• Non ci sono risultati.

Analisi competitiva del settore oil & gas: casi Eni, Saras e Gas Plus.

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Analisi competitiva del settore oil & gas: casi Eni, Saras e Gas Plus."

Copied!
113
0
0

Testo completo

(1)

UNIVERSITÀ DI PISA

DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN

STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO

TESI DI LAUREA:

ANALISI COMPETITIVA DEL SETTORE OIL E GAS :

CASI ENI, SARAS E GAS PLUS

Relatore: Prof. Giulio Greco

Candidato: Fabio Rossi

(2)

2

INDICE

Introduzione _____________________________________________________________ 4

CAPITOLO 1: La riclassificazione del bilancio di esercizio ai fini

dell’analisi per indici e per flussi ____________________________________________ 5 1.1 Le performance aziendali _____________________________________________ 5 1.2 L’analisi economico-finanziaria _______________________________________ 10 1.2.1 Profilo finanziario ______________________________________________ 14 1.2.2 Profilo economico reddituale

1.2.3 Il rendiconto finanziario __________________________________________ 23 1.3 La Balanced Scorecard ______________________________________________ 34

CAPITOLO 2: Il settore oil & gas __________________________________________ 47 2.1 Quadro economico e swot analysis _____________________________________ 47 2.2 Le fasi del ciclo produttivo del petrolio _________________________________ 55 2.3 Eni S.P.A. __________________________________________________________ 59 2.4 Gas Plus S.P.A. _____________________________________________________ 64 2.5 Saras S.P.A. ________________________________________________________ 68

(3)

3

CAPITOLO 3: Analisi dei Gruppi: Eni, Gas Plus e Saras ______________________ 70 3.1 Il Gruppo Eni ______________________________________________________ 70 3.1.1 Analisi per Business Unit ________________________________________ 80

3.2 Il Gruppo Gas Plus _________________________________________________ 87 3.2.1Analisi per Business Unit _________________________________________ 92

3.3 Il Gruppo Saras _____________________________________________________ 97 3.3.1 Analisi per Business Unit ________________________________________ 102

CONCLUSIONI ________________________________________________________ 107

(4)

4

Introduzione

Il settore degli idrocarburi che in passato si è confermato uno dei più redditizi registrando utili record, negli ultimi anni ha dovuto far fronte a vari fenomeni come la crisi economica, l’eccesso di offerta e lo sviluppo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

L’obiettivo di questo elaborato sarà quello di analizzare il settore e in particolare tre Gruppi di società che operano in esso sotto il profilo economico-finanziario, patrimoniale e sotto il profilo strategico.

Nel primo capitolo verrà introdotto il tema delle performance aziendali e l’analisi economico-finanziaria come strumento di valutazione.

Nel secondo capitolo sarà presentato il settore oil & gas, descrivendo il quadro economico passato, le prospettive future e le varie attività che rientrano in esso. Dopodiché saranno introdotti i Gruppi oggetto di analisi con la descrizione della loro organizzazione e le principali attività svolte.

Nel terzo capitolo analizzeremo i Gruppi Eni, Saras e Gas Plus sia a livello complessivo che di unità di business attraverso indicatori tradizionali e operativi.

Infine confronteremo i risultati di questi tre Gruppi tenendo conto delle relative peculiarità e presenteremo alcune riflessioni sulle prospettive a breve e medio-lungo termine del settore.

(5)

5

Capitolo 1 La riclassificazione del bilancio di esercizio ai fini dell’analisi per indici e per flussi

1.1 Le performance aziendali

Prima di entrare nel vivo dell’analisi delle performance è doveroso introdurre l’argomento al lettore offrendo una possibile definizione di performance. Il concetto di performance è evanescente, in quanto assume accezioni differenti in differenti contesti, anche all’interno dei confini aziendali. Un’impresa performante è un’impresa che riesce efficacemente a raggiungere i suoi obiettivi. L’aggettivo “performante” esprime l’attitudine, la capacità dell’impresa a perseguire gli obiettivi aziendali. La performance in altri termini è il contributo che un soggetto apporta attraverso la propria azione al raggiungimento degli obiettivi ed alla soddisfazione dei bisogni per i quali l’organizzazione è stata costituita. Possiamo definire la performance come il risultato che scaturisce da certi comportamenti e linee d’azione volti alla soddisfazione degli obiettivi prefissati1.

Dal punto di vista strategico le performance possono essere osservate come:

 Profili di risultato, in modo da verificare la capacità dell’impresa di gestire le variabili critiche che stanno alla base del vantaggio competitivo;

 Trend, una visione prospettica che partendo dai risultati conseguiti verifica le condizioni necessarie per il mantenimento e il miglioramento delle performance2.

Le dimensioni della performance sono tre: l’efficienza ovvero l’attitudine a massimizzare il rapporto tra output e input; l’efficacia intesa come la capacità di conseguire gli obiettivi; l’economy che esprime l’attitudine ad acquisire gli input alle condizioni più favorevoli. La misurazione delle performance oltre alla finalità di mantenimento e miglioramento del vantaggio competitivo è volta a

1 Art.” Performance aziendali ,l’equità è il nuovo target”, Antonella Cifalinò e Giuliana

Manolo,Ilsole24ore, 23 giugno 2017.

2 Il sistema di misurazione delle prestazioni aziendali, Simone Cavallo, Università degli studi di

(6)

6

supportare le decisioni aziendali, al coordinamento e focalizzazione dell’attenzione manageriale e monitoraggio e diagnosi delle attività svolte dalle trasformazioni tipiche.

KPI (key performance indicators)

Queste misure quali-quantitative, talvolta risultato di rapporti tra grandezze , sono definite rispetto a specifici fattori critici di successo; possono essere rappresentati da parametri monetari, parametri di tipo quantitativo numerico e non numerico.3

Le misure quantitative sono facilmente calcolabili e caratterizzate da un elevato grado di oggettività. Possono essere di natura economico-finanziaria o non economico-finanziaria.

Le misure qualitative non utilizzano dati contabili e mostrano un elevato grado di soggettività.

Gli indicatori chiave di performance rappresentano una parte importante delle informazioni necessarie per spiegare come un’organizzazione raggiunge i suoi obiettivi di business e marketing, tuttavia non è sempre facile da definire un indicatore chiave di prestazione o KPI.

Un indicatore chiave di prestazione è una misura quantificabile che un’azienda utilizza per determinare in quale misura gli obiettivi prefissati operativi e strategici vengono raggiunti. Diverse aziende hanno diversi KPI a seconda dei loro rispettivi criteri di performance o priorità ma allo stesso tempo, gli indicatori di solito seguono standard del settore.

Questi indicatori non sono necessariamente di natura finanziaria, ma sono importanti nell’indirizzare gli strumenti di gestione aziendale. Senza questi indicatori e senza le indicazioni che essi forniscono alle imprese, è quasi impossibile per loro raggiungere il loro pieno potenziale.

3 La valutazione delle performance socio-ambientali, indicatori e modelli interpretativi, Federica

(7)

7

I KPI perché siano utili è necessario che soddisfino i seguenti requisiti:

 Quantificabile  Pratico

 Direzionale  Operativo

Quindi un indicatore di performance deve essere rappresentabile con dei numeri, deve essere rilevabile in modo semplice e non dispendioso, deve indicare la direzione della gestione aziendale ed essere strettamente legata ai processi caratteristici dell’azienda.

Un indicatore chiave di performance deve essere basato su dati rilevati in modo corretto e devono essere definiti in modo tale che i fattori al di fuori del controllo di una società non possano interferire con la loro realizzazione.

Per scegliere i migliori indicatori di performance le imprese dovrebbero per prima cosa :

definire i processi di business;

chiarire quali sono i requisiti per i processi di business;

stabilire e porre in essere misurazioni qualitative e quantitative dei risultati;

aver regolato i processi per soddisfare gli obiettivi a breve termine.

Dopodiché è possibile determinare gli indicatori partendo dall’individuazione a livello globale o di singoli processi/unità le variabili strategiche da monitorare ovvero degli output dell’organizzazione, definire le dimensioni critiche della performance di ciascun output e infine trovare misure o indicatori per ciascuna di esse.

