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d e l l ' a n n o successivo (1) Il privilegio che il re rilasciò in quest a
occasione al Sanseveri no è una di chiarazione di tutti i meriti che
il vassallo aveva verso di l ui : vi si ri cor dano anche gli a vve ni
menti posteriori alla battaglia di Sarno e l ' i mpr esa di C a l abr i a
c ondot ta da Rob er t o ad inestimabile vant aggi o del re, la c o nqu i st a
di Sal erno e del suo distretto per la quale egli aveva spes o del
suo più di 100 mila ducati, lo sprezzo g e n e r o s o di mo s tr at o di
fronte ai danni che nel f r at tempo i nemici a p po r t a v a n o alle terre
della sua famiglia (2). De g na ri compensa, d u n q u e , quel pri nci pato
di Salerno cui già i S ans eve ri no er ano pr e ce de n t e m en t e così inte
ressati. Oltre il titolo e i benefici connessi, R o b er t o ebbe, c ome
capo di gente d' armi al servizio del re, uno stipendio di 25 mila
ducati annui per una c ondot ta di 250 lancie (3).
Le condizioni del g ov er no feudale er ano quelle che dai t empi
di re Alfonso i grandi baroni avevano ottenute; ma il Sanseverino,
oltre la giurisdizione alta e bassa per tutte le cause, tranne poche
riserve per il re; oltre il diritto di bat t er mon e t a con l'effigie regia,
ott enne anche la prerogat i va che i beni dei ribelli che fossero suoi
sudditi, fossero incamerati da lui personal ment e, anziché dal fisco
regio (4). Il 27 n o ve m b r e Ferr ant e con un altro solenne privilegio
confermò tutte quest e concessioni, d i sponendol e anche a favore della
contessa madre e dei fratelli di R o be r t o (5)
Nel moment o della maggi ore grazia dei suoi rapport i col re,
il novello principe non dimenticò i suoi odi cont ro i C a p ano. Non
se n ' e r a in verità n e p p ur e dimenticato q u a n d o aveva trattato con
l'Angioino, perchè nei capitoli del l ' accordo aveva fatto inserire
una clausola commi nant e il divieto di pe r ma ne n z a nel Cilento a
(1) A m m i r a t o , pp. 12 13; C o s t a n z o , p. 559; V i n c e n t i , Teatro, cit., p. 102.
(2) 11 privilegio, ricordato nelle o pp. so pra cit., si trova, in copia, neM AR
CHIVIO Di S t a t o d i N a p o l i , tra carte della R. C am era della Som m aria in corso di ord in am en to .
(3) C o s t a n z o , p. 559.
(4) C o s t a n z o , 1. c. Ad esempio vedasi la concessione ch e il re fece al principe il 4 febbraio 1466, dei beni appartenenti al ribelle Cola Mazzeo di Salerno, utile signore di San M a u r o : doc. in P a e s a n o , o . c . , p. 58 .
(5) V e n t i m i g l i a , o. c., p. LXXXVI sgg. P e r alcune im posizioni fiscali g ravanti sui feudi, Roberto era te nuto pe rs o n a lm e n te anche per i fratelli: A r c h i v i o d i S t a t o d i N a p o l i , S u m m a ria e p a rtiu m , voi. 2, fol. 34 at. (19 n ov.
1469).
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-’-est erne un d o c u m e n t o c o ns er vat o a Simancas, p ub bl ic a t o in a p
pendice, di cui il Carucci non eb be notizia.
La ques t ione di Sal erno viene così collegata agli av v e ni me nt i
europei, cui era i nt imame nt e conne ss a e la cessione della città
al Gr i mal di è, se non giustificata, certo spiegata s uffi cient ement e.
Il Grimaldi, come m e m b r o della c o m p a g n i a o mo n i ma , era
cr edi t ore del sovr a no di ben 800.000 scudi, per cui si era so st i
tuito ad un altro banchiere, il Mar ino (1), ed aveva ant i ci pat o
750.000 scudi nelle fiere di Castiglia, che si t en ev an o in ot t o b re ,
e 50.000 anticipati in Napoli da Stefano Lomellino, p e r cont o p r o
prio dei Gr i mal di e par ti colarment e di Paolo Grimaldi,
“
che era
la p er so na del P renc i pe „ (2). I ra ppor t i di affari tra Nicola e P aol o
Gr i mal di risultano chi ar ament e dal d o c u m e n t o in qu es t ione e da
esso a pp a r e egua l me nt e che la cessione di alcune città r a p p r e
sent ava soltanto la mani er a di pagare parte dei debiti, che il
d e fic it
cronico, che travagliò le finanze spag nol e nei secoli XVI e XVII,
r e n d ev a mol to difficile (3).
