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Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 100. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali

NOTA INTEGRATIVA CONSOLIDATA

PARTE D - REDDITIVITÀ CONSOLIDATA COMPLESSIVA Prospetto analitico della redditività consolidata complessiva

90. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto 100. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali

senza rigiro a conto economico 58 100

Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico (6.915) 383 110. Copertura di investimenti esteri:

a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni

120. Differenze di cambio:

a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni

130. Copertura dei flussi finanziari:

a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni

di cui: risultato delle posizioni nette

140. Strumenti di copertura: (elementi non designati) a) variazioni di valore

b) rigiro a conto economico c) altre variazioni

150. Attività finanziarie (diverse dai titoli di capitale) valutate al fair value

con impatto sulla redditività complessiva: (10.294) 581

a) variazioni di fair value (5.424) 3.298

b) rigiro a conto economico (4.870) (2.717)

1) rettifiche per rischio di credito 151 76

2) utilie/perdite da realizzo (5.020) (2.793)

c) altre variazioni

160. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione:

a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni

170. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a patrimonio netto:

a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico 3) rettifiche da deterioramento 4) utili/perdite da realizzo c) altre variazioni

180. Imposte sul reddito relative alle altre componenti reddituali

con rigiro a conto economico 3.379 (198)

190. Totale altre componenti reddituali (6.730) 176

200. Redditività complessiva (10+190) 20.977 16.032

210. Redditività consolidata complessiva di pertinenza di terzi 38 (151) 220. Redditività consolidata complessiva di pertinenza della capogruppo 20.938 16.183

Parte E - informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura (Dati espressi in migliaia di euro)

Premessa

Nella presente sezione vengono fornite le informazioni relative ai profili di rischio, al loro monitoraggio e alle operazioni di gestione e copertura poste in essere dal Gruppo Cassa di Ravenna. Tale informativa riflette gli schemi e le regole di compilazione previste dalla Circolare 262 di Banca d’Italia e successivi aggiornamenti e della Comunicazione di Banca d’Italia del 21 dicembre 2021 “Aggiornamento delle integrazioni alle disposi-zioni della Circolare n. 262 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione" aventi ad oggetto gli impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno.

La propensione al rischio del Gruppo Bancario è bassa: l’obiettivo è perseguire una sana e prudente gestio-ne, mantenendo un livello di rischio molto contenuto, con una forte attenzione alla legalità e alla sostenibilità.

La Capogruppo considera il sistema dei controlli interni fondamentale al fine di garantire che le attività azien-dali siano in linea con le strategie e le politiche azienazien-dali nonché improntate alla sana e prudente gestione.

Attraverso il RAF si definisce la propensione al rischio di Gruppo e si declinano, anno per anno, il risk ap-petite, la risk tolerance, i risk limits e la risk capacity del Gruppo e delle Banche appartenenti al Gruppo. In coerenza con questi indicatori vengono riepilogati nel RAF gli indicatori di Alert e di Recovery del Piano di Risanamento.

Al riguardo, in conformità con quanto disposto dalle Disposizioni di Vigilanza in materia, La Cassa in qualità di Capogruppo del Gruppo bancario Cassa di Ravenna, ha provveduto all’impianto di un sistema di controlli in-terni composto da regole (linee guida, politiche, regolamenti, procedure e modelli), procedure informatiche e strutture organizzative finalizzate a garantire che i “comportamenti” siano allineati con gli standard prefissati.

Nella definizione del Sistema dei controlli interni la Capogruppo considera tutte le società bancarie e non bancarie facenti parte del Gruppo o in perimetro.

Le strutture organizzative che, congiuntamente all’Organismo di Vigilanza, compongono il Sistema dei Con-trolli interni sono le seguenti funzioni aziendali di controllo:

1. Compliance, cui è assegnata anche la funzione Antiriciclaggio 2. Risk Management

3. Revisione Interna.

La funzione di Compliance, è accentrata in Capogruppo e presente sulle singole Banche/Società con un re-ferente, presiede, secondo un approccio risk based, alla gestione del rischio di non conformità con riguardo a tutta l’attività aziendale, verificando che le procedure interne siano adeguate a prevenire tale rischio. All'in-terno della funzione di Compliance è collocata, altresì, la funzione Antiriciclaggio, alla quale spetta il compito di svolgere le attività finalizzate a prevenire il coinvolgimento, anche inconsapevole, in fatti di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. Tali attività, accentrate presso la Capogruppo, vengono svolte anche per conto delle Banche e Società del Gruppo, in virtù di specifici accordi di esternalizzazione.

La funzione di Risk Management, è accentrata in Capogruppo e presente sulle singole Banche/Società con un referente, rappresenta la funzione aziendale di controllo di secondo livello deputata alla gestione dei rischi.

