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LA GESTIONE DELL'INTRODUZIONE DI UNA CARTELLA INFERMIERISTICA INFORMATIZZATA IN UN REPARTO DI MEDICINA D'URGENZA

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Scuola di Medicina

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica

Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia

CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE INFERMIERISTICHE E OSTETRICHE

LA GESTIONE DELL’INTRODUZIONE DI UNA CARTELLA

INFERMIERISTICA INFORMATIZZATA IN UN REPARTO DI

MEDCINA D’URGENZA

RELATORE

CHIAR.MO Prof. LORENZO GHIADONI ____________________

CANDIDATO

Dott.ssa GIUSEPPINA PRIVITERA ______________________

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ALLE MIE BIMBE MARTINA E BENEDETTA LA RAGIONE DELLA MIA VITA

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INDICE

INTRODUZIONE PREMESSA

CAPITOLO 1: DEFINIZIONE DI DOCUMENTAZIONE SANITARIA 1.1 Cartella clinica

1.2 Cartella infermieristica

CAPITOLO 2: EVOLUZIONE DELL’INFERMIERE E DELLA

DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA

2.1 Il profilo giuridico dell’infermiere in relazione allo sviluppo della figura professionale

2.2 L’evoluzione giuridica dell’infermiere

2.3 Evoluzione della rilevanza della documentazione

infermieristica in relazione all’evoluzione giuridica

dell’infermiere

2.4 Norme che regolano quali informazioni registrare

in Cartella Infermieristica

CAPITOLO 3: REQUISITI DELLA CARTELLA INFERMIERISTICA

CAPITOLO 4: LA CARTELLA INFERMIERISTICA: STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE E VALUTAZIONE DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA CAPITOLO 5: DALLA CARTELLA CARTACEA A QUELLA INFORMATIZZATA CAPITOLO 6: LA REALTA’ DELL’AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA PISANA: PLEIADE

6.1: Fase iniziale

6.2: Obiettivi del dirigente 6.3: Evento formativo

(5)

5

CAPITOLO 7: ACCESSO ALLA GESTIONE DEL PROGRAMMA E SICUREZZA DEI DATI

7.1 Tipologia di firme

7.2 Tipologia di dispositivo usato 7.3 Vantaggi della firma digitale 7.4 Attivazione utente

7.5 Recupero Password

7.6 Sincronizzazione del dispositivo

7.7 Revoca del certificato di firma digitale 7.8 Modifica dispositivo

CAPITOLO 8: L’ESPERIENZA DELLA MEDICINA D’URGENZA

UNIVERSITARIA.

8.1 Clima organizzativo 8.2 Dettaglio delle fasi

8.3 Maggiori criticità riscontrate CAPITOLO 9: ANALISI SWOT

9.1 Punti di forza

CAPITOLO 10: LA FILOSOFIA DEL LEAN THINKING 10.1: Tipologia di concetti

10.2: Principi del LEAN THINKING CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA RINGRAZIAMENTI

(6)

6

INTRODUZIONE

Nelle aziende sanitarie è posta una sempre più crescente attenzione alla qualità delle cure prestate.

La continua richiesta di miglioramento della qualità si avvale della collaborazione delle diverse figure professionali presenti all’interno dell’azienda stessa.

L’infermiere professionale contemporaneo, nuova figura professionale formata dopo un corso di studi triennale, gioca da sempre un ruolo chiave nel rapporto tra il paziente e la struttura sanitaria.

Oggi però l’infermiere può anche svolgere funzioni manageriali oltre che di assistenza.

Per questa nuova figura professionale è fondamentale la conoscenza dei sistemi informatici di cui ormai si avvalgono tutte le strutture sanitarie, in modo da poterli utilizzare come veri strumenti gestionali.

La maggior parte delle strutture sanitarie ha messo a punto un controllo di gestione supportato da sistemi informativi in grado di rilevare in modo completo sia le prestazioni erogate sia i consumi di risorse correlati, allo scopo di gestire analiticamente l’imputazione dei costi ai singoli centri di responsabilità.

Fondamentale a tale scopo è la cartella infermieristica che, integrata a quella medica, riesce a documentare le attività ed i costi per singolo paziente.

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Mediante l’adozione della cartella infermieristica,

l’infermiere è perciò investito della gestione delle informazioni relativa non più al solo contenuto di lavoro (le prestazioni infermieristiche) e alla valutazione dei problemi di salute di propria competenza (i bisogni di assistenza infermieristica), ma anche al controllo dei risultati (la qualità dell’assistenza infermieristica) e dell’impiego di risorse (la misurazione del carico di lavoro e la determinazione del fabbisogno di personale).

La struttura ed i contenuti della cartella infermieristica devono quindi favorire, nell’attuale organizzazione sanitaria, una pluralità di impieghi:

 il supporto documentale all’azione professionale,

 la comunicazione tra servizi e tra operatori del medesimo servizio,

 l‘integrazione organizzativa, la formazione e la didattica clinica, l

 la promozione di protocolli operativi uniformi, la valutazione delle prestazioni assicurate,

 il controllo in termini di qualità, efficienza, efficacia ed economicità.

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PREMESSA

La cartella infermieristica è uno strumento di lavoro che permette all’infermiere di operare nel pieno rispetto della professionalità avendo a disposizione, in una unica documentazione, tutte le informazioni sulla persona che ha in cura.

E’ uno strumento flessibile e dinamico a disposizione del professionista per un’attenta analisi dei bisogni assistenziali, una pianificazione dell’assistenza e l’utilizzo di un linguaggio comune che previene eventuali incomprensioni ed errori di processo e valutazione.

Un linguaggio comune aiuta infatti gli infermieri a rilevare dati precisi, identificare i problemi potenziali o reali della persona e descriverli con una terminologia scientifica.

L’importanza di un “linguaggio standardizzato” è ampiamente riconosciuta a livello internazionale per esporre con chiarezza e in maniera autorevole il ruolo unico della professione infermieristica in un’organizzazione sanitaria che richiede sempre più di dichiarare e documentare quello che si fa e perché allo scopo di conciliare nel modo migliore possibile l’impegno nei confronti degli assistiti con le esigenze di efficienza complessiva del sistema. (1)

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CAPITOLO 1: DEFINIZIONE DI DOCUMENTAZIONE

SANITARIA

1.1 Cartella clinica

E’ lo strumento informativo individuale finalizzato a rilevare tutte le informazioni anagrafiche e cliniche relative ad un paziente e ad un singolo episodio di ricovero. (2)

La cartella clinica è stata considerata storicamente di pertinenza medica, poiché prevalentemente conteneva la registrazione degli interventi medici.

