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Capitolo 3: Metodo: campionamento e definizione delle variabili e del modello

3.5. Variabili di controllo

Vari studi hanno evidenziato come le imprese abbiano, con riferimento alla comunicazione volontaria in bilancio, costi ed incentivi differenti al variare della loro dimensione. Anche con riferimento all’uso dei grafici, studi precedenti hanno evidenziato che aziende di dimensione differente usino i grafici differentemente383. Le società più grandi subiscono maggiori costi politici di quelle più piccole, essendo maggiormente soggette al controllo ed alla regolamentazione pubblica384. Potrebbero, pertanto, inserire minori grafici sugli indicatori critici con l’obiettivo di ridurre i costi politici, così come ipotizzato seguendo la “positive accounting theory”385

.

Al tempo stesso, però, le aziende più grandi hanno minori costi di elaborazione e comunicazione delle informazioni di bilancio grazie ai più sofisticati sistemi informativi386. Le aziende più grandi, inoltre, sono più complesse e caratterizzate da un grado di frazionamento dell’azionariato

379

Cfr. European Central Bank, Financial Stability Review, Francoforte, Decembre 2009.

380 Cfr. Linsley P. M., Slack R. E., Crisis Management and an Ethic of Care:The Case of Northern Rock Bank, cit., pp.

285-295.

381 Cfr. T. Keusch, L. H. Bollen, and H. F. Hassink, Self-serving Bias in Annual Report Narratives: An Empirical

Analysis of the Impact of Economic Crises, cit., p. 635.

382 Cfr. F. Muino, M. Trombetta, Does graph disclosure bias reduce the cost of equity capital?, cit., p. 90.

383 Cfr. P. Mather, A. Ramsay, A. Serry, The Use and Representational Faithfulness of Graphs in Annual Reports:

Australian Evidence, cit., pp. 56-63; W. N. Dilla, D. J. Janvrin, Voluntary disclosure in annual reports: the association between magnitude and direction of change in corporate financial performance and graph use, cit., pp. 274-276.

384 Cfr. T. Cooke, Disclosure in the corporate annual reports of Swedish companies, Accounting and Business

Research, 19(74), 1989, pp. 113-24; R. L. Watts, J. L. Zimmerman, Positive Accounting Theory: A Ten Year Perspective, cit., p. 139.

385

Cfr. W. N. Dilla, D. J. Janvrin, Voluntary disclosure in annual reports: the association between magnitude and direction of change in corporate financial performance and graph use, cit., pp. 274-276.

386 Cfr. S. L. Buzby, Company size, listed versus unlisted stocks, and the extent of financial disclosure, Journal of

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maggiore387. Per queste ragioni, ci si attende che il numero dei grafici cresca al crescere della dimensione aziendale.

La dimensione è stata stimata attraverso il logaritmo naturale del valore assoluto delle vendite prodotte durante l’esercizio mentre, quando la variabile vendite è una variabile indipendente nel modello, la “dimensione” è stata stimata attraverso il logaritmo naturale del totale dell’attivo alla fine dell’esercizio.

Un’altra importante variabile è rappresentata dal settore di appartenenza dell’azienda. Il settore potrebbe influenzare l’uso dei grafici per varie ragioni: per l’attenzione differente agli stakeholder aziendali ed a determinate aspetti della dinamica economico-finanziaria, per i differenti costi politici cui le aziende di diversi settori sono sottoposte, per la necessità per le aziende di uniformarsi ai target dei loro concorrenti388.

I settori sono quelli definiti e suddivisi attraverso l’uso di codici (codici Standard Industry Classification). Le società del presente campione sono state suddivise in sette gruppi, con l’obiettivo di avere una numerosità simile per gruppo ed escludendo quei settori non rappresentati nel campione (ad es. il settore agricolo). I sette gruppi sono i seguenti: settore minerario e delle costruzioni (codici sic da 1000 a 1731); settore manifattura leggera (codici sic da 2000 a 2990); settore manifattura pesante (codici sic da 3011 a 3990); settore trasporti e distribuzione (codici sic da 4011 a 4991); settore commercio all’ingrosso ed al dettaglio (codici sic da 5000 a 5990); settore dei servizi immobiliari (codici sic da 6500 a 6799); settore dei servizi ed altri settori (codici sic da 7000 a 9995).

