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Dossier "Istruzione e Formazione Professionale" (IeFP)

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Dossier “Istruzione e Formazione Professionale” (IeFP)

Aggiornato a Settembre 2014

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SOMMARIO

1. VISIONE DI INSIEME DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE E

FORMAZIONE PROFESSIONALE p. 5

2. IEFP: ASPETTI QUALI-QUANTITATIVI p. 25

3. IEFP: ASPETTI TEMATICI p. 41

4. ALCUNE PROPOSTE PER POTENZIARE L’OFFERTA DI IEFP p. 69

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1. VISIONE DI INSIEME DEL SISTEMA DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

1.1. Il sistema di Istruzione e Formazione vigente

1.1.1. I principali orientamenti europei in materia di Istruzione e Formazione

È utile distinguere i due periodi per richiamare i principali orientamenti europee: la “Strategia di Lisbona” (2000 - 2010) e il progetto “Europa 2020”.

a. La “Strategia di Lisbona”

Il 23 e 24 marzo 2000 il Consiglio europeo tenne a Lisbona (da cui l’appellativo

Strategia di Lisbona) una sessione straordinaria dedicata ai temi economici e sociali

dell’Unione europea.

È noto l’obiettivo dichiarato: realizzare in Europa, entro il 2010, “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. È nel perseguimento di tale obiettivo che vennero avviate una serie di ambiziose riforme, il cui status è stato periodicamente valutato in occasione dei Consigli europei di primavera. All’interno di questa strategia globale è stato messo il ruolo fondamentale dell’istruzione quale parte integrante delle politiche economiche e sociali, declinato, soprattutto, come attività di

apprendimento lungo tutto l’arco della vita1.

Per promuovere l’apprendimento permanente vennero fissati quattro rilevanti obiettivi politici trasversali:

elaborare framework nazionali che contenessero ed inquadrassero tutti i titoli e le qualifiche rilasciate ai diversi livelli, dalla scuola di base fino all’Università;

− attuare delle misure per valutare e convalidare l’apprendimento non formale ed informale;

− istituire sistemi di orientamento per promuovere e sostenere l’apprendimento permanente;

− attuare iniziative per rafforzare la mobilità transnazionale.

Dopo la focalizzazione dell’obiettivo di rendere l’istruzione e formazione in Europa un punto di riferimento a livello mondiale per il 20102 da parte del Consiglio europeo di Barcellona (2002), il Consiglio dell’Unione europea (Istruzione, Gioventù e Cultura) emanò, sempre nel 2002, a Copenaghen una Dichiarazione volta a promuovere una maggiore cooperazione in materia di Istruzione e Formazione

1 Conclusioni della presidenza, Consiglio europeo di Lisbona 23/24 marzo 2000. 2

Dichiarazione dei Ministri europei dell’Istruzione e Formazione Professionale e della Commissione europea, riuniti a Copenaghen il 29 e 30 novembre 2002.

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Professionale. Venne pertanto introdotto il metodo della Cooperazione rafforzata nell’Istruzione e Formazione Professionale (VET) su quattro finalità, in particolare: − rafforzare la dimensione europea dell’istruzione e formazione professionale; − trasparenza, informazione, orientamento;

− riconoscimento delle competenze e delle qualifiche; − garanzia della qualità.

Allo scopo di attuare gli obiettivi prefissati nella strategia per lo sviluppo dell’Istruzione e Formazione Professionale individuata a Barcellona e Copenaghen, ed in sintonia con la strategia più generale di promozione dell’apprendimento permanente, il Consiglio europeo definì successivamente un programma generale per promuovere la mobilità (programma lifelong learning) ed individuò alcune aree di intervento specifico, il cui frutto furono specifiche Raccomandazioni:

lo sviluppo di un Quadro europeo per la trasparenza delle qualifiche e delle

competenze (European Qualification Framework - EQF);

l’introduzione di una Metodologia per il trasferimento dei crediti per

l’Istruzione e la Formazione Professionale (European Credit system for

Vocational Education and Training - ECVET);

la definizione di un Quadro di riferimento per l’assicurazione della qualità (European Quality Assurcance Reference framework for Vocational Education and Training - EQAVET);

la definizione di un Quadro europeo per le competenze chiave.

Inoltre, il processo di Copenaghen ha portato alla realizzazione di strumenti per facilitare la mobilità e la trasparenza delle qualifiche (Europass) e di strumenti per promuovere l’informazione e l’orientamento sulle opportunità di formazione e di carriera nell’Unione europea (portale PLOTEUS e Euroguidance network).

Con l’emanazione di queste Raccomandazioni, tra la fine del 2006 e giugno del 2009, viene portato a compimento il processo politico delineato tra Lisbona e Copenaghen. Si tratta di atti non vincolanti ma fortemente impegnativi che possono modificare l’organizzazione dei sistemi scolastici e formativi nazionali, pur rimanendo questi ultimi di materia soggetta alla giurisdizione nazionale.

b. Verso “Europa 2020”

La Strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione è stata la risposta comune dell’Europa per affrontare le sfide della globalizzazione, del mutamento demografico e della società della conoscenza. Ma nonostante gli sforzi comuni, questi obiettivi sono stati raggiunti solo in parte e la dura crisi economica ha reso queste sfide ancora più pressanti.

Per emergere dalla crisi e preparare l’Europa futura la Commissione ha proposto la “strategia 20203”. La Strategia Europa 2020 succede a quella di Lisbona, condividendone alcuni aspetti, e propone un progetto per l’economia sociale di mercato europea sulla base di tre obiettivi prioritari:

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Comunicazione della Commissione Europa 2020, una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, Com(2010) 2020

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crescita intelligente, attraverso lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione;

crescita sostenibile, attraverso la promozione di un’economia a basse emissioni inquinanti, efficiente e sotto il profilo dell’impiego delle risorse e competitiva; − crescita inclusiva, attraverso la promozione di un’economia con un alto tasso di

occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

I progressi verso la realizzazione di questi obiettivi saranno valutati sulla base di cinque traguardi principali da raggiungere a livello di Unione europea, che gli Stati membri dovranno tradurre in obiettivi nazionali da definire in funzione delle rispettive situazioni di partenza. Nel raggiungimento di questi obiettivi l’istruzione, la formazione e l’apprendimento permanente devono avere un ruolo chiave.

I cinque indicatori della strategia Europa 2020 sono:

− il 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni deve avere un lavoro;

− innalzare al 3% del PIL i livelli di investimento pubblico e privato nella ricerca e nello sviluppo;

− ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 20% rispetto ai livelli del 1990 e portare al 20% la quota delle fonti di energia rinnovabili nel consumo finale di energia;

− il tasso di abbandono scolastico deve essere inferiore al 10% e almeno il 40% dei giovani deve avere una laurea o un diploma;

− 20 milioni di persone in meno devono essere a rischio povertà.

Sono state individuate, inoltre, sette iniziative faro: l’Unione dell’innovazione; Youth on the move; un’agenda europea del digitale; un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse; una politica industriale per l’era della globalizzazione; un’agenda per nuove competenze per nuovi posti di lavori; la piattaforma europea contro la povertà. La Strategia “Europa 2020” è stata adottata dall’Unione Europea in occasione del Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo del 17 giugno 2010.

Anche nel campo formativo è stato definito un quadro strategico per la cooperazione europea nel prossimi dieci anni: ET 2020. Il programma prende le mosse dai progressi realizzati nel quadro del programma di lavoro “Istruzione e

Formazione 2010” e dalla Comunicazione della Commissione europea “Nuove competenze per nuovi lavori” del 2008 che, alla luce delle previsione sull’evoluzione

dell’occupazione e dei fabbisogni di competenze in Europa stimati da Cedefop fino al 23020, suggerisce agli Stati membri una strategia centrata sulla capacità di riorientare l’offerta di istruzione e formazione alla domanda delle imprese e de4i fabbisogni professionali richiesti.

Il programma ET 2020 adotta il Metodo del Coordinamento aperto ed identifica quattro obiettivi:

− rendere l’apprendimento permanente e la mobilità una realità concreta; − migliorare la qualità e l’efficienza dell’istruzione e della formazione; − promuovere equità, coesione sociale e cittadinanza attiva;

− stimolare la creatività e l’innovazione, inclusa l’imprenditorialità, a tutti i livelli dell’istruzione e della formazione.