Oggi la crescente partecipazione attiva e autonoma di altri professionisti sanitari alle cure complessive della persona, ha fatto sì che la cartella clinica debba essere considerata di utilizzo multi-professionale, prevedendo la documentazione delle attività di ciascuna professione interna al fascicolo sviluppatosi nella presa in carico della persona assistita. (3) Si può parlare quindi, di cartella clinica integrata, nella quale rientra la documentazione infermieristica. (4)

1.2 Cartella infermieristica

La cartella infermieristica dunque entra a far parte della Cartella Clinica, come la rappresentazione in forma scritta degli atti compiuti dagli infermieri in relazione ad un determinata persona, dei rilievi effettuati sulla stessa, delle informazioni raccolte, dei dati di carattere progettuale inerenti la pianificazione dell’intervento assistenziale.

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Secondo la definizione del centro Evidence Based Nursing (EBN) è lo strumento per rendere visibile, misurabile, osservabile il processo di assistenza infermieristica. Inoltre, permette di personalizzare l’assistenza e pianificarla, integrare l’èquipe e promuovere la continuità assistenziale. L’autonomia professionale dell’infermiere, ha reso di fondamentale importanza la Cartella Infermieristica, attraverso la quale il professionista identifica e valuta il bisogno di assistenza dell’utente, questo gli consente di formulare una diagnosi infermieristica.

Attraverso l’identificazione dei problemi assistenziali della persona, essa permette la programmazione di un percorso di assistenza mirato; l’utilizzo di tale strumento consente la consapevolezza del ragionamento diagnostico, attraverso il quale l’infermiere opera le opportune scelte assistenziali. Allo stesso tempo è la normativa a sancire per gli infermieri l’obbligo di compilare la documentazione relativa all’assistenza prestata. (5)

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CAPITOLO 2: EVOLUZIONE DELL’INFERMIERE E DELLA

DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA

2.1 Il profilo giuridico dell’infermiere in relazione allo

sviluppo della figura professionale

La figura dell’infermiere in Italia, nel corso della storia, ha fatto notevoli passi avanti.

Prima del 1999 l’infermiere secondo l’articolo del “testo unico delle professioni”, pubblicato nel 1934, rientrava nelle professioni ausiliare, ovvero, non godeva di autonomia, ma agiva secondo il mansionario, istituito nel 1974 con il DPR 225, il quale consisteva in un elenco di compiti, di cui aveva competenza l’infermiere, e oltre i quali non poteva spingersi. La legge 42 del 1999 porta tre importanti cambiamenti per lo sviluppo della professione:

- viene tolto l’aggettivo “ausiliario” - viene abolito il Mansionario

- viene definito un “campo proprio di attività” dell’infermiere. (6)

L’infermiere oggi esercita la sua attività in autonomia professionale (legge 251/2000) (7) agendo secondo il suo Codice Deontologico, il suo Profilo Professionale (istituito con il decreto ministeriale 739 del 1994) e l’ordinamento didattico del suo corso di laurea, fatte salve le competenze di ognuno, nel rispetto reciproco e nella massima collaborazione (legge 42/1999) (8)

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Nel vuoto di competenze che avrebbe lasciato il solo Profilo Professionale si specifica quindi un pentagono che delimita l’ambiente di competenze dell’infermiere:

- tre criteri guida Profilo Professionale, Codice Deontologico, formazione base e post base

- due criteri limite professione del medico e delle altre professioni.

PROFILO DEONTOLOGICO

CRITERI GUIDA CODICE DEONTOLOGICO FORMAZIONE BASE E POST BASE

CRITERI LIMITE PROFESSIONE MEDICA ALTRE PROFESSIONI SANITARIE

2.2 L’evoluzione giuridica dell’infermiere

L’infermiere in passato era considerato, dall’ ex articolo 258 del Codice Penale, incaricato di pubblico servizio. Con il pieno riconoscimento della professione infermieristica come professione sanitaria, tutti i professionisti sanitari, secondo una moderna lettura dell’articolo 357, 358 del Codice Penale, sono sia pubblici ufficiali sia incaricati di pubblico servizio. Agli effetti della legge penale articolo 358 “sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio”.

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“Per pubblico servizio” deve intendersi “un’attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale”. (9)

Agli effetti della legge penale articolo 357, “sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa”.

“Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi, e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi”. (9)

Quello che connota l’una o l’altra funzione è la specifica attività realizzata in un dato momento e contesto dall’infermiere.

L’infermiere dunque quando è in servizio è incaricato di pubblico servizio, quando invece svolge alcune funzioni, procedure o prestazioni, come la compilazione di una scheda ad es. di triage, è un pubblico ufficiale.

Ciò gli conferisce maggiori responsabilità professionali a livello giuridico. (10)

(14)

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2.3 Evoluzione della rilevanza della documentazione

infermieristica in relazione all’evoluzione giuridica

dell’infermiere

Anche la documentazione infermieristica, con l’evoluzione della figura stessa, ha assunto sempre maggior rilevanza a livello giuridico.

Si è passati dal quaderno delle consegne alla cartella infermieristica integrata con quella medica, esplicitando così l’evoluzione del profilo giuridico dell’infermiere e del valore della documentazione infermieristica.

Prima della legge 42 del 1999, la documentazione infermieristica era considerata “atto pubblico in senso lato”, utilizzabile come mero elemento facoltativo per la ricostruzione dei fatti in un processo.

Oggi la documentazione infermieristica come quella medica è considerata, ai fini giuridici, un “atto pubblico”, fa fede fino a querela di falso, è un documento di valore legale fondamentale per la ricostruzione dei fatti.

La corretta tenuta della documentazione da parte dell’infermiere è un dovere etico, professionale e giuridico. (4), (11)

(15)

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2.4 Norme che regolano quali informazioni registrare

in Cartella Infermieristica

La giurisprudenza amministrativa ha precisato che “In mancanza di una puntuale determinazione normativa inerente i dati assistenziali e sanitari da riportarsi nella predetta, il contenuto della cartella deve ricavarsi dall’attività infermieristica, così come oggi la intende il quadro normativo, dopo le innovazioni apportate con le riforme dell’esercizio professionale operate dalle leggi 42/99 e 251/2000”. Pertanto, in quanto la cartella infermieristica funge da strumento di organizzazione del lavoro, dovranno essere presenti: le attività e gli interventi svolti dagli infermieri dalla presa in carico; l’attuazione del processo assistenziale; la rilevazione dei rischi e degli eventi indesiderati; la valutazione dell’assistenza. (4)

Tuttavia, non esiste una norma che fornisca delle indicazioni precise su che cosa l’infermiere deve documentare all’interno della cartella infermieristica, sorta come insieme di appunti per ricordare e trasmettere dei messaggi ad altri sanitari. Oggi quindi la cartella infermieristica riveste un notevole ruolo documentativo, anche se pecca di carenza legislativa. (12) Non tutte le informazioni sono soggette a registrazione; sono le finalità istituzionali e professionali a determinare quali informazioni documentare e come documentarle.

