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Dall'analisi del P.T.P.C. 2017-2019 adottato dal Comune di Massa, in generale, si può affermare che risulta confermata la valutazione fatta dall'Anac nel 2016 che

80 A riguardo si veda:

http://trasparenza.comune.massa.ms.it/sites/trasparenza.sites/files/allegati/decalogo_delle_categorie.p df

preannunciava alcuni miglioramenti rispetto all'analisi effettuata nel 2015.

Infatti l'Ente ha mostrato un'attenzione particolare verso l'attuazione di una strategia anticorruzione adeguata superando l'approccio formalistico e poco efficace che ha caratterizzato la maggior parte delle amministrazioni alla luce dell'analisi dell'Anac effettuata nel 2015.

Certamente i risultati rilevati non sono ottimali, però, partendo dal presupposto che non stiamo parlando di un Comune di grandi dimensioni, dove il R.P.C. si trova ad essere coadiuvato da numerosi uffici ed ha disposizione risorse illimitate, la situazione è apparsa del tutto incoraggiante.

Questo a dimostrazione che quanto sostenuto dall'Anac circa il fatto che l'aspetto dimensionale possa incidere sulla qualità dei Piani è vero ma fino ad un certo punto. Infatti è evidente che quello del Comune di Massa è il caso di un'amministrazione che, oltre a cercare di adempiere alla normativa, sembra aver sviluppato una buona disciplina anticorruzione, la quale potrebbe rivelarsi un valore aggiunto nel contrastare l'insorgere di eventuali comportamenti illeciti all'interno dell'Ente.

Fatta questa premessa generale, andiamo ora ad analizzare nello specifico quelli che sono gli aspetti fondamentali del P.T.P.C. 2017-2019.

Per quanto riguarda la procedura di adozione del Piano la prima cosa che si nota è che il Comune di Massa non ha realizzato il doppio passaggio consigliato dall'Anac in quanto non ha provveduto a far approvare al Consiglio comunale un primo documento di carattere generale sul contenuto del P.T.P.C., ma ha fatto approvare il Piano direttamente alla Giunta.

Durante la fase di elaborazione del Piano, il percorso partecipativo sia interno che esterno è stato realizzato in maniera adeguata anche se i risultati non sono stati del tutto convincenti in quanto non è pervenuto alcun contributo da parte dei cittadini e di organizzazioni portatrici di interessi collettivi.

Per quanto riguarda il processo di gestione del rischio, esso sembra avere un livello qualitativo adeguato dato che il Comune di Massa dimostra di aver colto le indicazioni dell'Anac mettendole in pratica, anche se con qualche

imprecisione, all'interno del Piano.

Mentre per l'analisi del contesto interno si rinvia al D.U.P. 2016-2018, l'analisi del contesto esterno appare molto esaustiva in quanto sono stati presi in considerazione alcuni documenti contenenti numerosi dati per analizzare l'ambiente nel quale opera l'Amministrazione.

Per ciò che concerne la mappatura dei processi il Comune di Massa ha ascoltato le raccomandazioni dell'Anac circa la suddivisione fra aree di rischio generali e aree di rischio specifiche.

Tra quelle generali, in particolare, ha provveduto ad utilizzare la più ampia definizione di area di rischio “Contratti pubblici”, al posto di “Affidamento di lavori, servizi e forniture” in linea con quanto previsto nella determinazione n. 12. Per ciò che concerne invece quelle specifiche, è stata inserita, oltre alle due aree indicate dall'Anac come rilevanti per gli enti locali, anche l'area “Anagrafe e servizi elettorali”, a dimostrazione di una mappatura che tiene conto delle specificità dell'Ente.

La valutazione del rischio appare del tutto conforme alle indicazioni del P.N.A., in quanto i fattori utilizzati per calcolare il valore della probabilità e il valore dell'impatto coincidono con quelli specificati nell'Allegato 5 al P.N.A. L'unica criticità riguarda la realizzazione di una ponderazione del rischio poco prudente visto che i risultati sono tutti, ad eccezione di uno, estremamente bassi.