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All’interno di questo rinnovato sforzo di avanzamento comune per la promozione dei sistemi di istruzione e formazione e dell’apprendimento permanente, il Consiglio dei Ministri europei per l’istruzione e la formazione ha approvato 5 nuovi obiettivi quantitativi (benchmark) da raggiungere entro il 2020:

− almeno il 95% dei bambini tra i 4 e l’età di inizio della scuola primaria dovrebbero partecipare all’istruzione preelementare;

− la quota di abbandoni precoci dall’istruzione e formazione dovrebbe essere inferiore al 10%;

− la quota di giovani con scarse prestazioni in lettura, matematica e scienze dovrebbe essere inferiore al 15%;

− la quota delle persone tra 30 e 34 anni con un titolo a livello terziario dovrebbe essere almeno il 40%;

− una media di almeno il 15% di adulti dovrebbe partecipare alla formazione permanente.

1.1.2. 2° ciclo: un sistema unitario e articolato in due (sotto)sistemi

Il sistema educativo di Istruzione e Formazione italiano si articola, nel secondo ciclo, in due segmenti o “(sotto)sistemi”:

quello dell’Istruzione Secondaria Superiore

quello dell’Istruzione e Formazione professionale (IeFP)

Il primo, di competenza statale, comprende percorsi di durata quinquennale che si svolgono nei Licei, negli Istituti Tecnici, negli Istituti Professionali.

Il secondo, di competenza regionale ma all’interno di vincoli statali (i c.d. Livelli essenziali delle Prestazioni - LEP), comprende percorsi di Istruzione e Formazione Professionale di durata triennale e quadriennale.

Attualmente ci sono:

22 percorsi formativi di durata triennale per acquisire una qualifica professionale − 21 percorsi formativi di durata quadriennale (3+1) per acquisire un diploma

professionale.

Dopo il 15° anno di età il giovane può optare per la via formativa dell’apprendistato per la Qualifica e il Diploma professionale.

Il (sotto)sistema di IeFP, nato in forma sperimentale nel 2003 a seguito

dell’approvazione della legge 53/03, è andato formalmente a regime nell’anno

formativo 2011/2012 come sistema di pari dignità e parte integrante nel secondo

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1.2. La IeFP nel 2° ciclo: elementi essenziali di ordinamento 1.2.1. Competenze dello Stato e competenze delle Regioni

a. Competenze dello Stato

Prima della Legge n. 53/03 (la c.d. riforma Moratti) esisteva la Formazione Professionale come ambito formativo parallelo (cioè al di fuori) al sistema scolastico e con finalità rivolte allo sviluppo di competenze per l’inserimento lavorativo.

Con la Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 “Modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione” e con la Legge 53/03 “Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale” e successiva decretazione, la vecchia Formazione Professionale lascia il posto alla «Istruzione e Formazione Professionale» (IeFP) che entra a far parte del 2° ciclo del sistema educativo di Istruzione e Formazione come suo “secondo ambito o (sotto)sistema”, con pari dignità rispetto a quello dell’Istruzione.

La riforma ha avuto due effetti:

ha avviato il superamento della divisione tra la dimensione della cultura appannaggio esclusivo della scuola e quella del lavoro dominio riservato alla Formazione Professionale;

− i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), inseriti nel secondo ciclo, assumono un’impronta educativa e culturale, oltre che professionale.

Sia il sistema di Istruzione, sia quello di IeFP, infatti, condividono un unico

Profilo Educativo, Culturale e Professionale4 e devono garantire un nucleo

omogeneo di risultati al termine dei percorsi sulla base del principio della “equivalenza formativa”.

b. Competenza delle Regioni

Il Titolo V della Costituzione vigente (e anche quello in via di riforma) prevede che la IeFP rientri nelle competenze esclusive delle Regioni.

Questo significa che, fissati alcuni “standard comuni” dallo Stato (i c.d. Livelli Essenziali delle Prestazioni, i LEP, definiti dal Capo III del D. Lgs. 226/05), le Regioni definiscono, con legislazione propria, il (sotto)sistema di IeFP tenendo conto delle caratteristiche e delle esigenze del territorio.

Dopo l’approvazione della legge 53/03 e successiva decretazione le Regioni, quindi, con vari Accordi interistituzionali hanno progressivamente organizzato un (sotto)sistema di IeFP, prima nella forma sperimentale, dall’anno 2011/2012 messo a regime.

Questo (sotto)sistema punta a:

− proporre, a giovani in età compresa tra i 14 e i 18 anni, percorsi di durata triennale e quadriennale, secondo quanto previsto dal Capo III del D. Lgs. 226/05;

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Si tratta del Profilo educativo, culturale e professionale dello studente a conclusione del secondo ciclo del sistema

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permettere ai giovani di conseguire almeno una qualifica professionale entro il 18° anno di età, come indicato dall’art. 2, comma 1, lettera c della Legge 53/03; − permettere, a chi frequenta questi percorsi, di assolvere al diritto-dovere

all’istruzione e alla formazione, normato dall’art. 2, comma 1, lettera c) della Legge 53/03 e all’obbligo di istruzione, elevato a 10 anni dalla legge 26.12.06, n. 296, articolo 1, comma 622;

− offrire all’allievo la possibilità di proseguire la formazione nei percorsi di Formazione Superiore a carattere terziario (percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore - IFTS e percorsi di Istruzione Tecnica Superiore - ITS);

− offrire una formazione adeguata per inserirsi con competenza nel mondo del lavoro e per accedere alla formazione per tutto l’arco della vita.

1.2.2. IeFP nel «Diritto – dovere all’istruzione e formazione» e nell’«Obbligo di

istruzione»

Il Diritto-dovere all’istruzione e formazione è stato introdotto dalla legge 53/03 ed è entrato in vigore con il D.Lgs n. 76/05.

Prima della sua introduzione, in Italia esistevano:

l’obbligo scolastico, coincidente con l’obbligo di frequenza nella scuola fino al

sedicesimo anno di età (15 in prima applicazione)5;

l’obbligo formativo, equivalente all’obbligo di mantenersi in un circuito formativo

fino ai 18 anni, al di fuori dalla scuola (percorsi di Formazione Professionale) ed anche in situazione lavorativa (apprendistato)6.

Il “Diritto - dovere all’istruzione e formazione” ha unito e superato i due

obblighi precedenti, introducendo, accanto al “dovere” (corrispondente all’“obbligo”), anche il “diritto” della persona. È stata superata, così, la storica separazione tra “Istruzione” e “Formazione”. Il “Diritto-dovere all’istruzione e formazione” ha una durata di almeno dodici anni o, comunque, sino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Esso si realizza “nelle istituzioni del primo e del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni scolastiche e dalle istituzioni formative accreditate dalle Regioni” (art. 2, comma 1, lettera c) della Legge 53/03). Nel 2007 è stato introdotto l’obbligo di istruzione della durata di 10 anni, entrato in vigore nell’anno 2007/2008. Il nuovo obbligo:

− si inserisce all’interno del “Diritto - dovere all’istruzione e formazione”;

− consiste nell’acquisizione di competenze e di saperi di base che garantiscono ad ogni persona i diritti di cittadinanza attiva;

5 Legge 20 gennaio 1999, n. 9, “Disposizioni urgenti per l’elevamento dell’obbligo di istruzione”, all’art. 1, comma 1: A decorrere dall’anno scolastico 1999-2000 l’obbligo di istruzione è elevato da otto a dieci anni. L’istruzione obbligatoria è gratuita. In sede di prima applicazione, fino all’approvazione di un generale riordino del sistema scolastico e formativo, l’obbligo di istruzione ha durata novennale. Mediante programmazione da definire nel quadro del suddetto riordino, sarà introdotto l’obbligo di istruzione e formazione fino al diciottesimo anno di età, a conclusione del quale tutti i giovani possano acquisire un diploma di scuola secondaria superiore o una qualifica professionale. 6 Legge 17 maggio 1999, n. 144, art. 68: Obbligo di frequenza di attività formative.

