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Impact investing e misurazione dell'impatto sociale

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Academic year: 2021

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DIPARTIMENTO DI ECONOMIA E MANAGEMENT

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE

IN BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI

TESI DI LAUREA

IMPACT INVESTING E MISURAZIONE

DELL’IMPATTO SOCIALE

Relatore: Prof.ssa Maria Cristina Quirici

Candidato:

Valentina Pepi

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(3)

Al mio Pietro,

grazie per questi anni, continua a proteggermi anche dall’altra parte.

(4)

INDICE

Introduzione

pag. 6

Capitolo I

L’IMPACT INVESTING pag. 8

1.1 L’Impact Investing: profili definitori pag. 8

1.2 L’ecosistema dell’Impact Investing pag. 15

1.3 Strumenti di Impact Investing. pag. 17 1.3.1 Fondi di Investimento pag. 17 1.3.2 I Social Bond. pag. 18 1.3.3 Crowdfunding. pag. 19 1.3.4 Social Impact Bond pag. 21 1.3.5 Green Bond pag. 23

1.4 Mercato. pag. 27

Capitolo II

LA MISURAZIONE DELL’IMPATTO pag. 32

2.1 Perché è importante misurare l’impatto pag. 32

2.1.1 Motivazioni pag. 35

2.1.2 Impact Value Chain pag.38

2.2 Metodologie Esistenti pag. 46

2.2.1 Metodi di Processo pag. 46 2.2.1.1 Best Available Charitable Option (BACO); pag. 47 2.2.1.2 Global Reporting Initiative (GRI) pag. 49

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2.2.1.3 Impact Reporting and Investment Standards (IRIS) pag.56 2.2.1.4 GIIRS pag.57

2.2.2 Metodi di Impatto pag. 59 2.2.2.1 Measuring Impact Framework pag.59 2.2.2.2 Theory of change. pag. 60

2.2.3 Metodi Di Monetizzazione pag. 62

2.2.3.1 Cost Benefits Analysis (CBA) pag. 62 2.2.3.2 Social Return on Investment (SROI) pag. 63

2.3 Rischi e Limitazioni. pag. 66

Capitolo III

LA VALUTAZIONE E COMUNICAZIONE DI IMPATTO pag. 70

3.1 Impact Investment fund manager e metriche d’impatto pag. 70

3.2 La valutazione dell’impatto nel mercato dei Green Bond: caratteri introduttivi

pag.81

3.3 Segue: il caso dell’emissione di Green Bond di International Finance

Corporation. pag. 83

3.4 Segue: il caso dell’emissione di Green Bond Enel. pag. 97

Conclusioni pag. 104

Elenco Figure, Grafici e Tabelle pag.108

Figure Grafici Tabelle

Bigliografia pag. 109

(6)

Introduzione

Il termine “Impact Investing” sta diventando una parola chiave nel lessico internazionale, nel mondo accademico e nella pratica pur non riferendosi in realtà a un singolo strumento finanziario ma ad un più ampio approccio agli investimenti che cerca di per rispondere alle esigenze globali della società quali lo sviluppo dei Paesi Bottom of Pyramid ma anche sfide legate al cambiamento climatico, considerando oltre al tradizionale trade-off rischio-rendimento, anche le performance in una terza dimensione, quella degli impatti socio-ambientali. Nel presente elaborato si cercherà di analizzare i profili definitori del concetto fondamentale di impatto e Impact Investing al fine di individuare le caratteristiche tipiche di questa tipologia di investimento oltre che dell’ecosistema di cui fa parte, approfondendone la configurazione degli attori sia dal lato della domanda che dell’offerta. Inoltre, si descriveranno gli strumenti finanziari principalmente utilizzati per il perseguimento dell’obiettivo d’impatto sociale e la crescita della finanza ad impatto nel mercato italiano ed europeo.

Questione cruciale per la credibilità di questo tipo di investimenti è la misurazione dell’impatto socio-ambientale generato, per la quale si indagheranno le principali motivazioni sia per le Impact-driven organisation che per gli impact-investors. Chiarito il contesto di indagine, il focus si sposta su quella che è stata presentata come tematica predominante, ovvero la misurazione e valutazione dell’impatto presentandone alcuni dei framework più diffusi.

Successivamente si analizzerà qual è nella pratica l’atteggiamento assunto dalle principali società impegnate nella finanza a impatto in relazione alla valutazione dell’impatto generato, in particolare si indagheranno i framework più utilizzati ed eventuali strumenti di monitoring e gestione dell’impatto interni. Sempre sulla scia della valutazione d’impatto e quindi anche della comunicazione attraverso appositi report da parte delle organizzazioni che l’impatto lo creano si vedrà come avviene la valutazione dell’impatto generato nei Green Bond, lo strumento che forse più di tutti traina il settore di Impact Investing in particolare, attraverso un’analisi di due

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casi di emissioni verdi quello di IFC-International Financial Corporation- ed Enel International Finance del gruppo Enel spa.

Infine, si procederà ad una critica sull’attuale stato dei sistemi di misurazione e valutazione d’impatto anche in considerazione di quelli che sono i nuovi orientamenti a livello sovranazionale.

(8)

Capitolo I

L’IMPACT INVESTING

1.1 . L’Impact Investing: profili definitori

A partire dalla crisi finanziaria del 2008, temi etici hanno trovato sempre più spazio nel dibattito economico in particolare dopo che si è incrinata la fiducia nella capacità dei mercati di autoregolarsi in maniera efficiente e quindi di garantire una corretta ed efficiente allocazione degli investimenti.

In questo contesto si sviluppa una nuova sensibilità ad aspetti sociali e ambientali finora ritenuti marginali, ribadendo difatti il ruolo della finanza quale strumento al servizio delle esigenze della “persona”.

Cresce quindi, l’attenzione degli investitori istituzionali e privati verso la questione

della cosiddetta “terza dimensione1”, ovvero della valutazione dell’impatto sociale

e/o ambientale accanto a quella del rischio e del rendimento, nella scelta degli investimenti.

Le scelte degli investitori non sono più orientate esclusivamente alla ricerca del solo rendimento finanziario, ma risultano essere indirizzate anche a generare impatti positivi sulle comunità e l’ambiente tramite l’allocazione dei capitali. Questa impostazione richiama in termini espliciti il proprietario ultimo degli asset finanziari ad un’assunzione di responsabilità: a chi finiscano i soldi, non è più una scelta demandata all’intermediario (la banca, il gestore) ma presa direttamente

dall’investitore o dal risparmiatore2.

Nascono così forme d’impiego del capitale basate su scelte che incorporano valori sociali e ambientali, i cosiddetti criteri ESG (Envinromental, Socially and

1 Social Impact Investment Task Force (SIIT),2015. La Finanza che include: gli investimenti ad impatto sociale per una nuova economia.

2. Fondazione Lang Lang Italia. 2014, Impact Investing: la nuova frontiera della finanza sostenibile. Philanthropy Insights n. 2_

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Governance) in aggiunta alla mera valutazione finanziaria definiti come “Investimenti Socialmente Responsabili” (Social Responsible Investing, SRI). Figura 1: Temi ESG

Fonte: Vigeo-Eiris www.vigeo-eiris.com

Secondo EUROSIF3, il Forum per la Finanza Sostenibile, la composizione di un

portafoglio d’investimento SRI può avvenire attuando sette diverse strategie d’investimento:

1. Exclusion, ovvero uno screening negativo delle possibilità d’investimento, si escludono quindi imprese e settori che non rispettano determinati criteri ESG;

2. Best-in-class screening, selezionando cioè solo le imprese che presentano delle performance positive migliori rispetto ai concorrenti in termini di criteri ambientali, sociali e di governance, focalizzandosi su uno o più temi;

3. Norms based screening, cioè di selezione basata sul rispetto delle norme su temi ambientali e sociali a livello internazionale;

(10)

4. ESG integration che prevede l’integrazione sistematica dei fattori ESG nell’analisi finanziaria tradizionale;

5. Sustainability themed investing, cioè la selezione degli investimenti è rivolta verso attività legate strettamente alla sostenibilità e a temi ambientali e sociali come ad esempio energie rinnovabili, tecnologie pulite, cambiamenti climatici, acqua, agricoltura sostenibile.