La funzione di Revisione Interna, accentrata in Capogruppo e presente sulle singole Banche/Società con un referente, è volta, da un lato, a controllare, in un’ottica di controlli di terzo livello, anche con verifiche in loco, il regolare andamento dell'operatività e l’evoluzione dei rischi, e, dall'altro, a valutare la completezza, l’adeguatezza, la funzionalità e l’affidabilità della struttura organizzativa e delle altre componenti del sistema dei controlli interni, portando all'attenzione degli organi aziendali i possibili miglioramenti.

La Capogruppo deve svolgere sulle componenti del Gruppo il controllo tecnico operativo volto alla misura-zione/valutazione dei complessivi rischi ai quali sono esposte le singole componenti del Gruppo ed il Gruppo nel suo insieme. In particolare, la funzione Risk Management svolge i seguenti principali compiti:

• è coinvolta nella definizione del RAF, delle politiche di governo dei rischi e delle varie fasi che costituiscono il processo di gestione dei rischi nonché nella fissazione dei limiti operativi all’assunzione delle varie tipologie di rischio. In tale ambito, ha, tra l’altro, il compito di proporre i parametri quantitativi e qualitativi necessari per la definizione del RAF, che fanno riferimento anche a scenari di stress e, in caso di modifiche del contesto operativo interno ed esterno della banca, l’adeguamento di tali parametri;

• verifica l’adeguatezza del RAF;

• verifica nel continuo l’adeguatezza del processo di gestione dei rischi e dei limiti operativi;

• definisce metriche comuni di valutazione dei rischi operativi coerenti con il RAF, coordinandosi con la funzio-ne di conformità alle norme, con la funziofunzio-ne ICT e con la funziofunzio-ne di continuità operativa;

• definisce modalità di valutazione e controllo dei rischi reputazionali, coordinandosi con la funzione di confor-mità alle norme e le funzioni aziendali maggiormente esposte;

• coadiuva gli organi aziendali nella valutazione del rischio strategico monitorando le variabili significative;

• assicura la coerenza dei sistemi di misurazione e controllo dei rischi con i processi e le metodologie di valu-tazione delle attività aziendali, coordinandosi con le strutture aziendali interessate;

• sviluppa e applica indicatori in grado di evidenziare situazioni di anomalia e di inefficienza dei sistemi di mi-surazione e controllo dei rischi;

• analizza i rischi dei nuovi i prodotti e servizi e di quelli derivanti dall’ingresso in nuovi segmenti operativi e di mercato;

• dà pareri preventivi sulla coerenza con il RAF delle operazioni di maggiore rilievo eventualmente acquisen-do, in funzione della natura dell’operazione, il parere di altre funzioni coinvolte nel processo di gestione dei rischi;

• monitora costantemente il rischio effettivo assunto e la sua coerenza con gli obiettivi di rischio nonché il rispetto dei limiti operativi assegnati alle strutture operative in relazione all’assunzione delle varie tipologie di rischio;

• verifica il corretto svolgimento del monitoraggio andamentale sulle singole esposizioni creditizie;

• verifica l’adeguatezza e l’efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate nel processo di gestione del rischio;

• verifica l’evoluzione del rischio informatico, basandosi sui flussi informativi continui, e il monitoraggio dell’ef-ficacia delle misure di protezione delle risorse ICT. I risultati sono documentati e rivisti almeno annualmente in rapporto ai risultati del monitoraggio;

• effettua le verifiche di propria competenza con riferimento all’esternalizzazione del trattamento del contante;

• verifica il rispetto dei limiti contrattuali nell’ambito del servizio delle gestioni patrimoniali;

• è coinvolta (e responsabile) nel processo ICAAP/ILAAP;

• in merito al Piano di Risanamento, coordina la stesura del Piano e la sua revisione periodica.

La funzione di Risk Management è accentrata in Capogruppo e assicura che tutti i rischi materiali cui il Grup-po è esGrup-posto siano individuati, misurati e adeguatamente riGrup-portati agli organi competenti.

La funzione Risk Management di Capogruppo risponde funzionalmente e gerarchicamente al Consiglio di Amministrazione della Capogruppo stessa e, in considerazione di espressi contratti di esternalizzazione, svolge attività per conto delle Banche e Società del Gruppo.