Pur essendo il contenuto della documentazione

infermieristica espressione delle funzioni indicate nel Profilo Professionale dell’infermiere (Dm 739/94), la relativa documentazione varierà in funzione dei contesti in cui l’attività infermieristica andrà ad esprimersi ed a concretizzarsi.

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CAPITOLO

3:

REQUISITI

DELLA

CARTELLA

INFERMIERISTICA

La cartella clinica e quella infermieristica, anche se con valori di riferimento diversi, perseguono un fine comune: la tutela della salute della persona assistita. A tale fine nella compilazione della cartella infermieristica devono essere rispettati i requisiti formale e sostanziali che la stessa deve possedere al fine di riportare per iscritto tutte le annotazioni del caso (13), ed in particolare:

-

tracciabilità

: possibilità di risalire a tutte le attività, agli

esecutori, ai materiali e ai documenti che costituiscono le componenti del ricovero, dall’ammissione alla dimissione della persona assistita. Nella documentazione sanitaria per ogni singolo atto, devono essere identificabili il momento dell’accadimento con data e ora, gli autori con denominazione, firma leggibile (nome e cognome riconoscibili).

Se viene fatto riferimento a protocolli diagnostici o terapeutici, questi devono essere richiamati e referenziati.

-

chiarezza:

il testo deve essere chiaramente leggibile e

comprensibile da coloro che utilizzano la cartella, quali medici e altri professionisti sanitari.

-

accuratezza

: ogni struttura di ricovero deve definire con

apposito regolamento, procedure atte a garantire l’accuratezza dei dati prodotti e delle loro eventuali trascrizioni.

-

veridicità

: tutti i dati e gli eventi vanno annotati in cartella

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successione degli stessi. Non sono consentite cancellazioni o correzioni coprenti. Per errori commessi durante la stesura, si può tracciare una riga con inchiostro indelebile sulla scritta in modo che questa risulti comunque leggibile. Chi effettua le correzioni dovrebbe datarle e firmarle.

-

pertinenza

: le informazioni riportate devono essere

correlate con le esigenze informative definite sia dalle funzioni attribuite alla cartella clinica, sia dalle condizioni cliniche della persona assistita.

-

completezza

: ogni cartella identifica in modo univoco un

ricovero; è aperta al momento dell’accettazione della persona assistita e chiusa alla data di dimissione della stessa. Deve essere allegato un elenco di tutti i moduli e allegati presenti (14)

La responsabilità penale deriva dalla commissione di un reato, ovvero di un fatto illecito al quale la legge penale associa una pena.

L’infermiere può andare incontro ad alcuni reati se non compila in modo adeguato la documentazione, la carente compilazione della cartella infermieristica può determinare una presunzione di colpa a carico dell’infermiere. Definire la Cartella Infermieristica come atto pubblico di fede privilegiata comporta una serie di conseguenze sul piano giuridico di non lieve portata.

La documentazione sanitaria acquista carattere di definitività ogni qualvolta l’infermiere appone le proprie annotazioni in riferimento. Ogni registrazione quindi ha uno specifico e autonomo valore documentale dal momento in cui viene riportata nel documento. (4)

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CAPITOLO 4: LA CARTELLA INFERMIERISTICA:

STRUMENTO DI PIANIFICAZIONE E VALUTAZIONE

DELL’ASSISTENZA INFERMIERISTICA

La documentazione infermieristica è una parte importante

della documentazione clinica. Una minuziosa

documentazione infermieristica è una condizione essenziale per una buona cura del paziente e per una efficiente comunicazione tra le figure del team sanitario. (15)

Lo scopo principale della cartella infermieristica rimane comunque la formalizzazione del processo di assistenza infermieristica, ovvero del metodo clinico adottato dall’infermiere per interpretare e risolvere con efficacia i problemi pratici posti nei diversi ambiti operativi.

L’istanza della personalizzazione dell’assistenza

infermieristica cioè dell’adattamento dell’intervento

professionale alla dimensione soggettiva dei bisogni espressi dal cittadino, riconosce, infatti, come precondizione metodologica il processo di assistenza infermieristica. Solo una metodologia pratica fondata sul dialogo, sulla partecipazione del cliente alla formulazione degli obiettivi, sulla scelta strategica dei trattamenti infermieristici specifici permette di rispondere efficacemente a quel bisogno di quella persona.

La struttura della cartella infermieristica consente di individuare le diverse fasi del processo decisionale ed operativo.

I termini e le sequenze utilizzate consentono di uniformare il comportamento fra i diversi professionisti.

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Inoltre, il suo uso quotidiano contribuisce a garantire la continuità assistenziale ed a standardizzare alcuni passaggi fondamentali del percorso assistenziale.

La terminologia utilizzata porta ad uniformare certe valutazioni e giudizi costruendo un linguaggio professionale condiviso. (16)

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CAPITOLO 5: DALLA CARTELLA CARTACEA A QUELLA

INFORMATIZZATA

Il riconoscimento della professione infermieristica come professione sanitaria e gli obblighi etico deontologici definiti nel Codice Deontologico, hanno completamente modificato

la qualificazione giuridica della documentazione

infermieristica alla quale viene conferito pieno

riconoscimento.

La cartella infermieristica progressivamente ridefinita negli anni dalla letteratura (17-18-19) e più recentemente individuata quale “documento individuale che raccoglie l’insieme delle informazioni riguardanti la persona assistita e prende in considerazione l’aspetto preventivo, curativo, educativo e relazionale dell’assistenza infermieristica”, viene ad assumere pari dignità rispetto a quella medica.

Il punto nodale si focalizza non tanto sulla categoria professionale che esegue la rilevazione, ma sul contenuto della stessa e sul valore giuridico probatorio a essa riconosciuto. (3)

Il tema tecnico-scientifico utilizzato per rappresentare e descrivere l’assistenza è strettamente connesso alle problematiche legate all’adozione di una Cartella integrata centrata sulla persona, <<quale documento in cui convergono le registrazioni dei diversi professionisti della salute in una logica integrata>> (18).

Quindi, la creazione della cartella integrata rende più facilmente realizzabile il passaggio all’introduzione dello strumento della cartella clinica informatizzata.

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Lo sviluppo della Cartella integrata, è individuato a livello nazionale quale strumento che, consentendo la tracciabilità di ogni atto sanitario, garantisce qualità, efficienza ed efficacia delle cure, ed è stata inclusa tra i progetti finanziati nell’ambito della programmazione di attività d’interesse nazionale per il governo clinico, la qualità e sicurezza delle cure. (20)

La necessità di documentare in modo completo il percorso clinico della persona assistita, ha reso la cartella clinica cartacea sempre più voluminosa, con documenti provenienti da moltissime fonti essendo sempre più difficile trovare tempestivamente l’informazione necessaria.