Un’altra variabile di controllo è rappresentata dalle opportunità di crescita delle aziende, stimate attraverso il rapporto di fine esercizio tra la capitalizzazione di borsa ed il patrimonio netto. Una capitalizzazione di mercato superiore al patrimonio netto indica che l’azienda ha delle prospettive di crescita superiori rispetto a quelle che appaiono sulla base dei valori contabili. Da un lato, ci si attende che al crescere delle opportunità di crescita, aumenti la disclosure volontaria delle aziende e, di conseguenza, anche l’uso dei grafici sugli indicatori critici economico-finanziari389

.

Allo stesso tempo, però, società con elevate opportunità di crescita, valutate attraverso dei parametri di mercato e dei valori degli investimenti più che sulla base della performance contabile passata390, potrebbero utilizzare minori grafici la cui natura è contabile. Inoltre, le aziende con maggiori opportunità di crescita fronteggiano maggiore visibilità e costi politici e questi aspetti potrebbero incidere negativamente sull’uso dei grafici e ridurre le pratiche di impression management391

. Alla luce di queste considerazioni, non ci si attende un’influenza positiva né negativa del rapporto tra capitalizzazione di borsa e patrimonio netto sull’uso dei grafici e sulle pratiche di impression management.

Tra le variabili incluse nell’analisi, c’è anche la quotazione in più mercati finanziari, che potrebbe spingere le aziende ad incrementare la comunicazione volontaria di bilancio, dato che le pressioni e le regolamentazioni dei mercati finanziari aumentano392. Più specificamente, le aziende quotate in più mercati finanziari necessitano di raccogliere il capitale in più mercati e, per farlo al minore

387

Cfr. G. K. Meek, C. B. Roberts, S. J. Gray, Factors influencing voluntary annual report disclosures by US, UK and continental European multinational corporations, cit., p. 558.

388 Sull’influenza del settore sulla comunicazione volontaria in bilancio, si vedano i seguenti studi: R. L. Watts, J. L.

Zimmerman, Positive Accounting Theory, cit; G. K. Meek, C. B. Roberts, S. J. Gray, Factors influencing voluntary annual report disclosures by US, UK and continental European multinational corporations, cit., p. 558, T. C. Powell, Research Notes and Communications. How Much does Industry Matter? An Alternative Empirical Test, cit.; Brammer S., Millington A., Corporate reputation and philanthropy: An empirical analysis, Journal of Business Ethics, 61.1, 2005, pp. 29-44; T. Keusch, L. H. Bollen, and H. F. Hassink, Self-serving Bias in Annual Report Narratives: An Empirical Analysis of the Impact of Economic Crises, cit., p. 635.

389 Cfr. L. L. Eng, Y.T. Mak, Corporate governance and voluntary disclosure, cit., pp. 334-335.

390 Cfr. Lougee B. A., Marquardt C. A., Earnings informativeness and strategic disclosure: An empirical examination of

“pro forma” earnings, The Accounting Review, 79(3), 2004, pp. 769-795 dove ulteriori riferimenti bibliografici.

391

Cfr. F. AlNajjar, A. Riahi-Belkaoui, Growth opportunities and earnings management, Managerial Finance, 27 (12), 2001, p. 73.

392 Cfr. G. K. Meek, C. B. Roberts, S. J. Gray, Factors influencing voluntary annual report disclosures by US, UK and

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costo possibile, potrebbero incrementare le informazioni rappresentate graficamente in bilancio393. Uno studio di Vanstraelen ed altri autori ha evidenziato che la quotazione in più mercati finanziari fosse positivamente associata anche alla comunicazione non economico-finanziaria in bilancio394. Allo stesso tempo, però, la quotazione in più mercati potrebbe incentivare la riduzione dei grafici durante la crisi, con l’obiettivo delle aziende seguite da una platea più ampia di investitori di nascondere le performance negative registrate in quel periodo. Alla luce di queste considerazioni, non ci si attende né un’influenza positiva né negativa della quotazione in più mercati finanziari sull’uso dei grafici.

