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La tradizione dell'Histoire ancienne jusqu'à César e il manoscritto francese 1386 della Biblioteca nazionale di Parigi. Saggio di edizione e traduzione della sezione tebana.

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DIPARTIMENTO DI

FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA

CORSO DI LAUREA IN ITALIANISTICA

TESI DI LAUREA

La tradizione dell‟Histoire ancienne jusqu‟à César

e il manoscritto fr. 1386 della Biblioteca nazionale di Parigi.

Saggio di edizione e traduzione della sezione tebana.

CANDIDATO

RELATORE

Martina Triani

Chiar.mo Prof. Fabrizio Cigni

CORRELATORE

Chiar.mo Prof. Paolo Pontari

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INDICE

1. Introduzione 4

1.1 Contenuto, fonti, autore, datazione, quadro storico letterario 4

1.2 L‟ Histoire ancienne jusqu‟à César: studi ed edizioni 6

2. La tradizione manoscritta 10

2.1 Le redazioni dell‟ Histoire ancienne jusqu‟à César 10

2.2 I testimoni della prima redazione 12

3. Il ms. BNF, fr. 1386 18

3.1 Mise en page e corredo iconografico 21

3.2 Segni abbreviativi 27

3.3 La localizzazione 28

3.4 Elenco delle rubriche 32

4. Analisi del contenuto 40

5. La posizione di BNF, fr. 1386 nella tradizione manoscritta 97

6. Criteri di edizione 118

7. Testo (sezione tebana, cc. 1-20) 119

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Bibliografia 199

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1. INTRODUZIONE

1.1 CONTENUTO, FONTI, AUTORE, DATAZIONE, QUADRO STORICO-LETTERARIO

L‟Histoire ancienne jusqu‟à César (o Histoire Rogier, dal nome del castellano di Lille al quale è dedicata) si presenta come la prima storia universale redatta in lingua d‟oïl: comincia con la Genesi ed innesta su uno schema storiografico tradizionale, improntato al modello biblico, la storia di Tebe, di Troia, di Enea e di Alessandro Magno, per le quali utilizza fonti classiche, mediolatine e volgari, racconta poi la storia di Roma, concludendosi con le prime fasi della spedizione di Cesare in Gallia.

La compilazione si basa su numerose letture, francesi e latine. Una delle fonti principali sono le Historiae adversus paganos di Orosio, storia universale scritta poco dopo il sacco di Roma del 410, utilizzata specialmente nelle sezioni riguardanti l‟Oriente, Alessandro Magno e la lunga sezione finale dedicata alla storia romana. Altre fonti sono la Bibbia, il Chronicon di Eusebio Girolamo, l‟Historia Scholastica di Pietro Comestre, le Atiquitates iudaicae di Flavio Giuseppe, il Roman de Thèbes, il De excidio Trojae historia di Darete Frigio, l‟Epitome di Iulius Valerius, il Roman d‟Alexandre, il Breviarium ab urbe condita di Eutropio, e l‟Eneide virgiliana con il commento di Servio.

L‟opera, composta da un anonimo autore, è stata attribuita dalla critica recente a Wauchier de Denain, il quale l‟avrebbe composta tra il 1208 e il 1213 su richiesta del castellano di Lille, Ruggero IV, per fini propagandistici. Il disegno originario, come si evince dal prologo, era quello di una cronaca che, partendo dalla creazione del mondo, e percorrendo la storia dei grandi popoli dell‟antichità, giungesse alla vita di Cristo, per arrivare poi alla storia di Francia e, per concludere, a quella di Fiandra. Il motivo di fondo dell‟opera infatti è quello di mostrare la translatio imperii, con lo scopo di tracciare un filo conduttore in grado di congiungere le gloriose civiltà del passato alla casata di Fiandra, la quale, proprio in quegli anni, tentava di affermare la propria autonomia dinanzi alle mire espansionistiche di Filippo Augusto1. Si trattava di un tema, quello della critica al potere monarchico, assai caro ad alcuni aristocratici del Nord della Francia, tra cui Ruggero IV, legato ai conti di Fiandra, con i quali si trovò spesso a condividere scelte politiche e culturali. Se questo era il progetto originario, l‟opera rimase comunque incompiuta, arrestando la

1

A conferma del particolare contesto politico-culturale e del nesso che lo lega all‟autore, si ricordi che il conte di Fiandra Filippo d‟Alsazia intorno al 1182, ovvero negli anni in cui aspirava concretamente alla corona di Francia in qualità di tutore del giovane Filippo Augusto, aveva commissionato a Chrétien de Troyes il Perceval, e che proprio Wauchier de Denain è con tutta probabilità l‟autore della Continuazione II dell‟opera.

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narrazione al 57 a.C2. Con buona probabilità, furono gli stessi avvenimenti politici a bloccare la stesura dell‟opera: dal 1212 i territori delle Fiandre ruppero definitivamente con Filippo Augusto, coalizzandosi con il re d‟Inghilterra Giovanni senza Terra. Di lì a poco gli eventi precipitarono rapidamente, sfociando prima nel sacco di Lille (1213), poi nella battaglia di Bouvines (1214). Di conseguenza è verosimile credere che l‟opera fu interrotta entro il 1213, anno del sacco di Lille ad opera delle truppe di Filippo Augusto, senza contare poi che con la disfatta di Bouvines la celebrazione della casata di Fiandra sarebbe stata inopportuna. Recentemente Francesco Montorsi (2016) ha proposto di collocare la composizione dell‟opera negli anni immediatamente seguenti la battaglia di Bouvines. Egli sostiene che il testo non miri a glorificare la casata fiamminga ma, al contrario, riveli simpatie francesi.Studiando la figura del dedicatario, Ruggero di Lille, Montorsi nota come il suo nome compaia nell‟ Histoire des ducs de Normandie et des rois d‟Angleterre, schierato dalla parte francese: il castellano di Lille combatteva presso il fiume Lys contro le truppe fiamminghe di Ferrand. Oltre al riferimento ai conflitti franco-fiamminghi sfociati nella domenica di Bouvines, Montorsi, per dimostrare come l‟opera sia stata composta dopo il 1214, recupera la condanna alla cupidigia che segue la morte di Alessandro Magno, la quale adombrerebbe una critica alle lotte tra Margherita e la sorella Giovanna per ereditare la fortuna del padre Baldovino, conte di Fiandra, lotte destinate ad affievolirsi solo nel 1219.

L‟Histoire ancienne si presenta come un‟opera assai corposa, tanto è vero che la vastità del testo, unita alla complessità della tradizione manoscritta, ne ha sino ad oggi impedito l‟allestimento di un‟edizione integrale. Si suole suddividere il testo in sezioni, secondo un‟impostazione data da Paul Meyer, il quale distinse sette parti:

I.Genesi

II. Assiri III. Tebe

IV. Minotauro, Amazzoni, Ercole V. Troia VI. Enea VII. Roma

Più di recente Oltrogge3 e Jung4 hanno proposto una ripartizione in undici sezioni:

2

L‟opera si conclude con la campagna di Cesare contro i Belgi.

3

Cfr. D. OLTROGGE, 1989.

(6)

6

I. Genesi (dalla creazione alla morte di Giuseppe) II. Oriente I (Assiri)

III. Tebe IV. Minotauro, Amazzoni, Ercole V. Troia VI. Enea VII. Roma I (dalla fondazione ai primi consoli) VIII. Oriente II (episodi inerenti a Greci, Persiani ed Ebrei)

IX. Macedonia e Alessandro X. Roma II

XI. Cesare

1.2 L‟HISTOIRE ANCIENNE JUSQU‟À CÉSAR : STUDI ED EDIZIONI

L‟ Histoire ancienne jusqu‟à César ha fatto il suo debutto nella storia degli studi antico francesi nel 1885 grazie ad un noto articolo di Paul Meyer apparso su Romania5. Fu il filologo parigino ad assegnare all‟opera il titolo di Histoire ancienne jusqu‟à César, ma il prologo si riferisce al testo come livre des estoires Rogier et la porsivance.

La scelta del titolo non rende pienamente giustizia alla materia trattata, dal momento che la maggior parte dei manoscritti si apre con la Genesi: più che di una storia antica, si tratta dunque di una storia universale. I codici più antichi, in particolare il BnF, fr. 20125, presentano numerosi richiami al pubblico, indizi di un testo destinato alla lettura ad alta voce.

Il testo è stato edito solo parzialmente e mancano studi specifici sulla tradizione manoscritta6. Le difficoltà sollevate dall‟incertezza sui luoghi e sui tempi di copia sono in buona parte legati alla consistenza della tradizione che comprende più di novanta testimoni realizzati lungo un arco

5

Cfr. P. MEYER, Les premières compilations françaises d‟histoire ancienne. I Les Faits des Romains. II Histoire

ancienne jusqu‟à César, in Romania, XIV, 1885, pp. 1-81.

