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Impact Value Chain

LA MISURAZIONE DELL’IMPATTO

26 COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL

2.1.2 Impact Value Chain

Gli investimenti ad impatto si pongono, come detto in precedenza, il duplice obiettivo di un ritorno finanziario e di un cambiamento positivo in ambito sociale e ambientale, in particolare relativamente a quest’ultimo aspetto esiste comunque un problema di attribuzione dei cambiamenti avvenuti a causa dell’intervento di diversi attori oltre al fatto che i cambiamenti della società avvengono nel lungo periodo ed è quindi difficile tenere traccia dell’evoluzione dei benefici prodotti, senza tralasciare il fatto che la misurazione rappresenta un costo in termini di tempo e risorse.

Per far fronte a queste difficoltà, risulta importante avere chiaro cosa si misura e perché si misura.

Per questo motivo, la definizione del contesto di analisi, in cui si determina l’obiettivo e l’oggetto della misurazione insieme alle risorse e ai tempi a disposizione, è una fase preliminare molto importante nel processo di misurazione insieme a quella di analisi e coinvolgimento stakeholder.

La valutazione dell’impatto è però strettamente connessa alla scelta della metodologia di misurazione. Infatti, l’impatto sociale può essere visto come gli effetti e i cambiamenti generati nel lungo periodo sulla comunità dalle attività svolte da un’organizzazione o come la porzione di outcome totale che si è verificata come risultato diretto dell’intervento al netto di quella parte che avrebbe ugualmente avuto luogo.

La prima parte della definizione prevede che il passaggio dal concetto di outcome a quello di impatto avvenga attraverso metodologie qualitative che traspongono l’outcome sul lungo periodo e sulla comunità e non sui beneficiari diretti ad esempio attraverso l’utilizzo di moltiplicatori.

La seconda parte della definizione richiede che il calcolo degli outcome sia determinato attraverso l’analisi controfattuale ovvero quella valutazione che permette di verificare cosa sarebbe successo in assenza dell’attività implementata e di conseguenza la causalità tra l’investimento e l’impatto generato.

L’analisi controfattuale si basa su un campione di controllo che può essere selezionato attraverso differenti metodologie e la maggior parte delle analisi controfattuali si fonda su approcci misti: di tipo sperimentale con cui si comparano gli effetti osservati nel gruppo di riferimento, che ha beneficiato dell’attività realizzata, con quelli di un gruppo di controllo con caratteristiche simili; quasi- sperimentale dove la composizione dei due gruppi viene stabilita statisticamente, con l’obiettivo di rendere comparabili tra loro i due gruppi (di controllo e di trattamento) fra cui per esempio la tecnica della randomizzazione , la regressione della discontinuità o l’analisi longitudinale. La quantificazione finale dell’impatto generato, come anticipato, è quindi dipendente dalla metodologia di misurazione scelta e dalle tecniche specifiche di quantificazione.

Occorre quindi che da un punto di vista tecnico sia prevista una metodologia di misura che permetta una definizione iniziale del potenziale impatto e una finale di controllo, in tal senso la quantificazione può avvenire definendo a priori gli obiettivi da raggiungere rispetto a dei target riconosciuti e comunque strettamente collegati al settore di appartenenza, mentre a consuntivo rispetto al reale raggiungimento. Risulterebbe, quindi auspicabile la presenza di una parte terza che si occupi di certificare ex ante la qualità e la misurabilità degli obiettivi ed ex post l’effettivo raggiungimento degli stessi.

Occorre misurare solo ciò che è rilevante e pertinente per cui è fondamentale individuare fin da subito le dimensioni del valore che si vuole valutare attraverso la catena del valore.

Per poter comprendere l’impatto generato da un’impresa, in termini di cambiamento apportato, una volta individuati gli stakeholder e definiti i cambiamenti avvenuti (o attesi) il framework logico da assumere è quello relativo alla cd. catena del valore dell’impatto (impact value chain) che permette di individuare graficamente i diversi passaggi in cui si esplica la cd. Teoria del Cambiamento (Theory of Change, ToC).

La catena del valore dell’impatto è una rappresentazione grafica di come un’iniziativa o un programma si sviluppa attraverso il concatenamento di input, attività, output, outcome e impatto.

Comprendere il processo di generazione dell’impatto è di primaria importanza non solo per ottenere una misurazione di un impatto attendibile e verificabile, ma anche per comparare i benefici sociali generati ai costi sostenuti e infine per realizzare le attività andando così a valutare sia l’efficacia che l’efficienza di un progetto. Figura 6: Impact Value Chain.

Fonte: AICOON 2015.