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− si assolve sia in un percorso scolastico (Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali), sia nei percorsi di IeFP regionali.

1.2.3. Offerta scolastica e formativa dopo la scuola secondaria di 1° grado: qualifiche

e diplomi professionali vigenti

A normativa vigente, al giovane che ha concluso positivamente il percorso scolastico dopo la scuola secondaria di 1° grado, il sistema educativo di Istruzione e Formazione italiano permette di scegliere fra tre tipi di percorso:

un percorso scolastico, di durata quinquennale, nel Liceo, nell’Istituto tecnico o

nell’Istituto Professionale, attivato da una istituzione scolastica statale o paritaria  Allo studente che termina positivamente il percorso viene rilasciato un

diploma di istruzione liceale, tecnica o professionale corrispondente al IV livello EQF7.

un percorso formativo di durata triennale e/o quadriennale, nel (sotto)sistema di IeFP, attivato da istituzioni formative accreditate8 dalle Regioni (gli attuali CFP) o da Istituti Professionali accreditati dalle Regioni che intervengono in via sussidiaria e integrativa.

 All’allievo che termina positivamente il percorso viene rilasciato una qualifica (dopo il percorso di durata triennale) o un diploma professionale (dopo il quarto anno) valevoli su tutto il territorio nazionale e corrispondenti, rispettivamente, al III e IV livello europeo dell’EQF (European Qualification Framework)9.

un percorso formativo, di durata triennale o quadriennale, nell’istituto dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, dopo il 15° anno di

età.

 All’allievo che termina positivamente il percorso viene rilasciato una qualifica

o un diploma professionale valevoli su tutto il territorio nazionale e corrispondenti, rispettivamente, al III e IV livello europeo dell’EQF (European Qualification Framework)10.

Attraverso la frequenza di percorsi formativi di durata triennale, che hanno la durata annuale di almeno 990 ore, gli allievi acquisiscono:

− le competenze linguistiche, matematiche, scientifico-tecnologiche, storiche e socio-economiche,

7 Cfr. la tavola in ISFOL, Primo Rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al quadro europeo EQF, libri del Fondo Sociale Europeo 2014, p. 81.

8 Manca, ancora, una terminologia univoca per definire i soggetti. Oltre a quella citata sopra è ancora diffusa, infatti, l’espressione “agenzia formativa accreditata” per indicare la medesima istituzione. Nella C.U. del 16 dicembre 2010 si è precisato che per istituzioni formative si intendono le strutture formative accreditate dalle Regioni per il

diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, ivi compreso l’assolvimento dell’obbligo di istruzione di cui al Regolamento

emanato dal Ministro della P.I. n. 139/07. 9

Op. cit, p 81. 10 Op. cit. p. 81.

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− le competenze tecnico-professionali comuni a tutti i processi produttivi (qualità, sicurezza, igiene e salvaguardia ambientale),

− le competenze professionali coerenti con la figura professionale di riferimento, anche attraverso le attività pratiche di laboratorio,

− esperienza nel mondo del lavoro attraverso lo stage, durante il 2° e il 3° anno, presso aziende del settore.

La qualifica professionale conseguita al termine del percorso permette al giovane di:

− inserirsi nel mondo del lavoro,

− continuare nel 4° anno di formazione,

− reinserirsi in un percorso scolastico.

I percorsi formativi quadriennali permettono di acquisire un diploma professionale. Attraverso la frequenza di un percorso formativo del 4° anno, che ha la durata di almeno 990 ore, gli allievi acquisiscono:

− le competenze linguistiche, matematiche, scientifico-tecnologiche, storiche e socio-economiche,

− le competenze tecnico-professionali comuni a tutti i processi produttivi (qualità, sicurezza, igiene e salvaguardia ambientale),

− le competenze professionali coerenti con l’indirizzo scelto, anche attraverso le attività pratiche di laboratorio,

esperienza nel mondo del lavoro attraverso lo stage o il project work presso una azienda del settore.

Il Diploma professionale permette al giovane di

− inserirsi nel mondo del lavoro,

− continuare nella formazione superiore: un percorso di Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS) e, dopo il conseguimento del diploma di istruzione, un percorso di Istruzione Tecnica Superiore (ITS),

− reinserirsi in un percorso scolastico.

Il Decreto Interministeriale dell’11 novembre 2011, che ha recepito l’Accordo in sede Conferenza Stato - Regioni del 27 luglio 2011:

stabilisce la messa a regime dei percorsi di durata triennale e quadriennali finalizzati al conseguimento dei titoli di qualifica e di diploma professionale;

istituisce il Repertorio nazionale dell’offerta di IeFP per la sua spendibilità nazionale ed europea;

− definisce gli standard minimi formativi relativi alle competenze di base linguistiche, matematiche, scientifiche, tecnologiche, storico-sociali ed economiche tenendo conto del Profilo educativo, culturale e professionale (D. Lgs. 226/05) e dei saperi e delle competenze relativi agli assi culturali che caratterizzano l’obbligo di istruzione (D.M. n. 139/2007);

− adotta i modelli degli attestati della qualifica e del diploma professionale;

− definisce le modalità per l’attestazione intermedia delle competenze acquisite dagli studenti che interrompono i percorsi formativi.

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Qualifiche Professionali Diplomi professionali

1. Operatore dell’abbigliamento 2. Operatore delle calzature

3. Operatore delle produzioni chimiche 4. Operatore edile

5. Operatore elettrico 6. Operatore elettronico 7. Operatore grafico

Indirizzo 1: stampa e allestimento Indirizzo 2: multimedia

8. Operatore di impianti termoidraulici 9. Operatore delle lavorazioni artistiche 10. Operatore del legno

11. Operatore del montaggio e della

manutenzione di imbarcazioni da diporto 12. Operatore alla riparazione dei veicoli a

motore

Indirizzo 1: Riparazioni parti e sistemi meccanici ed elettromeccanici dei veicolo Indirizzo 2: Riparazioni di carrozzeria

13. Operatore meccanico 14. Operatore del benessere:

Indirizzo 1: Acconciatura Indirizzo 2: Estetica

15. Operatore della ristorazione

Indirizzo 1: Preparazione pasti Indirizzo 2: Servizi di sala e bar

16. Operatore ai servizi di promozione e di accoglienza

Indirizzo 1: strutture ricettive Indirizzo 2: Servizi del turismo

17. Operatore amministrativo 18. Operatore ai servizi di vendita

19. Operatore dei sistemi dei servizi logistici 20. Operatore della trasformazione

agroalimentare 21. Operatore agricolo:

Indirizzo 1: allevamento animali

Indirizzo 2: Coltivazioni arboree, erbacee e ortofloricole

Indirizzo 3: Silvicoltura e salvaguardia dell’ambiente

22. Operatore del mare e delle acque interne

1. Tecnico edile 2. Tecnico elettrico 3. Tecnico elettronico 4. Tecnico grafico

5. Tecnico delle lavorazioni artistiche 6. Tecnico del legno

7. Tecnico riparatore di veicoli a motore 8. Tecnico per la conduzione e la

manutenzione di impianti automatizzati 9. Tecnico per l’automazione industriale 10. Tecnico dei trattamenti estetici 11. Tecnico dei servizi di sala e bar 12. Tecnico dei servizi di impresa 13. Tecnico commerciale delle vendite 14. Tecnico agricolo

15. Tecnico dei servizi di animazione turistico - sportiva e del tempo libero

16. Tecnico dell’abbigliamento 17. Tecnico dell’acconciatura 18. Tecnico di cucina

19. Tecnico di impianti termici

20. Tecnico dei servizi di promozione e accoglienza

21. Tecnico della trasformazione agroalimentare

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1.2.4. Soggetti accreditati ad agire nel (sotto)sistema di IeFP A normativa vigente nel (sotto)sistema di IeFP agiscono:

in “via ordinaria” le istituzioni formative accreditate (storicamente i Centri di Formazione Professionale, detti anche CFP) che organizzano percorsi formativi di durata triennale o quadriennale e percorsi formativi nell’istituto dell’Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale;

in “via sussidiaria” (cioè dove le istituzioni formative accreditate non sono attive) gli Istituti Professionali di Stato accreditati dalle Regioni.

