l’agricoltura lombarda conta - 2014
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura
Comitato di redazione
Sabrina Giuca, INEA (responsabile); Maria Silvia Giannini (coordinamento per la DGA Regione Lombardia); Alessandro Nebuloni, DGA Regione Lombardia; Roberto Pretolani, DEMM; Renato Pieri, SMEA; Roberto Cagliero, INEA; Francesca Marras, INEA
Referenti tematici
Daniele Bellomo, Danilo Bertoni, Lucia Briamonte, Roberto Cagliero, Maurizio Castelli, Stefano Dell’Acqua, Maria Silvia Gian-nini, Sabrina Giuca, Rita Iacono, Teresa Lettieri, Pietro Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Sonia Marongiu, Renato Pieri, Roberto Pretolani, Maria Rosaria Pupo d’Andrea
Revisione editing
Sabrina Giuca e Maria Silvia Giannini Elaborazioni
Marco Amato, Alessia Fantini e Fabio Iacobini Coordinamento editoriale
Benedetto Venuto
Progetto grafico e realizzazione Carlo Silva e Fabio Lapiana Fotografie
Carlo Silva Edizione Internet Massimo Perinotto Segreteria
Lara Abbondanza, Debora Pagani, Francesca Ribacchi, Novella Rossi
Si ringraziano: Maria Teresa Besana, Gabriele Boccasile, Roberta Capretti, Andrea Corapi, Gloria Corti, Ersilia Di Tullio, Stefano Foschini, Claudio Liberati, Andrea Massari, Giovanna Nicastro, Donatella Parma, Antonio Pepe, Andrea Povellato, Marina Ragni, Serena Tarangioli, Roberto Tonetti
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“L’Agricoltura lombarda conta” rap-presenta uno strumento informativo di facile consultazione, proposto dalla Direzione Agricoltura di Regione Lom-bardia con periodicità annuale, per offrire ai diversi operatori di settore, attraverso dati e indicatori, l’aggior-namento delle principali caratteristi-che e dinamicaratteristi-che riguardanti il sistema agroalimentare e forestale lombardo. Questa edizione sarà di particolare utilità anche in occasione dell’evento internazionale Expo Milano 2015, per coloro che rivolgono la loro attenzione ai temi dell’alimentazione, in termini sia di food safety sia di food security, in una logica di sviluppo sostenibile, e vogliono trovarne la dimensione e declinazione nella realtà del sistema produttivo regionale. La disponibili-tà continuativa di questo opuscolo è resa possibile dall’accordo di collabo-razione tra Regione Lombardia, INEA, DEMM e SMEA, per la condivisione e la valorizzazione delle informazioni statistiche e delle analisi riguardan-ti il sistema agroalimentare, condotte a supporto della più ampia attività
programmatoria regionale. Il siste-ma agroalimentare lombardo è il più importante a livello italiano e uno dei più rilevanti nel contesto europeo. Ciò nonostante le sue componenti hanno ri-sentito della difficile congiuntura con-seguente alla crisi economica globale. Mentre ormai da tre anni il valore della produzione agricola, pari a 7,4 miliardi di euro (13,9% sul totale na-zionale) si mantiene superiore ai livelli pre-crisi, il valore aggiunto, dopo aver recuperato la caduta del 2009, non ri-esce a dare segnali di ripresa (-1,5% nel 2013), sia per la produttività dei fattori legata anche ai risultati pro-duttivi di annate agrarie sfavorevoli (2012 e 2013), sia per ragioni di scam-bio svantaggiose per il settore agricolo, sebbene nel 2013 ci sia stato un lieve miglioramento (+0,2%). Il valore della produzione agroindustriale regionale, pari a 13,3 miliardi di euro (16,3% sul totale italiano), grazie al ruolo dell’in-dustria alimentare, cresce nel comples-so ancora dell’ 1,1% rispetto al 2012, a fronte di una domanda interna di beni alimentari che rimane depressa, e di
un continuo andamento positivo del-le esportazioni agroalimentari (+4,6). L’oscillazione dei prezzi ha determina-to negli ultimi anni una grande varia-bilità dei risultati economici del settore agricolo nei diversi comparti con dina-miche differenziate e con impatti anche per l’industria alimentare. Il numero delle imprese del settore agricolo subi-sce una progressiva contrazione (-3,2% tra il 2012 ed il 2013) con un incremen-to del tasso di mortalità che resta co-munque più basso di quello nazionale, mostrando la continua maggiore te-nuta delle imprese agricole lombarde. Se la vocazione zootecnica e il deciso orientamento alla trasformazione in prodotti tipici costituisce uno dei prin-cipali punti di forza, diversi sono gli elementi di complessità, presenti nel quadro di contesto globale, che mettono in pericolo la redditività dell’impresa; per questo l’impegno della politica re-gionale è di adottare scelte strategiche, capaci di dare prospettive al futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Nel corso del 2014 hanno rappresenta-to un esempio positivo, in quesrappresenta-to senso,
il riconoscimento del ruolo predomi-nante della zootecnia alla quale è stato destinato oltre il 50% degli aiuti ac-coppiati definiti nell’ambito del Primo pilastro della nuova PAC; e, sempre ri-guardo il sostegno al reddito degli agri-coltori, la decisione di mantenere, in periodo ancora congiunturalmente dif-ficile, lo stanziamento per l’erogazione dell’anticipo regionale dei fondi PAC, pari a più di 310,5 milioni di euro, del quale beneficiano circa 30.500 agri-coltori lombardi. Certamente in vista dell’abolizione del regime delle quote latte, l’inattesa crisi tra Ucraina e Rus-sia e il conseguente embargo all’export per alcuni prodotti agroalimentari, per lo più prodotti nella macroregione agricola del Nord, hanno fatto com-prendere come possa essere importan-te, per stabilizzare la remunerazione delle imprese e consentirne percorsi di crescita, l’adozione di strumenti di re-golazione di mercato a livello di
siste-ma complessivo e di protezione dalla volatilità dei prezzi, anche attraverso forme di assicurazione; in questa di-rezione occorre lavorare con tutte le parti interessate per una condivisione delle possibili soluzioni. Il Programma di sviluppo rurale sappiamo rappre-sentare una fonte finanziaria di rilievo destinata al sostegno e allo sviluppo dell’agricoltura regionale. Dal 1° gen-naio 2015 sarà operativo per il setten-nato 2014-2020 il nuovo PSR, che met-terà a disposizione, complessivamente 1,157 miliardi di euro, con 133 milioni di euro in più rispetto alla programma-zione precedente. Tra le linee di azioni che declinano le scelte strategiche della Regione, trovano particolare attenzio-ne gli interventi volti all’innovazioattenzio-ne e alla competitività delle imprese e delle filiere agroalimentari che saranno ca-ratterizzati da un maggior approccio di sistema.
Infine, certamente Expo è una grande
opportunità per costruire e rafforzare il vantaggio competitivo delle imprese della filiera agroalimentare, in parti-colare per lo stimolo all’innovazione e all’apertura a nuovi canali; ma Expo intende essere anche occasione per promuovere lo sviluppo di risposte concrete ed efficaci ai problemi; costi-tuirà così il momento per condividere con le Istituzioni dell’Unione Europea e con i Paesi comunitari un documento sulle linee d’azione per prevenire e ar-ginare il problema della contraffazione in campo agroalimentare.
Il cosiddetto “Italian sounding”, oltre a produrre un danno economico diretto, determina la riduzione della percezio-ne di qualità del prodotto originale da parte del consumatore.