Nonostante sia importante seguire gli standard del settore, le aziende non devono necessariamente scegliere KPI simili a quelli dei loro competitors di business. È

(8)

8

più importante invece analizzare la propria impresa e in particolare le proprie unità o divisioni in modo da trovare indicatori fatti su misura.

Gli indicatori chiave sono importanti per un business perché permettono di focalizzarsi su obiettivi comuni e garantire che tali obiettivi rimangano allineati all’interno dell’organizzazione.

Tradizionalmente, le imprese hanno concentrato gli sforzi di rilevazione sulle misure di performance legate alla trasformazione finanziaria. Tale scelta risulta motivata dall’obiettivo di soddisfacimento dei più alti obiettivi aziendali ovvero il return on investment (ROI) e return on equity (ROE). L’orientamento alla misurazione di performance prettamente finanziarie ha però determinato alcuni effetti negativi, tra cui:

 l’orientamento al breve termine;

 la mancanza di pensiero strategico, con conseguente mancanza di informazioni sulla qualità, reattività e flessibilità;

 la ricerca di “ottimi locali”;

 L’incoraggiamento nei confronti dei manager di minimizzare la variazione dagli standard, invece di incoraggiare il miglioramento continuo;

 la mancanza di informazioni circa le preferenze dei consumatori e della dinamica competitiva delle imprese concorrenti. 4

La scelta delle misure di performance è complessa e deve essere fatta su misura per ogni impresa poiché le variabili di contesto sono molte e la maggior parte non sono controllabili.

È necessario pertanto scegliere degli indicatori che meglio si adattano al contesto oggetto di analisi. I criteri che vengono utilizzati per identificare gli indicatori di performance sono molti e stringenti. Possiamo elencare alcuni: misurabilità, affidabilità, chiarezza, tempestività, confrontabilità, essenzialità.

(9)

9

La misurabilità è intesa come la possibilità di calcolare ciò che viene rilevato cioè di poter essere rapportato un risultato ad una unità di misura.

La tempestività è rappresentata dalla prontezza con la quale una misura viene resa disponibile al destinatario; quindi è importante che l’arco di tempo tra il verificarsi di un evento e la sua rilevazione sia coerente con il tipo di fenomeno considerato.

L’essenzialità deve essere rispettata in modo da avere a disposizione il dato che ci interessa senza altre informazioni che potrebbero oscurare la valutazione dell’analista.

La confrontabilità è intesa come capacità della misura di performance di poter essere paragonata sia nel tempo che nello spazio.

Esempi di KPI non economico-finanziari:

i nuovi clienti acquisiti;

il tasso di abbandono dei clienti;

la segmentazione della clientela per redditività o demografia;

numero incidenti sul lavoro;

il tempo di attesa per gli ordini dei clienti;

il numero dei reclami o dei resi.

Nel settore oil & gas che analizzeremo in seguito possiamo evidenziare alcuni indicatori di performance operativi: numero di dipendenti, indice di frequenza infortuni, emissioni dirette di Gas Serra, prelievi idrici, riserve di idrocarburi e quote mercato per area geografica.

(10)

10

1.2 L’analisi economico-finanziaria

L’analisi economico-finanziaria è fondamentale per la conoscenza e la comprensione della gestione aziendale e delle performance aziendali. Questa può essere intesa come un complesso ragionamento, imperniato su uno o più bilanci, al fine di interpretare i dati derivati dai bilanci e di analizzare i vari aspetti della gestione per giungere ad un giudizio sulla performance dell’impresa. L’analisi di bilancio consiste nella comparazione di dati contenuti nei bilanci, su base temporale e spaziale. Le informazioni fornite dal confronto con indici determinati sulla stessa azienda sono solitamente più esatte rispetto a quelle calcolate su più imprese poiché non siamo certi che gli indicatori siano stati costruiti nel medesimo modo e ancor prima se sono stati utilizzati gli stessi criteri nella redazione del bilancio.

L’analisi può essere interna od esterna in base alla posizione dell’analista rispetto all’azienda. Un soggetto interno ha a disposizione maggiori informazioni e

spesso svolge un’analisi completa che non si basa solo sui dati derivanti dal bilancio destinato a pubblicazione ma anche su altri documenti riguardanti le strategie, la struttura aziendale e le politiche d’azione. I principali soggetti esterni sono5 :

• Finanziatori: valutano la performance aziendale e la solidità patrimoniale in modo da determinare la quantità di credito da concedere all’azienda;

• Risparmiatori e investitori istituzionali: coloro che sono interessati alla possibile remunerazione del capitale investito attraverso la sottoscrizione di azioni o quote;

• Clienti e fornitori: soggetti che prima di intraprendere un rapporto con l’azienda vogliono capire se ci sono condizioni favorevoli per una relazione conveniente e durevole;

• Consulenti d’azienda;

5 L’analisi di bilancio per indici e per flussi. Profili teorici e dinamiche operative, Pierpaolo Ceroli, Marco

(11)

11 • Analisti di settore.

Le voci contenute nel bilancio hanno origine dall’insieme di accadimenti e fatti che determinano quattro fasi del circuito della gestione6 :

1. Finanziamento, la fase che consiste nel reperimento delle risorse finanziarie fondamentali per l’azienda nel processo di ottenimento dei fattori produttivi;

2. Acquisizione dei fattori produttivi, sono gli elementi materiali, immateriali e personali. Troviamo sia fattori patrimoniali cioè investimenti in fattori produttivi utilizzati per diversi cicli produttivi quindi destinati a rimanere in azienda per più esercizi, sia fattori reddituali relativi a fattori produttivi che esauriscono la loro utilità in un solo ciclo produttivo o nell’arco temporale dell’esercizio in corso;

3. Impiego dei fattori per la produzione dei beni e servizi che comporta il sostenimento di costi definiti di competenza dell’esercizio in quanto esprimono il consumo delle risorse acquisite;

4. Realizzazione e vendita dei beni/servizi, è la fase nella quale si valorizza la produzione realizzata attraverso la valutazione del magazzino e la quantificazione dei ricavi.7

Come abbiamo detto le operazioni svolte nelle varie fasi della gestione determinano le voci delle attività oggetto di rilevazione dei prospetti contabili. I dati sono presentati secondo due profili:

L’origine dei valori: in base alla loro modalità di formazione abbiamo due tipologie. I valori finanziari manifestano l’aspetto originario delle operazioni, riferendosi alla dinamica della liquidità, dei crediti e dei debiti; i valori economici manifestano invece l’aspetto derivato e determinano la ricchezza dell’azienda. Questi ultimi si dividono in valori: economici-patrimoniali che

6 Cavalieri E. (a cura di), Economia Aziendale, Vol. I, Giappichelli, Torino, 2000.

(12)

12

esprimono la consistenza della ricchezza ad una certa data (capitale sociale, riserve e utili); economici-reddituali manifestano la variazione che c’è stata in determinato arco di tempo (costi e ricavi).

La natura dei dati è determinata dal grado di oggettività con il quale vengono quantificati. Distinguiamo quindi valori di natura certa e oggettiva per quei valori relativi a scambi effettuati con terze economie da valori di natura soggettiva che possono derivare da stime e congetture ad esempio per quei valori relativi ad operazioni in corso di gestione.

Il bilancio di esercizio può essere inteso come il sistema di dati elaborati ogni esercizio amministrativo, raccolti in un unico package informativo, volto nel suo complesso a illustrare lo svolgimento della gestione aziendale.8 L’insieme dei

valori contenuti nel bilancio derivano da operazioni di gestione che si manifestano in variazioni di risorse acquisite e impiegate. Le variazioni riguardanti quelle risorse che hanno carattere economico-reddituale in relazione alla loro partecipazione alla creazione del risultato di esercizio sono considerate nel Conto economico. Le risorse invece aventi carattere economico-patrimoniale poiché utilizzate per più esercizi nella generazione del reddito di esercizio sono raccolte nello Stato patrimoniale. Infine per quanto riguarda le risorse finanziarie la consistenza delle fonti e degli impieghi ad una certa data sarà collocata nello Stato patrimoniale mentre le variazioni delle risorse finanziarie saranno illustrate nel Rendiconto finanziario.