6. Azionariato attivo o Corporate Engagement, cioè l’uso del potere degli azionisti per indirizzare le società a compiere scelte operative che rispettino i criteri ESG, si palesa nel dialogo costruttivo con gli emittenti su questioni di sostenibilità e nell’esercizio del diritto di voto;

7. Impact Investing.

Quest’ultima strategia d’investimento, l’Impact Investing, spesso associato a termini come Impact Finance, Social Finance o Finanza a Impatto sociale, è ormai tema assai dibattuto tra gli addetti ai lavori oltre che nel mondo accademico, divenendo una parola chiave nel lessico internazionale in quanto va a delineare un mercato nuovo e potenzialmente ampio, in cui innovazione, imprenditorialità, gestione, finanza, sostenibilità e politiche pubbliche si mescolano per creare e plasmare nuovi approcci al fine di rispondere a esigenze proprie della comunità, sia nelle economie mature che emergenti.

Si comincia a parlare per la prima volta di Impact Investing nel 20074 in una conferenza fra investitori e filantropi dove due importanti istituzioni finanziarie, quali JP Morgan e la fondazione Rockefeller, coniarono questo termine in occasione del “Bellagio Summit” nei pressi del Lago di Como.

Di conseguenza, data la recente evoluzione di questa nuova forma d’investimento,

non si ha ancora una definizione univoca del fenomeno, infatti "there is no common

definition of Impact Investing among individuals, financial advisors, or even those currently in the Impact Investing universe 5".

4 https://www.rockefellerfoundation.org

5 J., Simon, & J. Barmeier, 2010. More than Money: Impact Investing for Development. Washington, DC: Center for Global Development.

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Al fine di comprendere i punti comuni e le differenze possiamo considerare diverse definizioni di Impact Investing:

− O'Donohoe et al. (2010): “Investments intended to create positive impact

beyond financial return"6. Secondo questa definizione l’investimento ha

una duplice finalità in quanto mira a conseguire sia l'impatto sociale e / o

ambientale che i rendimenti finanziari;

− Simon e Barmeier (2010): "investment specifically targeted to create development outcomes in addition to a financial return "7. In questo caso l'unica differenza è che l'impatto positivo corrisponde ad un aumento dello sviluppo;

− Freireich e Fulton (2009): "actively placing capital in businesses and funds

that generate social and/or environmental good and at least return nominal principal to the investor 8". In questo caso vengono considerati i rendimenti sociali come la priorità di questi investimenti.

− Brest e Born (2013): “actively placing capital in enterprises that generate

social or environmental goods, services, or ancillary benefits such as creating good jobs, with expected financial returns ranging from the highly concessionary to above market9 ”.

− World Economic Forum, (2013): “An investment approach that

intentionally seeks to create both financial return and positive social or environmental impact that is actively measured 10”.

Nonostante questa moltitudine di definizioni identifichi le caratteristiche distintive degli investimenti d’impatto rispetto ad altri tipi di investimenti, la definizione più spesso citata è dettata dal Global Impact Investing Network (GIIN),

6Investimenti destinati a creare un impatto positivo oltre il rendimento finanziario” si veda N., O'Donohoe, C., Leijonhufvud, Y., Saltuk, A., Bugg-Levine, e M. Brandenburg,, 2010. Impact Investments. An emerging asset class. 7 “investimento mirato specificamente a creare risultati di sviluppo oltre a un ritorno finanziario”, .si veda J., Simon, & J. Barmeier, 2010. More than Money: Impact Investing for Development. Washington, DC: Center for Global Development. 8collocare attivamente il capitale in imprese e fondi che generino benefici sociali e / o ambientali e restituire almeno il

capitale nominale all'investitore”, si veda J. Freireichand ,K. Fulton. 2009. Investing for social and environmental impact. Cambridge, MA.

9collocare attivamente capitali in imprese che generano beni, servizi o benefici sociali o ambientali come la creazione di

buoni posti di lavoro, con rendimenti finanziari attesi che vanno da tassi altamente agevolati a quelli superiori al mercato”, si veda P.Brest and K. Born. 2013. When can impact investing create real impact? Stanford Social Innovation

Review

10Un approccio di investimento che cerca intenzionalmente di creare sia un ritorno finanziario sia un impatto sociale o

ambientale positivo che viene attivamente misurato”, si veda M. Drexler and A. Noble. 2013. From the margin to the mainstream. Assessment of the Impact Investment sector and opportunities to engage mainstream investors. Cologny: World Economic Forum.

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l’organizzazione non profit dedicata ad aumentare la portata e l’efficacia di tali forme d’investimento, che lo definisce come “Investments made into companies, organizations, and funds with the intention to generate social and environmental impact alongside a financial return.11”, per cui con quest’espressione ci si riferisce a quella finanza che sostiene investimenti legati ad obiettivi sociali misurabili e in grado, allo stesso tempo, di generare un ritorno economico per gli investitori, racchiudendo quelle che sembrano essere le caratteristiche essenziali dell’investimento tipo, ovvero:

• l’intenzionalità dell’investitore di generare un impatto sociale: la finanza a impatto si genera dall’intenzionalità di collocare attivamente capitali privati in progetti, imprese e fondi di investimento che generano benefici sociali misurabili, compatibili con un rendimento economico da assicurare all’investitore. In particolare, l’intenzionalità di generare un impatto sociale anteposta all’intenzionalità di generare profitto è un aspetto che differenzia la finanza d’impatto dalle restanti strategie SRI che riguardano investimenti che si fondano sulla volontà del rispetto di determinati vincoli ambientali o sociali e che derivano da risorse che altrimenti sarebbero gestite per l’unico scopo del profitto, l’investimento a impatto sociale prevede, dunque, l’intenzione esplicita di generare un impatto positivo misurabile, senza rinunciare a produrre, al contempo, un ritorno accettabile per l’investitore.

Ne risulta, quindi, che gli investimenti di impatto hanno come obiettivo

principale quello di generare sia un ritorno finanziario che un impatto

sociale; in questo scenario la creazione di un impatto positivo è uno scopo

specifico, non un risultato inaspettato.

• L’aspettativa di un rendimento finanziario che motivi l’investitore: quest’aspetto non può prescindere dal rapporto rischio/rendimento atteso per cui l’obiettivo di creare un impatto sociale positivo deve necessariamente considerare quelle che risultano essere le valutazioni di ordine economico e finanziario dell’investitore.

11 “un insieme di investimenti in società, organizzazioni e fondi, con l’intenzione di generare un impatto quantificabile a livello sociale e ambientale oltre che rendimenti finanziari”, si veda www.thegiin.org/impact-investing/need-to-know/#what-is-impact-investing.

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• La flessibilità del tasso di rendimento atteso che può posizionarsi al di sotto del livello medio di mercato o allinearsi ai rendimenti di mercato.

• La varietà degli strumenti finanziari utilizzati e delle forme di intervento che spaziano dal debito all’equity puro.

• La misurabilità dell’impatto, fondamentale per assicurare trasparenza e accountability oltre che la rendicontazione degli impatti generati attraverso la pubblicazione di una reportistica dedicata.

• Orizzonte d’investimento di medio lungo periodo, dato che l’investimento è improntato ad un miglioramento permanente dei problemi sociali e ambientali.

L’Impact Investing si viene a posizionare quindi in una sorta di terra di mezzo all’interno dello spettro del continuum dell’impatto, ai cui estremi troviamo la Filantropia e la gestione degli investimenti SRI.