La fase di selezione degli indicatori ovvero degli strumenti di misura in grado di quantificare una variazione o cambiamento rispetto alle condizioni iniziali dipende quindi dalla formulazione della catena del valore d’impatto e quindi anche dalla definizione dei suoi componenti:

• Gli input sono tutte quelle risorse di diversa natura (denaro, competenze, tempo di individui e organizzazioni, edifici e altri beni fissi come macchinari) impiegate nelle attività, sono quindi i costi e gli investimenti effettuati per raggiungere un determinato cambiamento sociale. La classificazione degli input

permette di mettere in relazione le risorse impiegate ai benefici sociali ottenuti (o attesi) consentendo così la valutazione di un progetto in termini di efficienza e l’eventuale comparazione con altre iniziative simili o alternative.

• Le attività sono tutte le azioni concrete, i compiti ovvero il lavoro intrapreso da un’organizzazione utilizzando gli input con lo scopo di fornire il risultato

desiderato31, rappresentano quindi le modalità attraverso cui sono impiegate

risorse e investimenti per creare il cambiamento auspicato. Inoltre, il dettaglio delle attività consente di classificare i costi e gli investimenti ascrivibili alle diverse attività svolte.

• Gli output (o esiti) sono prodotti, beni capitali e servizi risultanti da un intervento ovvero i risultati immediati delle attività svolte da un’organizzazione oltre che i cambiamenti risultanti e rilevanti per il raggiungimento dell’outcome. Gli output sono quindi risultati che l’azienda ottiene nel breve periodo, i cui

effetti sono direttamente controllabili e sotto la responsabilità

dell’organizzazione stessa. Attraverso gli indicatori di output è possibile misurare quindi la quantità e a volte la qualità dei beni e servizi prodotti dall’organizzazione insieme all’efficienza della produzione, risultato di un’azione, di un progetto o di un investimento che l’organizzazione mette in atto, senza però estendersi all’efficacia dell’intervento che è invece contemplata nei risultati e nell’impatto.

• Gli outcome (o risultati) sono tutti i cambiamenti positivi e negativi sia a breve che a lungo termine che si verificano sulla vita delle persone destinatarie delle attività realizzate per cui sono rappresentate sia dai benefici ottenuti che dagli effetti negativi verificati a seguito del conseguimento di determinati output. Gli outcome possono essere a breve o lungo termine in funzione del bisogno sociale da soddisfare e del prodotto finito o servizio erogato. Possono essere diretti (intesi come conseguenza ragionevolmente diretta del prodotto o del servizio sulla vita del beneficiario) o indiretti (effetto indiretto sulla vita del beneficiario o di altre persone). Inoltre, questi possono essere attesi come anche non attesi ovvero non previsti inizialmente dall’intervento. Gli indicatori di outcome

31 GECES (2015), Approcci proposti per la misurazione dell’impatto sociale, Sottogruppo GECES sulla misurazione dell’impatto 2014, Commissione Europea, Luxembourg.

misurano quindi i risultati intermedi generati dagli output di un programma/progetto o azione aiutando a verificare che i cambiamenti positivi ipotizzati abbiano davvero avuto luogo. Tali risultati vanno quindi oltre la responsabilità dell’azione della singola organizzazione e sono influenzati anche da fattori esterni che devono essere considerati al momento della costruzione degli indicatori, per questo motivo gli indicatori di outcome possono essere costruiti a diversi livelli: comunitario, di organizzazione e di programma. Gli indicatori che si costruiscono per il livello comunitario misurano a seconda dell’ambito di azione dell’organizzazione i cambiamenti delle condizioni o del benessere della comunità, e dei beneficiari del progetto.

• L’impatto è quella parte di outcome che viene imputata in maniera esclusiva alle attività realizzate dall’organizzazione, rappresenta quindi quella misura di outcome al netto dei cambiamenti imprescindibili che sarebbero avvenuti in qualunque caso e di quelli osservati ma attribuibili ad altri interventi.

La misura dell’impatto rappresenta quindi l’effettiva capacità del progetto di provocare i cambiamenti attesi. Gli indicatori di impatto misurano quindi la qualità e la quantità degli effetti di lungo periodo generati dall’intervento, descrivendo i cambiamenti nelle vite delle persone e lo sviluppo a livello globale, regionale e nazionale, tenendo conto delle variabili esogene che lo influenzano.

Il processo di cambiamento descritto dalla catena del valore dell’impatto è influenzato dal più ampio contesto generale in cui l’organizzazione opera. Comprendere adeguatamente l’ambiente in cui un progetto o programma si sviluppa è fondamentale per ottenere una valutazione di impatto attendibile per cui tra gli elementi chiave da considerare in un’analisi del contesto vi sono sia lo stato attuale e i trend futuri riguardanti la condizione di vita delle persone e l’ambiente circostante: naturale, socio-culturale, economico e istituzionale. In particolare, il raggiungimento dei risultati è influenzato da numerosi fattori o rischi esterni su cui l’organizzazione non detiene un controllo diretto quali la situazione socio- economica dei beneficiari, le resistenze culturali al cambiamento o l’influenza esercitata dai soggetti terzi e che costituiscono tutti fattori che possono impedire il verificarsi dei risultati attesi.

