• Non ci sono risultati.

Nel 2013 ricorreva il ventesimo anniversario della morte di Federico Fellini. Per l'estate la Cineteca aveva organizzato un nutrito programma di film del Maestro nell'ambito della manifestazione “Fellinianno 2013” tra la Corte degli Agostiniani, la Sala Pamphili e il

Teatro degli Atti210. Ma la stampa locale pungolava la città e

l’Amministrazione: cosa c’è di Fellini a Rimini? Erano passati due decenni dalla conclusione della sua vicenda umana e artistica, la sepoltura era avvenuta nel cimitero cittadino ma ancora non si intravedeva una vera riappacificazione; il legame tra Rimini e il suo illustre concittadino era tutt'altro che solido e anzi la noncuranza e l'invidia, sentimenti che spesso avevano avvelenato i rapporti tra la città e l'artista, erano ancora diffusi211. Ciò che era stato fatto da

210 Fellinianno 2013, opuscolo a cura del Comune di Rimini, s. d.

211 Vent'anni dopo Fellini a Rimini è solo un Amarcord, “Il Resto del Carlino”, 31/10/2013,

130

parte delle amministrazioni comunali appariva come qualcosa di più formale che sostanziale: a lui era intitolato l’aeroporto e il piazzale Indipendenza del quartiere Marina centro proprio di fronte al Grand Hotel, mentre ai suoi film erano dedicate le strette vie che, a partire proprio dal Grand Hotel in direzione sud verso Riccione, collegano il lungomare con il parallelo Viale Vespucci e che i bagnanti percorrono per raggiungere la spiaggia dagli hotel. Un tributo quindi principalmente toponomastico, certo un passo avanti rispetto all’oblio pressoché totale ma ancora non adeguato rispetto alla grandezza del personaggio. Ci si chiedeva anche come mai in altre città (più famose, ma anche più organizzate) erano riusciti a sfruttare economicamente le varie location rappresentate nei film mentre a Rimini nulla di tutto questo era stato immaginato. Sembrava molto lontano il giorno del funerale, quando la città aveva omaggiato il regista riempiendo la centrale piazza Cavour, la stessa dell'apparizione del pavone in Amarcord. Nemmeno un monumento riconoscibile anche dal più frettoloso turista, quell’opera “degna, ammirabile, durevole” che auspicava Sergio Zavoli a dieci anni dalla morte dell’amico Federico, era stata

realizzata212. Se poi si aggiunge il fatto che la Fondazione stava

chiudendo le proprie attività per passare la mano alla gestione diretta del Comune, il quadro complessivo non poteva che risultare

alquanto sconfortante213.

Dopo quasi due decenni di lavoro, con quattro presidenti di alto profilo che si alternarono alla guida dell'ente, veniva infatti a mancare la volontà dell’amministrazione comunale di continuare a sostenere le iniziative della Fondazione, almeno nelle forme in cui

212 S.ZAVOLI,“Postfazione”, in F.FELLINI,La mia Rimini… op. cit., p.389.

213 Comune e Provincia di Rimini formalizzano la messa in liquidazione dell'associazione 'Fellini',

131

queste si erano sviluppate. Si manifestò una sorta di disaffezione nei suoi confronti, dovuta anche a scelte gestionali non condivise. I bilanci in rosso erano incompatibili col quadro di finanza pubblica, in un contesto economico come quello della grave crisi in atto in quegli anni. Inoltre, non c’era più la sorella di Federico, Maddalena, scomparsa nel 2004, e la nipote Francesca era uscita dalla Fondazione nel 2009. Un rapporto teso venne a crearsi con l'Amministrazione comunale: il direttore lamentava i tagli dei finanziamenti mentre la Giunta, allora presieduta da Alberto Ravaioli, replicava che il problema era nella gestione. Non contribuì a rasserenare gli animi la mancata accettazione da parte di Giuliano Montaldo alla nomina di presidente ed Ermanno Olmi a quella di

presidente onorario della Fondazione214. Fu, in definitiva, questa

serie di fattori che concorse a determinare la fine di quell'esperienza.

In effetti, gli ultimi anni della Fondazione non furono facili. Se si compie un passo indietro di tre anni, fino al 2010, si scopre che l'ente era già indebitato per una cifra ragguardevole e che il nuovo direttore, il semiologo Paolo Fabbri, rivendicava la possibilità di utilizzare gli introiti dei diritti d'autore per governare i bilanci non floridi. Un problema di difficile soluzione era rappresentato dal fatto che, di entrate proprie, la Fondazione poteva sfruttare solamente i diritti sui disegni e sul Libro dei Sogni. Anche dopo il ripiano dei debiti, avvenuto nel 2011, le difficoltà gestionali si

214 Fondazione Fellini, il direttore Vittorio Boarini si è dimesso, “Il Resto del Carlino”, 17/8/2010,

https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/2010/08/17/371445-fondazione_fellini.shtml, consultato il 5/6/2018.