Sulla base della Intesa del 16 dicembre 2010 (Atti 129/CU) gli Istituti Professionali di Stato possono organizzare, se accreditati dalle Regioni:

una offerta sussidiaria “integrativa”:

gli studenti iscritti ai percorsi quinquennali degli Istituti Professionali finalizzati all’acquisizione dei Diplomi di Istruzione professionale possono conseguire, al termine del terzo anno, anche il titolo di una Qualifica Professionale;

una offerta sussidiaria “complementare”:

gli Istituti Professionali attivano classi che assumono gli standard formativi e la regolamentazione dell’ordinamento dei percorsi di IeFP, determinati da ciascuna Regione.

1.2.5. Esame di qualifica e diploma professionale a conclusione dei percorsi di IeFP Con l’anno scolastico/formativo 2013/14 si sono effettuati i primi esami di qualifica dei percorsi “a regime” di IeFP utili per l’acquisizione delle qualifiche professionali triennali, titoli professionalizzanti che hanno valore nazionale11.

Questo è valso anche per i percorsi di IeFP effettuati in regime sussidiario dagli IPS.

I percorsi sussidiari, infatti, sono stati formalmente avviati dall’a.s. 2011/12 a seguito della sottoscrizione dell’intesa in Conferenza Unificata del 16/12/2010 (recepita con DM 4/11) e dell’Accordo in Conferenza Stato Regioni del 27/07/2011 (recepito con DM 11 novembre 2011)12.

Le modalità di svolgimento degli esami di qualifica nell’ambito dei “nuovi” percorsi IeFP rientrano tra i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) definiti

dall’art. 20 del D.Lgs. 226/0513.

11 In alcune Regioni la messa a regime è stata anticipata di un anno. I primi esami non più sperimentali, pertanto, sono stati svolti nel giugno 2013.

12 Da precisare che il percorso di “Operatore del mare e delle acque interne” è stato avviato invece nel 2012/13 a seguito dell’Accordo del 19/01/2012 (recepito con DM 23 aprile 2012).

13 Cfr. art. 20 del D. Lgs. 226/05: Livelli essenziali della valutazione e certificazione delle competenze

1. Le Regioni assicurano, quali livelli essenziali riferiti alla valutazione e certificazione delle competenze:

a. che gli apprendimenti e il comportamento degli studenti siano oggetto di valutazione collegiale e di certificazione, periodica e annuale, da parte dei docenti e degli esperti di cui all’articolo 19;

b. che a tutti gli studenti iscritti ai percorsi sia rilasciata certificazione periodica e annuale delle competenze, che documenti il livello di raggiungimento degli obiettivi formativi;

c. che, previo superamento di appositi esami, lo studente consegua la qualifica di operatore professionale con riferimento alla relativa figura professionale, a conclusione dei percorsi di durata triennale, ovvero il diploma professionale di tecnico, a conclusione dei percorsi di durata almeno quadriennale;

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In assenza del Regolamento previsto dal comma 4, dell’art. 15 del D.Lgs. 226/05, le Regioni hanno adottato un Documento di indirizzo (20 febbraio 2014) per definire gli elementi minimi comuni per gli esami conclusivi dei percorsi di IeFP:

− ammissione degli allievi frequentanti all’esame conclusivo;

− composizione della Commissione;

− finalità e tipologia delle prove;

− configurazione della prova professionale;

− modalità di accertamento;

− rilascio del titolo;

− periodo di svolgimento dell’esame.

Il quadro che emerge da un primo monitoraggio effettuato dalla CGIL (tutte le Regioni esclusa la Valle d’Aosta e le Province Autonome di Trento e Bolzano) è “desolante” per il numero e la complessità delle disposizioni, per le divaricazioni incredibili su aspetti che riguardano la tenuta stessa del sistema nazionale di IeFP (cfr. FLC CGIL del 29 07 2014).

Sono in elaborazione anche un Accordo e Linee Guida per definire le modalità di

passaggio tra i sistemi di Istruzione e IeFP e viceversa.

1.2.6. Titoli rilasciati dal (sotto)sistema di IeFP. Peculiarità del “Diploma

professionale”

Con l’ingresso della IeFP nel sistema educativo di Istruzione e Formazione, sia le Qualifiche, sia i Diplomi professionali diventano titoli validi - al pari di quelli scolastici - per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione (10 anni) e del diritto dovere di istruzione e formazione (12 anni).

Sono spendibili e riconoscibili su tutto il territorio nazionale, perché riferiti a standard comuni, concordati tra le Regioni e approvati con Accordi Stato Regioni o in Conferenza Unificata e corrispondono a precisi livelli europei:

− III livello EQF: la Qualifica professionale

− IV livello EQF: il Diploma professionale14.

Prima della Legge 53/03 le Qualifiche professionali rilasciate dalle Regioni avevano un valore solo territoriale e non erano equiparabili ai titoli di studio rilasciati dalla scuola.

d. che, ai fini della continuità dei percorsi, di cui all’articolo 1, comma 13, il titolo conclusivo dei percorsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) assuma la denominazione di «diploma professionale di tecnico superiore»;

e. che nelle commissioni per gli esami di cui alla lettera c) sia assicurata la presenza dei docenti e degli esperti di cui all’articolo 19;

f. che le competenze certificate siano registrate sul «libretto formativo del cittadino» di cui all’articolo 2, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276.

2. Ai fini della valutazione annuale e dell’ammissione agli esami è necessaria la frequenza di almeno tre quarti della durata del percorso.

14

Cfr. il quadro di referenziazione delle qualificazioni italiane all’EQF in ISFOL, Primo Rapporto italiano di

(17)

Peculiarità del “Diploma professionale”

In forma ricorrente in Italia si torna a discutere sulla durata del secondo ciclo di studi, dopo che nel decennio scorso erano stati fatti due tentativi - purtroppo infruttuosi - per risolvere questa anomalia tutta italiana nell’ambito dei progetti di riforma del sistema educativo: quello tentato da Berlinguer nel 2001 ed il successivo provato da Moratti nel 2003.

Va detto che la grande maggioranza dei Paesi con cui l’Italia si confronta rilascia il titolo di baccalaureato a 18 anni.

A fronte di questo quadro, al momento, in Italia si segnalano due esperienze:

a. il Decreto 4 agosto 2010 del MAE, di concerto con il MIUR, dispone che tutti i

Licei italiani all’estero a decorrere dall’anno scolastico 2010/2011, statali o

paritari, hanno una durata quadriennale.

b. in tempi più recenti il MIUR ha autorizzato sperimentazione di percorsi liceali

di durata quadriennale.

La scelta della “durata quadriennale”, oltre che permettere un risparmio di risorse, è motivata anche da una diversa metodologia di fondo che mette al centro lo studente, gli fornisce le migliori risorse per stimolarne la curiosità e il coinvolgimento.

Queste caratteristiche di carattere metodologiche e di durata sono già presenti in

Italia nella sperimentazione del IV anno del (sotto)sistema di IeFP.

Il Diploma professionale viene rilasciato a 18 anni e corrisponde al IV livello di referenziazione EQF.

Questa esperienza positiva può essere tenuta presente quando si affronta il “riordino” del secondo ciclo.

1.2.7. Finanziamento vigente per il (sotto)sistema di IeFP

Il finanziamento del (sotto)sistema di IeFP ha una storia particolare.

Semplificando un po’ si può affermare che il fabbisogno finanziario dell’offerta di IeFP oggi è coperto:

− per il 28% da trasferimenti statali

− per il 42% dalle Regioni

− per il 30% da risorse comunitarie.

Nella presente scheda si riportano informazioni circa il finanziamento statale. • Finanziamento dell’obbligo di frequenza di attività formative

L’introduzione dell’obbligo di frequenza di attività formative (Legge 17 maggio 199, n. 144) era stato accompagnato da un finanziamento ministeriale a partire dall’anno 2000. L’obbligo di frequenza di attività formative o, come più comunemente detto, “obbligo formativo” veniva finanziato con 430 miliardi di lire da parte dello Stato. La cifra veniva ripartita tra le Regioni secondo criteri stabiliti dall’art. 9 del DPR. n. 257 del 12 luglio 2000.

