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Metodi di monetizzazione

LA MISURAZIONE DELL’IMPATTO

26 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL

2.2. Metodologie Esistent

2.2.3 Metodi di monetizzazione

Sono i metodi che prevedono una fase finale di monetizzazione degli impatti generati, assegnando un valore monetario ai benefici generati, sono tra i più accreditati per la loro facile applicazione nei contesti aziendali e finanziari. Le metodologie quantificano infatti i benefici sociali e li rapportano a misure economiche quali i costi operativi e gli investimenti sostenuti.

Se il vantaggio di tali metodi è dato dall’elevata confrontabilità dei risultati dell’analisi con gli altri indicatori finanziari tradizionali, di contro l’operazione di selezione delle proxy finanziarie, che serve per approssimare il valore finanziario di un bene o servizio privo di valore monetario (es. beneficio sociale) è un’operazione molto complessa.

Alcuni metodi di monetizzazione sono: • Cost benefit analysis, (CBA)

• Social Return on Investment (SROI);

CBA (Cost Benefits Analysis)

La CBA è una metodologia fondata sui principi dell'economia del benessere che ha

iniziato a svilupparsi a partire dagli anni 40 negli Stati Uniti.

L'analisi costi-benefici è un tipo di analisi economica in cui i costi e gli impatti sociali di un investimento sono espressi in termini monetari e quindi valutati in base a una o più delle tre misure:

• valore attuale netto il valore aggregato di tutti i costi, i ricavi e gli impatti sociali, scontati per riflettere lo stesso periodo contabile;

• rapporto costi-benefici ovvero il valore scontato dei ricavi e degli impatti positivi diviso per il valore scontato dei costi e degli impatti negativi;

• tasso di rendimento interno rappresentato dal valore netto delle entrate più gli impatti espressi come rendimento percentuale annuo sul costo totale

Lo strumento, ampiamente usato e molto conosciuto, viene applicato anche nella valutazione dell’impatto di progetti pubblici di grandezza significativa che hanno

come obiettivo quello di arginare una problematica socialmente rilevante tuttavia,

può anche essere usato come nel caso della più ampia gamma di investimenti ad impatto per stimare i rendimenti a favore di particolari stakeholder beneficiari degli investimenti.

Poiché l'analisi costi-benefici è progettata per misurare il rendimento sociale di un investimento sulla base di ipotesi sugli impatti previsti è chiaro che esisteranno potenziali rischi per la credibilità qualora via sia poca chiarezza sulla procedura di calcolo dei benefici o impatti negativi e/o assenza di costi importanti.

SROI (Social Return on Investment)

Lo SROI è una metodologia sviluppata dal Roberts Enterprise Development Fund,

conosciuta anche come REDF43, inizialmente al fine di valutare l’impatto generato

dalle organizzazioni non profit in termini di miglioramento delle condizioni di vita della società, oggi mira a spiegare il cambiamento creato da un’attività, quantificando non solo gli outcome sociali, ma anche ambientali ed economici realizzati, rappresentandoli con valori monetari, in modo da potere calcolare benefici e costi dell’impatto sociale. Il metodo in questione permette di calcolare un ratio tra benefici e costi, per esempio, un ratio di 3:1 indica che un investimento di 1 € genera 3€.

Dal 2003 la metodologia SROI viene ulteriormente sviluppata attraverso attività portate avanti da numerose organizzazioni: SROI network, Nef (New Economic Foundation), Charities Evaluation Services, National for Voluntary Organizations e New Philanthropy Capital, inoltre a questa rete ha preso parte anche il Governo scozzese con la realizzazione di una database che racchiude indicatori per l’analisi SROI.

Gli sviluppi intervenuti erano volti a includere maggiore enfasi sul coinvolgimento

degli stakeholder, introducendo una catena del valore di impatto (un approccio

basato sul modello logico) e la cd “deadweight analysis", che sottrae quella parte di oucome che si sarebbe ottenuta indipendentemente dall'intervento.