Pertanto, è nata la necessità per un dirigente di un’azienda di orientarsi all’informatizzazione dei dati in una cartella clinica elettronica che consenta di raccogliere, in teoria, tutte le descrizioni degli eventi sanitari di una persona, relativi alla sua interazione con una struttura sanitaria. (21-22)

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CAPITOLO 6: LA REALTA’ DELL’AZIENDA OSPEDALIERA

UNIVERSITARIA PISANA: PLEIADE

6.1: FASE INIZIALE

Il percorso della cartella clinica informatizzata a livello aziendale è stato avviato grazie ad un forte input da parte del vertice strategico.

L’adozione della cartella infermieristica/ostetrica è un elemento imprescindibile di valutazione della qualità infermieristica che consente una facile consultazione dei dati, una diminuzione degli errori legati alla trascrizione, e una visione completa, con un unico documento, di tutte le attività e le prestazioni che coinvolgono un paziente durante il percorso di degenza.

A tal fine l’AOUP ha investito in un progetto di informatizzazione della documentazione clinica (cartella integrata) creando un gruppo di esperti ingegneri informatici che si sono avvalsi del parere di competenza sui contenuti della direzione infermieristica, rischio clinico, rappresentanti di UO (23) ovvero è stato costituito un team multidisciplinare di progetto che ha elaborato un documento complessivo di analisi ed implementazione del cambiamento, comprensivo di obiettivi, attività e tempistica. (allegato: flow-chart del percorso). E’ spettato loro il compito di tradurre in linguaggio

informatico la struttura del

processo di assistenza

infermieristica

e la documentazione del percorso.

L’elaborazione di una Cartella infermieristica richiede, quale presupposto, l’adozione di un modello di riferimento (22-24) indispensabile per promuovere l’applicazione nella pratica, di categorie diagnostiche (i problemi di salute attribuiti alla

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competenza tecnica specifica infermieristica) e di categorie prescrittive (i profili d’intervento forniti dall’infermiere per la risoluzione di tali problemi). (25)

Nello specifico la cartella infermieristica/ostetrica è stata creata sulla base della documentazione già in uso in Azienda (protocolli e procedure) sul “Modello delle prestazioni infermieristiche” di Marisa Cantarelli adattandola a livello informatico.

Il risultato è un prodotto conosciuto a livello assistenziale,

poiché quotidianamente adottato dal personale

infermieristico/ostetrico in forma cartacea, proiettato però in un sistema informatizzato, che consenta di ridurre i tempi legati a trascrivere dati ripetuti e ridondanti nelle varie schede cartacee. (23)

Si è scelto di organizzare la documentazione con automatismi tra la prescrizione delle attività diagnostiche-terapeutiche e il processo assistenziale, in modo da raggruppare le informazioni in sezioni gestite autonomamente dagli infermieri e, ove previsto dagli OSS, ed inoltre schede-protocolli eventualmente implementabili in futuro, utilizzabili sia come sola consultazione, sia per la registrazione di dati assistenziali relativi alle variazioni cliniche della persona assistita. (26)

La cartella clinica così creata è un documento che incorpora elementi di carattere clinico, amministrativo, terapeutico e gestionale.

Ogni figura professionale compila per ogni passaggio terapeutico lo schema funzionale di propria competenza e modi diversi a seconda delle necessità ed esigenze.

Il prodotto finale è stato presentato alla Direzione Aziendale dell’AOUP e a tutte le strutture trasversali afferenti alla stessa

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(Direzione Medica di Presidio, Rischi Clinico, Qualità, Direzione Infermieristica, ecc…). Si tratta di uno standard di base che verrà adattato dagli ingegneri informatici, se necessario, alle varie specifiche caratteristiche del contesto, alle attività ed esigenze degli operatori delle Unità operative, durante il periodo di prova all’interno delle UUOO stesse. (23)

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6.2: OBIETTIVI DEL DIRIGENTE

Di seguito, sentita la sensibilità al miglioramento, nel 2016 si è dato avvio al percorso con i seguenti obiettivi.

 Migliorare la scheda infermieristica cartacea già in uso, garantendo l’applicazione del processo di assistenza.

 Ridurre “l’errore”, riconoscerlo, utilizzarlo per implementare percorsi di miglioramento che consentono di lavorare in maggior sicurezza.

 Potenziare le conoscenze dei professionisti e “adeguare” la cultura ad un modello concettuale adottato in azienda.

 Contestualizzare il documento al target di utenza, attraverso l’analisi dei casi clinici che accedono alle UUOO.

 Migliorare la qualità delle informazioni: precisione, chiarezza, concisione, completezza.

 Sistematizzare, in maniera cronologica, logica ed obiettiva, la raccolta delle informazioni necessarie alla progettazione del piano assistenziale.

 Standardizzare gli interventi infermieristici.

 Evidenziare l’operatore responsabile del caso, registrandone la firma ad ogni prestazione erogata.

 Garantire la conservazione e archiviazione, informatica e cartacea, tutelando l’ambiente con un minor utilizzo del cartaceo in itinere.

 Disporre di una documentazione sanitaria complessiva che, grazie alla rete, consenta agli operatori di fruire di una visione globale dell’assistenza al paziente in ospedale e nel territorio.  Garantire la riservatezza delle informazioni abilitando

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6.3: EVENTO FORMATIVO

Il progetto è stato sviluppato garantendo la partecipazione e la collaborazione attiva di tutti gli operatori attraverso eventi formativi costituiti da più edizioni con lo scopo di far apprendere al personale infermieristico/ostetrico e medico le principali nozioni per la compilazione corretta della cartella clinica informatizzata, quale strumento unico, multi professionale e promuovere così, un percorso volto al superamento delle resistenze al cambiamento.

Contenuti didattici:

 presentazione del progetto Pleiade

 presentazione del sistema informatizzato in linea generale  modalità di accesso al sistema-accesso al sito

 come inserire nuovo paziente

 come ricercare paziente già registrato  come effettuare una ricerca anagrafica

 come accedere alle schede infermieristiche/ ostetriche  descrizione della parte infermieristica: consultazione

schede pregresse, aggiungere nuova scheda

 compilazione delle varie schede presenti, accesso, anagrafica, bisogni assistenziali, ecc.

 parte pratica riservata alla prova in aula delle possibilità di accesso al sistema

 presentazione della STU informatizzata da un punto di vista teorico e aspetti di simulazione in aula.(23)

Terminato il periodo di formazione, è stato previsto l’avvio della sperimentazione, della durata di alcuni mesi per ogni reparto interessato.

In AOUP, nel 2015/2016 sono stati convocati 1081 operatori tra medici e infermieri con una partecipazione effettiva di

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987. Il restante personale è stato recuperato nel periodo successivo.