In realtà il Gr i mal di non faceva un buo n affare. Il r e ddi t o
dei beni feudali era mi nore dell’ interesse che si p er cepi va dai
prestiti o da quella specie di titoli di re nd i t a che veni vano detti
ju ro s
(4). Ment re in questi ultimi casi il re d di t o oscillava da un
mi ni mo del 9 °/0 ad un mas si mo che, con gli interessi compos t i ,
r a g g i u n g e v a anche percentuali mol to elevate, il r e ddi t o dei beni
(1J S u l l attiv ità di Nic olò G r im a ld i e T o m m a s o M arin o, quali finanzia tori di Carlo V, p e r !e n ecessità del Milanese in to rn o al 1550 cfr. F. C h a b o d , Lo
s ta to d i M ila n o n ell im p ero d i C arlo V, Roma, 1934, p. 110 112. N ico lò G r i
m ald i, figlio del banchie re Agostino (R. C a r a n d e , C arlo V y su s b a n q u ero s, voi. II, La hacienda de C a stllla , M adrid, 1949, p. 590), ebbe una fu nzione di notevole im portanza, come fin a n z ia to re della politica im p e ria le ( C a r a n d e , op.
c it., voi. II, p. 177 590). Egli ed il M arin o f ig u ra n o nell’ * E lenco de los b a n
quero s, espa.Ioles y e x tr a n je r o s , s u s crip to res de las o p e ra c io n e s », im p e ria li, p ubblicato da R. C a r a n d e , E l credito de C a s tllla en el preclo de la p o litic a
im p e ria i, discorso letto alla R. Academia de la historia, M adrid, 1949, p. 63.
P u b b lica il testo di u n o p e r a z i o n e mista di cambio ed anticip o di Nicolò G r i m aldi a Filip po II per un milione d o r o , R. R o m an o , B a n c h ie ri g en o vesi a lla
corte d i F ilippo II, in R iv is ta sto ric a ita lia n a , LXI (1949), p. 245.
(2) A. S. V isita s de Ita lia , N a p o les, leg. 11, S c r ittu r e m iscella n ee s u l r e
g n o d i N a p o li (ms. della fine del sec. XVI), voi. II, f. 153 t.
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perché dalla lettura delle sodet t e ap er t am e n t e si vede essere c o n
verso in beneficio di Sua M.tà, la quale con il P renc i pe a 20 di
Luglio 1572 fe due contrattationi l' una di det t a città et t er r a et
l’altra del partito di 800.000 scudi sotto n o me di Paol o di Ori
maldo che era p er sona del Prencipe.
Sua Maiestà per cont o de la vendi t a restava cr edi t ore del
Prencipe et per cont o del partito restava debitore, talché il P r e n
cipe che per conto della c o m p r a era deb i tor e a Sua Maestà, già
li pagò effettivamente il prezzo in Thes or er i a et perchè era... (1)
per il sodetto partito potè Sua M.tà l i berandosi del debi to suo
pagarlo al Prencipe s e g u e n d o n e l ' effetto che la l egge port a il
Prencipe aver pagato il prezzo della c o m p r a a Su a M.tà e libe
rato se stesso et così la vendita restarà per fatta, et Sua M.tà
ment re l'istesso dana r o ha pagato al Prencipe, per u n ’altra causa
in conto del partito haver liberato se stesso et c o n s e g u e nt e m en t e
gli atti esser veri et non simulati, et il prezzo esser ver ament e
sborzato et converso in beneficio di Sua M.tà... (1) Et q u a n d o si
dice l’assertione in la vendita fatta al P renci pe non sia vera come
fatta prò bono pacis et man ut en t ione r e g n o r u m perchè il prezzo
sia pagato al Prencipe in cont o di partiti è vanità, perchè il cr e
dito del Re di pendeva dal partito fatto del '72 et del... (1), 1’ un o
et l'altro caminava per inanot enente delli regni di Sua M.tà tanto
di Fiandra et Spagna, come d'Italia, come da essi si legge.
Non obst a l'ultima ragione che havendosi a restituire al P r e n
cipe per il fisco il prezzo, non sara di tutta la quantità, ma la se
conda per la suspensi one et medi o generale sodetto, perchè q u a n
do a 20 di luglio '72 si fe tal vendi t a
(f. 155 t.)
et partito, il
Prencipe promese pagare il prezzo s odet t o dal pri mo di g e n n a r o
'73 per tutto aprile '78 a ragione di scudi 29.000 1' an n o con fa
coltà però di poterlo anticipare, come l'anticipò per tutto decem
bre '73 et l'istesso prezzo nel m o d o anticipato Sua M.tà lo pagò
all'istesso Prencipe. Se d u n q u e tal pag ame nt o fu finito nell' an no
'73, q u a n d o poi soggi onge la sospensi one general e al pri mo di
settembre 1575 non c o m p r e n d e r à li paga me n t i già fatti, ma quelli
che s'havessero a fare dal detto dì pri mo di set tembre '75 inanzi,
poi che Sua M.tà in quel gi orno salda et finisce tutti li conti
nell'... (1) che a quel t empo si t rovano.
Di più si dice di ques t a pretens ione qu a non se ne può t ra t
tare in corte di Sua M.tà e il fisco l'ha d ed ut t a cont ra il P r e n c i
pe, pret endendo lo p ag a me nt o delli scudi 64.000 et non la r i cer
cò nè dal contratto, l'esito della quale lite si v edr à a suo t empo,
ma in questo Tri bunal e non si può negare che il fisco in ogni
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(1) Lacuna nel testo.
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voglia ast rengerme a questo. Appre s s o essendo la chiesa di Salerno
di tanta riputatione quant a è ove è un capitolo de' canonici n o
bili, et sufficienti, et assai meglio instrutti di me di ciò che c o n
viene alla riputatione di quella chiesa, non potrei io consenti r a
una simil cosa, senza haverne il parere et conseglio loro, et non
vorrei al primo ingresso proporli una tal cosa, d o n d e forsi in
luogo di edificarli, come so debitore, li darei un g rave scandolo.
