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3.5) I numeri del Mepa

Grafica 3.f: Volume d’affari

Le due tabelle messe a confronto, rendono chiaro il quadro delle transazioni e del valore di esse, avvenuto nel 2016 fino al 30\09\2017.

Come si può vedere vi è stata una crescita del valore transato in tutti i mesi messi a confronto, infatti nel mese di settembre 2017 si registra un aumento di circa il 34%

rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, registrando il volume di affari in circa 2 Mld €.

Questo è sintomo del fatto che le correzioni e gli aggiornamenti avvenuti in questo anno, hanno spinto le amministrazioni e le imprese abilitate a lavorare ed operare vendite e acquisti tramite questo strumento. Per quanto riguarda invece il numero di transazioni come si evince dal grafico, possiamo dire che tra settembre 2016 e settembre 2017 abbiamo un aumento totale dell’1%.

Conclusioni

Il sistema di approvvigionamento che si è evoluto nel tempo, oggi consegna alle pubbliche amministrazioni e alle aziende che sono interessate ad operare nel campo degli appalti pubblici, strumenti di e-procurement dotatati di grande efficienza, il mercato elettronico è uno di questi. Per arrivare a questo sistema di e-government un grande impulso venne dato dal programma di razionalizzazione delle p.a., ma anche, dalle direttive europee che insieme come fine ultimo auspicavano una riduzione della spesa pubblica e la creazione di un sistema più trasparente e dinamico. La creazione del modello Consip e il primo codice degli appalti, sono una diretta conseguenza di queste esigenze.

Le novità introdotte, sia dal d.lgs. 50/2016 e dal d.lgs. 56/2017 e dalle direttive europee 2014, sono sicuramente di altissimo rilievo e cercano di dare risposta alle numerose perplessità lasciate dalla vecchia impostazione e dal vecchio codice troppo complesso e macchinoso, infatti, le nuove procedure concorrenziali hanno l'onere di dare maggiore semplicità e flessibilità all’intero sistema degli acquisti pubblici attraverso diverse disposizioni che incentivano la concorrenza e premiano la qualità dei prodotti.

In particolar modo abbiamo focalizzato le nostre attenzioni sul criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, il quale passa da strumento alternativo, a strumento preferenziale per l'aggiudicazione del contrante. Le finalità

che persegue tale metodo vanno ricercate non solo in un contesto puramente economico, dove l'oepv coniuga maggiori benefici con il rapporto costo /qualità, ma anche nell'intero quadro socio-politico, per dare maggior risalto alla qualità dei servizi e dei prodotti offerti e non solo al prezzo.

Ancora oggi, molte amministrazioni, tendono a concentrarsi sul criterio del prezzo inferiore che costringe le imprese private ad un pericoloso gioco al ribasso sacrificando in maniera eclatante, non solo la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, ma anche tutto il processo di reinvestimento e di crescita fondamentale per l'azienda.

Per favorire la concorrenza tra imprese vengono inserite: la lottizzazione dei grandi appalti, la regolamentazione sui requisiti del fatturato, l'autocertificazione e il documento di gara unico europeo, i quali sono tutti strumenti sviluppati dalle direttive e che insieme alla diminuzione degli oneri burocratici, tendono ad incentivare ed agevolare la partecipazione delle piccole medie imprese, punto focale del programma di e-procurement.

L'ultimo punto, è sviluppato, per combattere soprattutto in Italia, quei fenomeni che per anni hanno caratterizzato il sistema causando irregolarità nell'intero mercato. Ci riferiamo in particolare ai cartelli, alla corruzione e ai conflitti di interesse che sono espressione di una malsana competizione e figlie di un lassismo regolamentare.

Le direttive e i nuovi strumenti di acquisizione si fanno carico anche di queste patologie di sistema e, anche se non

sempre in maniera efficace, provano a dare la cura, che consiste in nuovi strumenti che affidano alle P.A. il potere di escludere operatori malintenzionati dagli appalti. Ci riferiamo in particolare alle esclusioni facoltative e a quelle obbligatorie. Queste ultime riguardano i soggetti che hanno subito condanne definitive per atti di terrorismo o di sfruttamento del lavoro minorile. Le prime si riferiscono invece, a condotte fraudolente messe in atto per influenzare il comportamento delle amministrazioni sotto pagamento o ricatto, oppure, possono consistere: nella violazione del principio del conflitto di interesse, negli accordi tra imprese intrapresi con lo scopo di distruggere il complesso concorrenziale, o ancora, svolgere attività che non rispettano le normative ambientali e socioeconomiche. Inoltre, sempre per garantire una maggiore trasparenza, viene concessa (in presenza di determinate condizioni), la risoluzione dei contratti già in essere, stipulati con i soggetti interessati da questi fatti illeciti.

