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Vassalli di altri immigrat

Dal quarto decennio del secolo IX appaiono vassalli di immigrati poco noti o non altrimenti noti, pur sempre appartenenti ai gruppi domi- nanti, che noi conosciamo in modi del tutto occasionali.

Al documento dell’836, con cui Hunger consegna beni ai propri

erogatori (355) e beneficia anche un proprio vassallo, appongono il loro

$+.*0"%")*0$ il franco Aribaldo, abitante in Milano, e, di seguito, due

vassalli di questo Aribaldo (356), il franco Rotcario e il burgundo

Arduino. Non abbiamo rinvenuto documentazione relativa ad Aribaldo, per cui non rimane che prendere atto della sua volontà di sottolineare la propria disponibilità di vassalli, forse per non ‘sfigurare’ al cospetto di Hunger, che da parte sua fra i testi che si sottosegnano non fa elencare vassalli propri, di cui pur dispone – uno, Ingiliramo, è menzionato nel testo in quanto destinatario di alcuni beni –, essendo sufficiente a carat-

(353) Cfr. par. precedente.

(354) Cfr. sopra, t. c. nota 79.

(355) 3D4)*.B n. 127, 836 febbraio, Milano = 6D, I/1, n. 62. Cfr. sopra, par. 3.3.

(356) Il franco Aribaldo e i suoi due vassalli sono qualificati singolarmente, subito

dopo Aribaldo e prima di Ingilramo, vassallo di Hunger, come sappiamo, ma che tale non viene qualificato nell’escatocollo: l’apposizione 8)$)((!%#+0$ per i due vassalli non va riferita ad Hunger, su richiesta del quale i testi sono presenti, ma al teste che prece- de immediatamente, il franco appunto Aribaldo, la cui presenza è stata pure richiesta da Hunger. Non concordiamo pertanto con l’attribuzione dei due vassalli ad Hunger, pro- posta da Budriesi Trombetti, H-+"#%-+ #- 2# cit., p. 22, Sergi, G)$$)((+ cit., p. 280, nota 41, e p. 293, nota 103, e Rossetti, C! +#/7 cit., p. 93.

terizzare la propria posizione sociale elevata la connotazione iniziale attraverso il fratello defunto, Ernosto, che era stato, come sappiamo, vassallo imperiale.

Soffermiamoci sul vassallo burgundo. Pochissimi sono i Burgundi attestati nel Regno Italico. Per l’età carolingia il Hlawitschka segnala solo due attestazioni: una è quella tratta dal nostro documento; la secon-

da proviene da un documento senese dell’867 (357), che mostra un Pietro

P0-.0*&+0$ detenere beni dal conte Winigi franco (358). Una terza pre-

senza, ignota al Hlawitschka, perché attestata in un documento edito

posteriormente, concerne il territorio piacentino (359): Garoino, «ex

genere Purgondionorum», acquista nell’842 da Sigemundo, del quale non viene specificata la nazionalità, terreni in Morasco. Si noti che la dichiarazione di nazionalità concerne l’acquirente, non il venditore, cui dovrebbe spettare per rendere valido giuridicamente l’atto, una situa- zione che ricorda quella espressa nell’atto di acquisto dell’807 da parte dell’alamanno Alpcar e che non può non suggerire una volontà espres-

sa di sottolineare l’appartenenza ad una delle .#*/#$ conquistatrici (360).

Difficile, a differenza di altre situazioni, parlare in questo caso di

superamento delle “barriere etniche” (361), stante l’affinità sostanziale tra

(357) L. A. Muratori, '*/+I0+/)/#$%</)(+ )#%6#&++% '#8+B voll. 6, Milano, 1739-1742,

V, coll. 513-518, 867 febbraio. Cfr. Hlawitschka, A-)*Z#* cit., p. 313.

(358) Su conte senese Winigi si veda P. Cammarosano, 4)%,)"+.(+)%&#+%P#-)-&#*.2+@

3!*/-+K0/!%)(()%$/!-+)%&#(()%$! +#/7%$#*#$#%*#+%$# !(+%=<>=<<<B Spoleto, 1974, pp. 65 ss.

(359) Galetti, 4#% )-/# cit., n. 33, 842 giugno 15, Morasco.

(360) Cfr. sopra, t. c. nota 91.