Oltre questo, ben so io come sta Gifoni et come sta tutto q ues to
regno, et so certo che non solo non h a nno d a p ot er dare 300
ducati Tanno per farse il vescovo, ma a fatiga vivono, et p os sono
rispondere a gl'antichi loro debiti. O n d e t emo che tra pochi mesi
o anni nascerebbe lite tra '1 vescovo e '1 popol o, et forsi al v e
scovo t occarebbe haver il torto et restar mendi co, come altre
volte è accascato.
Non lascerò toccar u n ’altra corda, la qual non tocca a me
sonarla, ma alli pari di V. S. R.maf et però come humil suo servo
humilmente glie la recordo, che la bassezza et poca stima nella
qual hogidì se t ruova l’ordi ne nostro episcopale in g r a n parte, è
nata dalla moltitudine de' vescovi et maxi me in q ues to regno,
ove ben deve V. S. R ma esser informata, in q u a n t o n u m e r o sono
cresciuti che appena se t ruova un vescovo che possa cami nar
una giornata, che non (venghi) in aliena diocese; et questi miseri
tempi pare che ricerchino più presto uni one che separatione.
Essendo finalmente quest a chiesa a n omi na t ion e di Soa M.tà
Cesarea, dalla qual io so stato nomi nat o, come V. S. R.ma sape,
non penso poter di segnar una cosa di tanto m o ment o, se la M.tà
Soa non mel comanda. Alla qual però pri ma che ubidisse, io s a
rei obligato con ogni riverenza et soget t i one dire il pa r er mio.
Et lasciando da parte li giuditij humani ,
nam p a r um est mihi
iudicari ab h u m a n o die - , t emo li giuditij di Dio de' quali vedo
due segni, uno del vescovo nomi nat o dalla felice me m o r i a di P a
pa Clemente, che Dio non lasciò g iong er ad esser vescovo, l’altro
del mio proxi mo pre dece ssor e al qual Dio non d i ede (t empo per)
quest o assenso che havea promesso.
Non harei usato tante parole con V. S. R.ma, se non fosse
(per il) dol ore che ho preso, di non haver pot ut o s empl i cement e
et senza replica ubi di re al desi derio di V. S. R.ma, dalla b e n i
gnità della quale s per o p er do no. Et così q u a n t o più humi lment e
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presto padroni, essendosi divulgato quest a sera, esser venut a fel
lucca, che porta aviso della presa di Vietri luogo considerabile
„
(1).
Ma i Francesi a Vietri s ubi rono un i mme di a t o forte scacco.
Furono costretti ad imbarcarsi frettolosamente, lasciando sul c a mpo
circa mille morti, tutti i feriti e un pezzo di cannone.
Gi o v a n n i Pr a t i c ò
(1) E. X X V . 3 b. 1040. S u l l a r i v o l u z i o n e n e l S a l e r n i t a n o v. G . CARUCCI, II M asaniello Salernitano, S a l e r n o 1 9 0 8 ; e A . S i n n o , E p iso d i Ign orati della rivoluzione popolare del 1647 in Salerno, in R ass. S tor. S a i., a VI (1 9 4 5 ), p. 64 s e g . v. i n o l tr e : F. P i n t o , Salerno a ssed ia ta d a i Francesi, N a p o l i , 16 5 3 , e Pe r a s s i, La spedizion e d i Tommaso d i Savoia verso Salerno nel 1648 n a r rata in un documento d i quel tem po, in R lv. M llit. /t a l., 19 14, d i s p . VII.
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Ottobre 11
Elenco dei debitori del conte di Sarno, d i v e
nuti ora, in virtù del provvedimento regio che ordi nava la confi
sca dei beni del detto conte, debitori della R Cor t e : Gabri el e
d'Afflitto di Castellammare di Stabia, deve ducati 22, tari 3 e
grani 9 come prezzo di 1000
passaturi,
e per una certa quantità
di rotoli di polvere comprati da Gi ac o mo di C a n n a ; N a r d o de
Amandi di Sarno, ducati 2 per l'adoa da pagarsi su di un suo feudo;
il maestro Tommaso
ferrarius,
ducati 2 a saldo di una certa p a r
tita di ferro ricevuta, a nome del Coppol a, da Nicola Castagnola;
Nicola Antonio
caraczarius (sic)
12 corazze nuove ; Vincenzo Fon
tanetta, 30 corazze nuove ; Nicola de Rosa, 10 spade ; Carl o di
Gaeta, una vela di nave ed un trinchetto ; Bart ol omeo siculo, du e
selle, tre briglie, una statera ; Lorenzo Tieri, ducati 8, tari 3 e
grani 2 a saldo del suo debito ; Angelo Bonello ramaio, 340 l ib
bre di metallo, 450 libbre di metallo lavorato, 3 caldaie di bronzo
del peso di 166 libbre e 25 libbre di ferro
(fol. 133 t°-134, f ) .
