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La visitazione di Maria a Elisabetta

“In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore»”. (Luca, 1, 39;

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Architettura: fine XVI secolo

Sculture: Giuseppe Argenti (1841)

Affreschi: Giuseppe Rainieri (1842)

Cenni storici: all’inizio del XVII secolo questa cappella era stata destinata alla

rappresentazione dell’Adorazione dei Magi1; ma quando le statue contenute all’interno si ruppero, forse per l’elevata mole, non vennero più rifatte. Si decise così che, anche per seguire meglio e più ordinatamente la narrazione dei Misteri Gaudiosi, la seconda cappella fosse dedicata alla Visitazione di Maria a Elisabetta e non all’Epifania2.

Fonti documentarie: questa cappella si trova espressamente citata solo in due lettere

dell’Argenti, una del 25 ottobre 18413 e l’atra del 27 giugno 1842. Nella prima lettera

1 CARDANO R., Il Varallino di Galliate. Un Santuario mariano in pianura che ricorda i Sacri Monti, in

CERUTTI L. e MATTIOLI CARCANO F. (a cura di), I Sacri Monti raccontati, Atti del convegno di studio di Orta San Giulio, 6-8 novembre 1998, Orta San Giulio 1999, pag. 191

2 BOTTELLI P., Il Varallino di Galliate e le chiese campestri dedicate a Maria Vergine nel vicariato di

Trecate, Novara 1885, pag. 56

3 Tutte le informazioni relative alle “Fonti documentarie” di questa cappella sono tratte da Archivio

91 l’Argenti dichiara di aver ricevuto 605 lire, mentre nella seconda 500 lire, sempre per le statue di questa cappella. Per quanto riguarda i pagamenti al Rainieri, c’è una sola lettere a suo nome nel quale dichiara di aver ricevuto dall’Argenti la somma di 177 lire per gli affreschi dell’intera cappella.

L’architettura: la cappella presenta un arco d’ingresso in marmo rosso che incornicia

l’intera scena. All’interno, la struttura si compone di una volta a botte intermante affrescata. Anche in questo caso la luce entra nella cappella attraverso una finestra tripartita, che però non presenta alcun disegno riguardante il tema svolto nella cappella (fig. 2).

Le sculture: le statue sono collocate su tre livelli diversi: le prime due a destra sono più

in basso, le due centrali sono poste su un primo gradino e l’ultima su un ulteriore rialzo. Al centro della scena si trovano le statue di Maria ed Elisabetta che si abbracciano. Sono in piedi: la Madonna riconoscibile nel suo tradizionale abito rosso, cinto sotto il seno da una fascia gialla, sul capo il velo blu; Elisabetta invece porta una veste a maniche lunghe giallo ocra con sopra un manto lungo fin sotto le ginocchia verde scuro. I capelli sono raccolti all’interno di una cuffia rigata trattenuta sotto il mento da un laccio blu che corre anche sopra la testa (fig. 3).

La posa descrive il saluto affettuoso tra le due: Elisabetta circonda con il braccio sinistro le spalle di Maria mentre con la mano destra sembra quasi sfiorarle dolcemente il ventre, ripercorrendo il dialogo evangelico tra le due protagoniste dove la prima riconosce nella seconda la madre del Signore. La Madonna si abbandona in questo abbraccio con la cugina e sembra quasi cercare un conforto umano, nella consapevolezza di aver accettato un compito tanto importante quanto difficile.

Accanto alle due figure centrali troviamo sulla destra altri due personaggi, questa volta maschili, nei quali si possono riconoscere San Giuseppe ed un compagno di viaggio (fig. 4), che sembra “intento a domandare se sono quelle le due cugine”4.

Più arretrato, rivolto verso lo spettatore, si trova Giuseppe, vestito con una tunica verde stretta in vita da un laccio giallo e un manto grigio scuro aperto davanti e con delle aperture sui lati per poter infilare le braccia. Sul capo porta un berretto, nella mano sinistra un cesto, mentre con la mano libera indica le due donne all’uomo che gli sta di

92 fronte. Quest’ultimo, che da le spalle allo spettatore, è vestito con una tunica lunga rossa e una sopravveste ocra che ricade dietro la spalla destra. Sempre su questa spalla regge un bastone al quale sono ancorate le vivande. Con il gesto della mano sinistra, poi, sembra domandare chi siano le due donne. Entrambi portano barba, baffi e capelli grigi. C’è poi un ultimo personaggio, posizionato a sinistra dell’episodio centrale, nel quale si può riconoscere Zaccaria, marito di Elisabetta, che con la sua gestualità sembra invitare all’interno della casa i visitatori (fig. 5). Lui indossa un abito a più strati, in quanto sembra avere braghe color ocra che ricoprono le gambe, poi da sotto l’abbondante mantello blu con bordi e interno rossi, che panneggia quasi completamente l’intera figura, si intravede la veste verde oliva che spunta anche dalle maniche. Nella mano sinistra tiene un berretto, ma è ritratto con pochi capelli e ha una folta barba divisa in due.

Gli affreschi: su tutte e tre le pareti troviamo affrescati degli scenari paesaggistici. In

particolare, sulla parete principale nella parte inferiore si apre un trompe-l’œil, che fa credere allo spettatore di aver davanti l’angolo di un palazzo (fig. 6) e una distesa infinita di prati verdi (fig. 7), che diradano verso la veduta di montagne. La cornice di questa scena è un arco ribassato, creato sempre in affresco, che si sviluppa al di sotto della finestra lunettata. Questa finta struttura muraria, che presenta agli angoli della cappella le colonne portanti (fig. 8) dell’architettura dipinta, segue poi l’andamento della finestra, creando al di sopra un arco a tutto sesto. Anche sulla parete destra si trovano dipinti boschi e prati verdi inframezzati da edifici con terminazioni a punta, mentre sulla parete di sinistra, dietro la figura di Zaccaria, c’è un arco a tutto sesto che probabilmente indica l’ingresso della sua casa.

Sulla volta invece ci sono due angioletti che volano in un cielo azzurro portando in mano un cartiglio con su scritto in latino: “L’anima mia magnifica il Signore” (fig. 9- 9a).

Note di critica: secondo Bottelli queste “statue sono talmente al naturale che pare di

assistere al vero incontro delle due sante famiglie parenti ed affezionate veramente: è rappresentata al vivo la cordialità dell’incontro, e la generosa ospitalità. Maria ed Elisabetta consapevoli dei Misteri di Dio che si vanno operando in loro si abbracciano e si baciano con riverenza, e quanto naturale quell’abbraccio! […] Anche gli uomini sono

93 naturalissimi”5. L’Argenti ha creato “una indovinata scena parlante, un quadro di intime domestiche virtù”6 esprimendo un miglioramento rispetto alla prima cappella, che risulta essere meno pregiata di questa. Rainieri si è ben accordato con la narrazione effettiva del Vangelo.

5 BOTTELLI P., Il Varallino di Galliate e le chiese campestri, cit., pag. 55 6 CREMONA A., Il Santuario del Varallino, cit., pag. 13

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Immagini scheda 2

Figura 1. Cappella della Visitazione

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Figura 3.Statue di Maria ed Elisabetta

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Figura 5. Statua di Zaccaria

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Figura 7. Dettaglio del paesaggio affrescato sulla parete principale

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Figura 9. Volta

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3.1.3 Scheda 3: cappella III - Natività (Terzo Mistero della Gioia) (fig.1)