6

La sezione della Genesi è consultabile in Coker-Joslin 1986; quelle su Oriente I, Tebe e Minotauro in de Visser-van Terwisga 1999; quella troiana in Jung 1996, quella sulla Persia in Rochebouet 2015; quella alessandrina in Gaullier-Bougassas 2012. Restano tuttora inedite la sezione su Enea, il cui contenuto è analizzato da Monfrin 1985 (pp.221-238), e quelle di storia romana, solo parzialmente trascritte da Pavlidès 1989.

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7

cronologico di oltre tre secoli e in un‟area che va dal Nord della Francia alle sponde orientali del

Mediterraneo, passando attraverso l‟Italia. Meyer prese in considerazione al contempo Histoire ancienne jusqu‟a César e Faits des

Romains, originariamente distinti, ma che a partire dal XIV secolo si trovano spesso a convivere

negli stessi codici7. Entrambe le opere hanno ottenuto un grande successo: ne sono state tratte numerose copie e, nel corso del tempo, sono state variamente rimaneggiate e continuate. Egli si propose di individuare gli elementi dei quali il testo si compone e fissare approssimativamente epoca ed area di origine. Lo studioso individuò nel testo diverse sezioni e quella stessa griglia costituisce tutt‟oggi la cosiddetta “prima redazione”.

Meyer nota come particolarmente preziosi al fine di definire i panorama di origine del testo si rivelino il BnF, fr. 20125 e l‟ÖNB 2576, i quali svelano alcuni particolari dell‟opera assenti negli altri codici. Essi sono gli unici testimoni del prologo in versi, nel quale l‟anonimo autore, ai vv.262-265, designa come suo protettore e dedicatario dell‟opera il castellano di Lille, Roger, individuato da Meyer nel personaggio entrato in carica nel 1208 e morto nel 12308.

Un‟ulteriore precisazione a proposito del terminus a quo è possibile a Meyer grazie ad una moralizzazione in versi che segue il passo relativo alla morte di Alessandro, nella quale si incontra un riferimento a «li bons cuens de Flandres Bauduïns qui fu emperere de

Constantinoble et sa mere qui nomée fu Marguarite» e a «li rois de France qui mout honora sainte iglise». Baldovino morì nel 1206, il re francese a cui si fa riferimento potrebbe essere sia

Filippo Augusto (morto nel 1223) che il suo successore Luigi VIII (morto nel 1226). Nello stesso prologo (vv. 223 e seguenti) l‟autore si ripromette di dedicarsi anche al racconto

della storia francese, compresi gli eventi relativi alla storia delle Fiandre (vv.238-42), paese di origine suo o almeno del suo signore. Dal momento che i codici più completi arrivano agli scontri tra Cesare e i Galli, l‟opera risulta interrotta: è possibile che ad arrestare la stesura del testo sia intervenuta la morte del suo protettore. Ferdinand Lot9 ipotizza che l‟interruzione dell‟opera sia legata al successo dei Faits des Romains, la cui data di nascita fissa tra 1213 e 1214. Guy

7 Chantilly, Musée Condé, 726 , databile all‟ultimo trentennio del XIII secolo, è il più antico testimone contenente

Histoire ancienne jusqu‟à César e Faits des Romains.

8 «Reiffenberg pense qu'il s'agit de “Roger, troisième du nom, neuvième châtelain, qui mourut en 1229”. C'est

l'opinion adoptée par M. Th. Leuridan, auteur d'un mémoire intitulé Les Châtelains de Lille (p. 129), qui toutefois fait de ce Roger le quarième du nom, et fixe la date de sa mort au 7 mars 1230 (N. S.). Roger était en fonction dès 1208. D'accord avec M. de Reiffenberg et M. Leuridan, je suis persuadé que c'est bien à ce Roger qu'il est fait allusion dans notre prologue; car le seul personnage du même nom qui, par la suite, ait été qualifié de châtelain de Lille, était en fonction vers 1303 (Leuridan, p. 141), ce qui est évidemment beaucoup trop tard. Nous sommes donc assurés que notre Histoire ancienne a été faite, ou du moins commencée, entre 1208 et 1230». Cfr. P. MEYER, 1885, p.56.

9

Cfr. F. LOT, Compte rendu Compte rendu de Jean Frappier, Étude sur la Mort le roi Artur, in Romania, 64, 1938, pp. 111-122.

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8

Raynaud de Lage, in un articolo del 194910, nota come nella sezione romana venga evocato il coraggio della popolazione di Soissons, un riferimento, a suo parere, al principio della campagna militare del 1213 o alla battaglia di Bouvines. Più recentemente G. Spiegel11, M. De Visser-van Terwisga12, M. L. Palermi13, L. di Sabatino14 e C. Gaullier-Bougassas15 hanno attribuito l‟interruzione dell‟opera alla disfatta della casata di Fiandra nella battaglia di Bouvines. Gaullier- Bougassas, a conferma di tale ipotesi, ha evidenziato come dal testo emerga un‟immagine negativa di Cesare, personificazione del re di Francia, contro il quale risalterebbe l‟eroismo delle tribù galliche, incarnazione della resistenza fiamminga allo strapotere reale. In un rivoluzionario intervento del 2016 Francesco Montorsi, reinterpretando il ruolo di Ruggero di Lille nei conflitti franco-fiamminghi, ha proposto di vedere nel 1214, finora considerato come terminus ante quem, piuttosto il terminus post quem.

Meyer conclude l‟articolo del 1885 con uno studio dedicato alla “seconda redazione”, una versione dell‟ Histoire ancienne nata alla fine del XIV secolo16

, caratterizzata dalla mancanza della sezione relativa alla Genesi e dall‟introduzione di una lunga storia della guerra di Troia, la cui fonte parrebbe il Roman de Troie di Benoît de Sainte-Maure.

L‟opera, anonima, è stata attribuita dalla critica a Wauchier de Denain, chierico attivo nel Nord-Est della Francia entro il primo ventennio del XIII secolo, alla corte di Philippe de Namur. Fu Paul Meyer17 ad avanzare per primo l‟ipotesi, sulla base di somiglianze tra i passi moralizzatori delle Vies des Pères e quelli che si incontrano nell‟Histoire. A favore della teoria di Meyer concorrono diversi elementi: l‟attività letteraria di Wauchier si colloca negli stessi anni in cui era in carica Ruggero di Lille (1208-1230) e notevole era la sua fama nella cerchia dei nobili mecenati, tra cui la contessa di Fiandra, Giovanna, spesso risiedente a Lille, la quale faceva

10

Cfr. G. R. DE LAGE, L‟ “Histoire ancienne jusqu‟à César” et “Les Faites des Romains”, in Le Moyen Age, 55, 1949.

11 Cfr. G. SPIEGEL, Romancing the past: the rise of vernacular prose historiography in Thirteenth-century France,

1993.

12

Cfr. M. DE VISSER- VAN TERWISGA, Histoire ancienne jusqu‟à César, 1995-1999, vol. 2, p.224.

13

Cfr. M. L. PALERMI, «Histoire ancienne jusqu‟à César: forme e percorsi del testo», in Critica del testo, 7/I, 2004, pp. 213-256.

14

Cfr. L. DI SABATINO, Edipo, i sette a Tebe e Wauchier de Denain:osservazioni sulla sezione troiana

dell‟Histoire ancienne jusqu‟à César, in Troianalexandrina, 9, 2009, pp.87-114.

15 Cfr. C. GAULLIER- BOUGASSAS, L‟histoire ancienne jusqu‟à César où Histoires pou Roger, châtelain de Lille,

de Wauchier de Denain. L‟Histoire de la Macédonie et d‟Alexandre le Grand, Turnhout, 2012.

16 Il testo pare collocabile sotto il regno di CarloV. In particolare Meyer avanza tale ipotesi sulla base di una rubrica

che appare nel BnF, fr. 24396 , latore della “seconda redazione”, nella quale si legge:

« Cy conmence la grant et vraye histoire de Troye la grant en laquelle sont contenues les epistres et lettres que les

dames envoyant (51c) aux seigneurs, et les seigneurs aux dames, laquelle hystoire contient .xxij. batailles, laquelle hystoire envoya le roy d'Espaine au roy de France Charles le quint, et est la dite hystoire toute complete sans riens abreger.»

Il re di Spagna menzionato pare Enrico II di Castiglia, i cui rapporti con Carlo V erano piuttosto intensi, e al quale invia un ricco esemplare del Roman de Troie.