Con l’approvazione della Legge 53/03 e la riformulazione dell’obbligo scolastico e dell’obbligo formativo nel diritto-dovere all’istruzione e formazione il finanziamento non è stato cambiato.

(18)

18

Infatti il MLPS stanziava la cifra di € 204.700.000,00 ripartiti secondo i criteri stabiliti dal citato articolo 9 del DPR. n. 257 del 12 luglio 2000.

• Finanziamento dopo l’introduzione dell’obbligo di istruzione

Modifiche a questa prassi sono state apportate dopo l’innalzamento dell’obbligo di istruzione15.

Il finanziamento statale prevedeva, allora,

− un contributo del Ministero della Pubblica Istruzione finalizzato esclusivamente all’assolvimento dell’obbligo di istruzione nei percorsi sperimentali di IeFP (80% della somma in base al numero degli studenti iscritti annualmente e 20% ai percorsi realizzati dalle istituzioni scolastiche);

− un contributo del Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale finalizzato alla prosecuzione dei percorsi sperimentali di IeFP.

La cifra del Ministero del lavoro era di €. 202,109,570,00 (anno 2008).

Il Ministero della P.I. stanziava, con provvedimento proprio, €. 40,000.000,00. La cifra verrà soppressa dopo qualche anno.

• Finanziamento dall’anno 2014 (Accordo del 5 agosto 2014)

A decorrere dall’anno 2014 (Accordo del 5 agosto 2014) le risorse stanziate dal solo

MLPS finalizzate all’assolvimento del diritto-dovere nei percorsi di IeFP sono ripartite:

− per l’80% sulla base del numero di studenti annualmente iscritti ai percorsi di IeFP realizzati dalle istituzioni formative accreditate ai sensi del Capo III del D. Lgs. 226/05;

− per il 20% sulla base del numero complessivo degli studenti qualificati e diplomati in esito ai percorsi di IeFP realizzati dalle Istituzioni formative accreditate e dagli Istituti professionali di Stato in regime di sussidiarietà.

Al momento della stesura del presente dossier la cifra non è nota.

Va precisato tuttavia che nel tempo, oltre alla soppressione della cifra stanziata dal MIUR, anche le risorse stanziate dal MLPS hanno subito una contrazione. Nell’anno 2013 sono scese a € 189.109.570,00.

1.2.8. I percorsi formativi IFTS e ITS dopo quelli della IeFP

• Accesso ai percorsi di Istruzione Formazione Tecnica Superiore (IFTS)

Chi possiede un diploma di Istruzione Secondaria Superiore o un Diploma professionale di tecnico (D.Lgs. 226/05, art. 20, c. 1, lett. c) nonché l’ammissione al quinto anno dei percorsi liceali può accedere a percorsi di Istruzione e Formazione

Tecnica Superiore (IFTS), progettati e gestiti da soggetti associati e finalizzati al

rilascio di un certificato di specializzazione tecnica superiore afferente al IV livello

15

Cfr. il provvedimento del Ministro della P.I. di concerto con il Ministro del Lavoro del 29.11.2007 che: - Nell’articolo 1 disciplina la prima attuazione dell’obbligo di istruzione

- Nell’articolo 2 definisce i criteri generali che devono possedere le strutture formative accreditate - Nell’articolo 3 definisce i criteri di riparto dei contributi statali

- Nell’articolo 4 definisce le misure di sistema

(19)

del sistema di referenziazione adottato per l’EQF. Un recente Decreto del MIUR/MLPS (7 febbraio 2013) ridefinisce i percorsi di specializzazione tecnica superiore in 20 specializzazioni.

• Accesso ai percorsi di Istruzione Tecnica Superiore (ITS)

Chi possiede, invece, un Diploma di Istruzione Secondaria Superiore può accedere a percorsi realizzati da Istituti Tecnici Superiori (ITS) e conseguire, alla conclusione positiva del percorso, un diploma di tecnico superiore, valido su tutto il territorio nazionale e con riferimento al V livello della classificazione comunitaria adottata per la referenziazione EQF.

Una tabella di correlazione tra l’intera offerta di Istruzione e Formazione tecnica e professionale secondaria e post-secondaria e le aree economiche e professionali permette una efficace visione di insieme16.

16 Tabella tratta da MLPS, Istruzione e Formazione Professionale: una filiera professionalizzante a.f. 2012-13.

Rapporto di monitoraggio delle azioni formative realizzate nell’ambito del diritto-dovere, ISFOL, dicembre 2013, pp.

(20)

20

Tavola indicativa della correlazione tra l’offerta di IeFP e le aree economico-professionali17

- Area economica e

professionale Qualifiche IeFP Diplomi IeFP Specializzazioni IFTS Istituti Tecnici Istituti Professionali 1. Agro-alimentare − Agricoltura, silvicoltura e pesca − Produzioni alimentari Operatore della trasformazione agroalimentare Operatore agricolo

(allevamento animali;

colti-vazioni arboree; silvicoltura e salvaguardia

dell’ambiente)

Operatore del mare e delle acque dolci

Tecnico della trasformazione agroalimentare Tecnico agricolo AGRARIA, AGROALIMENTARE E AGROINDUSTRIA (produzioni e trasformazio-ni; viticoltura ed enologia; gestione dell’ambiente e del territorio) SERVIZI PER L’AGRICOLTURA E LO SVILUPPO RURALE 2. Manifattura e artigianato − Chimica − Estrazione, gas, petrolio, carbone, minerali e lavorazioni pietre − Vetro, ceramica e materiale da costruzione − Legno e arredo − Carta e cartotecnica − TAC e sistema moda

Operatore del legno Tecnico del legno Tecniche per la

realizzazione artigianale del made in

Italy COSTRUZIONI, AMBIENTE E TERRITORIO PRODUZIONI ARTIGIANALI Operatore delle lavorazioni artistiche Operatore dell’abbigliamento Tecnico delle lavorazioni artistiche Tecnico dell’abbigliamento SISTEMA MODA Tessile, abbigliamento e moda, calzature e moda Operatore delle calzature Operatore delle produzioni chimiche CHIMICA, MATERIALI E BIOTECNOLOGIE (chimica e materiali, biotecnologie sanitarie, biotecnologie ambientali)

(21)

21 3. Meccanica, impianti e costruzioni − Meccanica, produzione e manutenzione di macchine − Edilizia − Servizi di public utilities Tecniche di manuten-zione, riparazione e col-laudo di apparecchi e dispositivi diagnostici

MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA

Operatore edile Tecnico edile Tecniche di

organizza-zione e gestione del cantiere edile

COSTRUZIONE, AMBIENTE E

TERRITORIO

(geotecnica)

Tecniche innovative per l’edilizia

Operatore meccanico Operatore alla ripara-zione dei veicoli a motore (2 indirizzi)

Tecnico riparatore dei

veicoli a motore Tecniche di disegno e progettazione industriale MECCANICA, MECCATRONICA (meccanica e mecca-tronica, energia) Tecnico per l’automazione industriale Tecniche di industrializ-zazione del prodotto e del processo

Operatore del montag-gio e della manuten-zione di imbarcamanuten-zione a diporto

Tecnico per la condu-zione e manutencondu-zione di impianti automatizzati Tecniche di installazio-ne e manutenzioinstallazio-ne di impianti civili e industriali

Tecniche per la grammazione della pro-duzione e della logistica Tecniche dei sistemi di sicurezza ambientali e qualità dei processi industriali Operatore elettrico Operatore elettronico Operatore di impianti termoidraulici Tecnico elettrico Tecnico elettronico Tecnico di impianti termici Tecniche di monitorag-gio e gestione del terri-torio e dell’ambiente

ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA

(elettrotecnica, elettronica, automazione)

(22)

22 4. Cultura, informazione e tecnologie informatiche Stampa ed editoria − Servizi di informatica − Servizi telecomu-nicazioni e poste − Servizi culturali e di spettacolo Tecniche di allestimento scenico Operatore grafico (stampa e allestimento, multimedia)