Per non trascurare questi fattori esterni si elaborano delle assumptions che rappresentano le condizioni base per la realizzazione e il successo del progetto, qualora queste ipotesi fossero violate la catena del valore dovrà essere riformulata. La catena del valore è utile a determinare qual è l’impatto sociale che un intervento intende generare, capire perché un cambiamento è avvenuto o meno per stabilire cosa può essere misurato.

La catena del valore dell’impatto rappresenta un modello dinamico che deve essere testato, messo in discussione con gli stakeholder e ridefinito nel tempo per intercettare le potenziali evoluzioni e modifiche del processo, anche al fine di evitare la sovrastima dei risultati e attribuire al progetto benefici non ascrivibili esclusivamente a esso.

Una volta definita la catena d’impatto, un’organizzazione può passare alla fase di selezione degli indicatori di output e outcome più adatti alla misurazione, questa non è un’attività semplice in quanto non esiste una regola universale per stabilire quale indicatore sia più appropriato da utilizzare, tuttavia esistono diversi criteri per

la selezione e lo sviluppo di indicatori come lo SMART32, che prevede che gli

indicatori siano Specifici, Misurabili, Accessibili, Rilevanti e Tempo definiti, o il QQT per il quale occorre includervi informazioni circa la Qualità, la Quantità e il Tempo. In generale è possibile affermare che un indicatore per essere selezionabile dovrebbe essere:

− rilevante rispetto all’obiettivo della misurazione; − specifico rispetto all’oggetto della misurazione;

− in grado di catturare l’essenza, ossia il chi, cosa, quanto, dove e quando; − ricettivo e sensibile rispetto ai cambiamenti che si verificano nel tempo; − attendibile in quanto proviene da una fonte di dati affidabile;

− monitorabile nel tempo pe permetter una comparazione rispetto al passato o ad altre organizzazioni;

− pratico, cioè semplice ed economico da usare.

32Si veda al riguardo Hehenberger, L., Harling, A. M., & Scholten, P. (2013). A practical guide to measuring and

Per agevolare il processo di individuazione degli indicatori è possibile anche avvalersi di metriche già esistenti, dato che l’utilizzo di indicatori standard riferiti a dati sulla popolazione può essere di beneficio perché permette di comparare i valori ottenuti con quelli di altre organizzazioni, dimostrare la capacità nel contribuire a risolvere problematiche sociali, risparmiare tempo e risorse da dedicare allo sviluppo di indicatori validi e affidabili.

Tra i maggiori standard a cui si può fare riferimento si possono citare infatti una serie di indicatori IRIS pubblicati dal Global Impact Investing Network (GIIN) o la raccolta di indicatori contenuta nella Sustainability Reporting Guidelines diffuse dal Global Reporting Initiative (GRI).

Un passaggio facoltativo, successivo alla selezione degli indicatori di outcome, è quello della monetizzazione degli outcome, che consiste nell’assegnare ad ogni outcome (o beneficio) un valore monetario.

Il procedimento di monetizza*zione degli outcome è molto utile per confrontare benefici sociali tra loro molto diversi, inoltre la monetizzazione permette di calcolare in valori monetari la somma dei benefici generati da un progetto. Monetizzare gli outcome non è semplice poiché i benefici sociali sono tipicamente beni non commercializzati e quindi non posseggono un prezzo di mercato, benché abbiano un valore per le persone che ne beneficiano.

Per arrivare ad assegnare loro un valore monetario è quindi necessario utilizzare delle proxy finanziarie ovvero stime del valore finanziario di un bene o servizio, inoltre la scelta di una buona proxy finanziaria non è un’attività di facile attuazione, anche perché, al pari degli indicatori, non ci sono regole certe rispetto a quale metrica utilizzare in situazioni diverse. Un buon punto di partenza è senza dubbio il coinvolgimento degli stakeholder, i quali, essendo coinvolti in prima persona, saranno coscienti del valore attribuibile ad un particolare beneficio, e quindi potranno facilitare la riflessione sul tipo di proxy da adottare.

Occorre comunque fare presente che esistono molteplici strumenti e metodologie per la misurazione dell’impatto sociale, spesso calibrate al tipo di organizzazione

che le utilizza, a seconda delle attività, degli obiettivi e degli aspetti dell’impatto che si intende misurare.