Rispetto a questi aspetti, quindi, oc-corre intervenire per meglio tutelare le nostre produzioni e per accrescere la conoscenza della tracciabilità, dell’o-rigine e della qualità delle produzioni. Gianni Fava Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia
ECONOMIA E AGRICOLTURA
Territorio e popolazione pag. 10 Aree protette pag. 16 Prodotto interno lordo pag. 21 Valore aggiunto pag. 24 Occupazione pag. 26
SISTEMA AGROINDUSTRIALE
Componenti del sistema pag. 32 Industria alimentare e cooperazione pag. 34 Distribuzione pag. 39 Scambi con l’estero pag. 41 Consumi alimentari pag. 44
AGRICOLTURA
Andamento agrometereologico pag. 48 Risultati produttivi in agricoltura pag. 50 Consumi intermedi pag. 60 Investimenti pag. 63
Prezzi pag. 66
Strutture in agricoltura pag. 69 Risultati economici delle aziende agricole pag. 80 Meccanizzazione pag. 90 Credito agrario pag. 93 Mercato fondiario pag. 96
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SOSTENIBILITà E MULTIFUNZIONALITà
Gestione delle risorse idriche pag. 100 Pratiche agricole pag. 104
Foreste pag. 108
Pesca e acquacoltura pag. 112 Agroenergie pag. 114 Prodotti a denominazione e tradizionali pag. 117 Agricoltura biologica pag. 126 Produzione integrata pag. 130 Agriturismo pag. 132 Vendita diretta pag. 136 Fattorie didattiche pag. 141
POLITICA AGRICOLA
Legislazione regionale in materia agricola pag. 144 Spesa agricola regionale pag. 147 PAC – I pilastro pag. 151 Programma di sviluppo rurale
(PAC – II pilastro) pag. 154
GLOSSARIO
Il territorio regionale, pari a 23.862 kmq, corrisponde a circa il 7,9% del-la superficie nazionale ed è
caratte-rizzato da una compresenza di aree pianeggianti (47%), collinari (12,4%) e montuose (40,5%). In termini di
popolazione, la Lombardia risulta la regione più popolata d’Italia con un numero di residenti che sfiora i 10
mi-territorio
e
popolazione
Superficie, popolazione residente e densità abitativa in Lombardia, 2012
Superficie territoriale Ripartizione % Popolazione residente Ripartizione % Densità % stranieri su (kmq) superficie territoriale al 1/1/2013 popolazione residente (abitanti/kmq) popolazione residente
Lombardia 23.862,80 100,0 9.794.525 100,0 410,5 10,5 Montagna 9.672,81 40,5 1.044.529 10,7 108,0 7,5 Collina 2.963,62 12,4 2.036.605 20,8 687,2 9,8 Pianura 11.226,37 47,0 6.713.391 68,5 598,0 11,2 Bergamo 2.722,86 11,4 1.094.062 11,2 401,8 10,9 Brescia 4.784,36 20,0 1.247.192 12,7 260,7 13,1 Como 1.288,07 5,4 592.504 6,0 460,0 7,9 Cremona 1.770,57 7,4 361.812 3,7 204,3 11,3 Lecco 816,17 3,4 338.425 3,5 414,7 8,0 Lodi 782,36 3,3 225.798 2,3 288,6 10,8 Mantova 2.338,84 9,8 411.335 4,2 175,9 12,9 Milano 1.576,59 6,6 3.075.083 31,4 1.950,5 11,7 Monza e Brianza 405,49 1,7 850.684 8,7 2.097,9 7,7 Pavia 2.964,70 12,4 539.569 5,5 182,0 9,5 Sondrio 3.211,90 13,5 181.101 1,8 56,4 4,6 Varese 1.198,71 5,0 876.960 9,0 731,6 8,0 Fonte: ISTAT.
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lioni (pari al 16,4% della popolazionenazionale), per lo più concentrati nel-la fascia pianeggiante e pedemontana. In queste aree la densità abitativa
su-pera i 600 ab./kmq, contro la media regionale di 410 ab./kmq e la media nazionale di 198 ab./kmq.
Negli ultimi dieci anni la popolazione
residente in Lombardia è aumentata dell’8% contro il 4,5% registrato a livel-lo nazionale. A questo risultato hanno contribuito i flussi migratori: circa il Dinamica delle superfici antropizzate, agricole e boschive (1955-2012)
0 200 400 600 800 1.000 1.200 1.400 1955 1980 1999 2007 2012 (.000 ettari) Aree antropizzate Aree agricole Boschi e aree naturali
100 194 302 336 346 1.322 1.262 1.087 1.043 1.026 888 854 917 927 930 Fonte: ERSAF.
10,5% della popolazione residente è straniera rispetto al dato nazionale del 7,4%.
Le persone anziane (oltre i 65 anni) rappresentano il 21,1% della popola-zione, in linea con la media nazionale,
mentre il tasso di invecchiamento del-la popodel-lazione, che esprime il rappor-to fra il numero di residenti con oltre 65 anni e quelli con meno di 15 anni, è pari a 1,5 ed è in linea con la media nazionale.
L’elevata densità abitativa e il vivace trend di crescita della popolazione si traduce a livello territoriale in un esteso tasso di antropizzazione del territorio, pari a circa il 14,5%; a livel-lo livel-locale sono particolarmente elevati Copertura del suolo in Lombardia, aree antropizzate, boschi e superficie agricola utilizzata (SAU)
Aree antropizzate Aree boscate Aree agricole
(%) (%) (%) (000 ha) di cui % di cui % di cui % var % seminativi colture permanenti prati stabili 2012/07
Bergamo 14,4 56,5 27,5 75,7 56,7 2,6 40,8 -2,9 Brescia 11,7 48,4 34,4 164,4 73,7 6,3 19,9 -1,7 Como 16,6 60,0 14,7 18,8 48,6 1,3 50,1 -3,3 Cremona 11,1 2,7 84,7 150,0 87,6 3,8 8,7 -0,9 Lecco 15,3 60,7 14,9 12,1 33,3 2,0 64,8 -6,6 Lodi 13,1 5,0 79,6 62,2 83,2 4,5 12,3 -0,9 Mantova 12,6 2,7 81,4 190,8 88,5 6,5 5,0 -0,7 Milano 40,5 6,9 51,1 80,6 81,6 3,1 15,3 -2,2 Monza e Brianza 55,1 10,4 34,3 13,9 82,8 1,0 16,2 -2,6 Pavia 9,4 16,1 72,9 216,3 80,5 15,1 4,4 -1,6 Sondrio 2,7 88,7 7,4 23,7 6,6 12,9 80,6 -3,9 Varese 29,4 46,3 14,6 17,6 63,0 1,6 35,4 -3,6 Lombardia 14,5 39,0 43,0 1.026,0 77,3 7,1 15,6 -1,7 Fonte: ERSAF-DUSAF, 2007, 2012.
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i valori di Monza e Milano,rispetti-vamente 55,1% e 40,5% (dati DUSAF, 2012). Le superfici boscate e naturali-formi si estendono sul 39% del
territo-rio regionale, in particolare nelle aree montane, con una punta dell’88% nel-la provincia di Sondrio. La superficie agricola, pari a poco più di 1 milione Tasso di autoapprovigionamento alimentare in Lombardia e Italia (media 2009-2011)
Italia Lombardia Tasso di autoapprovvigionamento globale (% kcalorie) 65,5 64,5
- di cui vegetali 64,1 56,6
- di cui animali 76,7 139,1
Tasso di autoapprovvigionamento consumi umani (% kcalorie) 67,2 60,1
- di cui vegetali 64,1 34,4
- di cui animali 76,8 139,0
Produzione interna per ettaro di SAU (Kcal) 8.974.192 22.040.000 Produzione vegetale interna per ettaro seminativi+arboree (Kcal) 10.570.450 20.664.002 Produzione animale interna per ettaro foraggere (Kcal) 2.849.295 10.317.746
Abitanti mantenibili/ettaro 3,3 5,9
Abitanti mantenibili complessivi con produzioni interne 39.999.900 5.816.856 Tasso di autoapprovvigionamento in valore 91,3 74,1 Fonte: elaborazioni DEMM su dati Faostat.
di ettari, corrisponde al 43% della su-perficie regionale e presenta un picco nella provincia di Cremona (84,7%) e un minimo in quella di Sondrio (7,4%). Il 77% delle superfici agricole è destinato a seminativi.
La riduzione dei suoli agricoli, sia a causa delle opere antropiche, soprat-tutto in pianura, sia dei fenomeni di rinaturalizzazione, prevalentemen-te nelle zone collinari e montane, appare un fenomeno inarrestabile; la perdita delle superfici agricole rispet-to al 1955 è stata del 22,4% a fronte di un incremento delle aree antropizzate di circa il 250%. Fra il 2007 e il 2012 le superfici agricole regionali sono di-minuite dell’1,7%, con una punta del 6,6% nella provincia di Lecco.
Strettamente legato al fenomeno della perdita della SAU e della popolosità è il tema dell’autoapprovvigionamento alimentare. Secondo stime DEMM ri-ferite al periodo 2009-2011, il grado
di autoapprovvigionamento globale garantito dall’agricoltura lombarda è del 64,5% in termini di calorie mentre a livello nazionale si colloca al 65,5%. Considerando i consumi umani, nono-stante la maggiore produttività media in termini di calorie per ettaro (5,9 abitanti mantenibili per ettaro contro i 3,3 a livello italiano), la Lombardia riuscirebbe a mantenere in termini calorici solo il 60,1% dei suoi abitanti, contro il 67,2% dell’Italia.
Come per la densità abitativa anche il rapporto fra popolazione residente e superficie agricola mostra un valore molto elevato, decisamente superiore al corrispondente dato nazionale e a quello comunitario.