Ottobre 18
Il dottore in legge Pirro Pisanello, che aveva
ricevuto dal conte di Sarno una certa quantità di canne di c o t o
nina, è dichiarato debitore di 1044 canne di cot oni na verso la
R. Corte oppu r e del prezzo corri spondent e, valutato a 18 grani
per canna
(fol. 134 t°-135).
Ottobre 20
Gi ac omo An dr e a Coco, razionale della R. C a
mera della Sommaria, che aveva ot tenut o dal conte di Sarno la
somma di oncie 25, tari 4 e grani 8, viene dichiarato debi tore
della stessa somma verso la R. Cort e
(fol. 135, f ) .
Ottobre 26
Pasqual e Diaz Garl on conte d' Alife, poiché
aveva ricevuto in prestito dal conte di Sarno una certa s om m a
di danaro ed aveva di mostrato, per mezzo del suo p roc ur a t or e
Carlo Frezza, di avere in parte soddisfatto il suo debito, viene
dichiarato debitore della R. Cort e per ducati 666, tari 1 e grani 7.
(fol. 136 f 1 3 7 ) .
Novembre 3
Gli eredi di O r l a n d o di Barisono di Trani,
che avevano ricevuto dal conte di Sarno un a certa quant i t à di
danaro, sono dichiarati debitori della R. Corte, come dal c o m p u t o
di Antonio de Mignano, di ducati 154 e grani 7
(fol. 137, t°).
Novembr e 14
Lista dei debitori del conte di Sarno che
ricevono l ' ordine di soddisfare i loro debiti alla R. Cort e : in
Aversa : Alfonso di Sasso deve ducati 39, tari 27 e grani 5, parte
a saldo di un suo d e b i t o r e parte come prezzo di 200 tomola di
grano; lo stesso insieme con gli altri suoi fratelli, eredi del notaio
Renno, ducati 4, tari 15 e 100 t omola di g r a n o ; Gr e go r i o de Gri
maldis, ducati 3, tari 5 a saldo del suo debito ; Simone Pietro di A n
drea, ducati 28, tari 5; Matteo Barnaba, ducati 26, tari 20; Raffaele
Peroscino, ebreo, ducati 14, tari 15 per acquisto di orzo; F r an ce
sco Bardario 3000 t omola di orzo. In C ap u a : Gi ovanni Cito e i
suoi eredi, devono, a saldo del loro debito, ducati 6, tari 4, grani
4; Braccio di Capua, tari 17, grani 10; gli eredi di Mat teo di
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di Venafro, ducati 6; Oi acomo de Riso, ducati 2, tari 2, grani 10
come prezzo di 4 tomola di grano ; Cat eri na Brancaccio, ducati
12, come prezzo di 40 tomola di grano, valutati a 3 carlini per
tomolo; Nicola di Serino, ducati 6, tari 3, grani 10, a saldo del
suo debito; Santolo Musillo, come fideiussore di Nicola Musillo,
ducati 3; Antonio Maiorichino, ducati 2; Ga zari no Pistor, ducati 9,
tari 1 ; Martino Pistor, ducati 6, tari 2, grani 10; Bart ol omeo di
Cilento, ducati 4, tari 3, grani 10; Ga l e one di Nola, ducati 2; un
certo Securanza, ducati 7 ; Antonio Confal one di Amalfi deve
restituire due muli a lui consegnati per e s egui r ne
le
selle
(fol. 150f 151).
Nov e mbr e 28
Raffaele Pirosino, ebreo, che per acquist o
di una certa quantità di orzo aveva ot t enut o in prestito ducati 27,
tari 1, è dichiarato debi t ore della R. Cort e per altrettanti ducati.
(fol. 150).
Dicembre 1
Nicola Angelo de Ajello, signore della terra
di Abetina (in Pri nci pat o Citra), che per alcuni paga me nt i fiscali
della detta terra, aveva ricevuto dal conte di S a r no ducati 239,
tari 9 e grani 16, è dichiarato debi tore della R. C o r t e p e r al tret
tanti ducati,
(fol. 152).
Dicembre 20
Gi ovanni Pou, che aveva o t tenut o dal conte di
Sarno 3873 ducati, e 3 grani, avendo in parte soddisfatto il suo
debito, è dichiarato debi t ore della R. Cort e di ducati 1973 e
grani 3.
(fol. 160 t°).
Dicembre 20
Franzone Salato, Nicola suo figlio e i fratelli
Alessandro, Giliberto e Dami ano Salato di Amalfi, che, a ve ndo
come loro fideiussori, Ansei mo dello Iodice, Pal meri o Pisano, C r i
stofaro Salato, An dr e a dello Bagno, avevano ricevuto dal conti
di Sarno, ducati 1100, v e n g on o ora dichiarati, mercè il p ro vv ed e
mento di confisca dei beni di det t o conte, d ebi t ori della R. Cort e
in ducati 584 e grani 10, a v e nd o già in parte soddisfatto il loro
debito,
(fol. 161).
