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VERSO UNO STRUMENTO URBANISTICO ATTENTO AI RAPPORTI URBANO/RURAL

I conflitti nell’uso dei suoli e il ruolo degli strumenti perequat

4.1.4 VERSO UNO STRUMENTO URBANISTICO ATTENTO AI RAPPORTI URBANO/RURAL

Gli obiettivi generali delineano le strategie per affrontare, in sede di definizione del Piano degli Interventi, le azioni di programmazione e di governo che consentono una migliore integrazione urbano/rurale, sia attraverso la definizione della rete fisica di relazioni tra territori (strade, ciclopiste, reti di trasporto pubblico, ecc.) che attraverso la scelta e la localizzazione dei servizi di interesse pubblico.

In un contesto economico ed istituzionale nel quale le risorse pubbliche a disposizione sono sempre più limitate, è importante riuscire ad avviare percorsi di condivisione delle scelte di programmazione e di governo in grado di attivare processi di partenariato pubblico-privato, così come di sfruttare al massimo le possibili sinergie tra le azioni previste dai diversi strumenti.

Questo obiettivo si può raggiungere attraverso la messa a punto di strumenti di confronto/compatibilità tra gli obiettivi e le azioni previste dal piano urbanistico e quelli indicati dagli strumenti di settore per esempio il PSR o il POR.

Il peso dell’interesse pubblico nell’eventuale trasformazione in senso insediativo/infrastrutturale prefigurata dal Piano può, in questo modo, essere valutato tenendo in adeguata considerazione ogni fattore, compreso il sacrificio legato al consumo di suolo agricolo e alla possibile compromissione dei programmi di sviluppo delle imprese agricole6.

6 A tale proposito, il recente testo della proposta di Legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e di conteni- mento del consumo del suolo (C. 2039 Governo e abb.) prevede all’art. 6 che: “Per le superfici agricole in favore delle quali sono stati erogati aiuti dell’Unione europea previsti dalla politica agricola comune o dalla politica di sviluppo rurale sono vietati, per almeno cinque anni dall’ultima erogazione, usi diversi da quello agricolo e la adozione di atti amministrativi finalizzati al cambiamento della destinazione d’uso, fatta salva l’applicazione di eventuali disposizioni più restrittive. Sono altresì vietati, per la medesima durata, gli interventi di trasformazione urbanistica nonché quelli di trasformazione edilizia non funzionali all’attività agricola, ad eccezione della realizzazione di opere pubbliche.”. I problemi più frequenti in questo campo riguardano i conflitti tra le necessità di ampliamento di impianti di allevamento (talvolta con potenziale accesso a finanziamenti comunitari) e le limitazioni derivanti dalla presenza di insediamenti civili o aree a destinazione insediativa nelle vicinanze, o da indicazioni di piano che prevedono la dismissione / trasferimento dell’impianto o linee preferenziali di sviluppo insediativo che interessano terreni dell’azienda.

Per rispondere agli obiettivi fissati dalla legislazione regionale (in particolare agli artt. 17 e 43 della Lr 11/2004), il PI dovrebbe approfondire alcuni tematismi specifici per il territorio agricolo:

1- ambiti delle aziende agricole esistenti: individuazione a livello territoriale delle realtà produttive con riferimento al centro aziendale e alla delimitazione degli appezzamenti; definizione degli ambiti particolarmente interessati dai processi dinamici dell’azienda agricola

2- individuazione degli allevamenti e classificazione di quelli intensivi: individuazione territoriale degli allevamenti intensivi e delle strutture agricolo-produttive destinate ad allevamento, che mantengono una connessione funzionale con il fondo agricolo

3- determinazione della consistenza del settore zootecnico, orto-floro-vivaistico: caratterizzazione quali-quantitativa dei diversi sistemi agricolo-produttivi. Infatti, ciascun sistema individuato (sistema zootecnico, sistema dei seminativi, sistema viti-vinicolo ecc.) deve essere caratterizzato sulla base delle differenti variabili, quali la SAU occupata, la distribuzione territoriale, il numero e la tipologia di aziende interessate7

4- ambiti in cui non è consentita la nuova edificazione: sulla base degli elementi di conoscenza che riguardano le caratteristiche paesaggistico-ambientali, tecnico-agronomiche e di integrità fondiaria del territorio8

5- ambiti in cui eventualmente localizzare gli interventi edilizi: individuazione degli ambiti dove prioritariamente e preferibilmente insediare i nuovi interventi in relazione alla frammentazione fondiaria e alla presenza di colture di carattere intensivo. Nelle aree interessate alla nuova edificazione va prevista la definizione dei diversi interventi edilizi in rapporto alle diverse destinazioni d’uso

6- destinazioni d’uso delle costruzioni esistenti non più funzionali alle esigenze dell’azienda agricola: ricognizione periodica edilizio urbanistica degli annessi rustici / strutture agricolo-produttive non più funzionali al fondo con distinzione fra quelli che per tipologia e volumi possono essere oggetto di eventuali meccanismi perequativi9 e quelli per i quali invece è ammissibile il cambio di destinazione d’uso per utilizzi degli involucri edilizi compatibili con la localizzazione (residenza, attività connesse con l’agricoltura ecc.).

7- modalità di intervento degli edifici in zona agricola con individuazione delle tipologie esistenti 8- individuazione e localizzazione degli interventi per le attività agroindustriali10

9- stabilire i limiti per gli interventi di: a) miglioramenti fondiari; b) riconversioni colturali; c) attività

agro-produttive non funzionali al fondo; d) infrastrutturazione del territorio rurale11

10- definizione della modalità di realizzazione di modesti manufatti.

In un piano attento alle relazioni urbano/rurali, i contenuti operativo-programmatori tengono presenti alcuni obiettivi specifici indicati, per ciascuna area tematica, nel quadro 4.

È evidente che buona parte degli obiettivi specifici individuati dagli strumenti presi ad esempio quali buone pratiche per il settore agricolo e riportati nei quadri, non sono attuabili tramite la pianificazione urbanistica comunale; quest’ultima dovrebbe tuttavia integrarsi con la programmazione delle politiche di settore cercando, con riguardo all’interesse pubblico prevalente, di agevolare o quantomeno di non ostacolare sotto il profilo normativo gli interventi12.

7 Tale analisi dovrebbe essere compiuta a livello di redazione del Quadro Conoscitivo del Pat, al fine di costituire fondamento delle scelte strategiche e progettuali territoriali, ma solo di rado ha trovato esito nello strumento strategico e, nella maggior parte dei casi, non è stata condotta neppure nel PI.

8 La valutazione richiede l’applicazione di metodologie di lettura integrata delle informazioni territoriali, per quanto riguarda gli aspetti agricolo-produttivi, anche in ordine ai potenziali conflitti con altri usi del territorio.

9 Ci si riferisce al riconoscimento di crediti edilizi per interventi di riordino e riqualificazione.

10 In proposito si rileva che l’art. 44, comma 7 della Lr n. 11/2004 prevede che il PI individui ambiti idonei all’ubicazione degli insediamenti di tipo agroindustriale.

11 Compito assegnato al Pat dagli Atti di Indirizzo di cui alla DGR n. 3178/2004.

12 Talora la normativa urbanistica si rivela particolarmente vincolistica e restrittiva; pertanto, nel rispetto del carattere cau- telativo attinente la tutela del territorio agricolo, risulta auspicabile armonizzare e coordinare la disciplina normativa con gli interventi proposti e finanziati dalla programmazione di sviluppo rurale (PSR) e dalle leggi di settore. Si veda a tale proposito anche la nota 21.