Il 60% del flusso annuo di ospiti negli esercizi ricettivi lombardi, complessi-vamente pari a 13,6 milioni di arrivi, interessa località turistiche e in parti-colare le città di interesse storico ed artistico (Milano, Bergamo, Como) e
Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2010
Lombardia Italia - Nord Italia UE-27 1.005 608 472 292
Fonte: EUROSTAT, ISTAT, 2010.
le località lacuali (Lago di Garda, Lago di Como e di Lecco, Lago Maggiore) dove gli stranieri raggiungono rispet-tivamente il 60,8% e il 69,6% degli arrivi. Il 10,2% degli arrivi lombardi (contro il 20% a livello nazionale) è orientato a esercizi di tipo extra-alber-ghiero prevalentemente rappresentati
da campeggi, villaggi turistici e alloggi in affitto, soluzioni che vedono la più alta presenza straniera ed una perma-nenza media a carattere settimanale. Gli arrivi sono negli ultimi anni pro-gressivamente aumentati, mentre non è cresciuta la permanenza media; tra il 2008 e il 2012 la quota degli
ospi-15
ti stranieri ha registrato un aumento,passando dal 46,4% al 50,6% del totale, e mantenendosi superiore alla media
nazionale (47%). Gli alloggi in affitto aumentano nel tempo la loro quota sul totale degli arrivi, nel 2012 pari al
2,4%, così come, espressione dell’ac-coglienza in famiglia, gli agriturismi (0,9%) e i bed and breakfast (1%). Movimento dei clienti negli esercizi ricettivi lombardi, 2012
Totale % arrivi % arrivi stranieri permanenza media
arrivi* presenze** /totale n.notti/cliente
Tipo di località
Capoluoghi di provincia e comuni 5.434.480 10.040.495 40,0 36,9 1,8 Località di interesse turistico 8.161.493 23.326.141 60,0 59,7 2,9
- città di interesse storico e artistico 5.341.832 11.301.948 39,3 60,8 2,1
- località montane 755.115 3.073.169 5,6 32,8 4,1
- località lacuali 1.927.016 8.545.662 14,2 69,6 4,4
- località termali 69.425 259.945 0,5 23,5 3,7
- località collinari e di interesse vario 68.105 145.417 0,5 35,1 2,1
Tipologia di esercizio
Esercizi alberghieri 12.214.834 26.417.628 89,8 50,4 2,2
Esercizi extra-alberghieri 1.381.139 6.949.008 10,2 53,1 5,0
- campeggi e villaggi turistici 615.186 3.666.493 4,5 57,5 6,0
- alloggi in affitto 327.475 1.907.668 2,4 62,5 5,8
- agriturismi 123.172 399.497 0,9 33,8 3,2
- bed and breakfast 131.323 285.443 1,0 39,0 2,2
- altri esercizi ricettivi 183.983 689.907 1,4 44,3 3,7
Lombardia 13.595.973 33.366.636 100,0 50,6 2,5
Italia 103.733.157 380.711.483 47,0 3,7
* numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi nel periodo considerato. ** numero delle notti trascorse dai clienti, italiani e stranieri, negli esercizi ricettivi. Fonte: elaborazioni dati ISTAT.
aree
protette
Il sesto elenco ufficiale delle aree protette (EUAP) riporta per la Lom-bardia 105 siti con una superficie di circa 134.000 ettari, pari al 4,5% della superficie protetta terrestre presen-te a livello nazionale e al 5,5% della superficie territoriale regionale. Del-la superficie complessiva, il 44,6% è concentrata nel Parco nazionale dello Stelvio, il 47,6% nei 13 parchi natura-li regionanatura-li e il 7,1% nelle 62 riserve naturali regionali. Le 2 riserve natu-rali statali (Bosco Fontana e Bosco Siro Negri) coprono lo 0,2% del totale, mentre le altre 27 aree protette (mo-numenti naturali, oasi, aree naturali di interesse locale) interessano lo 0,5%. Oltre alla classificazione dell’elenco ufficiale, il sistema delle aree protette lombarde (l.r 86/1983), che computa 615.953 ettari di superficie (25,8% della superfice regionale), include, oltre al Parco naturale regionale del-le Groane di recente istituzione, altre
Distribuzione delle superfici delle aree naturali protette in Lombardia
44,6% 0,2% 0,5% 47,6% 7,1% Parco Nazionale Riserva naturale statale Parco naturale regionale Riserva naturale regionale Altre aree protette regionali
Fonte: MATTM - Direzione Conservazione della Natura; EUAP, Elenco ufficiale delle aree naturali protette, 6° aggiornamento del 27 aprile 2010. tipologie di aree protette; tra queste
i parchi regionali, complessivamente 24, caratterizzati da diversi livelli di naturalità, distinti in fluviali, monta-ni, di cintura metropolitana, agricoli e forestali; 14 di questi si ritrovano nell’EUAP, per la parte di superficie caratterizzata da più elevati livelli di
naturalità e destinata a funzione di conservazione secondo la disciplina della legge nazionale; 92 sono, inoltre, i parchi locali di interesse sovracomu-nale (PLIS) che, con una superficie complessiva di poco meno di 80.000 ha, rappresentano un elemento di ri-lievo per la connessione con le aree
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I Parchi regionali in LombardiaParco (ha) Area naturale su parco (%)
Parco Adamello (*) 50.935 43
Parco Adda Nord (*) 6.900 28
Parco Adda Sud 24.343 0
Parco Agricolo Sud Milano 47.055 0
Parco Alto Garda Bresciano (*) 37.452 15
Parco Campo dei Fiori (*) 6.337 24
Parco Colli di Bergamo (*) 4.683 21
Parco Grigna Settentrionale 5.541 0
Parco Groane 3.696 35
Parco Lombardo della Valle del Ticino (*) 91.618 22
Parco Mincio 15.859 0
Parco Monte Barro (*) 645 64
Parco Monte Netto 1.470 0
Parco Montevecchia e Valle del Curone (*) 2.746 74
Parco Nord Milano (*) 641 13
Parco Oglio Nord 15.173 0
Parco Oglio Sud 12.745 0
Parco Orobie Bergamasche 69.860 0
Parco Orobie Valtellinesi 44.094 0
Parco Pineta di Appiano Gentile e Tradate (*) 4.833 76
Parco Serio 7.514 0
Parco Spina Verde (*) 967 88
Parco Bosco delle Querce (*) 44 100
Parco Valle del Lambro (*) 8.179 52
TOTALE 463.329 14
(*) Parchi regionali presenti nell’EUAP 2010. Fonte: Regione Lombardia.
protette regionali. Il sistema delle aree protette lombarde, oltre ad avere fini di tutela e di salvaguardia della biodi-versità, si caratterizza per l’attenzione al recupero delle attività agricole, sil-vicole e pastorali tradizionali collegate al territorio rurale. Il 62,3% della su-perficie regionale a parco è susu-perficie boscata, mentre il 36% risulta agricola e afferisce a circa 9.000 aziende agri-cole (dati 2012); di queste circa il 47% risultano essere a carattere zootecni-co (avizootecni-coli, bovini, bufalini, suini, ovi-caprini, equini, cunicoli).
La superficie regionale protetta inclu-de altre tipologie di aree protette: le zone umide e le aree appartenenti alla rete Natura 2000, costituite dai siti di importanza comunitaria (SIC) e dalle zone di protezione speciale (ZPS). I SIC sono 175, estesi su una superficie di 204.430 ettari (8,6% del territorio regionale), mentre le ZPS sono 49 e interessano 277.656 ettari (11,6% del
Estensione e numero dei siti Natura 2000 per Regione (ha)*
Piemonte Valle d'AostaLombardia
Liguria Trento Bolzano Veneto Friuli-V enezia Giulia Emilia-Romagna
Toscana Umbria Marche Lazio Abruz zo
Molise
Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna
0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000 800.000 396.899 98.96 8 372.154 149.898 176.181 418.019 149.764 149.093 269.812 390.842 130.092 141.935 441.646 390.495 118.724 398.174 474.598 171.765 328.078 638.759 573.194 0 50 100 150 200 250 141 30 242 40 142 130 61 133 158 150 102 96 200 58 88 124 83 53 185 238 122
*Il numero e l’estensione dei siti Natura 2000 per Regione è stato calcolato escludendo le sovrapposizioni fra i SIC e le ZPS. Fonte: MATTM, 2014.