Dicembre 20
Elenco dei debitori del conte di Sarno che
hanno ricevuto l 'ordine di soddi sfare i loro debiti alla R. Corte,
in seguito al p r ov v e di me nt o di confisca dei beni del det t o conte:
In Castellammare di Stabia : Pet rucci o M ont agn a no , come fideius
sore di Andrea Catìffo, deve ducati 7; T o m m a s o Taliano, 20 sac
elli oppure il prezzo corr i sp ondent e, valutato a ducati 1, tari 3;
in Cava: Paolo Costa, ducati 14; in Aversa: G r e g o r i o de Grimal
dis, per un mutuo, ducati 19 ; in C a p u a : gli eredi di Gi ovanni
Cito, ducati 36, tari 4 e grani 4, a saldo del loro debito; in
Acerra: Domenico
de Lacerra,
per un mut uo, ducati 6; in Sessa:
Nicola di Loffredo, ducati 6, tari 2, grani 8 a saldo del suo d e
bito; gli eredi di Francesco, figlio di G i a c o m o di Mar zano (alias)
Fusco di Sessa, ducati 10, grani 5 per una certa quant i t à di panni;
in Mondragone : gli eredi di O i a c o m o G i r r o n d e, ducati 34, tari
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SU L L A CONFISCA DEI BE N I DI F R A N C E SC O C O PPO L A
grani 10; Raffaele Segese, ducati 27, tari 2, grani 10; Gi acomel lo
de Vitillo, ducati 31, tari 4, grani 10; Frabile Segese, ducati 3,
tari 2; Pinio Pettagrino, ducati 10, tari 2; Leonet to Mar ti gn an o,
ducati 2, grani 2; Alfonso Segese, ducati 35, tari 4, grani 10; Mi
cheletto Stellato, ducati 45, tari 1; e tati 2, grani 10 per le spese
dell’istrumento; Alessandro de Farco, ducati 25, tari 2, grani 10
ed in caso di inadempienza di costui, v en gono dichiarati debi t ori
per la stessa somma Pietro de Fatto, Ci pri ano e Marsilio Segese;
Gi acomo Maiorichino e Cristofaro Murchino, tari 2, grani 10;
Leonetto Martignano ed il maest ro Valente di Salerno, ducati 50,
tari 2, grani 10; Stefano Segese, ducati 8, tari 4, grani 17; Salan
gio de Alfieri e Maso di Aversa, ducati 4, tari 1, grani 5; Frabi
le Segese, ducati 16, tari 3, grani 2; Cos t a nt ino Ferrario e
Duc
tulus
della Scalea, ducati 1; Pietro de Farcho, ducati 29, tari 2,
grani 15; Salvagio Guadagno, ducati 26, tari 3, grani 15; Mi che
letto Stellato ed Alfonso Segese, ducati 60, tari 2, grani 10.
(fol.
172-173,1°).
Gennai o 19
L'Università di Sorrento, che aveva ricevuto
dal conte di Sarno per acquisto di 300 t omola di grano, 120 d u
cati, avendo già in parte soddisfatto il suo debito, è dichiarata
debitrice della R. Cort e di ducati 26, tari 4, grani 10.
(fol. 175 e f ) .
Gennai o 20
Filippo Strozzi e soci, che avevano ot tenut o
in custodia dal conte di Sarno 5000 ducati d' oro, ri cevono 1’ o r
dine di devolvere alla R. Cort e la predetta somma,
(fol. 186 e t°).
Gennaio 22
L’Università di Amalfi, che aveva ri cevuto dal
conte di Sarno ducati 60, tari 4 e grani 10 per acquist o di due
bombarde, 4 maschi del peso di 8 cantari e 70 rotoli è di chi a
rata debitrice della R. Cort e per altrettanti ducati,
(fol. 176 t°).
Febbraio 5
L’erede del mercant e catalano Augi a Ficardo,
che aveva ot t enuto dal conte di Sarno, ducati 440, ave nd o in
parte soddisfatto il suo debito, viene dichiarato debi t ore di ducati
25 e tari 1 verso la R. Corte,
(fol. 181 f ) .
Febbraio 14
Angliberto del Balzo, conte di Ugento, a ve n
do ricevuto dal conte di Sarno ducati 11000 per un mut uo, è
dichiarato debi t ore della R. Cort e di ducati 4806, tari 4, grani 1
a saldo del suo debito,
(fol. 189).
Febbraio 14
Si ordi na a Matteo Coppo l a di Napoli, che
aveva ricevuti dal conte di Sarno ducati 6239, grani IOV2, di de v ol
verli alla R. Corte,
(fol. 190 e t°).
Marzo 13
Pietro de Ponte, che aveva esatto à n om e del
conte di Sarno i diritti relativi alla gabella della
platea
maggi ore,
viene dichiarato debitore della R. Cort e di ducati 2, tari 1, grani
17‘/2
(fol. 219).
Aprile 27
Binda Tol omei di Siena, essendo debi tore del
conte di Sarno per ducati 3000, mutuati al fu Bucio To l o m e o
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-non siano tenuti a dare aggi ut o et favore, eccetto che q u a n d o si
aclamasse da detti Officiali o huomi ni di g u ar d i a in detta aclama
tione, si osservi la Costitutione del Regno.
Il Mar chese di C a
merota.
7 Item occorrendo venire Provvisioni della G r a n Cor t e della
Vicaria, o d'altro Tribunale, detto Illustrissimo Sig. Mar che e non
possa pretendere li carlini t renta per il Cor r i er e sotto colore di
trasmettere li atti, ma la copia di quelli co nf or me viene o r di na t o
consigliarla alle parti, habita apoca de recept o a beneficio del Ma
strodatti. Il Marchese di Camerot a.