6.4 Implementazione del software applicativo

L’implementazione del software applicativo è stata pianificata prevedendo le fasi di:

 elaborazione di un manuale operativo da somministrare agli operatori

 formazione degli operatori coinvolti nel progetto con il supporto operativo in reparto di un gruppo di professionisti del team di progetto: presenza giornaliera di almeno un operatore esperto in affiancamento agli operatori per la formazione sul campo

 valutazione intermedia di percorso della sperimentazione  integrazioni, modifiche, miglioramenti al software

 valutazione del miglioramento della qualità della documentazione clinico assistenziale.

L’applicazione è installata in modalità “client” (il software è presente su ciascuna macchina nei diversi settori) mentre la banca dati risiede su un server dedicato.

Gli operatori possono accedere ai dati o attraverso una postazione fissa o tramite pc portatile applicato su un carrello collegato al wireless aziendale. (26)

Le Aziende Sanitarie negli ultimi anni hanno avviato un processo di intensa informatizzazione che ha coinvolto tutti i servizi.

E’ pertanto necessario dotare l’azienda di una moderna struttura di rete.

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29

La gestione di una rete è agevolata dall’adozione di un unico grande server su cui far confluire tutti i dati all’Azienda. La creazione di una rete INTRANET come nella “nostra” azienda, è il primo passo per la conservazione di tutti i dati dei pazienti e la connessione degli elementi informazione provenienti da diverse sorgenti: sistema di monitoraggio, strumenti di laboratorio, radiologia e archivi dei pazienti. La scelta di un solo server permette una più semplice gestione, un unico backup e soprattutto elimina ridondanze ed inaffidabilità per la mancanza di sinergia tra i diversi punti server.

All’interno delle Unità Operative, l’informatizzazione dei dati attraverso la cartella clinica integrata informatizzata permette di gestire i servizi di supporto all’assistenza e l’assistenza diretta al paziente.

La gestione degli stessi dati clinici per usi differenziati assicura:

 Affidabilità, perché i dati sono inseriti da chi li genera, per i propri fini clinici, e utilizzati più volte (anche da operatori diversi adeguatamente autorizzate), con un miglioramento della qualità e un implicito controllo della loro validità.

 Efficienza, perché si evita di dover digitare nuovamente i dati noti al sistema, mentre i dati da calcolare possono essere continuamente aggiornati.

 Tempestività, perché tutti i dati utili all’episodio in corso sono agevolmente disponibili on-line o richiamabili dal personale autorizzato.

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30

 Facilità d’uso, perché i dati possono essere selezionati, riassunti e presentati nel modo più opportuno ad ogni operatore autorizzato e per ogni compito diverso. (33)

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CAPITOLO 7: Accesso alla gestione del programma e

sicurezza dei dati

L’ingresso alle funzioni del programma e ai dati conservati negli archivi con la separazione fisica tra anagrafica e informazioni sanitarie garantisce, in riferimento alla normativa vigente (29-30), la riservatezza tramite il classico sistema di password e di codice utente, che esclude operatori non autorizzati e individua e registra automaticamente per ogni inserimento, modifica e cancellazione dei dati, l’operatore che ne è responsabile.

A tutti gli operatori autorizzati all’accesso al programma è consentito visualizzare tutte le maschere, ma la registrazione dei dati è limitata ai soli campi di specifica competenza per profili (rispettivamente per gli infermieri, medici e OSS). Il programma inoltre è dotato di un sistema di sicurezza “ log-out” (password a tempo) che mantiene aperta l’interfaccia in uso dopo un tempo di inattività massimo di 20 minuti allo scadere dei quali prevede la ridigitazione della password. Tali accorgimenti costituiscono un livello di protezione ragionevole per verificare gli accessi senza appesantire troppo il lavoro degli operatori. (31-32)

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7.1 Tipologia di firme

Esistono due tipi di firme: la firma forte (Nominale) e la firma debole.

La firma forte viene attuata sulle schede assistenziali e necessita del dispositivo, il token otp.

La firma debole, invece, si attua sugli eventi di diaria e, in questo caso, per la firma digitale non viene utilizzato il dispositivo; per firmare basta il click del mouse.

Una delle criticità trovate nell’utilizzo della cartella informatizzata Pleiade, è stata la firma digitale.

Essa è l’equivalente informatico di una tradizionale firma autografata su un supporto cartaceo e permette di garantire l’identità del sottoscrittore, di assicurare che il documento non sia più modificabile una volta sottoscritto e di attribuire piena validità legale al documento firmato.

7.2 Tipologia di dispositivo usato

Il dispositivo utilizzato per la firma forte è il token OTP (One Time Password: codice “usa e getta”) con Display. E’ dotato di chip e schermo LCD.

E’ sicuro grazie al sistema One Time Password, che genera una

password temporanea, valida per un’unica sessione e non riutilizzabile. Inoltre ad incrementare il livello di sicurezza del dispositivo contribuisce anche il numero seriale univoco che ne garantisce l’unicità e l’impossibilità di duplicazione.

E’ intuitivo e semplice da utilizzare da qualsiasi postazione remota.

(33)

33

Confermando l’inserimento dei codici i documenti selezionati in Pleiade verranno inviati in conservazione e saranno conservati in formato elettronico, a norma di legge e sempre reperibili. La password richiesta in questo modulo non è la stessa password usata per il login di accesso, ma una password che verrà data dall’operatore al momento della compilazione dei moduli e dei documenti necessari ad attestare la propria identità al provider di firma (azienda certificata per il censimento e la registrazione di firma digitali).

Si ricorda che una volta che un documento viene firmato quello non sarà più modificabile o eliminabile. La firma blocca il documento nello stato in cui si trova nel momento in cui è avvenuta la firma.

E’ possibile comunque aggiungere delle modifiche al documento o rettifiche del precedente creando una nuova versione di documento ma una volta firmato non sarà più eliminabile e per definizione sempre reperibile. (33)

7.3 Vantaggi della firma digitale

I vantaggi della firma digitale sono i seguenti:

- Praticità: viene utilizzata attraverso dispositivi semplici da utilizzare ovunque;

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34

- Rapidità: i tempi di trasmissione dei documenti firmati digitalmente rispetto a quelli autografati sono più veloci, in quanto non è necessario stampare e spedire i documenti firmati;

- Sicurezza: una volta firmato digitalmente il documento, ne viene garantita la sua inalterabilità;

- Comodità: è possibile sfruttare tutte le modalità di firma digitale da pc e da dispositivi mobili, come tablet e smartphone.

7.4 Attivazione utente

Per l’attivazione di un utente è necessaria la presenza di un tecnico. Indispensabile per l’utente è avere, al momento dell’attivazione, il cellulare a portata di mano, attraverso il quale arriverà un messaggio con un codice di attivazione da Aruba. Basta entrare nel link,

https://attivazioni.firma-remota.it, ed è possibile iniziare la procedura di attivazione.

Il tecnico e l’utente si troveranno davanti a una schermata, dove dovranno inserire i dati relativi alla scratch card, al codice fiscale dell’utente e al seriale del token otp.

Al termine dell’operazione, l’utente riceverà un SMS contenente il codice di attivazione del servizio.