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9

mettere in scena opere letterarie in voga. La proposta di Meyer è stata abbracciata in seguito da Ferdinand Lot18 con tanta convinzione da indurre Raynaud de Lage19 ad invitare alla prudenza nell‟identificare l‟autore sulla base di luoghi comuni. Michelle Szkilnik20

ritiene che «cette convergence de faits donne quelque poids à l‟hypothèse de P. Meyer21

». Christophe Pavlidés22 è del parere che non sia possibile attribuire a Wauchier la paternità dell‟opera fino alla stesura di un‟edizione completa dell‟opera.

Negli anni a seguire la situazione non ha conosciuto avanzamenti significativi e pochi sono stati gli studi dedicati all‟ Histoire ancienne: a Doris Oltrogge (1989) si deve l‟analisi e la classificazione della tradizione manoscritta da un punto di vista iconografico; Marc Renée Jung (1996) propone una distinzione delle sezioni leggermente diversa rispetto Meyer, offre la lista dei manoscritti della prima redazione e un approfondimento relativo alla “seconda redazione”, unicamente centrata sulle sezioni riguardanti la storia classica e contenente la cosiddetta

Prose 5 del Roman de Troie; de Visser-van Terwisga (1999) propone una lista completa dei

manoscritti delle tre redazioni; Maria Laura Palermi (2004) fornisce un nuovo censimento dei codici, raggruppati per epoca e localizzazione; a Richard Trachsler (2013) si deve uno studio chiaro e approfondito delle redazioni e l‟aver definito la fisionomia della “terza redazione” dell‟opera; a Francesco Montorsi (2016) si deve la rivoluzionaria tesi a proposito della datazione dell‟opera, tesi riportata nelle pagine precedenti. Specifici studi dedicati alla circolazione del romanzo nell‟Italia settentrionale si devono a Matteo Cambi (2016), studi su materiali provenienti dalla biblioteca estense sono merito di Monica Longobardi (1994) e Vincenzo Cassì (2013), a Fabio Zinelli (2012, 2015 e 2016) si devono studi linguistici relativi al gruppo pisano-genovese, il cui corredo iconografico è analizzato da Francesca Fabbri (2012 e 2016) e da Alessandra Perriccioli Saggese (2014).

17

Cfr. P. MEYER, Versions en vers et en prose des Vies des Pères, Histoire littéraire de la France, Paris, Imprimerie nationale, 33, 1906, pp.258-292.

18 Cfr. F. LOT, Compte rendu de l‟ Étude sur «La mort le rois Artu» de J. Frappier, in Romania, 64, 1938,

pp.111-122.

19

Cfr. G. R. DE LAGE, L‟«Histoire ancienne jusqu‟à César» et les «Faits des Romains» et «La Morale de

l‟histoire», in Les premiers romans français, Genève, 1976.

20 Cfr. M. SZKILNIK, Écrire en vers, écrire en prose le choix de Wauchier de Denain, in Romania, 107, 1986, pp.

208-230.

21

Ivi, p.218.

22

Cfr. C. PAVLIDÉS, L‟Histoire ancienne jusqu‟à César (première rédaction: Étude de la tradition manuscrite.

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2. LA TRADIZIONE MANOSCRITTA

2.1 LE REDAZIONI DELL‟HISTOIRE ANCIENNE JUSQU‟À CÉSAR

L‟ Histoire ancienne jusqu‟à César è tramandata da un considerevole numero di testimoni, la cui distanza cronologica e geografica, fonte di non poche difficoltà per gli studiosi, è altresì indice di una grande fortuna di pubblico.

Nel corso dei secoli l‟opera è stata variamente modificata rispetto al dettato e alla struttura originari spostando, sostituendo e incrementando le sezioni di cui si compone. Le ricerche condotte dagli editori e dagli studiosi del testo hanno messo in luce l‟esistenza di almeno tre redazioni: oltre alla prima e originale, ne esisterebbe una seconda composta nell‟Italia meridionale angioina all‟inizio del XIV secolo, ed una terza nata in Francia nel tardo „300, testimoniata da soli due codici.

La prima redazione si compone dei sette blocchi narrativi individuati da Meyer (poi distinti da Oltrogge e Jung in undici sezioni).

La seconda redazione è priva della sezione biblica e della prima sezione di storia orientale e il quinto blocco narrativo, dedicato alla storia di Troia, subisce considerevoli modifiche rispetto alla prima redazione: il testo di Darete Frigio viene rimpiazzato dalla mise en prose del Roman de

Troie di Benoît de Sainte-Maure, versione in prosa comunemente nota come Prose 5, nella quale,

oltre al Roman de Troie, si incontrano alcune traduzioni in lingua d‟oïl delle Eroides ovidiane e il romanzo di Landomata, figlio di Ettore23. Se la fonte principale è Benoît de Sainte-Maure, non mancano richiami alla “prima redazione”, a Darete Frigio, all‟Eneide virgiliana commentata da Servio, a l‟ Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne e alle Metamorfosi di Ovidio: proprio la ricchezza delle fonti comporta, nel passaggio da un‟opera all‟altra, contraddizioni o ripetizioni. La seconda redazione è conservata da una dozzina di manoscritti e il capostipite è comunemente individuato nel napoletano Royal, 20 D I, la cui origine è individuata presso la corte angioina di Napoli tra 1330 e 1340 e alcune delle cui miniature sono state attribuite al celebre artista napoletano Cristoforo Orimina24. La lingua del testo rivela italianismi e le contraddizioni tipiche di un copista italiano. Parte della tradizione manoscritta riferisce che l‟opera è stata offerta al re francese Carlo V dal re spagnolo, ma probabilmente non è per lui che è originariamente nata la Prose 5 e si tratterebbe solo di un dedicatario secondario. Si possono distinguere due famiglie all‟interno della tradizione della Prose 5, una latrice di una “versione

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comune” e l‟altra di una “versione rimaneggiata”. La fondamentale differenza tra le due versioni è che la “versione rimaneggiata” dimostra una maggiore fedeltà al roman en vers di Benoît ed elimina alcune incongruenze e ripetizioni che si incontrano nella “versione comune”. I testimoni della “versione rimaneggiata” sono stati eseguiti in Francia e sono forse legati alla corte reale.

Vi è poi una terza redazione, la quale è conservata da soli due manoscritti ed è caratterizzata dalla presenza di materiale in parte estraneo alla prima e alla seconda redazione. Si tratta di una vasta cronaca universale che riutilizza alcune porzioni del testo di Wauchier.

Trachsler pone a confronto il testo delle tre redazioni attraverso il BNF, fr. 20125, ÖNB 2576 (testimoni della prima redazione) BNF, fr. 301 (testimone della seconda redazione) e BNF, fr. 15455 (testimone della terza redazione).

Egli nota come il testimone della seconda redazione sia legato al manoscritto viennese, piuttosto che al fr. 20125. Tuttavia, la seconda redazione non può derivare direttamente dal ÖNB 2576; ciò implica l‟esistenza di un intermediario tra la prima e la seconda redazione. La terza redazione risulta più prossima alla prima che alla seconda redazione, in particolare al fr. 20125: la terza redazione discenderebbe quindi da un manoscritto prossimo alla parigino 20125. «Tous les états textuels se rattachent, d‟une façon ou d‟une autre, à une branche de la première rédaction25».

Per quanto riguarda il termine “redazione”, esso può risultare fuorviante: in realtà si tratta di nuove compilazioni che riutilizzano blocchi più o meno ampi dell‟ Histoire ancienne. La “prima redazione” mostra una situazione molto meno omogenea di quanto la terminologia induca a credere, gli oltre sessanta testimoni di tale versione tramandano infatti testi sensibilmente differenti.

All‟antico e autorevole BNF 20125 si affiancano quattro codici che recano un testo assai simile, anche se lievemente sintetizzato in alcuni punti: questi cinque manoscritti formano la famiglia α. I rimanenti testimoni costituiscono invece la famiglia β, latrice di una versione leggermente più sintetica rispetto ad α. All‟interno della famiglia β si collocano i manoscritti italiani. Alcuni di essi paiono riconducibili ad un gruppo stemmatico piuttosto compatto, caratterizzato non solo da omogeneità di lezione, ma anche di apparato decorativo, dal momento che, secondo le analisi condotte da Doris Oltrogge, appartengono tutti al cosiddetto ciclo E (fr. 9685, Carpentras 1260, Vat. Lat. 5895, Riccardiano 9685, Tours 953, fr. 1386). Legato alla medesima famiglia β è pure l‟ÖNB 2576. Benché il più lontano dalla narrazione uscita dalla penna di Wauchier, il testo β è stato senza dubbio quello maggiormente copiato e letto, in Francia come in Italia.

24

Cfr. C. LEE, 2015, pp. 92-93.