8 Item si supplica che li Carcerati per qualsivoglia causa,
così civile come criminale, non siano obligati a p aga r e più che
grana cinque di portello, come anco quelli che s ono con detta
Terra, acqua, et herba, com u ne q u a n d o p r o n o t t a r a n d o et non
pronottando, nihil, et che det t o Carc eri er e sia Cittadino, et non
forestiero nè creato di detto Illustrissimo Sig. Marchese. 11 M a r
chese di Camerota.
9 Item che in caso che detto Illustrissimo Sig. Mar chese
eliga alcune persone per Erarij che non s' a b b i a da allibrare, ec
cetto che le Cose feudali, e non burgensatiche, volenti, et iusto
salario; et che detto Erario, h ave ndo fatto la di scussi one con li
debitori, non sia tenuto ad altro, ma si i nt enda di scaricare det t a
partita, mostrato che haverà legitime scritture, et anco li Erarij
passati si debbi ano discaricare dalle significatorie tutte le partite
le quali appa reno inesigibile, et il Salario non si ab b i a da essere
meno di docati quat tro il mese, et a quelli Erarij che h an n o p a
gato li d eb b a fare la quietanza, et che detti Casali non siano
obligati et che non si habbi ano da allibrare, eccetto che le cose
correnti. Il Marchese di Camerot a,
10 Item si supplica che det t o Illustrissimo Sig. Mar ches e
voglia esibire il pitaffio delle Carcere di detta Ter ra, giacché è
nostro, acciò stia per memori a affisso in dette Carcere.
Il M a r
chese di Camerot a.
11 - Item che le Università d an do ne alla Co rt e qu at t ro ba-
glivi cioè la Terra, e dui il Casale di Cusati, et uno il Casale di
Lentiscosa, che in tutto sono sette, la detta Cor t e non possa p r e
tendere altro, et dette persone eligende si eligano da det t e U n i
versità a loro arbitrio, e che detti baglivi eligendi non abb i an o
peso di servire d op o levata Cort e eccetto che d ent ro det t a Terra,
et Territorio, et che siano persone solite, et non artigiani nè che
sappiano scrivere et leggere, e vol endo detti Officiali servirsi di
detti baglivi, li debbi ano pagare, ut Cives.
Il Mar ches e di C a
merota.
12 Item che li affittatori della Bagliva non abbi ano peso di
esigere li proventi di detta Bagliva, ma che sia peso di det t o Illu
strissimo Sig. Marchese, conforme è solito farsi esigere detti prov
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prevalenza da Pisa, Marsiglia e Ge no va (1). Ad Amalfi esisteva
un cantiere navale non regio (2); si po t re b be anche s u p p o r r e u n a
maggiore floridezza dell'attività costruttiva a u t o n o m a degli A ma l
fitani rispetto a quella dei cantieri regi. Tut t avi a il d o c u m e n t o è
posteriore al 1343, data che si ritiene l’inizio della dec adenz a di
Amalfi; inoltre tutti gli Amalfitani, che sono nominati in esso c o
me nel d oc ume nt o 1, s ono detti residenti a Napoli. P u ò darsi
che ormai la prosperità degli Amalfitani non fosse t ant o nella
loro città d'origine, q ua n t o nelle nu me r o se loro colonie nelle m a g
giori città marittime del Regno e parti colarment e in Napoli, che
ormai tutte superava (3).
Similmente era forse diretto più agli Amalfitani, come per s one
d o v u n q u e residenti e sudditi del Regno, che ad Amalfi come
città aut onoma, il privilegiò del 1360 con cui i Pisani c on f e r ma
vano loro l'esenzione da ogni dazio. E' notevole che di tale esen
zenzione non si parla nel trattato del 1126 tra Pisa e Amalfi (4).
Nè nell'uno nè nell'altro do cu me n t o si parla di consolati. In una
lettera di Innocenzo VI, pubblicata dal Coniglio (5) pare si faccia
ri mont are l'esenzione al t empo di Robert o d'Angi ò. Que st o, nel
recensire l'articolo del Coniglio (6) ci fece s up po rr e che 1' es en
zione fosse stata i mposta dal re Ro ber t o ai Pisani, q ua n d o, falliti
gli ultimi tentativi ghibellini, si t rovò arbit ro in Toscana. O s s e r
vavamo anche che il richiamo all'osservanza da parte del papa
nel 1362 pot eva essere messo in relazione con il ri nnovar si della
guer ra tra Pisa e Firenze e qui ndi con uno s po s t a m e n t o della
politica internazionale, che poneva di nuovo Pisa in rapport i poco
amichevoli col papa e col regno di Sicilia. Però d o v e v a mo rico
noscere che nes s un cenno all'esenzione si t rova nel trattato del
1314 tra i Pisani e re Roberto, dove si parla g en e r i came nt e di
rinnovare le " amicales tractationes habilitates hono r e s et logias
in civitate pisana „ consueti ai tempi di Carlo I e II e si richiede
ai Pisani di non aggr avar e di nuovi dazi i sudditi del Regno, m a
(1) Y v e r , o p . c i t . , p. 145, 147 se g . (2) Y v e r , o p . c i t . , p. 129.
(3) Y v e r , o p . c i t . , p. 168 s e g . , 173, 39 7 s e g .