Una volta avuto il codice di sicurezza per sms, è possibile completare la procedura di attivazione, scegliendo un username (è buona norma utilizzare il codice fiscale), una password con la conferma di questa e infine generando dal token otp due sequenze di codici da inserire negli appositi campi Password Otp 1 e Password Otp 2.(34)

(35)

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7.5 Recupero Password

In caso di dimenticanza della password, per effettuarne il recupero è necessario essere in possesso del cellulare, della scratch card e di un token otp.

Per procedere occorre attivare il seguente link:

https://attivazioni.firmaremota.it/asmonitor/monitor.aspx.

Successivamente viene inserito l’username (codice fiscale) e si clicca sulla dicitura “ho dimenticato la password”.

A questo punto si aprirà una schermata, in cui si dovranno compilare tre campi: il codice utente riservato, che si trova nella parte posteriore della scratch card, l’username, e il codice otp da inserire, una volta generato tramite il token otp. Dopo di che verrà inviata tramite mail una password provvisoria.

A questo punto per cambiare la password si entra sul proprio pannello di Aruba e si inseriscono i seguenti dati: vecchia password (quella arrivata per mail), nuova password, conferma password e password otp. (35)

7.6 Sincronizzazione del dispositivo

In caso in cui si superi la tolleranza dei click, ossia vengono generati dal token dei codici numerici che non vengono utilizzati, il dispositivo si desincronizzerà. Per effettuare la sincronizzazione del dispositivo è necessario essere in possesso della scratch card e del token display otp.

(36)

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Si accede al proprio pannello di Aruba attraverso il link https://attivazioni.firmaremota.it/asmonitor/monitor.aspx inserendo i propri dati (username e password).

Una volta entrati sul pannello, cliccare in alto su gestione del dispositivo. La pagina scorre e si apre un piccolo paragrafo con scritto Sincronizzazione del dispositivo.

A questo punto si inserisce il codice utente riservato, che si trova sulla parte posteriore della scratch card, e due codici generati dal token display otp. Così fatto, il dispositivo è sincronizzato.

7.7 Revoca del certificato di firma digitale

In un caso è stato necessario effettuare la revoca di un certificato perché l’utente ha subito il furto della scratch card e del token display otp. In questo caso l’utente deve compilare un modulo per la revoca di questo e, tramite il tecnico, invia l’allegato a Aruba. Appena Aruba effettua l’annullamento, è possibile emettere una nuova registrazione e attivare l’utenza.

7.8 Modifica dispositivo

Nel caso in cui si perda soltanto il token display otp, o che il dispositivo abbia problemi di funzionamento, è possibile tramite l’accesso sul pannello di Aruba, di associarne un altro. Cliccando su gestione dispositivi, si arriva al paragrafo di

(37)

37

A questo punto si inserisce la password di firma digitale, il seriale del token display otp, che si trova nella parte posteriore, e si aspetta che arrivi un sms con un codice, che verrà inserito nel campo codice otp temporaneo via sms. Infine si clicca sul tasto cambia dispositivo e il nuovo strumento è associato all’utente.(35)

(38)

38

CAPITOLO 8: L’ESPERIENZA DELLA MEDICINA

D’URGENZA UNIVERSITARIA.

8.1 Clima organizzativo

Nell’ Aprile 2017 si è dato avvio all’introduzione della cartella clinica computerizzata all’interno della medicina d’urgenza universitaria.

Nella fase iniziale di presentazione del progetto, sono stati individuati due atteggiamenti differenti, a seconda delle capacità personali nell’utilizzo dello strumento informatico. Negli infermieri più esperti si riscontravano aspettative positive e interesse, mentre negli altri prevalevano diffidenza e preoccupazione.

Il gruppo si è sentito parzialmente coinvolto nel progetto, vivendolo come dato di fatto, determinato da una scelta aziendale.

Nella fase di formazione le preoccupazioni si sono lievemente affievolite grazie alla competenza e disponibilità del team di formatori e all’aiuto vicendevole all’interno del gruppo professionale, che ha contribuito a ridurre le ansie dei meno esperti.

Tuttavia è stata, considerata eccessiva la distanza temporale tra il periodo formativo e l’applicazione della cartella clinica elettronica (Luglio 2017), oltre che insufficiente le ore a esso dedicate.

(39)

39

8.2 Dettaglio delle fasi

Si è provveduto a:

 addestramento progressivo all’utilizzo dello strumento informatizzato da parte di tutti gli operatori del reparto: sono stati nuovamente addestrati 20 infermieri, 5

O.S.S., 7 medici strutturati e 15 specializzandi.

 addestramento individualizzato per nuovi

assunti/inserimenti o comunque con difficoltà di approccio alla tecnologia: 6 infermieri neoassunti su

20.

 avvio graduale, partendo da un paziente in ogni settore (inizialmente mantenendo anche la cartella cartacea)  allenamento all’impiego del metodo del processo di

nursing

 prove sulla nuova tecnologia wireless, controllo del funzionamento dei pc e connessione alla rete nelle medicherie e nelle stanze dei pazienti

 addestramento di tutto il personale, in aula di informatica, all’utilizzo della cartella informatizzata, compreso gli aggiornamenti più recenti effettuati

 incontro con tutto il personale medico per la visualizzazione del software e sensibilizzazione all’utilizzo

 trasferimento dell’unità operativa in zona cablata, con possibilità di utilizzare i pc con sistema wireless

 realizzazione del supporto operativo in reparto da parte di un gruppo di professionisti del team di progetto: presenza giornaliera di almeno un operatore esperto in affiancamento agli operatori per la formazione su campo

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40

 incremento del numero dei pazienti con cartella informatizzata prima in una stanza di degenza, poi in due stanze fini a regime completo: in questa fase viene abbandonato il supporto cartaceo

 perfezionamento del programma con incremento dei piani standard nella piattaforma elettronica

 inserimento in intranet, con link diretto dalla cartella assistenziale, delle schede accessorie elaborate dal gruppo di lavoro e allestite in formato pdf per la stampa  password per ogni operatore (medico, infermiere, oss, specializzando ecc) con possibilità di lettura per tutti, ma differenziazione dei campi di scrittura per profili  utilizzo graduale dei pc, senza fili, nelle stanze dei

pazienti e registrazione delle attività in tempo reale. Utilizzo dei pc durante la visita, con possibilità di disporre di tutte le informazioni riguardanti i pazienti. (27)

8.3 Maggiori criticità riscontrate

Le maggiori criticità riscontrate sono state quelle inerenti alla perdita delle password della firma, alla desincronizzazione del dispositivo token otp, alla revoca di un certificato e, in un caso, alla perdita di uno di questi dispositivi. Per tutti questi aspetti è necessaria la presenza del tecnico addetto alle firme digitali.