L’Impact Investing viene così a differenziarsi dalle iniziative filantropiche in quanto l’obiettivo e la volontà di creare un impatto sociale positivo non possono prescindere da valutazioni di ordine economico e finanziario, dall’altro lato si distingue dalle altre strategie SRI per l’intenzionalità e la misurabilità

dell’investimento quali elementi qualificanti, secondo questo "differenzia gli

investimenti di impatto da investimenti che hanno conseguenze sociali o ambientali positive involontarie"[O Donohe et al. (2010)].

Infatti, l’investitore sempre più consapevole delle proprie scelte d’investimento indirizza le proprie risorse finanziarie “per investire in società che fanno attivamente del bene" [Freireich, J. and Fulton, K. (2009)]; confermando l’intenzione proattiva di creare risultati sociali positivi rispetto ad un semplice screening negativo volto ad escludere investimenti in aziende o industrie che generano un impatto negativo.

La creazione di un impatto sociale non è solo un'intenzione proattiva degli investitori, ma è essenziale per la società o il fondo che riceve l'investimento tant’è che "l'esplicita missione sociale o ambientale degli investimenti d'impatto è il loro obiettivo principale ed è pienamente integrata nei loro modelli di business principali" [ Simon e Barmeier (2010)].

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Figura 2: The impact continuum

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1.2. L’ecosistema dell’Impact Investing

L’Impact Investing come qualsiasi mercato è la combinazione di domanda, offerta e intermediari.

Le componenti principali del lato di domanda sono riconducibili a:

− Impact-seeking purchasers questa categoria comprende fondazioni, governi, soggetti privati e imprese sociali che forniscono le risorse necessarie alle Impact-driven organisation.

− Impact-driven organisation ovvero tutte quelle tipologie di organizzazioni che hanno una mission sociale, che stabiliscono obiettivi di outcome, misurano il loro raggiungimento e li perseguono nel lungo termine.

Inoltre, l’Impact Investing si colloca nel contesto più ampio di quattro mega trend che possono creare opportunità d’investimento spingendo la domanda[M. Martin(2014)].

Innanzitutto, si fa riferimento alla forte e inappagata domanda della cosiddetta

“Base della Piramide12” stimata in circa 5.000 miliardi di dollari.

Il secondo mega trend è la necessità di efficienza nell’uso delle risorse e di una “crescita verde” in considerazione dell’aumento della popolazione mondiale e del conseguente sfruttamento delle risorse naturali.

La terza tendenza individuata consiste nell’immediato bisogno di ristrutturazione dello stato sociale mentre l’ultimo trend consiste nella crescita del segmento LOHAS (Lifestyles Of Health And Sustainability) rappresentato da tutti quei consumatori che nella vita di tutti i giorni acquistano prodotti e servizi all'insegna della salute e del rispetto per l'ambiente e si rendono disponibili a spendere di più in prodotti progettati per essere compatibili con l’ambiente promuovendo un impatto positivo sulla comunità. I consumi LOHAS sono già pari a 300 miliardi di USD nel solo mercato degli Stati Uniti e sono in rapida crescita. L’Impact Investing

12 L’espressione “Base della Piramide” o anche “Bottom of the Pyramid” è stata coniata negli anni Trenta, descrivendo i 4 miliardi di persone, che vivono principalmente nei paesi in via di sviluppo con meno di 2 dollari USA al giorno.

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sembra assumere quindi una grande importanza in questo frangente e secondo alcuni studiosi avrà un ruolo critico nei prossimi anni [M. Martin (2014)].

Dal lato dell’offerta assumono rilevanza come fonti di capitali volti ad assicurare i flussi necessari alle attività delle impact driven organizzation, soggetti come governi, fondazioni, fondi locali, investitori istituzionali e banche, che a loro volta possono servirsi di canali quali quello bancario, istituzioni finanziarie, intermediari oltre che piattaforme di Crowd-funding.

Figura 3: Ecosistema di Impact Investing.

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1.3. Strumenti Di Impact Investing.

Come tutte le strategie finanziarie, l’Impact Investing si serve di una serie di strumenti disponibili che variano anche in base al grado di liquidità richiesto dall’investitore e principalmente riconducibili a titoli azionari, obbligazionari e fondi comuni d’investimento.

In particolare gli strumenti, che consentono di investire generando un alto impatto sociale e ambientale, maggiormente diffusi sul mercato europeo sono sintetizzabili in:

− Fondi di investimento; − Social Bond;

− Crowdfunding; − Green Bond;

− Social Impact Bond;

1.3.1. Fondi Di Investimento

All’interno del comparto azionario e obbligazionario, un investitore impact oltre ad avere accesso agli investimenti diretti può utilizzare i fondi comuni d’investimento ovvero strumenti gestiti da società di gestione del risparmio che riuniscono somme di più risparmiatori e le investono come un unico patrimonio.

Gli investimenti dei fondi comprendono due tipologie di investimenti che possono essere:

- diretti e quindi indirizzati in organizzazioni che si occupano di progetti ad alto impatto socio-ambientale;

- indiretti e quindi rivolti in fondi o in titoli che a loro volta finanziano organizzazioni ad alto impatto socio-ambientale.

Affinché possano essere considerati ad “impatto” i fondi devono attuare una strategia che delinei una politica di investimento incentrata sull’intenzionalità di generare un impatto concreto e misurabile oltre che alla generazione di effetti

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positivi sotto il profilo ambientale e sociale, infatti tra i temi affrontati dalle SGR vi sono i servizi finanziari e il cambiamento climatico con particolare riguardo al sostegno di energie rinnovabili.

Ulteriore e peculiare aspetto riguarda la misurazione dei risultati infatti viene prevista la rendicontazione agli investitori attraverso la pubblicazione di una reportistica dedicata: il report d’impatto.

La composizione del portafoglio di investimento, ad ogni modo, pur basandosi su criteri di esclusione di strumenti finanziari emessi da imprese che hanno un impatto negativo sull’ambiente e sulla società, oltre che su criteri di inclusione basati su un’analisi ESG (ambientale sociale e di governance), non può prescindere dall’analisi dei parametri finanziari tradizionali quali rischio, rendimento e liquidità.

1.3.2. Social Bond.

I social bond sono strumenti obbligazionari emessi da alcune banche a vocazione sociale e utilizzati per il finanziamento di progetti ad impatto sociale positivo la cui particolarità è la rinuncia, da parte dell’emittente, di una quota stabilita del suo

margine e/o la rinuncia del sottoscrittore di una parte del rendimento. 13

Gli ambiti finanziabili possono riguardare, per esempio, l’accesso ai servizi sanitari e abitativi, l’inclusione finanziaria, la sicurezza alimentare e l’occupazione.

I Social Bond offrono ai sottoscrittori un rendimento di mercato e prevedono che, con il funding derivante dal prestito obbligazionario collocato, si eroghino somme di denaro a titolo di liberalità nel caso dei cosiddetti Social Bond grant based e/o finanziamenti a condizioni competitive a sostegno di progetti o investimenti ad elevato impatto sociale nel caso dei Social Bond loan based.

Con riferimento alle due tipologie di Social Bond occorre precisare che solamente la categoria loan based sembra rientrare nel campo dell’Impact Investing in considerazione della specificità del progetto sociale a cui sono destinate le risorse

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finanziarie raccolte, mentre le prime sembrerebbero ricadere più che altro nel campo degli interventi a carattere filantropico.

Nel 2017, l’International Capital Market Association (ICMA)14 ha definito per

l’emissione dei social bond, una serie di raccomandazioni denominate “Social Bond Principles” con lo scopo di favorire lo sviluppo del mercato dei Social Bond attraverso la diffusione di pratiche di trasparenza e rendicontazione agli investitori e riguardanti:

• l’utilizzo dei proventi per finanziare progetti a impatto sociale adeguatamente descritti nella documentazione relativa al titolo, valutati e, se possibile, quantificati.