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12 2.2 I TESTIMONI DELLA PRIMA REDAZIONE

I TESTIMONI DEL XIII SECOLO

FRANCIA

Un posto particolare spetta al ms. Paris, BNF, fr. 20125 (P), latore del testo più completo, comprensivo del prologo in versi e di tutte le moralizzazioni note. Questo codice fu confezionato probabilmente nel terzo quarto del secolo, in una zona molto prossima al luogo originario di produzione dell‟opera, compresa tra Lille, St. Omer e Arras. È un esemplare di dimensioni medio grandi, vergato in accurata textualis su due colonne ed illustrato. Secondo Oltrogge i soggetti, lo stile e la sequenza delle miniature presenterebbero forti punti di contatto con l‟apparato iconografico dei testimoni esemplati nel Mediterraneo orientale e con altre due copie realizzate in Italia nel secolo successivo (gruppo D). Nel codice sono state rilevate note in provenzale e catalano, datate al XIV, che hanno indotto gli studiosi a postulare una sua circolazione nella Francia meridionale.

Il ms. Pommersfelden, Schloss Bibliothek, 295 (Po) ha un formato simile a quello di P, accuratamente decorato, ma illustrato con un ciclo di miniature più simile a quello di Paris, BNF, fr. 17177. Il ms. Paris, BNF, fr. 17177 (P18), come i due precedenti, è una copia integrale del testo, ma a differenza di essi, l‟Histoire ancienne è seguita da altri testi cronachistico-leggendari e di ispirazione moraleggiante. Il ciclo illustrativo dei mss. Po e P18, particolarmente ricco alle sezioni VIII, IX e X, è rintracciabile in altri due testimoni duecenteschi di origine francese. Il London, BL, Add. 19699 (L5) e il Den Haag s‟Gravenhagen, KB, 78 D 47. Il ms. conservato all‟Aia è di formato maggiore rispetto al testimone londinese, ma entrambi omettono l‟ultima sezione, relativa alla storia di Cesare.

Come i precedenti, il ms. Aylsham, Blicking Hall 6931 (Ay), il ms. Bruxelles, BRB, 18295 (B4) e il ms. Paris, BNF, fr. 20126 (P20), sono codici di formato medio o medio grande, miniati e finemente decorati. Quanto al contenuto, anch‟essi si concludono alla X sezione. B4 si distingue dagli altri esemplari per l‟apparato iconografico che lo avvicina ad alcune copie parigine del secolo successivo: il London, BL, Royal 16. G. VII (L1), il ms. The Shøyen Collection, 027 (Oslo/London) (Schø), il ms. Paris, BNF, fr. 246 (P5), il ms. Paris, BNF, n. a. fr. 3576 (P23). Infine vi è il ms. Paris, BNF, fr. 12586 (P17): un codice di dimensioni più ridotte rispetto ai precenti, contenente solo le sezioni II e III alle quali, nel secolo successivo, sarà accorpato un altro volume contenente la IV sezione.

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Quattro fogli ritrovati nell‟Archivio di Stato di Bologna sono stati ricondotti ad un esemplare di origine francese di grande formato, i frammenti contengono parti delle sezioni I, VIII e X.

MEDITERRANEO ORIENTALE

I mss. Dijon, Bibliothèque Municipale, 562 (D); Bruxelles, BRB, 10175 (B3) e London, BL, Add. 15268 (L4) furono esemplati in Terrasanta su un modello giunto ad Acri intorno alla metà del Duecento. Furono certamente realizzati ad Acri i codici conservati a Digione e a Londra, mentre per il testimone di Bruxelles è stata avanzata l‟ipotesi di un‟origine cipriota. Il gruppo appare sostanzialmente omogeneo per formato, ciclo iconografico, contenuto e varianti linguistiche. D e

L4 hanno dimensioni quasi identiche, un numero simile di illustrazioni e rubriche molto simili. Il

codice di Bruxelles è leggermente più piccolo per formato, ha meno illustrazioni e le rubriche sono sensibilmente diverse rispetto a quelle degli altri testimoni. Questo manoscritto condivide però con l‟esemplare conservato a Digione la presenza dell‟XI sezione, mentre il codice di Londra si conclude con la X sezione.

ITALIA

Il ms. Chantilly, Musée Condé, 726 (Ch) è l‟unica copia di origine italiana datata alla fine del XIII secolo. Si tratta del più antico codice in cui Histoire ancienne (con omissione dell‟XI sezione) è seguita dai Faits des Romains. Il codice fu probabilmente confezionato in Italia meridionale, ma Oltrogge ha avanzato l‟ipotesi che posso essere stato prodotto in area bolognese. Le caratteristiche materiali lo avvinano ai coevi manoscritti francesi.

Per gli altri quattro testimoni di origine italiana le ipotesi di datazione oscillano tra la fine del XIII secolo e l‟inizio del XIV secolo: ms. Carpentras, Bibliothèque Inguimbertine, 1260 (C); ms. Paris, BNF, fr. 9685 (P16); ms. Tours, Bibliothèque Municipale, 953 (T1) e ms. Città del Vaticano, BAV, Vat. Lat. 5895 (Vat). La questione della loro localizzazione è ancora oggi aperta: all‟iniziale ipotesi che li considerava prodotto della Napoli angioina si è recentemente affiancata l‟ipotesi di un‟origine ligure-toscana.

Alla Toscana occidentale è ascrivibile il ms. Paris, BNF, fr. 12599, esemplato nella seconda metà del XIII secolo: il codice, tra i testi di materia arturiana, contiene un frammento di quattordici righe tratto dalla X sezione dell‟Histoire ancienne.

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14 I TESTIMONI DEL XIV SECOLO

FRANCIA

La maggior parte dei testimoni di origine francese uscirono da ateliers parigini. Furono realizzati nel secondo quarto del XIV secolo il ms. Bruxelles, BRB, 9104-9105 (B1); il ms. København, Kongelige Bibliotek, Thott 431 (Co); il ms. London, BL, Add. 12029 (L3); il ms. Paris, BNF, fr. 251 (P7), tutti e quattro illustrati dal medesimo ciclo di miniature (gruppo F di Oltrogge). I primi due si distinguono per il maggior formato e per la particolare disposizione del testo su tre colonne.

B1 e Co contengono le sezioni I-X seguite dai Faits des Romains.

Altri quattro testimoni furono realizzati a Parigi tra 1360 e 1380: L1, Shø, P5 e P23. Si tratta di esemplari di grandi dimensioni, finemente illustrati (gruppo A di Oltrogge). I codici P5 e P23 Paris furono esemplati rispettivamente da Mathias Rivalli e Henri de Trévou, scribi della casa reale.

Il ms. London, BL, Add. 25884 (L6) è stato datato alla fine del secolo. Si tratta di un codice di medie dimensioni ed accanto all‟Histoire ancienne si trovano una storia della vita di Cesare e degli imperatori da Augusto a Tito e una descrizione degli edifici di Roma. Il medesimo ciclo illustrativo del codice londinese si incontra in altre due copie parigine della fine del secolo: il ms. Ancien Rosenthal, 82/83 (Ros.) ed il ms. Malibu, Getty Museum, Ludwing XIII, 3 (Mal) (gruppo B di Oltrogge); quest‟ultimo, costituito da sei carte che contengono l‟inizio delle sezioni I, II, V, VII, IX, X, ha la stessa particolarità di rifarsi per l‟inizio della sezione a Prose 5, caratteristica che si ritrova anche nel ms. 516 della Pierpont Morgan Library di New York (Np2), testimone parigino trecentesco realizzato alla fine del secolo.

Tutti i codici parigini del XIV secolo sono grandi esemplari, riccamente illustrati e contengono l‟Histoire ancienne, per lo più fino alla sezione X, e i Faits des Romains. La straordinaria raffinatezza rinvia ad un milieu di produzione e fruizione elevato.

Diversi da queste copie parigine sono gli esemplari trecenteschi genericamente ricondotti alla Francia settentrionale: il ms. Paris, BNF, fr. 9682 (P15) ed il ms. Mâcon, Archives de Saône-et-Loire, H 362 (Ma). Secondo alcune ipotesi il codice parigino 9682 sarebbe stato esemplato nel secondo quarto del XIV secolo su un modello realizzato nei principati latini d‟Oltremare e poi portato in Francia, come nota Oltrogge sulla base dell‟analisi dell‟apparato iconografico. Il testimone di Mâcon è un codice di medie dimensioni, latore delle prime nove sezioni dell‟opera e dei Faits des Romains.

All‟area francese sono assegnati alcuni frammenti bolognesi dell‟Histoire ancienne rinvenuti nelle rilegatura di alcuni registri notarili seicenteschi riconducibili a due codici, HA1 (il quale si

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compone di quattro bifoli e comprende alcune parti delle sezioni I, VIII e X) e HA3 (il quale si compone di un solo foglio) dell‟Archivio di Stato di Bologna, e alcuni frammenti dell‟Archivio di Stato di Modena riconducibili a due codici, HA4 e HA6.