Dando uno sguardo alle misure di prevenzione, il Comune di Massa, oltre a suddividere le misure, in linea con quanto disposto dall'Anac, in generali e specifiche, consegue risultati interessanti.

A dimostrazione di ciò, l'area generale “Contratti pubblici” viene opportunamente disaggregata nella varie fasi indicate nella determinazione n. 12 prevedendo misure preventive per ciascuna di queste.

Inoltre tali misure appaiono convincenti in quanto risultano sostenibili e verificabili ma, soprattutto, progettate tenendo conto delle specificità dell'Ente. Per ogni misura vengono individuate le modalità di attuazione, i responsabili, i tempi e gli indicatori di monitoraggio.

Infine il Piano ha assunto un valore programmatico molto incisivo dato che, in linea con quanto previsto dalla legge 190/201281, l'Ente ha provveduto ad inserire al suo interno obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza opportunamente coordinati con quelli fissati da altri documenti di programmazione quali il Piano della Performance e il D.U.P.

In particolare, in relazione a quest'ultimo, il Comune di Massa ha seguito l'indicazione del P.N.A. 2016 di inserire nel D.U.P. gli indirizzi strategici sulla prevenzione della corruzione e sulla promozione della trasparenza ed i relativi indicatori82.

Sulla base di questa prospettiva, inoltre, l'Amministrazione ha disposto l'inserimento nel P.E.G. di un obbiettivo gestionale e trasversale a tutti i settori dell'Ente, il quale prevede la corretta attuazione delle disposizioni della legge 190/2012 e del decreto legislativo 33/2013 e l'adeguata implementazione delle misure di prevenzione indicate nel P.T.P.C.

Questo obiettivo, insieme agli altri obiettivi di P.E.G. e ai comportamenti organizzativi individuali, indicati nel dizionario dei comportamenti organizzativi e nel decalogo delle categorie, concorrerà alla determinazione del risultato della performance del personale ed inciderà sull'erogazione del trattamento economico accessorio a loro spettante.

81 Si rinvia alla legge 190/2012, art. 1 comma 8, sostituito dal d.lgs. 97/2016, il quale prevede che “l'organo di indirizzo definisce gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, che costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico- gestionale e del Piano triennale per la prevenzione della corruzione”.

82 Si rinvia al documento: Autorità Nazionale Anticorruzione, Determinazione di approvazione definitiva del Piano Nazionale Anticorruzione 2016, delibera n. 831 del 3 agosto 2016., p. 44

CONCLUSIONI

Con l'introduzione della legge 190 del 2012, l'Italia ha fatto dei grandi passi in avanti nella lotta alla corruzione. Tale legge, infatti, pur presentando alcune lacune e aspetti non molto chiari, è il primo intervento legislativo diretto a prevenire il fenomeno corruttivo.

L'idea è che i soli metodi repressivi non sono più abbastanza per contrastare la corruzione ma è necessario che a questi sia affiancata una nuova politica di prevenzione volta ad eliminare casi sospetti prima che questi possano tradursi in comportamenti illeciti.

Sulla base di questa prospettiva la corruzione viene concepita, quindi, come un evento rischioso che deve essere sottoposto a un processo di gestione del rischio. In linea con quanto stabilito dalla Legge 190/2012 e dal P.N.A., tale processo deve essere inserito da ogni singola amministrazione all'interno del proprio Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione, il quale non deve essere implementato come un mero adempimento formale ma come un'esigenza interna che crea valore aggiunto all'amministrazione stessa, in quanto finalizzato a prevenire il manifestarsi di casi di corruzione.

Come riportato nella determinazione n. 12 del 2015, a seguito dell'analisi effettuata sui P.T.P.C. 2015-2017 di un campione di amministrazioni, l'Anac, però, ha rilevato che gran parte delle amministrazioni hanno dimostrato di non aver colto l'importanza della disciplina anticorruzione.

Infatti, nonostante il 90% di queste abbia adottato e pubblicato il P.T.P.C. sul proprio sito istituzionale, tale documento è risultato nella maggior parte dei casi qualitativamente insoddisfacente.