• la valutazione e selezione dei progetti attraverso la comunicazione da parte dell’emittente di un social bond degli obiettivi sociali; del processo di selezione dei progetti coerenti con gli obiettivi sociali citati; dei criteri di selezione ed eventualmente di quelli di esclusione.

• la gestione dei proventi del social bond che dovrebbero essere depositati su un conto dedicato, trasferiti a un portafoglio specifico o in ogni caso tracciati dall’emittente. Inoltre, l’emittente dovrebbe comunicare agli investitori come intende collocare i proventi temporaneamente non impiegati nei progetti.

• la rendicontazione dei dati relativi all’utilizzo dei proventi, includendo un elenco dei progetti in cui le risorse sono impiegate, una breve descrizione degli stessi, il dettaglio delle somme allocate e degli impatti attesi.

1.3.3. Crowdfunding.

Il Crowdfunding è uno strumento di finanziamento innovativo che permette di raccogliere risorse finanziarie tramite piattaforme online destinandole al sostegno di un progetto, una causa o un’idea imprenditoriale, in particolare si tratta di un processo con cui più persone (“folla” o crowd) concedono somme di denaro

14ICMA è un'associazione con sede in Svizzera , la cui missione è promuovere mercati di titoli di debito transnazionali

coerenti a livello internazionale e globalmente efficienti, che sono essenziali per finanziare la crescita e lo sviluppo economico sostenibile. Si veda www.icmagroup.org/About-ICMA/

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(funding), anche di piccola entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet.

In base alla finalità prefissatasi si possono distinguere quattro diverse tipologie di raccolta del crowdfunding: da un lato si hanno modelli non finanziari, che non prevedono alcuna forma di ritorno economico a fronte del conferimento di denaro includendo il modello Donation oltre che il modello Reward; dall’altro lato si hanno modelli finanziari, che prevedono un ritorno economico a fronte dell’investimento e, a loro volta, si suddividono in: Lending ed Equity Crowdfunding.

Relativamente al crowdfunding non finanziario il Donation-based Crowdfunding è il modello in cui il finanziamento di un progetto avviene senza aspettative di un ritorno finanziario; mentre nel Reward-based Crowdfunding si prevede per l’investitore, che ha fornito il proprio sostegno economico ad una specifica iniziativa, una qualche forma di ricompensa spesso inferiore al contributo dato. Nella categoria finanziaria rientrano invece il Lending crowdfunding, quale forma di prestito a fronte del pagamento di un interesse, e può essere declinato in varie forme: il peer-to-peer lending, ove è possibile per i prestatori decidere i progetti su cui investire attraverso prestito a privati (P2P) o a imprese (P2B); o il social lending ove le piattaforme intermediano tra debitori e prestatori diffusi senza la possibilità di scegliere ex ante i progetti su cui investire. Nel caso invece di Equity crowdfunding è prevista l’acquisizione di una vera e propria partecipazione a titolo di capitale proprio di una società attraverso il conferimento di somme di denaro per la realizzazione del progetto illustrato.

Per quanto riguarda l’Impact Investing, in Europa vi sono numerosi esempi di piattaforme lending dedicate al settore energetico, che permettono ai cittadini di investire in energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomassa) e in efficienza energetica (es. Abundance Generation, Lendosphere, Lumosono), nel caso dell’equity crowdfunding, alcune piattaforme hanno raccolto capitale per comunità energetiche (ove un insieme di cittadini diffusi condivide la proprietà e la gestione di impianti di energia rinnovabile) o per finanziare il capitale di rischio di società impegnate nello sviluppo di energia rinnovabile.

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1.3.4. Social Impact Bond

Il Social Impact Bond (SIB) è uno strumento finanziario finalizzato alla raccolta, da parte del settore pubblico, di finanziamenti privati la cui restituzione e remunerazione è legata al raggiungimento di un determinato risultato sociale. Con il Social Impact Bond il raggiungimento dell’impatto sociale previsto produrrà un risparmio per la Pubblica Amministrazione (PA) e quindi un margine che potrà essere usato per la remunerazione degli investitori.

Il termine “bond” è in sé alquanto fuorviante, mentre un tradizionale bond finanziario viene descritto come un titolo di debito sul quale il detentore del bond riceve un interesse fisso (cedola) che matura entro un certo lasso di tempo, i SIB hanno un rendimento finanziario solo quando vengono raggiunti specifici risultati sociali risulta altresì discutibile ricondurlo alla più ampia categoria dei derivati perché la non dipendenza dalla fluttuazione di un sottostante reale o finanziario lo rende più simile a una struttura di pagamento contingente [A. Del Giudice (2015)]. Il suo funzionamento prevede che un intermediario finanziario, come una banca, in accordo con l’ente pubblico, emetta un Social Impact Bond collocandolo presso investitori privati (IF) che forniscono i capitali necessari a sostenere un progetto di tipo sociale. L’intermediario “gira” il denaro ottenuto attraverso i SIB agli enti non profit (OS), che si occupano di fornire i servizi attesi dal progetto e, trattiene le commissioni a copertura dei propri costi, prelevandole direttamente dal capitale raccolto presso gli investitori. I soggetti non profit dovrebbero garantire risultati sociali volti a sollevare il settore pubblico dall’obbligo di soddisfare bisogni connessi all’aumento di rischi sociali e ricevono il loro compenso anche nel caso in cui i servizi resi non abbiano permesso di raggiungere l’obiettivo.

Se l’iniziativa, dopo la valutazione compiuta da un ente indipendente, rispetta i requisiti di qualità richiesti e l’impatto sociale ottenuto è conforme a quello previsto all’emissione dei bond, l’ente pubblico deve fornire attraverso l’intermediario designato l’ammontare concordato più una percentuale prestabilita agli investitori, mentre la remunerazione dell’intermediario dovrà tenere conto anche del livello di performance raggiunto.

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Qualora invece il progetto non dovesse raggiungere gli standard stabiliti, l’ente pubblico non sarà obbligato a fornire alcun compenso, per cui gli investitori potrebbero rischiare capitale e interessi.

Figura 4: Struttura di un Social Impact Bond.

Fonte: A. del Giudice (2015),I Social Impact Bond

Il Social Impact Bond viene ricondotto alla più ampia gamma di strumenti Pay-by-Results spesso adottati da vari governi inglesi per finanziare servizi di sanità pubblica e welfare.

L’esempio “classico” di Social Impact Bond è quello annunciato nel marzo 2010 dall’allora Segretario di Giustizia Jack Straw del Partito Laburista e creato da Social Finance Ltd, il Peterborough SIB venne costruito sul modello di partnership pubblico-privato che ha consentito al Governo britannico di attrarre investitori privati su un progetto che ha la finalità di ridurre il tasso di recidiva nelle carceri. Il risparmio di denaro pubblico ottenuto dal Governo britannico, in relazione alla riduzione del livello di recidiva, viene condiviso dal Governo con l’investitore privato, che da tale risparmio, consegue il suo rendimento.

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1.3.5. Green Bond

Le “obbligazioni verdi”, o Green Bond, sono strumenti finanziari relativamente nuovi, ma che hanno conosciuto un tasso di crescita straordinario dal 2007 a oggi e comprendono qualsiasi tipo di strumento obbligazionario i cui proventi vengano impiegati per finanziare o rifinanziare in tutto o in parte nuovi e/o preesistenti progetti ambientali che possono essere legati a più categorie quali: energia rinnovabile, efficienza energetica, prevenzione e controllo dell’inquinamento, gestione sostenibile del territorio, gestione sostenibile dei rifiuti e delle risorse idriche, tutela della biodiversità, efficientamento energetico.

I Green Bond rappresentano un’opportunità per aumentare la disponibilità di capitali necessari alla transizione verso un’economia più sostenibile oltre che per ridurre i costi del debito per i progetti aventi ripercussioni ambientali positive quali possono considerarsi le iniziative legate alla prevenzione e controllo dell’inquinamento, infrastrutture per i trasporti e più in generale iniziative legate all’utilizzo sostenibile dell’acqua o all’edilizia eco-compatibile.