ITALIA

Probabilmente all‟inizio del secolo fu esemplato il nostro codice, Paris, BNF, fr. 1386 (P13). Alcuni studiosi lo hanno localizzato nella Napoli angioina, altri hanno parlato più genericamente di origine meridionale e recentemente, a partire dall‟analisi iconografica del testimone, è stato riassegnato all‟area pisano-genovese. Il manoscritto è privo delle prime due sezioni, caratteristica che lo accomuna ad il più antico testimone della seconda redazione, il ms. London, BL, Royal, 20 D I, localizzato nella Napoli della prima metà del secolo.

Il ms. Wien, Österreich National Bibliothek, 2576 (V) è un codice di formato medio grande, latore delle prime dieci sezioni del testo, dello stesso prologo in versi presente in P e dello stesso

colophon con cui si chiude London, BL, Royal 20 D I. Gli studiosi sono propensi a credere che il

manoscritto sia stato realizzato in Veneto, ma è stato anche ipotizzata un‟origine del codice nel Sud della Francia.

Un‟altra copia dell‟Histoire ancienne è stata realizzata per Agnese e Francesco Gonzaga nell‟ultimo ventennio del Trecento ed è attualmente conservato alla Biblioteca Marciana di Venezia, ms. fr. II (Ve). Forse prodotto a Mantova entro la cerchia di Pietro da Pavia e Giovannino de‟ Grassi, si tratta di un codice di formato medio grande, latore delle prime dieci sezioni, la cui accuratezza iconografica ha indotto Oltrogge ad avvicinarlo al Ch e ad altri testimoni francesi del XIII secolo (gruppo C).

I testimoni Paris, BNF fr. 686 (P10) e Paris, BNF, fr. 168 (P3) sono ritenuti di origine bolognese. Il primo fu realizzato intorno al 1330, è un codice di grande formato in cui le prime nove sezioni dell‟Histoire ancienne sono completati, nella sezione romana, dai Faits des Romains, cui segue una versione franco-italiana dei Conti di antichi cavalieri e una raccolta agiografica. Il secondo, realizzato nell‟ultimo quarto del secolo, è riconducibile alla bottega bolognese di Stefano degli Azzi e vi furono copiate solo le prime sei sezioni ed i capitoli iniziali della sezione VII. Sotto il profilo iconografico i due manoscritti di origine bolognese sono stati posti in relazione con P, con i testimoni provenienti dalla Terrasanta e con P15.

All‟Italia settentrionale è stato assegnato il ms. Paris, BNF, fr. 821 (P12). Riconducibile all‟area tra Pavia e Vercelli, è un codice di medio formato, ampio collatore di testi in versi e in prosa: vi furono copiati, separatamente l‟uno dall‟altro, vari capitoli dell‟Histoire ancienne, un volgarizzamento dei Distica Catonis, l‟Optimum documentum de regimine familiae, una

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traduzione anonima in prosa del De consolazione Philosophiae, il Secretum secretorum, i Dis des

sages, un riassunto di storia antica fino alla morte di Catilina e il Roman de Troiae. Molti spazi

destinati alle miniature sono rimasti bianchi e molte illustrazioni non corrispondono al testo che vorrebbero rappresentare, dando l‟impressione di un codice dall‟aspetto poco accurato.

Il codice Paris, BnF N.a.f. 6774 (P25), si caratterizza per una peculiare mise en page a colonna unica: il manoscritto, che compendia il Roman de Troie di Benoît de Sainte Maure con la sezione romana dell‟Histoire ancienne, è di provenienza italiana nord-orientale. Di origine italiana son i quattro bifoli di cui si compone il codice HA2 dell‟Archivio di Stato di Bologna e all‟area padano-veneta è assegnato il frammento riconducibile al codice HA5 dell‟Archivio di Stato di Modena.

I TESTIMONI DEL XV SECOLO

Le copie quattrocentesche dell‟Histoire ancienne sono tutte localizzate in Francia. L‟area di circolazione del testo si restringe rispetto ai secoli precedenti: l‟opera continua ad essere copiata solo nel suo paese d‟origine.

I codici Paris, BNF, fr. 64 (P2) e Paris, BNF, fr. 39-40 (P1) sono codici di grande formato, vergati in accuratissima textualis, corredati da iniziali istoriate e numerose pregiate illustrazioni. Entrambi contengono una copia dell‟Histoire ancienne seguita dai Faits des Romains.

Il ms. Paris, Bibliothèque de l‟Arsenal, 5081 (Pa) è, come i precedenti, un esemplare di grande formato, miniato con eleganza e latore delle prime dieci sezioni dell‟Histoire ancienne.

Un altro esemplare molto pregiato fu realizzato per i duchi di Borgogna nella seconda metà del Quattrocento e attualmente è conservato presso la Biblioteca Casanatese di Roma, ms. 233 A. I. 8 (R).

Il manoscritto conservato a New York, presso la Pierpont Morgan Library, 212-213 (Np) fu realizzato a metà Quattrocento per un membro della famiglia Créquy e l‟Histoire ancienne, copiata integralmente, è seguita dai Faits des Romains.

Il codice conservato presso la Bancroft Library di Berkley, ms. UCB 148 (Ber) è una copia parziale dell‟Histoire ancienne e riporta solamente la IV e la V sezione.

I TESTIMONI DEL XVI SECOLO

L‟opera continuò ad essere copiata anche nel Cinquecento, come testimoniano i codici Paris, Assemblée Nationale, 1263 (Pb) e Paris, BNF, fr. 24052. Il primo è un elegante esemplare, latore

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della prime dieci sezioni dell‟Histoire ancienne, il secondo raccoglie vari testi tra cui inserisce frammenti della IV e della V sezione.

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3. IL MS. BNF, FR. 1386

Il BnF, fr. 1386 è un codice membranaceo in buono stato di conservazione (seppur con alcune macchie di umidità e parziale indebolimento dell'inchiostro in alcune carte) che misura 290 x 197 mm.

Il codice si compone di due antiche guardie e 20 fascicoli di 8 carte ciascuno (160 carte) per un totale 162 carte. Sulle due carte di guardia, in beneventana dell‟XI secolo, si trovano dei frammenti delle Omelie in latino di Gregorio Magno. Sul verso, fine colonna b, del primo foglio di guardia, una mano più recente annuncia: « Diverses histoires de gestes depuis Oedipus iusques

a Hannibal ». Sul recto della prima carta, in alto, sono riportate, in inchiostro nero e da mano

moderna, le precedenti segnature: 1640 (in numero romano, MDCXL), 1072 e 7505. Il numero romano pare ascrivibile ad una mano diversa rispetto alle altre due segnature ed è stato cancellato con un tratto netto.

Il testo è disposto su due colonne, con un numero di righe che oscilla tra 3 e 45 nelle carte illustrate e tra 38 e 49 nelle carte prive di illustrazione.

La scrittura è assimilabile a una littera textualis di metà Trecento. Si tratta di una gotica abbastanza corsiveggiante, tonda, non molto grande né rigida: pare più vicina ad una gotica rotunda che ad una bastarda francese.

Le carte sono numerate sul recto con inchiostro nero, in alto sopra la colonna b da mano moderna, con numerazione in cifre arabe. Rigatura a mina di piombo. Le carte 40v-41r sono illustrate integralmente. Le carte di guardia sono precedute da quattro fogli cartacei bianchi, il primo dei quali marmorizzato sul recto e l‟ultimo riportante sul recto la seguente dicitura: «

Volume de 161 feuillets plus le feuillet A préliminaire- 18 Dècembre 1884». Altri tre fogli

cartacei alla fine del codice, il secondo dei quali marmorizzato sul verso. Il verso dell‟ultima carta di ciascun fascicolo riporta in un riquadro decorato le prime parole della carta successiva. Sotto ciascun riquadro è riportato un numero in cifre romane, forse destinato al rilegatore moderno, ma la numerazione appare errata, discontinua e talvolta ridondante.

Rilegatura ottocentesca in cuoio marrone su piatti di cartone, riportante un'incisione dorata dell‟aquila imperiale francese.

Il manoscritto ha fatto parte della biblioteca dei re Aragonesi di Napoli, come segnato a c.160v. È passato in Francia nel 1495, sotto re Carlo VIII. Ha fatto parte della libreria reale di Blois. È stato ritrovato nel catalogo della Biblioteca reale a fine „500.

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Incipit (c.1ra): "Un rois estoit à Thebes riches et puissans. Laius fut appelé [...]".

Explicit (c.20ra): “[…]Ensi fin recomencee la cythé de Tebes, la destruite, mais pueis li canjerent

non li citoiens car il luer estoit honte et vergogne de la destrucion recorder si la nomerent / (20rb) Estives. Encora est ensi apellee”.

