Per buona parte dell’età carolingia la presenza e le vicende dei transalpini nell’area milanese, vassalli o meno, non si discostano nella sostanza dalla situazione di altre aree della 4)*.!K)-&+)%settentrionale, se non per il fatto che questa situazione precede le altre: dall’inizio del secolo IX compaiono Alpcar, che diviene poi conte alamanno, quindi il vassallo regio e imperiale Ernosto con il fratello Hunger e i loro vassal- li; tornato in Italia, Alpcar dispone di propri vassalli come il fratello Autcari; dalla metà del secolo dispone di vassalli il conte Alberico di Milano come i suoi ufficiali inferiori; vassalli ha il conte Liutfredo, beneficiario dei beni della chiesa di S. Giovanni di Monza.
Accanto ad Ernosto e ad Alpcar e ai loro fratelli si radunano nume- rosi Franchi e Alamanni. Altri agiscono nel territorio: alcuni, di cui poco conosciamo o null’altro oltre il nome, dispongono di vassalli.
Dopo la metà del secolo la presenza dei transalpini inizia a scemare fino a che si giunge, dopo l’età carolingia, a una scomparsa sostanziale di immigrati socialmente e politicamente influenti nella città e nel terri- torio direttamente pertinente, il che appare evidente dall’elenco elabora- to dal Hlawitschka concernente i transalpini attestati nella documenta-
zione dell’Italia superiore (556): in pratica, l’ultima presenza di transalpi-
volte in età carolingia i vassalli sono qualificati dal luogo di residenza o di provenien- za, tali connotazioni iniziano a diffondersi proprio dalla fine di quest’età (cfr. sopra, t. c. nota 143).
(554) 3D4)*.B n. 326, 885 marzo 20, monastero di S. Ambrogio (Milano) = 6D,
I/2, n. 149.
(555) Rossetti, C! +#/7%cit., p. 73, ha sottolineato questo unico caso certo in età caro-
lingia di disponibilità di vassalli da parte di un arciprete di una chiesa rurale, di nazio- nalità longobarda.
(556) Hlawitschka, A-)*Z#*%cit., pp. 310-328: “Quellennachweis für die nordalpinen
ni nel comitato milanese è costituita dal gruppetto di Franchi che sono testimoni nell’879 alla permuta del conte Liutfredo, forse tutti suoi vas-
salli, per terreni pertinenti alla chiesa di S. Giovanni di Monza (557).
II processo trova riscontro nelle vicende dei conti di Milano: oltre ad apparire tardi rispetto ai conti di Piacenza, Asti, Verona, Bergamo,
Treviso, Vicenza e Brescia (558), i conti milanesi non si radicano nel ter-
ritorio, un aspetto che risalta dal confronto con famiglie comitali di ter- ritori vicini: per esempio, a Lecco, inizia alla fine del secolo IX la vicen- da dei “cosiddetti conti di Lecco”, di nazionalità franca, che si conclu-
de prima della fine del seguente (559); a Bergamo, all’inizio del secolo X
si radica la famiglia comitale dei Giselbertini, longobardi (560); ed anche
nel Seprio, zona di influenza diretta milanese, si insedia nella seconda metà del secolo X la stirpe dei conti di Seprio, di nazionalità franca, il
cui capostipite, il conte Nantelmo, è attestato nel 961 (561) e i suoi discen-
denti sono attivi ancora nel secolo XII (562).
La rarefazione della presenza dei transalpini favorisce, in ambito locale come in quello politico generale, la ripresa, ancor lenta, delle famiglie di tradizione longobarda. Un primo indizio proviene dal matri- monio tra il longobardo Autelmo di Inzago e una donna di famiglia transalpina. Nell’867 due Franchi sono vassalli del figlio di un giudice, già notaio imperiale, pavese e di probabile tradizione etnico-giuridica longobarda. E a Pavia è attestato alla fine dell’età carolingia il matri- monio tra il vassallo e mansionario imperiale Grimoaldo di tradizione etnico-giurica transalpina e una donna longobarda di una famiglia di monetieri, inseriti in un ambiente di Franchi, che esercitano anch’essi le professioni di monetiere e di mercante, e di giudici, imperiali e cittadi- ni: spia di una complessità di rapporti interetnici, cetuali e professiona- li, attuatasi, a quanto sembra, in Pavia prima che in altre società cittadi- ne, compresa quella milanese.
Nell’870 compare in Milano il primo vassallo imperiale longobar- do, Autprando, fratello del vescovo di Bergamo, in rapporti stretti con la
(557) Doc. dell’ottobre 879, citato sopra, nota 217.
(558) Cfr. sopra, t. c. note 242 ss.
(559) V. Fumagalli, < !$+&&#//+%9 !*/+%&+%4# !:#%(:)-+$/! -)5+)%&#(%F#.*!%</)(+ !%,-)
<=%#%=%$# !(!B% in A!-")5+!*#%#%$/-0//0- #%&#+% #/+%&!"+*)*/+%*#(%6#&+!#8!Y%")- 2#$+ !*/+%#%8+$ !*/+%*#(%F#.*!%</)(+ !%;$# @%<=>=<<?B II, Roma, 1996, pp. 103-122.
(560) Cfr. sopra, t. c. nota 439.
(561) Cortesi, 4#%1#-.)"#*#%cit., n. 108, 961 marzo, Isola Comacina.
famiglia di Autelmo di Inzago e con il monastero di S. Ambrogio. Aumentano i vassalli degli arcivescovi e dell’abate di S. Ambrogio, la maggior parte dei quali, anche se non connotati dalla nazionalità, pos- siamo presumere fosse longobarda.