Nel 2015 viene adottata l'Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile globale e nel gennaio 2016 sono entrati in vigore i Sustainable

Development Goals (SDG)15 ovvero un insieme di obiettivi pensati per il futuro

dello sviluppo internazionale di questo programma.

Gli obiettivi di sviluppo sostenibile hanno sostituito the Millennium Development Goals (MDGs), scaduti alla fine del 2015, e sono validi per il periodo 2015-2030, in particolare nell’agosto 2015, 193 paesi hanno concordato 17 obiettivi e 169 target specifici allo scopo di ridurre le disparità, a porre fine a tutte le forme di povertà e affrontare i cambiamenti climatici per cui i Green Bonds si configurano

come una categoria particolare dei "Sustainable Development Bonds".

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Figura 5: Sustainable Development Goals (SDG).

Fonte: https://www.globalgoals.org/resources.

Nel novembre 2016, Commissione Europea ha enfatizzato le potenzialità e il funzionamento del mercato dei Green Bond, presentando un pacchetto di misure intitolato "Energia pulita per tutti gli europei16", secondo il quale dal 2021 sarà necessario un supplemento di 177 miliardi di euro all’anno per raggiungere gli obiettivi individuati per il 2030 su clima ed energia per i quali questi nuovi meccanismi di finanziamento e di investimento potrebbero giocare un ruolo essenziale.

Inizialmente le nuove obbligazioni provenivano principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, come la Banca mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti, poi sul mercato sono arrivati anche titoli emessi da singole aziende, municipalità e agenzie statali.

Al momento non esiste uno standard globale per certificare come “verde” un determinato bond ma ci sono le linee guida elaborate dall’International Capital Market Association (ICMA) a cui gli emittenti possono decidere di allinearsi in

maniera del tutto volontaria, i cosiddetti Green Bond Principles (GBP)17. Questi

principi enfatizzano la trasparenza, l’accuratezza e l’integrità delle informazioni

16Si veda al riguardo http://europa.eu/rapid/press-release_IP-16-4009_it.htm 17Si veda al riguardo https://www.icmagroup.org

(25)

che devono essere riportate agli obbligazionisti e fanno riferimento a quattro aree d’interesse:

− impiego dei proventi, per cui occorre identificare con chiarezza la destinazione dei proventi in modo che vadano a sostegno di iniziative ad impatto ambientale positivo;

− valutazione e selezione dei progetti, difatti vengono previsti procedimenti particolari per i quali gli emittenti dovrebbero dichiarare:

- se il progetto è in linea con obiettivi di sostenibilità ambientale; - la metodologia applicata nel processo di selezione usata;

- criteri di esclusione o altri criteri per identificare e gestire rischi ambientali e sociali potenzialmente rilevanti associati ai progetti selezionati;

− gestione dei proventi, si tende a garantire la massima trasparenza per cui i ricavi netti dovrebbero essere sempre tracciati o depositati in un conto dedicato oppure ricorrendo ad un portafoglio specifico, inoltre l’emittente dovrebbe indicare agli investitori come vengono allocati i ricavi non utilizzati nei progetti;

− rendicontazione, è prevista ai fini della tracciabilità dell’uso dei ricavi che siano resi disponibili dei report per mantenere aggiornati gli investitori sull’avanzamento dei progetti finanziati.

Attualmente esistono quattro tipologie di Green Bond18:

− Green Project Bond emessi per uno o più progetti ambientali per i quali l’investitore ha un’esposizione diretta al rischio potendo o meno rivalersi e fare ricorso all’emittente.

18Si veda al riguardo ICMA,2017. The Green Bond Principles 2017.Voluntary Process Guidelines for issuing Green Bonds. Washington, DC

(26)

− Standard Green Use of Proceeds Bond ovvero un Green Bond emesso direttamente dall’emittente del tipo “recourse to the issuer” coerente con i Green Bond Principles, viene emesso da un’emittente come una banca che lo utilizza per finanziare un portafoglio di progetti “green” e prevede il ricorso all’emittente a livello aziendale senza essere legato al flusso di entrate dei progetti per i quali i fondi devono essere utilizzati.

− Green Use Of Proceeds Revenue Bond: un’obbligazione del tipo “non recourse to the issuer” conforme ai Green Bond Principles in cui l’esposizione creditizia relativa al titolo è imputabile ai flussi di cassa provenienti e garantiti dai ricavi e il cui utilizzo dei proventi è legato a progetti ambientali correlati o meno a tali flussi. Questa tipologia di Green Bond differisce da quella dei Green Use Of Proceeds Bond in quanto non si ha il ricorso all’emittente a livello aziendale, ma piuttosto l’investitore è esposto al rischio di credito presentato dai progetti sottostanti per i quali vengono raccolti i fondi, ma a differenza del Green Project Bond l’investitore beneficia di un portafoglio di progetti più diversificato.

− Green Securitised Bond comprendono obbligazioni garantite emesse a garanzia di uno o più progetti ambientali e la cui prima fonte di rimborso deriva dai flussi finanziari derivanti dalle attività sottostanti.

Borsa Italiana riveste un ruolo attivo nel promuovere la definizione di standard informativi in grado di favorire lo sviluppo dei Green Bonds. Oltre a far parte della

Sustainable Stock Exchanges Initiative19 sostenuta dalle Nazioni Unite con il fine

di sostenere la transizione ad un’economia a basso impatto ambientale, attraverso London Stock Exchange Group, che rientra tra i firmatari del Paris Pledge for

Action,20 aderisce alla Climate Bonds Initiative.21

19 L'iniziativa SSE (Sustainable Stock Exchanges) è un progetto delle Nazioni Unite (ONU) co-organizzato dalla

Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD), il Global Compact delle Nazioni Unite, l'Iniziativa di finanziamento del programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP- FI) e i Principles for Responsible Investment (PRI) supportati dall'ONU

20Il Paris Pledge è una dichiarazione pubblica di intenti nata in occasione del COP21 a Parigi che punta a spingere tutti gli

investitori, le imprese, le organizzazioni e le ONG a sottoscrivere ed affermare il loro forte impegno verso un clima più stabile e più sicuro. http://parispledgeforaction.org/

21Climate Bonds Initiative (CBI) è un'organizzazione internazionale, senza scopo di lucro, dedicata a mobilitare il mercato

(27)

Nell’ultimo anno si è impegnata a sensibilizzare gli emittenti a fornire ai mercati un’informativa più completa sulle proprie politiche ESG, avendo rilevato che, nei processi decisionali degli investitori, esse rivestono un ruolo sempre più rilevante. In particolare, a partire dal 13 marzo 2017, Borsa Italiana ha deciso di offrire agli investitori istituzionali e retail la possibilità di identificare gli strumenti i cui proventi vengono destinati al finanziamento di progetti con specifici benefici o impatti di natura ambientale (“green bonds”) e/o sociale (“social bonds”) la cui identificazione passa attraverso la certificazione iniziale di un soggetto terzo indipendente.

1.4. Mercato

La dimensione del mercato di Impact Investing non è stata ancora completamente quantificata. Tuttavia, alcuni studi aiutano a fornire un quadro preliminare della crescita, della diversità e delle tendenze del settore.

A livello globale, il mercato dell’Impact Investing è stato stimato pari a 109 miliardi di dollari ( circa 98 miliardi di euro) nel 2016 - un aumento rispetto agli 86 miliardi di dollari (circa 78 miliardi di euro) del 2014 [Global Sustainable Investment Alliance (2015)].