Il macro obiettivo dell'analisi economico-finanziaria o più specificatamente l’analisi per indici è quello di concorrere a fondare su basi razionali la stima delle dinamiche economiche-finanziarie prospettiche dell'azienda, attraverso la conoscenza degli andamenti storici, ovvero a formulare una stima attendibile delle future performances economico-finanziarie, avvalendosi di conoscenze pregresse, per supportare i processi decisionali, sia interni che esterni.

(13)

13

L'analisi può essere effettuata anche su bilanci prospettici ovvero sui Business Plan per calcolare degli indici che possano supportare la fattibilità del piano (progetto).

Nella formulazione di tali ipotesi bisogna tener conto dei limiti degli indicatori di bilancio in quanto anche quest'ultimo è costituito da voci il cui valore è determinato attraverso stime e congetture. Ciò significa che il bilancio non sempre è totalmente trasparente, nel senso che i dati rappresentati in esso non sempre sono veritieri e corretti come esige il legislatore. Ci sono infatti delle poste che sono suscettibile di politiche di bilancio soprattutto con riferimento a quelle che sono oggetto di stime. L'obiettivo di tale strumento di analisi è quello di stimare e valutare le condizioni favorevoli o avverse alla solvibilità dell'azienda. Si possono stimare due profili:

1)Profilo finanziario: valutare con cautela la capacità dell'azienda di assolvere alle proprie obbligazioni in denaro nei tempi dovuti.

2) Profilo economico-reddituale: valutare la capacità dell'azienda di generare una redditività soddisfacente (in termini comparativi) e durevole (quantità/qualità del reddito)9.

Bisogna specificare che tramite l'analisi per indici non si è in grado di valutare se la redditività è "congrua o equa" perché manca la possibilità di tener conto del rischio che corre l'imprenditore. Il bilancio, infatti, presenta solo costi contabili, come gli oneri finanziari legati al capitale di terzi, e non indica la stima del costo del capitale di proprietà ovvero la stima del rischio percepito; e per dirsi equa la remunerazione deve essere confrontata con il costo del capitale e non solo con gli oneri finanziari. Per verificare se la remunerazione è soddisfacente, bisogna effettuare un'analisi extra-contabile. A livello di analisi dunque si può dire solo se è positiva o negativa ma non se si ottiene una remunerazione equa e congrua

9 L'analisi di bilancio per indici e per flussi (profili teorici e dinamiche operative) di Pierpaolo Ceroli,

(14)

14

perché non c'è una percezione sulla rischiosità. Questo problema può essere risolto attraverso l’utilizzo di altri strumenti come ad esempio l’EVA.

1.2.1 Profilo finanziario

Per effettuare l’analisi economico-finanziaria, che abbiamo introdotto nel primo capitolo, è necessario effettuare delle modifiche agli schemi di bilancio che consentano di evidenziare alcuni aggregati dello Stato Patrimoniale ed ottenere alcuni risultati intermedi del Conto Economico. Questa procedura chiamata riclassificazione del bilancio d’esercizio è importante per una migliore comprensione e interpretazione dell’andamento economico-finanziario dell’azienda che spesso non risulta chiaro dalla lettura del bilancio civilistico. L’analisi è articolata nelle analisi per indici e per flussi, vediamo nel dettaglio la prima.

Le fasi dell’analisi per indici:

1) Raccolta del bilancio su cui effettuare l'analisi:

- civilistico (pubblico);

- di diretta derivazione scritturale (l'azienda ne fa uso interno e può anche non seguire ciò che viene richiesto dal CC);

- redatto secondo i principi IAS/IFRS;

- bilanci di aziende concorrenti per cercare di individuare i punti strategici.

2) Riclassificazione dei prospetti contabili

3) Calcolo di una serie di indicatori;

4) Analisi temporale;

5) Analisi spaziale;

(15)

15 7) Stima dei profili economico e finanziari.

Per l'analisi del profilo finanziario viene utilizzato il Criterio Finanziario (temporale o di liquidità) che conduce ad una riclassificazione (rilettura, riposizionamento, reinterpretazione) delle poste iscritte nello SP in funzione:

- Tempo di recupero o realizzo degli impieghi / Liquidabilità (Entrate potenziali)

- Tempo di estinzione delle fonti / Esigibilità (Uscite potenziali)

Si differenzia dunque dal criterio civilistico di allocazione delle poste che è quello della natura e non del durata. La riclassificazione secondo tale criterio porta alla distinzione di due sezioni:

Impieghi = si riferiscono ad investimenti in attesa di essere convertiti in liquidità nel breve o nel medio-lungo periodo attraverso un realizzo diretto o indiretto.

Fonti = si riferiscono ad uscite attese nel breve o nel medio-lungo periodo, o addirittura a fonti a tempo indeterminato intendendo con esse il capitale proprio (capitale di rischio), poiché se l'azienda continua ad operare efficacemente non si prevede una riduzione (rimborso) del capitale ma al contrario un incremento dei mezzi propri.

In ciascuna sezione si individuano due macro classi, distinte sulla base dell'orizzonte temporale, in cui si inseriscono elementi di SP in funzione della loro attitudine a generare Entrate/Uscite nel breve o nel medio-lungo periodo.

Si ricorda che il recupero degli investimenti può avvenire:

- Direttamente: un credito viene recuperato in modo diretto quando il cliente assolve alla sua obbligazione e l'azienda riceve il pagamento; le rimanenze sono recuperate direttamente attraverso la cessione sul mercato del prodotto.

- Indirettamente: le immobilizzazioni sono recuperate attraverso i ricavi di vendita (fatturato) dei prodotti che sono stati realizzati anche attraverso il loro utilizzo, il quale è stimato dalla quota d'ammortamento. Il recupero avviene

(16)

16

quando il ricavo è sufficiente a coprire non solo i costi variabili ma anche la quota d'ammortamento fino a coprirne l'intero costo storico.

Il criterio finanziario prevede una riclassificazione in verticale in quanto le voci si spostano entro la stessa sezione. Il totale deve quindi coincidere con quello del bilancio civilistico, cosa che non avviene nel caso della riclassificazione secondo il criterio di pertinenza gestionale. Le sezioni degli Impieghi e delle Fonti possono essere disposte adottando un criterio di liquidità crescente o decrescente, purché ci sia omogeneità tra le due sezioni.10

L'analisi è basata sui tempi e non sulla natura economica che ha dato origine all'entrata o all'uscita anche se, nell'ambito del passivo, è importante considerare qual è la natura delle fonti di finanziamento per vedere qual è il peso delle passività a breve o a lungo sul totale delle fonti.

Stato Patrimoniale riclassificato secondo il Criterio Finanziario11 (Liquidità

Decrescente):

10 Bilancio e misurazione della performance nelle amministrazioni pubbliche Di Silvia Rota, Maria

Francesca Sicilia, Ileana.

11 Rielaborazione tabella 2.5, pag. 41 libro: l’analisi economico-finanziaria di bilancio, Sòstero, Mancin,

Ferrarese, Marcon.

IMPIEGHI FONTI

a) Liquidità Immediate b) Liquidità Differite c) Rimanenze

1) ATTIVO CORRENTE (a+b+c)

d) Immobilizzazioni finanziarie e) Immobilizzazioni Materiali Nette f) Immobilizzazioni Immateriali Nette

2) ATTIVO IMMOBILIZZATO (d+e+f) 4) PASSIVO CORRENTE g) Passivo Consolidato h) PATRIMONIO NETTO 5) CAPITALE PERMANENTE (g+h)

6) FONTI = PASSIVO (Corrente + Consolidato) + PN (4+5)

(17)

17 Grafico di elaborazione propria.

Nello specifico abbiamo:

1) ATTIVO CORRENTE = Contiene tutte le poste che generano in maniera diretta/indiretta entrate nel breve periodo.

Liquidità Immediate: s'intende la liquidità prontamente disponibile, ossia in attesa di essere investita per le necessità aziendali. In particolare si fa riferimento a Cassa, Banca c/c attivi, C/c postali attivi, e Titoli (quotati) che costituiscono attività finanziarie prontamente liquidabili (2-3 giorni) ossia negoziabili sul mercato nel brevissimo tempo come i Bot.