Troppe le amministrazioni che non si sono preoccupate di esaminare il contesto esterno e che, per quanto riguardo le misure di prevenzione, si sono limitate ad indicare nei P.T.P.C. solo quelle obbligatorie previste dalla normativa o annoverate dal P.N.A. senza concentrarsi sull'attuazione di una concreta pianificazione delle stesse.

Inoltre mentre il collegamento tra il P.T.P.C. e il P.T.T.I. risulta inadeguato, quello con il Piano della Performance, in gran parte dei casi, è risultato, addirittura, assente.

Questi risultati negativi sembrano essere riconducibili alla generalizzazione degli indirizzi forniti dal P.N.A. e al fatto che la strategia di prevenzione della corruzione, al fine di poter ottenere risultati concreti, necessita di un orizzonte temporale più ampio.

Ciò è confermato dall'analisi dei P.T.P.C. 2016-2018, riportata all'interno del P.N.A. 2016, secondo la quale, la qualità dei Piani sembra essere leggermente migliorata rispetto agli anni precedenti. A dimostrazione, quindi, che le amministrazioni, sebbene ancora lontane dall'ottenimento di risultati ottimali, si stiano gradualmente sforzando verso l'implementazione di una strategia anticorruzione sempre più conforme alla normativa.

Alla luce di quanto appena detto, nella terza parte del presente elaborato, ho provveduto ad analizzare il P.T.P.C. relativo al triennio 2017-2019 del Comune di Massa al fine di valutare il suo impegno nella lotta alla corruzione.

Il processo di gestione del rischio, probabilmente anche grazie all'introduzione della piattaforma digitale “Strategic PA”, appare abbastanza conforme alle indicazioni contenute nel P.N.A. 2013 e nell'Aggiornamento 2015 al P.N.A. configurandosi come un processo adeguato dal punto di vista qualitativo.

In questa prospettiva l'Ente ha mostrato un'attenzione particolare sia alla fase di mappatura dei processi sia a quella di identificazione, analisi e ponderazione del rischio, con il solo limite di aver realizzato una valutazione del rischio poco prudente, visto che tutti i rischi, ad eccezione di uno, hanno riportato un livello medio-basso.

Con riferimento alle misure di prevenzione, l'amministrazione non si è concentrata esclusivamente sulle misure generali elencate dal P.N.A. ma si è impegnata nell'individuare anche ulteriori misure specifiche in base alle necessità riscontrate.

ma come un mezzo per liberare l'Ente da ogni possibile illegalità, sono stati realizzati reali collegamenti tra quest'ultimo, il D.U.P., il P.E.G. e il Piano della Performance.

Dall'analisi da me effettuata non posso che apprezzare l'operato del Comune di Massa, il quale, in linea con gli esiti delle valutazioni effettuate dall'Anac sui P.T.P.C. nel 2016 che hanno fatto ben sperare, è riuscito a realizzare una strategia di prevenzione della corruzione abbastanza conforme alla normativa.

Di certo la predisposizione di un P.T.P.C. adeguato in termini qualitativi non basta per contrastare la corruzione, però a mio avviso rappresenta già un bel punto di partenza per cercare di ridurre un “male” che ormai da troppo limita le potenzialità di sviluppo del nostro Paese.

In sostanza, si può affermare che, per scoraggiare la corruzione, poco contano le dimensioni dell'amministrazione e le risorse che essa ha a disposizione, quello che conta è che ci sia un'unita di intenti da parte di tutti i cittadini nel combatterla.

Essa, infatti, è un fenomeno che aleggia in gran parte degli ambiti che caratterizzano la vita sociale di ognuno di noi. Basti pensare alla sua costante presenza in politica, in ambito ecclesiastico e in ogni disciplina sportiva, prima su tutte il calcio.

Da questo punto di vista, la corruzione, quindi, non deve essere configurata come un fenomeno da prendere in considerazione solo quando si verificano casi eclatanti ma come un tema di attualità in quanto, come ribadito più volte da Raffaele Cantone, “la corruzione è come la mafia, quando non se ne parla vuol dire che prospera”.

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Ringrazio di cuore tutta la mia famiglia e tutte le persone che mi sono state vicine in questo percorso, tra cui la mia ragazza che è un punto di riferimento nella mia vita.