Partendo dall’esperienza del vecchio codice che fu accolto positivamente dai più, ma che con il passare del tempo si rivelò inadeguato perché non si riuscì a raggiungere gli standard dettati dalle direttive europee, risultando spesso instabile e troppo legato ad un’eccesiva regolamentazione, possiamo dire che purtroppo ancora oggi gli appalti del settore pubblico sono associati agli sprechi, agli scandali e ai comportamenti malsani come la corruzione.

Bisognerebbe concentrarsi sulla legalità e meno sulle centinaia di norme, meno stazioni appaltanti e più

attenzione alla qualità dei progetti, altrimenti si rischia di incentivare la concorrenza, ma non quella buona e sana che permette una crescita dell’intero paese, ma quella malsana fatta di imprenditori disonesti e di p.a. corrotte.

Un altro obbiettivo di questa tesi è proprio quello di analizzare uno degli strumenti di e-procurement più utilizzato, ovvero il mercato elettronico, dato che sempre più imprese si affidano a questa piattaforma per offrire i loro beni e i loro servizi alle pubbliche amministrazioni.

Gli strumenti telematici acquisiscono importanza fondamentale non solo se si considera il fatto che gli appalti pubblici sono circa il 16 % del Prodotto interno lordo della media europea, ma anche alla luce dei grossi benefici che possono portare nei programmi di gestione della PA.

Ormai sia in ambito europeo che internazionale ma anche nell’ampio campo dei programmi di e-government e di razionalizzazione, all’e-procurement viene affidato il compito chiave di innovare, creare una maggiore efficienza nelle PA e monitorare i conti pubblici.

Il Mepa è il luogo digitale, per gli appalti sotto la soglia comunitaria, dove si incontrano la domanda pubblica e l’offerta delle imprese abilitate sotto forma di cataloghi telematici che possono essere strutturati e dinamici.

È sicuramente tra gli strumenti di “business to government” più avanzati e viene identificato a livello europeo come una “best practice”.

Nato nei primi anni 2000 e gestito da Consip su delega del ministero dell’economia delle finanze, presenta oltre 8 milioni prodotti contenenti precise schede tecniche, sui quali le Pubbliche Amministrazioni possono, secondo le loro esigenze, effettuare ricerche, confrontare i dati e decidere se acquistarli in maniera diretta o tramite le richieste di offerta, oltre naturalmente, la gestione e l’archiviazione dei contratti d’appalto.

Dai dati analizzati e da quanto esposto in questa tesi si capisce quanto sia divenuto strategico il ruolo di questo strumento e di come il Mepa offre opportunità non solo alla domanda pubblica ma anche all’offerta, infatti, questo strumento, perseguendo l’obbiettivo della trasparenza e garantendo un risparmio della spesa pubblica, sia in termini di risorse umane sia in termini di velocizzazione e dinamicità del intero processo, ha lo scopo di incentivare la concorrenza tra le aziende e in particolar modo le PMI locali, le quali abilitandosi possono entrare in contatto con gli acquirenti pubblici e aprirsi nuove opportunità di crescita e sviluppo.

Come accade per molti progetti che tendono a favorire il cambiamento e a proiettarsi nel futuro, anche in questo esistono alcune criticità che rallentano la diffusione e l’efficacia di questo strumento.

In particolare da parte delle amministrazioni, oltre alle problematiche legate al cosiddetto “digital divide” e quindi alla diffusione di internet e le criticità della firma digitale , è interessante dire che una buona parte delle amministrazioni

coinvolte, ha dei problemi con l’utilizzo di tale strumento ritenuto per la maggior parte delle volte di difficile utilizzo, questo è legato alle inerzie degli utenti e alla avversione ai cambiamenti di gestione da un punto di vista organizzativo e culturale.

Per quanto riguarda i fornitori, dopo una prima resistenza, soprattutto per quanto riguarda le piccole imprese, dovuta non solo alle difficoltà riscontrante durante la procedura di abilitazione, ma anche alla scarsa propensione ad investire sul e-commerce e la paura di immettersi in un mercato più competitivo con il rischio di abbandonare e perdere le loro nicchie di mercato; dai dati analizzati si può concludere che oggi sempre più imprese provano a ritagliarsi un piccolo spazio in questo mercato, anche se, non ancora perfetto. L’ente che si occupa della gestione dovrebbe preoccuparsi non solo di verificare i requisiti al momento dell’abilitazione ma richiedere report e aggiornamenti in modo che vengano eliminate subito anche quelle imprese che in primo momento rispettavano tali requisiti e che invece nel corso del tempo sono state associate a comportamenti malsani e dannosi. Maggiore controllo dovrebbe essere riservato anche alle amministrazioni sia in fase di stesura del bando sia durante l’aggiudicazione di bandi con richiesta d’offerta in modo che un team di professionisti affianchi le amministrazioni che cosi possono prendere le decisioni con maggiore trasparenza e competenza.

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