(41)

41

La fase più critica è risultata essere quella di introduzione della cartella clinica elettronica in parallelo alla cartella clinica cartacea. In questo momento lo stress provocato dalla lentezza dei tablets per problemi di tipo tecnico e l’impossibilità di risolverli a breve termine, nonché l’ansia di commettere errori derivante dalla confusione e dalla scarsa conoscenza del programma, hanno determinato nel personale infermieristico avversione e sfiducia nello strumento.

Nonostante vengano riconosciute disponibilità e competenza del team di informatici, la tempestività nella risoluzione dei problemi è risultata essere insufficiente e anche il gruppo che aveva aspettative positive ha ritenuto inadeguata la gestione delle problematiche.

Si è evidenziato come spesso la professionalità del gruppo ha ovviato ai problemi, evitando così il verificarsi di errori. Nella volontà di continuare, nonostante le difficoltà, si è manifestata la determinazione del gruppo sostenuto dalla dirigenza.

L’uso esclusivo della Cartella Pleiade ha coinciso con l’adeguamento del software, la graduale risoluzione dei problemi tecnici e il miglioramento delle abilità degli infermieri che hanno portato ad un progressivo aumento di fiducia nei confronti della cartella clinica informatizzata, tanto che alcuni hanno cominciato a manifestare entusiasmo nell’uso del nuovo strumento, vedendone anche le future potenzialità.

(42)

42

Ad oggi gli infermieri continuano a sottolineare la necessità di introdurre modifiche e risolvere a breve i problemi ancora presenti, ma viene riconosciuto che l’acquisizione di automatismi e il perfezionamento dello strumento hanno valorizzato gli aspetti positivi, tanto che anche gli infermieri inizialmente più scettici si dimostrano entusiasti e a favore della cartella clinica informatizzata. (36)

Altra criticità riscontrata è la mancanza di comunicazione tra il sistema ADTWEB (ammissioni-dimissioni-trasferimento) e la cartella Pleiade ed alcune lacune di visualizzazione dei dati inseriti tra la parte medica e quella infermieristica all’interno dello stesso strumento, ma soprattutto l’attuale mancato inserimento della Scheda Terapeutica Unica, che rimane cartacea.

(43)

43

CAPITOLO 9: ANALISI SWOT

Punti di forza

dell’organizzazione

• visione completa della storia

e dei dati del paziente

• standardizzazione

• sicurezza e qualità maggiori

Possibili punti di debolezza

interna

• sistema di manutenzione

continua/supporto/backup

• sicurezza validazione/

conservazione

Punto di forza al di fuori

dell’organizzazione

• network interaziendali

continuità della presa in

carico

Possibili minacce esterne

supporto informatico

esterno alle Aziende 

definizione di modalità che

garantiscano sicurezza e

qualità

9.1 Punti di forza

 Aspetti tecnici: tecnologia (l’utilizzo della rete, mezzi utilizzati come pc e tablets…) funzionalità, firma digitale e conservazione a norma di legge

 Formazione aziendale degli operatori: chi non sa usare uno Smartphone o navigare in un Network?

 Corretta identificazione del paziente: attraverso l’uso di barcode (braccialetti…carta sanitaria…)

 Eliminazione criticità: la più comune deriva dalla grafia del prescrittore

 Visione completa dei dati clinici: sia di laboratorio che di terapia attraverso l’interfaccia in tempo reale con altri programmi aziendali

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 Dematerializzazione nell’interesse della sicurezza del

paziente

 Tracciabilità completa del percorso clinico

 Struttura standardizzata: documento informatico,

simbologia etc.. in ogni reparto aziendale riducendo il rischio in caso di spostamento dell’operatore sanitario in altri settori  Tutela della privacy.

 Evita trascrizioni con possibilità di errore umano

 Velocizzazione-recupero tempo (es compilando un campo dello strumento una sola volta la stessa informazione compare su tutti i campi analoghi)

 Possibilità di recarsi con gli strumenti PC e Tablet al letto del paziente

 Alert: ( bottoni rossi) che ci avvertono di allergie del paziente o che in quel momento dobbiamo aggiornare e rilevare parametri quali Mews, Must, ReTos… integrati nella documentazione clinica

(45)

45

CAPITOLO 10: La filosofia del Lean Thinking

Il lean thinking o pensiero snello, è uno stile di management che mira all’abbattimento degli sprechi per creare processi standardizzati eccellenti a basso costo con il contributo delle persone.

E’ adattabile a tutti i settori e contesti e si applica a tutte le aree aziendali.

Nasce come concettualizzazione di un sistema di management collaudato con risultati eccellenti all’interno della Toyota Production System (TPS).

La centralità del paziente è alla base della filosofia lean thinking: è attento e focalizzato sulle esigenze del cliente, è ricerca ossessiva degli sprechi (MUDA) e responsabilizzazione delle risorse aziendali per creare valore aggiunto, è miglioramento continuo.

Il lean thinking comprende un insieme di strumenti operativi e metodi per l’applicazione dei principi lean in azienda; tuttavia l’approccio al pensiero snello deve essere interpretato come un’occasione di cambiamento radicale che interessa non solo l’aspetto operativo ma anche l’insieme di regole e valori, la cultura aziendale. (37)

La filosofia che sta alla base del lean thinking può essere tradotto con le seguenti parole: “fare di più con meno risorse” (meno sforzo umano, meno investimento di capitale, strutture, meno scorte e tempo impiegato).

(46)

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10.1:Tipologia di concetti

Alla base del lean thinking risiedono dei concetti fondamentali che rivoluzionano la cultura e il modo di operare all’interno dell’azienda:

 Attenzione al cliente: la centralità del cliente è il punto di partenza e di arrivo di tutte le attività ed azioni messe in campo dall’azienda nel trasferire, attraverso i propri prodotti e servizi, il valore che il cliente si attende. Il flusso di informazioni parte dal cliente fino ad arrivare alla ricerca e sviluppo: il dialogo con il cliente è fondamentale per identificare i fabbisogni e definire il valore.

 Il contributo delle persone: “saper fare azienda” o saper fare bene le cose, è possibile solo partendo dalla capacità di gestire le persone: lo sviluppo e il sostegno della competitività aziendale, con l’ottenimento di risultati significativi e duraturi, è possibile solamente con il continuo e costante allineamento del management e di tutte le persone che lavorano nell’azienda verso un obiettivo comune.