Tecnico grafico GRAFICA E

COMUNICAZIONE Tecniche di produzione

multimediale Tecniche per la pro-gettazione e gestione di database

Tecniche per la sicu-rezza delle reti e dei sistemi

Tecniche per la pro-gettazione e lo svilup-po di applicazioni informatiche Tecniche per l’integrazione dei sistemi e di apparati TLC Tecniche di informatica medica INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI (informatica, telecomunicazioni)

(23)

23 5. Servizi commerciali, trasporti e logistica − Servizi di distribu-zione commerciale − Servizi finanziari e assicurativi

− Area comune:

ser-vizi alle imprese

Operatore di sistemi e

dei servizi logistici TRASPORTI E LOGISTICA

(Conduzione del mezzo, logistica) SERVIZI COMMERCIALI Operatore amministra-tivo segretariale Operatore ai servizi di vendita Tecnico commerciale delle vendite

Tecnico dei servizi di impresa Tecnico per l’amministrazione economico-finanziaria AMMINISTRAZIONE FINANZA E MARKETING

(relazioni internazionali per il marketing, sistemi informativi aziendali)

6. Turismo e sport

− Servizi turistici − Servizi attività

ri-creative e sportive

Operatore della ristorazione

(preparazione pasti, servizi di sala e bar) Tecnico di cucina Tecnico di servizi di sala e bar Tecniche di progetta-zione e realizzaprogetta-zione di processi artigianali e di trasformazione agroa-limentare con produ-zioni tipiche del terri-torio e della tradizione

enogastronomica TURISMO SERVIZI PER L’ENOGASTRONOMIA E L’OSPITALITÀ ALBERGHIERA (enogastronomia, servizi di sala e vendita, accoglienza

turistica)

Operatore ai servizi di promozione e acco-glienza turistica

(strutture ricettive, servizi del turismo)

Tecnico di servizi di promozione e accoglienza

Tecnico dei servizi di animazione turistico-sportiva e del tempo libero

Tecniche per la pro-mozione di prodotti e servizi turistici con at-tenzione alle risorse, opportunità ed eventi del territorio

7. Servizi alla persona

− Servizi socio-sanitari

− Servizi di educa-zione e formaeduca-zione − Servizi alla persona

Operatore del

benessere Tecnico trattamenti estetici

Tecnico

dell’acconciatura

SERVIZI SOCIO-SANITARI

(24)
(25)

25

2. IEFP: ASPETTI QUALI-QUANTITATIVI

2.1. “Iscritti” nel (sotto)sistema di IeFP: una crescita rapida ma non in tutte le Regioni

a. “Iscritti” totali oggi

Oggi la IeFP conta più di 300 mila iscritti se si includono anche i quarti anni18: +18% di iscritti rispetto all’anno 2011/2012 e + 52% rispetto all’anno 2010/2011. Gli oltre 300 mila iscritti sono l’11,4% del totale degli studenti dell’Istruzione Secondaria di II grado (cfr. Tab.1).

Tab. 1:

b. “Iscritti” suddivisi tra IF e IPS accreditati

Nel primo periodo della sperimentazione gli iscritti erano nella quasi totalità presso le istituzioni formative accreditate.

Nell’anno formativo 2009/2010 la maggior parte degli iscritti al primo anno frequentava una istituzione formativa (60,9%).

Dall’anno 2011/2012 anche gli Istituti professionali di Stato, accreditati dalle Regioni, hanno avviato percorsi formativi triennali.

Il MLPS, nell’ultimo rapporto di Monitoraggio, riporta i dati aggiornati al 2012/201319:

 290.619 iscritti ai percorsi formativi triennali di cui:

o 127.992 iscritti presso le istituzioni formative accreditate; o 162.627 presso gli Istituti Professionali accreditati.

18 MLPS, Istruzione e Formazione Professionale: una filiera professionalizzante, a.f. 2012/2013. Rapporto di

monitoraggio delle azioni formative realizzate nell’ambito del diritto-dovere, ISFOL p.7.

(26)

26

 9.471 iscritti al percorso formativi del IV anno di cui:

o 8.181 iscritti presso le istituzioni formative accreditate; o 1.290 iscritti presso le scuole.

c. “Iscritti” e “percorsi” suddivisi per Regioni (nelle IF e negli IPS)

Note sulle tabelle 2 e 3 riportate nelle pagine successive:

• Circa gli iscritti: le quattro Regioni con il maggior numero di iscritti risultano essere Lombardia, Sicilia, Piemonte e Puglia, che da sole coprono il 45,1% dell’offerta. Il 56% degli iscritti dell’a.f. 2012/13 frequenta le istituzioni scolastiche.

• Circa i percorsi: le tre Regioni con il maggior numero di percorsi attivati risultano essere Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. Insieme fanno il 35% del totale dei percorsi.

• Circa i soggetti: Soprattutto nel Nord (in misura significativa anche nel Lazio e in Sicilia) c’è, ancora oggi, un sistema plurale ove agiscono istituzioni formative accreditate e Istituti Professionali di Stato in via sussidiaria. Al Centro e al Sud Italia è avvenuta, invece, una progressiva contrazione dell’offerta erogata dalle istituzioni formative accreditate a favore della sola offerta scolastica: dal 35,5% dell’anno formativo 2003/2004 l’offerta è passata all’11/6% del 2012/2013.

(27)

27

Tab.2: “Iscritti” nella IeFP per Regione, per anno e per istituzione educativa scelta – a.f. 2012/201320

Regioni Totale iscritti a.f. 2012-13 Istituzioni formativeDi cui c/o Istituzioni scolasticheDi cui c/o Di cui iscritti I anno Di cui iscritti II anno Di cui iscritti III anno

Piemonte 25.827 15.587 10.240 12.403 10.384 3.040 Valle D’Aosta 643 203 440 190 260 193 Lombardia 52.069 39.184 12.885 20.187 17.079 14.803 Bolzano 5.276 5.276 0 2.487 1.580 1.209 Trento 4.864 4.864 0 1.648 1.587 1.629 Veneto 21.598 20.052 1.546 8.156 7.401 6.041

Friuli Venezia Giulia 4.263 3.924 339 1.602 1.637 1.024

Liguria 5.576 2.058 3.518 2.602 2.075 899 Emilia Romagna 21.741 7.335 14.406 7.957 10.163 3.621 Toscana 18.399 2.750 15.649 6.345 6.030 6.024 Umbria 3.124 139 2.985 1.557 1.428 139 Marche 9.012 432 8.580 3.381 3.020 2.611 Lazio 21.765 10.316 11.449 8.112 7.190 6.463 Abruzzo 5.244 473 4.771 2.090 1.666 1.488 Molise 795 99 696 371 236 188 Campania 23.515 0 23.515 9.809 8.225 5.481 Puglia 24.403 2.272 22.131 9.677 7.896 6.830 Basilicata 1.834 60 1.774 918 856 60 Calabria 11.893 2.047 9.846 2.780* 2.700 6.413 Sicilia 28.778 10.921 17.857 14.650 11.320 2.808 Sardegna 0 0 0 0 0 0 --- --- --- --- --- --- --- Nord-Est 57.742 41.451 16.291 21.850 22.368 13.524 Nord Ovest Centro 84.115 52.300 57.032 13.637 27.083 38.663 35.382 19.395 29.798 17.668 18.935 15.237 Sud 66.006 4.951 61.055 25.645* 21.579 20.460 Isole 28.778 10.921 17.857 14.650 11.320 2.808 Totale 290.619 127.992 162.627 116.922* 102.733 70.964 20 MLPS, cit. p. 33.

(28)

28

Tab.3: “Percorsi” di IeFP per Regione e per istituzione educativa – a.f. 2011/12 e 2012/201321

Regioni Totale percorsi a.f. 2012-13 Istituzioni formativeDi cui c/o Istituzioni scolasticheDi cui c/o Totale percorsi a.f. 2011-12 scarto tra 2012-13 e 2011-12 (v.a.)