Il mercato europeo degli investimenti ad impatto ha costituito circa un quinto di questo - circa 20 miliardi di euro nel 2013 (Eurosif, 2014). Sebbene dati più recenti suggeriscano che il mercato europeo valga almeno € 98 miliardi (Eurosif, 2016), questo risulta essere ancora molto piccolo rispetto ad altre strategie di investimento socialmente responsabile presenti in Europa; ad esempio la ESG integration (ambientale, sociale e di governance), rappresenta 2,6 bilioni di euro del mercato degli investimenti socialmente responsabile in Europa, inoltre secondo lo stesso sondaggio di Eurosif condotto nel 2016 su 278 gestori patrimoniali, relativamente a questa strategia, i responsabili finanziari includono i rischi e le opportunità ESG nelle analisi finanziarie e nelle decisioni di investimento.

basse emissioni clima alteranti. CBI ha sede a Londra e impiega oltre 30 dipendenti presenti nel Regno Unito, Cina, India, Brasile, Australia e Stati Uniti.

(28)

Occorre comunque fare presente che, come viene evidenziato dallo studio Eurosif 2016, l’Impact Investing è la strategia SRI che cresce più rapidamente in Europa: tra il 2013 e il 2015 gli asset in gestione hanno conosciuto una crescita straordinaria +385%, anche grazie alla crescente attenzione nei confronti dei Green Bond.

Grafico 1: Crescita Impact Investing in Europa.

Fonte: Eurosif (2016), European SRI Study 2016.

Per quanto riguarda il mercato italiano, crescono le masse a cui si applica questo approccio che passano da €2 a €2,9 miliardi registrando quindi un incremento del

46,13% in soli due anni.

Ciò può essere spiegato da un aumento degli investimenti nel social housing, trainato dal programma nazionale promosso da "Fondo Investimenti per l'Abitare-FIA22", gestito da CDP Investimenti Sgr. Il fondo investe in diversi fondi locali,

raccogliendo anche risorse da altri investitori come Fondazioni con l'obiettivo generale di aumentare la disponibilità di alloggi a prezzi accessibili per le persone a basso reddito.

Oltre al Social Housing, altre aree di impatto interessate da questa strategia in Italia coinvolgono:

(29)

• Servizi Educativi, investendo nell’istruzione si va a finanziare lo sviluppo umano, tecnologico e produttivo d’intere comunità locali e aggregati urbani generando un impatto positivo tangibile sulle giovani generazioni, sulla società e anche sull’ambiente, in quanto l’innovazione tecnologica può orientarsi verso la generazione di impatti ambientali, oltre che economici, positivi.

• Foreste e Agricoltura Sostenibile attraverso l’acquisizione e/o nella gestione di una foresta da legname (o di un titolo che abbia come sottostante questa attività) con l’obiettivo di ottenere un ritorno finanziario.

• Energie Rinnovabili considerate uno dei settori più strategici dal punto di vista delle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici in atto (e dunque di particolare interesse per gli investitori ad impatto) è quello delle energie rinnovabili dove per queste s’intendono le quote di energia derivanti da fenomeni e processi naturali (come la luce solare e il vento); tali fonti sono inesauribili, ossia in grado di rigenerarsi tendenzialmente a un ritmo più veloce rispetto a quello delle attività umane in cui vengono impiegate.

• Microfinanza ovvero un insieme dei servizi e strumenti finanziari (credito, risparmio, assicurazione, leasing) specificatamente pensati per le persone cosiddette “non bancabili”, escluse cioè dall’offerta finanziaria tradizionale a causa della loro condizione socio-economica.

(30)

Figure 5: Strategie SRI in Italia.

Fonte: Eurosif (2016), European SRI Study 2016.

La crescita a livello globale delle masse gestite secondo la strategia dell’Impact Investing è confermata anche dal sondaggio 2017 dell’Annual Impact Investor

Survey23 del GIIN da cui emerge che l’ammontare complessivo delle masse gestite

secondo i principi della finanza a impatto si aggira intorno ai US$ 114 miliardi; nel solo 2016 ci sono stati nuovi investimenti per US$ 22 miliardi in 8.000 progetti ad alto potenziale socio-ambientale, inoltre il volume delle masse investite nel 2016 risulta incrementato del 15% rispetto al 2015.

Tuttavia, con un tasso di crescita del 385% tra il 2013 e il 2015, l’Impact Investing è la strategia SRI in più rapida crescita in Europa (Eurosif, 2016). Una recente, ma globale, indagine di 158 investitori a impatto condotta dal Global

Impact Investing Network (GIIN)24 fornisce informazioni sugli interessi ambientali degli investitori. Quasi la metà degli intervistati (48%) puntava principalmente a raggiungere un impatto sociale come la creazione di posti di lavoro o il miglioramento dell'assistenza sanitaria, ma circa la metà (47%) aveva obiettivi sia

23Si veda A.Mudaliar, H. Schiff, R. Basset and H. Dithrich,2017. Annual Impact Investor Survey 2017.GIIN

(31)

di impatto sociale che ambientale. Il 5% di tutti gli intervistati puntava principalmente a raggiungere l'impatto ambientale. L'impatto ambientale più mirato è stato l'impatto delle energie rinnovabili (il 47% del campione totale ha dichiarato di aver investito in questo), seguito dall'efficienza energetica (42%). Inoltre, i topografi GIIN hanno notato un aumento della popolarità delle strategie orientate all'ambiente. In particolare, la terza opzione più selezionata per gli investimenti è stata la vendita di prodotti o servizi a beneficio dell'ambiente (54% delle risposte); un aumento del 36% rispetto all'anno precedente.

Infine, sebbene i dati sullo stato dell'impatto degli investimenti siano tutt'altro che completi, i risultati dell'indagine indicano che, nonostante possa essere un piccolo settore di investimenti socialmente responsabili, è un settore in crescita e attivo in Europa e l'interesse degli investitori nei progetti ambientali potrebbe essere sempre più crescente.

(32)

Capitolo II

LA MISURAZIONE DELL’IMPATTO

2.1. Perché è importante misurare l’impatto.

Affinché gli Impact Investments mantengano la loro credibilità e quindi continuino ad attrarre i capitali necessari allo sviluppo della categoria, vi è una necessità fondamentale: la misurazione dell’impatto generato.

Senza la possibilità di quantificare l’impatto infatti, questa tipologia di investimento non ha motivo di esistere in quanto si qualificherebbe come uno strumento della finanza tradizionale ne deriva, quindi, che il segno distintivo dell’investimento ad impatto sia l’impegno degli investitori a misurare e comprendere l’impatto positivo che generano per la comunità e l’ambiente.

Per quanto riguarda il concetto di “impatto sociale”, esiste ancora una mancanza di consenso su quella che possa essere una definizione comune, ciò ha contribuito a generare confusione limitando nel tempo anche la capacità di studiare e gestire il fenomeno.

Al fine di dare un po' di chiarezza sul tema e tracciare successivamente i punti in comune, può essere utile riportare una serie di definizioni di impatto sociale elaborate da studiosi ed esperti nazionali ed internazionali:

− “la capacità di un’organizzazione di contribuire ad un cambiamento in un determinato campo d’azione, modificando lo status quo di una persona o di una comunità destinatari dell’attività sociale” [Perrini e Vurro (2013)];

− “l’attribuzione delle attività di un’organizzazione ai risultati sociali complessivi di più lungo termine” [ENPA( 2013)];

− “il cambiamento non economico creato dalle attività delle organizzazioni e dagli investimenti” [Emerson et al (2000); Epstein & Yuthas (2014)];

(33)

− “cambiamento sostenibile di lungo periodo nelle condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito parzialmente a realizzare”, [Zamagni(2015)];

− “any of the great variety of changes in physiological states and subjective feeling, motives and emotions, cognitions and beliefs, values and behaviour that occur in an individual human or animals a risult of the real implied or imagined presence or actions of other individuals” [Latanè(1981)];

− “social impacts include all social and cultural consequences to human populations of any public or private actions that alter the ways in which people live, work, play, relate to one another, organize to meet their needs, and generally cope as members of society”, [Burge and Vanclay(1996 )];

− “social impacts are the wider societal concerns that reflects and respects the complex interdependency between business practice and society”,[Gentile (2000)].