(4) B o n a i n i F . , Due carte pisano amalfitane, in « A r c h i v i o S t o r i c o I t a l i a n o », s. Ili, t. V i l i , p. 1, 1868. (5) in « N u o v a r i v i st a st o r i c a », 19 41- 19 45, p . 110. (6) In « B o l l e t t i n o S t o r i c o P i s a n o », 194 5-194 7, p. 122 s e g g .
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mercanti amalfitani erano presenti un pò d o v u n q u e ci fossero
buoni affari da concludere. La lettera di Innocenzo VI è scritta
si a favore degli Amalfitani, ma ,, c o n s i d e r a t o n e ca ri ss i morum in
Christo filiorum nostrorutn Ludovici regis et Jo bann e regine Sici
lie.... quo r um sudditi sunt " La stessa esenzione di gabelle g o d e
vano ab antiquo a Pisa i mercanti di Ischia (1).
Se non è dimostrabile l ' esistenza di consolati ad Amalfi e
Pisa tutelanti le reciproche relazioni commerciali, s em b ra in ogni
modo dai document i citati abbastanza di mostr at a l ' intensità d e
gli scambi tra i cittadini delle due città. Del resto Amalfitani e
Pisani avevano ben occasione di incontrarsi altrove. E ’ di mostr at a
l'esistenza di consolati pisani a Napoli fin dal sec. XIII (2) e nel
Principato, cioè a Salerno, almeno al principio del sec. XiV (3),
non pot endosi dare molta import anza alla testimonianza di un
cronista che già nell'871 ben 2000 toscani, evi dent eme nt e in m a g
gioranza Pisani, a vr ebber o di morat o a Salerno, perchè può anche
trattarsi di una presenza occasionale nel port o (4). Anche la
sopra detta esportazione del vino greco di Calabria può aver dat o
l uogo a larghi rapport i con gli Amalfitani, come con i Catalani.
I Pisani stessi per sè o per il loro retroterra fur ono forti i m p o r
tatori di tali vini (5). Si può ammet t ere o che navi amalfitane e
catalane t rasportassero quest a merce a Pisa o viceversa che navi
pisane la abbi ano acquistata da mercanti amalfitani e poi t r a s p o r
tata a Pisa o a Maiorca o in Catalogna.
Quest a frequenza di rapporti tra Pisa, Amalfi, Maiorca e la
Catalogna può essere interessante anche per r igu ar do ad un altro
problema. E' noto che la Tavola di Amalfi c o m p r e n d e alcune
rubriche e preci sament e quelle 59 62, che sono t raduzi one lette
rale di quelle 27, 28, 32 34 del r e gol a ment o per il consol at o del
mare di Valenza ed è anche noto che si hanno molte analogie
tra la legislazione amalfitana a quella di Messina, che, a sua volta
presenta stretti rapporti con la legislazione di Valenza e Barcel
( 1 ) Yv e r, o p . c i t . , p . 170. (2) Yv e r, o p . c i t . , p. 2 2 7 s e g g . ; Sc h a u b e, o p . cit., p. 2 1 0 s e g . (3) S c h a u b e , o p . cit., p . 159. ( 4 ) R o s s i S a b a t i n i , L'espansione, p . 44 . (5) Y v e r , o p . c it ., p . 105; Lu z z a t t o, o p . ci t. p. 12 2 (d a i li b ri d i c o m m e r c io d e i P e r u z z i); A . S . P ., Comune, d i v i s . A, n. 117, c. 166.
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-p er -p e t u o t ot um id ac qui t qu id et q u a n t u m -pe r -pre di ct u m -procu
r a to re m e o r u m et alium s u bs t it u e n d u m i amdi ct um in predictis et
circa premi ssa ac t u m et p r o c u r a t u m fuerit sive g e s t u m s ub ypo
teca et obl i gat ione o m n i u m b o n o r u m s u o r um et cuiuslibet e o r u m
de m pre sent ium et f u t u r o r u m dicto videlicet p roc u r at or i prò se
ipso a p u d nos prefatos n ot ari um et testes et michi prefato n o t a
rio t a mq u a m per son e publice officio puplico prò par te et nomi ne
o m n i u m q u o r u m et cuius inde i nterest et pot eri t interesse a p u d
predict os iudi cem et testes pro mi ss ion em fi deiuxionem y po t ec a m
et obl i gat ione m e a sd e m in sol i dum reci pi ent ibus et legittime sti
pul an t ib us a const i t uet i bus s upradicti s et q u ol ibet e o r u m d e m . In
q u o r u m o m n i u m t es t imoni um et predicti pr oc ur at o r i s et o m n i u m
aliorum q u o r u m et cuius inde i nterest et pot est interesse certitu
d ine m et cautel am factum est e xe mpl um p re s ens pupl icum pro
curat i onis i n s t ru m e n t u m per m an u s mei notarii supradicti signo
meo solito si gnat um sub s cr ipt i oni bus mei prefati iudicis et n o
s t rum s ub s cr i p t o ru m test i um s u b s cr i pt io ni bu s r o b o r a t u m. Q u o d
scripsi ego p r e di c tus not ari us Nicolaus qui premissis o m u i b u s ro
gat us interfui et meo c ons ue t o signo signavi ac arrasi s upe r iu s
ubi legitur cr imi na et defect us o p p o n e n d u m non vicio set qui a
s cr i b e nd o casualiter erravi. (S. N.)