Un’ultima variabile di controllo è la presenza del consulente di comunicazione, pari ad 1 quando la società dichiara nel bilancio di avere almeno un consulente di comunicazione nell’esercizio e pari a 0 in caso contrario. Un recente studio ha evidenziato una maggiore diffusione dei consulenti di comunicazione che curano il design del bilancio nel Regno Unito395. Il consulente ha la funzione di rendere il bilancio più accattivante nella grafica e nella struttura e potrebbe, pertanto, essere il vero responsabile dell’aggiunta dei grafici. Ci si attende, inoltre, che le pratiche di impression management possano aumentare attraverso il ricorso a consulenti di comunicazione, la cui funzione sarebbe proprio quella di influenzare, attraverso immagini e grafici, l’impressione del lettore sulla dinamica economico-finanziaria dell’azienda.

La tabella seguente definisce le principali variabili indipendenti e di controllo, escludendo la performance aziendale, che era già stata definita nella tabella precedente.

393 Cfr. T. E. Cooke, The impact of size, stock market listing and industry type on disclosure in the annual reports of

Japanese listed corporations, Accounting and Business Research, 22(87), 1992, pp. 229-237.

394 Cfr. A. Vanstraelen, M. T. Zarzeski, S. WG. Robb, Corporate nonfinancial disclosure practices and financial

analyst forecast ability across three European countries, Journal of International Financial Management & Accounting, 14 (3), 2003, pp. 249-278.

395 Cfr. V.A. Beattie, M.J. Jones, A. Dhanani, Investigating presentational change in UK annual reports: A longitudinal

71 Tabella 3.3. Definizione delle variabili indipendenti e di controllo396

Variabile Definizione Fonte raccolta

dati (database)

Uso grafici T-1 Uso dei grafici da parte della società nell’anno precedente t-1 Bilancio consolidato Uso grafici leader

T-1

Uso dei grafici da parte del leader nell’anno precedente t-1 bilancio consolidato Paese 1 se ha sede in Francia, 2 se in Germania, 3 se in Italia e 4 se in

Regno Unito

Amadeus Sistema “micro” 1 se sistema “micro” (Regno Unito); 0 in caso contrario Amadeus

Anno Valori: 2006, 2007, 2008, 2009 Amadeus

Periodo crisi 0 negli anni 2006 e 2007; 1 negli anni 2008 e 2009 Amadeus

Dimensione Logaritmo naturale del valore delle vendite prodotte durante l’esercizioa

Compustat

Numero degli

analisti finanziari

Logaritmo naturale del numero degli analisti che hanno elaborato

almeno un report sull’azienda durante l’anno Thomson ONE

Settore 1 se settore minerario e delle costruzioni (codici sic da 1000 a 1731); 2 se settore manifattura leggera (codici sic da 2000 a 2990); 3 se settore manifattura pesante (codici sic da 3011 a 3990); 4 se settore trasporti, comunicazione e distribuzione (codici sic da 4011 a 4991); 5 se settore commercio all’ingrosso ed al dettaglio (codici sic da 5000 a 5990); 6 se settore dei servizi immobiliari (codici sic da 6500 a 6799); 7 se settore dei servizi ed altri settori (codici sic da 7000 a 9995)

Compustat

Opportunità di crescita

Logaritmo naturale del rapporto tra la capitalizzazione di borsa ed il patrimonio netto alla fine dell’eserciziob

Compustat Quotazione in più

mercati finanziari

1 se azienda quotata in più mercati; 0 in caso contrario bilancio consolidato

Presenza del

consulente di

comunicazione

1 se l’azienda dichiara di avere almeno un consulente nell’esercizio; 0 in caso contrario

bilancio consolidato

a. Nei casi in cui la dimensione è stata stimata attraverso l’attivo di bilancio, la variabile “dimensione” è il logaritmo naturale del totale dell’attivo (fonte Amadeus).

b. Anche in questo caso, dato che il logaritmo naturale è definito per i soli valori x reali e positivi, si è considerata la funzione ln(1+X), in presenza di valori pari o superiori allo zero, e la funzione [-LN(-(-1+X)] in presenza di numeri negativi. In questo modo, tutti i valori positivi e negativi sono considerati, rispettando anche l’ordine dei valori numerici (dal più piccolo al più grande importo).