Dall’insieme di queste considerazioni è facile dedurre che famiglie e ceti affermatisi politicamente in seguito non sono collegabili con gli
immigrati transalpini (563). Superfluo sottolineare l’impossibilità di risa-
lire dalle famiglie capitaneali dei secoli XI-XII alla nobiltà carolingia,
come di recente ho avuto occasione di ribadire (564). Di eventuali capo-
stipiti di queste famiglie capitaneali nel secolo IX abbiamo trovato un solo indizio nella presenza al seguito dell’arcivescovo di un Tazone di Baggio, che può essere ritenuto quale lontano capostipite della famiglia capitaneale da Baggio.
Altre sono le premesse e condizioni per l’evoluzione sociale e poli- tica del secolo seguente: esse sono costituite essenzialmente, nella crisi del potere centrale regio e nel particolarismo politico, dalla crescente affermazione degli arcivescovi milanesi che vanno assumendo, di fatto
più che di diritto, i poteri di governo (565), rafforzando ulteriormente il
ruolo centrale già proprio di Milano (566). In questo periodo avviene un
processo di formazione, che poche tracce ha lasciato nella documenta- zione, di una vassallità arcivescovile di estrazione locale, composita e
(563) Keller, C+.*!-+%#%8)$$)((+% cit., pp. 169-192: dai profili prosopografici delle
famiglie capitaneali tracciati dall’autore, appare che gli antenati, individuabili, pochi, alla fine del secolo IX, i più tra X e XI secolo, professavano legge longobarda.
(564) Castagnetti, < &+%H!-/)%F!")*)%cit., p. 43.
(565) Sulla formazione dei poteri degli arcivescovi, in particolare nel primo perio-
do ottoniano, si vedano G. P. Bognetti, 6+()*!%$!//!%.(+%+"1#-)/!-+% )-!(+*.+B%in C/!-+)
&+%6+()*!B% IIB% Milano, 1954, pp. 301-340; Bognetti, H#*$+#-!% cit.B% pp. 717-803; G.P.
Bognetti, E#--!-#%#%$+ 0- #55)%$!//!%- #%*!$/-)*+%#%$!//!%- #%$/-)*+#-+B% Appendice II, +K+>
&#"B%pp. 805-841; G. P. Bognetti, Gli )- +8#$ !8+%+*/#-1-#/+%&#(()%- #)(/7%#%+(% - #$ #-# &#+%"+*!-+%!- &+*+%,#0&)(+%*#((:#/7%!//!*+)*)B% Appendice III, +K+&#"B% pp. 843-862;
Violante, 4)%$! +#/7%"+()*#$# cit., pp. 233-236 e 1)$$+"m% G. Tabacco, [-&+*)"#*/!
10KK(+ !%#%$8+(011!%$+.*!-+(#%*#+%$# !(+% #*/-)(+%&#(%"#&+!#8!B% I ed. 1968, poi in Tabacco, C1#-+"#*/)5+!*+% cit., pp. 311-312; G. Tabacco, G)$$)((+B%*!K+(+%#% )8)(+#-+
*#((:</)(+)%1- # !"0*)(#B% «Rivista storica italiana», XCIX (1987), pp. 259-265; G.
Tabacco, 4)%.#*#$+% 0(/0-)(#%&#(%"!8+"#*/!% !"0*)(#%+/)(+)*!B% I ed. 1989, poi in
Tabacco, C1#-+"#*/)5+!*+%cit., pp. 331-333, 339; Tabacco, 4#%+$/+/05+!*+ cit., pp. 347- 348; Ambrosioni, Gli )- +8#$ !8+% cit., pp. 117-118; da ultimo, Rapetti,
4:!-.)*+55)5+!*#%&+$/-#//0)(# cit., pp. 17, 31 e 34.
(566) F. Opll, 4#%!-+.+*+%&#((:#.#"!*+)%/#--+/!-+)(#%"+()*#$#B% in '//+%&#((:c cy
diffusa, la quale verrà progressivamente coinvolta nell’amministrazione civile e nelle vicende politiche e dalla quale inizierà ad emergere dal penultimo decennio del secolo X il ceto dei vassalli maggiori, beneficati
con le rendite plebane dall’arcivescovo Landolfo II, i futuri )1+/)*#+ (567).
(567) C. Violante, H+#8+%#%1)--! 2+#%*#((:</)(+)% #*/-!$#//#*/-+!*)(#%&0-)*/#%+%$# !>
(+%=<%#%=<<B% in 4#%+$/+/05+!*+%# (#$+)$/+ 2#%&#(()%9$! +#/)$% 2-+$/+)*):&#+%$# !(+%=<>=<<@ D+! #$+B%1+#8+%#%1)--! 2+#B%Milano 1977, pp. 770 ss.; Keller, C+.*!-+%#%8)$$)((+% cit., p.
113; R. Bordone, 4)%$! +#/7% +//)&+*)%&#(%F#.*!%&:</)(+)@%A!-")5+!*#%#%$8+(011!%&#((#
)-)//#-+$/+ 2#%0-K)*#%*#+%$# !(+%=<%#%=<<B% Torino, 1987, pp. 121 ss.; Tabacco, 4#%+$/+/0> 5+!*+%cit., pp. 350-351; Sergi, G)$$)((+ cit., p. 294; Castagnetti, A#0&)(+/7%#%$! +#/7% !"0> *)(#%cit., II, par. 2.