132

ripresentarono. Occorreva ripensare alla formula della Fondazione

e ripartire su basi nuove215.

Nel 2011, quando il precedente Sindaco Alberto Ravaioli lasciò il posto ad Andrea Gnassi, il Comune di Rimini concedeva alla Fondazione Fellini la sede, le spese del personale e una somma annua alla quale si aggiungevano i contributi della Provincia di Rimini, della Regione Emilia-Romagna, della Fondazione Carim (che controllava la locale Cassa di Risparmio di Rimini) e della Camera di Commercio di Rimini, insieme ai finanziamenti ministeriali e a quelli di Cinecittà Holding. Paolo Fabbri, che pure riteneva le risorse insufficienti, aveva idee e intenzioni più che positive per rivitalizzare l’Associazione/Fondazione da lui diretta.

In quegli anni si ventilava ancora l'ipotesi di rilanciare l'ente o di costituire una vera fondazione, ritenendola la forma giuridica più adatta per continuare a realizzare attività legate alla figura del Maestro attraverso in particolare lo strumento più idoneo del

fundraising216. È indubbio che una gestione non direttamente

pubblica ma affidata a strumenti privatistici come un'associazione o fondazione avrebbe usufruito di una maggiore flessibilità. In realtà poi gli eventi presero un’altra piega, che ha portato a centralizzare nella Cineteca tutte le attività prima di competenza della Fondazione.

Nel febbraio 2014 l’assessore alla cultura Massimo Pulini lanciò un appello per sensibilizzare la città e gli investitori a tutela del “marchio” Fellini, esprimendo la volontà e l'auspicio di far rinascere

215 Il travaglio della Fondazione Fellini: “Non abbiamo i diritti, tutto è in mano agli eredi”, “Il Fatto

quotidiano”, 9/11/2011, https://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/09/travaglio-della-fondazione-fellini- possediamo-diritti-tutto-mano-agli-eredi/169497/, consultato il 30/5/2018.

216 Fellini, Comune e Provincia verso una nuova fondazione. Ma è ancora gelo con gli eredi, “Il Fatto

quotidiano”, 26/3/2014, https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03/26/fellini-comune-e-provincia- rimini-verso-nuova-fondazione-ma-e-ancora-gelo-con-eredi/927348/, consultato il 10/11/2017.

133

l’interesse intorno alla figura del regista. La sua profezia “Finché non ci sarà qualcosa di stabile legato a Fellini si continuerà a dire

che Rimini ha dimenticato il suo maestro”217 fotografava con

esattezza la realtà dei fatti. C'era la percezione che il legame tra l'artista e la sua terra di origine fosse ancora lontano dal potersi riannodare stabilmente, benché la ristrutturazione del Fulgor fosse già in corso e ancora si contasse di poterlo riaprire entro la fine del mandato. L'idea era quella di collocare ai piani alti dello stabile che ospitava il cinema tutto il materiale documentario ereditato dalla Fondazione.

Intanto era urgente ripianare i nuovi debiti della Fondazione, cosa che avvenne da parte dei soci pubblici Comune di Rimini, Provincia di Rimini e Fondazione Carim per la quota di centocinquantamila euro a testa. L’altro socio Aeradria, titolare della gestione dell’aeroporto “Fellini”, era da tempo in gravi condizioni finanziarie e fallì poco tempo dopo.

Sicuramente è stato il periodo più difficile, complicato dal quadro

economico nazionale e internazionale che privava le

amministrazioni pubbliche di risorse adeguate per sostenere politiche pubbliche culturali di elevato profilo come quelle che richiedeva un personaggio della grandezza e della notorietà di Fellini218.

217 loc. cit.

218 Alle difficoltà incontrate si aggiunsero vicissitudini anche tributarie della Fondazione, che dovette

attendere fino al terzo grado di giudizio (Cassazione) per vedersi confermata la qualifica di ONLUS in un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. Rimini. La Cassazione ha stabilito: la Fondazione Fellini, ora in liquidazione, è Onlus, “Corriere Romagna,” 25/5/2013, http://www.libertas.sm/rimini/notizie/2013/05/25/html, consultato il 12/11/2017.

134