 Lotta agli sprechi: MUDA è il termine giapponese che può essere tradotto come spreco. I MUDA consistono in tutte le attività che impegnando risorse ed energie, non aggiungono valore al prodotto o al servizio e non danno quindi valore al cliente. Riconoscere gli sprechi è fondamentale per l’applicazione del lean thinking

 Miglioramento continuo: KAIZEN in giapponese significa miglioramento continuo: nessun processo è perfetto ma può essere sempre migliorato. Tutto il personale dell’azienda, top management, dirigenti, responsabili, fino agli operatori, deve partecipare al processo di miglioramento condividendo obiettivi comuni e definiti. (37)

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47

10.2: Principi del LEAN THINKING

I principi su cui si basa il lean thinking sono semplici. Il punto di partenza è l’identificazione degli sprechi per poi eliminarli e aumentare la produttività con un minor consumo di risorse. Tali principi sono:

 Value: identificare ciò che vale

 Mapping: identificare il flusso di valore ovvero allineare le attività che creano valore nella giusta sequenza

 Flow: far scorrere il flusso del valore ovvero far scorrere le attività che creano valore creando un flusso senza interruzioni  Pull: far in modo che il flusso sia “tirato” dalle richieste del

cliente

 Perfection: puntare alla perfezione organizzando programmi di miglioramento continuo.

Negli ultimi anni, complice la crisi economica, un numero sempre maggiore di aziende ha applicato nella propria organizzazione la metodologia lean thinking.

Tale metodologia non rappresenta solo un progetto o un programma di riduzione dei costi a breve termine.

Al contrario, il lean thinking, attraverso un innovativo sistema di organizzazione e gestione, permette un miglioramento di lungo periodo dell’efficienza dei processi con l’obiettivo di aumentare il valore creato dalle aziende.

Tutto questo comporta, quindi, un radicale cambiamento di mentalità da parte di tutto il personale ed una vera e propria “rivoluzione culturale”

E’ una scelta coraggiosa, dinamica, innovativa e moderna, operata da una direzione forte. (38)

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48

Dal punto di vista logistico-gestionale ed organizzativo la cartella clinica informatizzata e condivisa rappresenta nell’approccio Lean un modo per eliminare attività a non valore con l’obiettivo di raggiungere una cartella che sia il più efficiente possibile.

Si tratta di una scelta consapevole e mirata che non ha nulla di casuale: la produzione snella non riguarda soltanto un insieme di procedure o di strumenti per l’ottimizzazione delle risorse, ma coinvolge anche il pensiero, andando a modificare la nostra visione sui sistemi produttivi e il nostro punto di vista.

(49)

49

E’ quindi di fondamentale importanza puntualizzare un concetto basilare:

“Il Lean Thinking non cura le persone. Solo il personale con la propria competenza ed esperienza può farlo. Il Lean incide solo sui processi e permette a tutto il personale di svolgere più facilmente il proprio lavoro, con minor variabilità e imprevisti, permettendo di dedicare ogni energia alla cura della persona”.

(Andrea Ciccolella) (39)

(50)

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CONCLUSIONI

La cartella clinica informatizzata è ormai utilizzata quotidianamente in molte realtà sanitarie, ma vi sono senza dubbio margini di miglioramento di questo strumento d’équipe.

Dall’introduzione dei sistemi informatizzati ad oggi si è evidenziato che sussistono barriere tra il professionista e la raccolta dei dati, in particolare mancanza di tempo per la compilazione, indisponibilità di sistemi informatici operativi efficienti e difficoltà nell’inserimento dei dati.

Per comprendere meglio queste considerazioni è necessario, al fine di snellire il lavoro degli infermieri sulla base della filosofia Lean, che nel valutare il tempo di compilazione della cartella clinica informatizzata bisogna tener conto, oltre che alla centralità rappresentata dalla persona assistita, di alcune variabili:

1. il momento temporale nel quale viene compilata la cartella;

2. il compilatore; 3. la cartella stessa. 1 Il momento temporale

è un parametro altamente volatile e quindi poco prevedibile, in quanto direttamente dipendente da fattori interni ed esterni nel quale il compilatore si trova (stato emotivo alterato del compilatore, luogo della compilazione non idoneo, priorità assistenziale in casi di emergenza-urgenza). 2 Il compilatore

è rappresentato dall’infermiere o dal professionista che si accinge ad introdurre dati nella cartella clinica informatizzata.

(51)

51

E’ un parametro su cui bisogna agire primariamente a partire dalla formazione universitaria, dall’organizzazione di corsi, convegni e seminari didattici, anche dopo l’avvenuta formazione del professionista stesso.

Avvalorando quindi il rapporto tra l’infermiere e lo strumento, si prevengono errori grossolani, si migliora la compliance di compilazione da parte del professionista e, più importante, si migliora la qualità dell’assistenza erogata. 3 La cartella clinica informatizzata

l’obiettivo da ottenere è raggiungere una cartella che sia il più efficiente possibile.

Ottenere l’efficienza massima non è così immediato e scontato, poiché devono essere considerate alcune variabili quali il tempo di compilazione, la compliance di compilazione dell’infermiere e l’efficienza costo-beneficio.

Il cambiamento del trend sembra iniziato da tempo, le difficoltà economiche moderne e gli atteggiamenti di rigidità derivanti dall’incapacità di adeguarsi ai cambiamenti repentini nella raccolta dei dati oppongono resistenza, rallentando questo processo, ma l’introduzione a lungo termine in via definitiva di cartelle cliniche informatizzate sembra ineluttabile.

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BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

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Rivista l’Infermiere N 3 Federazione IPASVI : “Il contributo informatico nella compilazione della cartella clinica integrata” di Giovanna Parravicini, Valentina Spedale

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RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutata nella realizzazione di questa Tesi di Laurea, primo fra tutti il mio relatore e presidente del corso di Laurea Magistrale, il Professore Lorenzo Ghiadoni, per la sua professionalità e disponibilità dimostratami durante la stesura e le fasi di ricerca.

Un “grazie” va alla mia coordinatrice Dr. Alessia Pardini per la disponibilità e la pazienza che mi ha dimostrato nel corso di questi due anni.

Un sincero ringraziamento va alla collega ed amica Lorella Marini e al tecnico informatico addetto al supporto della cartella elettronica Federico Martinelli per il materiale fornitomi: senza il loro prezioso aiuto la mia tesi non avrebbe preso forma.

Un grazie lo devo a tutto il personale sanitario della Medicina d’urgenza Universitaria per il sostegno che mi hanno dimostrato ciascuno a modo proprio ma sempre con grandissimo affetto e stima.

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“Grazie” anche a tutti i miei colleghi di corso con i quali ho avuto il piacere di condividere questa magnifica esperienza.

Un ringraziamento speciale va alla Dott.ssa Annalisa Pistoia, coordinatore di area medica nell’Asl 6 di Livorno che considero non solo compagna di corso ma amica sincera di vita: abbiamo condiviso insieme ogni gioia ed ogni dolore dall’inizio di questo percorso fino a questo grande giorno, aiutandoci in ogni difficoltà e sollevandoci sempre le une con le altre nei momenti più bui.

Per questo non posso che dirti “GRAZIE!”

Per ultimo, ma non per questo meno importante, ringrazio la mia famiglia, mio marito Alessandro, i miei genitori, mia sorella Antonella e tutti coloro che ne fanno parte a CUI DEVO

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