Basandosi sul lavoro svolto da REDF, NEF e altri, nel 2009 SROI Network, un'organizzazione che promuove l'uso e lo sviluppo di SROI, ha pubblicato una

guida nella quale sono definite le sei fasi in cui si esplica un'analisi SROI44:

I. stabilire il campo di applicazione e identificare le parti interessate,

II. mappatura dei risultati,

III. identificare le prove dei risultati e dare loro un valore,

IV. stabilire l'impatto,

V. calcolo dello SROI, e

VI. reporting, utilizzo e integrazione dell'analisi.

Si distinguono due diversi tipi di SROI: uno valutativo, condotto per quantificare gli outcome realizzati e l’altro è un approccio previsionale volto a prevedere l’impatto qualora vengano raggiunti gli outcome desiderati.

La metodologia del Ritorno Sociale sull’Investimento si origina dalla rendicontazione sociale, dall’analisi costi/benefici e fa riferimento a sette principi:

1. coinvolgimento degli stakeholder (portatori di interesse); 2. comprendere il cambiamento;

3. valutare ciò che conta;

4. includere solo ciò che è materiale; 5. non sovrastimare;

6. essere trasparenti; 7. verificare il risultato.

44 Si veda al riguardo Sroi Network and Human Fondation (2012)Guida al Ritorno Sociale sull’Investimento SROI. http://humanfoundation.it/ita/la-fondazione/pubblicazioni/1-guida-sroi.html

Per quanto riguarda il calcolo dello SROI la formula risulta essere:

In alternativa possiamo considerare:

Quest’ultima formula evidenzia quattro filtri su cui si basa l’analisi SROI ovvero: l’attribution, il deadweight, il displacement e il drop off.

Il deadweight è la misura della quantità di outcome che sarebbe stata ottenuta anche nel caso in cui l’attività non avrebbe avuto luogo. Viene calcolato in percentuale facendo riferimento a gruppi di comparazione o benchmark, successivamente questa percentuale dell’outcome viene dedotta dalla quantità totale dell’outcome. Per quanto riguarda la quantificazione, la misurazione del deadweight sarà sempre una stima il cui grado di attendibilità dipende da quanto sia simile la popolazione di comparazione, mentre qualora ciò non fosse possibile la maniera più semplice di stimare il deadweight sarebbe esaminare l’andamento, nel tempo, di un indicatore per vedere se c’è differenza tra l’andamento prima dell’inizio dell’attività e dopo l’inizio in modo che ogni incremento dopo l’avvio delle attività fornisca un’indicazione di quanto l’outcome sia il risultato delle attività. All’aumentare del deadweight, il contributo dell’investimento all’outcome declina per cui non è più significativo per la vostra analisi.

Il displacement, ovvero lo spiazzamento, prevede una valutazione di quanto

l’outcome spiazzi altri outcome, ciò significa che un problema oggetto dell'azione

potrebbe essere stato spostato in un'altra area, questo filtro non si applica ad ogni analisi SROI, è importante considerare questa possibilità poiché in tal caso occorrerebbe rivedere la cerchia degli stakehoders dell’investimento.

L’attribuzione è una valutazione di quanta parte dell’outcome provenga dal contributo di altre organizzazioni o persone. L’attribuzione è calcolata in percentuale (es. la proporzione di un outcome che è attribuibile all’investimento) in modo da potere attribuire l’outcome ad altre persone o organizzazioni.

Il drop-off è usato per contabilizzare il processo con cui l’outcome si esaurisce nel tempo, e dato che prevede l’applicazione di una percentuale di riduzione sull’outcome annuo, viene calcolato solo per gli outcome che hanno durata superiore ad un anno.

A meno che non si disponga di una serie storica di dati relativa a come l’outcome si riduca nel corso del tempo, occorrerà stimare la quantità del drop-off attraverso un approccio standard per cui si può condurre questa stima con ricerche, come fonti accademiche, o facendo riferimento a iniziative simili avvenute in passato.