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territorio). Se si considerano le 18so-vrapposizioni di SIC e ZPS (i siti C) che sono 18 su un territorio di 19.769 ettari (0,8% del territorio), la rete Na-tura 2000 include complessivamente 242 siti su una superficie di 372.154 ettari (pari al 15,6% della superfi-cie regionale). Sono state designate come zone speciali di conservazione (ZSC) 46 siti con una superficie pari a 108.773 ettari (4,6% del territorio). I piani di gestione dei siti Natura 2000 presenti sul territorio lombardo che risultano approvati sono 136, di cui: 97 di enti gestori di aree SIC, 27 di ZPS, 12 di SIC/ZPS (dati DG
Ambien-te). Le aziende agricole che nella su-perficie detenuta vedono la presenza di particelle ricadenti, in diversa mi-sura, in queste aree sono circa 4.400 (dati 2012), pari all’8% delle aziende agricole totali della regione. Di queste, il 54,4% sono aziende zootecniche, pari all’11% degli allevamenti regio-nali. In particolare circa il 39,6% delle aree Natura 2000 (dove sono presenti circa 1.700 aziende) sono interessa-te unicameninteressa-te dalla tipologia ZPS, il 26,8% da quella SIC, mentre il 32% da due delle tre tipologie (SIC, ZPS, SIC/ ZPS). Inoltre, tenuto conto che le su-perfici delle aree Natura 2000 e
del-le aree protette possono sovrapporsi, circa 2.500 sono le aziende interessa-te anche da area a parco (56,6% delle aziende con aree Natura 2000 e il 27% delle aziende con aree a parco). La regione biogeografica maggior-mente rappresentata nei SIC e nelle ZPS è quella alpina (rispettivamente 84,4% e 75,5% della superficie), men-tre il resto dei siti si colloca in quella continentale; in particolare i SIC di questa bioregione includono ambienti lacustri, paludi, brughiere, garzaie che ospitano oltre 100 specie di interesse comunitario.
Per la salvaguardia del patrimonio na-Superficie e numero delle aree naturali protette terrestri per classe
Aree protette Parco Riserva Parco Riserva Altre aree Totale % sup. totale % sup. aree terrestri (n.) Nazionale naturale naturale naturale protette aree protette protette su statale regionale regionale regionali terrestri sup. territoriale
Italia 22 146 105 335 144 752 100 9,7
Lombardia 1 2 13 62 27 105 4,5 5,5
turale e della biodiversità, al sistema delle aree protette e della Rete Natura 2000 si affiancano gli elementi
spe-cifici della rete ecologica regionale (RER), attraverso i quali si realizzano le necessarie connessioni
eco-sistemi-che, strutturali e funzionali, a favore della funzionalità complessiva del si-stema.
Aree protette in Lombardia
Fonte: Geoportale Regione Lombardia.
21
prodotto
interno
lordo
Nel 2012 il PIL realizzato in Lombar-dia si è attestato su un valore di circa 331 miliardi di euro a prezzi corren-ti, pari al 21,1% del PIL nazionale e al 2,6% del PIL dell’UE-28. Il PIL regiona-le supera in valore assoluto il PIL di 19 paesi dell’UE, essendo paragonabile a quello di Belgio e Polonia.
Il valore del PIL pro capite, pari a 34.162 euro a prezzi correnti, risulta ampiamente superiore sia alla media nazionale (+29%) che comunitaria (+33%). Il PIL pro capite lombardo su-pera del 2,9% quello tedesco e del 9,7% quello francese; nel contesto italiano si colloca al terzo posto solo dopo quelli della provincia autonoma di Bolzano e della Valle d’Aosta.
Analoghe considerazioni possono es-sere riferite al PIL per unità lavorativa, pari a circa 75.000 euro in termini cor-renti, superiore del 14% a quello nazio-nale e del 30% di quello comunitario; questo valore colloca la Lombardia al
Andamento del PIL per abitante in Lombardia (euro), dal 2005 al 2012* PIL/Abitante
Lombardia Italia Prezzi Valori Prezzi Valori Anni correnti concatenati correnti concatenati
2005 31.750 31.750 24.819 24.819 2006 32.531 32.131 25.713 25.282 2007 33.827 32.526 26.694 25.637 2008 34.543 32.415 26.855 25.155 2009 32.994 30.163 25.757 23.633 2010 34.213 31.240 26.219 23.963 2011 34.610 31.186 26.622 24.007 2012 34.162 30.410 26.383 23.387 Lombardia/Italia (2012) 1,29 1,30 Lombardia/Nord-Italia (2012) 1,08 1,08 Lombardia/UE-27 (2012) 1,33 1,31 *Valori concatenati - anno di riferimento 2005.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
primo posto fra le regioni italiane. Dal 2009 la crisi economica ha coin-volto anche la Lombardia, anche se con dinamiche meno accentuate ri-spetto al contesto nazionale. Dopo una lieve ripresa nel biennio 2010-2011, il
PIL nel 2012 ha fatto registrare una nuova contrazione dello 0,9% rispetto all’anno precedente, un calo che risul-ta più severo se depurato dell’effetto dei prezzi (-2,1% in termini reali con-tro il -2,5% nazionale). La produttività
Andamento del PIL per unità lavorativa in Lombardia (euro) dal 2005 al 2012*
PIL/Unità di lavoro
Lombardia Italia Prezzi Valori Prezzi Valori Anni correnti concatenati correnti concatenati
2005 65.527 65.527 58.840 58.840 2006 66.510 65.692 60.230 59.219 2007 69.149 66.490 62.102 59.644 2008 71.092 66.712 63.161 59.162 2009 70.796 64.722 62.726 57.552 2010 74.469 67.998 64.751 59.181 2011 75.558 68.083 65.844 59.375 2012 75.436 67.150 65.991 58.496 Lombardia/Italia (2012) 1,14 1,15 Lombardia/Nord-Italia (2012) 1,09 1,09 Lombardia/UE-27 (2012) 1,30 1,28 *Valori concatenati - anno di riferimento 2005.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
Popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, 2012 (%) 0 10 20 30 40 50 19,1 24,8 29,9 20,1 16,4 24,8 46,6
Lombardia UE-28 Italia Italia
Nord OvestNord EstItalia CentroItalia ItaliaSud
Fonte: EUROSTAT. del lavoro, misurata a valori
conca-tenati è diminuita dell’1,4% contro il -1,5% nazionale.
Nonostante gli indubbi risultati positi-vi raggiunti in campo economico della
regione, si segnala l’emergere di una quota di popolazione a rischio di po-vertà o esclusione sociale, che secondo i dati EUROSTAT si attesterebbe su un valore di circa il 19%, dato in ogni caso
ben al di sotto della media nazionale e comunitaria (rispettivamente pari al 30% e al 25% della popolazione).
23
Andamento del PIL in Lombardia (mio. euro) dal 2005 al 2012** Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
260.000 270.000 280.000 290.000 300.000 310.000 320.000 330.000 340.000 350.000 2009 2005 2006 2007 2008 2010 2011 2012 334.464 301.375 331.405 295.004 299.931 328.474 314.944 287.923 306.962 327.117 317.768 305.550 300.147 303.882 294.535 Prezzi correnti Valori concatenati
Incidenza % del VA dell’agricoltura1 sul PIL, 2012 VA Lombardia 1,0 Italia 2,0 Italia - Nord 1,6 Italia - Centro 1,5
Italia - Sud e Isole 3,5 UE-27 1,7 Belgio 0,7 Bulgaria 5,4 Danimarca 1,4 Francia 2,0 Germania 0,8 Grecia 3,4 Paesi Bassi 1,7 Polonia 3,9 Portogallo 2,3 Regno Unito 0,7 Romania 5,6 Spagna 2,5 Svezia 1,6 Ungheria 4,7
1Agricoltura, silvicoltura e pesca.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUROSTAT.
valore
aggiunto
Il valore aggiunto dell’economia lom-barda dipende in larga misura dai ser-vizi (68,7%) e dall’industria (30,3%), mentre il contributo del settore agri-colo si limita all’1%, valore inferiore sia alla media nazionale (2%) che co-munitaria (1,7%).
Nonostante la modesta incidenza sul complesso dell’economia, la Lombar-dia contribuisce alla formazione del valore aggiunto agricolo nazionale per una quota del 10,7% che fa della Lombardia la seconda regione italiana in termini di valore aggiunto prodot-to a pochissima distanza dalla Sicilia. L’incidenza del valore aggiunto agri-colo lombardo sul totale dell’UE-28 è dell’1,5%, paragonabile in valore asso-luto a quello realizzato da Danimarca, Portogallo e Repubblica Ceca e supe-riore a quello di 12 paesi UE.
Negli ultimi anni il valore aggiunto del settore primario ha mostrato, unita-mente a quello industriale e
contraria-VA ai prezzi di base1 per settore in Lombardia (mio. euro), 2012
30,3%
68,7%
1,0%
Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale
3.010 90.654 205.805 299.470
1Valori a prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
mente a quello dei servizi, una certa sofferenza. In ogni caso nel 2011 esso ha fatto registrare un deciso recupero, non confermato però nel 2012 quando si è assistito a una nuova decisa con-trazione su base annua del 6,6% in ter-mini reali e del 4,2% a prezzi correnti.
25
Dinamica del VA per settore in Lombardia1 (2005=100)80 85 90 95 100 105 110 115 120 125 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 economia agricoltura, silvicoltura e pesca industria
servizi numero indice inc.% agricoltura su economia numero indice inc.% industria su economia
1Valori a prezzi correnti.
occupazione
La Lombardia presenta un tasso di occupazione molto elevato, pari a circa il 65% della popolazione con età compresa fra i 15 e i 64 anni. Questo valore, che pone la regione in linea con il contesto comunitario, risulta di gran lunga superiore a quello medio nazionale, fermo al 55,6%. Analoga tendenza si riscontra con riferimento all’occupazione femminile, che però si colloca 15 punti percentuali al di sotto dell’analogo maschile. Al contrario, il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni), pur superiore alla media
nazio-nale, risulta ben al di sotto della me-dia comunitaria.