(361) Sergi, <%-)11!-/+ cit., p. 279, porta il caso, oltre che quelli di alcuni vassalli ala-

mani – un vassallo dell’alamanno Alpcar (cfr. sopra, t. c. note 114-116) e tre, non due, vassalli del conte Alberico (cfr. sopra, t. c. note 262-263) –, del vassallo burgundo Arduino, che egli ritiene vassallo di Hunger (cfr. sopra, nota 356 ex.), a sostegno iniziale dell’affermazione del superamento nei rapporti vassallatici delle “barriere etniche”, pur- ché queste non costituiscano “una discriminante sociale”, per cui sembra da intendersi che ciò che conta è la condizione sociale, non etnica, dei vassalli, il che ha certo il suo peso, come viene anche da noi segnalato (cfr. sotto, parr. 10.2-10.4). L’autore (+K+&#", p. 280) prosegue recando due esempi, più tardi, di rapporti vassallatici ‘interetnici’, costituiti da Autprando, vassallo imperiale, di tradizione etnico-giuridica longobarda, del quale appresso trattiamo (cfr. sotto, par. 11), e da Ariberto, vassallo regio, che pro- fessa la legge romana (3D4)*., n. 385, 900 agosto, 3(#K) = Cortesi, 4#%1#-.)"#*# cit., n. 38; cfr. Jarnut, P#-.)"! cit., p. 217); ma siamo appunto in un periodo più tardo in cui per la partecipazione al potere politico la ‘discriminante etnica’ fra i membri delle .#*>

/#$ già conquistatrici e ancora dominanti – Franchi, Alamanni, pochi Bavari e pochissi-

Franchi e Burgundi, in atto già durante i primi anni di impero di Ludovico il Pio, quando l’arcivescovo Agobardo di Lione si rivolge all’imperatore pregandolo di permettere ai Burgundi di adottare la (#U dei Franchi – «ut eos (scil. Burgundios) transferret ad legem

Francorum» (362) –, constatando la scarsa consistenza di persone che

vivevano ormai secondo la legge burgunda: «cuius legis homines sunt

perpauci» (363). A buon motivo il Hlawitschka, sottolineando, sulla scor-

ta del passo di Agobardo, che i Burgundi già nella loro “patria” si avvia-

vano a non considerarsi più come una “stirpe” autonoma (364), prospetta

l’ipotesi che sotto la presenza di testimoni franchi si potessero trovare

persone di origine burgunda (365).

Nell’858, all’atto di vendita effettuato da Wagone di Gessate (366), di

presumibile nazionalità transalpina (367), ad Autelmo di '*&+ +) !, ora

Inzago (368), longobardo, già in rapporti di parentela e patrimoniali con

un’altra famiglia di immigrati (369), tra coloro che si sottosegnano, dopo

lazione di tradizione longobardo-italica inizia ad essere superata, come attesta la vicen- da appunto del longobardo Autprando, vassallo imperiale, e, a un livello inferiore, la di- sponibilità del figlio di un giudice pavese, presumibilmente longobardo, di due vassalli franchi (cfr. sotto, par. 10.2).

(362) '.!-)-&+%40.&0*#*$+$%)- 2+)#1+$ !1+%#1+$/!()#B in 6^e, T1+$/!()#, V/3, n. 3,

epistola a Ludovico il Pio, circa anno 817, cap. 7, p. 160.

(363) <K+&#", cap. 6.

(364) Hlawitschka, A-)*Z#* cit., p. 46.

(365) <K+&#", p. 47.

(366) 3D4)*.B n. 204, 858 gennaio, Gorgonzola = 6DB I/2, n. 99. I due villaggi di

Gessate e Inzago, a nord-est di Milano, ora ai lati della strada statale verso Bergamo, sono entrambi ubicati, più tardi, nella pieve di Gorgonzola. Per l’identificazione e l’u- bicazione dei luoghi si veda Rossetti, C! +#/7 cit., p. 93 e nota 65; per l’assetto plebano, Vigotti, 4)%&+! #$+ cit., p. 223.