Liquidità Differite:

- Crediti di funzionamento di breve periodo;

- Quote di crediti di finanziamento esigibili entro 12 mesi;

- Crediti diversi di breve: tributari, imposte anticipate ( non sono veri crediti ma costituiscono minori imposte future);

3) ATTIVO NETTO = Attivo Corrente + Attivo Immobilizzato (1+2)

(18)

18

- Ratei e risconti : vengono trattati generalmente insieme anche se hanno natura diversa (finanziaria ed economica).

Rimanenze: si tratta di rimanenze finali di magazzino che si avranno a disposizione all'inizio dell'esercizio successivo. Potrebbero esserci delle rimanenze che non verranno recuperate nel breve periodo, ad esempio perché obsolete; quando si fa un'analisi esterna però, per convenzione tutte le rimanenze finali vengono iscritte nell'attivo corrente perché , a differenza dell'analista interno, non si hanno a disposizioni informazioni più dettagliate che consentano di fare una discriminazione tra la parte delle rimanenze a breve e quelle a medio-lungo. E' importante tener presente questo particolare per evitare di formulare dei giudizi errati sugli indici che si calcolano ai fini dell'analisi.

2)ATTIVO IMMOBILIZZATO = rientrano tutte le poste destinate a generare entrate nel medio-lungo periodo.

Immobilizzazioni finanziarie:

- Crediti di finanziamento di lungo periodo;

- Quote di crediti di funzionamento esigibile oltre l'esercizio successivo;

- Titoli destinati a permanere in portafoglio, ovvero non pronti per essere negoziati e quindi dismessi (obbligazioni);

- Partecipazioni: si può seguire la rappresentazione del bilancio civilistico perché la loro segnalazione in bilancio è indicativa della volontà di mantenerle nel medio lungo periodo, o nel breve periodo. Se sono iscritte tra le immobilizzazioni del bilancio civilistico si possono mantenere in questa classe; lo stesso discorso vale per le partecipazioni che risultano nell' Attivo Circolante le quali possono essere iscritte in tale macro classe quando, ad esempio, l'azienda decide di uscire dal gruppo, e quindi di cedere i titoli che erano tenuti in portafoglio per motivi strategici.

(19)

19

Nello SP civilistico le immobilizzazioni sono già al netto del fondo e viene iscritto il valore residuo o netto contabile; nello SP di diretta derivazione scritturale invece bisogna effettuare la rettifica delle immobilizzazioni dal fondo perché il loro valore è lordo.

3) ATTIVO NETTO = Attivo Corrente + Attivo Immobilizzato

Deve essere sempre uguale all'attivo civilistico dato che la riclassificazione comporta solo degli spostamenti verticali delle poste. Si precisa che è Netto per sottolineare che risulta al netto delle poste rettificative dell'attivo. In altre riclassificazioni il significato è diverso.

4) PASSIVO CORRENTE = contiene fonti che generano uscite nel breve periodo:

Prestiti a breve: c/c passivi; finanziamenti a breve; quota di rimborso a breve dei mutui (debiti v/finanziatori).

Debiti a breve diversi: debiti tributari e previdenziali; quota a breve tfr; debiti diversi (quota a breve fondi rischi e oneri); risconti passivi1 .

Debiti di regolamento: debiti v/fornitori; effetti passivi; clienti c/anticipi; ratei passivi2.

5) CAPITALE PERMANENTE

Passivo Consolidato: è costituito da fonti esigibili nel medio-lungo periodo:

- Prestiti a ml come mutui, scoperti di c/c; debiti v/fornitori; prestiti obbligazionari, prestiti dei soci; aggio d'emissione (fonte durevole).

- Fondo TFR, che rappresenta un debito nei confronti dei dipendenti.

(20)

20

Patrimonio Netto (Capitale Proprio): comprende tutte le voci che esprimono i mezzi propri dell'azienda e rappresenta la fonte di finanziamento più stabile. Normalmente non viene rimborsato durante l'esercizio dell'impresa ma solo al suo scioglimento. Vanno indicati in questa classe:

- Capitale sociale (-) decimi da versare;

- Riserve;

- Utili/Perdite portati a nuovo;

- Utile/Perdite d'esercizio.

Con riferimento all'utile, se ne viene deliberata dall'assemblea la distribuzione ai soci, si accende un debito dell'azienda nei confronti dei soci che deve essere estinto nel breve periodo, per cui dovrà essere iscritto nel passivo corrente.

Al contrario, se non viene deliberata la distribuzione dell'utile andrà ad accrescere i mezzi propri per cui va inserito nel Capitale Permanente.

La riclassificazione finanziaria dello SP ha l'obiettivo principale di far emergere aggregati significativi e valori differenziali/indici utili ad esprimere dei giudizi sull'andamento futuro dell'azienda, ossia sulla sua capacità di evolversi nel tempo rispettando le condizioni di equilibrio nel breve e nel medio-lungo periodo.

In particolare, attraverso l'analisi della Struttura Finanziaria, che riflette le modalità di composizione degli investimenti e delle fonti di finanziamento e le relazioni esistenti tra classi omogenee degli impieghi e delle fonti, è possibile individuare la presenza di situazioni di equilibrio fra i fabbisogni finanziari derivanti dagli investimenti in atto e la natura delle fonti di finanziamento utilizzate.

(21)

21

INDICI DI CORRELAZIONE IMPIEGHI-FONTI NEL BREVE TERMINE E NEL MEDIO LUNGO TERMINE

Il confronto tra i valori che compongono l'Attivo Corrente e il Passivo Corrente consente di effettuare un'analisi sulla situazione finanziaria ossia sulla capacità dell'impresa di far fronte o meno agli impegni finanziari in scadenza con tempestività ed economicità.

- Tempestività = attiene all'esigenza che gli impegni siano onorati in maniera puntuale;

- Economicità = le risorse devono derivare da normali flussi monetari di gestione senza dover ricorrere ad operazioni particolari che possono intaccare l'economicità dell'impresa.

Vediamo alcuni esempi:

Indice di Liquidità (Acid Test ratio) = (Li + Ld) / Pc Indice di Tesoreria = Li/Pc

Indice di Auto copertura delle Immobilizzazioni= PN/AI

GLI INDICI DI COMPOSIZIONE

Gli indici di composizione consentono di interpretare meglio gli indici di correlazione perché indagano sugli elementi che determinano un certo valore dell'indice di correlazione. Si specifica che quando si parla di indici quando una parte della sezione degli impieghi o delle fonti viene rapportata al suo totale; si parla di quoziente quando si mettono a confronto due tipologie di fonti o impieghi.

Indice di rigidità = AI/Ci Indice di elasticità = AC/Ci

Sono indici complementari ed evidenziano il peso degli investimenti, rispettivamente a lento e a veloce ciclo di trasformazione in valori finanziari (o

(22)

22

già espressi in valori monetari, come la liquidità, nel 2 indice), sul totale degli impieghi aziendali.

Indice di autonomia finanziaria = PN/ F

Esprime il contributo del capitale di proprietà al finanziamento dell'azienda. In genere non vengono dati dei valori soglia ma alcune ricerche hanno determinato dei parametri:

- < 0,33 l'autonomia finanziaria è eccessivamente limitata e eccessivo è il grado di dipendenza dai terzi;

- da 0,33 a 0,55 la struttura finanziaria è da tenere sotto controllo;

- da 0,55 a 0,66 la struttura finanziaria è equilibrata;

- > 0,66 l'azienda è in condizioni molto favorevoli per lo sviluppo.

Quoziente di indebitamento = Passivo/PN

Mostra il grado di dipendenza finanziaria dell'impresa dal capitale di terzi. Gli analisti finanziari individuano in 2,5/3 il valore standard considerato come riferimento accettabile del grado di dipendenza finanziaria.

