retto l’impatto della concorrenza sul livello dei prezzi e avrebbero dovuto ridurre o addirittura cessare la produzione. Seguendo questa logica gli Stati membri con un alto livello di produttività del settore bieticolo, espressa in termini di t/ha di barbabietola prodotte, competitività della produzione saccarifera, espressa in relazione ai livelli di export ed alla percentuale di quota ecceduta, possono accettare un più ampio range di accordi rispetto agli strumenti dell’OCM zucchero, esprimendo quindi un win-set più ampio. Al contrario, paesi in cui si verifica la condizione inversa non potranno accettare modifiche troppo spinte in direzione di una liberalizzazione del settore, pena la forte riduzione della produzione sia di barbabietole sia di zucchero.

Attraverso la concentrazione dell’industria, espressa in numero di compagnie saccarifere o di raffinazione presenti sul territorio nazionale, si vuole stimare quanto la lobby agricola è concentrata, ovvero di quanti soggetti si compone. Mutuando l’ipotesi formulata all’interno della scuola delle

public choice che associa l’efficacia di una lobby al numero ridotto delle sue componenti (Olson, 1983), si determina la condizione per la quale, in Paesi con un numero elevato di compagnie saccarifere queste non riescano a coordinare bene gli sforzi di pressione. Negli Stati membri dove la produzione dello zucchero è in mano a pochi trasformatori quest’ultimi riescono più efficacemente a svolgere le attività di pressione.

I parametri presi in considerazione per determinare le caratteristiche del Livello 1 hanno lo scopo di introdurre una duplice valutazione: da un lato in merito a come ogni stato membro ha interpretato il negoziato europeo in senso storico, dall’altro inserire una misura di quanto lo Stato membro è rilevante in seno al Consiglio dei Ministri. Nel primo caso le ipotesi alla base sono mutuate da Cavallo et al.(2007) che impostano una relazione diretta tra il ruolo storico del paese nella definizione della PAC e la sua capacità e di stabilire alleanze con gli altri Stati membri e di impostare un dialogo preferenziale con la Commissione. Il riferimento è all’influenza che lo stabilirsi di alleanze, siano esse di lungo corso o generatesi per più brevi lassi di tempo, hanno sul contenuto degli strumenti delle politiche Europee. Ad esempio l’alleanza Franco -Tedesca e il suo ruolo nel processo di integrazione europeo è stata oggetto di numerosi studi (Neville Rolfe, 1984; Petit et al., 1987, 1989, Mojer e Josling, 1990; Moravcisk, 1998), mentre altri autori hanno focalizzato l’attenzione sulla divisione tra paesi mediterranei e continentali nel difendere i diversi settori produttivi (Kay, 2000; Lizzi 2002). Infine un vasto filone della letteratura si è occupato del fenomeno del voto di scambio (log rolling) e del suo effetto nel determinare il risultato negoziale. Un contributo rilevante è quello di Crombez (2000) nel quale viene dimostrato, attraverso l’utilizzo di un modello spaziale, come il contesto istituzionale Europeo ed il meccanismo di voto all’interno del Consiglio dei Ministri determinino congiuntamente un ambiente nel quale il voto di scambio sia stabilmente incentivato, con un ruolo attivo della Commissione nel determinarlo. Rispetto alla possibilità di stabilire un dialogo preferenziale con la Commissione, nel capitolo precedente si è visto come molti studi hanno evidenziato come questo aspetto sia rilevante in alcune occasioni ed in specifiche fasi della procedura (Pokvrivcak and Swinnen, 2002).

Nel secondo invece si prende in considerazione il peso che uno Stato Membro esprime in termini di voti all’interno del Consiglio dei Ministri. Questo fattore attiene direttamente alla procedura di definizione della PAC descritta nel paragrafo successivo. Si vuole in questo modo introdurre delle considerazioni rispetto al peso che ogni Stato membro può esprimere in relazione alla possibilità di accogliere o rigettare un emendamento alla proposta della Commissione.

Da questi semplici indicatori ed elementi di giudizio possono essere tratte delle informazioni importanti che, unitamente ai risultati del caso studio, concorreranno a formare, da un lato il

giudizio strategico rispetto al ruolo della Commissione per come emerso dal caso studio, dall’altro il valore di alcuni parametri da inserire nel modello formale presentato nella parte terza.