(367) Per quanto il notaio Garibaldo non indichi la nazionalità di Wagone – come

già in 3D4)*.B n. 190, 855 giugno 17, Gorgonzola = 6DB I/2, n. 93, un dato che deve fare riflettere sull’incidenza delle modalità ‘locali’ e ‘personali’ nella redazione della documentazione –, l’impiego di un oggetto simbolico, il ,#$/0.!%*!&)/! – degli altri oggetti connessi all’+*8#$/+/0-)% non c’è traccia –, e l’atto della (#8)/+!, registrati dal notaio, invero, in modi assai concisi e confusi nella parte iniziale del documento – «se collexesset Wagone hanc pergamena et calamario cum festugo nodado de terra et mihi Garibaldo notario tradidit ...» –, attestano che anche la famiglia di Wagone era di origi- ne transalpina.

(368) Castagnetti, J*)%,)"+.(+)%(!*.!K)-&) cit.

Wagone, tre sono alamanni: il primo, Gumperto, è vassallo di un Roingo ed abita come il secondo, Sineverto, in Cambiago, poco sopra Gessate; il terzo, Autelmo, risiede a Groppello d’Adda, vicino ad Inzago.

Roingo, probabilmente di nazionalità transalpina (370), va identifica-

to con il Roingo che, senza dichiarazione di nazionalità, sottoscrive di mano propria nel marzo 848 due documenti concernenti l’alamanno Gunzone, abitante in Gessate, relativi a beni situati a Gessate e ad Inzago (371).

Ricordiamo, in un documento che interessa un monastero e una zona di influenza milanesi, Baltardo &#%X#1!/+)*!, inviato nell’875 in

Lugano (372), quale "+$$0$, dal vescovo Eliberto di Como (373), per assi-

stere e corroborare la dichiarazione con la quale si rende noto che certo Rachinaldo non ha adempiuto ad un duplice impegno assunto, in segui- to ad un probabile procedimento giudiziario, per il quale aveva per due

volte dato `)&+)%(374) all’avvocato del monastero di S. Ambrogio, `)&+)

che aveva fornito per avere prelevato pegni dagli uomini della )$) monastica in Verna e per la quale non aveva provveduto allo “spignora- mento”. Sono presenti, oltre al nostro, altri due "+$$+, uno sculdascio e uno scabino; ma solo di Baltardo sono elencati alcuni vassalli, al massi- mo sei, probabilmente meno per le solite considerazioni relative a que- sti elenchi. Né di lui né dei suoi vassalli viene indicata la nazionalità.

(370) Questa è l’opinione anche di Hlawitschka, A-)*Z#* cit., p. 347, alla voce

F!+*., con rinvio ai tre documenti degli anni 848 e 858.

(371) Documenti dell’anno 848, citati sopra, note 262 e 265.

(372) 3D4)*.B n. 259, 875 gennaio, Lugano = 6D, I/2, n. 127. Cfr. Sergi, G)$$)((+

cit., p. 282, nota 55.

(373) Sul vescovo Eliberto si veda si veda M. Troccoli-Chini, G#$ !8+%p&+%3!"!qB in

4)%&+! #$+%&+%3!"!%@@@B a cura di P. Braun, H.-J. Gilomen, Basilea - Francoforte sul

Meno, 1989, pp. 85-86.

(374) Sulle caratteristiche dell’istituto longobardo della `)&+), sul suo persistere e

sugli sviluppi, si veda G. Astuti, <% !*/-)//+%!KK(+.)/!-+%*#(()%$/!-+)%&#(%&+-+//!%+/)(+)*! , I, Milano, 1952, pp. 203-206. In particolare per l’uso qui testimoniato dell’istituto, che non è in relazione con un contratto specifico, si veda quanto lo stesso autore afferma (p. 205): «la ‘wadiatio’ è un contratto formale, o più esattamente una forma negoziale capa- ce di qualsiasi contenuto obbligatorio, e quindi mezzo per attuare o rafforzare la tutela giuridica dei più svariati rapporti»@%Sull’impiego della `)&+)v8)&+) nelle procedure giu- diziarie si sofferma Padoa Schioppa, '$1#//+%&#(()%.+0$/+5+)%"+()*#$#%*#((:#/7% )-!(+*.+) cit., p. 17, che dedica un cenno al documento: +K+&#", p. 10, nota 9; un cenno anche in Bougard, 4)%l0$/+ # cit., p. 258, nota 17.

10. Vassalli di un ministeriale imperiale, di un giudice e di altre per-