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CAPITOLO 2: Il MODELLO DELL’EVA NELLA PROSPETTIVA DI CREAZIONE D

2.1 La valutazione delle performance attraverso i metodi tradizionali

2.1.1 Visione critica sui sistemi tradizionali

Come già anticipato, questa analisi vuole muovere da quelli che sono i metodi contabili tradizionali per la valutazione delle performance, analizzandone in maniera critica sia gli aspetti positivi sia quelli negativi, passando poi allo studio dei metodi più avanzati basati sulla creazione di valore.

Prima di qualsiasi altra considerazione dobbiamo mettere in luce che esiste una differenza molto importante in termini di obiettivi della gestione tra questi due metodi. Dal lato degli indicatori tradizionali di bilancio sono da ricercare nella volontà da parte degli azionisti di ottenere una redditività soddisfacente del capitale di proprietà, gli strumenti che il management ha per il raggiungimento di questo scopo sono il ROI e il ROE. Questi hanno sicuramente alcuni punti di forza che pare importante evidenziare. Un primo aspetto a loro favore è la possibilità di delineare una relazione intuitiva tra la redditività e il valore della strategia, ciò significa, facendo l’esempio di un’azienda multi-business, che essendoci la presenza di diverse ASA verranno definite delle strategie per ognuna di queste che si tradurranno in piani di ASA per il raggiungimento di ROI obiettivo specifico. Il valore dovrà poi essere riportato a livello consolidato (corporate) e verificare che sia in linea con il ROE stabilito.

Oltre a questa motivazione, vi è anche il fatto che il suddetto modello permette di essere implementato in aziende che hanno un know-how finanziario poco evoluto, infatti utilizzando questo sistema non è necessario conoscere alcuni concetti come quello del costo del capitale, che invece risulterà fondamentale nel proseguo del nostro lavoro. I metodi contabili tradizionali ormai da diversi anni sono entrati a far parte del linguaggio comune delle aziende, nell’ambito del controllo di gestione. Essi costituiscono il punto di partenza solido per tutti i processi di pianificazione, controllo e valutazione delle performance aziendali.

38 Per una più completa trattazione sull’argomento si veda Sòstero-Ferrarese, Analisi di bilancio strutture

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Detto questo però occorre pervenire ad una valutazione critica di questi sistemi e andare ad analizzare gli inevitabili punti di debolezza. I principali limiti che ci troviamo di fronte quando utilizziamo questi indicatori sono:

a) Mancata considerazione della prospettiva del lungo periodo; b) Mancato apprezzamento del rischio;

c) Non viene considerato il valore finanziario del tempo.

d) Mancanza di considerazione del costo del capitale proprio nel calcolo del reddito di derivazione contabile39.

Per quanto riguarda il punto a) dobbiamo essere consapevoli che gli indicatori economico-finanziari sono efficaci se vogliamo studiare le performance aziendali di breve periodo; essi infatti si basano su dati consuntivi e quindi sono utili per valutare la redditività del singolo esercizio preso come riferimento, mentre non riescono a valutare le prospettive della redditività futura; un determinato investimento che due aziende pongono in essere potrà essere valutato diversamente in funzione dell’orizzonte temporale. Oltre a questo bisogna anche prendere in considerazione il fatto che possono venire a crearsi dei comportamenti opportunistici da parte dei manager; in quest’ottica sono molto frequenti azioni tendenti a ridurre drasticamente le spese di ricerca e sviluppo, di formazione del personale o della pubblicità per riuscire ad ottenere dei livelli di redditività superiori nel breve periodo. Tutto questo avrà delle ripercussioni nel lungo periodo in termini di una minore redditività futura che si ripercuoterà in un minor valore.

Questi problemi però non possono essere risolti facendo ricorso esclusivamente a sistemi contabili, ed è qui che entrano in gioco i metodi basati sulla creazione di valore. Altro tipo di problema è quello che riguarda il mancato apprezzamento del rischio. Esso infatti è una variabile che deve essere necessariamente presa in considerazione, onde evitare di valutare due imprese solo in funzione della loro redditività. Ne esistono diversi tipi che tutti insieme vanno a comporre il rischio complessivo: parliamo del rischio di mercato che dipende dal grado di ciclicità del settore di appartenenza dell’azienda (maggiore sarà la variabilità dei ricavi e maggiormente rischioso risulterà il

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R. Giannetti, Dal reddito al valore analisi degli indicatori di creazione di valore basati sul reddito residuale, 2° edizione rivisitata e ampliata, Giuffrè Editore, Milano, 2013. Pag. 43.