Cc. 20r-24r: Minotauro, Amazzoni e Ercole.

Prologo scritto in inchiostro rosso (c.20rb): "Ci comense de cieuz de Thenes et de cieus de l'ile de

Creton qe en salui tenz segnorerent. Dou comensamant dou regne de Macoine".

Incipit (c.20rb): “Aprés ce qe Thebes fu destruite, bien .IIIIC. ans. et .LX. droiturieremant ains qe

Rome fust comencieie ne fonde, nasqi une grant bataille et perilluse entre ceus Thenes […].”

Explicit (c.24rb): “[…]Et ot Thyseus un filz de damoiselle Ypolite, q‟il amoina d‟Amosoine, si ot

nom le filz Ypolitus et sy n‟ot un autre qui ot nom Anpilo d‟une damoiselle q‟il prist a feme, qi ot nom Pedra”.

Cc. 24r-42r: Troia.

Prologo scritto in inchiostro rosso (c.24rb): “Coment le veraie estoire de Troie et de quel regne li

roi furent”.

Incipit (c.24rb): “Au tens qe cil estoient estoit Laumedon roi a Troie [...]".

Explicit (c.42rb): “[…] Dient li plusors qe Troie fu prese et destruite et qe Athenor Aeneas i

concentirent por ce q‟il fussent delivré. Mais ensi ne .

lle conte mie Daires, la cui store vos aves oie”.

Cc. 42r-59v: Enea.

Prologo scritto in inchiostro rosso(c.42rb): "Que li Grezois devindrent aprés la grant strucion de

Troie CCCCXXII”.

Incipit (c.42rb): “ Pueis qe la cité de Troie fu destruite et brusee et li Grezois qe luer nef orent

aparoillés e chargiees de l‟avoir de cieus de Troie, il se mistrent en mer por repairer a luer contree [...]".

Explicit (c.59vb): “[… ] Tant i fist desliautés qe cil de la cité ne vostrent pueist avoir rois aprés

celui, ainz firent prince Danenau por luer pouble e luer jens garder.”

Cc.59v-75r: Roma I. Prologo in inchiostro rosso (c.59vb):"Ensi comensa l'estoirament de Rome” .

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20

Incipit (c.59vb):”Or lairrai ester des n-//(60ra)ons de ses rois et des royaumes por ce qe petit

l‟enten l‟entendirai sol regne dirai, ce est de Lombardya et de Rome [...]”.

Explicit (c.75r): “[…]Mes bien sachiés vos qi oes, entendes qe selui ne fu mie cil Pirrus qi fu filz

Achilles, dont l‟estorie de Troie racontent, mes cil Pirrus fu de celle lignee, si se combati as Romainz, dont je vos dirai avant por coi se fu e l‟estoire romaine”.

Cc 75r-92r: Oriente.

Prologo in inchiostro rosso (c.75ra): “Ensi comence des roi de Mede et des autres rois la

ngenelogie qe tout Aisie tindrent a luor segnorie por luer grant poir”.

Incipit (c.75ra): “B… premeremant en Mede et la chaison por coi il destruist Sardanapalus son

segnor et si tollirent la segnorie de regne d‟Assire […]”.

Explicit (c.92rb): “[…] Mes ancois qe ie rienz de lui vos en die, vos dirai ie des euvres li roi

Phelipe, son pere, et de sa mere Olimpias, feme le rophe et de quel terre fu nee”.

Cc. 92r-122r: Macedonia e Alessandro.

Prologo in inchiostro rosso (c.92rb): “Dou roi Phelipe, li pere Alixandre, coment il vint a pere”. Incipit (c.92rb): “Ante … qe Rome este fondee .IIIIC. anz entreprise Phelipe li regne de

Macedoine […]”.

Explicit (c.122rb): “[…] De ce lairai ester et dirai ore aprés de Pirrus et des Romains la ou ie

laisai quant ie comensai a parller des roi persans et des Macedoniens iusque au tens d‟Alixandre, car ce me convient a continuer et affaire”.

Cc. 122r-160v: Roma II.

Prologo in inchiostro rosso (c.122rb): “Qe cil de Cartage se pristrent par lor follie as Romains”. Incipit (c.122rb): “Dit vos ai e conte qe au tens qe … et furent consule de Rome furent li Romains

desconfiz par les Galois […]”.

Explicit (c.160vb): “[…] Et tantost com il en sot la novelle il se mist en mer avec tout sa navie, si

erra tant a voilles estandues q‟il vint en Galaence, qi ore est apellee Galice, au mont o li pretu qi est de morvoilluse grandece d‟autece. Si alerent cil de la con…”.

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21 3.1 MISE EN PAGE E CORREDO ICONOGRAFICO

Il rosso delle rubriche emerge all‟interno del testo copiato in inchiostro nero e si incontra

anche nella sezione troiana (cc. 27v-28r) nell‟elenco delle navi e dei principi achei che si preparano a muovere contro Priamo.

Le letterine di inizio paragrafo sono realizzate in gotica libraria, in inchiostro rosso sino alla carta 9ra (rubrica 329), a partire dalla quale si alternano letterine di inizio paragrafo in inchiostro blu e in inchiostro rosso.

Le lettere sono filigranate e costruite con motivi a grappoli, terminanti con aste lievemente piegate ad uncino. Il colore delle filigrane può essere blu o rosso, a seconda del colore della lettera di inizio rubrica.

Le lettere sono disposte, con una sola eccezione26, su tre righe. Da segnalare che la stanghetta della P e la stanghetta della Q si sviluppano spesso oltre la terza riga27.

Le quattordici iniziali di capitolo sono molto simili alle iniziali di paragrafo, decorate con semplici motivi a grappoli, a fiori e foglie, con aste uncinate e disposte variamente tra le 10 e le 15 righe28. In tutte le capitali si alternano il rosso e il blu, tranne alla carta 20r, decorata in rosso, blu, verde e giallo.

Il recto della carta 33 presenta sulla parte alta della colonna b un rettangolo vuoto, né scritto né illustrato.

Per quanto riguarda il richiamo alla fascicolatura, i riquadri contenenti le prime parole del fascicolo successivo sono decorati in maniera molto semplice e quasi sempre presentano cornici colorate. In rari casi la decorazione del riquadro appare più originale: dalla cornice del riquadro di 96v emergono due piccoli draghi, la stessa decorazione si incontra a 104v (i draghetti sono però resi in maniera più semplice e con tratti meno precisi), geometricamente più complesso il riquadro

26

C. 34r (rubrica 411): la E è contenuta in sole due righe.

27

C. 7r (rubrica 319): la stanghetta della P si allunga dalla terza alla sesta riga. C. 7r (rubrica 320): la stanghetta della Q si allunga dalla terza alla settima riga. C. 7v (rubrica 321): la stanghetta della Q si allunga dalla terza alla settima riga. C. 27r (rubrica 344): la stanghetta della Q si allunga dalla terza alla quinta riga. C. 76v (rubrica 511): la stanghetta della P si allunga dalla terza alla quarta riga. C. 102v (rubrica 577): la stanghetta della P si allunga dalla terza alla quarta riga. C. 104r (rubrica 579): la stanghetta della P si allunga dalla terza alla sesta riga. C. 124r (rubrica 630): la stanghetta della Q si allunga dalla terza alla quinta riga

28 10 righe: cc. 59v, 126v, 140r, 157r. 11 righe: cc. 42r, 130v. 12 righe: cc. 75r, 96v. 13 righe: cc.24r, 92r. 14 righe: cc. 1r, 20r. 15 righe: cc. 25r, 122r.

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di 128v, nel quale si può individuare una testa coronata e affiancato da un‟immagine umana nuda, dalle gambe incrociate e che si regge la testa con un braccio.

Il nostro è un manoscritto ampiamente illustrato e decorato. Si possono contare 99 illustrazioni, per lo più collocate a fondo pagina (unica eccezione è c.21r, la cui decorazione occupa la parte superiore della carta), ma occupanti in un paio di casi la carta integralmente (40v,

41r) o quasi (cc. 15v, 19v, 29v, 30r). Grazie alla presenza di illustrazioni rimaste allo stadio di abbozzo si possono distinguere le diverse fasi dell‟esecuzione del disegno: il primo schizzo29

; il disegno ad inchiostro30, prima delle parti fondamentali del soggetto e successivamente degli elementi accessori; la finale stesura del colore31. Il nome dei colori è spesso indicato negli appositi spazi (iali, ia o i per il giallo, v per il verde, r per il rosso).