Per quanto riguarda il tasso di disoc-cupazione la Lombardia si mantiene su un livello relativamente contenuto (8,1%), soprattutto se paragonato ai dati nazionale (12,2%) e comunitario (10,8%). La disoccupazione femminile risulta leggermente più pronunciata, raggiungendo l’8,8%. Meno confortan-te il tasso di disoccupazione giovanile, che raggiunge la ragguardevole quota del 30%, inferiore del 10% rispetto alla media nazionale, ma 7 punti più
ele-32,1%
65,4%
2,4%
Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne Totale
107,5 1.410,5 2.875,2 4.393,2
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
Unità di lavoro per settore in Lombardia (000 unità), 2012
Tasso di occupazione e disoccupazione, 2013
Tasso di occupazione Tasso di disoccupazione complessivo femminile giovanile complessivo femminile giovanile
% % % % % %
Lombardia 64,9 57,3 21,6 8,1 8,8 30,8 Italia - Nord 64,2 56,6 20,9 8,4 9,5 31,2
Italia 55,6 46,5 16,3 12,2 13,1 40,0
UE-28 64,1 58,7 32,3 10,8 10,9 23,4
27
Occupati totali e agricoli per sesso e ripartizione geografica, 2013Occupati Occupati agricoli 000 unità % femmine 000 unità % femmine
Lombardia 4.310,0 43,3 64,3 17,4
Italia - Nord 11.775,6 43,4 296,9 26,7
Italia 22.420,3 41,6 813,7 28,2
Fonte: ISTAT, Rilevazione sulle forze di lavoro - media 2013. vato rispetto alla media comunitaria. Il settore agricolo assorbe una quota del 2,4% delle unità lavorative (UL) presenti in regione rispetto al 32,1% dell’industria e al 65,4% dei servizi. La produttività media di un’unità lavora-tiva agricola è pari al 44,6% di un’unità lavorativa media dei servizi e al 49,1% dell’analogo dato riferito all’industria. Nonostante l’elevato differenziale con gli altri settori si evidenzia negli ultimi anni un costante trend di incremento del valore aggiunto per occupato, fe-nomeno non comune agli altri settori e che quindi è alla base di una certa
riduzione del gap di produttività per occupato.
Secondo i dati ISTAT nel 2012 gli oc-cupati in agricoltura ammonterebbero a circa 64.000 unità, corrispondenti all’1,5% del totale e al 7,9% degli occu-pati agricoli italiani. L’incidenza degli occupati agricoli sul totale si colloca in Lombardia ben al di sotto della media nazionale (3,6%) e di quella dell’UE-28 (5,1%).
La percentuale dell’occupazione fem-minile nell’agricoltura lombarda è del 17,4%, quota decisamente inferiore rispetto al totale dell’economia e
an-Incidenza % occupati in agricoltura1 sul totale dell’economia, 2013
% occupati Lombardia 1,5 Italia 3,6
Italia - Nord 2,5
Italia - Centro 2,4
Italia - Sud e Isole 6,8 UE-27 5,1 Austria 4,5 Belgio 1,3 Bulgaria 19,2 Danimarca 2,4 Francia* 2,7 Germania 1,5 Grecia 12,9 Paesi Bassi 2,6 Polonia* 12,5 Portogallo 10,5 Regno Unito 1,2 Romania 30,0 Spagna 4,3 Svezia 2,2 Ungheria 7,1
1 Agricoltura, silvicoltura e pesca.
* Dato 2012.
che nel confronto con l’analogo dato nazionale. La quota di occupati di-pendenti sul totale degli occupati in agricoltura si colloca in Lombardia in-torno al 40,5% contro il 50,1% su base nazionale.
Il valore aggiunto per occupato agri-colo della Lombardia risulta più ele-vato del 46% rispetto all’analogo dato nazionale e del 166% rispetto al dato UE-28, tuttavia se paragonato con gli altri settori economici presenta diffe-renziali negativi del 26,2% rispetto al settore industriale e del 33,7% rispetto al settore terziario.
La presenza di lavoratori stranieri nell’agricoltura lombarda risulta deci-samente consistente. Secondo l’inda-gine INEA 2011 risulterebbero opera-re in opera-regione quasi 16.000 lavoratori agricoli extra-comunitari e oltre 3.000 neo-comunitari, pari rispettivamente al 27,4% e al 5,5% degli occupati agri-coli regionali. Operando un confronto Immigrati occupati in agricoltura, 2011
Extra-comunitari Neo-comunitari Totale immigrati unità % su occupati unità % su occupati unità % su occupati
agricoli agricoli agricoli
Lombardia 15.730 27,4 3.170 5,5 18.900 32,9 Italia - Nord 50.883 16,4 57.801 18,6 108.684 35,0 Italia 126.754 14,9 106.083 12,5 232.837 27,4 Fonte: INEA, Indagine sull’impiego degli immigrati in agricoltura in Italia, 2011.
VA ai prezzi di base per occupato e per settore (euro)*, 2012
*Prezzi correnti.
Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali; EUROSTAT. 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 80.000 Agricoltura Servizi Industria
29
con il dato nazionale si nota come alivello italiano la quota degli extra-comunitari sia più contenuta (14,9%), mentre risulta più elevata quella dei
neo-comunitari (12,5%). Nel comples-so, l’incidenza di lavoratori stranieri è più alta in Lombardia (32,9%) rispetto al 27,4% nazionale. Il comparto che
assorbe maggiormente i lavorato-ri stranielavorato-ri è la zootecnia (33% degli occupati), seguita dal florovivaismo (24,6%).
VA ai prezzi di base per UL e per settore (euro)*, 2005-2012
Agricoltura Servizi Industria 0 10.000 20.000 30.000 40.000 50.000 60.000 70.000 2011 2012 2006 2007 2005 20088 2009 2010
*Valori concatenati - anno di riferimento 2005. Fonte: ISTAT, Conti economici territoriali.
componenti
del
sistema
Nel 2013 la dimensione economica del sistema agroalimentare lombardo è valutata 38,2 miliardi di euro, pari al 16,5% del valore del sistema agro-alimentare nazionale, in calo dell’1%
rispetto al 2012, contro un -0,6% regi-strato a livello nazionale.
Il valore del sistema agroalimentare lombardo in termini correnti nel 2013 incide per l’11,6% del PIL regionale
(l’11,7% nel precedente anno) e la sua incidenza sul PIL a livello nazionale si attesta sul 14,8%.
Il maggiore contributo al valore del sistema agroalimentare lombardo è Principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia (mio. euro), 2013
Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca Valore aggiunto industria alimentare Valore aggiunto ristorazione Commercio e distribuzione Imposte indirette agroindustriali 15,4%
38,8%
8,2% 11,4% 8,2%
18,1%
33
offerto dalla distribuzione e dallastorazione, i cui valori incidono, ri-spettivamente, il 38,8% e il 18,1% sul totale. Nel 2013 si è rafforzata la posi-zione dell’industria alimentare che è arrivata a pesare per il 15,4% sull’in-tero sistema (11,5% a livello naziona-le). Sul lato della produzione, il valore aggiunto agricolo contribuisce solo per l’8,2% alla formazione del valore del sistema (contro il 13% del dato na-zionale), mentre i consumi intermedi dell’agricoltura sono superiori all’11%.