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settore); di rischio operativo che a sua volta è in funzione sia del grado di ciclicità del settore che della leva operativa40, si veda la Tabella 2; in ultimo vi è il rischio finanziario, legato al concetto di leva finanziaria e all’incapacità dell’azienda di far fronte ai pagamenti, questo tipo di rischio aumenta al crescere del rapporto in indebitamento. Le tre categorie vanno a formare il rischio complessivo dell’azienda. Questo concetto è molto importante dal momento che va ad incidere sul costo del capitale dell’impresa, il quale deve essere messo a confronto con la redditività dell’impresa per valutare o meno la creazione di valore.

Riguardo al punto c), in riferimento al valore finanziario del tempo dobbiamo prendere in considerazione la destinazione temporale dei flussi di cassa, dovrà esserne fatta un’attualizzazione per valutarne il loro valore; questo perché una somma disponibile oggi vale di più rispetto ad una di cui se ne potrà beneficiare tra un anno, dal momento che potrà essere impiegata in altri investimenti in modo da poter generare interessi.

[Tabella 1] Azienda A Azienda B Fatturato 100 90 -10% 100 90 -10% Costi variabili 60 54 20 18 Margine di contribuzione 40 36 -10% 80 72 -10% Costi fissi 20 20 60 60 Risultato operativo 20 16 -20% 20 12 -40% [Tratto da Gonnella]

Infine occorre ricordare che con i metodi tradizionali non si riesce a pervenire ad un apprezzamento del costo del capitale di proprietà; esso non da luogo ad alcuna manifestazione di tipo monetaria essendo un costo opportunità. Nel proseguo del lavoro vedremo l’importanza di questa componente in termini di creazione di valore per l’azionista.

40 Sòstero-Ferrarese, Analisi di bilancio strutture formali, indicatori e rendiconto finanziario, Giuffrè

Editore, Milano, 2000. Pag.97. Con grado leva operativa si intende il rapporto tra il margine di contribuzione e il risultato operativo, maggiore è il peso dei costi fissi e maggiore sarà la variazione del reddito operativo a fronte di una variazione dei ricavi. Quindi maggiore sarà anche la rischiosità operativa.

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Otre a questi limiti, ve ne sono altri di più lieve entità, ma non meno importanti che occorre trattare: innanzi tutto dobbiamo porre l’attenzione sul fatto che gli indicatori di bilancio tradizionali vanno a misurare i risultati aziendali storici (a-posteriori), quindi quello che manca è una visione prospettica dell’azienda; non avendo la possibilità di analizzare e di risalire alle cause vere e proprie della formazione di determinati risultati è logico che in momenti di crisi i soli metodi contabili non sono sufficienti a risolvere determinate problematiche.

Altro aspetto negativo è poi riferito alla valutazione delle componenti immateriali, infatti vi è una notevole incapacità di quantificare il valore dei beni intangibili di cui l’azienda dispone. In passato gli assets che guidavano la formazione del vantaggio competitivo erano sostanzialmente di tipo materiale, come ad esempio macchinari, impianti, attrezzature o terreni e, attraverso l’ammortamento, si poteva stabilire il contributo che una determinata immobilizzazione forniva alla formazione del risultato di periodo. Oggi invece, con l’elevato cambiamento che ci troviamo a dover gestire, e con la sempre più elevata competizione a tutti i livelli, è necessario andare a studiare il contributo che le componenti immateriali danno alla sostenibilità del vantaggio competitivo. Il problema però sorge perché vi è un enorme difficoltà da parte delle aziende a saper valutare il reale valore degli aspetti intangibili di cui dispongono.

L’ultimo aspetto di cui parlare è riferito all’influenza che la normativa civile e fiscale ha sulla valutazione delle poste di bilancio. L’applicazione del principio di prudenza spesso costringe i redattori a imputare alcuni costi interamente ad un solo esercizio, anche se la manifestazione della loro utilità avviene in vari periodi. Ciò comporta quindi dei problemi a livello di sottovalutazione del risultato di esercizio e una diminuzione del capitale investito nell’azienda41.

Con quanto detto fino ad ora possiamo affermare di aver descritto in maniera sufficientemente esaustiva quelli che sono i tradizionali metodi contabili, con i loro pregi e difetti in materia di valutazione e controllo delle performance aziendali; da qui in poi cercheremo di muoverci verso sistemi più innovativi, attraverso la descrizione del modello dell’EVA® che sposta l’attenzione verso la generazione di un reddito residuale

per l’azionista.

41 R. Giannetti, Dal reddito al valore analisi degli indicatori di creazione di valore basati sul reddito

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