Indice di Solidità del Capitale Sociale = PN/Cap. Sociale

Evidenzia la capacità dell'impresa di rafforzare la propria dotazione patrimoniale. Indica qual è il cuscinetto di riserve che si possono utilizzare prima di intaccare il capitale sociale. Indica anche la capacità dell'azienda di accantonare utili, contributi pubblici, ecc. Se il valore dell'indice è:

- > 1, maggiori sono le componenti del patrimonio netto che svolgono una funzione di protezione dalle perdite dell'esercizio nei confronti del capitale sociale.

- = 1 , limite minimo di solidità del patrimonio; segnala la coincidenza tra il capitale proprio e il capitale sociale. Significa che non ci sono riserve che "proteggono" il capitale da eventuali perdite.

(23)

23

- < 1 , segnala che il capitale sociale è stato intaccato da perdite. La solidità del capitale tende a diminuire per effetto delle perdite nette d'esercizio, ma anche per la distribuzione o utilizzo di riserve per integrare i dividendi. Il passaggio di riserve a capitale segnala da una parte una minore solidità patrimoniale, dall'altra esprime nella sostanza un consolidamento all'interno del netto patrimoniale, detta quota di capitale sociale impiegata nell'impresa.

1.2.2 Profilo economico reddituale

L'analisi economico-reddituale consiste nel valutare la capacità dell'azienda di generare redditività almeno in linea, se non superiore, a quella media del settore e durevole.

Attraverso l'analisi reddituale è possibile: valutare la capacità reddituale attuale e prospettica dell'azienda; verificare l'efficacia ed efficienza delle diverse aree funzionali; analizzare l'influenza sulla formazione del risultato economico del diverso comportamento dei costi al variare del volume operativo: calcolo della Leva Operativa; valutare l'economicità sociale dell'impresa (Bilancio sociale), in questo caso si calcolano indicatori che hanno un significato più ampio all'interno della rendicontazione sociale.

Per sondare questo profilo bisogna confrontare reddito e capitale che ha concorso a generare il primo (R/C) e a tal fine è necessario ricercare omogeneità tra i due fattori (flussi e stock). Pertanto Stato Patrimoniale e Conto Economico devono essere riclassificati secondo criteri omogenei. Da ciò ne consegue la necessità di individuare classi di operazioni omogenee nelle quali vanno ricondotte, ove possibile:

1) Fonti connesse allo svolgimento delle operazioni;

2) Investimenti strumentali all'attivazione dei processi, ossia all'esercizio delle operazioni;

(24)

24

3) Costi e ricavi generati dallo svolgimento delle operazioni.

STATO PATRIMONIALE DI PERTINENZA GESTIONALE (Economico o Funzionale)

Nello SP di pertinenza gestionale vengono raggruppati in una determinata area tutti gli investimenti effettuati necessari per lo svolgimento di una categoria di operazioni. Si possono individuare due aree:

Capitale Investito Netto Struttura Finanziaria

AREA CARATTERISTICA

AREA EXTRACARATTERISTICA

AREA FINANZIARIA

Elaborazione propria.

Il "Capitale investito netto" e la "Struttura finanziaria" (capitale di rischio) non coincidono rispettivamente con l'attivo e col passivo di bilancio civilistico perché questa riclassificazione comporta spostamenti non solo verticali ma anche orizzontali.

Il concetto di "netto" ha una valenza più ampia rispetto a quello del criterio finanziario: gli impieghi infatti sono al netto non solo delle poste rettificative dell'attivo (fondo amm.to, fondo svalutazione), ma anche al netto di alcune passività spontanee (debiti di funzionamento) che in genere non sono esplicitamente onerose perché nascono da dilazioni di pagamento e non da negoziazioni sul mercato dei capitali.

La Struttura Finanziaria comprende debiti di finanziamento, mezzi propri e alcune volte le attività finanziarie con segno opposto. La riclassificazione di

(25)

25

pertinenza gestionale dello SP, utile per l'analisi della redditività della gestione, manifesta capacità segnaletiche anche per quanto riguarda la conoscenza del fabbisogno di finanziamento, ossia fornisce informazioni utili alla pianificazione nel breve e nel medio-lungo periodo (ad esempio costituzione del budget di tesoreria), poiché riesce ad esprimere quello che è il fabbisogno di finanziamento residuo dall'area operativa, da coprire mediante fonti di natura finanziaria.12

L’area caratteristica non pone problemi per quanto riguarda il suo contenuto infatti troviamo in essa gli investimenti tipici (impianti; macchinari; fabbricati; rimanenze; crediti v clienti; ratei e risconti operativi ecc.), fonti generate dalle operazioni tipiche (passività spontanee e tfr), Componenti – e + di reddito suscitati dallo svolgimento delle operazioni caratteristiche.

La cosa è più complessa per le altre due aree infatti possiamo utilizzare due interpretazioni in base alla composizione dell’area finanziaria ed extra caratteristica. La prima interpretazione prevede un’area extra caratteristica più ampia e comprende sia elementi patrimoniali sia elementi di natura finanziaria non tipica (cassa, banca e partecipazioni non strategiche) ed eventuali passività correlate.

Conseguentemente l'area finanziaria sarà più ristretta e in essa vanno collocati gli investimenti accessori di liquidità in esubero. La seconda interpretazione prevedendo un’area finanziaria ampia dove le poste di natura finanziaria, che non siano partecipazioni strategiche, vengono spostate nell'area finanziaria e vengono portate a diminuzione dei debiti di finanziamento, consente di determinare l’indicatore della posizione finanziaria netta.

(26)

26 Grafico da elaborazione propria.

La PFN è considerato un indicatore alternativo di risultato nato nelle società quotate nelle quali si verificano spesso operazioni di finanziamento tra le società del gruppo. Queste operazioni danno luogo ad una sorta di mercato di finanziamento che induce alla creazione di posizioni di credito-debito di finanziamento e la PFN consente di sterilizzare queste posizioni nelle società di gruppo. Valutare la situazione finanziaria solo tramite i debiti di finanziamento, dunque, può essere fuorviante dato che non tengono conto di eventuali posizioni creditizie.

Ci possono essere due modalità di calcolo della PFN ma le società quotate devono far riferimento all’OIC 6 che prevede la seguente modalità:

La PFN (o indebitamento finanziario netto) è calcolata generalmente come somma algebrica tra le seguenti grandezze:

Posizione finanziaria corrente netta (o indebitamento finanziario corrente netto), calcolata come sommatoria tra le disponibilità liquide, i crediti finanziari correnti e le altre attività finanziarie correnti al netto dei debiti bancari correnti, della parte corrente dell'indebitamento non corrente e degli altri debiti finanziari correnti;

Posizione finanziaria non corrente (o indebitamento finanziario non corrente), calcolata come sommatoria tra i debiti bancari non correnti, le obbligazioni emesse e gli altri debiti finanziari non correnti.

CAPITALE INVESTITO NETTO STRUTTURA FINANZIARIA

Attività e passività caratteristiche

Attività – Passività

extra-caratteristiche (ove presenti)

Capitale netto

Posizione finanziaria netta:

(Debiti di finanziamento – Impieghi di natura finanziaria)

(27)

27

CONTO ECONOMICO DI PERTINENZA GESTIONALE

La riclassificazione del Conto Economico utile per analizzare il profilo economico-reddituale prevede la segmentazione del reddito in aree di gestione.

GESTIONE CARATTERISTICA Ricavi caratteristici – Costi caratteristici (Risultato Operativo "Caratteristico") GESTIONE

EXTRA-CARATTERISTICA

Ricavi accessori + Proventi finanziari – Costi accessori

(Risultato Operativo Extra-caratteristico o Globale) EBIT

GESTIONE FINANZIARIA Oneri finanziari (+ proventi finanziari) (Risultato Ordinario o Corrente)

GESTIONE STRAORDINARIA Proventi straordinari – oneri straordinari (Risultato Lordo o prima delle imposte)

GESTIONE DELLE IMPOSTE Imposte sul reddito

(Risultato Netto, Utile/Perdita d'esercizio) Fonte: elaborazione propria.