La fretta sembra caratterizzare queste rappresentazioni: spesso non si è lasciato il tempo di asciugare alle lettere32 e alle immagini e talvolta compaiono sulla carta ombre di altri disegni colorati33. I colori dei disegni talvolta non rispettano i margini segnati dall‟inchiostro. La gamma cromatica si riduce a tre o quattro tinte: rosso, verde, giallo e il blu delle lettere capitali e delle filigranature. Le forme si ripetono in maniera seriale34: la stessa battaglia, gli stessi edifici, gli stessi personaggi, si riferiscono di volta in volta a scene e vicende differenti, sintomo di una necessaria velocizzazione del lavoro.

Molte illustrazioni, concentrate soprattutto nella seconda metà del codice, sono incompiute e vi si ripetono le identiche scene di battaglia di cui è stata contornata solo la parte esterna della forma,

mentre mancano i dettagli all‟interno.

1ra Re e regina di Tebe a cavallo.

1rb I servitori di Laio appendono il piccolo Edipo all‟albero per i piedi.

1va Re Polibo, seduto sul trono, è pregato da Edipo inginocchiato ai suoi piedi. 1vb Edipo inginocchiato alle porte del tempio (più simile ad una chiesa) di Apollo. 2r Scontro tra guerrieri presso il castello di Foce.

2v Edipo decapita la Sfinge. 29 Cc. 42v, 67r, 68r, 68v, 70r, 73r, 74r, 75v, 76r, 78r, 79r, 85v, 86r, 87v, 88r, 93v, 95v, 114v, 115r, 116r, 118v, 119r, 120v, 123v, 126v, 129v, 130r, 130v, 131r, 131v, 133v, 135r, 136r, 137v, 139r, 139v, 143r, 145r, 146v, 148r, 152r, 152v, 153v, 155v, 159v. 30 Cc. 43r, 63v, 65v, 70v, 72r, 72v, 73v, 82v, 84v, 94v, 107v. 31 Cc. 1r, 1v, 2r, 2v, 3r, 3v, 5r, 5v, 7v, 9v, 15v, 19v, 21r, 22v, 23r, 26v, 27r, 29v, 30r, 40v, 41r, 44v, 45r, 47r, 47v, 49r, 49v, 51r, 55v, 56v, 57r, 57v, 58r, 60r, 60v, 62v, 64r, 71r, 99r, 99v, 101r, 103v. 32 Cfr., ad esempio, cc. 61v e 149v. 33 Cc. 1v, 40r, 41v, 44r, 45v, 51v, 56r, 62r, 71v, 115v, 118r, 128r, 129v, 135v, 136v, 137r. 34 Cfr. F. FABBRI, 2012.

(23)

23

3r La regina Giocasta, accompagnata dai suoi consiglieri, davanti le mura di Tebe, consegna le

chiavi della città al nuovo re Edipo.

3v Colloquio tra Giocasta e Edipo, scalzo e con i piedi feriti, seduti sui rispettivi letti e in spazi

distinti da tre colonne.

5r Polinice, addormentato alle porte di Argo, tiene legato alle sue braccia le redini del suo bianco

cavallo.

5v Scontro a cavallo tra Tideo e Polinice sotto lo sguardo di re Adrasto e dei suoi consiglieri. 7v Tideo, tenendo il cavallo per le redini, si rivolge a re Eteocle e ai suoi uomini davanti alla città

di Tebe.

9v Scontro tra Tideo e gli uomini di Eteocle.

15v La carta è quasi integralmente illustrata: Giocasta, accompagnata dalle sua figlie e alcuni

uomini, incontra Adrasto accompagnato dai suoi. In primo piano sono schierati i due eserciti nemici.

19v La carta è quasi integralmente illustrata con l‟immagine dell‟assedio della città di Tebe. 21r Scontro tra l‟esercito egiziano di Venzone e gli Sciti.

22v Scontro tra Assiri ed Amazzoni. Morte di Marpesia.

23r Le sorelle Menalippe e Ippolita combattono contro Ercole e Teseo. 26v La flotta troiana.

27r Elena, accompagnata da alcune ancelle, si allontana dal tempio dell‟isola di Citera mentre

ferve la battaglia tra Paride, sostenuto dai suoi uomini, e gli abitanti dell‟isola.

29v Carta quasi integralmente illustrata con l‟immagine della flotta greca.

30r Carta quasi integralmente illustrata con la scena di scontri tra Troiani e Greci. 40v Carta integralmente illustrata con scene di battaglia.

41v Carta integralmente illustrata con l‟immagine della città di Troia saccheggiata. 42vb Abbozzo di una nave: guerrieri sopravvissuti ritornano nelle rispettive patrie. 43r Scena di battaglia: scontri in Veneto tra eserciti troiani.

44v L‟anima del marito Siche compare in sogno a Didone.

45r Didone, seduta sul trono e circondata da ancelle e uomini, incontra Enea e i suoi guerrieri. 47r La suicida Didone viene cremata.

47va Didone trafitta e accasciata sulla spada. 47vb Enea e i suoi uomini si rimettono in mare. 49r Le navi di Enea muovono verso l‟Italia. 49v I Troiani incontrano Latino.

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55v Scena di battaglia: i Troiani combattono contro i Rutuli e i loro alleati. 56vb Scena di battaglia: Turno e i suoi combattono contro Enea.

57r Scena di battaglia: Turno e i suoi combattono contro Enea. 57va La regina Amata si impicca per la disperazione.

57vb La cavalleria si allontana. 58r Scena di battaglia.

60r Romolo e Remo vengono trovati presso il fiume dal pastore Faustolo che li porta alla moglia. 60v Romolo uccide il fratello Remo e diventa re.

62v Gli uomini della città soffrono davanti al cadavere di Lucrezia, la quale, prima del suicidio,

aveva confessato la violenza subita dal principe.

63v Scena di battaglia: il console Bruto guida i Romani contro gli Etruschi. 64r Scena di battaglia.

65v Scena di battaglia: Tarquinio il Superbo, con il sostegno dei Sabini e di alcune popolazioni

etrusche, prende le armi contro i Romani.

67r Abbozzo di una scena di battaglia: i consoli Marco Fabio e Gneo Manlio conducono un‟aspra

guerra contro gli Etruschi.

68ra Virginio pugnala la figlia Virginia per impedirle di subire ulteriore disonore dal decemviro

Appio Claudio.

68rb Assedio della città di Veio.

68v Scena di battaglia: scontri tra Romani e popolazioni d‟Italia.

70r Scena di battaglia: i Romani, guidati da Camillo, combattono contro i Galli. 70v Scena di battaglia: nuovi scontri tra Galli e Romani, guidati da Tito Quinzio.

71r Marco Tullio si cala nell‟incolmabile voragine, causata da un terremoto o forse qualche altra

forza naturale, per placare gli dei.

72r Scena di battaglia: scontri tra Romani, guidati da Marco Valerio, e Galli. 72v Scena di battaglia.

73r Abbozzo di una scena di battaglia: il comandante romano Fabio Massimo combatte contro i

Sanniti.

73v Scena di battaglia: nuovi scontri tra Romani, guidati da Papirio, e Sanniti.

74r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Romani, guidati da Fabio Gurgite, e Sanniti. 75v Pastori al cospetto di re Astiage, il quale aveva comandato l‟assassinio del nipote.

76r Ciro insieme ad altri giovani pastori al cospetto di re Astiage e impiccagione del figlio

naturale del pastore che aveva adottato Ciro.

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25

78r Abbozzo di una scena di battaglia: l‟esercito di Ciro combatte contro l‟esercito di Creso. 79r Abbozzo di una scena di battaglia: la regina Tamiri e le sue Amazzoni si scontrano con

l‟esercito di Ciro.

82v Scena di battaglia: Ebrei combattono contro Assiri.

84v Scena di battaglia: l‟esercito scita affronta l‟esercito persiano di Dario.

85v Abbozzo di una scena di battaglia: l‟esercito persiano di Serse combatte contro l‟esercito

spartano.

86r Abbozzo di una scena di battaglia.

87v Abbozzo di una scena di battaglia navale: scontro tra la flotta ateniese di Temistocle e quella

persiana di Serse.

88r Abbozzo di una scena di battaglia.

93v Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra i Macedoni di Filippo e le città greche. 94va L‟esercito di Filippo muove all‟attacco di Bisanzio.

95v Abbozzo di una scena di battaglia: l‟esercito di Filippo si scontra con l‟esercito scita di Atea. 99r Scena di battaglia: l‟esercito macedone di Alessandro combatte contro quello persiano di

Dario.

99v Scena di battaglia tra gli eserciti di Dario e di Alessandro. 101r Scena di battaglia: scontri tra Macedoni e Persiani.

103v Gli elefanti del re indiano Poro, carichi di castelli di guerrieri bene armati, muovono verso la

battaglia tra Indiani e Macedoni.

107v Scena di battaglia: nuovi scontri tra re Poro e Alessandro il Macedone.