Variazioni dei principali componenti del sistema agroindustriale ai prezzi di base in Lombardia, 2012-2013
Mio. Var. %
euro 2013/2012 Consumi intermedi agricoltura, foreste e pesca 4.344 1,3% Valore aggiunto agricoltura, foreste e pesca 3.129 -1,4% Valore aggiunto industria alimentare 5.874 2,4%
Valore aggiunto ristorazione 6.933 0,4%
Commercio e distribuzione 14.837 -2,3%
Imposte indirette agroindustriali 3.122 -6,3%
Valore sistema agroindustriale 38.240 -1,0%
Il valore aggiunto (VA) dell’industria alimentare lombarda è stimato, nel 2013, pari a 5,9 miliardi di euro, corri-spondenti al 22,1% del valore aggiunto dell’industria alimentare nazionale e al 15,4% del valore del sistema agroa-limentare regionale, superando quello agricolo dell’88%, quando a livello na-zionale si registra una prevalenza del 13% del secondo. L’industria alimen-tare in Lombardia, pesa il 44% sul va-lore della produzione agroindustriale, contro il 32,6% a livello nazionale. Le imprese attive nell’industria ali-mentare lombarda risultano essere 6.021, pari al 5,6% delle imprese ma-nifatturiere regionali e al 10% delle imprese alimentari italiane (dati In-focamere, 2013). Il 95,5% di queste è coinvolto nella produzione di ali-menti, mentre il 4,5% nel comparto delle bevande. Oltre il 66% delle im-prese attive è caratterizzato da una dimensione artigianale; fa eccezione
industria
alimentare
e
cooperazione
Distribuzione provinciale delle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2013
Alimentari Alimentari artigiane Manifatturiere Tot. Inc. % Tot. Inc. % Tot. Inc. %
Bergamo 668 11,1 522 13,0 11.289 11,1 Brescia 909 15,1 668 16,6 15.062 14,9 Como 304 5,0 234 5,8 6.672 6,6 Cremona 357 5,9 234 5,8 3.118 3,1 Lecco 226 3,8 160 4,0 4.036 4,0 Lodi 122 2,0 78 1,9 1.602 1,6 Monza 342 5,7 230 5,7 9.439 9,3 Milano 1.621 26,9 903 22,4 30.060 29,7 Mantova 441 7,3 289 7,2 4.454 4,4 Pavia 401 6,7 263 6,5 4.659 4,6 Sondrio 208 3,5 136 3,4 1.329 1,3 Varese 422 7,0 310 7,7 9.557 9,4 Totale 6.021 100,0 4.027 100,0 101.277 100,0 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.
il comparto bevande dove gli artigiani rappresentano solo il 24,7% del tota-le. Nel 2013 il numero delle imprese alimentari è aumentato dell’1,4%
ri-spetto all’anno precedente contro il +1,1% su base nazionale. Il comparto alimentare presenta una situazione migliore rispetto a quello
manifattu-35
Imprese alimentari presenti inLombardia, 2013 0 1.000 2.000 3.000 4.000 5.000 6.000 7.000 8.000 Imprese attive Imprese
registrate registrateImprese Impreseattive IMPRESE ARTIGIANE TOTALE IMPRESE 322 271 67 67 6.496 5.750 3.987 3.960 Alimentari Bevande Fonte: Infocamere.
Incidenza tipologie giuridiche nelle imprese alimentari e manifatturiere in Lombardia1, 2013 0 20 40 60 80 100
Alimentari Bevande Alimentari Bevande TOTALE IMPRESE
ALIMENTARI
Totale imprese IMPRESE ALIMENTARI
ARTIGIANE MANIFATTURIEREIMPRESE Imprese artigiane 23,3% 56,5% 27,7% 11,1% 6,1% 44,6% 49,1% 11,9% 56,7% 31,3% 8,7% 33,2% 58,1% 37,9% 24,4% 37,0% 36,2% 36,9% Imprese individuali Società di capitale Altro Società di persone 1Imprese attive. Fonte: Infocamere.
Ripartizione degli addetti delle imprese alimentari lombarde per tipologia produttiva, 2011
Lavorazione e conservazione di carne e produzione di prodotti a base di carne Lavorazione e conservazione di pesce, crostacei e molluschi Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi Produzione di oli e grassi vegetali e animali Industria lattiero-casearia Lavorazione delle granaglie, produzione di amidi e di prodotti amidacei Produzione di prodotti da forno e farinacei Produzione di altri prodotti alimentari Produzione di prodotti per l'alimentazione degli animali Industria delle bevande 14,8% 1% 3,6% 1% 2,1% 30,1% 20,1% 12,4% 2,2% 12,7%
Fonte: ISTAT - 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi. riero regionale nel suo insieme, dove si assiste ad una diminuzione su base annua delle imprese del 2,3%. La ripartizione provinciale delle im-prese vede in testa Milano (26,9%),
seguita da Brescia (15,1%) e Bergamo (11,1%). Le imprese artigiane, pur se-guendo la stessa dinamica, risultano distribuite in modo omogeneo sul ter-ritorio. Le dinamiche annuali
mostra-no mostra-notevoli incrementi delle imprese alimentari a Milano (+3,8%) e Monza (+3,6%).
Per quanto riguarda la configurazione giuridica delle imprese, fra quelle
ali-37
mentari la tipologia prevalente èrap-presentata dalle imprese individuali e dalle società di persone. Discreta è la quota delle società di capitale (23,3%), che risultano prevalenti nell’ambito delle bevande (56,5%). Le
proporzio-ni cambiano in favore delle imprese individuali se si considerano le sole imprese artigiane.
Secondo i dati del Censimento gene-rale dell’industria e dei servizi 2011, la trasformazione alimentare
garan-tisce occupazione a circa 70.000 ad-detti delle unità locali, corrispondenti al 16,8% del totale nazionale e al 7,4% degli addetti regionali del manifattu-riero. Con riferimento alle imprese con sede in Lombardia, il numero Distribuzione provinciale delle unità locali e relativi addetti in Lombardia, 2011
Imprese Addetti delle imprese Unità locali Addetti delle unità locali Tot. Inc. % % artigiane Tot. Inc. % % artigiane Tot. Inc. % Tot. Inc. %
Bergamo 702 11,3 79,1 5.955 7,9 43,7 818 11,4 7.008 9,9 Brescia 972 15,7 74,3 8.551 11,4 38,6 1.090 15,2 8.451 12,0 Como 323 5,2 80,2 3.342 4,5 34,8 373 5,2 3.114 4,4 Cremona 341 5,5 68,9 5.633 7,5 19,6 423 5,9 6.986 9,9 Lecco 226 3,6 73,9 2.492 3,3 30,9 258 3,6 2.576 3,7 Lodi 134 2,2 64,2 1.293 1,7 28,5 157 2,2 1.494 2,1 Mantova 449 7,2 61,7 6.856 9,1 21,5 521 7,3 7.086 10,1 Milano 1.650 26,6 55,1 28.397 37,8 13,6 1.865 26,0 19.154 27,2 Monza e Brianza 394 6,4 64,7 3.146 4,2 30,3 457 6,4 3.309 4,7 Pavia 406 6,5 68,0 2.839 3,8 38,6 475 6,6 4.154 5,9 Sondrio 203 3,3 73,9 2.751 3,7 32,8 259 3,6 3.135 4,4 Varese 399 6,4 77,4 3.808 5,1 35,3 486 6,8 4.029 5,7 Lombardia 6.199 100,0 67,8 75.063 100,0 25,2 7.182 100,0 70.496 100,0 Italia 57.805 69,5 420.312 38,7 64.560 420.430 Lombardia/Italia (%) 10,72 17,86 11,12 16,77
degli addetti dell’industria alimentare sale a 75.000, di cui il 25% circa lavora in imprese a carattere artigianale. Re-lativamente alla localizzazione, il 27% degli addetti delle unità locali si con-centra nella provincia di Milano, dove operano in maggior misura le realtà di grandi dimensioni, seguita da quelle di Brescia (12%) e Mantova (10%). Nell’ambito della trasformazione ali-mentare riveste notevole importanza il fenomeno della cooperazione, che può contare sul territorio regionale oltre 300 realtà produttive, pari al 5,2% del totale nazionale. La
dimen-sione economica media delle coope-rative alimentari lombarde è di circa il doppio del panorama nazionale, ra-gione per cui l’incidenza sul fatturato nazionale si colloca oltre il 10% (3,6 miliardi di euro in valore assoluto). In Lombardia hanno sede legale 4 delle prime 30 realtà dell’agroalimentare italiano per fatturato: Consorzio Virgi-lio, Latteria Soresina, Produttori Suini Pro Sus e Consorzio Casalasco del Po-modoro. Inoltre, numerose coopera-tive hanno in regione i loro bacini di approvvigionamento o, in alcuni casi, stabilimenti produttivi.
Distribuzione delle cooperative agroalimentari in Italia e Lombardia, 2011 Imprese Fatturato (mio. euro) Lombardia 309 3.611,5 Italia 5.901 35.051,8 Italia - Nord 2.479 28.256,0 Italia - Centro 826 2.491,0 Italia - Sud e Isole 2.596 4.305,0 Lombardia/Italia (%) 5,2 10,3 Lombardia/Italia Nord (%) 12,5 12,8 Fonte: Osservatorio della Cooperazione Agricola Italiana.
39
distribuzione
La Lombardia si conferma come una delle realtà leader della distribuzio-ne moderna nazionale ed europea: la densità dei punti vendita moderni (ipermercati, supermercati, superette e discount), nel 2013, si attesta sui 300 mq ogni 1.000 abitanti. Si tratta di un dato di assoluto rilievo, analo-go o superiore a quello che si registra nelle aree europee più densamente abitate.
In regione sono 2.497 i punti vendita della distribuzione alimentare moder-na, con una superficie complessiva di oltre 2,9 milioni di mq, in calo rispet-to al 2012 (-0,1% contro il +0,2% della media nazionale).
Tale andamento si distribuisce in modo non uniforme sul territorio re-gionale con diverse province (Brescia, Como e Cremona) che evidenziano un aumento delle superfici.