All’interno dell’area caratteristica possiamo scegliere tra:

 schema a valore della produzione, il Valore della produzione realizzata è determinato a partire dalla produzione venduta e facendo la somma algebrica della variazione delle rimanenze di magazzino prodotti (Rimanenze finali – Rimanenze iniziali) e di tutte le altre situazioni di produzione realizzata e non venduta, come costruzioni in economia, cessioni gratuite. Le rimanenze finali si riferiscono ai prodotti realizzati e non venduti nel corso dell'esercizio; le rimanenze iniziali indicano invece la quantità di prodotti che è stata realizzata nel periodo precedente. Le rimanenze si riferiscono in questo caso a prodotti che hanno subito almeno un processo di trasformazione fisico-tecnica altrimenti sarebbe dovute essere inserite nella voce B11.

(28)

28

 Schema a costi e ricavi della produzione venduta, questo tipo di CE evidenzia i componenti positivi e negativi di reddito attraverso la produzione venduta, espressa dai ricavi di vendita. Per quanto riguarda il costo del venduto, invece, la contabilità non fornisce alcuna informazione per cui bisogna ricavarlo effettuando degli spostamenti di alcune poste. In particolare vanno portate in detrazione del costo della produzione la posta relativa alla variazione delle rimanenze di prodotti e quella relativa agli incrementi di imm.ni per lavori interni che rappresenta una posta rettificativa dei costi di periodo.

Costo del Venduto = Costo della Produzione realizzata – (Rimanenze finali di prodotti – Esistenze iniziali di prodotti).13

(29)

29

1.Valore della produzione

ottenuta

- Ricavi vendite e prestazioni - Variazione rimanenze prodotti - Variazione lavori in corso su ordinazione

- Incrementi di imm.ni per lavori interni

- Altri ricavi e proventi

2.Costi della produzione ottenuta (-)

- Materie prime, suss., di consumo e merci

- Servizi

- Godimento di beni di terzi - Spese per il personale - Amm.ti e sval.ni

- Variazioni rimanenze materie prime, merci...

- Acc.ti per rischi - Altri acc.ti

- Oneri diversi di gestione (parte caratteristica)

3.REDDITO OPERATIVO

1.Ricavi di vendita

- Ricavi vendite e prestazioni - Altri ricavi e proventi

2.Costi della produzione ottenuta (-)

- Materie prime, suss., di consumo e merci

- Servizi

- Godimento di beni di terzi - Spese per il personale - Amm.ti e sval.ni

- Variazioni rimanenze materie prime, merci...

- Acc.ti per rischi - Altri acc.ti

- Oneri diversi di gestione (parte caratteristica)

- Variazione rimanenze prodotti (-)

- Incrementi di imm.ni per lavori interni (-)

3.REDDITO OPERATIVO

Fonte: elaborazione propria.

Per capire come si è arrivati al reddito operativo, ossia quello generato dall'attività caratteristica, si procede con una progressiva deduzione dei costi dai ricavi, facendo anche la distinzione di due diverse classi di costo da dedurre in progressione per determinare margini intermedi:

(30)

30 A) Costi interni/esterni

La distinzione dipende dalla funzione che i fattori produttivi assolvono in azienda e dalle modalità con le quali ci si approvvigiona degli stessi:

Costi interni: Fattori "strutturali", ossia fattori che permangono durevolmente in impresa e ne detengono la capacità produttiva e i caratteri di fondo. (Immobilizzazioni che definiscono la struttura tecnico/produttiva dell'azienda, e il fattore lavoro che ne definisce la struttura organizzativa).

Costi esterni: Fattori che attivano la struttura produttiva, da combinare, cioè, con il lavoro e gli impianti per avviare i cicli di produzione. (Materie prime, servizi, ecc., che vengono rinegoziati con frequenza quotidiana).

B) Costi variabili/costanti

Tale distinzione dà origine ad un altro tipo di riclassificazione, ossia il CE a ricavi e costi variabili del venduto, che mette in evidenza un altro interessante valore intermedio molto utilizzato nella leva operativa: il Margine di Contribuzione.

Costi Variabili: si distinguono in funzione del loro grado di variabilità (o elasticità) rispetto a una variabile indipendente, di solito individuata nel volume operativo.

Costi fissi: costi la cui entità non muta al mutare del volume operativo (entro la capacità produttiva inutilizzata ed entro il breve periodo).

(31)

31 INDICI DI REDDITIVITÀ

Per poter analizzare la redditività di un'azienda è necessario passare dal concetto assoluto di reddito ad un concetto relativo, ossia quello di redditività che si ottiene rapportando il flusso di reddito allo stock di capitale.

Una prima analisi di redditività può essere effettuata con la percentualizzazione del CE: bisogna scegliere una base di riferimento per poi determinare il peso di ciascuna posta di flusso di reddito sulla base utilizzata. Di frequente è fatto pari a 100 il valore della produzione e ad esso sono rapportate le diverse voci di conto economico.

Le voci di costo alle quali si dà una maggiore importanza sono i costi operativi, che evidenziano l'aspetto economico della gestione, e gli oneri finanziari che evidenziano l'aspetto finanziario. Nel calcolo degli indici di redditività si utilizzano dunque sia fattori economici che fattori finanziari.

-ROE (Return on Equity)

Il primo indice di redditività maggiormente conosciuto è il ROE che viene calcolato come rapporto tra reddito netto e capitale netto (mezzi propri):

Reddito netto/Capitale netto

L’indicatore può essere visto come una sintesi della economicità complessiva, valutando come il management sia riuscito a gestire i mezzi propri per aumentare gli utili aziendali. Il ROE non è solo determinato dalle scelte effettuate nell’ambito della gestione caratteristica, ma anche dalle decisioni in merito alla gestione finanziaria e patrimoniale.

-ROI (Return on Investement)

(32)

32

ROA=Reddito Operativo/Capitale Investito Il ROA o ROI tradizionale presenta due limiti:

- Disomogeneità: il Ro viene confrontato con l'intero attivo che può comprendere anche investimenti che non contribuiscono alla produzione di quel reddito perché destinati all'area extra-caratteristica.

Per ottenere una coerenza tra i due membri non sarebbe sufficiente, però, sottrarre dall'attivo netto solo la parte delle poste relative all'area extra-caratteristica perché così si otterrebbe il Capitale Investito Operativo che tiene ancora conto degli oneri impliciti.

- Problema degli oneri impliciti. Il Ro è condizionato anche dalle modalità di finanziamento che l'azienda mette in atto. I debiti di funzionamento hanno un impatto implicito sul Ro, infatti non risulterà lo stesso se si acquistano beni e servizi a dilazione o a pronti. La dilazione di pagamento genera un costo di natura finanziaria implicito, ossia nascosto nei costi operativi.

Per questi motivi viene utilizzato una versione evoluta di questo indicatore:

ROI evoluto= Reddito Operativo/ Capitale Investito Netto Operativo INDICI DI DURATA

Gli indici di durata sono espressi in giorni e indicano il periodo di tempo del flusso, mediamente necessario, per ricostituire lo stock medio di capitale. Integrano l'analisi di liquidità, mediante la conoscenza di: tempi medi di incasso delle attività correnti, tempi medi di pagamento delle passività correnti, tempi medi di durata delle giacenze in magazzino.14

Giorni medi di dilazione clienti= 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑐𝑙𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖(1−%𝑖𝑣𝑎)

𝑣𝑒𝑛𝑑𝑖𝑡𝑒 ∗ 365

Giorni medi di dilazione fornitori= 𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 (1−%𝑖𝑣𝑎)

𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑒 ∗ 365

(33)

33 Durata magazzino= 𝑚𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖𝑛𝑜

𝑐𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑜∗ 365

Durata del capitale circolante netto: giorni di giacenza scorte

(+) giorni dilazioni clienti (-) giorni dilazione fornitori = giorni ciclo ccn

INDICI DI ROTAZIONE

La redditività dell'area operativa dipende anche dalla velocità con cui certi cicli vengono svolti e portati a compimento attraverso la realizzazione dei ricavi. È opportuno porre l'attenzione su quelle poste che si realizzano più frequentemente nel periodo amministrativo, ossia quelle su cui l'azienda può puntare perché generano flussi di reddito in maniera più veloce rispetto alle altre poste del bilancio. Per aumentare la redditività l'azienda può velocizzare ad esempio le poste che presentano un indice di rotazione più breve e che possono dare l'impulso ad una rotazione più ampia, ovvero può agire sulla dilazione dei crediti, sulla dilazione dei debiti e sul magazzino, mettendo in atto le sue politiche strategiche per aumentare la propria efficienza.