Infine, secondo la definizione di Clark (2004), attualmente la più condivisa, “by impact we mean the portion of the total outcome that happened as a result of the activity of an organization, above and beyond what would happened anyways25” per la quale, quindi, l’impatto risulta coincidere con la differenza tra l’outcome creato quale risultato diretto dell’intervento aziendale e outcome che si sarebbe verificato in ogni caso. La moltitudine di definizioni e declinazioni che assume il concetto di impatto sociale si riflette nella molteplicità di strumenti e metodi di misurazione utilizzati per il suo calcolo.

L’assenza di uno standard condiviso, in grado di rappresentare in modo univoco l’eterogeneità dell’impatto sociale, ha difatti ostacolato l’adozione a livello globale di un sistema di misurazione comune ed è relativamente a questa lacuna che si sono diretti anche gli sforzi della Commissione Europea con la pubblicazione nel marzo 2018 del cosiddetto “ Piano d'azione per finanziare la crescita sostenibile”, con la specifica intenzione di dare precise indicazioni su diverse azioni da intraprendere a livello comunitario oltre che relative all’individuazione di una tassonomia delle

(34)

attività da ritenersi ‘sostenibili’, volte altresì a rafforzare la comunicazione in

materia di sostenibilità e la regolamentazione contabile26.

In particolare, entro il secondo trimestre del 2019 la Commissione rivedrà le linee guida sulle informazioni non finanziarie. Infatti, basandosi sui parametri di misurazione messi a punto dal gruppo di esperti tecnici della Commissione sulla finanza sostenibile, le linee guida rivedute dovrebbero fornire ulteriori orientamenti alle imprese sulle modalità di comunicazione delle informazioni.

26 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI (2018)Piano D'azione Per Finanziare La Crescita Sostenibile.

(35)

2.1.1 Motivazioni

Di recente il team di ricerca del GIIN ha approfondito le motivazioni specifiche di un campione di intervistati per misurare e gestire l'impatto positivo, esplorando su quali temi o aree tematiche gli investitori cercano di avere un impatto positivo, inoltre la maggioranza degli intervistati ha indicato che misurare e gestire l'impatto

è fondamentale per promuovere i propri obiettivi di impatto27: ad esempio, l'83%

concorda sul fatto che la misurazione e la gestione dell'impatto (IMM) sia molto importante per una migliore comprensione dello stesso, mentre il 75% la reputa importante per una più efficiente gestione o miglioramento; il 78% degli intervistati ritiene che IMM sia importante per segnalare in modo proattivo l'impatto ai principali stakeholder, viceversa solo pochi intervistati riferiscono la necessità di IMM dovuta a richieste dei clienti o al cambiamento delle norme culturali (21%) o dei regolamenti governativi (16%).

Nel complesso, quindi, i risultati suggeriscono che le motivazioni interne per misurare e gestire l'impatto sono molto più forti di quelle esterne.

Grafico 3: Motivazioni per la gestione e misurazione dell’impatto.

Fonte: GIIN, 2017.’ The State of Impact Measurement and Management Practice’’

In considerazione di questi dati, è possibile semplificare dicendo che esistono due ragioni principali per cui è importante misurare l’impatto:

(36)

− in primo luogo, misurare e comunicare il valore dei risultati sociali aiuta a dimostrare l'importanza degli obiettivi perseguiti per lo staff, i clienti, i finanziatori, gli investitori, le agenzie governative e la comunità in generale per cui essere in grado di dimostrare l’impatto generato può essere molto utile al fine di avere un vantaggio competitivo nell’attrarre maggiori risorse finanziarie; − in secondo luogo, valutare gli sforzi del passato e valutare gli obiettivi raggiunti

può informare sull’efficacia delle strategie e attività poste in essere, incoraggiando le organizzazioni a concentrarsi sul miglioramento continuo relativamente alle loro capacità manageriali e formulare ipotesi e aspettative. Le organizzazioni che si sono impegnate nel processo di misurazione dell’impatto non solo sono in grado di favorire ulteriori finanziamenti, ma sono anche in grado di concentrare i loro sforzi su ciò che realmente fa la differenza in modo da

pianificare in maniera strategica e da allocare le risorse in modo più efficace.28

La misurazione dell’impatto si spinge oltre la mera valutazione degli output generati da un intervento, ma diventa una vera e propria modalità di “accountability esterna” nei confronti degli investitori, per questi ultimi infatti la misurazione è funzionale alla selezione degli investimenti e allocazione delle risorse, alla successiva gestione del portafoglio, ai processi di rendicontazione e alla comunicazione interna ed esterna dell’efficacia dei propri modelli di investimento29.

La misurazione, in fase di valutazione ex ante di un investimento, diviene quindi strumento per orientare finanziatori ed investitori istituzionali oltre che per rendicontare ai propri clienti il reale impatto generato; per le imprese la misurazione dell’impatto non rappresenta solo uno strumento per attrarre risorse finanziarie, ma anche uno strumento decisionale per stabilire delle priorità tra i progetti da proporre per un finanziamento e di monitoraggio finalizzato al miglioramento dei risultati,

28Si veda al riguardo C. Wood and D. Leighton,2010. Measuring Social Value: The Gap Between Policy and Practice, Demos, Regno Unito.

29Si veda al riguardo F. Perrini e C.Vurro, 2013. La valutazione degli impatti sociali. Approcci e strumenti applicativi, Egea, Milano.

(37)

inoltre per le fondazioni filantropiche implica un maggior coinvolgimento nello stimolare un utilizzo più appropriato dei fondi rispetto alle tradizionali donazioni. La scelta di cosa misurare e come procedere alla misurazione diventa invece una scelta strategica case-specific: si procede con la misurazione di ciò che conta, ovvero quello che è realmente così importante da influenzare le decisioni strategiche secondo il cosiddetto principio di materialità.

Gli investitori usano perciò le metriche di impatto in modi diversi e tali differenze derivano sostanzialmente dallo scopo per cui essi le utilizzano.

A tal riguardo si può fare una distinzione tra: investitori principalmente motivati dai rendimenti finanziari, investitori financial first, che operano nel mercato dei capitali sociali e richiedono misure di impatto semplici e facili da capire per l’investitore medio; investitori impact-first , più attenti alla dimensione extra-finanziaria dell’investimento, che richiedono generalmente strumenti di misurazione sociale o ambientale più sofisticati per quantificare realmente il grado di impatto generato dal loro finanziamento. Gli investitori che, in alternativa, cercano un rendimento misto utilizzano in genere misure di outcome definite da una finalità sociale specifica.

Queste differenze di finalità fanno dunque sì che gli investitori usino le metriche in modi diversi per cui capire le preferenze ed i comportamenti degli investitori è fondamentale per misurare in modo più efficace le prestazioni. Ogni investitore che sia esso una banca, un fondo pensione o ancora una fondazione pone un valore diverso al ritorno non finanziario, per cui da queste diversità ne discende una vera e propria proliferazione di strumenti e pratiche di misurazione dell’ impatto generato, rendendo difficoltoso ogni tentativo di unire gli interessi, le preferenze e le aspirazioni di tutti gli investitori in una singola pratica di misurazione, senza contare che per poter sfruttare le potenzialità di marketing di uno strumento di misurazione sarà innanzitutto necessario identificare il pubblico a cui si

comunicherà l’impatto e far sì che tali metriche siano loro comprensibili30.

30 Si veda al riguardo K. Harji and H. Best, 2013. Guidebook for impact investors: Impact measurement. Toronto, ON:

(38)

L’impatto sociale, risulta essere quindi un concetto multidimensionale le cui difficoltà di misurazione sono accentuate dalla pluralità di obiettivi perseguiti: dalla rendicontazione verso soggetti esterni alla gestione interna delle attività.