114v Abbozzo di una scena di battaglia: l‟ultimo combattimento tra Poro e Alessandro.

115r Alessandro, sotto false sembianze, aiuta Candolo a recuperare la moglie rapita da un nobile,

il cui cadavere dondola impiccato sotto la colonna a.

116r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Macedoni e Amazzoni. 118v Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Perdicca e Tolomeo. 119r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Antigono ed Eumene.

120v Abbozzo di una scena di battaglia navale: scontri per mare tra Tolomeo e Demetrio.

123v Abbozzo di una scena di battaglia: l‟esercito di Pirro, comprendente elefanti con torri

cariche di guerrieri, si scontra con quello romano.

126v Abbozzo di una scena di battaglia: primi scontri tra Romani e Cartaginesi. 128va Suicidio di re Imilco.

129v Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Cartaginesi e Siracusani di Agatocle. 130r Abbozzo di una scena di battaglia.

(26)

26

130v Abbozzo di una scena di battaglia: nuovi scontri tra Cartaginesi e Romani in territorio

siciliano.

131r Abbozzo di una scena di battaglia.

131v Abbozzo di una battaglia navale tra la flotta cartaginese di Annibale Giscone e quella

romana di Atilio Regolo.

133v Abbozzo di una scena di battaglia: i Romani combattono i Cartaginesi in Africa per

vendicare la precedente sconfitta.

135r Abbozzo di una battaglia navale.

136r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Cartaginesi guidati da Annibale e Romani. 137v Abbozzo di una scena di battaglia: i Romani, sotto il comando del console Valerio,

combattono contro i Galli.

139r Abbozzo di una scena di battaglia: nuovi scontri tra Romani, sotto il comando di Atilio

Regolo e Lucio Emilio, e Galli.

139v Abbozzo di una scena di battaglia: continuano gli scontri tra Romani, guidati da Claudio

Marcello e Cornelio Scipione, e Galli.

143r Abbozzo di una scena di battaglia: i Romani, sotto il comando di Cornelio Scipione e del

futuro Scipione Africano, difendono la penisola dai Cartaginesi di Annibale.

145r Abbozzo di una scena di battaglia: la tragedia di Canne.

146v Abbozzo di una scena di battaglia: il proconsole Claudio Marcello viene posto a capo di un

esercito contro Annibale.

148r Abbozzo di un incontro tra due eserciti: i Cartaginesi minacciano Roma e gli abitanti della

città si preparano a difendere la capitale.

150r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri in Spagna tra i Cartaginesi di Asdrubale e i

Romani di Scipione.

152r Abbozzo di una scena di battaglia: scontri nella penisola tra Romani e Cartaginesi di

Asdrubale.

152vb Abbozzo di una nave: Scipione salpa alla volta dell‟Africa.

153v Abbozzo di una scena di battaglia: scontri in Africa tra Cartaginesi e Romani guidati da

Scipione.

155v Abbozzo di una scena di battaglia: scontri tra Annibale e Scipione.

(27)

27 3.2 SEGNI ABBREVIATIVI

Le seguenti abbreviazioni presenti nel manoscritto sono state sciolte: le note tironiane (7, Z): et;

9: con o com (davanti a labiale); 8:de;

titulus su a (ā): an, am; titulus su e (ē): en, em;

linea ondulata su e (ẽ): er;

titulus su i (ī): in; titulus su o (ō): on, om;

linea ondulata su o (õ): or;

titulus su u (ū): un, um; l‟: ul;

linea ondulata su m: mar, ma; linea ondulata su p: par; pa;

p con asta tagliata: per, pre;

tratto verticale su p: pre, pri;

p con curva accompagnante l‟asta: pro; q3: que;

titulus sovrascritto a q: que;

linea ondulata su q: qua; tratto verticale su q : qui;

s con asta tagliata: ser;

tratto verticale su t: tar;

9

apice posto in fine di parola: us, s.

nre, vre con il titulus su r: nostre, vostre; ch‟r, ch‟rie: chevalier, chevalerie.

(28)

28 3.3 LA LOCALIZZAZIONE

Il BNF, fr.1386 fa parte di un gruppo di manoscritti tardo duecenteschi affini per struttura compositiva e tipo di illustrazione, la cui localizzazione ha diviso gli studiosi. Alcuni li collocano nella Napoli angioina, altri sono più propensi a vedervi una realizzazione di copisti pisani attivi a Genova tra il 1284 e il 1299, vale a dire tra la battaglia della Meloria e gli accordi di pace delle due città marinare. Si tratta di un gruppo estremamente compatto dal punto di vista codicologico e iconografico35

.

Nel 1933 Panofsky e Saxl36, sulla base delle decorazioni, proposero la pista napoletana per il nostro e altri due manoscritti dell‟Histoire ancienne37. Nel 1977, aggiungendo al gruppo altri manoscritti38, Degenhart e la Shmitt vi videro l‟opera di una bottega proto-industriale della Napoli angioina, attiva tra 1290 e 1320 per il pubblico di corte 39. I manoscritti venivano accomunati sulla base di disegni ad inchiostro realizzati direttamente lungo fasce orizzontali sulla pergamena, compiti di pochi colori e raffiguranti per lo più dame e cavalieri, battaglie, stilizzate

35«[La struttura dei codici è] esemplare del “libro nuovo” che si afferma per il pubblico laico dal XII secolo e

corrisponde al bisogno di una maggiore chiarezza e leggibilità: […] dimensioni medio-grandi (intorno ai 360/380*x260 mm), […] in prosa su due colonne di lunghezza variabile fra le 30 e le 40 righe.» Cfr. F. FABBRI, 2012, p.16.

«[…] l‟impiego della stessa pergamena, non pregiatissima, spessa in media un quarto di millimetro, con frequenti forature all‟origine, e una fascicolatura prevalentemente a quaternione, impaginata su due colonne; la scrittura, una

littera textualis di tipo bolognese della metà del Duecento, di modulo piuttosto grande eccetto pochi casi; la

rubricatura in rosso, in genere apposta in tutti gli spazi dovuti, e probabilmente con una certa fretta (talvolta il colore non è stato lasciato asciugare prima di voltare foglio); l‟ornamentazione delle lettere iniziali tramite filigrane relativamente semplici per le lettere interne, più elaborate in genere per le grandi lettere iniziali, dalle quali si dipartono i consueti girali a motivi fitomorfi che incorniciano in alto e in basso il testo; infine, le numerose illustrazioni poste in basso o in mezzo di pagina, costituite da figure schizzate velocemente a inchiostro bruno e riempite altrettanto velocemente da una gamma limitata di colori trasparenti, la cui tonalità originaria tende a fondersi con quella naturale della pelle sottostante.» Cfr. F. CIGNI, 2000, p.81.

«[…] la “mise en page” secca ed essenziale assai lontana non solo dagli apparati decorativi dei corali e delle bibbie coeve, ma anche dalla stilizzazione aggraziata dei loro indubitabili modelli francesi; lo stile delle illustrazioni a vignetta, poste perlopiù in basso di pagina, o in fascia centrale, in pochi casi nello spazio superiore. Uno stile figurativo, nel complesso, poco usuale, che sconfina nel grafismo dei tratti di penna riempiti, e non sempre, da pochi e decisi colori (soprattutto il verde-azzurro, l‟arancio e il rosso), e che rivela una preparazione veloce dell‟oggetto.» Cfr. F. CIGNI, 1993, pp.421-422.

36 Cfr. E. PANOFSKY-F. SAXL, 1933. 37

Si tratta del ms. Vat. Lat. 5895 e del ms. BNF, fr.9685.

38

Ai mss. dell‟ Histoire ancienne individuati da Panofsky e Saxl si aggiungono: Carpentras, Bibliothèque Inguibertine, ms.1260

Tours, Biblioteca Municipale, ms.953.

Nel gruppo viene compreso un Roman de Troie conservato a Parigi, BNF, n.a.fr.9603 e due Lancelot:l‟uno conservato in un archivio privato a Puigcerdà, presso Gerona e l‟altro a Parigi, BNF, fr.16998. Venivano poi riconosciuti come facenti parte del gruppo la Queste della Biblioteca Arcivescovile di Udine (ms.177), la cosiddetta

Prose-Yvain della Biblioteca Nazionale del Galles (ms. 444-D), il Libro dele Marescalcie di Giordano Ruffo

(Berlino, Kupferstichkabinett, ms. 78 C 15) e il codice miscellaneo della Laurenziana, (Ashburnham 123).

39

Cfr. B. DEGENHART e A. SCHMITT, Frühe angiovinische Buchkunst in Neapel. Die Illustrierung französischer

Unterhaltungsprosa in neapolitanischer Scriptorien zwischen 1290 und 1320, in F. Piel, J. Traege, Festschrift Wolfgang Braunfels, Tübingen 1977.

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