Tutte le principali formule distributi-ve hanno registrato un arretramento
Punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2013 N. punti vendita Superficie
mq var. % 2013/12 Superette 591 165.712 -2,0 Supermercati 1.069 1.080.797 -1,2 Ipermercati 240 1.267.288 -0,2 Discount 597 387.222 4,2 Totale 2.497 2.901.019 -0,1
Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
Superficie ogni 1.000 abitanti dei punti vendita della distribuzione moderna in Lombardia (mq), 2013
Superette Supermercati Ipermercati Discount Totale Super+Iper Totale Bergamo 18,4 118,6 109,8 52,1 228,4 298,9 Brescia 18,7 168,9 149,1 58,4 318,1 395,2 Como 15,3 89,4 139,8 45,6 229,2 290,1 Cremona 9,9 124,8 122,9 40,6 247,8 298,3 Lecco 14,4 89,7 143,5 36,9 233,2 284,4 Lodi 13,1 94,5 222,4 41,3 316,9 371,3 Mantova 19,6 169,8 117,2 72,1 287,0 378,7 Milano 16,7 84,9 124,1 25,9 209,0 251,6 Monza e Brianza 15,7 80,7 145,0 32,0 225,7 273,5 Pavia 17,5 118,8 144,0 47,8 262,8 328,0 Sondrio 59,6 111,8 140,4 43,4 252,1 355,1 Varese 12,6 143,4 113,3 35,5 256,7 304,8 Totale regionale 17,2 112,1 131,4 40,2 243,5 300,9 Fonte: elaborazioni SMEA su dati Nielsen e Osservatorio del Commercio della Regione Lombardia.
(-1,2% i supermercati e -0,2% gli iper-mercati), con la sola eccezione dei di-scount (+4,2%). È soprattutto il calo degli ipermercati, con la chiusura di ben tre grandi strutture a livello re-gionale, che evidenzia le difficoltà che anche il settore distributivo ha dovuto affrontare, nonostante gli ipermercati continuino a rappresentare il princi-pale strumento con cui le catene lom-barde presidiano il territorio. In regione predominano le catene pri-vate della grande distribuzione. L’im-portante riassetto delle centrali d’ac-quisto è proseguito anche nel 2013, con lo scioglimento della centrale Cieffea che raggruppava due imprese leader come Carrefour e Finiper. De-tiene la leaderschip Centrale Italiana (Coop, Despar, Sigma e il Gigante), che rappresenta quasi il 15% della su-perficie di vendita regionale, seguita da Esd Italia (13,6%) e da Centrale Auchan-Crai (10,9%).
Ripartizione della superficie di vendita della distribuzione moderna in Lombardia, 2013 14,7% 13,6% 9,3% 8,9% 6,3% 9,8% 3,6% 3,4% 3,0% 16,5% Centrale Italiana Esd Italia Centrale Auchan-Crai Centrale Finiper Esselunga Carrefour Bennet Standa/Rewe Conad Centrale Aucube Altri Totale (mq) 427.409 394.563 315.256 284.845 268.696 257.993 181.429 105.884 98.669 87.005 479.270 2.901.019 10,9%
41
scambi
con
l
’
estero
In Lombardia nel 2013 il deficit negli scambi con l’estero di prodotti agroa-limentari, pari a 4.068 milioni di euro, non varia a prezzi correnti rispetto all’anno precedente; in ambito nazio-nale, invece, scende a 5.855 milioni di euro, con una riduzione del 7,5%, che si aggiunge alla contrazione del 29,2% del 2011.
La Lombardia contribuisce per qua-si sette decimi alla formazione del deficit agroalimentare nazionale. La crescita delle esportazioni nel 2013, sia in Lombardia che in Italia, è quasi doppia rispetto a quella delle impor-tazioni. L’aumento delle esportazioni lombarde (+4,6%) dipende più dalla crescita in termini di quantità (+3,5%) che di prezzo (+1,0%), mentre la cre-scita modesta delle importazioni (+2,6%) è il risultato di una analoga crescita in termini sia in quantità (+1,3%) che di prezzo (+1,2%).
Le importazioni agroalimentari in
Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari della Lombardia a prezzi correnti (mio. euro)
Contributo % dei prodotti agroalimentari alla formazione della bilancia commerciale della Lombardia
Import Export Saldo
1999 5.690 2.425 -3.265 2000 6.120 2.608 -3.512 2001 6.273 2.811 -3.462 2002 6.283 3.025 -3.258 2003 6.542 3.152 -3.390 2004 6.844 3.278 -3.566 2005 7.119 3.559 -3.560 2006 7.902 3.742 -4.160 2007 8.309 4.122 -4.187 2008 8.559 4.571 -3.988 2009 7.929 4.214 -3.715 2010 8.691 4.579 -4.112 2011 9.637 4.856 -4.781 2012 9.186 5.121 -4.065 2013* 9.421 5.354 -4.068 Var.% 2013/2012 2,6 4,6 Var.% 2013/1999 65,57 120,78 * dati provvisori.
Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT nella classificazione SH6.
Import Export 1999 7,17 3,84 2000 6,36 3,55 2001 6,36 3,59 2002 6,51 4,00 2003 6,66 4,15 2004 6,47 4,14 2005 6,4 4,17 2006 6,63 4,01 2007 6,24 4,07 2008 7,06 4,41 2009 8,17 5,12 2010 7,49 4,88 2011 7,82 4,66 2012 7,91 4,74 2013* 8,48 4,95 * dati provvisori.
Lombardia rappresentano l’8,5% del-le importazioni regionali, mentre del-le esportazioni si fermano al 5%; le stes-se quote percentuali calcolate per l’Italia raggiungono, invece, l’11,1% e l’8,7% rispettivamente.
Il principale mercato estero di approv-vigionamento della regione è la Fran-cia con una quota del 19,7%, seguita da Germania (14,1%), Paesi Bassi (11,1%) e Spagna (11%). Sul fronte delle espor-tazioni ai primi due posti si collocano Francia (14,9%) e Germania (12,6%), seguiti da due mercati extracomuni-tari: USA (8,3%) e Svizzera (7,5%). Le fonti di approvvigionamento, quindi, risultano nettamente più concentrate dei mercati di esportazione.
I prodotti lattiero-caseari rappre-sentano la principale merceologia di scambio sia dal lato delle importazio-ni (15,3%) che da quello delle espor-tazioni (18,7%). Coprono una impor-tante quota delle esportazioni anche
Principali paesi di origine e destinazione di import ed export agroalimentare della Lombardia, 2013*
11,1% 2,7% 32,0% 19,7% Francia Germania Paesi Bassi Spagna Belgio Ungheria Regno Unito Austria Altri 14,1% 11,0% 4,4%
IMPORT
2,6% 2,5% 8,3% 5,4% 36,5% 14,9% 12,6% 7,5% 7,2%EXPORT
3,9% 3,8% Francia Germania USA Svizzera Regno Unito Paesi Bassi Belgio Spagna Altri * dati provvisori.43
Quote di import ed export dei prododtti agroalimentari della Lombardia,2013* 8,2% 5,8% 4,2% 15,3% 11,9% 6,2% 5,9%
IMPORT
42,5% Prodotti lattiero-caseari Carni fresche e congelate Pesce lavorato e conservato Mangimi Olii e grassi Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti7,2% 5,3%32,6%
18,7%
Prodotti lattiero-caseari Derivati dei cereali Bevande non alcoliche Zucchero e prodotti dolciari Carni preparate Vino Olii e grassi Altri prodotti 18,5% 6,7% 6,1%
EXPORT
4,9% * dati provvisori.Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT nella classificazione SH6.
i derivati dei cereali (18,5%). Le carni preparate e il vino sono, rispettiva-mente, il 6,1% ed il 5,3% dell’export con un peso simile rispettivamente alla categoria zucchero e prodotti dol-ciari ed olii e grassi.
8,2% 5,8% 4,2% 15,3% 11,9% 6,2% 5,9%
IMPORT
42,5% Prodotti lattiero-caseari Carni fresche e congelate Pesce lavorato e conservato Mangimi Olii e grassi Derivati dei cereali Zucchero e prodotti dolciari Altri prodotti7,2% 5,3%32,6%
18,7%
Prodotti lattiero-caseari Derivati dei cereali Bevande non alcoliche Zucchero e prodotti dolciari Carni preparate Vino Olii e grassi Altri prodotti 18,5% 6,7% 6,1%
EXPORT
4,9%consumi
alimentari
In Italia, nel 2013, la spesa media mensile per famiglia è pari a 2.359 euro, in flessione (-2,5% su base an-nua) in termini correnti per il se-condo anno consecutivo. Tenuto conto della dinamica inflazionistica (+1,2%), la spesa presenta un calo nettamente superiore in termini rea-li. La Lombardia perde il primato di regione con la spesa media mensile più elevata (2.774 euro, in calo su base annua del 3,2%): è preceduta dal Trentino-Alto Adige (2.968 euro, in crescita su base annua del 2,2%) ed è seguita dall’Emilia-Romagna (2.762 euro) e dal Veneto (2.706 euro). An-che nel 2013 la Sicilia presenta la spesa media mensile più bassa (1.580 euro). Queste differenze diventano ancora più significative se si tiene conto anche del diverso numero di componenti per famiglia che caratte-rizza le singole regioni.