Turnover magazzino= 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑠𝑐𝑜𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑖𝑛𝑜 Turnover crediti= 𝑟𝑖𝑐𝑎𝑣𝑖 𝑛𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖𝑎𝑙𝑖 (1−%𝑖𝑣𝑎) Turnover debiti= 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑖𝑠𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 (1−%𝑖𝑣𝑎)

(34)

34

1.2.3 Il rendiconto finanziario

Il rendiconto finanziario è il prospetto che mostra in modo analitico le variazioni che hanno movimentato un aggregato di valori finanziari o fondo (oggetto finanziario) in un definito arco temporale. Si definisce:

- Fondo di valori o Stock, il valore di un elemento patrimoniale riferito ad un determinato istante, ovvero la consistenza di una certa posta di valori ad una certa data.

- Flusso, la variazione subita, nell'arco di un certo periodo, dal valore di un elemento patrimoniale tra un momento iniziale e finale (flussi in entrate e in uscita).

Lo scopo della redazione del rendiconto finanziario, dunque, è quello di ricostruire la dinamica dei flussi finanziari, ossia delle variazioni positive e negative di un certo oggetto finanziario evidenziandone entità, aree di origine e aree di assorbimento. Viene calcolato generalmente sui dati storici, rendiconto significa infatti dar conto di qualcosa. E' possibile però applicarlo anche a SP e CE prospettici. Ad esempio, quando si richiede un finanziamento per un certo progetto di investimento, il rendiconto finanziario viene inserito nel Business Plan con l'intento di far capire se il progetto sarà in grado di sostenersi nel tempo in termini di liquidità. Per elaborare tale prospetto bisogna dare innanzitutto una definizione della grandezza-fondo di cui rendicontare variazioni in aumento e in diminuzione15. I fondi di valore di cui analizzare i flussi possono essere

numerosi: la liquidità, il capitale circolante netto, la posizione finanziaria netta, ecc.

Il più diffuso è il rendiconto della liquidità perché è soggetta a minori stime e quindi minore è la probabilità di avere un quadro falsato. Per poterlo redigere è necessario soffermarsi su:

(35)

35

- Capitale Circolante Netto, come sintesi di attivo e passivo a breve termine o come differenza tra attività e passività della gestione corrente.

- Liquidità, che può essere intesa :

- in senso stretto = Cassa + Banca c/c attivi.

- in senso lato = Cassa + Banca c/c attivi + Cash equivalents (valori mobiliari a rapidissima trasformabilità in numerario con irrilevante rischio di variazione di valore, ad esempio entro tre mesi o meno).

- in senso netto o lordo = con o senza la considerazione di scoperti di c/c bancari. Il rendiconto che si redige è quello della liquidità intesa in senso stretto e al lordo delle componenti passive.

I flussi che vengono ricostruiti ed esposti nel prospetto finale del rendiconto sono flussi monetari, ovvero si identificano con le variazioni di cassa e banca c/c attivo, che non possono essere dedotte dalla contabilità generale16. Si vogliono

conoscere in particolare i flussi di liquidità prodotti e assorbiti dalla gestione corrente (al di la di quelli che vengono generati e assorbiti da altre aree) per capire la capacità dell'azienda di generare liquidità nello svolgimento delle attività routinarie; la rendicontazione aiuta appunto ad individuare questo aspetto della gestione. La liquidità deve essere generata principalmente dall'attività che costituisce la ragion d'essere dell'azienda e non basta per l'azienda che i ricavi siano maggiori dei costi perché i ricavi devono essere convertiti in entrate per far fronte ai costi che comportano flussi in uscita. Si spererebbe che l'azienda sia in grado di produrre liquidità sufficiente oppure squilibri governabili o sanabili tramite le altre operazioni, perché in caso contrario potrebbe significare che c'è qualche problema ad esempio nelle politiche commerciali. L'azienda dovrebbe

(36)

36

essere autosufficiente e il ricorso ad altri finanziamenti dovrebbe servire solo a far fronte alla dinamica temporale di E e U.17

OIC 10

Il principio contabile OIC 10 ha lo scopo di disciplinare i criteri per la redazione e presentazione del rendiconto finanziario; vediamo le principali caratteristiche:

La società o il gruppo presenta il rendiconto finanziario nella Nota Integrativa .Il rendiconto finanziario fornisce informazioni utili per valutare la situazione finanziaria della società o del gruppo (compresa la liquidità e solvibilità) nell’esercizio di riferimento e la sua evoluzione negli esercizi successivi.

I benefici informativi del rendiconto finanziario sono molteplici. Il rendiconto permette, tra l’altro, di valutare:

le disponibilità liquide prodotte/assorbite dalla gestione reddituale e le modalità di impiego/copertura;

la capacità della società o del gruppo di affrontare gli impegni finanziari a breve termine;

la capacità della società o del gruppo di autofinanziarsi.

OIC 10 : DISPONIBILITÀ LIQUIDE

Le disponibilità liquide sono rappresentate dai depositi bancari e postali, dagli assegni e dal denaro e valori in cassa. Le disponibilità liquide comprendono anche depositi bancari e postali, assegni e denaro e valori in cassa espressi in valuta estera.

OIC 10 : AREE DI GESTIONE E FLUSSI

17 www.fondazioneoic.eu

(37)

37

Gestione reddituale comprende generalmente le operazioni connesse all’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e alla fornitura di servizi, nonché le altre operazioni non ricomprese nell’attività di investimento e di finanziamento.

Attività di investimento comprende le operazioni di acquisto e di vendita delle immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e delle attività finanziarie non immobilizzate.

Attività di finanziamento comprende le operazioni di ottenimento e di restituzione delle disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di capitale di debito.

OIC 10 : CONTENUTO E STRUTTURA DEL RENDICONTO

Il flusso finanziario della gestione reddituale può essere determinato con il

- Metodo indiretto, rettificando l'utile/perdita d’esercizio riportato nel CE: "Reddito d’esercizio + costi non monetari - ricavi non monetari" .

- Metodo diretto, evidenziando i flussi finanziari: "Ricavi monetari – costi monetari". La forma di presentazione del rendiconto finanziario è di tipo scalare. Per ogni flusso finanziario presentato nel rendiconto è indicato l’importo del flusso corrisponde dell’esercizio precedente.

OIC 10 : FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE REDDITUALE

Si devono rettificare:

- elementi di natura non monetaria, ossia poste contabili che non hanno richiesto esborso/incasso di disponibilità liquide nel corso dell’esercizio e che non hanno avuto contropartita nel capitale circolante netto; alcuni esempi sono: ammortamenti di immobilizzazioni, accantonamenti ai fondi rischi e oneri,

(38)

38

accantonamenti per trattamento di fine rapporto, svalutazioni per perdite durevoli di valore; utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto.

Il modello più utilizzato è quello indiretto che prevede i seguenti passaggi:

a) Partendo dall' utile/perdita dell'esercizio, si sommano i componenti non dell'area operativa ossia quelli che si trovano a valle del CE (imposte, eventuali costi straordinari e deduce eventuali proventi straordinari, somma/deduce oneri/proventi finanziari) per ricostruire il reddito dell'area operativa (Ebit).

b) EBIT + Costi non monetari – Ricavi non monetari: si apportano le rettifiche volte ad eliminare i componenti che non hanno natura monetaria. Le rettifiche degli elementi non monetari, non comprendono l'accantonamento al fondo svalutazione crediti per cui, per neutralizzare l'effetto dell'accantonamento viene utilizzata la variazione del CCN. Il risultato che si ottiene è il flusso finanziario prima della variazione del CCN che corrisponde in linea di massima al flusso di liquidità potenziale ottenuto col metodo diretto (non si considera l'accantonamento svalutazione crediti).

c) Al flusso finanziario prima della variazione si apportano le variazioni del CCN ottenendo così il flusso di liquidità dell'area operativa, che corrisponde anche questo in linea di massima al flusso di liquidità della gestione corrente.

d) Si apportano le altre rettifiche relative agli effetti delle altre aree di gestione, ovvero si deducono i costi che sono stati tolti in precedenza (TFR, utilizzo fondi) e si ricomprende l'area straordinaria, arrivando così alla determinazione del Flusso della gestione reddituale, che deve necessariamente coincidere con quello ottenuto tramite il metodo diretto.