Il Consiglio di Amministrazione della Capogruppo, promuove la cultura al rischio del Gruppo e con specifico riferimento al sistema dei controlli interni:

• nell’ambito delle proprie attività di definizione delle linee di indirizzo del sistema dei controlli interni, verifica che essi siano coerenti con gli indirizzi strategici e la propensione al rischio stabiliti;

• approva il processo di gestione del rischio e ne valuta la compatibilità con gli indirizzi strategici e le politi-che di governo dei rischi;

• assicura che la struttura della Banca sia coerente con l’attività svolta e con il modello di business adottato, evitando la creazione di strutture complesse non giustificate da finalità operative;

• assicura che il piano strategico, il RAF, l’ICAAP, l’ILAAP, il Piano di Risanamento i budget e il sistema dei controlli interni siano coerenti, avuta anche presente l’evoluzione delle condizioni interne ed esterne in cui operano la Banca e il Gruppo;

• assicura l’attuazione del RAF, la sua coerenza con gli obiettivi di rischio e le soglie di tolleranza

identifica-te; valuta periodicamente l’adeguatezza e l’efficacia del RAF e la compatibilità tra rischi effettivi ed obiettivi di rischio;

• approva il codice etico cui deve essere improntata l’attività aziendale al fine di attenuare i rischi operativi e di reputazione;

• approva la costituzione delle funzioni aziendali di controllo, i relativi Responsabili, i relativi compiti e re-sponsabilità, le modalità di coordinamento e collaborazione, i flussi informativi tra tali funzioni e tra queste e gli organi aziendali;

• assicura che il sistema dei controlli interni e l’organizzazione aziendale siano costantemente uniformati ai principi normativi tempo per tempo vigenti;

• approva le politiche e i processi di valutazione delle attività aziendali;

• approva il processo per l’approvazione di nuovi prodotti e servizi, l’avvio di nuove attività e l’inserimento in nuovi mercati;

• approva le linee generali del sistema di gestione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito e controparte.

È presente e attivo un Comitato Rischi Endoconsiliare che svolge funzioni di supporto al Consiglio di Ammi-nistrazione della Capogruppo in materia di rischi e sistema dei controlli interni, ponendo particolare attenzio-ne a tutte le attività strumentali e attenzio-necessarie affinché lo stesso possa addivenire ad una corretta ed efficace determinazione del RAF (“Risk Appetite Framework) e delle politiche di governo dei rischi. In tale contesto, il Comitato ha altresì la funzione di supportare l’organo con funzione di supervisione strategica in materia di rischi di sostenibilità a cui è potenzialmente esposto il Gruppo.

Sono presenti, e si riuniscono con cadenza mensile, un Comitato Crediti e Finanza ed un Comitato Gestioni.

Il Comitato Crediti e Finanza di Gruppo ha natura consultiva ed opera principalmente sulla valutazione del portafoglio crediti, sull’andamento di fidi particolarmente rilevanti, sulla struttura e composizione del portafo-glio titoli di proprietà e sulla valutazione e monitoraggio del rischio di liquidità. È di supporto alla Direzione, al fine di proporre in Consiglio di Amministrazione limiti operativi sui rischi.

Il Comitato Gestioni di Gruppo definisce le linee strategiche delle linee di gestione del Gruppo (asset alloca-tion tattica) nel rispetto delle indicazioni CONSOB e delle regole di trasparenza, diligenza e correttezza che presiedono al processo decisionale, nonché in considerazione delle norme prudenziali di contenimento e frazionamento del rischio. Il Comitato opera nel rispetto delle regole di trasparenza, diligenza e correttezza che presiedono al processo decisionale di investimento, nonché in considerazione delle norme prudenziali di contenimento e frazionamento del rischio adottate, e nell’ambito delle linee dettate dal Consiglio di Am-ministrazione.

Esiste un processo strutturato per l’approvazione di nuovi prodotti e per le operazioni di maggior rilievo. E’

attivo un Comitato Prodotti.

I budget e i piani annuali, sono declinati fornendo obiettivi di rischio/rendimento e determinati in coerenza con il RAF. Questi obiettivi sono monitorati nel continuo, le risultanze vengono riportate trimestralmente in Comitato Rischi e a seguire in Consiglio di Amministrazione della Capogruppo e delle Società del Gruppo.

Le politiche di remunerazione e incentivazione perseguono e assicurano in linea con quanto espresso nel

“Modello Organizzativo per la gestione e il controllo” redatto ai sensi del D.Lgs. 231/2001, la creazione di valore per gli azionisti, il personale, il mondo bancario e il territorio nel suo complesso, sia nel breve sia nel lungo periodo, attraverso lo sviluppo della redditività strettamente coniugata con la solidità patrimoniale per continuare a perseguire la sana e prudente gestione che rappresenta il principio cardine del Gruppo. L’obiet-tivo è altresì, da un lato, quello di assicurare che i sistemi di remunerazione siano in linea con le strategie e obiettivi di lungo periodo, in coerenza con un quadro generale di politiche di governo e di gestione dei rischi e con i livelli di liquidità e patrimonializzazione ed in considerazione dei risultati aziendali opportunamente corretti, in modo da tener conto di tutti i rischi, presenti e futuri, assicurare un’efficace gestione dei possibili conflitti di interesse, servire al meglio gli interessi dei propri clienti, accrescere il grado di trasparenza verso il mercato e facilitare l’azione di controllo da parte delle Autorità di Vigilanza; dall’altro, di attrarre e mantenere

nel Gruppo soggetti aventi professionalità e capacita adeguate alle esigenze d’impresa, a vantaggio della competitività e del buon governo.