A livello nazionale, la spesa media
Spesa media mensile a prezzi correnti per famiglia (euro), 2005-2013
Lombardia Italia Italia-Nord 2.000 2.500 3.000 3.500 2.872 2.886 2.896 2.930 2.918 2.896 3.033 2.398 2.461 2.480 2.485 2.442 2.453 2.488 2.689 2.786 2.796 2.810 2.768 2.796 2.843 2.866 2.419 2.761 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2.774 2.359 2.694
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delle famiglie per generi alimentarie bevande, passa da 468 a 461 euro (-1,5%), con una diminuzione signifi-cativa di quella per la carne (-3,2%). Nel 2013 cresce la percentuale di fa-miglie che ha ridotto la quantità e/o la qualità degli alimenti acquistati (dal 53,6% del 2011 al 62,3% dell’anno successivo e, quindi, al 65% del 2013) e di coloro che si rivolgono all’hard discount (dal 12,5% al 14,4%). La Lombardia presenta una spesa media mensile per alimentari e bevande di 461 euro; è preceduta, nell’ordine, da Campania, Lazio, Abruzzo, Tosca-na, Marche, Umbria e Molise, tutte regioni con un maggior numero di componenti per famiglia e con una rete distributiva meno efficiente. Per il secondo anno consecutivo la spesa è in flessione con variazioni maggiori rispetto al dato nazionale.
Cresce, rispetto al 2012, la quota di spesa per alimentari e bevande: dal
Spesa media mensile a prezzi correnti delle famiglie per alimentari e bevande (euro), 2005-2013*
Lombardia Italia Italia-Nord 400 500 486 486 463 483 470 475 461 491 456 467 466 475 461 467 477 454 461 449 464 455 473 473 468 463 461 458 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 490 480 470 460 450 440 430 410 420 461
*il dato per la Lombardia è stato stimato sulla base delle informazioni fornite dall’ISTAT. Fonte: elaborazioni SMEA su dati ISTAT, Indagine campionaria sui consumi delle famiglie.
19,4% al 19,5%; l’aumento più consi-stente si registra, come nel 2012, tra le regioni del Centro (dal 19,3% al 19,6%), ma è al Sud che si osservano i valori più elevati (25,3%). La Lombar-dia, con una quota del 16,6%, è prece-duta da Trentino-Alto Adige (14,9%), Veneto (16,1%) ed Emilia-Romagna (16,3%). I valori più bassi della quota di spesa per alimentari e bevande si registrano in Sicilia (26,9%), Calabria (26,7%) e Campania (25,8%).
Spesa media mensile per famiglia (euro) e quota percentuale per alimentari e bevande per regione in Italia, 2013
Quota % alimentari e bevande
Spesa media mensile (=100%)
Piemonte Valle d'AostaLombardia
Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-V enezia Giulia Emilia-Romagna
Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania PugliaBasilicata Calabria SiciliaSardegna Italia
0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 0 5 10 15 20 25 30
Quota % alimentari e bevande
Spesa media mensile per famiglia
Nel corso del 2013, la Lombardia ha presentato un decorso meteorologico caratterizzato da un trend delle pre-cipitazioni quasi costantemente supe-riore alla media di riferimento 1971-2000, con criticità diffuse su tutto il territorio regionale.
Il periodo invernale è stato interes-sato da un surplus di precipitazio-ni, responsabile del rapido aumento del livello dei fiumi, aggravato dallo scioglimento delle nevi appennini-che, a seguito dell’innalzamento delle temperature che hanno determinato conseguenti ondate di piena (in par-ticolare del fiume Secchia). Le piogge hanno impedito l’accesso ai campi per lo svolgimento delle normali opera-zioni di concimazione delle colture, mentre le operazioni di semina hanno subìto forti ritardi.
La primavera non ha migliorato la si-tuazione e il perdurare della piovosi-tà, oltre a penalizzare alcuni prodotti
come il pomodoro, ha ingrossato di-verse aste fluviali che hanno necessi-tato dell’intervento delle idrovore. Si sono avuti, inoltre, eventi eccezionali come la tromba d’aria che ha colpito il Modenese e si è estesa fino al Bas-so Mantovano, con grandinate che hanno colpito i vigneti del Lambru-sco e i frutteti di pere. Le semine di riso, invece, sono state ostacolate nel triangolo Pavia-Vercelli-Novara, dove è presente il 90% della produzione ita-liana. Nella Bassa Bergamasca si sono verificati cedimenti di terreno respon-sabili dei crolli di strutture agricole e della conseguente evacuazione delle abitazioni a ridosso della montagna. Gli eventi meteorologici primaverili hanno causato percentuali di perdita del 40-50% per il mais, seguito dal fo-raggio (30-40%) e dal miele (40%), alle quali si sono aggiunti deficit produtti-vi intorno al 50% per la produtti-vite, in ritar-do di raccolta di 3-4 settimane per il
posticipo della fioritura, la diffusione di crittogame e la crescita di infestanti rimaste in campo per il mancato ac-cesso dei mezzi meccanici.
In estate, le ondate di calore associa-te a una relativa condizione di secco sono state interrotte da episodi tem-poraleschi a macchia di leopardo responsabili di danni alle colture. In particolare, nella Bassa Bresciana e nel Cremonese, si sono verificati alla-gamenti e danneggiamenti alle stalle e ai campi di mais e soia. Nel Mantovano e nelle zone del Pavese, Bergamasco e Milanese, nel mese di luglio gli even-ti atmosferici avversi hanno causato danni agli allevamenti e alle colture di mais, vite, alberi da frutto, angurie e meloni. La concomitanza di piogge intense e temperature elevate ha cre-ato ritardi nella semina del mais, con una diminuzione delle rese maidicole, sia in trinciato che in granella, stima-te intorno al 40-50% che hanno inciso
49
sulla disponibilità di mangime negliallevamenti zootecnici.
Le ondate di maltempo autunnali
hanno incrementato il rischio di per-dite produttive a carico del riso, in particolare per le qualità pregiate
Ar-borio e Carnaroli; criticità sono state rilevate anche per vigneti e frutteti, in particolare meleti.
risultati
produttivi
in
agricoltura
Nel 2013 la superficie cerealicola si colloca su un valore di poco inferiore ai 390.000 ettari (11,2% del totale na-zionale), in regresso del 4% sull’anno precedente. Fra i cereali primeggia il mais (200.000 ettari e 23% della produzione nazionale), che vede una riduzione in termini quantitativi del 20% rispetto al 2012. Segue il riso,
coltivato su oltre 87.000 ettari, per un volume produttivo pari al 39% di quel-lo nazionale, in caquel-lo del 18% nell’ulti-mo anno. Al contrario, i cereali autun-no-vernini presentano un incremento delle superfici del 10% fra il 2012 e il 2013. Ancora più marcata (+44% su base annua) è la crescita delle superfi-ci dedicate ai semi oleosi.
Fra le foraggere si segnalano gli erbai, che occupano circa 245.000 etta-ri (172.000 solo il mais ceroso), con superfici in crescita dell’8,8% su base annua. La produzione di mais ceroso, che rappresenta il 63% di quella na-zionale, ha fatto segnare un calo del 16,5%, nonostante l’incremento del 4,3% delle superfici. I prati
avvicenda-Coltivazioni Lombardia Italia Lombardia/Italia
Superficie Resa Produzione Superficie Resa Produzione % % totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) totale (ha) (t/ha) raccolta (000 t) superficie produzione
Cereali 389.440 7,2 2.813 3.462.078 5,2 18.090 11,2 15,5 - frumento tenero 65.198 4,9 319 632.372 5,3 3.342 10,3 9,6 - orzo 19.713 4,4 86 237.268 3,7 873 8,3 9,9 - riso 87.393 6,3 551 216.019 6,6 1.417 40,5 38,9 - mais da granella 199.685 9,0 1.807 908.114 8,7 7.897 22 22,9 Semi oleosi 36.739 3,3 123 295.022 3,0 888 12,5 13,8 - colza 2.868 2,6 7 12.186 2,2 26 23,5 27,8 - soia 32.862 3,4 113 174.934 3,5 621 18,8 18,2 Legumi secchi 1.431 2,8 4 68.256 1,8 125 2,1 3,2 Piante da tubero 897 28,3 25 58.652 25,4 1.491 1,5 1,7
Superfici e produzioni delle principali coltivazioni in Lombardia e Italia, 2013