Ciò che cambia rispetto al metodo diretto è la modalità di determinazione del flusso della gestione reddituale, mentre i flussi relativi alle attività d'investimento e di finanziamento si determinano nella stessa maniera. Il flusso della gestione

(39)

39

reddituale si ricostruisce attraverso l'apporto di una serie di rettifiche all'utile/perdite d'esercizio:

si sommano i costi non monetari e i costi non della gestione corrente;

si sottraggono i ricavi non monetari e non dell'area caratteristica.

Questi valori infatti non hanno avuto un impatto sulla liquidità movimentata dalla gestione corrente. Si precisa che l'area extra-caratteristica è poco presente

soprattutto quando l'area finanziaria è intesa in senso ampio.

Vediamo lo schema riassuntivo del metodo indiretto utilizzato per la determinazione del Rendiconto finanziario:

(40)

40

A. FLUSSI FINANZIARI DERIVANTI DALLA GESTIONE REDDITUALE Utile (perdita) dell'esercizio

 Imposte sul reddito

 Interressi passivi/ (interessi attivi)  (Dividendi)

 (Plusvalenze)/minusvalenze derivanti dalla cessione di attività

1. Utile (perdita) dell'esercizio prima delle imposte sul reddito, interessi, dividendi e plus/minusvalenze da cessione

Rettifiche per elementi non monetari che non hanno avuto contropartita nel ccn

 Accantonamento ai fondi

 Ammortamenti delle immobilizzazioni  Svalutazioni per perdite durevoli di valore  Altre rettifiche per elementi non monetari 2. Flusso finanziario prima delle variazioni del CCN

Variazioni del capitale circolante netto

 Decremento/(incremento) delle rimanenze  Decremento/(incremento) dei crediti v/clienti  Incremento/(decremento) dei debiti v/fornitori  Decremento/(incremento) ratei e risconti attivi 3. Flusso finanziario dopo le variazioni del CCN

Altre rettifiche

 Interessi incassati/ (pagati)  (imposte sul reddito da pagare)  Dividendi incassati

 (Utilizzo dei fondi)

4. Flusso finanziario dopo le altre rettifiche

Flusso finanziario della gestione reddituale (A)

B. FLUSSI FINANZIARI DERIVANTI DALL'ATTIVITÀ D'INVESTIMENTO

Immobilizzazioni materiali

 (Investimenti)

 Prezzo di realizzo disinvestimenti

Immobilizzazioni immateriali

 (Investimenti)

(41)

41 Fonte: OIC 10

Immobilizzazioni finanziarie

 (Investimenti)

 Prezzo di realizzo disinvestimenti

Attività finanziarie non immobilizzate

 (Investimenti)

 Prezzo di realizzo disinvestimenti

Acquisizione o cessione di società controllate o di rami d'azienda al netto delle disponibilità liquide

Flusso finanziario dell'attività d'investimento (B)

C. FLUSSI FINANZIARI DERIVANTI DALL'ATTIVITÀ DI FINANZIAMENTO

Mezzi di terzi

 Incremento (decremento) debiti v/banche  Accensione finanziamenti

 Rimborso finanziamenti Mezzi propri

 Aumento del capitale a pagamento  Cessione (Acquisto) di azioni proprie  Dividendi (e acconti su dividendi) pagati Flusso finanziario dell'attività di finanziamento (C)

Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A+/-B +/-C)

Disponibilità liquide al 1 gennaio 200X +1 Disponibilità liquide al 31 dicembre 200X +1

(42)

42 INDICI DEL RENDICONTO FINANZIARIO

I flussi ottenuti dal Rendiconto finanziario ai fini della successiva analisi possono essere disaggregati e riaggregati. Ad esempio dalla gestione operativa può essere messa in evidenza la gestione corrente e sommata ai flussi delle attività di investimento per ottenere quella che è la gestione caratteristica. Vediamo alcuni indici utili per l’analisi del cash flow18:

 Flusso liquidità gestione caratteristica/ ricavi di vendita: indica se e quanta liquidità residua dal fatturato una volta considerate le uscite generate dalla gestione caratteristica.

 Flusso finanziario dopo le variazioni di capitale circolante netto/ ricavi di vendita: si vuole vedere se la liquidità generata dal fatturato ha fronteggiato le uscite relative ai costi operativi tenendo conto del possibile assorbimento o rilascio di liquidità dovuto alle variazioni di CCN.

 Capitale circolante netto/ ricavi di vendita: ci dice la misura del fabbisogno di circolante necessario a generare un euro di fatturato.

 Flusso di liquidità della gestione caratteristica/capitale investito netto operativo: consente di valutare la produttività del capitale investito netto nella gestione operativa in termini di generazione di flussi di liquidità.  Debiti di finanziamento/ flusso finanziario attività operativa: ci dice in

teoria quanti anni sono necessari per rimborsare i prestiti.

 Oneri finanziari pagati/ flusso finanziario dopo le variazioni di CCN: evidenzia quanta parte di liquidità della gestione corrente viene assorbita per il pagamento degli oneri finanziari.

(43)

43

1.3 La Balanced Scorecard

La Balanced Scorecard è il principale strumento di supporto alla gestione strategica dell’impresa che consente di tradurre la strategia in diverse misure di performance non solo economico-finanziarie in modo da avere una visione più completa di una azienda. Questo strumento di sorveglianza strategica progettato nello scorso decennio da Norton e Kaplan, ha come scopo quello di rimediare ai limiti dei modelli di monitoraggio tradizionale e di assicurare l’equilibrio (balance) tra le prestazioni di breve termine, determinate attraverso parametri di natura finanziaria e non. La Balanced Scorecard suggerisce di guardare l’organizzazione da quattro differenti prospettive in modo da ottenere un bilanciamento tra misure esterne relative ad azionisti e clienti e misure interne di processo, innovazione, apprendimento e crescita.

Vediamo nel dettaglio le quattro dimensioni che caratterizzano questo strumento:

 la prospettiva dei clienti: l’attenzione è focalizzata sulla percezione che i clienti hanno della performance aziendale , nella consapevolezza che se i clienti non sono soddisfatti, con il tempo migreranno verso altri soggetti. Prestazioni scadenti secondo questa dimensione sono indice di un futuro declino dell’impresa, anche se i risultati finanziari di breve periodo possono mostrare una situazione equilibrata. Gli indicatori chiave da utilizzare sono quelli capaci di misurare la capacità di soddisfare il target di mercato: tasso di fedeltà, grado di soddisfazione del cliente, tasso di acquisizione di nuovi clienti, redditività per cliente, quota di mercato, ecc. Vediamo un esempio:

obiettivo= aumentare la soddisfazione della clientela

misure= Analisi di customer satisfaction, tempi di consegna, numero di richiami, numero di interventi di manutenzione/assistenza, numero di clienti che riacquistano.

Riferimenti

Documenti correlati

L’ambito  di  autoregolazione  non  varia,  ma  la  riduzione  di  flusso  è  maggiore,  perchè  l’aumento  di  resistenze  è  provocato 

i processi generano, usano, modificano, distruggono i dati o più semplicemente trasformano dati di flussi in ingresso in flussi in

© 2017 General Electric Company - All rights reserved3.

delimitazione più utile, anche se forse la più “artificiale”; molto artificiale innanzitutto per il fatto che tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo in realtà si

445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) comprovante il possesso dei requisiti previsti dal presente

Le barriere tecnologiche sono state risolte con l’arrivo degli smartphone e delle tecnologie di comunicazione NFC (Ondrus &amp; Lyytinen, 2011, p. Questo è stato

Con che forza l'uomo deve tirare la corda per sollevarsi ( insieme alla piattaforma) con un'accelerazione pari a.. = 0.36 m/s

La Puglia in prima linea per sicurezza energetica e sostenibilità ambientale?. Gas