La valutazione dell’impatto rappresenta infatti lo strumento principe di valutazione per l’investimento e dunque di confronto sulle aspettative di rendimento, ma anche in quanto la stima dell’impatto può fungere da strumento di marketing non solo per la promozione dell’azienda stessa, ma anche per lo sviluppo del settore dell’Impact Investing nel suo complesso.

2.1.2 Impact Value Chain

Gli investimenti ad impatto si pongono, come detto in precedenza, il duplice obiettivo di un ritorno finanziario e di un cambiamento positivo in ambito sociale e ambientale, in particolare relativamente a quest’ultimo aspetto esiste comunque un problema di attribuzione dei cambiamenti avvenuti a causa dell’intervento di diversi attori oltre al fatto che i cambiamenti della società avvengono nel lungo periodo ed è quindi difficile tenere traccia dell’evoluzione dei benefici prodotti, senza tralasciare il fatto che la misurazione rappresenta un costo in termini di tempo e risorse.

Per far fronte a queste difficoltà, risulta importante avere chiaro cosa si misura e perché si misura.

Per questo motivo, la definizione del contesto di analisi, in cui si determina l’obiettivo e l’oggetto della misurazione insieme alle risorse e ai tempi a disposizione, è una fase preliminare molto importante nel processo di misurazione insieme a quella di analisi e coinvolgimento stakeholder.

La valutazione dell’impatto è però strettamente connessa alla scelta della metodologia di misurazione. Infatti, l’impatto sociale può essere visto come gli effetti e i cambiamenti generati nel lungo periodo sulla comunità dalle attività svolte da un’organizzazione o come la porzione di outcome totale che si è verificata come risultato diretto dell’intervento al netto di quella parte che avrebbe ugualmente avuto luogo.

(39)

La prima parte della definizione prevede che il passaggio dal concetto di outcome a quello di impatto avvenga attraverso metodologie qualitative che traspongono l’outcome sul lungo periodo e sulla comunità e non sui beneficiari diretti ad esempio attraverso l’utilizzo di moltiplicatori.

La seconda parte della definizione richiede che il calcolo degli outcome sia determinato attraverso l’analisi controfattuale ovvero quella valutazione che permette di verificare cosa sarebbe successo in assenza dell’attività implementata e di conseguenza la causalità tra l’investimento e l’impatto generato.

L’analisi controfattuale si basa su un campione di controllo che può essere selezionato attraverso differenti metodologie e la maggior parte delle analisi controfattuali si fonda su approcci misti: di tipo sperimentale con cui si comparano gli effetti osservati nel gruppo di riferimento, che ha beneficiato dell’attività realizzata, con quelli di un gruppo di controllo con caratteristiche simili; quasi-sperimentale dove la composizione dei due gruppi viene stabilita statisticamente, con l’obiettivo di rendere comparabili tra loro i due gruppi (di controllo e di trattamento) fra cui per esempio la tecnica della randomizzazione , la regressione della discontinuità o l’analisi longitudinale. La quantificazione finale dell’impatto generato, come anticipato, è quindi dipendente dalla metodologia di misurazione scelta e dalle tecniche specifiche di quantificazione.

Occorre quindi che da un punto di vista tecnico sia prevista una metodologia di misura che permetta una definizione iniziale del potenziale impatto e una finale di controllo, in tal senso la quantificazione può avvenire definendo a priori gli obiettivi da raggiungere rispetto a dei target riconosciuti e comunque strettamente collegati al settore di appartenenza, mentre a consuntivo rispetto al reale raggiungimento. Risulterebbe, quindi auspicabile la presenza di una parte terza che si occupi di certificare ex ante la qualità e la misurabilità degli obiettivi ed ex post l’effettivo raggiungimento degli stessi.

Occorre misurare solo ciò che è rilevante e pertinente per cui è fondamentale individuare fin da subito le dimensioni del valore che si vuole valutare attraverso la catena del valore.

(40)

Per poter comprendere l’impatto generato da un’impresa, in termini di cambiamento apportato, una volta individuati gli stakeholder e definiti i cambiamenti avvenuti (o attesi) il framework logico da assumere è quello relativo alla cd. catena del valore dell’impatto (impact value chain) che permette di individuare graficamente i diversi passaggi in cui si esplica la cd. Teoria del Cambiamento (Theory of Change, ToC).

La catena del valore dell’impatto è una rappresentazione grafica di come un’iniziativa o un programma si sviluppa attraverso il concatenamento di input, attività, output, outcome e impatto.

Comprendere il processo di generazione dell’impatto è di primaria importanza non solo per ottenere una misurazione di un impatto attendibile e verificabile, ma anche per comparare i benefici sociali generati ai costi sostenuti e infine per realizzare le attività andando così a valutare sia l’efficacia che l’efficienza di un progetto. Figura 6: Impact Value Chain.

Fonte: AICOON 2015.

La fase di selezione degli indicatori ovvero degli strumenti di misura in grado di quantificare una variazione o cambiamento rispetto alle condizioni iniziali dipende quindi dalla formulazione della catena del valore d’impatto e quindi anche dalla definizione dei suoi componenti:

• Gli input sono tutte quelle risorse di diversa natura (denaro, competenze, tempo di individui e organizzazioni, edifici e altri beni fissi come macchinari) impiegate nelle attività, sono quindi i costi e gli investimenti effettuati per raggiungere un determinato cambiamento sociale. La classificazione degli input

(41)

permette di mettere in relazione le risorse impiegate ai benefici sociali ottenuti (o attesi) consentendo così la valutazione di un progetto in termini di efficienza e l’eventuale comparazione con altre iniziative simili o alternative.

• Le attività sono tutte le azioni concrete, i compiti ovvero il lavoro intrapreso da un’organizzazione utilizzando gli input con lo scopo di fornire il risultato

desiderato31, rappresentano quindi le modalità attraverso cui sono impiegate

risorse e investimenti per creare il cambiamento auspicato. Inoltre, il dettaglio delle attività consente di classificare i costi e gli investimenti ascrivibili alle diverse attività svolte.

• Gli output (o esiti) sono prodotti, beni capitali e servizi risultanti da un intervento ovvero i risultati immediati delle attività svolte da un’organizzazione oltre che i cambiamenti risultanti e rilevanti per il raggiungimento dell’outcome. Gli output sono quindi risultati che l’azienda ottiene nel breve periodo, i cui

effetti sono direttamente controllabili e sotto la responsabilità

dell’organizzazione stessa. Attraverso gli indicatori di output è possibile misurare quindi la quantità e a volte la qualità dei beni e servizi prodotti dall’organizzazione insieme all’efficienza della produzione, risultato di un’azione, di un progetto o di un investimento che l’organizzazione mette in atto, senza però estendersi all’efficacia dell’intervento che è invece contemplata nei risultati e nell’impatto.

• Gli outcome (o risultati) sono tutti i cambiamenti positivi e negativi sia a breve che a lungo termine che si verificano sulla vita delle persone destinatarie delle attività realizzate per cui sono rappresentate sia dai benefici ottenuti che dagli effetti negativi verificati a seguito del conseguimento di determinati output. Gli outcome possono essere a breve o lungo termine in funzione del bisogno sociale da soddisfare e del prodotto finito o servizio erogato. Possono essere diretti (intesi come conseguenza ragionevolmente diretta del prodotto o del servizio sulla vita del beneficiario) o indiretti (effetto indiretto sulla vita del beneficiario o di altre persone). Inoltre, questi possono essere attesi come anche non attesi ovvero non previsti inizialmente dall’intervento. Gli indicatori di outcome

31 GECES (2015), Approcci proposti per la misurazione dell’impatto sociale, Sottogruppo GECES sulla misurazione dell’impatto 2014, Commissione Europea, Luxembourg.

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