(S. N.) Ego S y mo n Rapi ca nus qui s up r a i udex ad contractus
subscri ps.
(S. N.) Ego not ari us Ni col aus P u l d e n c u s de Neapol i predi
ctis me subscripsi.
II.
1353, m a g g i o 19, N a p o l i .
C o n tra tto d i nolo p e r una nave a m a lfita n a che doveva ca rica re m erci a Sorrento, Tropea e M a io rca
ARCHIVIO DI S t a t o IN P i s a , D ip lo m a tic o , C a p p e lli.
(C) In nomi ne domi ni nostri Jesu Christi amen. An no nativi
tatis ei usdem millesimo t recent esi mo q u i n q u a g e s i m o tertio regnan
t i bus serenissimis domi ni s nostris d o m i n o Ludovi co rege et d o
mi na Joh an na regina Dei gratia J er usal em et Sicilia du c a tu s Apulie
et pr i nci patus C a p u e Provi nce et Forcalquerii ac P e d em o n t i s comi
tibus r e g n o r u m vero predicti domi ni regis a nno qui nt o prefat eque
d o mi ne regine an no u n de c imo feliciter a men die n o n o de c i m o men
sis inaii sexte indictionis Neapoli.
Nos S ymo n Rapi canus de Littera civis neapol i tanus per pro
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-subscripti ad hoc specialiter vocati et rogati presenti scripto nu
blico f at emur at que t es t amur q u o d pre s cr i pt o die in nost ra pre
sencia constitutis C uc hul us Paulillus de C o nc h a Amalfie dot ni nus
et p at ronus unius cocche vocate Sanct us Salvator nunc in port u
Neapolis existens sicut dixit s po nt e predict am coccham naulithavit
nobilibus viris d omi no Boffulo Brancaccio militi et Johanni Archa
m on o de Neapoli i bidem present ibus et c o n d uc en t i bu s prò se ipsis
in viagium Mai ori carum sub pactis et c o nve nt i oni bus infrascriptis
videlicet q u o d promisit dictus p a t ron us i ncontinenti velificare et
recedere de dicto por t u Neapolis cum dieta sua coccha et recto
viagio ac cedere ad p o r t u m seu plagiam Surrenti et inibi elevare
stivam vegetutn de mena c e n t u m q u a d r a g i n t a et ipsa stivo oner at a
statim a bi nde velificare et re cede re et recto viagio ac cedere ad
p o r t um T r o p e e et inibi e xone rar e stivam ipsam et infra dies octo
applicuitionem ipsius cocche i bi dem i mmediat e seque nt e s oner are
et onerat as habere in predict a coccha nomi ne i ps or u m conducto
r um predictas vegetes de m ena c e n t u m q u a d r a g i n t a plenas vino
ru b eo de Tropea, ad rati onem videlicet de florenis de aur o tribus
et medi o boni s et iusti p o nde r is ac boni et electi auri et recti
cunei civitatis Florentie prò naulo cuiuslibet vegetum p redict arum,
sol vendo naulo ipso eidem p at rono in civitate Mai ori carum infra
dies octo exone rat ionem ipsius cocche de presenti viagio in di ct um
p or t um Mai ori carum i mmediat e sequentes, et in tota prosecut ione
dicti viagii ha be re p r edict am coccham diligenter et bene stagnami
re pera t a m g ua r ni t am et fornitam affiso c o r re d o et marenari i s opor
t u n i s ; et diligenter et bene cust odi re et salvare iuxta suum posse
hui usmodi onus et integre e m e n d ar e eisdem c o nd u c t o r i b u s vel
e or um alteri t ot um illud q u o d de predictis vegeti bus et vino per
di tum vel d eva st a t um fuerit in prosecut ione dicti viagii culpa vel
malitia aut mala cust odi a dicti patroni vel m a r e n a r i o ru m et per
sonarutn aliarum diete cocche aut aliter occasione ipsius coche
non st agne non reperate non guar nit e et non fornite diligenter et
bene ut super ius est expr ess um. Et e cont ra predicti d o mi nus
Boffulus et J ohannes premi ssa ratificantes spont e p romi se r un t et
se solenniter et in solidum obl igaver unt eidem p at ro no stipulanti
predict am stivam dare et dat am habere in dieta plagia Surrenti
i ncontinenti cum dieta coccha applicuerit ibi dem et dei nd e pre
di ct um o nu s dar e et dat um in dicto p or t u Tr o pe e infra dies octo
i amdictos et s u bs eq u e nt er predict um n aul um dare et solvere vel
dari et solvi facere in civitate Mai ori carum infra dies octo iàtn
dictos ut super ius est expr es su m. Et ampl i us promisit ipse p a t r o
nus non o ner are seu onerari facere in dieta coccha aliquam vege
tem seu carratell um pl enam seu pl enum vino latino vel grecui n
alterius cuiusvis p er sone nisi t a n t u m m o d o corrat el l um p i o nau
clerio ipsius cocche. Et amplius ipse p at ro nus vendi di t et vetidi
cionis nomi ne dare convenit predictis d o m i n o Boffulo et Johanni
magistris cabelle salis Pri nci pat us et Te r r e Labor is i bi dem pre
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