Piemonte 1.216 742 474 1.135 7,1 Valle D’Aosta 30 12 18 32 - 6,3 Lombardia 2.499 1.937 562 2.333 7,1 Bolzano 295 295 0 135 118,5 Trento 239 239 0 137 74,5 Veneto 1.025 955 70 994 3,1

Friuli Venezia Giulia 269 247 22 294 - 8,5

Liguria 267 109 158 112 138,4 Emilia Romagna 1.176 373 803 890 32,1 Toscana 879 152 727 699 25,8 Umbria 165 13 152 105 57,1 Marche 443 23 420 296 49,7 Lazio 975 449 526 465 109,7 Abruzzo 245 28 217 126 94,4 Molise 37 8 29 9 311,1 Campania 1.079 0 1.079 465 132,0 Puglia 1.146 118 1.028 1.326 -13,6 Basilicata 117 31 86 124 - 5,6 Calabria 633 127 506 570 11,1 Sicilia 1.243 509 734 697 78,3 Sardegna 0 0 0 145 -100,0 --- Nord-Ovest --- 4.012 --- 2.800 --- 1.212 --- 3.612 --- 11,1 Nord-Est 3.004 2.109 895 2.450 22,6 Centro 2.462 637 1.825 1.565 57,3 Sud 3.257 312 2.945 2.620 24,3 Isole 1.243 509 734 842 47,6 Totale 13.978 6.367 7.611 11.089 26,1 21 MLPS, cit. p. 32

(29)

29

d. Gli “iscritti” nelle regioni del SUD

Malgrado sia ormai consolidato in varie parti del Paese un sistema educativo

pubblico allargato, nel Sud la scelta è pressoché unica sulla scuola, anche quando

un numero significativo di giovani si iscrive senza frequentare (cft. Tab. 4).

Tab. 4: percentuale di allievi del 1° anno nelle istituzioni formative accreditate nel Meridione d’Italia a.f. 2003/2004 – 2012/2013.

2.2. Tre obiettivi messi a segno dal (sotto)sistema di IeFP

a. Uno strumento efficace per combattere la dispersione scolastica Obiettivo europeo in ET 2020

Come noto, Europa 2020, ha individuato l’obiettivo di puntare ad avere la soglia degli abbandoni precoci dall’istruzione e formazione al di sotto del 10%.

La situazione italiana?

ISTAT fotografa la seguente situazione: il tasso di abbandono scolastico in Italia è del 17,6%, molto alto rispetto alla media dei 28 Paesi dell’Ue, scesa al 12,7% e all’obiettivo da raggiungere nel 2020, il 10%. L’Italia, con questa percentuale di dispersione è in compagnia della spagna (24,9%), Malta (22,6%) e il Portogallo (20,8%). La media nazionale si aggrava in particolari Regioni italiane, soprattutto nelle Regioni meridionali.

I rimedi finora adottati

I principali interventi di carattere generale svolti contro l’abbandono scolastico negli ultimi anni sono stati realizzati con i Piani Operatovi Nazionali (PON) per le scuole statali. Ad una prima valutazione svolta dal MIUR (2007) risulta che i risultati “non sono all’altezza delle aspettative sia per i dati sulle promozioni, che sulle votazioni e

(30)

30

sulle assenze, dimostrando che sono necessari tempi lunghi e cambiamenti profondi per vedere effetti delle azioni intraprese, speso estemporanee e frammentarie”22.

Dai cenni riportati emerge chiaramente che la IeFP non appare tra gli strumenti efficaci per combattere la dispersione scolastica.

Eppure in Italia la IeFP è un efficace strumento antidispersione. Ad affermarlo con abbondanza di dati è l’ISFOL23 richiamando l’attenzione su due aspetti:

- la IeFP delle istituzioni formative si è rivelata capace di intercettare molti

giovani che nel transito dal 1° al 2° ciclo della scuola secondaria superiore più

facilmente si disperdono, soprattutto tra gli iscritti degli Istituti Professionali. - le istituzioni formative si sono rivelate in questi anni più efficaci nel recupero

della dispersione scolastica, nella motivazione/rimotivazione allo studio, nell’efficacia formativa e nella creazione di opportunità occupazionali rispetto agli interventi degli Istituti Professionali

Peraltro molti dei giovani che abbandonano i percorsi vengono

successivamente “recuperati” all’interno del sistema della Istruzione e Formazione Professionale, dal 2010-11 filiera ordinamentale del sistema

educativo nazionale. I percorsi IeFP risultano infatti particolarmente appetibili per utenze caratterizzate da stili cognitivi legati all’operatività e che necessitano di azioni di supporto e di accompagnamento. Coloro che hanno frequentato un percorso IeFP all’interno delle Istituzioni formative accreditate forniscono feedback significativi in termini di gradimento.

Un aspetto di particolare interesse di tali percorsi consiste nella presenza di esperienze di lavoro (stage, laboratori, lavoro per progetti) assai più utilizzate di quanto avvenga nei percorsi scolastici del secondo ciclo. Le esperienze collegate alla sfera del “saper fare” costituiscono un elemento particolarmente efficace nel motivare e coinvolgere gli allievi, anche in vista di una applicazione pratica delle competenze acquisite. Le metodologie didattiche attive e le misure di accompagnamento all’utenza contribuiscono ad accrescere l’attrattività della filiera ed il successo formativo degli allievi, a cui si accompagnano, di norma, buoni esiti occupazionali. Infatti, a 3 anni dalla qualifica, risulta aver trovato il primo impiego il 50% dei qualificati in esito ai percorsi triennali, con risultati migliori degli allievi dei Centri accreditati rispetto a quelli provenienti dai percorsi IeFP svolti a scuola.

Tuttavia buona parte della popolazione in fase di scelta formativa (e della popolazione in generale) sembra non conoscere la filiera IeFP, venendone in contatto solo dopo uno o più insuccessi formativi.

b. Una offerta che passa dal “ripiego” alla “scelta vocazionale”

Tradizionalmente la vecchia Formazione Professionale prima, la IeFP agli inizi è stata percepita come una proposta per quei giovani che non avevano particolari motivazioni a proseguire negli studi, una proposta di “ripiego”, dunque.

22

MIUR, La ricerca continua. La dispersione scolastica nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia: l’esperienza dei PON, 2007.

23 ISFOL, Audizione dell’ISFOL presso la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati in

(31)

31

Lo conferma ancora il dato ISFOL che il 73% degli allievi della IeFP, nel 2011, aveva avuto una iscrizione in una scuola secondaria superiore.

Tuttavia in questi anni si è manifestato il fenomeno che, là dove le Regioni hanno permesso ai giovani e alle famiglie di scegliere dopo la conclusione positiva della scuola secondaria di primo grado, questa scelta sia diventata per molti “scelta

vocazionale ordinaria”:

La quota di iscritti che ha scelto la IeFP come prima scelta è, come minimo, pari al 46,2% corrispondente alla percentuale di 14enni al primo anno24.

Le Regioni che hanno favorito questo processo sono state: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia, Province autonome di Trento e Bolzano, Veneto e, con modalità particolari, in Emilia Romagna.

c. Una IeFP capace di essere “inclusiva”

Sempre sulla base del Monitoraggio ISFOL 201325 il (sotto)sistema di IeFP appare come il segmento più inclusivo del Sistema educativo di Istruzione e Formazione italiano: la percentuale di stranieri è più altra nella IeFP (15,5%) che in tutta l’Istruzione secondaria di 2° grado (6,6%) e, in particolare, nell’Istruzione Professionale (12,6%). Così pure la percentuale degli allievi con disabilità sul totale degli iscritti è del 7% nella IeFP, quasi doppia rispetto a quella delle scuole secondarie di II grado (3,9%).

2.3. Un (sotto)sistema che a. Crea “occupazione”

ISFOL, per conto del MLPS, ha realizzato in questi anni due indagini sugli esiti occupazionali dei giovani che frequentano la IeFP.

 La prima indagine nazionale26

La prima indagine nazionale sugli esiti formativi e occupazionali è stata effettuata negli anni 2010/2011 su un campione nazionale di 3.600 giovani qualificati nell’a.s.f. 2006/2007 nei percorsi triennali a titolarità istituzione formativa e istituzione scolastica.

Si riporta, per brevità, il testo del Comunicato Stampa, rinviando al testo per l’approfondimento:

I percorsi triennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) sono un importante canale di accesso al mercato del lavoro: già a 3 mesi dal conseguimento della

qualifica un giovane su due ha trovato il suo primo impiego e dopo tre anni la quota degli occupati sale al 59%.