Nelle politiche di remunerazione sono pienamente accolte le raccomandazioni, espresse dall’Autorità di Vigilanza nel contesto dell’attuale emergenza pandemica, di adottare un approccio prudente e lungimirante e, segnatamente, di esercitare un'estrema prudenza nel riconoscimento della remunerazione variabile.

Sono inoltre volte a garantire la sostenibilità nel medio-lungo termine, mantenendo un adeguato bilan-ciamento nella definizione degli obiettivi tra fattori economico-finanziari e fattori non economici (ovvero quantitativi/strategici e qualitativi/sostenibili), comprendendo obiettivi di performance collegati ai rischi, alla compliance e a fattori ambientali, sociali e di buon governo (ESG).

Le politiche di remunerazione perseguono inoltre l’equità di retribuzione a parità di posizione organizzativa e di rendimento professionale quale elemento essenziale di uguaglianza di genere, disabilità, fasce di età, minoranze, necessario per permettere il giusto riconoscimento del ruolo di ciascuno nel mondo del lavoro.

Sono attuati nel continuo percorsi di formazione, che durante l’emergenza sanitaria di Covid 19 si sono svolti in aula virtuale, sia dei componenti delle funzioni di controllo sia verso gli uffici/filiali per diffondere la cultura del rischio.

I rischi a cui il Gruppo Bancario è o potrebbe essere esposto in futuro sono:

- Rischi di credito/controparte - Rischi di mercato

- Rischi operativi

- Rischio di leva finanziaria eccessiva - Rischio di concentrazione

- Rischio di tasso sul portafoglio bancario - Rischio di liquidità

- Rischio residuo da CRM - Rischi climatici ed ambientali

- Rischio da operazioni su obbligazioni bancarie garantite - Rischio strategico

- Rischio di reputazione - Rischio da cartolarizzazione

- Rischio di assunzione di partecipazioni

- Rischio e conflitti d’interesse verso soggetti collegati - Rischio Paese

- Rischio di trasferimento - Rischio base

- Rischio di modello

- Rischi su prestiti in valuta estera

- Rischi connessi con l’attività di banca depositaria di OICR e fondi pensione - Rischio di compliance

- Rischio di riciclaggio - Rischio informatico - Rischio privacy

- Rischio connesso con la gestione delle attività vincolate.

Il Gruppo, appartenente ai gruppi bancari di classe 2, nella misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi quantitativi, adotta:

- per i rischi di credito/controparte e per i rischi di mercato il metodo standardizzato (TSA), - per i rischi operativi il metodo base (BIA),

- per il rischio tasso e per il rischio di concentrazione le metodologie semplificate proposte rispettivamente nell’allegato C e B della circolare 285/2013 di Banca d’Italia e successivi aggiornamenti.

A seguito della pubblicazione a novembre 2020, da parte della BCE, della “Guida sui rischi climatici e am-bientali” e a seguire a luglio 2021 del documento EBA “Report on management and supervision of ESG Risk

for credit Institutions and investiment firms” il Gruppo si è attivato per intraprendere un percorso di allinea-mento alle linee guide ivi specificate. In primis è stata realizzata un’autovalutazione rispetto alle normative citate e a seguire un percorso di allineamento in ottica di pianificazione, governance e presidio dei rischi. I rischi climatici ed ambientali sono stati per la prima volta mappati nel RAF 2021 dove sono stati definiti e se ne sono valutate le attuali implicazioni.

Il Gruppo, appartenente ai gruppi bancari di classe 2, nella misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi quantitativi, adotta:

- per i rischi di credito/controparte e per i rischi di mercato il metodo standardizzato (TSA), - per i rischi operativi il metodo base (BIA),

- per il rischio tasso e per il rischio di concentrazione le metodologie semplificate proposte rispettivamente nell’allegato C/C bis e B della circolare 285/2013 di Banca d’Italia e successivi aggiornamenti.

Inoltre, il Gruppo, in ottemperanza alle disposizioni in materia di III Pilastro ha redatto l’Informativa al Pub-blico, relativa al Bilancio consolidato, disponibile sul sito www.lacassa.com