L’IeFP è anche un valido strumento per stimolare la prosecuzione degli studi.

24 MLPS, Istruzione e Formazione Professionale: una filiera professionalizzante. a.f. 2012-2013. Rapporto di

monitoraggio delle azioni formative realizzate nell’ambito del diritto-dovere, ISFOL 2013.

25

MLPS, I percorsi di IeFP tra inclusione, lavoro e cittadinanza attiva. Gli allievi di origine straniera nella IeFP:

percorsi, inclusione e occupabilità. Sintesi dei principali risultati, ISFOL, 21 maggio 2014.

26 ISFOL, Gli esiti formativi e occupazionali dei percorsi triennali. Seminario ISFOL dalla formazione al lavoro, 22 giugno 2011.

(32)

32

Al termine del percorso un terzo dei partecipanti decide di svolgere un’altra

esperienza formativa e dopo 3 anni un giovane su dieci sta ancora studiando.

È quanto emerge da un’indagine dell’Isfol, avviata nel luglio 2010 e terminata a febbraio di quest’anno. Lo studio ha analizzato la situazione lavorativa di un ampio campione di giovani, intervistati a 3 anni dall’acquisizione della qualifica.

Coloro che si iscrivono all’istruzione e formazione professionale, provengono

soprattutto da famiglie di estrazione operaia (55%). I loro genitori hanno solitamente

un titolo di studio che non supera la licenza media (61%): “L’IeFP ricopre quindi un

ruolo fondamentale nel favorire l’occupazione dei giovani - ha dichiarato il presidente dell’Isfol Sergio Trevisanato - ed ha anche, ma non solo, una rilevante funzione di recupero per i ragazzi con carriere scolastiche non lineari, demotivati e con una condizione socio-culturale caratterizzata spesso da disagio e a forte rischio di esclusione sociale. A questi giovani viene facilitata una professionalizzazione mirata ad un buon inserimento professionale che non esclude una rimotivazione verso l’apprendimento”.

Tra coloro che risultano occupati al momento dell’intervista (il 64% dei maschi e il 52% delle femmine) ben il 60% dichiara di svolgere un’occupazione perfettamente

coerente con il proprio percorso formativo. Si tratta, inoltre, in gran parte di lavoro dipendente (87%), mentre solo l’8% è autonomo e il 5% ha un contratto di collaborazione.

Tra i lavoratori dipendenti il contratto più diffuso è quello di apprendistato (36%), segue il contratto a tempo indeterminato (33%) e a tempo determinato (25%).

Per quanto riguarda la distribuzione per aree geografiche, il tipo di contratto più diffuso nelle Regioni del Nord e del Centro è l’apprendistato, nel Sud invece è il contratto a tempo indeterminato.

Tra chi ha proseguito gli studi subito dopo la qualifica, il 68% ha scelto il IV anno dei

percorsi IeFP, il 9% corsi post-diploma o post-qualifica e il 18,5% la scuola superiore.

Dall’indagine è emersa una maggiore performance da parte delle agenzie formative, sia nel grado di soddisfazione da parte dei giovani sia sotto il profilo degli esiti occupazionali. Ad un anno della qualifica il 70% dei ragazzi provenienti dalle agenzie formative ha trovato un primo lavoro (85% dopo due anni) contro il 50% di quelli provenienti dalle scuole (78% dopo due anni).

Questa disparità si riscontra anche in merito allo stage, di cui risultano più soddisfatti i giovani provenienti dagli enti rispetto a quelli degli istituti scolatici.

 La seconda indagine nazionale27

La seconda indagine nazionale si riferisce ad un periodo più difficile rispetto a quello precedente.

Terminata nel 2013, l’indagine ha coinvolto un campione nazionale di 5.000 qualificati nei percorsi triennali di IeFP nell’a.s.f. 2008/09. I giovani qualificati sono stati intervistati a più di 3 anni dalla qualifica professionale, al fine di controllare la variabile “occasionalità” del primo inserimento nel mercato del lavoro e rilevare condizioni lavorative possibilmente più strutturate.

 Elementi generali che emergono dall’Indagine:

27 ISFOL, I percorsi di IeFP tra inclusione, lavoro e cittadinanza attiva. Occupati dalla formazione. Seconda indagine

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Questa indagine rappresenta la II edizione di quella conclusa nel 2011 sugli esiti dei qualificati nell’a.s.f. 2006/2007, realizzata quindi in uno scenario nazionale di pre-crisi. La comparazione dei risultati tiene quindi conto delle attuali difficoltà lavorative

dei giovani nel nostro Paese, i cui tassi di disoccupazione sono notoriamente allarmanti (nell’ultimo trimestre 2013, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni era

pari al 41,6%, in aumento di circa 3 punti percentuali rispetto all’inizio dello stesso anno).

Se i risultati della prima indagine rappresentavano, infatti, una situazione molto

positiva per i giovani in uscita dai percorsi di IeFP, sia per quanto riguardava

l’inserimento lavorativo sia per il recupero dell’apprendimento, la fotografia attuale rimanda ad un quadro di maggiore e diffusa fragilità sul versante lavoro. Tuttavia, emerge con forza anche la maggiore “tenuta” riguardo all’inserimento dei qualificati in uscita dai Centri accreditati rispetto a quelli delle scuole.

Come si vedrà dal presente contributo, la variabile “tipologia di istituzione formativa” (agenzia/scuola), insieme a quella “area geografica”, rappresentano un connubio che incide più fortemente nel determinare migliori performance lavorative, nonché un più alto grado di soddisfazione sia rispetto all’attività lavorativa sia all’esperienza formativa realizzata.

L’identikit del campione di qualificati rispecchia il quadro di una filiera ad utenza per lo più maschile (57%), italiana (90%), residente nel Nord Italia (78, 5%) e proveniente per il 70% dalle agenzie formative. Rispetto al background socio-culturale il 60% dei giovani appartiene a famiglie con bassi livelli di istruzione e il 50% a famiglie di estrazione operaia.

Per quanto riguarda l’esperienza della ex scuola media si rileva un aumento, rispetto alla indagine precedente, della quota di giovani fuoriusciti dall’esame di stato con un giudizio superiore a “sufficiente” (il 64% contro il 55,5% della prima indagine), come pure la quota di giovani (38%) che si è iscritto ai percorsi di IeFP direttamente dopo la ex scuola media.

Tale quadro conferma, quindi, la natura di percorsi che, pur essendo tradizionalmente efficaci con una utenza debole dal punto di vista socio-culturale, riescono sempre più ad attrarre giovani che invece li scelgono per “vocazione” immediatamente dopo il I ciclo di istruzione28.

 Alcuni dati sugli aspetti occupazionali:

il 50% dei giovani risulta occupato (contro il 59% della precedente indagine) e il

42,1% disoccupato, con una quota del 23,5% di ex lavoratori che hanno perso il lavoro e il 18,6% di giovani in cerca di occupazione che non hanno lavorato prima, rappresentando questi ultimi il doppio rispetto alla indagine del 2011.

I giovani in formazione risultano il 6,6% (contro il 9,7 della indagine 2011), mentre cala il numero degli inattivi (1,3%) che nella precedente indagine erano il 4%.

Analizzando in modo più dettagliato la condizione degli occupati, risulta evidente come la crisi economica in atto in Italia e negli altri Paesi abbia avuto un pesante impatto sul mercato del lavoro e, di conseguenza, anche sulle potenzialità occupazionali espresse dalle diverse filiere formative, inclusi i percorsi di IeFP.

Tuttavia i dati sugli esiti mostrano migliori performance occupazionali da parte delle agenzie formative i cui qualificati sembrano inserirsi più facilmente nel mondo del lavoro (55%) rispetto a quelli delle scuole (38%), che tendono invece a continuare gli studi più facilmente anche perché inseriti in prevalenza in un ciclo quinquennale.

28 ISFOL, cit, 21 maggio 2014, p. 3 e ss.

Figura

Tab. 4: percentuale di allievi del 1° anno nelle istituzioni formative accreditate nel Meridione  d’Italia a.f
Tab. 5 – “Sistema plurale” e “offerta scolastica ” (aggiornata a gennaio 2014)

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